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Autore: Kikyo91    30/10/2013    1 recensioni
A volte, andarsene non è una soluzione.
A volte, cercare di dimenticare non porta a nulla.
A volte, ripercorrere gli stessi passi può essere solo l’unica scelta.
A volte.
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seguito di Tri-Angle
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
~ Hiro ~



 
Un odore inebriante si sparse pian piano in tutta la casa.
Era un odore strano, che inevitabilmente si poteva assaporare ogni mattina, quando ci si alzava.
Profumo. Ecco, forse, l’aggettivo che più si addiceva a quell’aroma.
Un ondata di caldo investì JaeJoong, all’improvviso.
Il giovane, spalancò gli occhi di colpo.
In un primo momento, non riuscì a distinguere bene ciò che lo circondava. Sembrava tutto a posto.
Istintivamente si voltò alla propria sinistra.
YunHo era li, ancora profondamente addormentato e, per di più, svestito quasi completamente.
Lo guardò per qualche attimo. Poi sbadigliò. Era talmente assonnato che, spiegabilmente, non si ricordava nemmeno di ciò che avevano fatto la sera prima.
Rimembrava solo che JunSu e YooChun erano venuti a casa loro e che avrebbero dovuto fermarsi fino alla mattina dopo per un “problema”.
YunHo quindi, per farsi ripagare, aveva avuto la brillante idea di ordinare da bere e mangiare per concludere in bellezza la festa della laurea di JaeJoong.
Ecco, da quel momento, non si ricordava nulla di nulla.
L’istinto gli diceva di svegliare YunHo a cuscinate, ma poi, vedendolo così rilassato e, appurato che in effetti erano solo le sei della mattina, decise di lasciar perdere. Per compassione se non altro.
Fece l’atto di ributtarsi sotto le coperte e riprendere a ronfare ma una voce sottile, quasi dei bisbigli, provenienti sicuramente dal salotto o dalla cucina, lo interruppero nel farlo.
Curioso, piano, senza svegliare il compagno, scese dal letto e si mise le ciabatte.
Arrancò a fatica verso la porta. Aveva i muscoli un po’ intorpiditi. Ma che cavolo avevano fatto lui e YunHo quella notte?!! Si chiedeva mentre cercava la maglia del pigiama.
Chiuse la porta della camera e si diresse silenziosamente in cucina, da dove era sicuro che provenisse quel buon odore di caffè.
Seguì le luci accese, ed Infilò la testa nella stanza.
In un primo momento sembrava che non ci fosse nessuno, eccetto la moca accesa che emanava fumo.
Poi però, in un angolo, con cellulare all’orecchio e andando costantemente avanti ed indietro, notò JunSu, ancora in pigiama che sussurrava parole quasi incomprensibili.
Rimase un tantino a bocca spalancata, quando l’amico si accorse di lui.
Un po’ distrattamente, JunSu gli fece un cenno di saluto con la testa e gli indicò la caffettiera che ormai era pronta con il caffè fatto.
JaeJoong capì al volo e corse a spegnerla, aprendo poi la portiera di un armadietto che conteneva le scodelle per la colazione.
Mentre JunSu continuava la sua chiacchierata con quello che doveva essere l’idraulico, mise quattro tazze sul tavolo, munite di cucchiaini e zucchero, andando poi a versare il caffè.
Infine, si sedette e cominciò a giocherellare con il proprio cucchiaino, nell’attesa che l’altro finisse la chiamata.
Non ci volle molto.
Senza che JaeJoong potesse rendersene conto, JunSu spense il cellulare e lo appoggiò un po’ bruscamente su una mensola.

- s-scusami… - esclamò - ti ho svegliato, JJ? -

- nono! Tranquillo! – lo rassicurò il biondo sorridendogli

Non sapendo con esattezza cosa fare, JunSu decise di sedersi al tavolo, osservando la tazza il cui liquido contenutovi lanciava in aria ondate di fumo caldo.

