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Autore: ranyare    26/10/2013    2 recensioni
Aslan ha abbandonato Narnia da molti secoli e solo pochi, strenui abitanti di Narnia credono nel suo ritorno: fra loro, inaspettatamente, c'è anche il giovane condottiero che ha tradito Telmar per guidare i narniani alla rivolta.
La guerra si profila all'orizzonte ma Caspian, assieme agli Antichi Re ritornati dal passato, potrebbe non essere in grado di far fronte a questo scontro che promette di stroncare fin troppe vite.
Ma un potere antico, quasi dimenticato, è pronto a giungere in loro soccorso, col volto di quattro fanciulle nate dallo stesso sangue di Narnia.
[CORREZIONE CAPITOLI: 05/35]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Miraz, Peter Pevensie, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Narnia's ~R~'
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34 chap

Narnia's Rebirth
41th Chapter

The Swan Song - Within Temptation

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I rovi le graffiavano la pelle, le strappavano gli abiti: ma a lei non importava.

Correva a perdifiato in quella foresta silente e malinconica che non le apparteneva, mentre il cuore le pompava panico e disperazione nelle vene sottili ed il Sole allegro creava crudeli riflessi azzurri nelle sue vesti.

Non poteva fermarsi.

Doveva trovarla… doveva continuare a cercare, non aveva alcun diritto di abbandonarsi allo sconforto che sentiva serrarle lo stomaco in una morsa d’acciaio.

-Siria!- gridò, angosciata, Aysell.

Della raminga non c’era traccia: Siria era scappata, poteva avvertire l’energia pulsante del fuoco che le danzava in corpo farsi sempre più potente, sempre più incontrollabile – presto si sarebbe arresa a quella forza dirompente – ma lei poteva evitarlo… poteva riportarla indietro.

-SIRIA!- chiamò ancora, la voce piena di rabbia e di preghiere mai pronunciate, alzando gli occhi grigi verso le folte fronde degli alberi di Narnia per cercare una qualsiasi traccia del passaggio della sua amica.

Nessun riflesso scarlatto ballava in quel verde meraviglioso.

Crollò in ginocchio, Aysell, i lunghi capelli biondi che sfuggivano alla coda e le ricadevano, come un misericordioso mantello dorato, sulle spalle esili.

-Siria, torna indietro!- gemette, aggrappandosi alla flebile ombra che le riempiva la mente di speranza: Siria era ancora viva, non si era ancora arresa, stava ancora lottando… poteva sentirla? -Torna indietro, Sir… ho bisogno di te…- singhiozzò, arrendendosi al pianto e scoprendo di tremare come una fogliolina abbandonata.

Siria non sarebbe tornata indietro.

L’aveva appena ritrovata dopo sette anni di separazione, non poteva averla perduta in quel modo! Siria era parte della sua famiglia… era parte di lei… le era stata accanto, era stata la prima creatura ad avvicinarsi a quella bizzarra Guardiana senza magia – la prima persona a considerarla un’amica e non uno scherzo della natura

Si lasciò cadere, stremata, sul tappeto di foglie secche che componeva il sottobosco, mentre le lacrime le rigavano le guance nivee.

Siria si sarebbe arresa.

Era la cosa giusta da fare, le avrebbe detto; era l’unica soluzione possibile, le avrebbe ricordato; ma come poteva arrendersi alla consapevolezza di aver lasciato morire la sorella che lei stessa si era scelta, per affetto e non per qualche legame di sangue?

Si raggomitolò su se stessa, fremendo di paura e del senso devastante dell’abbandono – sola, per l’ennesima volta nella vita, lontana dal mondo e dalle persone che le erano care.

Non si accorse, sconvolta com’era, del lieve alito di vento che l’avvolse in una stretta cara ed affettuosa – né vide quelle volute impalpabili mutare in carne ed ossa attorno a lei, abbracciandola e cullandola come avrebbe fatto una madre con la propria figlia.

Si lasciò solamente andare contro la spalla di Mirime, piangendo in silenzio tutto il proprio dolore, mentre sentiva il Fuoco di Narnia affievolirsi dentro di lei.

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§

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-SEI UN FOTTUTO IDIOTA! TU, E QUELL'ALTRO IMBECILLE BIONDO!-

L'urlo a pieni polmoni di Talia sovrastò tutte le voci che si susseguivano, timorose e concitate, nella grande sala della Tana di Aslan; il principe sospirò, stringendosi la testa fra le mani, con in viso l'espressione angosciata di chi sa di essere rimproverato a ragione.

-Lo so… Talia, smettila, so cosa…-

Un brusco movimento della bruna – la figura massiccia di Caleb che si spostava fra loro.

Caspian alzò lo sguardo, allibito, quando si rese conto che il biondo riccioluto aveva evitato, per pochi istanti, che Tallie gli stampasse un massacrante cazzotto dritto sul naso.

Avrebbe fatto bene, gli suggerì una vocina malefica nella mente.

-No, tu non sai cosa hai fatto! L'hai condannata a morte, imbecille!- strillò l'elfa, ignorando per una volta la consapevolezza di essere disordinata, arruffata, completamente sconvolta. Sentiva, flebile e lontana, la vita di Siria appesa al filo dei suoi pensieri disperati: era questione di minuti, forse, prima che la magia prendesse il sopravvento su di lei…

-Che cosa!?- sbottarono Caspian e Peter all’unisono, sconvolti.

