Disclaimer: i personaggi
appartengono a Masashi Kishimoto e a chi ne detiene i diritti. Non guadagno
nulla da questa fic, se non il piacere intrinseco di scriverla.
Attenzione:
per chi non avesse letto il manga della serie Shippuden – si parla dei volumi
dal 29 al 32 – il capitolo presenta forti spoiler!!! (in realtà ne presentava
anche il primo capitolo, ma mi sono dimenticata di dirlo! U.U)
CHOICES
AND CHARGES
*
This is my church of
choice
Love's strenght standeth
in love's sacrifice
- Nightwish
*
Capitolo Secondo: Morte di un Kazekage
L’aria
afosa di Suna soffia con delicata eleganza all’interno dell’ufficio,
scompigliando i numerosi fogli disposti in pile ordinate e causando al kazekage
l’ennesima distrazione nel giro dell’ultima ora.
Concede alla mente di divagare in spazi lontani, oltre
montagne e pianure, e di catalizza la sua attenzione nel villaggio di Konoha
che ora ospita Naruto.
Già, perché Naruto e Jiraya erano ritornati al villaggio
natio da una decina di giorni e già Gaara sente l’oscura sensazione che
qualcosa abbia drasticamente cambiato l’aspetto esteriore di Suna.
Da qualche giorno a quella parte Kankuro non ha fatto
altro che fissarlo con lo sguardo di uno che la sa lunga, Gaara l’ha sempre
ignorato, ringrazia e maledice l’assenza di Temari: ringrazia perché così
lontana non può fissarlo con lo stesso sguardo di Kankuro, la maledice perché
lei è dove lui stesso vorrebbe essere.
E invece è bloccato lì, in quell’ufficio ad arroventarsi
sotto l’influsso del calore cocente, con la sua tunica bianca che pesa il
doppio e le responsabilità del suo incarico che si pongono tra lui e la sua
libertà come un ingombrante ostacolo.
Come nel delicato e cristallino gioco degli specchi
rifrangenti, Gaara osserva le immagini mentali prodotte dai suoi ricordi: la
presenza di Naruto, così metodicamente disturbatrice di quiete, manca e con
essa viene meno a quel delicato tran tran quotidiano che aveva sconvolto le
abitudini del rosso abitante di Suna.
Il consumare assieme i pasti, lo stare – inconfessabile
azione – ad aspettarlo quando questi e Jiraya tornavano dall’allenamento, le
serate votate all’insegna di pace e un minimo di serenità.
Naruto e Gaara avevano deciso tacitamente di incontrarsi
dopo cena da soli all’esterno per ripetere l’esperienza del tutto nuova della
prima serata. Gaara non era una persona di molte parole, quindi era Naruto che
compensava i suoi silenzi, che li riempiva di scherzi e battute, ma non importava.
La loro reciproca compagnia, con i loro pregi e difetti, era perfetta e li
faceva sentire in un’armonia inappuntabile.
Konoha era lontana, almeno quanto Suna, nella mente di
entrambi. I problemi si facevano piccoli piccoli, e persino Sasuke e il suo tradimento
erano relegati in un angolo della mente di Naruto.
Fammi una promessa, gli aveva detto Naruto una
settimana prima.
Gaara lo aveva osservato con sorpresa ma poi aveva
annuito.
Lui, Naruto, il suo primo amico senza riserve, colui che gli
ha fatto capire, per la prima volta, il valore della vita. colui che,
nonostante tutto, condivide il suo destino.
È bellissimo, con lo sguardo color zaffiro rivolto al
cielo, e vorrebbe ordinare al vento di continuare a scompigliargli i capelli,
visto che lui, con la sua mano, non può farlo. Anche se vorrebbe.
La sabbia leggermente si alza, piccoli granelli che si
infilano tra i fili biondi dei capelli di Naruto, una mano invisibile che ne
accarezza la morbidezza e sposta leggermente, con l’ausilio del soffio della
brezza calda, le due estremità della fascia che Naruto ha a coprifronte.
