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Autore: Aishia    27/10/2013    3 recensioni
Che cosa succederebbe ad una ragazza se a causa di qualcosa di superiore o di un destino ignoto fosse catapultata in un'altra epoca? riuscirà ad essere artefice del suo destino ed ad avere ciò che brama?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Battaglia Finale






‘’Debole’’

Jack mi aveva considerato senza un minimo di ritegno ,una persona debole,fragile e incapace di portare al termine il compito affidatomi da un destino ingrato. Mi aveva definita uguale a se, un suo simile e suo pari ma si sbagliava alla grande poiché altrimenti non avrei accettato questa missione già molto tempo orsono, per paura di rimetterci la pellaccia. Invece,avevo deciso già dall’inizio dei tempi di mettermi in gioco e spazzare via il male collegante gli ambi i mondi,avrei rispedito James Clevorbot nei meandri più profondi dell’inferno,impedendogli di devastare l’intera umanità. Per questo motivo non ero come Jack! Io non ero una vigliacca
Fra un giorno esatto sarebbe avvenuta l’apocalisse. Si sarebbe scatenato un vero e proprio inferno sulla terra e aperto un varco confinante tra i nostri mondi,la fatidica ‘’eclissi lunare’’ che ci avrebbe permesso di viaggiare nel tempo e fare ritorno a casa. Ma dopotutto non potevo …

Non potevo andarmene e lasciare Jack e gli altri in pasto a qualcosa molto più grande di loro,perfino di una calamità naturale,abbandonandoli a loro destino. Dovevo affrontare il mio e salvare il loro e quello dell’intero universo.

Mi trovavo nella mia cabina,travolta nell’oscurità più profonda e l’unica cosa che contrastava il buio piatto e statico di quel luogo era il chiarore delle due lune che sembravano avvicinarsi lentamente,preparandosi a ricongiungersi ed a scatenare l’inferno. La loro unione avrebbe aperto un varco collegante con la nostra era e tutto ciò lo aveva imposto la natura,così da ripristinare l’equilibrio stroncato dal nostro salto nel passato. In quel tangente, James Cleverbot avrebbe potuto entrare nel varco e spazzare via la mia vita e quella di mio fratello,solo per sollecitarmi e farsi rendere uno dei medaglioni. In ambi i casi,il mondo sarebbe stato spazzato via in un flebile soffio.

Cercavo di sforzarmi per trovare uno sbocco,una via d’uscita,un modo per evitare un eventuale scontro corpo a corpo anche se ormai tutto sembrava intraprendere una solo direzione. Mi sentivo come imprigionata in un vicolo cieco,senza via d’uscita e senza via di fuga. Doveva essere ormai notte fonda a giudicare da quel frustrante silenzio che governava il veliero,l’unico rumore era quello del mare le cui onde si imbattevano voracemente sulla nave o sugli scogli per poi essere risucchiate dal mare e ricongiunsi alle altre molecole d’acqua.

Tenevo le spalle accostate alla superficie legnosa della nave,con le braccia conserte dietro il capo e il resto del corpo rilassato lungo la brandina mentre gli occhi erano rivolti al soffitto e la mente era lontana,oltre la nave e quello stesso cielo.
I miei pensieri erano ostacolati solo dal respiro scosceso di mio fratello e dal suo sonno profondo. Non riuscivo a vederlo distintamente a causa dell’oscurità che ci aveva inghiottiti ma ne distinguevo la flebile sagoma e i sospiri tormentati che mi martoriavano i pensieri e la mente,impedendomi di concedermi al sonno o quanto meno,pensare distintamente

A pochi centimetri da me vi era l’oggetto che mi aveva fatto mettere in dubbio la mia vita. Aveva dato un senso a tutte quelle domande che fino a qualche giorno fa non avevano ancora trovato risposta e con ciò mi aveva dato uno scopo. Fino a pochi mesi fa non sapevo cosa farmene della mia vita tormentata da adolescente in fuga da se stessa e l’unico mio traguardo era quello di salvaguardare la mia famiglia mentre ora mi trovavo a dover salvare interi mondi. Mi sentivo finalmente qualcuno e finalmente nessuno dava per scontato la mia presenza. Esistevo e quindi non ero più l’ombra di me stessa.

Ormai anche questa missione stava per giungere al termine e la cosa che più di tutti temevo era il vincitore di questa battaglia. Conoscevo il mio potenziale e bensì avessi con me, l’unico modo per sconfiggere Cleverbot,mi ritenevo sempre inferiore alla sua forza. Mi ero messa in gioco fino all’ultimo,vincendo le mie battaglie,anche quelle con me stessa e con il sonno che avevo imparato a controllare ma le mie energie erano al limite e questo non mi avrebbe di certo agevolato. Presto ci sarebbe stata la battaglia finale e io non avevo forze. Non avevo la forza di lottare contro quell’essere infame e assetato di potere. Il mio sangue sarebbe ben presto finito sulla lama del mio nemico.

Forse dovevo affrontare l’unica cosa che veramente mi terrorizzava,in modo da recuperare anche l’energia e la forza per sconfiggere quell’uomo che aveva ostacolato e messo in pericolo vite parallele. Dovevo riaffrontare le ombre che sarebbero di certo risalite dai meandri più profondi del mio subconscio,mettendomi nuovamente a KO. Ma dopotutto dovevo essere in forze ... le ferite del corpo si sarebbero rimarginate presto.


Intorno a me era tutto scuro,mi sentivo come soffocata da quel nero intenso e cercai in qualche modo di ricercare in qualche parte circostante anche una piccola fonte di luce. Era come se mi trovassi dentro una scatola chiusa,senza nemmeno uno spiffero per inalare aria. Lo spazio stretto non mi aiutava di certo a rimanere tranquilla e pacata e all’improvviso scorsi in lontananza delle piccole fiaccole luminose,come lanterne disposte una dietro l’altra lungo il perimetro di un grande rettangolo che affievolirono flebilmente il luogo dove mi trovavo.

Attorno a me,come spuntate dal nulla,sentì uno strano rumore come quello del metallo che si imbatteva contro lo stesso materiale e non impiegai molto a capire dove fossi finita. Avevo chiuso gli occhi,ritrovandomi catapultata dentro quello stesso sogno che facevo continuamente da mesi. Sapevo a cosa andavo in contro ma non potevo far nulla per evitarlo. Forse era meglio così,dovevo affrontare le mie paure e smettere di raggirarle. Solo così avrei sconfitto Cleverbot.

