Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: 31luglio    28/10/2013    3 recensioni
Cosa succede quando una ragazza viene scoperta dentro la lussuosa villa del suo cantante preferito proprio da lui stesso?
Tratto da un capitolo:
Mi sdraiai sul divanetto e guardai il cielo. «Secondo te, le stelle quante sono?» chiesi, cercando di contarle tenendo il segno con le dita. Una, due, tre, quattro, cinque... Mi persi a cercare di individuare le costellazioni, quindi ricominciai. Dopo aver fallito una mezza dozzina di volte rinunciai, e tornai a guardare con aria sognante.
Mi rivolse uno sguardo divertito. «Sei proprio fuori.»
«Rispondi.»
«Non so che cosa dirti, Audrey.»
«Spara un numero.»
«L'infinito...»
«Come io e te in questo momento?»
Mi guardò nuovamente, sorpreso. «Sì» sorrise, «come noi due in questo momento.»

another Justin & Miley fanfiction
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(cap 1) see you again

 

«Allora, che ne pensi?» mi chiese una voce alle mie spalle.

Mi fermai, pietrificata. Avrei riconosciuto quella voce tra un milione di altre: così bassa, profonda, sensuale e perfetta; l'avevo ascoltata un'infinità di volte, tra canzoni, concerti, interviste o video di paparazzi e fan. Però non avrei mai immaginato, nemmeno quella sera, di poterla sentire dal vivo e, soprattutto, in un'occasione come quella.

Il cuore cominciò a battermi velocemente, mentre io cercavo di calmare la mia ansia: non sapevo se girarmi e scusarmi, se pregarlo di non chiamare la polizia, se comportarmi in modo disinvolto, o scappare. Il problema, forse, era proprio che non riuscivo a fare nulla di ciò che stavo programmando.

«Dunque?» incalzò lui; lo sentii avanzare verso di me, nel buio.

Continuai a tacere, rimpiangendo di non avere ascoltato Heather e di non essere rimasta fuori e, magari, essere tornata a casa con lei. Magari a quest'ora sarei stata sotto le coperte color corallo del suo letto in pigiama, con in mano un barattolo di gelato Ben&Jerry's ai biscotti e di fianco svariati pacchetti di patatine e di caramelle a guardare uno dei nostri film preferiti alla televisione, e non in un guaio come quello in cui mi trovavo.

Sentii appoggiare una mano sul mio fianco; sussultai spaventata, per poi decidermi a voltarmi verso di lui. Alzai lo sguardo solo per un secondo, eppure riuscii a vedere perfettamente il suo viso: era ancora più bello, dal vivo. I lineamenti di esso erano delicati anche ora che aveva diciannove anni, proprio come quando era un piccolo sedicenne; gli occhi estremamente profondi avevano un'espressione confusa ed incerta, ma non arrabbiata; le sue labbra carnose erano leggermente curvate all'insù, mostrando l'ombra di un sorriso che, non riuscivo a capire come, appariva amichevole.

Accese la luce con un telecomando che aveva in tasca e, dopo averlo riposto dove l'aveva preso, mi alzò il mento cosicché potesse guardarmi. «Sono serio» disse, «ti piace?»

«Io...» provai a rispondere, senza successo.

Chinò leggermente in avanti il capo e mi fissò negli occhi. «Ormai sei entrata, e poi ho visto che non hai rubato niente» cercò di rassicurarmi, «quindi tanto vale chiederti un parere.»

«Mi dispiace» scandii, abbassando nuovamente lo sguardo.

La mano che aveva sul mio fianco si spostò sul collo, facendomi rabbrividire. «Inizialmente anche a me» ammise, «ma ora credo di aver cambiato idea.»

Lo guardai negli occhi, senza capire. «Cosa?»

Annuì, deciso. Poi, mi domandò nuovamente: «Allora, cosa pensi di casa mia?»

Arrossii, imbarazzata. «È... molto bella. Ed enorme» abbozzai un sorriso.

«Lo so» concordò, sorridendo. «Come mai sei entrata?» mi chiese, dopo qualche secondo, seriamente curioso.

Aprii la bocca per rispondere, ma non riuscii a dire niente, a causa della vergogna che si era impadronita totalmente di me. Avrei voluto trovare delle parole che non mi facessero sembrare una ragazzina stupida ed ossessionata dalla fama, ma non ce n'erano. Non avrei potuto giustificarmi in alcun modo. Avrei fatto la figura della ladra svitata qualunque cosa avessi detto. Dopo essere stata in silenzio per qualche minuto, decisi di tirare fuori le palle e di dire la verità: «Volevo vedere casa tua.»

Nei suoi occhi color miele si dipinse un'espressione confusa che trovai adorabile. «Ma ci sono le foto su Internet...» provò a ribattere.

«Sì» ammisi, «ma volevo vederla personalmente.» Quando vidi che sul suo volto stava comparendo un'espressione ancora più sconvolta, cercai di riparare, almeno parzialmente, a ciò che avevo fatto. «Senti» iniziai, raccogliendo tutto il coraggio che avevo dentro di me e guardandolo seriamente, «non ho rubato nulla e, sinceramente, non avevo nemmeno intenzione di farlo. So che può essere sconvolgente trovare un'estranea in casa propria, ma guardami: sono una ragazzina! Non farei male nemmeno ad una mosca, te lo posso assicurare. Ora non mi interessa, chiama la polizia, se vuoi; sono pronta ad assumermi le mie responsabilità, Justin.»