Gaara stringe impercettibilmente le labbra, invidioso
della sua stessa sabbia.
Se una cosa ti preoccupa, parlamene. Io farò lo stesso.
In silenzio, sotto il cielo stellato di Suna, con
quell’arietta freddina a lambire la loro pelle, Gaara aveva abbassato il capo.
Aveva annuito, sempre in silenzio.
Naruto aveva alzato il pollice, sorridendo apertamente.
Per un attimo gli era venuto in mente Yashamaru, le sue
parole e i suoi gesti, la falsità che in parte li permeava.
Ma l’immagine di un Yashamaru morente e coperto di sangue
si era sostituita a quella di un ragazzino dal viso sporco che lo osservava con
i suoi occhi cristallini.
Nel profondo del mio cuore, vi ho sempre odiato.
Voi non siete mai stato amato.
Quanto avrebbe voluto, adesso, Gaara, mostrare quello che
aveva costruito con il sudore della sua fronte, andando contro pregiudizi e
residui di un passato mortalmente votato a non essere mai cancellato, a
Yashamaru!
Ora aveva un dialogo con i suoi fratelli, in loro presenza
non si sentiva odiato e additato, si sentiva parte di una strana famiglia che,
faticosamente, stava cercando di risorgere dalle sue ceneri. Aveva un
villaggio, lo stesso che lui e sua madre avevano maledetto, da proteggere.
Aveva la fiducia di molte persone. Il suo potere era temuto con terrore, ma
altri lo rispettavano. Nelle fiabe per i bambini non era un mostro, ma un
kazekage, un’entità retta a proteggere gli abitanti del Sunagakure.
E, incredibile a dirsi, ora aveva anche l’amicizia più
insperata.
Naruto.
Un jinchuuriki. Come lui.
La solitudine… io la conosco.
Ma ora ho persone che mi vogliono bene. Sono loro la mia
forza.
Gaara avrebbe sperato che Naruto lenisse la sua solitudine
ancora un poco, rimanendo con lui per un tempo più lungo, ma doveva tornare a
Konoha assieme al suo sensei.
Quel giorno, come gli altri precedenti per Gaara fu
particolarmente complicato svolgere le sue normali funzioni di kazekage: la sua
attenzione volava oltre i documenti che aveva di fronte, oltre la divisa da
capo del villaggio, oltre i suoi doveri.
Perché Suna doveva essere così lontana da Konoha?
Perché doveva distare tre giorni?
Il ricordo delle notte piene di confessioni, di scherzi e
silenzi per nulla pesanti, della prima mattina, era così stampato nella sua
mente da occupargliela nella sua completezza, bandendo ogni altra riflessione.
Lui non dormiva, per questo il peso del sonno non gravava
mai sul suo capo, spesso si era ritrovato Naruto appoggiato alla sua spalla a
sonnecchiare. Non l’aveva mai scacciato, sebbene le prime volte ne aveva
provato imbarazzo e disagio.
Lentamente, poi anche quel piccolo intermezzo divenne
parte integrante di quelle lunghe notti.
Naruto, al suo risveglio, si scusava con gli occhi che
osservavano il viso del kazekage ancora assonnato. Gaara scuoteva il capo, per
niente indispettito. Lui non aveva bisogno di dormire, gli diceva, era normale
che Naruto invece dovesse adempiere a quella richiesta del corpo.
E poi Naruto aveva un’espressione del tutto particolare
sul viso mentre si abbandonava al sonno: sembrava così innocente, così puro…
forse era la luce della luna, forse era Gaara che non riusciva a staccare il
suo sguardo dal viso di Naruto e lo identificava con una qualche specie di
spirito della luce, ad ingannare la sua vista.
E ora Naruto è ritornato a Konoha solo da qualche giorno
che già Suna sembrava essere già meno luminosa agli occhi del suo giovane
kazekage.
