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Autore: PsychoKiller    27/10/2013    2 recensioni
Da due anni ormai sulla Terra regna la pace. Le vite dei nostri eroi ritornano ad essere noiose e addirittura normali, finchè una chiamata del Supremo Dende non li informerà di una nuova minaccia. Tra lotte e allenamenti, sbocciano tra i nostri giovani eroi sentimenti che metteranno a dura prova il legame di amicizia che c'è tra loro. Emozioni contrastanti coinvolgeranno Pan e Trunks, che scopriranno di provare qualcosa di diverso dalla profonda amicizia che c'è tra loro, a cui si aggiungerà Ub, innamorato della giovane sayan, e Marron, che cerca invece di far colpo su Trunks, mentre Bra e Goten continueranno a stuzzicarsi l'uno con l'altro. In tutto questo, si combatterà una violenta lotta che minaccerà le vite dei nostri giovani eroi...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Ub | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

I raggi di sole che attraversavano il vetro della finestra arrivarono copiosi alle palpebre ancora chiuse di Pan. La ragazza dai capelli corvini fece un piccolo sbadiglio e aprì gli occhioni neri. Controllò l'ora sulla sveglia accanto al letto: erano le 10. Fece un piccolo sbadiglio e si stiracchiò le braccia. Si liberò delle coperte e scese dal letto.
Rapidamente si diresse in cucina dove, a prepararle la colazione, c'era sua madre Videl.
«Buongiorno tesoro» disse, continuando ad armeggiare tra i fornelli.
«Buongiorno mamma» rispose, sbadigliando ancora una volta. Pan si sedette al suo posto e Videl poggiò davanti a lei un vassoio con un cornetto al cioccolato e un bicchiere di latte caldo. «Grazie» mormorò mentre si infilava in bocca un morso del cornetto.
«Buongiorno sgorbietto!» la squillante voce dello zio Goten arrivò alle orecchie della ragazza con un tono ancora più irritante del solito. Passò accanto alla ragazzina e le scompigliò i capelli con una mano.
Fece una smorfia di disapprovazione, infilando in bocca un altro morso accompagnato da un bicchiere di latte.
Finito di fare colazione, Pan si alzò dalla tavola e si diresse in bagno. Aprì la maniglia della doccia e lasciò che il getto d'acqua calda scivolasse lungo il suo corpo, accarezzando le sue sinuose curve. Pur avendo solo 16 anni, Pan dimostrava di avere un corpo molto più maturo e formoso per la sua giovane età. In soli due anni era cresciuta molto trasformandosi in una meravigliosa donna.
Uscì dalla doccia e si avvolse in un asciugamano, poi si diresse nuovamente in camera sua. Aprì le ante del suo armadio e afferrò i primi capi che si trovò davanti. Dopo aver indossato la biancheria intima, s'infilò un top rosa aderente e un paio di pantaloncini corti di jeans. Per le scarpe optò per un paio di converse blu.
Si avvicinò allo specchio e ammirò la sua immagine riflessa. Di fronte a lei c'era una ragazza bella, alta e formosa. Pan quasi non si riconosceva in quell'immagine. Aveva dei lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle incorniciando i suo bel visino dai tratti sottili e leggeri e i suoi grossi occhioni neri. Decise però di legarli in una coda di cavallo alta. Quella afosa mattina di giugno era decisamente troppo calda.
Finito di prepararsi, recuperò il suo MP3 e le cuffiette, dispersi nel disordine di quella stanza, e le infilò nelle orecchie. Andò nella sua playlist e fece partire la prima canzone.
Scese rapidamente le scale, che portavano al piano di sotto, e raggiunse la porta.
«Mamma io esco!» esclamò, aprendola e poi richiudendosela alle spalle.
Era una bellissima giornata estiva. Il sole batteva sull'asfalto, rendendolo bollente. Le persone si accerchiavano intorno alle fontane per cercare un piccolo rinfresco per il troppo caldo. I bambini pieni zuppi di sudore giocavano a pallone nel parco. Gli anziani erano seduti sulle panchine sotto a grandi siepi a leggere un giornale. Tutto era apparentemente normale.
La ragazza camminava sul marciapiede canticchiando la canzone che veniva riprodotta dall'MP3. Si rigirava tra le sottili dita una ciocca dei suoi lunghi capelli ripensando a quando, due anni prima, li aveva corti fino alle spalle.
«Ehi bambola!» esclamò improvvisamente una voce, seguita poi da qualche fischio, dall'altra parte della strada.
Mentre continuava a camminare, la sedicenne si voltò curiosa di scoprire chi fosse.