- YunHo…dorme? – domandò incerto

- si…come un ghiro…beato lui che ci riesce… - sospirò ironico

- perché?! Tu no?! -

- mi alzo sempre prestissimo alla mattina…ho l’orologio metabolico un po’ sballato… -

- eheheh..ti capisco…vale lo stesso per me… -

Entrambi presero a sorseggiare il loro caffè che stava già cominciando ad intiepidirsi.
JaeJoong solitamente era di poche parole alla mattina ma, nonostante avesse pure JunSu che continuava a fargli domande, non riusciva a formulare un discorso articolato con lui.
In realtà, da quando lo aveva conosciuto al suo ritorno, quel giorno in aeroporto, non ci aveva mai parlato faccia a faccia, da solo.
Anzi, probabilmente quella era la prima volta in assoluto che chiacchieravano insieme.

- ehm..YooChun dorme? – bofonchiò JaeJoong

- n-no… - rispose l’amico colto un po’ alla sprovvista - …c-credo sia in bagno a farsi una doccia… -

- capisco… -

- … -

- … -

- ….scusa se vi siamo piombati in casa di punto in bianco… - aggiunse infine JunSu

- non preoccuparti…non arrecate minimo disturbo! – gli sorrise il biondo, convinto

Poi, nuovamente, ripresero a bere la propria bevanda, incapaci di continuare a parlare.
Ne uno ne l’altro sapevano cosa dirsi. Anzi, non nascondevano una specie di imbarazzo.
Mentre JunSu cercava qualcosa di convincente da dire, JaeJoong, inevitabilmente, continuava fissarlo con la cosa dell’occhio, senza che lui se ne accorgesse.
Era davvero un bel ragazzo. Intelligente, amabile, perfetto sotto ogni punto di vista e assolutamente timido.
Aveva un anno in meno di YooChun(e di lui,ovviamente)ma molte volte, ne dimostrava anche di più.
Per la sua saggezza e serietà.
Portava al dito un anello d’argento, uguale a quello di YooChun.
Quando i due si erano giurati amore eterno, lui non c’era, era lontano, in America. Non aveva potuto assistere all’evento.
Non aveva potuto assistere alla felicità di YooChun.
YunHo una volta si era messo d’impegno e glielo aveva raccontato.
Gli disse che era stato un giorno piuttosto soleggiato, d’inizio marzo.
Gli disse che non aveva mia visto YooChun così felice.
Gli disse che JunSu era stata la salvezza dell’amico.
Da quando avevano cominciato a vedersi,YooChun era maturato, era cambiato.
Avevano fatto molte gite con YunHo in quel primo periodo. Il ragazzo aveva ammesso di averli pure invidiati.
In effetti, ripensandoci, YooChun era iperprotettivo nei confronti di JunSu.
Era sempre pronto ad aiutarlo, lo coccolava puntualmente tutte le volte che ne aveva la possibilità, insomma, era semplicemente premuroso.
Quel ragazzo doveva esser davvero speciale per YooChun.
Doveva amarlo davvero! Più di quanto non avesse amato JaeJoong o YunHo.
Guardare JunSu gli dava un senso di tenerezza immensa.
Non sapeva spiegarlo, ma sembrava un ragazzo così per bene, così innocente, così…puro.
Già…puro.
In effetti, della vita privata sua e di YooChun, JaeJoong sapeva poco niente.

- senti… -

Tutto d’un tratto, la voce di JunSu si fece esile, quasi tremante.
Aveva posato la tazza sul piano liscio del tavolo e sembrava parecchio incerto. Quasi avesse avuto timore di parlare.

- dimmi, ti ascolto… - esclamò il biondo tranquillo, cercando di rassicurare JunSu con il tono della sua calda voce

- … -

- …? -

- …a-avrei da chiederti…una cosa… -

- …di che tipo? – domandò a sua volta JaeJoong, cominciando ad essere troppo curioso

- …è una cosa piuttosto…personale… -

- con me puoi parlare! - lo incoraggiò – anche se centra con YooChun, stai pur certo che non dirò nulla! -

JunSu sorrise timidamente.