Talia sospirò, scambiando uno sguardo angosciato con Cornell mentre Aaron e il biondo volgevano la testa per ascoltare ciò che lei aveva da dire: il centauro annuì appena, cupo in volto, volgendosi verso i tre giovani uomini e schiarendosi la voce.

-Siria Zairassen è l’erede del ruolo di Jadis, il primo ricettacolo figlio della stirpe della Strega Bianca a possedere abbastanza potere magico da eguagliarla.- declamò, la voce più distante e cupa che mai, mentre gli occhi bruni fissavano, con fierezza ed alterigia, l’espressione sconvolta dell’Alto Re di Narnia.

-Siria è una strega, la più potente mai nata dopo Jadis.- confermò Talia, ignorando volutamente Peter e rivolgendosi, perciò, a Caspian. -Però non vuole, né ha mai voluto, sperimentare la magia.- continuò, scuotendo appena la testa al lampo scuro negli occhi dell’idiota biondo.

-Tu immagina… le streghe sono l'eccesso, sono le versioni più estreme di un essere umano; non sanno cos'è una via di mezzo, per i loro caratteri esistono soltanto bene o male. È il cuore a decretare la loro scelta, la pendenza dell'ago.- gli spiegò, paziente, sapendo che quelli erano segreti che nemmeno il saggio Cornelius avrebbe potuto rivelare al giovane principe – solamente chi aveva vissuto molto a lungo aveva potuto accedere a quei misteri.

-Quando incontrai Siria per la prima volta lei già sapeva cos'era. Sua madre è stata uccisa sotto i suoi occhi, proprio perché era una strega. Siria l'ha vista bruciare sul rogo.-

Susan, che fino a quel momento aveva tenuto fra le proprie le mani di Aaron ed era rimasta in silenzio, sgranò gli occhi.

Talia annuì in sua direzione, rispondendo così alla silenziosa domanda della Regina: sì, Siria aveva affrontato quel calvario ed aveva portato sulle spalle la consapevolezza di essere stata una delle cause della morte della propria madre.

-…è stato allora che Sir ha deciso di rinnegare qualsiasi legame con la magia, e sempre allora mi scongiurò di proteggere gli altri da se stessa.-  sospirò, osservando di sottecchi la reazione di Lucy e di Edmund – Lucy sembrava un cucciolo abbandonato, ma Edmund scuoteva appena la testa in un muto gesto di sconforto, segno che Siria aveva fatto bene a fidarsi di lui nel rivelargli la propria identità.

-Siria è sempre stata combattuta fra la sete di vendetta ed il terrore di fare del male, di diventare una creatura malefica. Ha cercato di togliersi la vita da bambina, pur di non permettere a Jadis di tornare.- intervenne Aaron, stringendo a sé Susan mentre pronunciava quelle parole che decretavano il suo fallimento come fratello e come padre: non era stato in grado di salvare sua sorella, nonostante fosse stata la cosa che più aveva desiderato al mondo.

Caspian trasalì, sconvolto. Nella sua mente s’affacciò il ricordo di due sottili cicatrici bianche, che spiccavano sulla pelle chiara dei polsi di Siria… Siria aveva tentato di togliersi la vita da bambina.

Ignorò la stretta al cuore che quella consapevolezza gli provocò, guardando Talia e scongiurandola, con lo sguardo, di non smettere di parlare.

-Siria è una delle persone più buone che conosca, Caspian. Pur di non lasciarsi andare all'odio è diventata una cacciatrice di taglie, una mercenaria, incanalando la sua rabbia verso degli obiettivi precisi: ladri, assassini, stupratori… tutti coloro che catturava, che consegnava, erano una piccola valvola attraverso cui parte del suo odio se ne andava, spariva.- gli concesse lei, mentre un sorriso triste le si disegnava in volto: Siria aveva lavorato così tanto per diventare una persona buona, in grado di controllare la parte più oscura di sé…

-Quando sei arrivato tu io ho sperato, ho sperato davvero che potessi essere la svolta, il mutamento improvviso. L'ho vista guardarti sognante, sorriderti – sai quanto è difficile farla sorridere?- gli domandò, sentendo la rabbia evaporare dal proprio cuore nel guardare gli occhi imploranti del principe: come poteva odiarlo? Caspian aveva reagito anche troppo bene, dopotutto… aveva sbagliato, sì, ma non aveva mai voluto fare del male alla donna che amava.

-Per me no…- mormorò, rammentando la facilità con cui Siria si era sempre abbandonata alle risate e alla serenità quando si trovava insieme a lui.

-Io pregavo che tu potessi salvarla da se stessa. Siria si odia, ha sempre temuto di diventare malvagia, per quella rabbia che l'ha sempre corrosa da dentro… speravo che tu potessi permetterle di accettarsi e ci stavi anche riuscendo… era questione di tempo, presto ti avrebbe parlato anche di Jadis.- Talia gli rivolse un’occhiata che avrebbe voluto essere di compatimento, ma che risultò – per entrambi – uno sguardo angosciato e pieno di delusione ed amarezza.

