Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: smartys ayane    29/10/2013    3 recensioni
Un uomo. Un uomo e un soldato. Il soldato più forte dell'umanità, alcuni sostengono. Sicuramente un uomo freddo e spietato. Ma molto più sensibile di quello che possa sembrare.
Fan Fiction incentrata sulla storia e i pensieri di Rivaille, ma sono presenti tutti i personaggi. Vengono narrati accadimenti che vanno oltre quelli visti nell'anime, perciò se non avete letto il manga e non volete spoiler vi sconsiglio di leggerla.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dal cuore di ghiaccio'
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Il titano bestia

Combatti. Combatti sempre come se non temessi la morte. Combatti come se non avessi nulla da perdere. Combatti, e non pensare a nient’altro.
Levi sfoderò le spade proprio un attimo prima di raggiungere la collottola del titano. Il gigante, alto circa 12 metri e intento a catturare Sasha, non si era minimamente accorto della presenza alle sue spalle.
Stupide. Stupide bestie.
Il capitano si avvicinò velocemente alla parte posteriore del collo del titano, e recise profondamente il suo punto vitale.
Il gigante non ebbe nemmeno il tempo di urlare che cadde rumorosamente a terra. Fuori uno.
Levi si voltò, pronto ad affrontare un altro dei cinque titani che erano improvvisamente apparsi sulla loro strada mentre avanzavano spediti verso la meta, ma i suoi compagni avevano già annientato tutti i giganti. Meglio così. Tuttavia, non aveva formato quella squadra solo perché la più forte, ma anche perché sapeva di potersi fidare ciecamente di tutti loro. Tranne uno.
I suoi erano cattivi pensieri, lo sapeva bene. Doveva avere fiducia in tutti i suoi uomini, senza esclusioni. Ma c’era un nuovo titano anomalo che minacciava l’umanità, e dopo la sorpresa di Berthold, Annie, Ymir e Reiner temeva che qualcun altro dei suoi uomini potesse nascondere un titano.
D’altronde, non era ancora certo che il gigante a cui stavano dando la caccia fosse realmente controllato da un umano. Le sue erano solo supposizioni. Ma c’erano troppe caratteristiche in quello strano essere che gli suggerivano ciò.
Il titano bestia. Così lo chiamavano. Era alto circa 17 metri, e godeva di una forza impressionante. Levi non lo aveva ancora incontrato, ne aveva solo sentito parlare, ma aspettava con ansia il momento in cui avrebbe smascherato quest’altro traditore. Il gigante in questione riusciva a interagire con gli umani anche con il linguaggio, ed era palese che possedesse intelletto. Non c’era bisogno di un esperimento scientifico per dimostrare che dietro di lui si celava un uomo.
Tuttavia, l’unica cosa realmente importante in quel momento era trovarlo, catturarlo e scoprire l’ennesimo traditore. E ce l’avrebbero fatta. Levi non era solito accettare sconfitte.
“Capitano!” Il ragazzo si voltò. Dietro di lui, Eren ansimava rumorosamente e indicava un punto lontano in mezzo agli alberi “Laggiù c’è una ragazza svenuta. Ha la testa sanguinante, ma respira ancora. E’ viva, possiamo salvarla!”
Levi si avvicinò con tutta calma ai cavalli, incurante di voltarsi verso il luogo che Eren gli aveva indicato
“Andiamo” disse senza battere ciglio mente montava insieme agli altri sul proprio cavallo.
 
