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Autore: deniefn    29/10/2013    0 recensioni
Persa nei loro atteggiamenti così dolci e teneri, non mi accorsi che in realtà tutto il contesto in cui mi trovavo era un antro di mistero e di orrore.
Quando finalmente aprì gli occhi e mi resi conto della situazione, era già troppo tardi.. ed ero già troppo innamorata.
(Modificata)
Genere: Fantasy, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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buuuuuu

Le voci che dicevano che sarebbero arrivati i rinforzi non si zittirono, anzi continuarono a farsi sempre più intense tanto che qualcuno dello Staff le udì e fece succedere il fini mondo. Lo disse a tutti i suoi colleghi e in meno di un pomeriggio la scuola fu contornata da guardie. Di conseguenza l'uomo che ci segnalava l'arrivo imminente dei rinforzi non si fece vedere per un po' di tempo. Ormai vivevamo in condizioni precarie. L'angolo sinistro dell'aula era diventato il bagno, pieno di escrementi che mi facevano vomitare. Dormivamo uno ammassato all'altro, privi di igiene e di voglia di vivere.

Ad ogni urlo femminile che sentivo pensavo ad Andrea e ogni giorno che passava la mia preoccupazione si duplicava.. Finché un giorno arrivò il miracolo.

Durante un altra giornata di terrore, notai un grosso movimento tra lo Staff. Sentivo gente che, di fretta, andava avanti e indietro con aria preoccupata. Prendevano bastoni, pietre come se si dovessero difendere da qualcosa ma non ci feci molto caso onestamente. All'improvviso, verso sera, tutti sentimmo rumori di voci e urla in lontananza, che man mano si avvicinavano sempre più finché queste urla divennero vicinissime. Erano urla di persone in carica: erano i rinforzi! Subito tutti ci catapultammo alla finestra per vedere. Urlavamo “Siamo quiii! Siamo quiii!!” Sembravamo gli ebrei liberati dagli Americani. Sfortunatamente lo Staff riuscì ad opporsi all'attacco con grande resistenza. Vidi anche dei morti..

I rinforzi riuscirono ad entrare nella scuola e per un po' di tempo udii tanti strilli, urla e grida.. rumori di colpi, di dolore e di pianti.. Ma nessuno apriva la nostra porta, perché nessuno apriva la nostra porta?! Leyla mi abbracciava forte, tanto che sentivo il suo cuoricino battere come un tamburo, tremava. E poi il silenzio..

Non capivo, che fossero stati tutti sconfitti?! Cosa sarebbe stato di noi! Con una grande forza di coraggio cominciai ad urlare “Aiutooo! Aiutateciii, siamo quii!” dando inoltre dei rumorosi colpi alla porta, e dopo 5 secondi, entrò Andy, zoppicante e tutto sanguinante, che, in maniera molto arrogante, mi rispose “Stai zittaa!! Zittaa devi stare zittaa!” e boom, mi spinse violentemente a terra. Mi distrusse una schiena, non riuscivo a muovermi e cominciai a piangere. Eppure mi alzai, dolorante, perché più di me m'interessava sapere come stava lui.. visto che era ferito. Allora la sua espressione cambiò: non era più uno sguardo arrabbiato e schifato bensì pieno di compassione e di amore.

<< C-cosa ti hanno fatto..? Ti fa male..? >> ero abituata alle stranezze di Andy e Iris quindi non ci feci molto caso ai suoi sbalzi di umore.

<< No basta! Smettila, smettila di trattarmi bene! >> ricominciò ad urlare.

<< Fammi vedere vieni qui.. >> mi avvicinavo lentamente e intanto le lacrime cadevano silenziosamente.

<< Perché sei così?! Perché sei sempre buona e così bella?! Io non me lo merito! Ti odio! >> mi bloccai, quest'ultima frase mi stava bloccando il cuore.. tanto quasi da morire, ma non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che lui subito continuò

<< Ti odio perché ti amo troppo!! E non dovrei amarti così tanto visto che sei la mia cena!! >> mi prese per le braccia e mi baciò. I miei piedi non toccavano a terra, aveva una forza spaventosa, piangeva anche lui insieme a me.. sentivo la gente dire a bassa voce “la cena? La sua cena? Che cosa..?” ma io pensavo solo a lui. Alle sue labbra e al suo odore..e Dopo essersi staccato da me, si asciugò gli occhi, mi guardò accarezzandomi il viso e poi chiuse la porta a chiave.

Appena uscì dalla fase post-droga, mi accorsi che tutte le persone dell'aula mi guardavano come per dire “ti sei baciata quel mostro! Stai con loro, allora anche tu sei il nemico!” e quindi silenziosamente mi sedetti in un angolo e abbracciai a Leyla.

Ma un signore subito non si lasciò perdere l'occasione di darmi addosso (era già da un po' di tempo che mi guardava con aria sospetta): << Tu sai qualcosa! Dicci cosa sai altrimenti ti uccido con le mie stesse mani >> Gli sguardi delle persone, da me, si spostarono verso lui: avevano gli occhi fuori dalle orbite. Ed io insieme a loro.

<< Non so niente signore lo giuro.. >>

<< Bugiarda!! Io lo so che sai, l'ho sempre saputo!! In quel maledetto Hotel ti frequentavi troppo con loro! TI HO VISTA! >> faceva parte dell'Eden? Non l'avevo mai visto..