-Io… a me non…- cominciò lui, ma l’altra lo interruppe quasi immediatamente.

-Lo so che non t'interessa, dannazione!- sbottò, chiudendo poi gli occhi per qualche attimo e cercando di mantenere la calma: non era tutta colpa di Caspian se si era creato quel casino, doveva tenerlo a mente.

-Il problema è che Siria adesso è confusa: ha perso la fiducia in se stessa che tu le davi, mio principe.- intervenne Cornell, vedendola in difficoltà, ma fu il Re Supremo a porgli quella domanda che aleggiava fra tutti loro da quando Siria se n’era andata.

-E potrebbe… potrebbe lasciarsi andare? Alla rabbia, al male?-

-Sì. Potrebbe benissimo farlo.- il disprezzo con cui Talia si rivolse a Peter fu più che sufficiente a farlo trasalire, quando gli occhi scuri e pieni d’odio della mezz’elfa incrociarono per qualche istante i suoi.

Talia non l’avrebbe perdonato facilmente.

-Ma conosco Siria… è una persona buona, forse anche troppo. Non è mai stata capace di far del male gratuitamente.- Tallie avvertì gli occhi pungere quando l’unica soluzione, che anche la sua amica doveva aver compreso, si presentò fra i suoi pensieri.

Siria sapeva che ormai non avrebbe più potuto trattenere la sua magia… non ne era nemmeno più in grado, la forza impressionante con cui l’aveva imbrigliata per tanto tempo non esisteva più.

Serrò le palpebre, ricacciando indietro le lacrime che lottavano per sfogarsi, per scenderle lungo le guance. Siria non avrebbe voluto vederla piangere, avrebbe sorriso e le avrebbe detto di andare avanti, che era meglio così.

Le avrebbe detto di resistere.

-Talia… no…- riaprì gli occhi soltanto al sussurro di Aaron, alzando lo sguardo su di lui.

Tante volte si era trovata in disaccordo con il rosso, ed aveva perso il conto delle discussioni che li avevano visti antagonisti l’un dell’altra; ma c’era sempre stato rispetto, fra loro, un rispetto e una fiducia che avevano finito per somigliare molto ad affetto reciproco.

Ma adesso vedere gli occhi color ghiaccio di Aaron riempirsi della stessa, orribile consapevolezza che lei aveva appena avvertito… faceva male. Faceva male al cuore.

-Mi dispiace.- riuscì soltanto a mormorare, terrorizzata dal fremito che la sua voce le restituì all’udito.

-Cosa? Dannazione, cosa!?-

Peter non aveva ancora capito… l’elfa si strinse le ginocchia contro al petto, cercando di proteggersi, di trattenere quel dolore che si stava propagando con una forza inarrestabile nel suo corpo, nel suo respiro.

-Siria sa di essere debole, adesso. Sa che Jadis ha fatto un qualche tipo d'incantesimo, e che lei ne è particolarmente sensibile, essendo una strega. Quell’incantesimo ce l’ha dentro da quando è morta sua madre: Jadis le ha fatto credere che la sua magia fosse malvagia, ma… Siria è la Quarta Figlia di Aslan, la prima strega ad incarnare in sé il Falco che Jadis uccise per rubarne i poteri.- mormorò, rassegnata.

Talia sapeva bene cosa succedeva a Siria quando la magia prendeva il sopravvento: la sua magia non era mai stata cattiva, sbagliata, era davvero qualcosa di puro e semplice – terribilmente grande ma, allo stesso tempo, innocuo. Non per nulla, prendeva il sopravvento su Siria solamente per salvarle la vita, soltanto per proteggerla…

Jadis però, tanti anni prima, aveva instillato nella sua unica discendente il seme dell’odio: quando Zaira era stata uccisa dai telmarini qualcosa era germogliato dentro Siria, qualcosa di oscuro e di malvagio che, prima, non era mai esistito: Jadis, da ovunque si trovasse allora, era riuscita a far sì che la magia scatenasse un’altra reazione dentro di lei, una reazione distruttiva che l’aveva segnata per sempre.

Aveva fatto sì che una rabbia profonda, che non aveva ragioni di esistere nella raminga, si legasse indissolubilmente all’espressione dei suoi poteri.

Era quella la maledizione che la Strega Bianca aveva imposto su Siria: la dannazione di bruciare di un odio profondo ed incontrollabile ogniqualvolta la magia avesse preso il sopravvento sulla razionalità, costringendola a temere se stessa e a ripudiare il suo stesso essere.

Tallie sapeva bene perché: se Siria si fosse odiata, se avesse maledetto la propria natura e la propria magia, sarebbe stata una preda molto più facile per le mire della Strega Bianca: sarebbe stata un corpo vuoto, privo di speranza, e per Jadis sarebbe stato un gioco da ragazzi prenderne possesso e tornare, in quel modo, a tiranneggiare sull’intera Narnia.

-Se Siria fosse davvero malvagia lascerebbe la Strega Bianca prendere possesso del suo corpo, permettendole di tornare.- spiegò, laconica.

