Collezionista
di Storie
Ciao!! Avete
visto che sono già tornata? Come sono contenta! Voi siete contenti?(Per
niente!) Non ho chiesto a te ma ai miei adoratissimi lettori! (Perché tu hai dei
lettori?) Ahhh! Certo che sei noiosa! (Io?!!!! Poi... non mi presenti?) Ah si,
lei è la mia sorellina curiosa, egocentrica e tutto pepe! (Ahhh! Mi presento da
sola! Io sono la perfettissima, meravigliosissima, intelligentissima…) Eh mò,
non esageriamo piccoletta! (COSA VORRESTI DIRE!)
Niente o mia perfettissima, esageratamente vulcanica, tremendamente
chiacchierona, permalosissima cuginetta |Ma non avevi detto che era tua
sorella?ndVoi| E’ talmente pestifera che potrebbe essere mia sorella ma le
voglio un sacco di bene! (Grazie Charlie!) Mi chiama
Charlie quindi abituatevi, lei è Martina ma, per me, è Rebecca (Questa pazza
che scrive la fan fic ha deciso di mettere come commentatori i suoi familiari
quindi aspettatevi un invasione stile”I Robinson”) Che carino che è quel
cartone! (Lasciamo stare!) Vabbè ecco per voi un nuovo capitolo di “Apri gli
occhi” in prima lettura su EFP!
"Sono
sicura che sei curiosa."
"Cosa?"Silvia
alzò lo sguardo dal suo frappè al cioccolato sorpresa. "Mi correggo" esclamò la ragazza davanti a lei "Tu stai morendo dalla
curiosità!".
La
biondina s'irritò ancora di più. Che cosa voleva dire quella Cassie e come
sapeva che non poteva più trattenersi da farle le mille domande che le
ronzavano in testa? Stava lì, tranquilla, sorridente, sorseggiando con aria
serena il suo frappè alla vaniglia... Non accorgendosi quasi che Silvia si
stava intanto facendo prendere da un attacco isterico. "Dovresti imparare
a controllarti" la apostrofò invece "le tue parole, i tuoi gesti, le
tue espressioni vogliono dire qualcosa per gli altri... Molto spesso queste
cose si ignorano ma, essendo stata educata fin da piccola a riconoscerle, ci
faccio molto caso." L'altra si passò una mano dietro all'orecchio come per
rimettere a posto una ciocca sfuggita alla pettinatura, abbassò gli occhi e
osservò bene la rossa, seduta su quella sedia in vimini del bar con le gambe
accavallate sembrava più una principessa che una semplice infermiera. Si,
perchè lei era un'infermiera (o almeno questa era mezza verità) secondo quanto
aveva detto a Silvia durante il tragitto dall'ospedale. "Per esempio"
continuò "con quel gesto ti mostri curiosa, impacciata e nel frattempo
imbarazzata e irritata". Ed era esattamente come si sentiva la giovane in
quel momento..."Come ci riesci...?" Silvia si lasciò sfuggire una
domanda che avrebbe fatto meglio a tenersi per sè e lo sapeva bene.
"Vedi?" le rispose invece la ragazza "queste semplici parole mi
hanno fatto capire di aver colpito nel segno. Sei stata molto sincera ma
ricordati che non si vive di sincerità". Raccolse la borsa per pagare ma
Silvia la bloccò: voleva che Cassie parlasse. "Incontrandoti la prima
impressione che ho avuto era che sei una ragazza sincera. Ricorda bene Silvia
De Alisia perchè ora ti darò consigli molto importanti" prese un foglio e
una penna e iniziò a scrivere.
Quando
ebbe finito lo accartocciò e lo appoggiò sul tavolo di legno di ciliegio.
"Non so perchè ci siamo incontrate nè perchè ora sono qui con te ma so che
sento di doverti raccontare la mia storia e quella di Apollo. Dopo tu mi
racconterai la tua. Infondo nessuno fa più niente per niente, no? Un legge
importante da prendere in considerazione: per ricevere qualcosa bisogna dare in
cambio qualcos'altro del medesimo valore a meno che..."
"A
meno che..."prosegui Silvia che ormai pendeva dalle sue labbra.
