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Autore: Kiki_chan    15/04/2008    4 recensioni
Naruko è bella, dolce e estremamente popolare. Ma, come tutti anche lei ha i suoi piccoli segreti. Quando cala la notte perde le sue sembianze di ragazza e si trasforma in Naruto, goffo e impacciato come mai. Riuscirà Naruto a mantenere la sua identità? E come la mettiamo con Sasuke? Quando il primo rivale in amore è se stesso non si sa MAI cosa può succedere! Aggiunto capitolo flashback potete anche prenderlo per one shot (ma centra)
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: capitolo flash back. Andrebbe scritto in corsivo, ma personalmente è un sistema di scrittura che mi snerva perché tutte le a mi sembrano o e quindi sbrocco. Voi però siete liberi d’immaginarvela scritta su una pagina seppiata e in corsivo(auguri!).

Scusate il ritardo ma pigrizia+scuola+perdita d’ispirazione= mesi e mesi di ritardo

 

 

 

 

Quella si che era stato una giornata fredda. Maledettamente fredda, di quello che ti paralizza quasi e punge con mille aghi di ghiaccio la pelle che fa capolino oltre la stoffa.

Probabilmente, se il tempo fosse stato tiepido come previsto dal meteo le cose sarebbero andate diversamente.

 

Passeggiavano l’uno accanto all’altro, ragazzo biondo e ragazzo moro, l’uno saltellando, mentre assaggiava gli ultimi fiocchi di neve che si scioglievano appena scesi dal cielo, l’altro a passo regolare, lo sguardo un po’ chino, il viso sepolto nella sciarpa e sulle guance un tiepido rossore dovuto al freddo. Il biondino doveva correre per non rimanere indietro perché ogni passo si soffermava su qualche particolare: un obliquo raggio di sole, una foglia, uno scoiattolo…

-Ehi Sasuke-teme guarda, uno scoiattolo!-

-Hn-

Poi ad un certo punto aveva preso l’altro ragazzo per un braccio, strattonandolo perché trotterellasse con lui, mostrandogli le sue scoperte, gli occhi sfuggenti, affamati di tutta quella magia.

-Di là, di là guarda!-

-La neve, ci credi? Brilla!-

-Fermiamoci a mangiare Naruto- questa volta era il moro ad interrompere il monologo che quello aveva intrapreso. Era la prima volta che parlava senza essere interpellato. La sua pallida mano indicava un chiosco di ramen.

Al ragazzo biondo s’illuminarono gli occhi, mentre il volto gli si apriva maggiormente, se possibile, in un largo sorriso.

-Allora TI PIACE il ramen!- lo guardava soddisfatto con uno sguardo sornione, ma non ne sembrava sorpreso, era come se avesse vinto la sua personalissima battaglia.

-Farebbe differenza se dicessi il contrario?- il moro aveva mosso un passo verso il chioschetto spingendo lo sguardo verso quel luogo caldo e accogliente.

-Certo che farebbe differenza…-e a questo punto era rimasto in silenzio, a pensare.

-…come potresti essere sano di mente e non amare il ramen?- E la conversazione li fu chiusa, nonostante una risposta già ronzasse nella gola del ragazzo.

 

-Haha come sei buffo- La sua copertura era saltata, era stato inevitabile togliersi la sciarpa per mangiare. Aveva le guance vermiglie e il naso arrossato, il che gli conferiva un’aria veramente poco elegante, come un pagliaccio imbronciato. Tutta colpa della sua pelle sempre troppo chiara e sensibile al freddo-.

-Smettila. Di. Ridere. Dobe.- era la risposta mormorata tra i denti, lievemente alterata per la presa in giro. E, per dar maggior credito alla sua minaccia aveva alzato un pugno, dando a intendere le sue cattive intenzioni.

-Non. Cercare. Di minaciarmi. Con quelle mani. Da ragazza che ti ritrovi.- era la risposta a tono, che sfociava man mano in una risata, da parte dell’altro, mentre allungava le sue per carpire le due piccole figure strette in un pugno.

-Caspita, sono proprio fredde quanto sembrano. Sono quasi viola! Ma i guanti mai, eh?- Il moretto aveva storto la bocca, poco contento di quel contatto e visibilmente alterato.

-Hm.- perché… solo questo c’era da dire.

Il biondo quasi si fosse accorto solo a quel suono della scena sorrise. S’inginocchiò.

-Sasuke-chan, vuoi sposarmi?- e, lasciate andare le sue mani, fece il gesto teatrale di tirar fuori dalla tasca un anello immaginario e infilarlo al medio del ragazzo cui aveva chiesto la mano.

-Smettila di fare l’idiota- occhi di onice guardarono seri un paio azzurrissimi, mentre si scansava, questa volta definitivamente.

-Fa niente, l’importante è che lo tieni-

-Hn?-

-L’anello invisibile intendo-

-Oggi sei proprio strano.-

E, poiché non sembrava esserci altro da aggiungere la conversazione terminò li.

 

La passeggiata continuò anche dopo pranzo. La prima cosa che fece il biondo appena usciti dal ristorante fu intrecciare le sue dita con quelle del ragazzo pallido, che in tutta risposta lo scansò senza tanti complimenti e le infilò in tasca.

Fu solo quando il biondo con mossa agile tentò di infilare la propria mano nelle stesse tasche che questi lo colpì davvero forte.