Non aveva voglia di rivivere tutto, non aveva la forza di parlare ancora una volta di quella maledizione che, ora, le stava portando via la prima persona che le era stata davvero amica in tutta la sua lunga, lunghissima vita.

-Ma non lo farà. Non è da lei.-

Se ne avesse avuto la forza, Tallie gli avrebbe tirato un pugno.

Soltanto adesso Peter Pevensie si rendeva conto di quanto Siria fosse buona, di quanto non avesse mai voluto fare del male a nessuno!?

-No, infatti.- si limitò a sospirare, alzando gli occhi non sul Re, ma su un altro biondo.

Caleb era al suo fianco, vedeva nei suoi occhi un sordo dolore non molto diverso dal proprio; però Cal era forte, era sempre stato tanto forte… riuscì a rivolgergli un breve, tirato sorriso, un sorriso umido di lacrime che ancora combattevano per essere libere di scendere.

Si sedette accanto a lei senza dire nulla, passandole un braccio intorno alle spalle. Non parlò, non fece altro che stringerla con forza contro di sé: Caleb la conosceva, Caleb sapeva che parlare non sarebbe servito a niente, sapeva che non l’avrebbe fatta sentire meglio – ma sapeva che aveva bisogno di lui, con una tale intensità da risultare anch’essa dolorosa.

Aveva bisogno di sentire la sua presenza, le sue braccia forti che la stringevano.

Aveva bisogno di non lasciarsi andare, di non cadere a pezzi.

Aveva bisogno di lui… e Caleb era lì.

-Ti ha chiesto di ucciderla, Peter. Avresti dovuto farlo.- mormorò Tallie, chiudendo ancora gli occhi e abbandonando il viso contro la spalla di Cal.

Oh, ma avrebbe potuto dimenticare ogni cosa, fra le sue braccia; chi poteva costringerla ad aprire di nuovo gli occhi, a guardare di nuovo quel mondo che le aveva dato soltanto sofferenza?

-Perché?-

Fu una rabbia malcelata a costringerla a guardare di nuovo Peter Pevensie, gli occhi azzurri che la fissavano con una determinazione che sfociava quasi nella disperazione.

Che cosa meritava, Peter, dopo tutto quello che aveva fatto?

Talia sentì le proprie labbra piegarsi in una gelida smorfia di disprezzo, l’ira che bruciava terribilmente nella sua carne. Non aveva mai provato nulla del genere, mai… non fino a quel momento, non fino a che non si era ritrovata davanti l’inconsapevole carnefice della sua più cara amica.

Che cosa meritava, lui? Forse… meritava soltanto la verità.

-Perché ora morirà nel modo più penoso.- rispose, la voce che tagliava con la violenza di un coltello affilato. -Da sola.-

Un lungo silenzio seguì quelle parole che sapevano di condanna a morte.

-Devo andare da lei.- esclamò improvvisamente Caspian, alzandosi in piedi con una nuova forza negli occhi scuri: in quell’istante, non per la prima volta, Talia ammirò la determinazione che quel giovane testardo possedeva; lei non aveva nemmeno l’energia di alzarsi in piedi…

-No. Tu devi restare qui e combattere per Narnia.- lo fermò Aaron, con la gentilezza e la compassione nella voce. Caspian scosse la testa, cocciuto.

Il tuo popolo, che ora più che mai ha bisogno di te… o la donna che ami, Caspian?

-Voglio trovare Siria.- replicò, sostenendo l’occhiata rassegnata di Aaron con fermezza: Siria non era ancora morta, e lui poteva riportarla indietro. Poteva.

-Adesso ascoltami bene, razza di citrullo che non sei altro.- sbottò il rosso, alzandosi a sua volta nonostante lo sguardo di avvertimento rivoltogli da Susan. -Siria non vorrebbe mai che tu mettessi lei prima di migliaia di altre persone, vorrebbe che tu andassi a combattere, che andassi a vincere questa guerra maledetta anche per lei.- gli spiegò, sentendosi però bizzarramente fiero di ciò che quel ragazzo, che aveva lentamente imparato ad apprezzare, era diventato: Siria sarebbe stata felice di vederlo ancora capace di combattere.

Il principe rovesciò gli occhi verso l’alto, frustrato.

-Siria si sta lasciando morire! Non posso abbandonarla, io…-

-Nessuno andrà a cercarla.-

La voce gelida del Re Supremo risuonò, agghiacciante, in tutta la segreta, zittendo ogni singola persona che fosse stata in grado di sentirlo. Peter non guardava nessuno: dava le spalle alla piccola folla riunita in quel luogo, il volto basso, chino, rivolto verso la figura scolpita di Aslan.

-Cosa!?- la voce di Caspian spezzò quell’istante, la mano destra che volava all’elsa della spada. Sentì la rabbia montare ad una velocità impressionante, salirgli agli occhi, annebbiargli la mente più di quanto non avesse mai fatto: il desiderio di colpirlo, di fargli pagare la sofferenza che aveva imposto a Siria, per un istante fu più forte di tutto il resto.

-Siria ha fatto la sua scelta. Noi abbiamo una guerra da vincere.- fu la risposta secca dell’Alto Re – che non si mosse, che non si voltò nemmeno per un istante.