<< Noo veramente non so niente giuro!! .. >> avevo paura.

<< Ora basta! >>Fece uno scatto per prendermi per il collo, e ci riuscì, ma per 6 secondi perché poi fu fermato e tirato indietro. Ci vollero 10 minuti per farlo calmare. Per 6 secondi credetti di morire sul serio. La claustrofobia stava facendo impazzire tutti.

Dopo questo avvenimento, la notte non riuscì più a prendere sonno..

La mancanza di sonno mi stava nuocendo la salute: diventavo sempre più debole, pallida e magra.. La notte mi capitava di pensare molto spesso al mio passato. A com'era la mia vita prima di arrivare in quel “maledetto” Hotel.. tutti i miei amici, amiche.. la mia vita normale. Prima di stare con quell'angoscia.. quella strana sensazione di essere sempre in pericolo, di essere in un mondo “fuori dal comune”..

Dopo già 3 giorni di mancato riposo credevo di essere già morta. E mi ricordo che le uniche cose che riuscirono a distogliermi l'attenzione da quel sonno mortale furono di nuovo gli urli dello Staff e dei rinforzi nel corridoio, peggiori della prima volta.. Ed ecco la porta aprirsi.. entrarono con le facce gioiose ma allo stesso tempo compassionevoli alla vista delle nostre condizioni.. Le attenzioni andarono quasi subito a me, che giacevo a terra quasi come un cadavere.. Mi diedero delle vitamine e delle medicine. Entro 2 ore mi ripresi abbastanza e la prima cosa che notai era che la porta era aperta. Anche se avevo poche forze subito mi alzai e uscii fuori nel corridoio, respirai aria pura come quella notte.. Vidi il corpo di Anthony, l'ex di Andrea, disteso sanguinante a terra ma a me fece più che piacere vederlo lì: se lo meritava e per più motivi. Notai le facce serene delle altre persone che venivano accudite dai salvatori con medicinali e cibo sano e mi rasserenai, ma poco dopo venni a sapere che altri due piani della scuola erano ancora occupati dallo Staff. Andai a cercare Andrea, magari mio padre oppure Marco.. qualcuno che fosse stato portato via. Ma non trovai nessuno.. e quindi la mia ansia crebbe sempre di più..

Fra i corpi dello Staff distesi a terra, non vidi né Andy né Iris ma trovai Emily.. e mi venne quasi da piangere: so.. che è un mostro, ma con me si era sempre comportata in maniera così dolce e gentile.. Le chiusi gli occhi, cercando di fare il prima possibile perché il corpo mi faceva impressione, la coprii con uno straccio e mi allontanai.

Mentre ciondolavo per il corridoio notai un ragazzo sui 28, un certo Ivan, che stava motivando un gruppo vasto di persone ad unirsi alla battaglia per liberare gli altri due piani. Era un ragazzo normale, di una bellezza non particolare.. dal suo modo di vestire e dal suo taglio di capelli (rasati) dava l'aria di uno scugnizzo, ma da come parlava e come si comportava si vedeva che era una brava persona. Diceva << Più ne siamo, meglio è! >> ma io subito in mente mia pensai “non mi unirò mai, non sarei in grado di uccidere nemmeno un uccellino.. figurati un essere umano”. Comunque la scuola era formata da 4 piani, compreso il piano terra. Quest'ultimo assieme al primo erano stati liberati dalla “resistenza”, gli altri due erano ancora sotto assedio dello Staff. In effetti, le scalinate che dividevano un piano dall'altro erano abbastanza distanti, quasi come se fossero appartamenti separati in un condominio. Mentre stavo scendendo al piano inferiore, notai delle specie di guardie vicino alla scalinata che portava agli altri due piani superiori. Capendo che ero più vicina a Iris o ad Andy di quanto potessi essere, scesi di fretta e furia e raggiunsi il piano terra.