Capì,solo dopo l’ennesimo colpo di metallo che mi trovavo vicino ad un duello tra ombre,che si scontrarono con ferocia per poi cadere nel vuoto,erigendo un rumore sordo. Mi trovavo al centro di un campo minato e qualunque fosse stata la mia mossa,sarei saltata in aria senza nemmeno il tempo di rendermene conto. Cercai di individuare me stessa nel bel mezzo della battaglia,cercando di non finire colpita da quei nemici che non riuscivo a percepire.

Dietro di me,sentì uno scricchiolio di assi che cigolavano a causa di una presenza sempre più vicina a me. Si stava dirigendo con più frequenza nella mia direzione e fu allora che capì. Strizzai gli occhi,cercando di rimanere calma e controllare i battiti convulsi del mio cuore che batteva come impazzito nel mio petto,cercando di non pensare alla sensazione di una spada conficcata nel ventre.

E’ come il sapore del sangue in bocca,lo conosci già ma ogni volta ti lascia sempre quell’amaro in bocca.

Sentì qualcosa di freddo sul collo,come uno spiffero d’aria e rabbrividì di botto,sentendo le vene del collo pulsarmi e fremere freneticamente e avvertì il sangue agghiacciarmi nelle vene. Era li,dietro di me e potevo avvertire distintamente la sua presenza alle spalle ma senza percepirlo veramente. Le gambe divennero molli e anche se la mia mente gridava a gran voce di fuggire e scappare,loro rimanevano li,inerme e incapace di fare anche un passo. Era lo stesso scenario che mi si ripresentava ogni volta,era come rinascere per poi morire subito dopo. Cominciai a tremare e strinsi le mani in un pugno,boccheggiando e alitando per riprendere fiato,cercando di inalare aria per i miei polmoni che sembravano bruciarmi dall’interno.

Potevo sentire il suo sguardo addosso e il suo respiro affannato,mentre non distinguevo più il mio. Mentre mi sentivo sempre più lontana da quel mondo,come se mi trovassi in un limbo o nel mezzo tra due mondi.

«hai. un .ultimo .desiderio? »,proferì a denti stretti nell’orecchio,facendomi aprire gli occhi lentamente e provocandomi dei piccoli brividi lungo la spina dorsale.

«Chanel tieni!!», mi voltai di scatto verso un punto impreciso e in direzione di quell’urlo,cercando come ogni volta di capirne le origine e la provenienza ma probabilmente quello sarebbe restato sempre un mistero. Mi ritrovai nella mano qualcosa di freddo e metallico, l’elsa di una spada … a noi due ombra dei miei stivali!

Cominciai a indietreggiare,cercando di vedere oltre il mio naso ma a causa di quell’oscurità riuscì a scorgere solo i passi del mio avversario farsi più vicini e le assi del ponte scricchiolare al suo passaggio. Potevo perfino contare i battiti del mio cuore che aumentavano ad ogni suo passo,mentre stringevo la mia arma con tutta la forza che avevo in corpo. Mi fu talmente vicina da poter sentire il suo respiro freddo addosso e il mio viso divenne gelato,come se quell’ombra fosse fatta di ghiaccio. Feci un passo avanti,facendola indietreggiare e le lame delle nostre spade si scontrarono,squillando nell’aria. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa e impedire un secondo movimento alla parte opposta. Avrei impedito che anche questa volta l’ombra mi trafiggesse il ventre,lasciandomi inerme sul pavimento della nave.

«Chanel attenta!», un urlo mi fece trasalire e cercai di distinguere e fare breccia nell’oscurità per scorgerne il luogo d'origine. Era questo che quell’ombra bastarda attendeva.

Sfruttando probabilmente il mio momento d’assenza, si caricò di tutta la forza che aveva in corpo e si liberò dalla mia presa,mandandomi all’indietro e facendomi sbattere contro una superficie dura,squarciandomi lo stomaco con un colpo solenne. Rimasi immobile,con le mani distese lungo i fianchi e con ancora l’arma stretta nella mano. Mi portai lentamente una mano nel ventre,riconoscendo un liquido caldo e dallo strano odore che individuai come … sangue.

La spada mi cadde dalle mani,risuonando allo scontro con il terreno e le portai sull’impugnatura della stessa arma che mi aveva trafitto e mi sentì dividere a metà,squarciare e lacerata dall’interno e la bocca divenne amara e aspra. Le forze mi vennero risucchiate e mi sentì debole e con la voglia di dormire per anni e anni. Era quella la sensazione che si prova prima di morire?

Qualcosa di freddo mi prese il collo,stringendolo con una forza sovraumana e non sentì più il terreno sotto i piedi

«lasciami ti prego …», sussurrai con un filo di voce,cercando di portare le mani sul mio collo e impedirgli di strangolarmi. Cercai di visualizzare il suo volto ma le immagini si oscurarono e si sbiadirono. Dovevo restare sveglia … altrimenti mi avrebbe uccisa veramente …

Lo sentì sorridere e difatti,come lo avevo pregato,mi lasciò andare e caddi giù per le scale,finendo di nuovo sul pavimento,senza la capacità di muovermi e con la morte in faccia.



«aaaaaaaaaa», mi tirai su dal letto,guardandomi intorno spaesata e spaventata,cercando di capire dove mi trovassi. Ero forse morta?

«Chanel! », L’oscurità che mi aveva da prima divorata scomparve in un lampo e finalmente vidi la luce. Mi svegliai di botto,boccheggiando e cercando di capacitarmi e capire se fossi veramente nella vita reale. Alan era a pochi passi dal suo letto,sul punto di scendere e ad occhi sgranati,puntati su un punto impreciso del mio ventre. Lo guardai sbigottita,ansimando e cercando di respirare,anche se sentivo un dolore allucinante in qualsiasi parte del corpo. Seguì il suo sguardo,vedendo il mio ventre ricoperto dal sangue che stava uscendo a zampilli e si prostrava dalla canottiera come una enorme macchia rossa in contrasto con un sfondo bianco.
«devo essermi addormentata. »,sussurrai,cercando di alzarmi e mettendo una mano sul mio ventre insanguinato «Tranquillo non fa niente,torna a dormire,ci penso io qui»
«fammi dare un occhiata»,proferì canzonatorio,avvicinandosi a me e scostandomi un pezzo della veste,con il suo fare da adulto che mi fece quasi sorridere «qui non c’è niente! »
Abbassai lo sguardo,ritrovandomi solo il rossore del sangue,senza alcuna traccia della ferita. Ci guardammo basiti,senza capire esattamente cosa stesse succedendo.