- …beh… -

- … -

- volevo…sapere se… -

- … -

- …tu…la tua prima volta….hai provato tanto dolore? -

JaeJoong smise di bere il caffè e lo guardò, come se non avesse afferrato bene il concetto.
L’amico, a qualche metro da lui, stava sprofondando nella vergogna più assoluta e sembrava sul punto di alzarsi per andarsene.
Era la prima volta che qualcuno gli chiedeva una cosa del genere. Era la prima volta ce qualcuno se ne interessava, a dire il vero.
JunSu gli aveva appena domandato com’era stata la sua prima volta…
E chi se la ricordava?!.
Provò a pensarci, abbassando lo sguardo.
Com’era stata la sua prima volta?
Da che ricordava, brutale, in tutti i sensi. Credeva di non aver mai sentito così tanto dolore come quella volta e, sfortunatamente, il suo primo cliente non era stato gentile, nonostante tutto.
Si ricordò persino di aver pianto tutta la notte, pregando perché finisse al più presto. E quel tipo, più lui piangeva, più si divertiva.
Era un ricordo triste, che aveva sempre cercato di dimenticare.
Cosa doveva rispondere adesso? Cosa doveva dire per non mettere paura a JunSu?
Anche perché lui, probabilmente non sapeva nulla del suo lavoro di accompagnatore.
JunSu pensava che la sua prima volta fosse stata con YunHo.
E quante volte aveva desiderato che fosse stato davvero così…

- p-perché…una domanda…del genere? – domandò un po’ evasivo

Il ragazzo non riuscì a dire una parola. Guardava vuoto il caffè che era rimasto nella tazza, ormai tiepido.
Assunse un aria un po’ triste. Forse sarebbe stato meglio rispondere più direttamente?

- s-scusami…so che non sono affari miei… - borbottò JunSu cupo

- no…non è questo… - lo interruppe JaeJoong – è solo..che non capisco il perché della domanda… -

- … -

- … -

- …se…ti dicessi…che ho paura? -

Il biondo sembrò ancora più confuso di prima, ma poi, realizzò ciò che JunSu probabilmente voleva dire.

- …paura…? - ripeté

- ho paura…paura del dolore…che potrei sentire…se…se decidessi di fare l’amore con YooChun… - ammise infine

JaeJoong sospirò pesantemente.
Dunque, era davvero quello il problema. Paura del dolore…a suo tempo, JaeJoong non si era posto una domanda del genere…

- lo sai…è da quasi due anni che stiamo insieme… - continuò

Il biondo annuì discretamente

- …beh…nonostante siamo una coppia da così tanto tempo…non lo abbiamo mai fatto… -

- … -

- YooChun mi ha detto…che non devo preoccuparmi…che se non mi sento pronto lui non insisterà… -

- … -

In quel mente, JunSu s’incupì ancora di più, quasi volesse negare ogni cosa, quasi si fosse appena pentito di aver raccontato tutto a JaeJoong.

- …ma sono sicuro…di essere un peso per lui…con questo mio atteggiamento… - sospirò

- …JunSu… -

- per questo te lo chiedo JJ…tu, probabilmente puoi capirmi più di tutti… -

Si guardarono per dei brevi istanti. Già, era vero.
Probabilmente, lui era l’unico che poteva capire lo stato d’animo di JunSu. Poteva capirlo più di YunHo o di YooChun.
Perché lui stesso aveva provato quel tipo di dolore. E lo aveva provato per moltissime volte prima di riuscire a convivere con esso.
Prima di riuscire ad alleviarlo, piano piano
Ora però non sapeva rispondergli. Non voleva spaventare JunSu, ma non voleva nemmeno dirgli di non preoccuparsi, che non c’era nulla di cui aver paura. Sarebbe stata una menzogna.
D’altronde, la prima volta doveva essere la migliore.
Per lui non lo era stata, ma lo aveva accettato col tempo.
E Junsu non poteva compiere i suoi stessi sbagli.