Svogliatamente si rese conto che tutto attorno a lui era
diverso, come se mancasse qualcosa, a volte quasi riesce ad immaginarsi
Naruto, a ridere e prenderlo in giro.
Gaara cercò invano di concentrarsi sui documenti che
stavano richiedendo prepotentemente la sua attenzione, era distratto, e spesso
Kankuro glielo faceva notare con commenti velatamente maliziosi. Fortunatamente
Temari era a Konoha per gli imminenti esami dei chunin, altrimenti la sorella
gli avrebbe dato man forte.
Naruto e Jiraya erano rimasti a Suna una settimana, per
poi dirigersi verso la loro casa nel villaggio segreto della Foglia. L'amicizia
tra i due ragazzi jinchuuriki si era consolidata e si erano scambiati la
promessa di rivedersi il più presto possibile. O meglio, Naruto l'aveva
promesso, Gaara aveva semplicemente assentito con il capo.
Al momento dei saluti Naruto gli aveva sorriso, alzando il
pugno verso di lui e Gaara avrebbe voluto trattenerlo. Shukaku, ruggendo, gli
aveva sussurrato maligna all'orecchio di bloccarlo lì a Suna.
Non l'aveva fatto ma... maledizione, ora ne era pentito!
Ricordava fin troppo bene il momento del saluto.
Gaara aveva sperato, nel profondo del cuore, di aver
alleviato il peso che Naruto si ostinava a portare sulle spalle, ovvero
l'assenza e il tradimento di Sasuke, ma in quei giorni si era reso dolorosamente
conto che il legame che legava il biondo al suo ex compagno di squadra non era
semplice. Troppo affetto, troppe speranze infrante, troppo fiducioso Naruto.
‘Perché?
Non riesco a comprendere il tuo dolore. Non adesso.’
Gaara posa il pennino sul tavolo, lo sguardo si volge
verso la finestra, ad osservare il panorama di case bianche, e poi su, fino al
cielo azzurro come gli occhi Naruto. Si alza in piedi, socchiude gli occhi,
costringendosi ad aguzzare la vista.
No, non si è sbagliato: quello che compieva alcuni cerchi
regolari era un uccello particolare, che mai si era visto a Suna.
Shukaku comincia a ruggire la sua approvazione, mentre il
flusso di coscienza di Gaara si arresta su Naruto e afferra la giara riposta ai
suoi piedi. La fretta gli mette le ali ai piedi ed esce dal suo ufficio,
correndo fino al tetto dell’edificio, lì, a braccia conserte, osserva il volo
dell’uccello misterioso finchè questi non si avvicina e gli occhi del kazekage
vedono un ninja sul dorso di questi.
Deidara sembra sorridere mentre, canzonatorio, lo saluta:
- Oh, Kazekage -
*
La notizia del rapimento colpì Naruto dritto al cuore,
mozzandogli il pensiero, tramortendogli per qualche istante la coscienza.
Gaara, Gaara rapito dall'Akatsuki...
Nello stesso istante in cui era venuto a conoscenza di
quell’informazione aveva sentito distintamente un sonoro ‘crack’ al cuore, come
se questo stesso si fosse spezzato nel petto e si fosse reso conto solo in quel
momento di quanto fosse necessario Gaara.
Era una sensazione che non aveva mai provato con nessun
altro, nemmeno con Sasuke, perché c’era un legame ulteriore che lo legava a
Gaara, qualcosa di più profondo ed intimo della semplice amicizia o dell’amore
fraterno che sentiva verso Sasuke-kun… non era mai riuscito a spiegarselo, ma
c’era e solo ora si rendeva conto di quanto fosse importante.
Gli ritornò in mente una delle molte conversazione che
aveva avuto con Gaara durante il suo soggiorno a Suna: come era loro abitudine,
Naruto e il rosso si erano seduti all’aria aperta dopocena per godere della
reciproca compagnia e chiacchierare, oppure semplicemente per passare un po’ di
tempo insieme, anche nel più perfetto e religioso silenzio.