Sgranò gli occhi, stupito. «Justin?» ripeté. Dopodiché le sue labbra si allargarono in un ampio sorriso e le iridi color caramello si illuminarono, il che, da una parte, mi ipnotizzò e, dall'altra, mi fece pensare che quel ragazzo avesse qualche grave problema mentale.

«Sì: è il tuo nome, nel caso non lo sapessi.»

Lui rise, seriamente divertito dalla mia squallida battuta. «Lo so, lo so, ma poche persone mi chiamano solo Justin» disse. Alzai un sopracciglio e lui riprese: «La mia famiglia, il mio team e le mie Beliebers.» Quando pronunciò l'ultimo nome sorrisi istintivamente; erano come una seconda famiglia, per me. «Quindi» ricominciò, attirando la mia attenzione, «sei una di loro, non è vero?»

Annuii arrossendo. «praticamente dall'inizio» precisai. «Ho visto la cover di With You per la prima volta il sedici marzo duemilaotto e ricordo perfettamente di aver passato tutto il pomeriggio a guardare i tuoi video. Non avevo ancora compiuto dodici anni.»

«Come sei arrivata al mio canale?»

Ci pensai un po' su. «Non so; stavo girovagando su YouTube e per caso ho aperto quel video» dissi. «È stata una delle cose migliori che abbia mai fatto.»

Lui sorrise, mostrandone uno dei migliori che avessi mai visto. Quel ragazzo era capace di togliermi il respiro con semplici gesti, figuriamoci se si fosse impegnato per farlo. Dopo qualche secondo di silenzio, disse: «Mi piaci.»

Lo guardai, incredula. «Cosa?» gridai. Temetti quasi che Heather, la mia migliore amica, che mi stava fedelmente aspettando fuori – o almeno speravo fosse ancora lì – mi avesse sentita.

Ridacchiò della mia reazione. «Non è come pensi tu» mi tranquillizzò, permettendomi così di riprendere a respirare regolarmente. «Intendo che, nonostante abbia violato la mia proprietà e questo continua leggermente a spaventarmi, quando mi hai visto non hai perso la calma. Non hai urlato...»

«Ci mancherebbe altro» lo interruppi, «ero io quella dalla parte del torto. Se avessi fatto anche la fan pazza ed ossessionata, la situazione non sarebbe certo migliorata.»

«Sei anche intelligente» osservò, fingendosi stupito per prendendomi in giro; subito dopo, per rendere più veritiera la scena – o, forse, semplicemente per fare maggiormente lo stronzo – mi applaudì.

Lo fulminai con lo sguardo. «Vaffanculo.»

«Ah, dici anche le parolacce? Male, male...» Scosse la testa, contrariato.

«Sei proprio uno stronzo, Bieber.»

Feci per andarmene, leggermente irritata. Sapevo di essere fin troppo permalosa, ma non sopportavo chi mi prendeva per il culo, anche se era il mio cantante preferito ed amore platonico. Non permettevo di farlo al mio ragazzo né alla mia migliore amica, figuriamoci a lui. Quando stavo per giungere alla porta d'ingresso per aprirla, sentii un «Aspetta!» pronunciato da quella voce che conoscevo perfettamente, seguita da una mano che afferrava il mio braccio destro, costringendomi a voltarmi.

«Cosa vuoi?» gli chiesi, con una punta di acidità nella voce.

«Hey, ti ricordo che sei tu ad essere dalla parte del torto, qui!» disse. Mi liberai dalla sua presa ed allungai il braccio verso la maniglia, ma mi afferrò nuovamente. «Dai, scherzavo» si scusò, con tono dolce. «Volevo chiederti se continuerai ad ascoltarmi, anche se ho fatto lo stronzo. Sai, non mi piace perdere le fan» ammiccò.

Che montato di merda, pensai. «Me ne vado.»

Prima che potessi voltarmi di nuovo verso l'uscita appoggiò le mani alla mia vita e mi attirò velocemente a sé. «Vorrei rivederti» sussurrò, a pochi centimetri dal mio viso.









"a successful recovery"
Ciao, amici e amiche di efp!
Eccomi di nuovo qui con il primo vero capitolo di questa fan fiction.
Prima di dire qualsiasi cosa, ringrazio:

roby3musicFrancyR5justinsgirl e Girl98 che hanno recensito il prologo.
elena97, Girl98 (di nuovo!), percoca e TITTAJONAS che l'hanno messa tra le seguite. 
FrancyR5 (di nuovo) che l'ha messa tra le ricordate.
Bya99percoca (di nuovo! Ps. il tuo nickname mi ricorda rum e pera ahahah), roby3music (di nuovo) e _imaBelieber che l'hanno messa tra le preferite.
Infine, ringrazio tantissimo le 194 persone che hanno letto o anche solamente visitato il prologo.
Vi amo tutti!
Spero che vi piaccia il primo capitolo e, per favore, recensite: vorrei seriamente un parere.
Un bacio e un biscottino per tutti,

Andrea :)

Ps. Recovery è la perfezione, non pensate anche voi?

 

   
 
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