Lì, vidi la stessa scena del piano precedente, persone a terra accudite, gente dello Staff morta, vi era anche un po' di allegria e pace sui volti di alcuni.. questo mi rasserenò. Solo che arrivata alla fine del corridoio sentii un odore nauseante, un odore già notato troppe volte e quindi capii immediatamente. C'era una porta, una porta grigia scura, sporca di macchie.. Io, che ho paura dei cadaveri, non volevo assolutamente entrare.. ma svegliarsi ogni mattina con l'angoscia di sapere come stanno i tuoi cari, se sono vivi o morti, stava diventando straziante. Con il cuore che batteva a mille e gli occhi gonfi di paura toccai la maniglia fredda di quella porta che mentre si stava aprendo, cigolò e mi fece rabbrividire e poi.. li vidi. Corpi ammassati l'uno su l'altro.. quasi tutti privi di qualche pezzo: ad alcuni mancavano braccia, ad altri gambe, altri ancora dita.. c'era tanto sangue e in più un odore vomitevole. Ed io incominciai a piangere.. erano stati lasciati lì senza un minimo di compassione né di umanità, tutti vicini, tutti con le stesse facce terrorizzate, tutti che un attimo prima di morire chiedevano pietà. Maledetti* solo questo riuscivo a pensare. Camminavo lentamente, scavalcando alcuni corpi per poter proseguire.. cercavo in tutti i modi di non incrociare i loro sguardi illuminati da quella luce fioca coperta da quelle persiane abbandonate di quelle uniche due finestre che c'erano. E mentre scrutavo i corpi privi di vita, in mezzo al corpo di due ragazze, fuoriuscì la testa, piena di sangue essiccato, di mio padre.. Mi sentì mancare la forza che mi sorreggeva. In ginocchio lo guardavo senza battere ciglio, come se non ci potessi credere. Era bianco, era pieno di lividi.. << Papà.. >> piangevo, piangevo sempre di più, i singhiozzi non mi facevano respirare. Cercavo di prendere aria, ma ogni volta che riuscivo a infuocare un immagine vedevo solo le facce di quei corpi, non capivo niente.. volevo fare qualcosa, volevo salvarlo ma rimasi lì pietrificata. Era morto ormai, e io dov'ero?! Aveva bisogno di me, io cosa facevo?! << Papà!! >> piangevo e urlavo << Perché ci hai portavi lì, perché?! >> e poi ad un tratto mi sentì in colpa << Scusami ti prego!! >> piangevo come in vita mia non avevo mai fatto, la mia testa era così in confusione che non capivo cosa dovevo fare, cosa avrei fatto, cosa sarebbe stato di me.

Sentendo gli urli, arrivò improvvisamente un ragazzo che mi trascinò via di peso, coprendomi gli occhi. Era inutile.. ormai avevo visto tutto, ormai era tutto vivido nella mia mente. Mi posò sul prato fuori al cortile della scuola, cercò di calmarmi ma mi ci vollero un paio di ore per riprendermi. Ero come posseduta: urlavo, buttavo tutto e tutti per aria.. avevo perso mio padre, lui era morto, non avevo più un padre.. E i ricordi di tutto quello che avevamo passato, cioè praticamente tutta la mia vita, mi tartassavano e mi facevano ancora più male.. Finché mi addormentai al sole su quel prato, priva di forze..

Mi svegliai dopo 1 ora e non mi alzai subito, non ne avevo motivo.. perché doversi alzare quando non si ha uno scopo? Quando non si ha un qualcosa da fare?

Dopo un paio di minuti venni raggiunta da questo ragazzo che, per avere un colloquio con me, si stese anche lui: << Tutto bene..?>>

<< A te come sembra. >> odiavo tutti in quel momento, come se nessuno poteva capirmi davvero.

<< Ti capisco >> e cambiò posizione, non più rivolto verso me ma verso il cielo.

<< Non credo proprio >> alzai lo sguardo per vedere la sua espressione, se era ironica o scherzosa ma fui incantata dai suoi occhi, di un blu mare.

<< Ho perso tutti >> e mi fece un sorriso ironico. Io mi sedetti a gambe incrociate e, asciugandomi gli occhi, cercai di consolarlo: << Mi dispiace.. >>

<< Sono qui da prima di te, tu diciamo hai visto quasi la parte finale di questa guerra.. io invece sono stato tra i primi ad arrivare qui. >> mentre parlava non mi guardava ma guardava dritto a se con uno sguardo assente, come se mentre raccontasse in mente sua rivivesse tutte le scene. Io ascoltavo con molta attenzione.

<< Ma si può sapere chi sono e che vogliono? >>

<< Non so da dove escono, quello che so è che si nutrono di carne umana. Hanno una forza spaventosa e non si lasciano trascinare dai nostri sentimenti. Ci hanno selezionati, ci hanno fatto cadere nelle loro trappole.. che siano alberghi, campeggi e quant'altro. Acquistano la nostra fiducia e poi.. >> Piccola pausa, un sospiro e continuò << Si cibano di tutti ma ogni gruppo sanguigno dona un'energia vitale diversa. Ad esempio, se ho capito bene, il gruppo sanguigno che da più energia è l'RH negativo.. >> Sbarrai gli occhi: i libri.. tutti insieme tranne quegli 8 piccolini.. tutti RH negativo.. preso, libero..

<< O cazzo.. >> il ragazzo mi guardò con aria stranita.

<< Che è successo? >>

<< Perché non ci sono arrivata prima.. >>

Parlammo per diversi minuti, gli raccontai tutta la mia storia e lui mi raccontò la sua: si chiamava Kekko e insieme alla sua famiglia era andato a farsi 3 settimane in crociera; Dopo un paio di settimane si fermarono in un posto che non era in programma e li fecero tutti scendere. Mi spiegò che per quelle due settimane lo Staff e la gente che per lui sembrava normale, si comportò benissimo e in maniera dolcissima, come successe a me, ma avevano sempre qualcosa di insolito. Mi raccontò, una volta arrivato in questa scuola, cosa vide e cosa riuscii a sentire, quanto ci rimase, cosa provò.. e alla fine del racconto mi venne spontaneo abbracciarlo. E dopo un paio di secondi sentì un tonfo, mi girai di scatto: era una sedia. Io e Kekko rimanemmo increduli. Alzai subito lo sguardo e, affacciato ad una finestra del secondo piano, vidi Andy che mi scambiò un intenso sguardo infastidito e poi rientrò dentro. Io ero piena di odio. Presi per mano Kekko, che non capiva, e lo portai al primo piano dove c'era ancora quel vasto gruppo di persone che si preparava per attaccare lo Staff. E ad alta voce dissi, senza pensarci due volte: << Ci siamo anche noi! >> Ivan sorrise e rispose: << Siete i benvenuti. >>


Per prepararci all'attacco ci diedero 2 giorni ed io, anche se avevo un' ansia terribile, ero preparata psicologicamente ad aiutare queste persone: dovevo vendicare mio padre e tutto il male che ci avevano procurato!