Quel giorno Naruto non si era trattenuto e aveva parlato
all’amico di Sasuke.
Non è facile parlarne, aveva confessato Naruto
un poco imbarazzato.
Gaara non aveva risposto, ma lo aveva guardato, in attesa
di una qualsiasi sua replica, che fosse una semplice confessione oppure un
cambiamento di discorso: quella sua disponibilità ad ascoltarlo aveva messo
Naruto nella posizione giusta per poter parlare di quello che lo assillava.
Era in piedi, lo ricordava bene, appoggiato ad uno dei
pilastri lignei del porticato, con le braccia incrociate e aspettava.
E’… una persona che conta moltissimo per me. ho sempre
pensato che, malgrado i litigi, io, Sasuke, Sakura, Kakashi e Iruka fossimo un
po’ come una famiglia… niente ci avrebbe separato, aveva
ripreso a parlare, con un sorriso nostalgico sulle labbra, Mi sono proprio
sbagliato. Sakura ha pianto quando ha saputo della scelta di Sasuke, ha cercato
di non darlo a vedere, ma ha pianto. E io le avevo promesso che lo avrei
riportato a Konoha!, si era dato un colpo in testa, Quanto sono idiota!
E’ idiota che tu ti rimproveri una cosa del genere,
Naruto, aveva risposto con calma Gaara, hai fatto quello che
potevi e cercato di fare quello che non potevi.
Naruto gli aveva sorriso tristemente.
Grazie per le belle parole…
Ormai mi conosci abbastanza per sapere che non dico ‘belle
parole’, aveva ribattuto il kazekage, è la verità.
Mentre saltava sui rami degli alberi e provocava lievi
fruscii al suo passaggio cercava con gli occhi e penava con il cuore, sentiva
persino le sue vene invasate dalla forza del chakra della volpe da quanto era furibondo.
Gaara ora ha tutto.
Ne è passato di tempo da quando erano stati tredicenni:
ora Gaara è apprezzato nel suo villaggio che lo conosce con il nome di ‘nobile
kazekage’, ha una famiglia, amici… perché deve succedere a lui? Perché
l’Akatsuki deve rovinare quel sogno? Il suo sogno?
Sai, una volta ho trovato un fiore in mezzo al deserto…
Gli ritornano in mente le sue parole mentre le pronunciava
con voce sottile, come persa in contemplazione, come gli occhi lo sono del
manto stellato.
Un fiore in mezzo al deserto.
Gaara non avrebbe impedito che fosse colpito, che ne fosse
ferito.
L’ho protetto.
Naruto stringe gli occhi e aumenta l’andatura.
Non accadrà niente a Gaara.
‘Io lo proteggerò.’
*
Era sabbia quella? Quella che stava soffocando ogni sua
scintilla di vita, ogni suo respiro?
Era sabbia?
Se era sabbia allora avrebbe potuto controllarla, avrebbe
potuto domarla.
Doveva comandare alla sabbia di lasciarlo!
Ma no, non riusciva, in nessun modo i granelli di sabbia
obbedivano al suo controllo, anzi, sembravano sferzargli la pelle, in una
carezza dura e spietata. Un dolore si propagò dal cuore a tutti gli organi,
interiormente ed esteriormente. La pelle si tese dolorosamente, il respiro
mancò e lui... vide il buio.
Dov'era Shukaku?
Provò a chiamarlo ma nessuna risposta gli pervenne.
SHUKAKU?
Posso essere anche disposto a lasciarmi dominare da te...
se solo mi aiuterai a ritornare da Naruto...
Grida.
Shukaku stava gridando di dolore e di sollievo assieme.
Dovrai cavartela da solo, da oggi in poi...
No!
NO!
Che cosa stava succedendo?
Perchè Shukaku si ribellava, perchè non lo aiutava?