*




Doveva essere già mattino inoltrato quando mi ripresi dallo shock subito dalla notte antecedente a causa dei miei incubi ripetenti. Era da tempo che non chiudevo gli occhi concedendomi al sonno e ogni volta che mi abbandonavo ai sogni,quell’incubo ricorrente diveniva sempre più affino e reale,rilasciandomi ferite assidue e profonde nel corpo e nella mente,anche se stranamente questa volta non avevo subito particolari danni.
Non mi rendevo più conto di quale fosse la realtà e quale il sogno e presto o tardi non avrei saputo distinguere l’una dall’altra,nemmeno la verità che si celava nella mia mente.
Quella sarebbe stata una notte importante,me lo sentivo,difatti al sorgere dell’alba io e mio fratello decidemmo di salire sul ponte e controllare la situazione. La nave era stata ancorata nel punto esatto in cui si sarebbe svolta la fatidica eclissi,così da richiudere il passaggio e ripristinare l’equilibrio della natura. Eva Bens aveva riposto la sua fiducia su di me,anche se non sapevo esattamente come agire e procedere. Avrei dovuto salvare il mondo intero da un destino più grande anche di me. Il peso del mondo era ricaduto sulle mie spalle.
Quando arrivai sul ponte,tutto era abbastanza tranquillo e al posto giusto. Ogni marinaio svolgeva le proprie mansioni con la solita tranquillità e disinvoltura di sempre,come se tutto ciò non appartenesse e riguardasse nessuno. Portai d’istinto il naso all’insù,notando la fatidica luna rossa posta alta nel cielo,non troppo lontano dal sole. Tra poche ore la luna sarebbe sorta e si sarebbe ricongiunta alla sua gemella,così da scatenare il finimondo

Mi guardai più volte intorno,cercando quella persona che avrei tanto desiderato rivedere. Jack si era volatilizzato nel nulla come alcuni componenti della nave che non erano ai soliti posti di lavoro. Questa sera probabilmente sarebbe stata cruciale,una degli scontri più importanti con l’essere più imponente di quei mari. Avevo bisogno di vedere Jack e chiarire le cose che erano rimaste in sospeso tanto a lungo. Avevo bisogno di dirgli che lo amavo ancora anche se non sapevo cosa provasse realmente per me,anche se ero perfettamente cosciente che non aveva la benché minima fiducia del mio potenziale. Avevo bisogno di stringerlo anche un ultima volta tra le mie braccia e assaporare quelle labbra che amavo tanto.

Ma ci avrei pensato dopo. In quel momento l’unica cosa da fare era riporre dentro il cassetto le cose non prioritarie,cercando invece il modo più veloce per salvare il mondo e trovare una via d’uscita a quel circolo vizioso di coloro che volevano pavoneggiarsi,dichiarandosi padroni assoluti del mondo e dell’intero universo. La prima cosa da fare era quello di richiudere il portale,sconfiggere Cleverbot e poi chiarire le cose con Jack. Il resto sarebbe subentrato più tardi.


**




Le ore passarono velocemente e con una rapidità disarmante. Le lancette del tempo avevano fatto il suo corso,proseguendo con l’equilibrio naturale della natura e il cielo divenne scuro e cupo,illuminato solo dalle stelle che sembravano puntini dorati attaccati ad un unico sfondo nero. La luna non era poi così lontana. Aveva fatto capolino dal confine tra il cielo e il mare,protraendosi lentamente verso il cielo,così da ricongiungersi alla luna rossa e divenire con lei una cosa sola. Un qualcosa di soprannaturale pronto a scatenare la fine di un qualcosa iniziato da molto tempo.

Jack aveva fatto ritorno al tramonto,quando il sole si abbandonò al creato,morendo nell’orizzonte,accompagnato da Gibbs e da qualche nuovo arrivato che aveva deciso di lottare per una battaglia già persa dal principio. Era salito sul ponte con la sua solita camminata sgangherata ma non ci prestai molta attenzione,intenta a vivisezionare quello strano oggetto che tenevo stretto come se fosse mio figlio. Aveva un lungo manico traforato e dipartito da diamanti preziosi e un diamante all’apice come ancora della sua forza. Come potevo metterlo in moto? Non potevo solo premere un pulsante d’accensione?

Cercai in qualche modo di trovare un metodo per incanalare la mia forza al suo interno,ricercando dentro di me,l’ energia che non avevo mai adoperato fino in quel momento
. Chiusi gli occhi e sospirai rumorosamente,cercando di adoperare ogni cellula del mio corpo e ricongiungerla in un unico essere. Cercai di coordinare ogni battito del mio cuore e svuotare ogni pensiero dalla mia mente,concentrandomi solo su me stessa e su quel magico oggetto.

Intorno a me non sentì nulla,né il frastuono e le voci rumorose della ciurma né il vento e le onde del mare che si scontravano con la chiglia della nave. Non c’era più nessuno o forse non c’era mai stato. Sperai che quella mia concentrazione mi fruttasse qualcosa e desiderai immensamente che quello scettro potesse risolvere tutti i nostri problemi e che potesse trovare un modo per ripristinare la pace e ristabilire l’equilibrio tra i nostri mondi. Ma come si dice? i sogni son solo desideri.

Aprì di scatto gli occhi,ritrovandomi tra il fracasso della nave e il resto del mondo che avevo momentaneamente mandato in standby. Sbuffai rumorosamente e mi portai dietro l’orecchio una ciocca che era mi era ricaduta involontariamente sul viso. Forse la risposta che cercavo non potevo ritrovarla dentro di me,poiché era qualcosa al di fuori della mia stessa logica. Abbassai lo sguardo,accorgendomi solo qualche minuto che qualcuno mi stava osservando persistentemente da svariati minuti e quando alzai il viso mi persi nello sguardo del capitano. Jack era a pochi passi da me,appoggiato al parapetto,con il gomito sul legno scuro della nave mentre con l’altra mano teneva stretta una bottiglia di rhum che non impiegò due volte a portarsi alla bocca e a lasciarsi scivolare dentro la gola il liquido caldo e giallognolo di quella bevanda che lui amava più di se stesso. Ci guardammo per secondi che in quel momento mi sembrarono ore intere e in quel momento desiderai che il tempo si fermasse.

