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Autore: gwuncan99    26/10/2013    3 recensioni
Questa fanfiction parla di Gwen, una ragazza di 16 anni con un brutto passato alle spalle. Si è trasferita a Toronto e frequenta il Liceo Artistico, ed è lì che incontrerà la persona che cambierà la sua vita.
Storia DxG.
Estratto dal capitolo 36:
Mi lasciarono lì, in ginocchio, mentre le persone pian piano andavano tutte via.
L'ambulanza partì, e il suono delle sirene si perse nell'aria.
"MERDA!" sbattei i pugni a terra.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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"Buttare il mio cellulare, NUOVO, dalla finestra, servirà a qualcosa?! E bocciarli non cambierà nulla."
"E cosa posso fare, Heather? Cosa posso fare per dividerli?!" urlò Courtney.
"Ci sono tanti modi. Come quello di chiam-"
"Oh, no...non sono così cattiva." ghignò facendo capire il contrario. "O almeno, per adesso non serve."
"Uhm.."
"Mmh...Se solo potessi far ingelosire Duncan..." pensò la perfettina "...Ci sono!"
  "Cos'hai in mente?" chiese Heather.
"Sai anche tu quanto Trent stia sul cazzo a Duncan. Ed era moolto geloso che ci provasse con me.."
"Quindi vorresti-"
"Si, mi frequenterò con il chitarrista. Sicuramente lui noterà il nostro riavvicinamento, e, sicuramente, non gli andrà a genio. Se il piano funzionasse, Gwen sarà molto infastidita. Litigheranno, e si lasceranno!"
"E se non funzionasse?"
"E se non funzionasse...dovrò arrivare a quel punto."

"Oh, andiamo Gwen. Vuoi tenere il broncio per tutta la giornata?"
"No."
"Guarda il lato positivo. Ora lo sanno tutti!"
"E quindi?"
"Non dobbiamo più preoccuparci di nasconderci per..scambiare qualche segno d'affetto." mi fece l'occhiolino.
Oddio, adoro quando fa così. Così..provocante...avrei voglia di sbatterlo al muro e.. Ma cosa vado a pensare?!
Cercai di far uscire fuori dalla mente quei pensieri osceni, ma più ci provavo, più pensavo a cose molto più..erotiche, con lui. Oddio..ma che mi sta prendendo?!
"Gwen. Gwen? Cos'hai?" chiese preoccupato il punk, che mi osservava mentre scuotevo più volte la testa.
"Eh? No! Niente! Hai ragione! Non dobbiamo più preoccuparci. Eheheheh." risposi nervosamente.
"Non mi convinci..." mormorò, notando l'improvviso rossore delle mie guance. Sorrise "...dai, andiamo in mensa."

"Qualcosa di commestibile, grazie." ordinai a Chef.
"Perché, il mio cibo non è sempre commestibile, ragazzina?" ringhiò.
"Si certo! ..Ma..volevo qualcosa di più...dietetico! Ecco." inventai una scusa al volo.
Sembrava averci creduto.
Le mie ipotesi erano errate. Buttò quell'impasto decisamente rivoltante sul pavimento, anziché sul mio piatto.
"Ecco a te." disse acido. 
Sbuffai, raggiungendo Duncan al suo tavolo.
C'erano lui, Geoff, Bridgette, Dj, Alejandro e Heather. Mi sedetti accanto alla surfista.
"Ehi! Il tuo pranzo?" chiese lei.
"Laggiù." indicai il pavimento sporco di quello che doveva essere il mio pranzo.
"Ah..bene."
"Chiacchierona..tieni, ti do un po' del mio." Duncan mi passò metà del suo cibo.
"Oh, ma quanto siamo romantici qui." commentò sarcastica Heather.
"Ma mi amor, se vuoi, posso essere anch'io romantico come Duncan!" la stuzzicò Alejandro, con tono da caliente spagnolo.
"Ma sotterrati." rispose acida.
"Ahahahaha, guarda che vi hanno visti tutti mentre limonavate oggi." la schernì Geoff, provocando le risate di tutti.
"Ah ah, spiritoso."
"Ragazzi, avete già iniziato le prove?" domandò Bridgette dopo che smettemmo di ridere.
"Oh si! Stiamo preparando alcune canzoni!" rispose Dj.
"Uh, davvero? Me le farete ascoltare?" chiesi curiosa.
"Certo, tempo al tempo.." mormorò Duncan.