Nessuno sembrò trovare qualcosa da rispondergli, in quell’istante. Uno strano silenzio, malsano, pesante, non voluto, sembrò calare fra tutti loro e la figura distante del biondo Re. Peter sembrava separato dal mondo, era lontano, diviso dai compagni e dalla famiglia da un’impenetrabile barriera di ghiaccio che lui stesso si era costruito attorno.

Nessuno avrebbe potuto capirlo in quell’istante, nemmeno Shaylee: perdere Siria era stato…

-Ha tradito, vero, Peter?- mormorò Talia, dando voce a quei pensieri che nemmeno lui voleva ammettere con se stesso: trasalì, Peter, quando quella verità gli s’affacciò nel cuore con la violenza e la rabbia di un colpo di spada.

-Esatto.- sussurrò, piano, volgendo lo sguardo sorpreso verso il volto rassegnato di Talia.

-No, imbecille di un Re Supremo del cazzo.-

Tutti i presenti trasalirono, sorpresi, quando la voce graffiante e furibonda di Aysell risuonò nell’intera sala della cripta.

La giovane naiade era apparsa sulla soglia della vasta camera in silenzio, arruffata e scarmigliata come se avesse appena percorso, a piedi, miglia e miglia di cammino nella foresta. Ora però fissava Peter, rabbiosa come nessuno dei presenti l’aveva mai vista, ed avanzò verso il Supremo Re con un passo deciso e veloce molto diverso da quello elegante che aveva utilizzato sino a quel momento.

-Siria non ha tradito nessuno. Non ha tradito me, non ha tradito Aaron né Talia né, tantomeno, Caspian.- soffiò, avvicinandosi minacciosamente a lui e puntandogli un dito contro il petto. -Non è la guerra, il punto. È che ha tradito te.- sputò, furiosa, il volto circondato dalla ribelle chioma di capelli biondi e gli occhi grigi che promettevano tempesta.

-Non__- cominciò l’altro, intimorito da tanta veemenza, ma Aysell serrò i pugni, incenerendolo con lo sguardo.

-TACI!- strillò, ed improvvisamente apparve nelle sue iridi un bagliore assassino che fece sussultare anche Talia, sconvolta da quel fervore letale che non aveva mai sentito agitarsi nell’animo di Aysell.

Peter boccheggiò, crollando in ginocchio e portandosi entrambe le mani al petto: una pressione sgradevole gli stava congestionando il respiro, sentiva in bocca il sapore salato dell’acqua di mare che gli saliva dalla gola, dalla trachea, riempiendogli i polmoni e serrandogli il cuore in una morsa da cui non sarebbe potuto scappare…

-Aysell!- sbottò Talia, sinceramente incerta sul da farsi: ritrovarsi un Peter Pevensie annegato non sembrava una brutta prospettiva, dopotutto… ma no, Siria non avrebbe voluto vederlo morto, era scappata anche per proteggere lui.

Balzò in piedi, pronta ad intervenire, ma una mano pallida e sottile si posò sulla sua spalla l’attimo dopo, trattenendola.

Si voltò, incredula davanti a quell’apparizione che aveva scatenato la gioia nel suo animo di Custode, ritrovandosi davanti i pacati occhi color bronzo di una ninfa – una pleiade, una ninfa del vento montano – che le intimavano gentilmente di non intervenire.

Caleb sgranò gli occhi, sorpreso, quando vide Talia fermata da quella creaturina vestita di grigio che era apparsa bruscamente in mezzo a loro; la riconobbe anche se non si erano mai incontrati, perché Tallie gliel’aveva descritta nei minimi dettagli… Mirime, l’Ancella dell’Aria, la creatura più antica di Narnia.

Spostò lo sguardo su Peter, che stava annaspando: che Mirime volesse far annegare davvero il Re Supremo? Era uno spettacolo assurdo vedere qualcuno che affogava dentro se stesso, senza acqua che salisse a ghermire il suo corpo…

Bruscamente, però, Peter boccheggiò e prese aria, la stretta dell’oceano che si allentava e gli permetteva di tornare a vedere chiaramente: Aysell lo aveva lasciato andare? Non sembrava molto propensa a…

Le tre Figlie di Aslan lanciarono un urlo agghiacciante, quando una voragine si spalancò dentro ognuno dei loro cuori.

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Caspian

Siria serrò i denti, ignorando la fitta di dolore provocata dal labbro che si spaccò sotto quella tortura candida: la magia l’aveva trascinata lì, lontano dalla Tana di Aslan, oltre il Grande Fiume e le ultime foreste che dividevano Narnia da Archen… eppure non sapeva dove fosse finita, forse ai piedi del Monte Pire.

Il volto del principe era sempre più sfocato, nella sua mente. Tutto si stava facendo lontano ed incomprensibile, persino il terriccio che le macchiava le mani candide si dissolveva in polvere fra le sue dita, persino il vento freddo che sferzava quelle colline dimenticate era nulla più che una carezza evanescente sulla sua pelle insensibile.

A che cosa serviva trattenere ancora quella bestia?

Era diventata più forte di lei. L’aveva mangiata da dentro, permettendo a Jadis di farsi spazio nella sua anima, di infettare, con la sua malvagità, la magia che l’aveva dannata fin dalla nascita.