Come mai non voleva tornare anche lui alla vita? Perché lo
abbandonava? Perché con combatteva con lui per tornare alla vita?
I suoi occhi rossi lo fissarono con la solita ferocia,
anche se con una traccia di amarezza.
Sarai libero, non è questo che vuoi?
NO! Se lui sarà libero... non sarà più come Naruto!
Non saranno due jinchuuriki, saranno due persone diverse,
lontane, e quel legame comune si spezzerà!
Lui era sempre stato solo, solo Naruto lo poteva
comprendere, solo Naruto poteva comprenderlo!
SHUKAKU!
La bestia monocoda continuava a dimenarsi con furia, con
artigli e chakra, il cuore di Gaara batteva forte, troppo forte, mentre sentiva
la vita scivolargli via, assieme alla sua maledizione, assieme a Shukaku.
Cercò di trattenerla.
Shukaku!
Che cosa dirò a Naruto...?
Perchè io... lo rivedrò?
... Vero?
Il cuore cominciò ad acquietarsi, sempre più lentamente, sempre
di più fino a diventare un battito lieve, impercettibile e infine scomparire
nel silenzio.
No... io... non voglio morire.
*
Aveva sentito un dolore immenso, uno strappo alla sua
anima e Shukaku se n’era andato per sempre portandogli la libertà e la morte.
Poi, in fondo al tunnel oscuro un immenso calore colpisce
la sua anima, un calore rovente di due temperature lo costringe a tornare
indietro, e il cuore rincomincia a battere lentamente, poi con regolarità
maggiore, mentre risalita alla vita diviene un veloce riacquisto di una strada
già precedentemente percorsa consolidata dalle esperienze e dai ricordi dei
suoi quindici anni di vita.
In un baleno tutto torna alla giusta collocazione, vita
passata e presente, sofferenze infantili e desideri di vendetta, soddisfazione
per indossare i vestiti bianchi e blu ufficiali del kazekage del Sunagakure.
Una serie di flash lo ragguaglia contro cosa è dovuto
andare incontro dei momenti precedenti alla morte e lo rende consapevole della
sperduta sensazione della mancanza di Shukaku.
E poi viene Naruto, i ricordi e le ridde di sensazioni che
provava alla sua presenza e quelle farfalle allo stomaco si accavallano mentre
il biondo ninja del Konohagakure lo strattona per la spalla, strappandolo
definitivamente dal tunnel della non esistenza per donargli un sorriso e
riportarlo alla luce.
- Gaara… -
I suoi occhi si spalancano, il mondo prende forma, luci e
colori, il corpo prende un peso, la terra sulla quale è seduta prende una
consistenza, la mano che Naruto ha sulla sua spalla prende calore.
Il cuore.
Il cuore sta battendo nel petto, gli occhi sono vivi, che
guardano Naruto sorridergli con quel sorriso così felice che quasi gli vengono
le lacrime agli occhi, la pelle è sensibile e si sente sfiorata dal lieve alito
di vento che soffia sulla collina.
- Naruto… - la voce gli esce flebile ma perfettamente
udibile.
Il sorriso di Naruto si fa meno pronunciato, ma non perde
nemmeno un centesimo della sua felicità, gli occhi sprizzano una gioia e un
affetto che avvolgono Gaara come una voluminosa coperta calda.
Per distogliere la vista e il cuore da Naruto, Gaara
guarda attorno spaesato: è in una radura coperta da rada erba bassa, attorno a
lui ci sono alcuni tra i coetanei del Konohagakure, tra cui due sensei e Chiyo-sama
accasciata a terra.
Poi ci sono Kankuro e Temari, entrambi con un sorriso ben
visibile stampato sul volto, e dietro a quel capannello di persone ci sono il
suo precedente sensei e quasi tutti i ninja di Suna.
Però tra tutti loro – che Kankuro e Temari non se la
prendano – la persona che più contava in quel momento era Naruto.