Ivan, insieme ad alcuni suoi compagni, iniziò a spiegarci cosa fare, come comportarci in caso di situazioni difficili, le armi da usare e come usarle ecc..

Improvvisamente si avvicinò a me una signora sulla 40ina, tutta preoccupata, che, con aria affannata, mi chiese: << Sei tu Denise? >>

Io mi allarmai : << Si che è successo? >>.

<< C'è una bambina al piano di sopra che piange e urla il tuo nome da ore >>.

O santo cielo, LEYLA! Abbandonai subito la lezione, che si era bloccata per capire cosa stesse succedendo, e corsi verso Leyla.

Appena mi vide mi abbracciò, piangeva tantissimo. Ero diventata come la sua mamma, la sua sorella maggiore.. poverina, come ho potuto dimenticarmi di lei?

Dopo una decina di minuti la riuscii a tranquillizzare giocandoci un po e facendole il solletico.

Più tardi, mi misi ad aiutare i soccorsi: medicavo le persone che stavano messe peggio di come stavo messa io quando mi trovarono.. e vedere le facce tranquille di quelle persone che fiduciosamente si facevano curare, mi fece stare benissimo.

Mentre stavo dando un medicinale ad una signora anziana cominciai a scambiare qualche parola con un signore sulla 30ina che stava facendo la mia stessa cosa con un altro signore. Improvvisamente mi venne una domanda non poco intelligente da fare:

<< Ma voi chi siete? Insomma.. come sapevate di questa storia? >>.

La sua espressione, da serena, divenne più seria: << Siamo un gruppo creato da Ivan. Suo padre è un operatore di linee telefoniche e un giorno mentre lavorava ha sentito una conversazione strana.. Parlava di pacchetti di carne portati prima in un hotel e poi, gli stessi, portati in una scuola.. Disse l'indirizzo preciso dell'Hotel e della scuola e le date precise.. ma le carni non durano mesi, a meno che surgelate: e quelle non lo erano. Dicevano che erano pieni di sangue saporito e avevano un buon odore. >> Piccola pausa e poi continuò : << Questa conversazione suscitò interesse ad Ivan che la registrò e la fece sentire ad alcuni suoi amici. D'accordo, decisero di presentarsi all'hotel per vedere se era tutto vero. Quando arrivarono lì per prenotare stanze furono cacciati violentemente a bastonate, ma prima li annusarono. Lo Staff fece entrare solo uno di loro, un amico stretto di Ivan. Per circa 2 mesi e mezzo, Ivan e questo suo amico si sentivano via telefonino e tutto sommato andava tutto bene. Poi un giorno scomparve. Non rispose più al telefono e nemmeno ai messaggi. Cercarono di rientrare nell'hotel ma niente, chiamarono la polizia ma non avendo prove li stettero a sentire ben poco. Allora Ivan ha riunito più gruppi di persone: alcuni si stabilirono nei campeggi o nelle strutture affianco all'hotel altri invece, tra cui Ivan, sono andati, nelle date sentite durante la conversazione telefonica, a vedere fuori alla scuola menzionata se effettivamente succedeva qualcosa. In quelle date vi erano sempre camioncini verdi che arrivavano e che se ne andavano con un sacco di gente. Allora Ivan, pensando fosse una coincidenza, tornò in un giorno non stabilito nella telefonata: trovò il cancello chiuso e l'edificio abbandonato. Ritornò un altro giorno stabilito da “quelle persone” e trovò un casino assurdo: gente che entrava, che usciva. Erano tutti spaventati e alcuni erano anche feriti. E da questo è nato tutto..>> Presa dalla storia la prima domanda che feci fu: << … Ma Ivan ha trovato più il suo amico? >>.

Il ragazzo-signore abbassò lo sguardo: << Si l'ha trovato.. nel cimitero della scuola.. >> Capii che si trattava dell'ultima stanza del corridoio al piano terra, dove si trovava anche mio padre.. e il mio odio si moltiplicò.

<< E' proprio una brava persona. >> Poi mi alzai, lui annuì e con un sorriso lo salutai.

Mentre tornavo da Leyla, ripensai a tutte le cose sentite poco prima e improvvisamente, ripensando ai gruppi creati da Ivan, collegai tutto: Simone! E la sua frase “Io so tutto!”, lui sapeva e tentava di proteggermi. Lui sapeva ma non poteva dirmelo perché ancora non ne era certo. Oddio! Quanto sono stata stupida! Ma perché lui non è qui? Feci il giro di tutti i piani liberati per trovarlo ma non c'era. Ripensai a quando trovai il camping “Happy” abbandonato.. era stato lo Staff! Ora tutto era chiaro, tutto aveva un collegamento!