Vide un gruppetto di ragazzini poco più grandi di lei che parlavano e le facevano cenno di raggiungerli. La ragazza li ignorò, ma non fece in tempo a girarsi nuovamente che sbattè contro qualcosa. Stava per cadere a terra, il suo bel sederino era solo pochi centimetri distante dal cocente asfalto, quando due possenti braccia le cinsero i fianchi e la afferrarono, riportandola in piedi.
Pan alzò i suoi occhioni neri e ne incontrò altri due di un intenso colore azzurro. Ne rimase letteralmente rapita.
Osservava semplicemente quelle due gemme azzurre, senza guardare il resto del volto. Erano due occhi intensi, profondi. Le ricordavano qualcuno, ma non sapeva ancora chi. Il suo sguardo scese leggermente più giù, posandosi questa volta sulle sottili labbra che si allargavano in un enorme sorriso. Due piccole rughette d'espressione contornavano ai lati quella bellissima bocca.
“Quel sorriso... Dove l'ho già visto?“ si chiese mentalmente la ragazza. Poi capì. Quelle labbra e quei due occhi così belli non potevano che appartenere a una persona speciale: il suo Trunks.
«T-Trunks?» balbettò la sedicenne, arrossendo violentemente.
«Si, sono io» quell'abbagliante sorriso era ancora stampato sulle sue labbra. «Wow» esclamò, «sei, sei così... Diversa.»
«Diversa in senso buono o in senso cattivo?» chiese Pan, sperando in una risposta positiva.
«Oh, in senso più che buono.» I suoi grossi occhioni azzurri erano puntati su di lei e le sue possenti braccia le cingevano ancora i fianchi.
«Anche tu sei diverso» disse la ragazza. Trunks alzò un sopracciglio e per un attimo Pan lo invidiò. Avrebbe tanto voluto saperlo fare anche lei. «In senso buono, ovviamente» aggiunse.
«Ti ringrazio» le rivolse di nuovo quel sorriso, «Sei cambiata tanto che per un momento non ti ho neanche riconosciuta.»
«No» rispose, «sono sempre la solita Pan.»
Più Trunks osservava quella ragazzina di fronte a lui e più stentava a crederci che era la sua piccola Pan. Ma qualcosa di lei per fortuna non era cambiato per niente: quelle due pozze nere incastonate nel suo dolce visino. Quelle erano ancora le stesse, sincere e dolci come se le ricordava.
«E invece sei cambiata» ribattè il lilla, «e anche molto.»
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Non amava particolarmente ricevere complimenti.
«Ma tu che ci fai qui?» chiese, cercando di cambiare argomento.
«Avevo una riunione di lavoro.»
«E come è andata?»
«Abbastanza bene.»
«Mi fa piacere.»
Dopo quel breve dialogo, il silenzio calò tra i due. La ragazza osservava senza proferi parola i lineamente dell'uomo che aveva di fronte. I tratti del viso sembravano essere stati scolpiti da uno scultore e impreziositi con due grosse gemme azzurre incorniciate da lunghi capelli color lilla. Trunks doveva ormai avere trent'anni, ma non ne dimostrava altrettanti. Se non avrebbe saputo la sua età, Pan gliene avrebbe dati a stento 25.
L'esatto opposto succedeva al bel presidente della Capsule Corporation, che non pensava affatto che Pan avesse 16 anni, ma un po' di più. Le curve del suo corpo erano troppo perfette per appartenere a una ragazzina.
«Come sta Goten?» chiese il trentenne, interrompendo quell'imbarazzante silenzio.
«Bene» rispose, «è sempre il solito rompiscatole. Dovresti andare a trovarlo qualche volta, parla spesso di te e gli manchi tanto.»
«Lo so» affermò il lilla, «ma ho così tanti impegni di lavoro che non riesco a trovare neanche il tempo per far visita a un vecchio amico.»
«Un salto ogni tanto potresti comunque farlo» bofonchiò la ragazza.
«Hai ragione, scusami.» Le sue labbra si contrassero in un'espressione triste, dispiaciuta. Le mani smiero di stringere i suoi fianchi e la lasciarono libera. «Mi ha fatto molto piacere averti incontrato stamattina» disse e la sua bocca riprese a sorridere.
«Anche a me.»
«Che ne dici se magari ci fermiamo in un bar a prendere qualcosa? Sarebbe davvero bello poter parlare ancora un po' insieme. Sono molto curioso di sapere cosa hai combinato in questi due lunghi anni senza di me.»
“Come potrei mai dirti di no?“ pensò Pan. «È una buona idea» rispose sorridendogli.
  
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