Con la mente ricercò il respiro rasposo di Shukaku e trovò
solo il silenzio.
Nessuno, non c’era più il demone con cui aveva condiviso pensieri
e corpo per anni: ora era solo, non più mostro, era solo, solo, solo…
Rivolse lo sguardo a Naruto, quasi timoroso.
- Naruto… Shukaku non… -
Si mangia le parole e tace.
- Sei vivo, Gaara. Non hai visto in quanti sono venuti qui
ad aiutarti, kazekage? – scherza Naruto, sempre con quel sorriso stampato sul
volto, con quella mano sulla sua spalla.
Gaara chiude gli occhi, cercando di resistere alla
tentazione di abbracciarlo, perchè lì, in quel momento si accorge non solo di
essere resuscitato, ma il suo cuore aveva compiuto il miracolo di innamorarsi
di quello splendido ragazzo biondo.
E le parole gli escono fuori di getto.
- Mi basta solo che tu sia qui -
Continua…
Notes: perdonate il ritardo con cui aggiorno questa
ficcyna! sono imperdonabile, lo so!
Il prossimo capitolo, comunque, arriverà la prossima
settimana, è sarà, purtroppo, l’ultimo! (*me piange*)
Grazie a coloro che hanno letto questo cap e il precedente
e soprattutto grazie immensamente a chi ha commentato! *.*
Nox, dai, alla fine ci sono riuscita! ^^ Bax bax
Kira, a volte, mia cara Sis di spirito, i miracoli
accadono! Molto di rado, quando si tratta di tripli aggiornamenti, ma a volte
mi piace sconvolgermi! U.U Ah, ADORABILE Gaachan in crisi con i commenti
maliziosi di Temari! XD Bax bax tesoro!
Sonja, un po’ in ritardo, ma meglio tardi che mai, si
dice, no? XD Bax bax!
krikka86, sì, a volte le frasi in
corsivo sono pensieri, altre sono ricordi. Però in questo capitolo ho aggiunto le
virgolette, così sono più comprensibili! XD Adoro le GaaNaru, peccato che nel
fandom ce ne sono molto poche… ç_ç Bax bax!
James_Prongs, anche a me, anche a me! sono
più o meno come me li immagino… XD Bax
bax!
ragazza interrotta, ehm… anche per Itachi ho in
mente qualcosina, sai? XD Bax
bax!
Mokona89, oddio, la tua recensione mi ha
fatto andare letteralmente in CRISI! Mi sono resa conto che ho dato per
scontato che i lettori avessero già letto i manga della serie Shippuden! Ç_ç
Scusa, avrei dovuto avvertire fin dall’inizio!
Ah, il mio paring preferito è assolutamente GaaNaru, ma al
secondo abbiamo SasuNaru, seguito da ItaNaru XD (ti senti meglio dopo aver
fatto questo inutile excursus? NdNeu) (Uhm… mica è completo ndMiss)
‘Jinchuuriki’ significa letteralmente ‘forza portante’,
ovvero l’involucro di carne che contiene dentro di sé il ‘bijuu’, ovvero il ‘cercoterio’:
nei nostri precisi casi, Shukaku monocoda e Kyuubi enneacoda. Per altre parole,
chiedi pure! XD Bax bax!
Death_Master, ah, che onore la tua
recensione! Sto leggendo la tua ItaNaru! *.* Bellissima!
Sasuke nel manga lo detesto anche io! >.< Grr, mi fa
morir di rabbia! Bax Bax!
Moony9, lo so, era proprio l’effetto che volevo da Gaara!
XD Bax bax!
Temari, adoro alla follia questo paring! *.* E adoro
anche io i Nightwish, questa volta ho propeso per una delle loro ultime
canzoni… XD Bax Bax!
Wichita Kid, cel’ho fatta, hai visto? XD Bax bax!
Captain, ehm… eccomi, sono qui, con
mesi di ritardo ç___ç
Commentate!
Miss