- …senti …JunSu… - cominciò titubante

- … -

- purtroppo io…non sono il tipo di ragazzo che va preso come esempio in questo caso… - sospirò amaramente

- c-cioè…? -

- hai ragione, io ti posso capire meglio di chiunque altro…però… - continuò - …la mia prima volta non è stata esattamente come la intendi tu…credo… - aggiunse in fretta vedendo l’amico assumere uno sguardo interrogativo

- ma…c-che vuoi dire…non capisco… -

Il biondo sospirò e abbassò lo sguardo.
Curvò le spalle, strinse i pugni quasi d’istinto. Credette che per un momento, JunSu si fosse pure spaventato da quella reazione.

- …le…mi prime esperienze…non sono state molto belle… - disse - …ma da quando ho incontrato YunHo, nella mia vita sono cambiate molte cose… -

- davvero? – chiese curioso

- già…certo, all’inizio è stata dura…ma poi si è risolto tutto per il meglio! -

Abbozzò un sorriso compiaciuto, mentre ricordava gli avvenimenti belli e brutti che in passato avevano travolto la sua vita.
JunSu, osservandolo così contento, sembrò riacquistare un po’ di colore e carattere.

- comunque…se non te la senti, non devi farlo… - concluse infine il biondo - …la prima volta deve essere la più bella! -

L’amico sorrise amichevolmente e annuì, anche se non ancora soddisfatto.
Avrebbe voluto chiedere a JaeJoong cosa significavano le parole di poco prima, ma aveva paura di essere davvero troppo invadente.

- …grazie…JJ… - sospirò infine sorridendo

- scusami, se non ti sono stato di grande aiuto... -

- ma no! – obiettò JunSu – ho capito perfettamente cosa intendevi! -

Il giovane sorrise ancora, anche se piuttosto leggermente.



- KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH! -



In quel momento, un urlo portentoso ruppe quella conversazione tranquilla, spaventando entrambi i ragazzi che ,per poco, non fecero cadere le tazze sul pavimento, mentre stavano andando a collocarle nel lavandino.

- che succede?! – chiese JunSu preoccupato

JaeJoong sospirò scocciato

- questo è YunHo di sicuro… - borbottò - …andiamo a vedere… -

Data lo scarso interesse da parte del biondo, JunSu non potette che essere doppiamente agitato.

- non…non sei preoccupato? -

- mah…come al solito non troverà le sue mutande preferite… -

- ha delle mutande preferite?! – esclamò sconvolto

- già…ti pare normale uno così?! -

Entrambi, si diressero verso le camere.
Tuttavia, l’urlo non proveniva dalla stanza dei padroni di casa, ma dal bagno, che si trovava di fianco a essa.
YunHo era davanti alla porta, solo con l’intimo addosso ed una spazzola in mano che stava utilizzando come possibile arma di difesa.
Sembrava a dir poco sconvolto.

- allora…che succede? – domandò stizzito JaeJoong

YunHo, balbettò parole incomprensibili e con il dito indicò l’interno del bagno.

Vi era niente meno che YooChun, ancora tutto grondante di acqua, appena uscito dalla vasca.
Aveva solo un asciugamano attorno alla vita.

- YooChun! – esclamò JunSu coprendosi gli occhi ed arrossendo per istinto

- mi…mi stavo facendo la doccia! E questo qui è entrato senza bussare! - spiegò il ragazzo alludendo a YunHo

- q-questo è il mio bagno accidentaccio!!! Rivestiti!!! -obiettò YunHo

- se mi lasci cinque minuti mi cambio!! –

- cinque minuti sono troppi!!! Copriti ed esci subitoo!! -

- ma di che ti scandalizzi scusa??!! Come se non avessi mai visto un maschio nudo… - borbottò YooChun indicando JaeJoong

- si…vabbè, ragazzi piantatelaaaa…. – li interruppe il biondo cominciando a spazientirsi

- ma JJ… - esclamò YunHo facendo gli occhi dolci – sai bene che se arrivo i ritardo il capo mi licenzia in tronco!! -

- tsk…svegliati prima alla mattina… -

- non ti faccio nemmeno un po’ di pena??!! -

- nah…mi irriti e basta… -

- eeehh??! -

- ehm…non vorrei interrompere… - intervenne JunSu

- …ma potreste discutere in salotto e chiudere la porta di questo accidenti di bagnooo??? – concluse YooChun

 