Avrei voluto così tanto stringerlo forte al petto e sussurragli tutto quello che avevo dentro. Avrei voluto avere quel coraggio che non riuscivo a scorgermi dentro e desiderai che le mie gambe si muovessero ma invece,rimasi li,con lo sguardo in quel viso perfetto e lineare e quegli occhi neri come la pece senza sapere se li avrei mai più visti.
Nessuno dei due staccava lo sguardo dal viso dell’altro,come se ci stessimo sfidando per valutare il grado di cocciutaggine dell’altro,come se fossimo avversari e non parte della stessa ciurma.
Non so cosa passasse nella mente del capitano e probabilmente non lo sapeva nemmeno lui ma io avevo paura,paura dell’ignoto. Ero terrorizzata perché non sapevo cosa sarebbe successo quella sera ma di certo il mio cuore ne era perfettamente a conoscenza visto che martellava incessantemente nel petto.
Tutto stava per cambiare,avrei rivisto anche per pochi istanti quel mondo che probabilmente non mi apparteneva più ma che amavo più della mia stessa vita. Sarei entrata in contatto con il luogo in cui ero nata e cresciuta,in cui era conservato lo scrigno del mio passato. Non sapevo quali fossero i miei sentimenti,forse li avevo repressi troppo a lungo e probabilmente non ero a conoscenza neanche del mio volere. Mi guardavo intorno e vedevo solo i volti di coloro che mi avevano accompagnata per mesi interi,quelle persone che consideravo parte di me. Gli stessi che consideravo come membri della mia famiglia.

Distolsi lo sguardo,forse per risparmiarmi quel dolore che mi stavo auto-infliggendo. Perché quello era solo un grande male che mi cresceva dentro,perché non sapevo nemmeno io cosa volevo veramente adesso. Ritornare a casa e ricongiungermi con la mia famiglia o rimanere e continuare a vivere o meglio ricominciare. Perché solo in questo bellissimo mondo potevo sentirmi viva.
Solo dopo svariati minuti mi accorsi che la ciurma si era raggruppata intorno a me,quasi tutti con lo sguardo puntato sul cielo e con le mani mirate nell’elsa delle loro armi. Potevo perfettamente leggere nei loro occhi carichi di tensione tutta la paura che avevano dentro. Il tempo sembrava essersi fermato,era come se non fossero passati mesi interi dal nostro viaggio del tempo,da quando avevamo varcato quella porta che ci aveva fatto precipitare in un posto che adesso consideravo la libertà.
Si perché come aveva sempre detto Jack,la Perla era sinonimo di libertà,fratellanza e determinazione e io li con loro mi sentivo finalmente viva e libera. E adesso, l’idea di quel destino ingrato mi faceva sentire come un passero in gabbia.
Delle rumorose e assordanti voce mi invasero di scatto,destandomi dai miei pensieri e costringendomi ad alzare il naso all’insù. Sgranai gli occhi e mi sembrò quasi di aver smesso di respirare quando notai quelle due fonti di luce a qualche millimetro di distanza. L’ora era scoccata,era sopraggiunta e fra pochi istanti l’orologio avrebbe rintoccato la mezzanotte. Mi alzai lentamente,facendo scricchiolare le assi della nave,mentre i miei occhi non riuscivano a distaccarsi da quel cielo nero come la pece e attorno a me,non sentivo più nulla,nemmeno i respiri dei miei compagni di battaglia. Strinsi con forza lo scettro,strabuzzando gli occhi e boccheggiando. Fu in quel momento che mi resi conto che dovevo mettermi in gioco. Ma cosa avrei dovuto fare io che non ero altro che una piccola cellula nell’universo?Sospirai rumorosamente e avanzai lentamente,sentendo le gambe tremarmi come delle foglie perturbate da un vento violento e il cuore che batteva in modo incessante,pompando più sangue del normale. Avrei voluto che la nonna fosse al mio fianco a ripetermi con il suo fare gentile e rassicurante che tutto sarebbe andato per il verso giusto e che dentro di me avevo una forza e una determinazione fuori dal comune. Avanzai verso il ponte,ponendomi proprio sotto quelle due lune,sotto lo sguardo dei presenti, sotto la supervisione di Will ed Elizabeth che erano a pochi passi da me.
Liz mi sorrise dolcemente,come a volermi incoraggiare. Ma di certo quei gesti benevoli non mi aiutarono a calmare quel dolore che avevo nel petto.
Mi voltai in avanti e ispirai rumorosamente, cercando di ricordare le tecniche di respirazione che avevo visto fare alla mamma nel corso di yoga e le lezioni di arti marziali che avevo seguito da piccola.
«salve prescelta», sobbalzai di botto e alzai le spalle per lo spavento,sentendo dietro di me qualcuno sbiascicare qualcosa sorpreso e altri trattenere il fiato sbigottiti. Mi voltai lentamente verso quella donna dai capelli grigiastri e brizzolati nascosti dietro un mantello nero che le nascondeva gran parte del viso,lasciando intravedere solo gli occhi chiari e stanchi per via dell’età ormai avanzata. Era aggrappata ad un bastone con delle foglie rampicanti,avvinghiata come se quel legno potesse trattenere tutte le sue fatiche. Impiegai vari minuti per riprendermi e dopo qualche secondo riuscì finalmente a sbiascicare qualcosa

«Eva Bens! Cosa ci fa lei qui? », il mio tono di voce sembrò più sorpreso del previsto e vidi la donna sorridere,senza però che il suo viso si tramutasse,restando sempre quella maschera di marmo che ormai avevo imparato a riconoscere