Siria non era più niente, non esisteva più: c’era soltanto quel fuoco dannato, quel fuoco che distruggeva, ad ogni istante che passava, ogni centimetro ancora sano del suo corpo, del suo cuore in frantumi.

A che cosa sarebbe servito resistergli?

Avrebbe soltanto prolungato l’agonia, avrebbe soltanto permesso a Jadis di renderla un involucro vuoto da sfruttare a proprio piacimento. Continuare a vivere sarebbe stata la condanna per tutti coloro che aveva amato, che quel poco che restava di lei ancora amava.

La sua morte avrebbe portato solamente sollievo, a Narnia e ai suoi abitanti. L’incubo del ritorno di una strega potente come la Regina Bianca si sarebbe dissolto nell’inferno che ardeva dentro di lei, sarebbe stato soltanto cenere sparsa su quelle colline dal vento impietoso che spirava dalle montagne.

La sua morte avrebbe salvato tutti quanti. Jadis non sarebbe mai tornata, la sua stirpe si sarebbe dissolta con Siria, con quella ragazza incapace di alzarsi in piedi un’altra volta – in ginocchio, poi riversa al suolo, i capelli rossi che bruciavano l’erba dove lo stremo l’aveva abbandonata.

Cominciava a crepitare, il fuoco.

Quell’energia che troppo a lungo era rimasta sopita e in catene dentro di lei adesso imperversava libera appena sotto la sua pelle, in attesa dell’ultima resa.

Tremava, Siria.

La paura era grande, era immensa: ma il baratro che le scavava dentro era nulla in confronto al vuoto che aveva lasciato il suo cuore, la sua anima, nello stesso istante in cui aveva capito di aver perduto Caspian.

Tutte le creature di Narnia lo avrebbero sentito. Forse già avvertivano l’esplosione imminente, l’incendio che sarebbe divampato per giorni, incenerendo il pericolo più grande che quella terra avrebbe mai potuto temere.

Forse Talia ed Aysell potevano sentirla.

Annegata in quelle voragini che la scuotevano in dolori convulsi nel mare verde dell’erba, Siria non riusciva ad avvertire nulla che non fosse il pulsare terribile della lava che le scorreva nelle vene.

Ma lo sperava.

Quell’ultima speranza, flebile e disperata, era rivolta alle sue amiche.

Mi dispiace…

Un lieve sussurro fra i pensieri esausti, gli occhi vacui e vuoti come cieli sporchi di nubi, labbra livide che mormoravano appena un nome soltanto.

-Caspian…-

E la stremata barriera sottile crollò proprio in quell’istante, quando l’ultima crepa spezzò definitivamente la sua coscienza, la sua flebile speranza.

L’ultima cosa che Siria riuscì a sentire, a vedere, fu la sua pelle diventare un fuoco terribile che ardeva con la forza devastante della morte.

E bruciava. Bruciava dello stesso rogo che aveva ucciso sua madre.

E poi furono solo fiamme.

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§

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Ogni singola creatura di Narnia lo sentì.

Ogni nano, ogni animale parlante, ogni centauro, ogni fauno. Ogni elfo e ogni naiade, ogni driade ed ogni silfide, ognuna delle creature figlie di quella terra avvertì qualcosa spezzarsi nel loro cuore, nel cuore di Narnia stessa.

E, ognuno di loro, provò per un istante un terribile senso di abbandono, di sconfitta, di morte che ghermiva con i suoi artigli insanguinati una vita che non aveva meritato quel destino.

Anche Cornell sentì, anche Cornell comprese. Anche Ripicì, Tartufello, Trumpkin. Tutti, per un istante, avvertirono la speranza spezzarsi con lo schianto di un fulmine.

Anche Shaylee lo sentì e sussultò, guardando Mairead con gli occhi che si riempivano di lacrime.

Ma, soprattutto, lo sentirono le tre Figlie di Aslan.

Aysell crollò in un pianto disperato fra le braccia di Mirime, che l’accolse nel suo abbraccio impedendole di lasciarsi scivolare a terra: ma lacrime silenziose rigavano le guance della pleiade, che aveva conosciuto Siria e le si era affezionata tanti anni prima, che l’aveva osservata da lontano per tutto quel tempo e l’aveva protetta al massimo delle proprie capacità.

-NO!-

Tutti quanti, nella cripta, si voltarono a guardare la mezz’elfa che aveva gridato: un grido angosciato pieno di dolore e di sordida incredulità, gli occhi scuri che si spalancavano di botto mentre il colore scivolava via dalle sue guance – e le lacrime, sottili lacrime le rigarono il volto nello stesso istante in cui si serrò le mani sul cuore.

No.

Non era possibile, no… non poteva essere successo davvero, non poteva essersi arresa davvero… Siria non era tipo da gettare la spugna, la speranza di vederla ancora una volta rialzarsi dopo l’ennesima pugnalata non era svanita dentro di lei…

Eppure, adesso, sentiva soltanto il vuoto.

Il vuoto di un legame spezzato, di un giuramento che Siria aveva appena adempiuto.

Quella presenza rassicurante, ora, era soltanto un sordo dolore lontano.