**




Fortuna volle, che quella mattina, a differenza di quanto YooChun aveva detto, non ci mise affatto cinque minuti, ma decisamente meno. YunHo, una volta vestito, si era precipitato al lavoro, saltando addirittura la colazione che JaeJoong gli aveva pure preparato.
“mangio qualcosa là!” gli aveva detto mentre si infilava le scarpe in fretta e furia.
Poi, se ne era andato in macchina, sperando di arrivare puntuale.
JunSu e YooChun quindi, aiutarono il biondo a sistemare un po’ il salotto, ancora in disordine dal giorno prima e, in seguito, decisero tutti e tre di andare a fare una passeggiata.
La giornata era abbastanza soleggiata, si poteva stare tranquillamente in maniche corte, senza il rischio di prendere freddo. Lungo la strada, si fermarono a comperare dei gelati e, tra un negozio e l’altro, JaeJoong si ricordò di fermarsi in edicola.
Alan, come sempre era disponibilissimo nei suoi confronti. Raramente metteva da parte le riviste i clienti, ma per chiunque facesse parte della famiglia Jung, questo era altro!.
E al ragazzo faceva davvero piacere essere considerato tale.
Lo conosceva decisamente bene, Alan…d’altronde, era stato il suo datore di lavoro per moti anni.
Ma in realtà, era sempre stato un buon uomo. Ogni tanto gli veniva alla mente il suo primo colloquio con lui…gli aveva consigliato di non farlo, di non entrare nel “giro”, che un ragazzino di quell’età aveva ancora così tanto per cui essere felice…
Poi, comunque, dopo che JaeJoong stesso aveva lasciato quel lavoro, anche Alan aveva fatto lo stesso.
La moglie non aveva mai sospettato nulla ed in fondo, era stato meglio così. Adesso, era una persona qualunque.
Quindi, dopo essere stati a trovarlo, i giovani decisero di dividersi. JunSu e YooChun andarono alla ricerca di un negozio di scarpe mentre il biondo pensò di andare a fare un salto a trovare YunHo.
Prese il taxi, dato che il posto era praticamente dall’altra parte della città.
Ci vollero una ventina di minuti. Non appena arrivò, pagò il taxista e si diresse poco più avanti.
In uno delle vie principali, famose soprattutto per le numerose boutique e profumerie, si trovava il bar, dove da qualche tempo, YunHo aveva trovato lavoro come cameriere.
Certo, per un laureato un lavoro del genere era un po’ umiliante, ma per ora, bastava ad entrambi.
Come al solito, c’era un grande via vai di gente, dato il punto strategico in cui si trovava, e così, si fermò davanti all’ingresso e vi spiò dentro.
Vi era il caos più totale. Del resto era piena mattina. Non riuscì a scorgere subito YunHo e quando finalmente lo vide, il ragazzo non si era accorto di lui.
Sembrava davvero molto indaffarato. Andava avanti ed indietro per i tavoli sorridendo in continuazione.
Fu un collega del moro a fare in modo che si accorgesse della presenza di JaeJoong.
Tuttavia, nonostante YunHo stesse per arrivare a salutarlo, venne nuovamente chiamato per una ordinazione.
JaeJoong sospirò leggermente e decise che forse era il caso di aspettare, seduto come un cliente normale.
Fu così che si sedette al primo tavolo liberò che trovò, in uno di quelli all’esterno del bar.
Appoggiò la giacca allo schienale della sedia e li, cominciò a leggiucchiare un quotidiano lasciato lì per sbaglio, probabilmente da un altro cliente. Canticchiò qualcosa, riuscì a comporre ben tre messaggi e ad inviarli in soli cinque minuti e con la coda dell’occhio, osservava YunHo , poco lontano, che cercava di liberarsi di una ragazza particolarmente fastidiosa, la quale sembrava chiederli con gli occhi “mi porti a fare un giro?”. Sbuffò per quella piccola scenata alla quale il moro pareva non riuscire a liberarsi.
Ma d’altronde, lo sapeva perfettamente. YunHo era davvero un bel ragazzo e qualunque donna o ragazza si sarebbe volentieri fermata a sedurlo. O almeno, ci tentava!.
Fu così, che dato che YunHo non si apprestava ad arrivare, si fece ordinare da bere ad un altro cameriere. Per fortuna, venne servito quasi subito.
E nel frattempo, YunHo era sparito nelle cucine a fare chissà che cosa.
Con le mani girava e rigirava il bicchiere pieno fino all’orlo di succo all’arancia , ogni tanto la gente lo adocchiava, forse per il colore insolito dei suoi capelli. Accadeva molto spesso anche se si sapeva che tra i giovani vi era questa moda “strana” di tingersi i capelli.