« non potevo di certo abbandonarti mia giovane donna. Ti aiuterò a richiudere il portale e impedire che James Cleverbot raggiunga i suoi scopi», tirò un sospiro e abbassò lo sguardo « fra poco su questa nave si scatenerà l’inferno e non so se ne potremo uscire vivi. Fra poco saremo travolti in un bagno di sangue», Mi si gelò il sangue nelle vene e persi un battito mentre notai lo sguardo di terrore della ciurma che cominciarono a pregare il dio e a maledire il giorno in cui avevano intrapreso tale missione. Chi poteva dargli torto?
«uomini! », Jack spuntò da dietro la ciurma con la spada in mano e la solita bottiglia nell’altra,facendosi avanti con il solo passo sgangherato «statemi ben a sentire brutti luridi cani rognosi e con le pulci!! Sapevamo già da tempo che questa missione non sarebbe stata come le altre ma avevate la cognizione che chi si aggrega alla ciurma del capitan Jack Sparrow va in pasto a missioni impossibili e ad alto tasso di mortalità! Tra poco su questo ponte si scatenerà il pandemonio e orsù vi dico,su questo ponte e ora,che chiunque voglia far ritorno alla terra ferma e comportarsi da eunuco è libero di andare ma per chi resta,dico che dopo questa sera si berrà tanto di quel rhum che vi uscirà anche dalle vostre vesti. Sarete ricordati come coloro che hanno visto l’inferno e se ne sono fatti un baffo! Quindi luridi cani puzzolenti … a voi la scelta,io me la svigno …»,sussurrò infine parlando più a se stesso che ad altri. Gli uomini si guardarono ad uno ad uno come a voler capire gli uni le intenzioni dell’altro

«io ci sono! »,proferirono Elizabeth e Will contemporaneamente guadagnandosi lo sguardo fiero del capitano che fece un inchino per sdebitarsi. Non mancò molto che tutti gli altri si unirono al coro e sulla nave si innalzò un grido di gloria e gioia,pronti per andare all’inferno e farne ritorno.

«guardate il cielo! », sbiascicò un uomo,indicando il dito verso il cielo. Mi voltai di scatto,trovando le due lune a un soffio l’una dall’altra. Il momento era sopraggiunto ma sapevo di avere dalla mia parte l’intera ciurma della Perla Nera ed Eva Bens. Non dovevo più avere paura … o quasi

Mi avvicinai lentamente,ordinando i miei stessi passi e guardando la figura di Eva Bens che si avvicinò a me,mettendomi una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento
«sei pronta?»,mi chiese con la sua voce calda e di chi la sapeva lunga. Ispirai e sorrisi con l’amaro in bocca
«posso dire di no?»
Un leggero venticello si innalzò funesto e trattenni il fiato quando i lineamenti delle due lune combaciarono perfettamente,diventando un tutt’uno e una cosa sola. «confidiamo tutti in te! », sussurrò Eva cercando di non distaccarmi da ciò che stava succedendo,come se fosse minimante possibile. Il cielo si tinse di un rosso acceso come l’amaranto e dalle lune si sprigionò una luce accecante che ci costrinse a coprirci il volto con una mano. Il mare cominciò ad agitarsi e il vento ci sovrastò provenendo da ogni direzione,dando vita a piccoli vortici che resero il mare ancora più agitato,facendo così oscillare la nave o qualunque cosa si trovasse sotto il suo raggio d’azione.
Molti degli uomini furono costretti ad aggrapparsi a qualsiasi cosa avessero a tiro per non finire inghiottiti dal mare,mentre il resto dell’equipaggio tennero i piedi ben puntati sulle assi legnose della nave,incapace di muoversi o solamente di respirare. Cercai di aggrapparmi a qualcosa mentre sull’orizzonte comparve un ciclone che cominciò a ruotare intorno al mare,provocando dei vortici che sembravano inghiottire e trasportare il mare stesso. «Mastro Gibbs! Controlli l’ancora e faccia si che rimanga attaccata al fondo!! »,urlò Jack,cercando di proiettare la nave e mantenerla in equilibrio,cosa alquanto impossibile a causa dell’enorme vento e dalla pioggia che si accaniva su di noi,non lasciandoci nemmeno la forza di respirare.
Guardai il cielo e l’accecante luce cominciò a smorzarsi e potei vedere la nuova sembianza della luna,contornata da una luce più tenue e rossa come il sangue. Il mio cuore perse un battito quando la luna abbandonò la sua forma sferica estendendosi in modo disumano. Il portale stava per aprirsi.
Il vento aumentò ancora e ancora e la nave sembrò quasi spingersi verso l’alto,ancorata al mare grazie solamente agli ormeggi e ai comandi di Jack che non smetteva di urlare a destra e a manca
«tenetevi ciurmaaa», gridò a gran voce Gibbs che perse l’equilibrio,rotolando da una parte a un’altra della nave. Mi voltai verso Eva che restò cauta,con lo sguardo fisso verso il cielo come se non si rendesse conto di quello che le stava accadendo in torno. Forse stava solo meditando o come me,cercava un modo per non lasciarsi abbattere e precipitare nello sconforto di un qualcosa perfino più grande di lei
« Miss Bens!! »,urlai a gran voce,cercando di farmi sentire e superare perfino i confini del suono stesso. la donna si voltò lentamente verso di me,restando ben attaccata al suo bastone che sembrava essersi incollato alle assi della nave. «che devo fare?! »
«il portale sta per aprirsi,devi isolarti dallo spazio circostante e concentrarti solo sullo scettro! »
«ci ho già provato!! Non ci sono riuscita e non credo di farcela!», avevo già provato a concentrarmi su me stessa e lasciarmi alle spalle il mondo circostante ma non ne avevo risvolto alcun vantaggio. Cosa era cambiato da allora?
«tu non ci hai provato affatto! Devi essere un tutt’uno con lo scettro,concentrati e cerca l’energia che vi unisce! Devi trovare quel filo conduttore!!!! » ,era così vicina a me ma in quel momento mi sembrò di esserle lontano anni luce. Non riuscivo a concentrarmi con la nave traballante,il vento che mi soffiava impertinente sulla faccia e le gocce d’acqua che sembravano essere piombo che ricadeva dal cielo alla velocità della luce. Come potevo concentrarmi con l’apocalisse intorno a me!?
«Come? Non ce la faccio! »
«concentrati!O il mondo sarà risucchiato da se stesso! »
Restai immobile e chiusi gli occhi,cercando di trovare un equilibrio con il mondo e con me stessa,cercando come aveva detto Eva di concentrarmi su una cosa sola: lo scettro
Dovevo svuotare la mia mente,lasciando spazio a tutte le paure che mi logoravano dentro,di trovare il filo collegante a quello strumento che avevo in mano e per un momento non avvertì più il freddo gelido, né il vento e la pioggia che si imbattevano su di me. Capì che il portale si era aperto quando finì di allargarsi e una forte luce accecante lo attraversò interamente. Al di la c’era il mio mondo!
Mi venne quasi voglia di lasciarmi andare e buttarmici dentro,abbandonandomi a quella sensazione che avevo abbandonato da tempo ma non avrei potuto lasciare questo mondo al suo destino. Dovevo compiere il mio dovere. Io ero la prescelta!
Presi lo scettro e chiusi gli occhi,ricercando la forza che era dentro di me. Ormai non sentivo nulla,era come se intorno a me ci fossi solo io e quel portava che andava chiuso. Avvertì dentro il petto un forte calore e un energia che non avevo mai sentito fino ad ora. Aprì gli occhi di scatto e fui costretta a strizzare le palpebre più volte per via di una luce che si sprigionò dalla scettro,quella era la mia energia vitale.
Mi sentì quasi sollevare dal terreno,mi sentì sospesa ma in quel momento era come se non mi importasse. Mi sentì in pace con me stessa e chiusi gli occhi e quando li riaprì mi ritrovai in un luogo che non conoscevo.
Non c’era nessuno intorno a me e il paesaggio che mi era di fronte si era trasformato in una valle rosastra. Mi guardai più volte intorno,cercando di capire dove fossi finita
«c’è qualcuno!?»,la mia voce fece eco e rimbombò ripetutamente,diventando sempre più lontana.
«ciao piccola mia …»,strizzai le spalle e rimasi immobile,senza più la forza di fare un solo passo. Quella voce l’avrei riconosciuta tra mille,non potevo sbagliarmi. Mi voltai lentamente,con gli occhi già inumiditi dalle lacrime e la trovai li,con il suo solito sorriso a contornarle il viso esile e i suoi occhioni azzurri e vispi a guardarmi come non aveva mai fatto da tanto tempo
«nonna!!! »,mi buttai tra le sue braccia,stringendola forte a me e affondando il viso nel suo petto,coccolandomi tra sue braccia. Lei mi accarezzò il viso con una mano ma quel tocco non riuscì a sentirlo. Mi distanziai quel tanto da poterla guardare in volto,sfiorando quella mano che mi stava accarezzando.
«perché non riesco a sentirti? E … dove siamo? »
«sei dentro il portale bambina … sei a metà tra quel mondo e casa tua! Io sono qui per scongiurarti di ritornare a casa con me,puoi farlo se vuoi … basta dire una parola e ti sembrerà solo un brutto sogno. Non avrei mai dovuto affidare a te e a tuo fratello un compito così arduo,ritorna con me bambina mia … », rimasi a guardarla basita e sconvolta da quella proposta che fino a qualche tempo fa non avrei impiegato due volte ad accettare. Ma come potevo abbandonare i miei amici e ritornare a casa senza sentirmi morire dentro? Le lacrime mi bagnarono il volto e abbassai il capo,lasciando che una ciocca di capelli mi ricoprisse il viso. Non potevo seguire la nonna e ritornare a casa.