Non potevo credere di quanta stupidità avessi nella mia testa, era tutto così evidente: i loro atteggiamenti strani, tutte le volta che al ristorante mangiavano la carne al sangue, i camioncini.. la differenza tra le persone che arrivavano e se ne andavano.. praticamente sono stata cieca. Ero cieca perché non volevo vedere.

Tornai da Leyla che mi accolse con un abbracciò e mi raccontò tutto quello che aveva fatto durante la mia assenza. Intanto Ivan continuava a prepararci allo scontro, insegnando come colpire e come schivare perché, per nostra fortuna, qualche anno prima aveva fatto 4 anni di lotta. Io lo ascoltavo con molta attenzione e lo guardavo con un'aria d'ammirazione, era come il mio idolo: forse perché io non avrei mai avuto il coraggio di fare una cosa del genere. Se non fosse stato per lui, se lui non si fosse interessato a quella telefonata strana, se non avesse avuto il coraggio di riunire gruppi di persone per sapere la verità.. magari io non ci sarei più.

L'indomani ci sarebbe dovuto essere il combattimento e io iniziai ad essere più agitata. E come sempre la notte non riuscii a dormire.

Quasi tutti dormivano, a parte Ivan, 5 ragazzi che facevano da guardia alle scalinate e alcune persone più paurose, come me.

Al piano terra vi era la stessa atmosfera del piano di sopra ed io per tranquillizzarmi un po feci una passeggiata. Sentivo i rumori delle persone che dormivano, i rumori della scuola, che siano persiane sbattere per un po' di vento, gocce di tubature abbandonate e quant'altro e in più sentivo dei piccoli bisbigli. Poi, per prendere un po di aria fresca, uscii fuori al vasto cortile. Aveva un aria un po tetra, gli alberi creavano ombre strane e in più si sentiva odore di umidità. Dopo essermi allontanata abbastanza decisi di tornare indietro. Ed ecco che vidi un ombra, un ombra dai capelli lunghi.

Ci misi un po a capire chi era e quando lo capii, giuro, volevo fosse l'ultima persona che fosse lì: Iris.

<< Da quanto tempo Deni! >>. Disse con tono sarcastico. Io non risposi, ero immobilizzata dalla paura.

<< Ma come non si saluta nemmeno più? Eppure ne abbiamo passate tante >>

Continuavo a non rispondere, ero terrorizzata e schifata allo stesso tempo. Lei continuava : << Sai la nostra amicizia è nata grazie al tuo sangue: ha un odore così buono.. e quindi il gusto sarà ancora meglio >> Rise. Era molto diversa dalla Iris che ricordavo: i suoi occhi avevano uno sguardo da maniaca e i suoi lunghi capelli erano tutti sporchi e spettinati.

<< Cosa vuoi ora Iris? >>. Tremavo.

<< Farti sentire una schifezza, ovvio. Ci stai tradendo, non ci amavi? Non avresti fatto tutto per noi? >>.

<< Io vi amavo.. >> il dolore dei ricordi che all'improvviso attraversarono i miei pensieri mi fece cadere sulle ginocchia.

<< Allora perché vuoi farci morire di fame? Non ti abbiamo dato tutto? >>

<< Mi avete solo mentito! >>.

<< Devi solo ringraziare tuo padre >> disse in tono ironico << E' grazie a lui che sei qui. Sai mio padre e il tuo si conoscevano e lui gli aveva promesso una grande somma di denaro se ti avesse portato da noi.. e tuo padre ha ceduto quasi subito. Ahahah solo che poi ha scoperto cosa ti avremmo fatto e quindi ha tentato di portarti via. Ci doveva pensare prima! Stupido, lo abbiamo dovuto rinchiudere e picchiare, abbiamo cercato di fargli cambiare idea, dopo tutto ci aveva fatto un piacere.. ma lui niente! E quindi ecco la brutta fine che ha fatto, è stato bello vederlo morire >>. Sbarrai gli occhi: ecco perché era pieno di lividi e zoppicava, ecco perché non lo vedevo più! Che egoista sono stata! Mi odiavo in quel momento ma, con tutta me stessa, odiavo anche lei. Mi alzai di scatto per spingerla, per colpirla, farla male, farla soffrire.. ma lei aprii la bocca, che divenne larga quasi quanto un quaderno, e appena vidi la scena, questione di millisecondi, feci uno scatto e tornai indietro velocemente.

<< Ti potrei mangiare in un sol boccone Deni >> tremavo ancora di più.

Continuò: << La notte era sempre bello dormire con te: la stanza profumava così tanto. Ma era anche brutto allo stesso tempo, non potevo toccarti, dovevo aspettare aspettare aspettare.. ed eccoci giunti a quel giorno. >> Non potevo scappare, la porta d'entrata era troppo lontana e in più la paura mi bloccava la voce quindi non riuscivo nemmeno ad urlare: questa volta sarei morta, di una morte disgustosa e truculenta.

<< Ma non ti ucciderò oggi. Non ora. Lo farò quando attaccherete una prossima volta: Andy deve vedere la tua morte così la prossima volta s'impara ad innamorarsi di una mortale come te! >> Sorrise, dove nascondeva tutta quella cattiveria? Abbassai lo sguardo un attimo e, quando lo rialzai, me la ritrovai davanti. Mi venne un infarto, riuscì ad allontanarmi di un paio di passi ma lei riuscì a prendermi per il braccio.