- …non…non è possibile! J-JaeJoong?! -

Ad un tratto, il biondo sentì pronunciare il suo nome da una bocca ch non poteva essere quella di YunHo e tantomeno quella di JunSu o YooChun.
Si voltò, prima a destra e poi a sinistra, incerto, finché, non sentì un’ampia mano posarsi sulla sua spalla.
Leggermente spaventato, si voltò nuovamente questa volta indietro.

Era alto. Tremendamente alto.
Capelli neri, scurissimi, non particolarmente corti. Indossava un paio di occhiali da vista che però avevano l’aria di essere tenuti solo per pure bellezza.
Era vestito piuttosto elegantemente, con tanto di borsa da lavoro.
Accanto a lui, vi era un altro ragazzo, sembrava più giovane e pareva un tantino arrabbiato di trovarsi proprio lì in quel momento.

- H-Hiro?! –balbettò incerto JaeJoong

Quest’ultimo, fece un ampio sorriso e JaeJoong non potette fare a meno di alzarsi dal proprio tavolo.

- JaeJoong! – ripetè lui

- m-mi hai spaventato… -

Il biondo evitò accuratamente di guardarlo troppo negli occhi.

- da quanto tempo! – sorrise Hiro

- g-già…tre anni ormai… - osservò JaeJoong

- non sei cambiato per nulla! Tranne il colore dei capelli… - esclamò Hiro alludendo alla tinta bionda dell’altro.

- che cosa ci fai qui a Seoul?! – domandò il giovane evidentemente, cercando di cambiare argomento

- mi hanno appena trasferito! Adesso lavoro qui! Gestisco una piccola impresa… -

- davvero? Fantastico! – sorrise JaeJoong

Tuttavia, parve un tantino agitato nel ritrovarsi davanti quel ragazzo, di circa trent’anni, che continuava a fissarlo quasi come se avesse voluto abbracciarlo da un momento all’altro.
Se se ne accorse anche quest’ultimo.

- ah! – esclamò – voglio presentarti Takuya! È un mio collaboratore! -

Quel giovane si fece avanti titubante e con un cenno, salutò JaeJoong, lasciandolo un po’ sconcertato.

- piacere Takuya! – sorrise infine cercando di essere carino

- …senti JJ… - cominciò Hiro

- JJ! -

Entrambi i ragazzi si voltarono e il biondo si sentì immediatamente sollevato.
YunHo, con il vassoio in mano, si precipitò dai tre e, senza calcolare nessun’altro, salutò JaeJoong allegramente.

- scusami! Ma oggi è strapieno! – esclamò

- figurati! Sono solo venuto a farti un salutino… - lo rassicuro JaeJoong

- eheheh allora ti ringrazio… -

- JaeJoong…puoi presentarci? – intervenne Hiro mettendosi in mezzo tra i due

Non sembrava più molto felice come poco prima.
YunHo assunse uno sguardo interrogativo e poi, lo puntò sul biondo, che si sentì tremendamente chiamare in causa.

- e tu…saresti? - si apprestò a chiedere il moro

- ehm…lui è Hiro! Takahashi Hiro! – lo interruppe JaeJoong cogliendo la palla al balzo - in America, lavoravo nella sua agenzia di viaggio! Mentre l’altro è Takuya! Un suo collaboratore! -

- ah. – borbottò YunHo – piacere…Jung YunHo…sono un amico di JJ… - concluse allungando la mano

- piacere… -

Hiro gliela strinse forte. Non sapeva come spiegarlo, ma non appena lo fece, una sensazione quasi di disgusto, fece vibrare il corpo di YunHo e dovette, quasi subito, lasciarla andare.
Si guardarono per qualche attimo e sembrava esserci parecchia tensione fra loro. Hiro, riuscì a notare l’anello d’argento che splendeva al dito anulare del moro.
Continuavano a scrutarsi senza dire una parola.