-No…- le ginocchia le cedettero nello stesso istante in cui le braccia forti di Caleb arrivarono a sorreggerla, a sostenerla mentre una parte di lei andava irrimediabilmente in frantumi.

Jadis aveva perso.

Lo sentiva, la Strega Bianca non sarebbe mai più tornata a minacciare Narnia.

Ma aveva perso anche Siria.

La maledizione di Jadis, alla fine, l’aveva consumata. L’aveva portata via.

E, per la prima volta, Talia non si vergognò di piangere.

Non si vergognò di chiudere gli occhi, di voltarsi piano verso il petto di Caleb per nascondervi il viso: per la prima volta debole, fragile, mentre un dolore mai provato si faceva strada con forza dentro di lei.

Caleb la strinse a sé senza dire nulla, la serrò in un abbraccio caldo che l’avrebbe tenuta insieme, che non le avrebbe permesso di andare in pezzi, di gettare la spugna: finché ci sarebbe stato lui al suo fianco, con lei, Talia non avrebbe ceduto.

Ma ora, ora riusciva soltanto a piangere.

-Che cosa succede? Cal, cosa succede a Talia?-

Aaron… come sarebbe riuscita a dirglielo?

-Tallie!-

Caspian… con che coraggio poteva distruggerlo, con quale forza poteva dirgli che…

-Principe Caspian.- la voce profonda di Cornell le arrivò appena più chiara. Era rassegnata, era cupa: era la voce di chi si accingeva a dare una brutta, orribile notizia.

-Cornell, cosa…- la voce di Caspian tremava, incerta e incredula davanti a una sofferenza che forse poteva cogliere anche lui.

Il suo cuore apparteneva a Siria… ma forse il principe non capiva perché improvvisamente quel dolore avesse ghermito i suoi pensieri, attanagliando il suo petto e strappandogli un battito che aveva appena cessato di esistere.

E poi quelle parole. Le uniche che il centauro riuscì a pronunciare in tono distaccato, distante, terribilmente vero.

