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Autore: syssy5    28/10/2013    2 recensioni
...aveva una rosa nera sul frontespizio che pareva quasi dipinta, nessuna scritta, nessun fronzolo particolare. Presi quel piccolo libro dallo scaffale per accarezzarne la copertina e svelare l'arcano della sua stampa senza successo, poi lo sfogliai. Rimasi stupita nel constatare che all'intero vi erano solo pagine bianche, non a righe, non a quadretti, nessuna parola, numero o data; nulla di nulla...
[ Questa storia si è classificata quarta al contest ‘Contest Pas a Pas [multifandom e Originali]’ indetto da Fanny_rimes sul forum di EFP ]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Creature delle ombre'
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La Rosa Nera





Il Sodalizio della Rosa Nera

Mi sembrava impossibile che la soluzione ai miei incubi fosse così semplice, così a portata di mano. Perché alla fine l'avevo capito, non riuscivo a spiegarmelo ma tutto ciò che scrivevo in quel diario diventava realtà.
Il nuovo sole mi riscaldava e illuminava il vuoto nulla; provai a immaginare diversi scenari per quel posto, decisi dove mettere alcuni elementi finché davanti ai miei occhi non apparve il luogo finito. Per la prima volta non ebbi paura di quel sogno, per la prima volta riuscivo a coglierne le infinite possibilità.
Lo strano ragazzo era ancora lì che mi fissava, aspettando paziente che gli rivolgessi parola. Mi chiesi se anche lui fosse frutto della mia fantasia o se fosse una persona reale, qualcuno che esisteva davvero da qualche parte del mondo, ormai non mi stupivo più di nulla. Gli sorrisi prima di avvicinarmi.
— Mi hanno detto di consegnarti questa. — disse ancor prima che potessi aprire bocca. Mi consegnò una busta, poi si voltò e se ne andò.
Io rimasi basita, solo quando mi resi conto di quello che era successo cercai di richiamarlo indietro. Avevo troppe domande: ‘Come poteva stare nel mio sogno?’ e ‘Chi erano coloro che gli avevano dato quella lettera?’ e ancora ‘Cosa significava quel mondo nel sogno?’ tuttavia non potei soddisfarne neanche una.
L'alba arrivò troppo presto strappandomi dal ragazzo e dal sogno. Un altro sole era giunto per svegliarmi coi suoi raggi e la similitudine mi fece sorridere.
Mi stiracchiai restandomene comodamente sdraiata su un fianco, ma quando infilai per caso la mano sotto al cuscino, vi trovai un oggetto piatto e rigido. Lo presi per un angolo e lo tirai fuori; quasi urlai quando mi accorsi che era la lettera del sogno.
Era di una carta pesante e ingiallita dal tempo, chiusa con un sigillo di ceralacca con impresso uno stemma che non riuscii a distinguere. Ruppi il sigillo e aprii la busta sfilandovi un foglio altrettanto ingiallito quanto vecchio. Impaurita e smaniosa insieme iniziai a leggere:

Vossignoria è invitata a presentarsi venerdì p.v. alle ore 17:00, al seguente indirizzo.
Firmato: Il Sodalizio della Rosa Nera