- si…ok…dato che abbiamo fatto le presentazione… - cominciò JaeJoong – io dovrei andare adesso! -

- anche io…ho un’importante riunione da portare a termine…se faccio tardi sono guai… - sorrise Hiro

- faremo tardi Hiro… - borbottò Takuya scontento

- anche io dovrei lavorare… - si aggiunse YunHo un tantino irritato

- bene..JaeJoong…è stato un piacere rincontrarti, magari ci si rivede in giro… -

- si…magari… - sospirò JaeJoong agitando la mano

Poi, con un cenno salutò anche YunHo che ricambiò cortesemente e riprese il suo cammino, attraversando la strada e lasciando il bar.

Non appena se ne fu andato, il moro prese uno straccio e pulì il tavolo accanto a quello del biondo, un po’ arrabbiato.

- che ti prende?– domandò JaeJoong

- niente… -

- hai una faccia! –

- ma va là… -

- no….non sarai mica geloso spero… - azzardò curioso

- geloso?! Io?! Di quello?! Ma figurati… - esclamò andando in escandescenza


 

Giusto!
Quale motivo poteva avere per doverlo essere?




 

**





- uhm…ancora cinque minuti… -

JaeJoong, aprì la credenza e vi prese il sale da cucina.
Aprì il vasetto e vi buttò ben due cucchiai all’interno della pentola nella quale bolliva l’acqua per la pasta.
Erano ormai le dodici e mezza. YunHo sarebbe arrivato a momenti.
Quella mattina, sarebbero stati solo loro due a pranzare. YooChun e JunSu si erano fermati altrove ed in fondo, forse era meglio così. Ci voleva un po’ di privacy.
La pausa pranzo di YunHo durava un’ora abbondante e JaeJoong aveva deciso di preparagli qualcosa di buono da mangiare.
Aveva preparato il tavolo con tanto di piatti, posate, e tanto per essere romantici, una piccola candela spenta la centro, che avrebbero acceso solo più tardi (nonostante fuori ci fosse un sole pazzesco).
Dopo essere tornato dal bar, ancora con le palpitazioni che andavano a 10000 per l’incontro con Hiro, si era messo a pulire per bene casa, a rifare i letti e a preparare il pranzo.
Non vedeva l’ora di rivedere YunHo!
Canticchiando tra sé, assaggiò l’acqua per sentire se il sale era abbastanza e poi, prendendola dalla bilancia, butto la pasta nella pentola ed iniziò a rigirarla con il mestolo.

DRIIIIIIIIIIIIIIN!

Il campanello dell’ingresso suonò.
JaeJoong scattò in piedi e,con ancora i grembiule da cucina addosso, si precipitò alla porta per aprire a YunHo, anche se, si ricordava di avergli lasciato le chiavi quella stessa mattina.
Come al solito, doveva essersi scordato di averle.
Con molta non curanza, aprì la porta di colpo, sorridendo.

- ciao!! - esclamo allegro

- …ciao…JaeJoong… -

Quest’ultimo, smise subito di sorridere. Anzi, il suo sguardo s’incupì all’istante.
Non era proprio possibile.

- H-Hiro… - balbettò spaventato

Quest’ultimo, sorrise ampliamente, come qualche ora prima.
Tuttavia, quel sorriso sembrava così finto in questa circostanza…

- già…proprio io…carissimo… - sogghignò

Per istinto, JaeJoong cercò di chiudere la porta all’istante ma l’altro fu più veloce di lui, e bloccò la porta allungando un braccio verso l’interno della casa.