«mamma ha bisogno di te … io ho bisogno di te …»
« mi dispiace …», singhiozzai,allontanandomi da quell’abbraccio «non posso ritornare a casa e lasciar morire coloro che amo … vi prometto che ritornerò! Nel frattempo … non dimenticatemi…», mi inginocchia,tenendo stretto il medaglione che avevo al collo e chiusi gli occhi,abbandonando,forse per sempre,l’unica possibilità di riappropriarmi della mia vita.


« Chanel svegliati!!! Ce l’hai fatta!!! »,aprì di scatto gli occhi,ritrovandomi distesa di schiena sulle assi del ponte e con la figura di mio fratello ad un passo dal viso,con le sue piccole e morbide mani che mi accarezzavano spasmodicamente la guancia,cercando di farmi rinvenire. Che cosa era successo?
Non ricordavo nulla di ciò che era accaduto e nella mia mente vi erano solo immagine confuse e senza un filo logico. L’unica cosa che ricordavo era …
«Il portale! »,mi sollevai di scatto,accorgendomi della fitta allucinante nella testa . Era come dopo un esplosione e io sembravo la sola ad essere ferita «dov’è il portale?!? », Mi guardai intorno,accorgendomi solo ora dei festeggiamenti dei miei compagni che urlavano come cani impazziti,mentre brindavano con le loro bottiglie di rhum e cantavano canzoni allegre,con i visi paonazzi e un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Elizabeth,mio fratello ed Eva Bens mi stavano intorno,cercando di darmi il giusto sostegno e vidi nei loro volti la tranquillità che desiderai tanto scorgere.
«lo hai chiuso! Ce l’hai fatta! »,esaltò la donna dai capelli argentati con un sorriso che faceva capolino dalle sue labbra spesse,mentre i suoi occhi era più limpidi e trasparenti,felici della riuscita della missione.
Cercai di alzarmi,aiutata da mio fratello e mi accorsi finalmente della quiete sopraggiunta. La tempesta era finita e le acque si erano calmate,mentre il cielo era più sereno e le lune erano ritornate al loro posto,della giusta lontananza. Avevo chiuso il portale,ce l’avevo fatto con le mie sole forze. Inalai aria,percependo la piccola brezza sulla pelle e chiusi gli occhi,così da assaporare la vittoria e il senso di benessere che mi attraversò le vene «ce l’ho fatta! »,sussurrai a me stessa con un particolare senso d’orgoglio. Finalmente mi resi conto del mio potenziale e potevo dire di aver salvato il mondo.
La guerra era finit …
«… buonasera …» ,drizzai di scatto,voltandomi lentamente verso quella voce che non avevo mai udito fin’adora. Era rauca e roca come se appartenesse ad un vecchio provenuto dall’oltretomba. Fu li che lo vidi …
Seduto sull’albero maestro,un uomo dall’aspetto giovanile,dai capelli biondi color paglia e degli occhi azzurri, mi guardavano con indifferenza e superficialità,facendomi salire i brividi lungo la spina dorsale. Chi era quell’uomo? Mi voltai verso Eva Bens e dal suo sguardo sconvolto e gli occhi sgranati capì tutto.
«Cleverbot»,sussurrò la donna con la voce smorzata,parlando più con se stessa che con gli altri. Il suo sguardo divenne una lastra di ghiaccio e scorsi una paura che non avevo visto nemmeno quando stavamo per essere risucchiati dal portale. Mi sentì morire …
« finalmente», sussurrò lui con un sorriso che non faceva trasparire nulla di buono . Si alzò,saltando giù dalla cima dell’albero maestro e improvvisamente me lo ritrovai a pochi passi da me. Persi un battito e smisi perfino di respirare,non ricevendo nemmeno più imput dai miei polmoni e dal mio cuore che ormai aveva perso ogni possibile funzionalità. Cercai di trovare un modo per levarci da quella situazione scomoda ma con lui a pochi passi da me e i suoi occhi di ghiaccio che mi guardavano come se fossi una preda,non riuscivo a pensare e a trovare un modo per rimanere vivi.
«finalmente ho l’onore di scorgere il nome di colei che mi ha messo i bastoni tra le ruote fin dall’inizio… il nome della prescelta …non sai quanto ho desiderato questo momento e adesso ti ho davanti agli occhi,mia bella fanciulla»,indietreggiai lentamente,tenendo gli occhi inchiodati ai suoi,cercando di non far trapelare nessuna emozione,cercando di non far trasparire le mie paure e le mie angosce. Dietro di me non sentì nemmeno fiatare,probabilmente tutto l’equipaggio smise perfino di respirare. Lui era li … colui che avevamo cercato da fin troppo tempo,colui che aveva distrutto troppe vite e troppi mondi ora era ad un soffio da me.
Cominciò ad avanzare,continuandomi a guardare con quello sguardo che di certo non portava nulla di buono e al posto di scappare o contrattaccare rimasi impassibile,aspettando che si avvicinasse. Lasciando che risucchiasse quello spazio che ci distaccava. Eva Bens aprì la bocca,richiudendola poco dopo. Era rimasta pietrificata e la paura non le permise nemmeno proferir parola
Puntai lo sguardo in avanti,ritrovandomi James ad un soffio dal viso,con i suoi occhi piantati sui miei e il suo respiro addosso. Sorrise furbescamente e la sua mano mi rialzò il mento « sei interessante sai? Sembri fragile ma dentro di te hai una grande forza,mi dispiacerebbe molto eliminarti quindi se mi darai il medaglione che porti al collo,ti lascerò libera»
« mai! », ringhiai allontanandomi da lui e rimuovendo la sua mano dal mio viso. Avevo capito finalmente il mio potenziale e a quanto pare non ero passata inosservata nemmeno agli occhi di uno dei più potenti maghi dell’intero universo. Potevo perfettamente sconfiggerlo!