-La Strega Rossa è caduta.-

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My Space:
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............................................non dico niente e passo direttamente alle noticille!!!!!!!!
Peter: SCIAGURATA!
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Noticilla n° 1:
Vorrei solo segnalare una cosa molto importante: il termine "Strega Rossa", che qui viene pronunciato da Cornell in riferimento a Siria, NON è un riferimento o un plagio della medesima definizione che viene utilizzata nella bellissima fanfiction, sempre appartenente a questo fandom, "The Witch's Daughter".
Ho avuto in mente di chiamare Siria in questo modo sin dall'inizio di Rebirth, più di tre anni fa: io e l'autrice ci siamo confrontate, sulla questione, poiché l'ho contattata non appena ho visto che utilizzava questo termine nella sua storia (splendida, fra l'altro, la consiglio!).
Io utilizzo "Strega Rossa" per definire una strega appartenente al fuoco, e l'unica che si fregia di questo titolo è Siria - che, per l'appunto, è LA strega DEL fuoco per eccellenza, così come Jadis era LA strega DEL ghiaccio e, di conseguenza, “Strega Bianca”. Questo non significa che non sappiano utilizzare altri tipi di magia, ma è ciò che le classifica come streghe "elementali".
L'autrice di "The Witch's Daughter", invece, generalizza il termine "strega rossa" come definizione di una strega che si basa non sulla freddezza caratteriale e sulla spietatezza (come Jadis) ma sulle emozioni pure e forti come l'amore, l'affetto e la dolcezza.
Spero di essere stata esaustiva e di aver reso giustizia ad entrambe le scelte di termini ^__^
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Noticilla n° 2:
In questo capitolo viene accennato il nome completo di Siria: "Siria Zairassen".
Come in molti libri ambientati in epoche pseudo-medievali (due nomi fra tutti: la saga di Eragon e Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), il cognome dei personaggi viene spesso formato con l'utilizzo di una desinenza che significa "figlio/a di". Mi sono categoricamente rifiutata di fare come Christopher Paolini, che ha utilizzato semplicemente l'aggiunta del nome paterno (per i maschi) o materno (per le figlie) sommato alle desinenze "-sson" o "-ssdaughter". Volevo qualcosa di diverso, che non si collegasse all'inglese (sebbene sia la lingua ufficiale di Narnia), poiché non è l'unico linguaggio parlato nel regno. Perciò mi sono inventata, ripescando le mie conoscenze di tedesco, due desinenze totalmente diverse.
Nella mia fanfiction, quindi, le figlie FEMMINE assumono il nome della MADRE con l'aggiunta della desinenza "-ssen"; allo stesso modo, i figli MASCHI assumono il nome del PADRE sommato alla desinenza "-ros" oppure "-oss" (la cosa varia dal nome del padre del pargolo, nel caso finisca in vocale o consonante). Ovviamente sono esclusi i figli di chi un cognome proprio ce l'ha già, ad esempio: un figlio o una figlia di Edmund si chiamerebbe "Pevensie", non "Edmundros" xD
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Noticilla n° 3:
Non ho una connessione internet mia, sto vivendo di reti a cui mi connetto in modo molto maleducato ^^' Dovrei comunque riuscire a continuare gli aggiornamenti seguendo la tabella di marcia che mi sono prefissata, un capitolo ogni due settimane! Vi ricordo che Narnia's Rebirth comprenderà 50 capitoli tondi tondi, e sto finendo or ora di scrivere il numero 46.
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Noticilla n° 4:
Sto lavorando ad una sorta di "~R~ Pedia" che potrei decidere di pubblicare, una volta conclusa, come appendice a questa storia o alla seguente, "Narnia's Redial". Contiene tutta una serie di informazioni su come ho modificato il pantheon, la storia, la geografia e la trama de "Le Cronache di Narnia" originale rispetto alle mie fanfictions - grazie (nuovamente) al fondamentale aiuto di DreamWanderer!
Peter: in sostanza: aveva un attacco di insonnia e s'è messa a scrivere quelle baggianate per passarsi il tempo.
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Noticilla n° 5:
Vi presento Mirime, la pleaide che è Ancella dell'Aria e Prima fra le Figlie di Aslan! Il volto è quello di Nina Dobrev, ossia la protagonista femminile di "The Vampire Diaries".
Non seguo la serie, lo ammetto (quindi: fans, non linciatemi per quello che sto per dire, parlo per semplice gusto personale!), ma mi è bastato vedere qualche video su Youtube per capire che Damon Salvatore è l'uomo della mia vita. Elena, vai da Stefan, Damon me lo piglio io!
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Dalla ~R~ Pedia:
Pleiadi: le pleiadi erano la razza più potente fra le ninfe, perché si trattava delle creature che avevano avuto il compito di portare il respiro alle creature di Narnia durante la creazione di Narnia stessa. Mirime è una pleiade, l’unica rimasta della sua razza: durante l’invasione di Caspian I, infatti, le pleiadi presero la decisione di disperdersi nel proprio elemento per preservare la presenza della magia (questo loro sacrificio, infatti, ha permesso ai narniani di sopravvivere e di mantenere la propria scintilla di coscienza che li differenzia dagli animali comuni).
La scimmietta che Aslan aveva destinato ad essere la prima portatrice del ruolo di Ancella dell’Aria si donò allo spirito di Mirime nel momento stesso in cui Aslan decise di affidare alle razze narniane (e non più agli animali) le essenze delle sue Figlie: Mirime ha, quindi, l’età stessa di Narnia, ed è l’unica persona che non teme Aslan e, anzi, spesso lo rimprovera e lo scavalca.
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Noticilla n° 6:
Età narniane. Alcuni mi hanno chiesto le età dei baldi giuovani che calcano le scene di questa fanfiction, quindi eccovi accontentati! Ovviamente ho modificato le età definite da C. S. Lewis, ma non mi sento in colpa perché anche Andrew Adamson (il regista, mi pare - confondo sempre i ruoli di regista e produttore - di "Le Cronache di Narnia: il Principe Caspian") l'ha fatto xD
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Famiglia Pevensie
Peter: 20 anni
Susan: 18 anni
Edmund: 16 anni
Lucy: 12 anni
Figlie di Aslan
Siria: 20 anni
Talia: 815 anni (dimostrati: 19 circa)
Mirime: indefinito (dimostrati: 20 circa)
Aysell: 904 anni (dimostrati: 15/16)
Mercenari
Tara: 14 anni
Caleb: 22 anni
Aaron: 22 anni
Altri personaggi
Caspian: 18 anni
Shaylee: 1528 anni (dimostrati: 17/18)
Mairead: 1987 anni (dimostrati: 30/35)
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Noticilla n° 7 (poi ho finito di rompere, promesso):
Sul mio canale di Youtube sono online un po' di video, se vi va di guardarli, relativi a questa fanfiction: l'ultimo che ho pubblicato è un breve teaser trailer sulle Figlie di Aslan, se vi va di darci un'occhiata li trovate sul mio PROFILO o direttamente al link: http://www.youtube.com/watch?v=ykpbAb_5ubQ
N.B. la canzone del capitolo precedente, il 40°, si chiama "Demons" ed appartiene al gruppo "Imagine Dragons". Il video che ho messo come collegamento, però, è farina del mio sacco e riguarda Peter e Siria ^^'
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Tabella prossimi aggiornamenti:
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10/11 - Capitolo 42
24/11 - Capitolo 43
08/12 - Capitolo 44
22/12 - Capitolo 45
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Stesse noticille dell'altra volta: Seven Gods è stata rimossa da EFP per via di alcune controversie relative al copyright, ma sto continuando a scriverla appassionatamente e potrete averne notizia nel gruppo FB "Uno sguardo su... Seven Gods"; potrete trovare tante curiosità e spoiler sulla pagina dedicata alla saga di Rebirth, Narnia's ~R~ e curiosità e pensieri sulla mia pagina personale, Ray; voglio ringraziare immensamente la mia beta DreamWanderer, che trovate sia su EFP che su Facebook, che mi sta aiutando con la correzione di tutte le mie storie e non è facile ^^' specialmente perché, nel frattempo, sopporta me U_U
Vi ringrazio per aver letto e seguito Narnia's Rebirth sino a qui: ci risentiamo al prossimo capitolo!
Big hugs,
B.
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