 
***

"Che cosa vuoi?" domandai acida. 
"Scusa." rispose Trent.
"Ah, mi stai facendo perdere tempo solo per un banale scusa!?"
"So di aver esagerato un po'.."
"Un po'? Un po'?!"
"Ok, tanto.."
"Non accetto le tue scuse. Non c'era motivo che tu facessi in quel modo."
"Non ero in me, credimi...Tu a me piaci molto, e vederti con quel criminale, ecco..."
Sbuffai "E' meglio allontanarci per un po'."
"Come vuoi.." abbassò la testa.
"Ciao." proseguii il mio tragitto verso casa.
Notai Duncan, seduto su una panchina davanti casa sua, a fissare qualcosa. Lo raggiunsi.
"Che fai?" chiesi, senza ottenere risposta. "Duncan." lo richiamai. Nessuna risposta. Continuava a guardare chissà cosa, quindi cercai di trovare il punto che stava fissando.
"Courtney e Trent? No dico, mi stai ignorando per guardare COURTNEY E TRENT?" gridai, risvegliandolo dal suo trans.
"Eh?" chiese.
"Che stai facendo?" ribattei ormai arrabbiata.
"Ma ti rendi conto? Stanno riparlando!" rispose.
"Eh..mbè?"
"Lo fanno apposta!"
"Perché, ti da fastidio?"
"No."
Rimasi a fissarlo, stupita dal suo comportamento.
"Comunque, cinque minuti fa Trent mi ha chiesto scusa..." cambiai discorso.
"E che gli hai detto?" domandò.
"Che non mi interessano le sue scuse."
Non rispose.
"Beh, io vado. Buona visione."
"Vieni qui.." mi prese il polso, costringendomi a sedermi su di lui.
Cercai di non guardarlo negli occhi.
"Che fai? Vuoi farti vedere da loro?" dissi acida.
"No! Vedi? Se ne sono andati." mi girai. Non c'erano più. "Non penserai veramente che io sia interessato a ciò che c'è tra Courtney e Trent?"
Abbassai la testa "Beh, no...forse. Beh..si..." sussurrai.
Mi baciò la fronte "Possono fare quel che vogliono. Ora io ho te, e non intendo lasciarti andare per due...coglioni."
Gli stampai un bacio sulle labbra. "Ti amo..." mormorai, poggiando la testa sulla sua spalla.
"Quante volte continuerai a dirmelo?" disse ironico.
"Non mi stancherò mai di dirtelo.."
Rimanemmo accoccolati sulla panchina per qualche minuto.
L'aria autunnale, le foglie rosse che cadevano dagli alberi ormai spogli, il silenzio, noi due abbracciati...
Non credevo che potessero cambiare così tante cose, in così poco tempo.
E pensare che, fino a qualche mese fa, non avevo amici. Nessuno, in quella scuola, mi avrebbe mai amato, come mi ama Duncan. 
Scott? Ormai è passato...non devo più pensarci. Ora c'è lui, il punk che mi ha sempre stuzzicata, fin dal primo giorno che ci siamo incontrati, quello a cui ho tirato i peggio insulti, e quello a cui mi sono legata di più, in questi mesi. A lui ho raccontato il mio passato, accettando di aiutarmi. Grazie a lui ora ho degli amici fantastici. Grazie a lui sto vivendo momenti, che io definisco diabetici, che credevo possibili solo in quei romanzi rosa che legge sempre mia madre. Ora posso dire, di essere...felice.

"Vuoi conoscere i miei?"
"C-osa?" rimasi stupefatta da quella richiesta "...Cioè, si, certo, si. E' un grande passo nella nostra relazione. Ma, se non mi accettassero? Se mi-" poggiò l'indice sulle mie labbra.
"Come potrebbero non accettarti?" si alzò poi dalla panchina. "Andiamo?" mi porse la mano.
Fissai incerta prima lui, poi la sua mano, e poi ancora lui.
"Andiamo." 

  
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