«allora lo hai voluto tu! »,Rimase sempre con quel sorriso stampato in faccia che non fece altro che innervosirmi ancora di più. Ora che lo avevo di fronte non sembrava nemmeno così potente come lo aveva descritto Eva, oppure ero io che stavo cominciando a capire di che pasta era fatta. Si allontanò da noi, chiudendo gli occhi e alzò le mani al cielo,guardando un punto indefinito dell’orizzonte e i suoi occhi trasparenti divennero completamente bianchi. Dal suo corpo emanò una forte luce che ci costrinse a coprirci gli occhi con una mano «allora miss Bedrok! Dammi i medaglioni o morirai …»
«preferirei morire! »
«accontentata …», come d’incanto s’innalzò quel vento che ci aveva sovrastati durante l’eclissi e tutto divenne buio,solo delle piccole lanterne affievolirono di poco l’ambiente circostante. Cercai di vedere oltre il mio naso ma l’oscurità non ci lasciava scampo e non riuscì più a rendermi conto dello spazio contiguo,incapace di vedere al buio come i gatti. Che cos’era successo? Dal silenzio tombale che regnava in quel momento sembrò scatenarsi un vero inferno. Cominciai a sentire urla provenire in qualche parte indefinita della nave e uno strano rumore come del metallo che si imbatteva nello stesso materiale.Mi voltai,girando intorno su me stessa,cercando di individuare il luogo dello scontro. Era come se avessi già vissuto quelle scene anche se non ricordavo dove o forse non volevo neanche immaginarlo.
«Alan! Alaan dove sei?!? », chiamai a gran voce,sperando che mio fratello mi sentisse ma non riuscivo ad udire altro che le spade scontrarsi l’una contro l’altra e il fiato dei duellanti accrescere e diventare un tutt’uno. Fino a poco fa non era molto lontano dal mio raggio d’azione mentre ora lo avevo perso completamente di vista. Che cosa gli era successo?
Dietro di me,sentì uno scricchiolio di assi che cigolavano a causa di una presenza sempre più vicina a me. Si stava dirigendo con più frequenza nella mia direzione e fu allora che capì. Tutto quello che stavo vivendo lo ritrovavo nei miei incubi continui. Certo! L’oscurità,le lanterne e le ombre che combattevano l’una contro l’altra. Era forse uno dei miei soliti incubi? No,non mi ero addormentata e questa volta sembrava fin troppo reale per essere solo un sogno …
Strizzai gli occhi,cercando di rimanere calma e controllare i battiti convulsi del mio cuore che batteva come impazzito nel mio petto,cercando di mantenere la calma e di trovare un filo logico a quello che stava succedendo. Indietreggiai,cercando di rimanere in equilibrio e rimasi in allerta così da non farmi scorgere di sorpresa.
« dove credi di andare», sentì qualcosa di freddo sul collo e rabbrividì di botto sentendo l’angoscia attaccarsi allo stomaco e ai polmoni. Il mio cuore sembrava come impazzito e cercai di gridare anche se dalle mie corde vocali non uscì nessun suono, sentendo le vene del collo pulsarmi e fremere freneticamente e avvertì il sangue agghiacciarmi nelle venature. Era li,dietro di me e potevo avvertire distintamente la sua presenza alle spalle ma senza percepirlo veramente. Le gambe divennero molli e anche se la mia mente gridava a gran voce di fuggire e scappare,loro rimanevano li,inerme e incapace di fare anche un passo.
Cominciai a tremare e strinsi le mani in un pugno,boccheggiando e alitando per riprendere fiato,cercando di inalare aria per i miei polmoni che sembravano bruciarmi dall’interno. Potevo sentire il suo sguardo addosso e il suo respiro affannato,mentre non distinguevo più il mio.
«hai. un .ultimo .desiderio? »,proferì a denti stretti nell’orecchio,facendomi aprire gli occhi lentamente e provocandomi dei piccoli brividi lungo la spina dorsale. Non potevo stare ferma,aspettando che mi facesse fuori e di annientare ogni cellula dell’universo. Dovevo stare calma e prendere il controllo di me stessa.
« farti fuori e salvare il mondo dalla tua furia omicida! Tu non DEVI diventare il padrone dell’universo e io non te lo permetterò!! », mi distanziai da lui e gli puntai lo scettro contro,chiudendo gli occhi e concentrandomi su quell’uomo che non meritava la benché minima compassione. Aveva annientato interi mondi,distrutto città e delle vittime innocenti che si erano trovate sventuratamente sul suo cammino. Non dovevo lasciarlo andare,era un uomo troppo meschino e aveva fatto del male a troppa gente. Concentrati Chanel …
Non riuscivo a concentrarmi sapendo che era a pochi passi da me e il solo pensiero di averlo così vicino mi mandò in tilt il cervello «secondo me la prima a morire sarai tu»
Chiusi gli occhi,sentendo già le lacrime inumidirmi gli occhi e …
«Chanel tieni! », mi voltai di scatto verso quella voce che finalmente riuscì a dare forma. Non riuscì a intravedere Jack ma mi ritrovai l’elsa di una spada tra le mani. Non ci sarei riuscita a sconfiggerlo con un arma mortale ma almeno avrei preso tempo,così da ricercare dentro di me la forza che avevo avuto prima quando avevo rinchiuso il portale e avevo ritrovato la pace
« adesso a noi due! »
Cominciai a indietreggiare,cercando di vedere oltre il mio naso ma a causa di quell’oscurità riuscì a scorgere solo i passi del mio avversario farsi più vicini e le assi del ponte scricchiolare al suo passaggio. Potevo perfino contare i battiti del mio cuore che aumentavano ad ogni suo passo,mentre stringevo la mia arma con tutta la forza che avevo in corpo. Mi fu talmente vicina da poter sentire il suo respiro freddo addosso e il mio viso divenne gelato,come se dentro di se non avesse più sangue nelle vene. Feci un passo avanti,facendola indietreggiare e le lame delle nostre spade si scontrarono,squillando nell’aria. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa e impedire un secondo movimento alla parte opposta. Avrei impedito a qualunque costo che James Cleverbot diventasse il padrone del mondo!