Pochi minuti dopo, il gruppo si fermò in una radura a pochi passi dal luogo dove avevano combattuto i giganti. La ragazza era quasi al centro di essa, in posizione supina, con il braccio destro verso l’alto e la mano sinistra stretta in un pugno, come se stesse afferrando qualcosa.
Levi scese da cavallo, e si avvicinò. Eren fece lo stesso.
La ferita alla testa non sembrava particolarmente profonda, tuttavia il sangue continuava a sgorgare copioso, mescolandosi ai capelli biondi.
Era giovane, non doveva avere più di vent’anni. La corporatura era esile, troppo per essere un soldato. Non portava nessuna divisa, e ciò confermava che di certo non apparteneva a nessun gruppo militare.
Non ci serve. Ci ostacolerà solamente.
Levi le prese il polso, per avere la conferma che fosse ancora viva. Il battito era presente, ma molto lieve.
Si alzò di scatto, portandosi una mano sul fianco destro.
“Il battito è lento, e l’emorragia sembra non volersi fermare. Inoltre abbiamo ancora molta strada da percorrere, e incontreremo molti titani, e ciò la metterebbe ulteriormente in pericolo. È inutile portarla con noi. Troverebbe lo stesso la morte, e fossi in lei preferire attenderla qui, incosciente e incapace di provare dolore piuttosto che nella pancia di qualche titano. Quindi, rimettiamoci in marcia”.
Levi avanzò verso il suo cavallo, pronto a partire. Eren, invece, rimase a fissarlo inorridito.
“Non possiamo lasciarla qui!” esclamò avvicinandosi al caporale “Non è ancora morta, abbandonarla sarebbe un omicidio!”
Levi lo fissò a lungo, senza proferire parola. Non si era voltato verso gli altri ragazzi, ma poteva ben immaginare che anche loro erano rimasti sconvolti dalla sua scelta.
Umanità. E’ questo che li frega.
“Fa come vuoi” disse infine “non credo che la sua presenza intaccherà in qualche modo la nostra missione. Ma se dovesse succedere, non dovrai minimamente esitare a lasciarla indietro”
Gli occhi di Eren si illuminarono “Grazie, Capitano!”
Il ragazzo strappò una striscia del suo mantello, e la usò per fasciare la ferita della loro nuova compagna. Poco dopo Connie lo raggiunse, e lo aiutò a issare la ragazza sul suo cavallo.
Levi, intanto, era già parecchi passi più avanti.
 
La sera stava calando sulla foresta di alberi giganti dove il Capitano aveva portato il suo gruppo.
Finalmente.
La squadra non era stata informata sul luogo dove si sarebbero diretti, ma adesso che si trovavano lì avevano capito perfettamente il motivo per cui il Capitano li aveva portati in quel posto.
Ultimamente, infatti, il titano bestia era stato avvistato sempre più spesso da quelle parti. Secondo alcuni non c’era un motivo preciso, mentre secondo Hanji, Levi, Erwin e Armin il gigante stava cercando qualcosa, o qualcuno. Quell’idea, in effetti, non era da escludere, considerando che il titano in questione era in grado di ragionare e perfino parlare.
“Ognuno ai vostri posti!” esclamò Levi salendo sulla cima dell’albero più vicino a lui.
Aveva mostrato in precedenza la disposizione della squadra ai suoi ragazzi, ed essi non esitarono nemmeno un attimo a trovare l’albero più adatto su cui arrampicarsi. Il caporale vide che l’ultimo a posizionarsi fu Eren, che aveva perso tempo per cercare un luogo appartato dove nascondere il proprio cavallo, sul quale si trovava ancora la ragazza trovata nella radura.
Testardo.
Levi lo guardò. C’è molto di me in lui.
Ricordò la prima volta che l’aveva visto, quando gli aveva salvato la vita. Lo aveva voluto a tutti i costi nella sua squadra. Nemmeno un uomo forte, agile e veloce può nulla contro un ragazzo che ha perso tutto, tranne la forza di volontà e la voglia di vendetta verso chi gli ha distrutto la vita davanti. E poi, anche lui poteva trasformarsi in un titano.
Per fortuna, almeno lui sta dalla nostra parte.
 