<< Intanto mi divertirò ad uccidere ogni persona a te cara.. pezzo per pezzo. Dovrai rimanere sola perché so che diventi più debole quando non hai nessuno su cui appoggiarti. Tu sei solo la mia cena, io ti ho sempre odiata. Sogni d'oro Deni >> mi annusò e mi diede un bacio sulla guancia. Poi si bagnò le labbra e disse: << Quanto sei buona! >>. Mi spinse a terra e scomparve dietro a delle piante.

Rimasi a terra a piangere, ero totalmente ferita dal suo comportamento. Non so spiegare bene: è come se un membro della famiglia, una migliore amica o una persona da te fidata ti tradisse tutto in una sola volta. Mi addormentai lì a terra, rannicchiata su me stessa a piangere, e visto che era la fine di Settembre, iniziava a fare freschetto.

Il giorno dopo mi svegliò Kekko ed io ero felicissima di vederlo. Mostrò molta preoccupazione nel vedermi stesa a terra in mezzo al cortile congelata ma io preferì non spiegargli niente e cambiare argomento. Lo scontro sarebbe avvenuto la sera. In forza ci superavano, quindi noi li dovevamo superare in numero. Per tutto il giorno pensai alla conversazione con Iris e quindi la paura per lo scontro, la paura di fronteggiarla, aumentava sempre più. In più il ricordo di mio padre mi indeboliva decisamente..

I bambini e le persone anziane vennero spostate nel cortile: le persone dello Staff rimaste dovevano essere veramente forti per essere riuscite a superare due scontri. Quindi questa battaglia sarebbe stata più seria e complicata. Chiesi perché non avessero chiamato la polizia: mi risposero che lo Staff aveva pianificato anche questo. Nella zona dov'eravamo non vi era traccia di linea, in più stranamente non passavano più mezzi pubblici e vicino a noi c'era solo il parco giochi che poi scoprimmo abbandonato. La città più vicina distava 20 chilometri. Lo Staff aveva distrutto i mezzi portati dagli amici di Ivan. Eravamo in trappola anche se eravamo liberi. Quindi capii perché nessuno si era allontanato da quell'edificio.

Durante la giornata nessuno si fermò nemmeno per un secondo, specialmente Ivan. Dapprima aiutai le persone a spostarsi nel cortile, poi ascoltai un po il discorso “tranquillizzante” di Ivan che fece a tutti noi, ma mi calmò ben poco. Parlava di aiutarci e di non perdere la calma o la testa, diceva di non distrarci mai e di cercare in tutti i modi di non morire, quindi di non scoraggiarci. In fine ha aggiunto che se fossimo morti l'avremmo fatto per una buona causa, per aiutare delle povere persone che, ingiustamente, sono state portate via dalla loro vita e che hanno quasi visto la morte in faccia. E poi concluse con questa frase: << Lo so che è assurdo.. io tutte le notti devo strofinarmi gli occhi per cercare di capire se è la realtà o un sogno assurdo.. Ma noi siamo qui! Siamo la resistenza, siamo tutto quello che è rimasto a quella gente chiusa lì dentro! E io lotterò per la loro libertà fino alla morte, chi è con me?! >> Susseguì un rumore di esaltazione che mi sembrò una scena di qualche film di guerra, sorrisi.

Intanto lo Staff ogni tanto si affacciava alla finestra e ci spiava, capendo la situazione. Ogni tanto ridevano rumorosamente per sottolineare la nostra impotenza verso di loro. Io non guardavo mai le finestre dei piani superiori per cercare di non agitarmi di più.. eppure all'improvviso sentì come un brivido, un formicolio partire dalla schiena, una sensazione di vuoto quasi.. alzai lo sguardo e vidi Andy che mi osservava con quei suoi occhi intensi. Non so da cosa fossimo legati ma era troppo, ma troppo forte.. Sapevo che la sera l'avrei incontrato, era inevitabile il nostro incontro e questo mi faceva ancora più male.

Ed ecco che verso tarda sera Ivan chiamò a raccolta a tutti noi. Prima di allontanarmi dal gruppo di persone rimaste nel cortile diedi un “forse” ultimo bacio a Leyla.. e lei si mise a piangere silenziosamente. Era piccola, troppo piccola eppure aveva capito la situazione.. d'altronde la paura mi si leggeva negli occhi.

Mi misi vicino a Kekko e lui mi abbracciò forte e nell'orecchio mi sussurrò: << Ti guarderò le spalle >> Lo strinsi ancora di più. In mezzo a quel mucchio di persone vidi altre 2 ragazze di circa la mia stessa età e altri ragazzi, tutti immobilizzati dal panico e dall'angoscia. La mia testa era vuota, non riuscivo a pensare: come quell'attimo prima di fare un tuffo dallo scoglio più alto, mentre ti butti e mentre sei in aria, la tua testa e i tuoi pensieri sono inesistenti.

Ivan ci diede bastoni, sassi e coltelli. Niente pistole o cose varie: erano solo dei ragazzi, senza aiuto dalle forze dell'ordine o cose varie.. dove avrebbero potuto prendere un'arma così? A me toccò il coltello. Mi faceva paura quell'arma, non la volevo e non la sapevo usare, come se tutti gli insegnamenti di Ivan fossero scomparsi. Era frustrante. Stavo quasi per cedere giuro, ma il ricordo di mio padre mi fece restare.