Seguiva l'indirizzo; il tutto era scritto con una calligrafia stretta e spigolosa, e anche se non erano che poche parole, intuii un grande carisma dietro quel semplice invito.
Rilessi la firma: cos'era ‘Il Sodalizio della Rosa Nera’? Per scoprirlo sarei dovuta andare a quell'incontro.
I due giorni che mi separavano dalle risposte che tanto agognavo trascorsero in fretta, mentre il mio mondo prendeva sempre più forma e andare a dormire diveniva sempre più un piacere. Poi arrivò il venerdì che, come a farsi beffe della mia impazienza, sembrava non voler finire mai. Giunse infine l'ora di svelare quel mistero.
Non ci misi molto ad arrivare, non conoscevo quell'indirizzo, quindi mi stupii di trovarmi davanti uno di quei pub che sembravano usciti direttamente dai tempi di re, regine e stregoni. Entrai e sulla prima non vidi nulla, tanto ero accecata dal sole dell'esterno che per abituarmi all'oscurità che lì dentro regnava sovrana mi ci occorsero alcuni minuti.
Una rosa nera era incisa in una specie di insegna che penzolava sopra al tavolo più grosso del locale; era una tavoletta in legno di quercia chiaro e striato di venature, forse l'unica cosa che non era in stile con tutto il resto.
Mi avvicinai notando che già due o tre persone vi sedevano distanti gli uni dagli altri, due ragazze – anche se una pareva trovarsi lì per sbaglio – e un ragazzo. Sedetti anch'io, restandomene in religioso silenzio e limitandomi a osservare gli altri: la prima ragazza era intenta a scrivere fitto fitto sul suo diario che, lo riconobbi poi, era come il mio; il ragazzo parlava con l'altra, quella che aveva l'aria spaventata, cercando sicuramente di rassicurarla. Io invece fui attratta dal menù di fronte a me.
Ben preso il locale – o meglio, il tavolo – si riempì, anche se solo pochi osavano parlare. Non ricordavo di aver mai assistito a un raduno simile senza il solito chiacchiericcio di sottofondo. Infine arrivò una donna alta, coi capelli più lunghi che avessi mai visto: erano lisci, di colore rosso mogano e le arrivavano alle caviglie; era vestita con una lunga veste scura che non riuscii a identificare bene. Si sedette in mezzo a noi e prima di parlare ci rivolse un ampio sorriso.
— Voi tutti vi starete chiedendo perché siete stati convocati qui. — iniziò con voce solenne — Siete qui perché ‘Il Sodalizio della Rosa Nera’ vi vuole con sé. Ma prima di chiedervi cosa sia ‘Il Sodalizio della Rosa Nera’, dovete sapere come nacque la nostra congrega.

Era un diario del tutto simile a un qualsiasi altro pezzo di carta; nessuno ne sapeva l'origine, ma la sua funzione fu scoperta da Nigrum Rosa, una giovane mercante dell'epoca, quando per la volta vi scrisse cosa voleva cambiare nella sua vita. A quelle pergamene vennero prima aggiunte pagine, poi divise in due diari e progressivamente si venne a creare una specie di rete, e di conseguenza una congrega che tenesse uniti gli utilizzatori dei diari.

Seguirono alcune domande, poche, tutte le curiosità dei presenti erano state soddisfatte dal racconto del primo diario.
Mentre quella donna parlava non mi accorsi che alcuni camerieri avevano portato da bere, fu solo le parole che udii in seguito a farmi abbassare gli occhi sulla bevanda ambrata: era il ‘Rito di Iniziazione’, dovevamo bere dai nostri calici come fecero i nostri avi anni addietro. Subito alcuni che le sedevano accanto la seguirono senza indugi, altri alzarono i propri calici dopo un attimo di titubanza; alla fine tutti brindammo e bevemmo. Io mi ero lasciata convincere subito, speravo immensamente di non essere stata abbindolata, ma il mio cuore mi diceva che stavo percorrendo la strada giusta, per questo fui tra le prime ad alzare la mia coppa al cielo. Scoprimmo poi che la bevanda ambrata altri non era che birra, ma tra le più speziate che avessi mai bevuto.
La riunione era finita, la donna si alzò e se ne andò. Alcuni tra i presenti avevano preso a chiacchierare tra loro, segno che già la congrega appena formatasi era già solida. Io non avevo nessuno con cui palare, per la prima volta sentivo di non voler condividere con altri il mondo che avevo creato grazie al diario; una voce ruppe i miei pensieri.
— Spero di non averti spaventata l'altra notte. — La conoscevo, eppure non riuscivo a inquadrarla. Mi voltai per scoprire chi mi stesse rivolgendo la parola e rimasi basita nel vedere il ragazzo del sogno.



Ho pronto questo capitolo da un po', non l'avevo ancora postato perchè c'è un pezzo che non mi piace, ma non sono riuscita a sistemarlo meglio di così e quindi l'ho messo lo stesso (anche e soprattutto perchè non posso più rimandare). Ora manca solo il finale.
Per questo capitolo ho usato il prompt dei tre oggetti da inserire, in questo caso erano "sigillo di ceralacca", "birra" e "legno di quercia". Qui è presente un nuovo font, quello della lettera che è ChicksHand (alternativo: Monotype Corsiva), uno dei miei preferiti.
Scappo, ho il bimbo malato e appena avrò i nuovi pacchetti mi metterò al lavoro sul finale, quindi vi saluto, invitandovi come sempre a recensire. ^_^
syssy5

   
 
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