Era notte fonda ormai, e pioveva a dirotto. Gli alberi non erano in grado di coprire i soldati dalla pioggia, ma il loro fisico era ormai talmente abituato alle intemperie che nessuno si sarebbe ammalato anche se avesse continuato così per il resto della notte.
Tutti sembravano tranquilli. Eren si guardava sempre dietro per assicurarsi che la ragazza stesse bene, Mikasa si stringeva la sciarpa rossa sul viso, Armin fissava l’erba ai suoi piedi e Sasha e Connie conversavano animatamente da un ramo all’altro. Levi non era in grado di vedere cosa stesse facendo Jean, dato che il ramo su cui si era posizionato era coperto dalla chioma di un albero. Il Capitano poggiò la testa sul tronco, e sospirò.
Perché cazzo non ti fai vivo, merda! Levi strinse i denti, e tornò a guardare verso la direzione di Jean, anche se non poteva vederlo. Guarda caso, tu sei qui e quel cazzone non si fa vivo. Appena mi viene il minimo sospetto ti trapasso da una parte all’altra con entrambe le spade, ti taglio a fettine e ti…
Levi non ebbe il tempo di formulare il pensiero, che un boato e un tremore catturarono l’attenzione di tutti i presenti.
Ci siamo! Levi si affrettò a sfoderare le spade. Era lui, doveva essere per forza lui, lo sentiva.
La squadra era tutta concentrata verso il caporale, che avrebbe dovuto dare loro il segnale quando sarebbe arrivato il momento di attaccare.
Levi attese. Ascoltò il rumore dei suoi passi, lo scricchiolio dei rami da lui calpestati. E poi, lo vide.
Arrivò in fretta, e in fretta si fermò, come se aveva già pianificato di giungere lì.
Come se cercasse qualcuno.
E infatti, sembrava proprio che il titano fosse alla ricerca di qualcosa. Cominciò a guardarsi a destra e a sinistra frettolosamente, senza cambiare posizione. Era certo che ciò che stava cercando fosse lì.
Tuttavia, bastò un passo, un solo passo per convincere Levi che dovevano sbrigarsi.
E così, lanciò il segnale.
In un solo attimo tutti i ragazzi saltarono giù dai rami dove erano posizionati e si gettarono su una parte del corpo della bestia, come stabilito.
Prima di gettarsi sulla collottola della bestia, Levi si accertò che tutti fossero pronti ad attaccare sul punto a loro assegnato.
Mikasa sulla spalla destra, Armin sul fianco sinistro, Sasha e Connie sulle ginocchia, Eren sulla fronte e Jean…
Levi si immobilizzò. Jean.
Dove cazzo sei, cosa cazzo stai facendo, che merda sta succedendo qui?
Jean era scomparso.
Non c’era tempo per pensare. Doveva agire.
Azionò quindi la manovra tridimensionale pronto a gettarsi sulla collottola del titano, ma non fece in tempo.
Con un solo colpo, incredibilmente forte, il gigante gettò via tutti i ragazzi che si erano posati sul proprio corpo, compreso Eren che scivolò giù dalla fronte del titano andando a schiantarsi rumorosamente sull’albero più vicino.
Merda!
Il titano bestia si voltò velocemente verso il caporale, lo sguardo inferocito. Tuttavia, Levi non si era ancora arreso.
Azionò nuovamente la manovra tridimensionale, spingendosi verso il titano per cavargli un occhio, ma la bestia fu più veloce, e lo strinse in pugno più forte che poté.
Levi guardò giù per vedere se qualcuno dei suoi compagni si fosse ripreso, ma si rese conto che erano tutti svenuti, e forse qualcuno non era riuscito a salvarsi.
“Jean!” urlò Levi al titano “Io vivrò, e ti ucciderò! Ti rimanderò all’inferno da dove sei uscito e tornerai nella feccia da cui provieni!”
Il titano alzò la mano che teneva stretta il Capitano. L’uomo si accorse che il suo sguardo si era rivolto per un momento verso il basso, e capì cosa aveva intenzione di fare.
“Certo, ti fa schifo mangiare un tuo stesso simile, preferisci ucciderlo facendolo sfracellare a terra da 17 metri di altezza, no?”
Levi tentò di opporre resistenza, ma la forza del titano era immensa. Non sarebbe mai riuscito a liberarsi da quella morsa.
Il ragazzo guardò a terra, proprio nel punto dove si sarebbe schiantato tra poco.
Perché deve finire così?
Levi chiuse gli occhi, senza smettere però di tentare a liberarsi. Sarebbe morto, ma non lo avrebbe fatto da vinto. Prima o poi quel bastardo sarebbe stato smascherato, e qualcuno avrebbe continuato il suo lavoro.
Levi percepì all’improvviso un potente vuoto d’aria, e sentì quella fastidiosa sensazione allo stomaco di quando si cade da un’altezza considerevole. Sentì poco dopo la discesa bloccarsi all’improvviso, e qualcosa di denso e caldo finire sul suo viso.
Poi, il buio.



ANGOLO AUTRICE: Buonasera, gente :3 Scusate se ieri non ho avuto il tempo di commentare, ero in ritardo a karate e dovevo correre >.< Allora, in verità non ho molto da dire: mi piacerebbe sapere da voi cosa non va nella mia storia, sia da un punto di vista formale e linguistico sia tematico. Per questo spero di trovare qualche recensione adesso, perchè mi piacerebbe davvero migliorare nello scrivere, e solo voi potete aiutarmi! Detto questo, adesso scappo e vado a magnare *Sasha mode on* ci rivediamo al prossimo capitolo, un bacio! :* P.S.: spero di non aver rovinato sorprese a nessuno, avevo avvisato di non leggerlo se non avete letto il manga u.u
   
 
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