Poi silenziosamente salimmo tutti le scale: era tutto buio, vi era un odore di muffa e di umidità ma salendo sempre più tornava quell'odore nauseante. Odore di sangue e di morte. La mia testa continuava ad essere vuota, anzi quasi impercettibilmente mi girava, ma comunque dentro me sentivo una forte scarica di adrenalina che mi dava la forza di salire quelle scale che sembravano eterne.

Arrivati davanti alla porta che conduceva al secondo piano Ivan si fermò, contò con le mani fino a tre e poi tutti diedero un forte calcio riuscendo a buttare giù la porta. Lo Staff era lì ad aspettarci.

Non capivo perché avessero atteso noi invece di attaccare direttamente loro ma comunque non ebbi molto il tempo di pensare e di rendermi conto della situazione perché subito uno si buttò addosso ad un altro, creando un grosso scompiglio. Io cercai di passare tra la massa di persone senza essere colpita, né essere notata e quindi evitando di trovarmi in uno scontro diretto con qualche d'uno, per raggiungere il corridoio, aprire quelle porte e liberare tutti quanti. Ma appena sorpassata la grande massa mi ritrovai davanti Leonard, uno dei guardiani dell'Eden Hotel, con le gambe semi-aperte e la lingua da fuori, e a me.. si gelò il sangue. Tutto quello che avevo era un misero coltellino, un misero coltellino? E cosa ne facevo? Non era niente in confronto alla sua forza, niente! Io non ero niente in confronto a lui. Mi sentivo come una formica che stava per essere schiacciata da una scarpa. I nostri sguardi si incrociarono per pochi secondi, ma a me sembravano un'eternità. Ma ecco arrivare la mia salvezza: Kekko. Mi vide in difficoltà e subito si buttò contro di lui, quasi senza pensarci, trasformando tutta la rabbia che aveva in forza. Era sorprendente. Rimasi lì a guardarlo con aria meravigliata, completamente incantata dal suo coraggio che solo il suo urlo << Denise Vai! >> riuscì a risvegliarmi. Corsi per il corridoio e, con l'aiuto di un uomo e una donna, riuscii ad aprire una porta e poi un'altra, e un'altra ancora. Alla quarta porta mi affacciai per vedere la situazione: era peggio di quella mia iniziale. Erano tutti spaventati, tutti sporchi, tutti deboli e c'erano anche due cadaveri.. Ero invasa da mille emozioni: rabbia, spavento, schifo, adrenalina, gioia.. solo che troppe emozioni insieme ti fanno perdere la testa. Infatti iniziai a non capire più niente: lo scontro si stava spostando nel corridoi. Udivo urla di qualcuno dei nostri, voci roche e disperate, chiedevano aiuto e.. Dio, quanto li avrei voluti aiutare. Mi vennero le lacrime agli occhi, avevo troppa paura. Correvo di qua e di là, senza una meta, cercando di non scontrarmi con nessuno dello Staff. Vidi un banco nascosto in un angolo, mi ci nascosi dietro insieme ad un'altra ragazza, esile e terrorizzata anche lei.

Non mi ricordo molto di quella ragazza, la guardai di sfuggita un attimo prima di rivoltarmi verso il corridoio e guardare tutte le scene. Calci, pugni.. erano tutti senza pietà, una parte lottava con la fame e la cattiveria, l'altra con l'ira e la vendetta. Ero preoccupata per Kekko, che non vedevo da quella visuale e in più ero intimorita all'idea di poter incontrare Iris o peggio.. Andy.

E detto fatto ecco Iris, con i suoi lunghi capelli platino raccolti in una coda disordinata e priva di senso. Aveva uno sguardo indemoniato e il viso era ricoperto di macchie di sangue. Mi nascosi ancora di più dietro al banco e cominciai ad ansimare. Stava lottando con due di loro, due maschi adulti. Ma lei sembrava riuscisse a rispondere ai loro colpi con una tale semplicità e una tale indifferenza: sembrava una cavalletta, saltava dietro le sue prede prendendole alla sprovvista e mordendole il collo, staccando qualche pezzo, masticandolo e se era buono cacciava un urlo per avvertire quelli più affamati che subito si avvicinavano al corpo per divorarlo. Queste scene erano talmente disgustose che più di una volta fui costretta a chiudere gli occhi.

D'un tratto mi sentii tirare i capelli e fui sollevata per un braccio: Andy. Gli diedi calci, pugni, morsi ma lui mi poggiò sulla spalla e cominciò a correre, entrando in un'aula un po più lontana e vuota. Mi poggiò su un banco e mi abbracciò.

<< Tutto bene? Mi sei mancata. Non riesco a starti lontana..>> Io rimasi incredula, zitta, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Ceh.. in un momento così, lui riusciva a parlare di queste cose?!

<< Sei pazzo? >> lui si distaccò e mi accarezzò il viso, anche lui con gli occhi da fuori.

<< Cosa c'è? Non mi ami più? Mi odi..? >> Non ci potevo credere.