- ehi ehi…è così che si tratta un ospite? -

- … -

- …non mi fai entrare? -

- … -

Il biondo si discostò dall’ingresso e spalancò la porta, a sguarodo basso.
Hiro si fece avanti, come s fosse stato effettivamente a casa sua mentre JaeJoong richiudeva la porta guardandolo in ogni cosa che faceva, come se volesse tenerlo sottocontrollo.
Il ragazzo si guardava attorno, e poi, posò il suo sguardo alla cucina, collegata la salotto, preparata appositamente per il pranzo.

- wow…te la cavi bene in cucina a quanto vedo… -esclamò

- … - JaeJoong lo guardò torvo

- e, immagino che tu non viva da solo… -

- … -

- … -

- ….che cosa vuoi?! Come hai fatto a trovarmi?! – domandò JaeJoong impaziente

Hiro sorrise.

- ti ho semplicemente seguito… -

- …p-perché?! -

L’altro, si voltò verso idi lui. Sospirò pesantemente e si passò una mano tra i capelli perfettamente pettinati.

- …perché ti voglio di nuovo… -

- c-che cosa?! -

- hai capito benissimo… -

Il biondo parve assolutamente sconcertato.
Inoltre, Hiro si stava avvicinando a lui in maniera alquanto pericolosa.
Si discostò all’istante, raggiungendo di fretta e furia l’altra stanza, cominciando a sentire la pasta che si stava cuocendo.

- n-non prendermi in giro… - esclamò JaeJoong - io e te non abbiamo più nulla da dirci… -

- …tsk… - disse Hiro raggiungendolo molto lentamente in cucina – eppure oggi, davanti a quell’altro moccioso sembravi così carino e disponibile nei miei confronti… -

- … -

Il biondo non si voltò. Strinse forte i pugni e guardò fisso il lavandino vuoto, senz’acqua.

- …lascia fuori YunHo dalla questione…lui non sa nulla di te… -

- certo che non sa nulla…altrimenti…peso che ti avrebbe già lasciato da parecchio! – sorrise ironico, Hiro

- non parlare come se lo avessi tradito! – obiettò il ragazzo – è stata solo colpa tua! Io non…non avrei mai voluto… -

- all’inizio forse si! Ma poi, a quanto pare ti piaceva essere “coccolato”… -

- adesso basta! Sparisci! – lo interruppe JaeJoong – YunHo arriverà da un momento all’altro! -

Non voleva più sentire niente.
Era stanco.

- e allora? Cos’è? Hai paura che scopra ogni cosa?! -

- Non voglio che soffra ancora! -

- tsk…

- che hai da sbuffare? -

- ...non lo biasimo affatto...quello YunHo... -

Hiro si avvicinò al ragazzo.
Quest’ultimo era immobile, attonito, pallido e soprattutto, impaurito.
Non aveva il coraggio di muoversi e guardava costantemente il lavandino, come se fosse stata la cosa più bella ed allettante che avesse mai visto.
Sentì una delle dita di Hiro che li sfiorò la guancia.
Rabbrividì.

- …la tua pelle è fredda…il tuo corpo trema… - sospirò Hiro – ti faccio davvero così paura? -

- …v-vai via…ti prego… -

Tuttavia, il giovane sorrise e, anzi, non obbedì alla richiesta del biondo.
Gli si avvicinò ancora di più ma JaeJoong non lo capì immediatamente cosa voleva fare.
Quel dito era diventato una mano. Una mano che gli accarezzava il volto spaventato.

- tu mi preghi…JaeJoong?!

- v-vai via! – ripeté nuovamente

- … -

Il biondo chiuse gli occhi.
Tuttavia, non accadde nulla.
Hiro si staccò da lui in meno di quanto ci aveva impiegato per avvicinarsi.
JaeJoong li riaprì e guardò l’altro ascrivere qualcosa in un foglietto e con una penna tirata fuori dalla giacca nera.
Sembrava un biglietto da visita.
Non appena lo ebbe scritto, lo appoggiò al tavolo apparecchiato.

- …ho bisogno di vederti JJ…e dobbiamo essere soli… - esclamò

- p-perché?! -

- … se lo farai, sparirò per sempre dalla tua vita…. – sospirò - …se non lo farai…beh, in questo caso non so quanto potrà durare la felicità tua e di quell’altro moccioso… -
 
  
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