«aaaaaaaa»!», un urlo mi fece trasalire e cercai di distinguere e fare breccia nell’oscurità per scorgerne il luogo d'origine.Mi sembrava la voce di mio fratello e questo mi mando in tilt il cervello e …

Probabilmente,prendendo spunto del mio momento d’assenza, si caricò di tutta la forza che aveva in corpo e si liberò dalla mia presa,mandandomi all’indietro e facendomi sbattere contro una superficie dura «mi dispiace che le cose non siano andate diversamente tra noi due», sentì la lama fredda della sua spada a contatto con la mia pelle fredda e rabbrividì,smettendo di respirare. Avevo voglia di gridare o quantomeno di parlare ma non ci riuscì e strizzai gli occhi «ti prego … non farlo» ,sussurrai,boccheggiando

«in fondo mi dispiace sai? », sentì la pressione della spada farsi sempre più pesante e avvertì la mia pelle lacerarsi e procurarmi un dolore atroce. Rimasi immobile,con le mani distese lungo i fianchi e con ancora l’arma stretta nella mano. Mi portai lentamente una mano nel ventre,riconoscendo un liquido caldo e dallo strano odore che individuai come … sangue.
La spada mi cadde dalle mani,risuonando allo scontro con il terreno e le portai sull’impugnatura della stessa arma che mi aveva trafitto e mi sentì dividere a metà,squarciare e lacerata dall’interno e la bocca divenne amara e aspra. « sei stata una degna avversaria», sussurrò,allontanandosi dalla spada e mi accovacciai al muro e con spada trafitta sul mio ventre. Questa volta il dolore sembrava troppo reale e mi sentì debole e confusa,ansimando e cercando di rimanere sveglia. Qualcosa di freddo mi prese il collo,stringendolo con una forza sovraumana e non sentì più il terreno sotto i piedi
«lasciami ti prego …», sussurrai con un filo di voce,cercando di portare le mani sul mio collo e impedirgli di strangolarmi. Cercai di visualizzare il suo volto ma le immagini si oscurarono e si sbiadirono. Dovevo restare sveglia … altrimenti mi avrebbe uccisa veramente …
Lo sentì sorridere e difatti,come lo avevo pregato,mi lasciò andare e caddi giù per le scale,finendo di nuovo sul pavimento,senza la capacità di muovermi e con la morte in faccia.
«Chaneeeel» sentì la voce di mio fratello e mi sembrò che le lame che fino ad un attimo fa stavano combattendo smisero di botto.
Quello non era un sogno ma era la realtà e tutto ciò che mi era successo durante le mie notti era quel futuro che adesso mi aveva trafitta. Chiusi gli occhi,lasciandomi abbandonare a quel dolore che mi stava lacerando dentro e ad un tratto il mio mondo sparì.



salve ciurma! Benvenuti nel nuovo capitolo della saga xD finalmente abbiamo messo insieme tutti i pezzi e capito che gli incubi ripetenti di Chanel non erano altro che sogni premonitori,di certo un altro potere della prescelta!
Abbiamo anche scorto il volto del famigerato Cleverbot … e aimè i sogni della nostra cara amica si sono dimostrati fin troppo reali,infatti la sua ombra le ha trafitto il ventre lasciandola inerme sul ponte della nave. Chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo. Spero di aver alimentato la vostra curiosità.Come ormai avrete capito siamo giunti alla fine,mancano solo altri due capitoli e la storia si concluderà :,)
Mi dispiace solo che nello scorso capitoli sono stati ben 100 a leggere ma nessuno ha espresso il suo parere : ( questo mi spiace molto perché noi autori confidiamo molto su di voi e sul vostro giudizio supremo! Comunque ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi e ad apprezzare la mia storia.
Un bacio e al prossimo capitolo
Aishia
  
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