<< Andy! Guarda cosa sta succedendo fuori! C'è una guerra, io e te siamo nemici! Tu uccidi la gente! >>

<< Se non uccidiamo la tua gente morirà la mia di gente! Non capisci?! Voi non uccidete gli animali per sfamarvi? Voi siete i nostri animali! Ma purtroppo di uno di questi io me ne sono innamorato! E non posso farci niente! N-I-E-N-T-E. A parte che pensarlo e spiarlo per vedere che sta bene o che mi pensi! >>

In quel momento io ero come sotto droga. Non c'era un pensiero sensato nella mia testa. Per tutti quei giorni ero vissuta con un pensiero fisso nella testa: IO buona ANDY cattivo. Ora invece, ascoltandolo, avevo capito il suo punto di vista e quindi non sapevo più cosa fare. Aveva ragione.. io stessa stavo facendo la sua stessa cosa. Uccidevo la sua gente per salvare la mia. E lo amavo.. lo amavo con tutto il mio cuore. Non potevo fargli del male. Avevo un coltello, potevo ammazzarlo. Ma la mia mano era come se non rispondesse ai miei comandi. Il mio corpo, la mia mente, tutto era attratto da lui. E in più sentivo che una lieve ferita fatta a lui era una ferita fatta anche a me. Eravamo come una cosa solo. In 4 mesi, ci si può innamorare così tanto di una persona tanto da rischiare la vita? Eppure decisi di non cedere.. dovevo fare la cosa giusta.

<< Ogniuno salva la propria specie.. è così che va la vita. >> Lo allontanai spingendolo sul petto, scesi da quel banco, uscii dalla porta e mentre la richiudevo vidi lui seguirmi con lo sguardo e inginocchiarsi. I suoi occhi erano la tristezza in persona, erano diventati sfumato rosso, pronti per piangere e appena chiusi la porta.. lo sentii.. Piangeva, piangeva.. e io appresso a lui..

Mi sedetti a terra con la schiena contro il muro: mai mentire fu più difficile di quella volta.

Dopo un minuto mi rialzai, quasi senza forze, sopratutto per paura che Andy potesse riuscire da un momento all'altro, paura di poter rincrociare i suoi occhi e la sua delusione. Oppure paura che se lui avesse visto i miei di occhi avrebbe capito le mie vere emozioni. Mentre camminavo nel corridoio sentivo le urla delle persone in lontananza e la paura cominciò a farmi ribattere forte il cuore. Mi nascosi dietro un angolo e mi affacciai per vedere la situazione. Dio mio, quanto sangue.. corpi corpi e corpi. Le persone si erano dimezzate: non era una battaglia, era un massacro.

Vidi una signora in difficoltà e, pregando quasi ad alta voce, lanciai il coltello che centrò in pieno la nuca di quell'essere. Feci un grido di esaltazione ma fu subito soffocato da una mano che mi prese per il collo e mi buttò contro il muro: Iris.

<< Quello era mio amico stronza! >> Riuscì a mollarmi un pugno in pancia che mi fece sputare sangue. Lei ne prese un po con il dito, lo assaggiò e, incredibilmente, le sue pupille si allargarono ancora di più. Vide dell'altro sangue che mi stava uscendo dalla bocca e accostò le sue labbra alle mie. Rimasi sconvolta, pur di avere un po di sangue arrivò addirittura a questo. Mi baciò per circa 5 secondi poi si allontanò e si asciugò la bocca.

Ero senza coltello, che stupidamente avevo buttato poco prima. Nessuno riusciva a vedermi, ero dietro un angolo. Non potevo urlare, avrebbe solo avvicinato la mia morte. Ero impietrita, incapace di muovermi o di fare qualcosa: aspettavo solo la morte. E proprio in quei secondi fatali, guardando il viso di Iris, mi comparvero tutti i ricordi di quella estate passata insieme a loro. Tutte le risate, gli abbracci, i baci. Tutte le volte che ci siamo aiutati a vicenda, tutte le gelosie, i discorsi strani, i sorrisi. E questi ricordi mi fecero comparire una forza inaspettata, quella forza che ti permette di rispondere, ti permette di importi. Una forza che riuscì a farmi scappare e allontanarmi da Iris. Non so bene che movimenti abbia fatto, ma un attimo dopo ero nel corridoio e correvo. Correvo e ridevo dalla felicità e dall'adrenalina. Ero scampata un'altra volta alla morte, avevo un mazzo esagerato. Iris mentre cercava di prendermi fu acchiappata da 5 uomini e io, sentendo le sue urla di protesta, mi girai di scatto. Era il momento, il momento della morte di Iris. Tutto cominciò a muoversi a rallentatore. La tenevano per le braccia e uno le teneva la testa, pronto a mozzargli il collo. Vedevo i loro muscoli contrarsi e quindi capivo la quantità di forza che ci mettevano per tenerla ferma. Un secondo prima che accadesse la morte, Iris si girò dalla mia parte: i suoi occhi azzurri avevano quell'espressione dolce e tenera, come aveva tenuto tutti i giorni di quella estate. Si inumidirono. E poi.. e poi si chiusero. La testa e il corpo furono gettati in due luoghi diversi, come spazzatura. E io.. io piangendo mi allontanai seguendo il gruppo di vincitori.







  
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