 

Il biondino sembrava annoiarsi. Il tiepido sole che aveva infuso vita al mattino annegava già all’orizzonte, tagliato dalle montagne. Così, alla luce grigia le foglie e la neve non apparivano più tanto interessanti. Inoltre cominciava a fioccare più forte e la neve, che sciogliendosi s’insinavano sotto i vestiti, non risultava più tanto amabile.

Alla fine, quando in un tratto particolarmente isolato incontrarono un negozietto, vi entrarono, indecisi sull’esito di quel repentino cambio climatico.

Quello in cui erano entrati si scoprì essere un bar, inondato dall’irresistibile profumo della cioccolata calda.

Il goloso biondo si sedette al bancone leccandosi i baffi, ordinandone una per sé.

La cioccolata arrivò in un attimo, zuccherina e fumante, coperta di panna. Lui la girò col cucchiaino, l’assaggiò e, provata la sua bontà prese a bere direttamente dalla tazza scottandosi come prevedibile, la lingua. Intanto il ragazzo dai capelli corvini gli aveva sottratto il cucchiaino e lo intingeva con un sorriso sghembo nel liquido fumante.

-Asukeh zu he mani! Oddinatea se la vuoi. E poi thu non eri utto “a he on piaccioo i docci, bla bla”eh?-

Lo suguardo del moro si era fatto canzonatore-A quello? Cazzate- e così dicendo eluse le difese del suo interlocutore e artigliò la tazza portandosela alla bocca. Si scottò ancher lui, ma non lo diede a vedere.

 

Più tardi aveva cominciato a nevicare sul serio. Aquistarono quindi un ombrello, non potendo più rimandare il rientro.

Era il biondo, già tornato allegro, a tenere l’ogetto in mano e ci faceva giravolte e acrobazie, rendendolo alquanto inutile. Con il pieno possesso del comando si diresse con convinzione verso casa sua, perché tanto l’altro era silenzioso e non protestava. I loro piedi sondavano la neve, lasciando tracce completamente diverse tra loro, le une erano lievi e regolari, le altre schizzavano da tutte le parti e cercavano dei cumuli più soffici in cui affondare. Eppure erano vicine, come tutte quelle di due persone che condividono un ombrello.

Erano arrivati assieme sotto il portico della casa.

Con una mano alle chiavi il padrone propose

-Entri?-

-è tardi- e come per provare le sue parole gettò uno sguardo nero al cielo più nero.

- Appunto- il viso del ragazzo segnato dalla malizia suggeriva accuratamente il modo d’interpretare la parola, quindi il moro si limitò a stendere la mano

“la mano con l’anello”ricordò Naruto,

segno che voleva il suo ombrello.

Il biondo sembrò ponderare la questione, ghignando. La sua espressione si distese. Poi prima che potesse reagire il ragazzo pallido si ritrovò le labbra calde del compagno, la sua mano ancora tesa mentre pretendeva l’ombrello, quella del compagno attorcigliata alla sua vita, per trarlo a se. Quando si separarono ci fu un piccolo schiocco, come in un bacio tra bambini.

IL ragazzo dai capelli mori era perfettamente immobile e non dava segno di vita. Non era arrossito, anzi semmai era divenuto ancora più pallido e indossava l’espressione più ebete che si fosse mai vista sul volto di un Uchiha.

Il biondo aveva invece il viso chino, mentre le braccia tornavano lente al loro posto, distese lungo i fianchi.

 

Quando ormai sembrava non doversi muovere mai più, il moro fece la cosa più stupida, ma anche l’unica, che gli suggerisse il cervello. Afferrò il pomello della porta e, dando all’amico appena il tempo di scansarsi per non essere travolto, gli chiuse, si chise, la porta in faccia, mormorando un po’ più forte del solito

-Ciao, ci vediamo domani-

 

Si ridestò dalla sua trance solo nel momento in cui la porta si chiuse, quindi si voltò per tornare a casa, trattenendo il respiro.

In quel momento la mente del ragazzo entrò in un interessante stato di contemplazione.

Contemplazione numero uno: nevicava più di prima.

Il che lo portò per forza di cose alla contemplazione numero due: quello scemo si era tirato dentro anche l’ombrello.

Il che non sarebbe stato niente se la sua mente non fosse giunta alla contemplazione numero tre: devo tornare a prenderlo.

Si era fermato, una diversa area del suo cervello gridava disperatamente: “Fottitene! È solo un po’ di neve, tornatene a casa!”.

Ma fu il suo corpo a fare dietrofront e tendere la mano, perché picchiasse sulla porta. Esitò, ripensò, si convinse che era una sciocchezza e poi bussò.

L’amico doveva essere impalato dietro la porta, perché in meno di un secondo la aprì e gli lanciò letteralmente l’ombrello in testa.

-L’hai dimenticato- gemette apprestandosi a richiudere la porta, quando il braccio del moro glielo impedì.

-Posso entrare?-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.--.-.-.-.-.-.-.-END

 

Noticina finale: ci tengo a precisare che questo capitoletto l’ho scritto tutto tutto di seguito ieri in uno stato tipo trance mistico, o forse sotto dettatura di una forza maggiore (anche se non è sto granchè), e ho finito alle 2 di notte(e oggi avevo scuola, doh!). L’ho riletto questo pomeriggio e il primo pensiero è stato: che è sta roba? Ma l’ho davvero scritto io? Che senso ha? Naru non è troppo gaio?

Comunque ora ho deciso ed è una promessa: prima di cominciare la prossima fic devo terminare questa, anche a costo di sterminare i personaggi uno a uno >_<’’…
 
  
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