"A
meno che non s'incontri una persona come Lui..." si fermò e riprese di
scatto il suo racconto "Io colleziono favole, le più belle, tragiche, a
lieto fine, di amicizia, di amore, avventurose: fa che la tua non sia da
meno".
"Devo...devo
iniziare io?"chiese incerta la prima. L'altra ragazza la degnò di uno
sguardo in tralice, quindi Silvia prese un bel sospiro e cominciò a parlare
"Sono Silvia De Alisia, ma questo mi sembra di avertelo già detto. Ho
quasi 18 anni e frequento il..."."Senti non ti sto facendo un
intervista, nè sei ad un esame orale quindi smettila di essere cosi nervosa non
ne vedo la ragione" la interrusse Cassie "Inoltre... rilassati! Non
ti ho chiesto che crema hai messo ieri sera e non voglio sapere cosa hai
mangiato stamattina a colazione perciò...". La biondina annuì.
Aveva
recepito il messaggio.
Lei
voleva una storia mozzafiato, lei gli avrebbe dato una
storia che le aveva mozzato il fiato."Appartengo ad una famiglia molto
ricca. Mia madre e mio padre guadagnano circa il quadruplo di quanto guadagni
un grande dirigente d'azienda. Mio fratello ed io siamo cresciuti nella
bambagia con tutti gli agi che la nostra vita ci procurava. Tutti ci guardavano
con tanto d'occhi. Come sono fortunati! esclamavano invidiosi. La nostra non
era vita. Era tutto già definito prima della mia nascita. Dovevo essere dolce,
gentile, tranquilla, recitare la parte che mi era stata assegnata come sul
palco di un teatro, sempre sotto i riflettori di un musical con accanto persone
che aspettano solo un errore, uno sbaglio. Dovevamo vivere per il massimo, con
il massimo, pensando solo al massimo, dando il massimo e ricevendo il massimo.
La nostra vita non contemplava fallimenti" si concesse una pausa per un
momento e continuò "Fu un fulmine a ciel sereno quando i miei genitori
dalla vita perfetta si accorsero che la loro figliola non era eccezionale come
credevano. Era..." e fece una smorfia schifata "cosi...
quotidianamente normale. Solo una ragazza normale. E da quel momento iniziarono
le nostre disgrazie. Ti sei mai accorta come sia facile riversare la colpa
delle nostre azioni sugli altri?! Fare... Come si dice?" ebbe una specie
di illuminazione "Oh, si! Fare scarica-barile. Dare il peso degli sbagli
sugl'altri è cosi semplice... Mio padre inizio a perdere soldi e ritenne
naturale che io fossi la causa del suo stress. Quindi mi mandò in collegio per
molti anni... Quando tornai scoprii che mia madre e mio padre avevano
divorziato e naturalmente anche questo era inconsapevolmente merito mio: i due
vivevano sotto lo stesso tetto come due estranei e lo fanno tutto ora. Mio
fratello che prima mi considerava la sua dolce sorellina adesso mi rivolge a
stento la parola e quando mi parla lo fa in terza persona, formalmente. Non è
tutto. Non torno più a casa se posso, vado a dormire da amiche o da parenti e
ormai pratico più sport di qualsiasi ragazza vivente: mi servono scuse per
stare via" per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare guardò in
faccia Cassie che sincera le chiese "E da quando hai iniziato a
cantare?"... Non se l'aspettava... Di sicuro non se l'aspettava. Era
sicura che la rossa le avrebbe fatto domande che tutti facevano tipo "E tu
come ti senti?" o anche "Hai fatto qualcosa per cambiare la
situazione?". Lei no. Era passata a tutt'altro discorso come se, tutto
quello che aveva raccontato, non avesse importanza e che il fatto che per la
sua famiglia neanche esistesse fosse cosa di poco conto. Si trovò colta alla
sprovvista da questa domanda ma iniziò a parlare a ruota libera come ad una
vecchia amica..."Ho iniziato a cantare a 12anni, anche se amavo farlo già
da prima, la mia voce si sarebbe rovinata. Ho iniziato quando ho conosciuto la
mia professoressa di Canto Celiane Nicholson: la donna più dolce, gentile e
tenace che avessi mai incontrato. Nella sua vita ha avuto molte difficoltà sia
economiche, sia familiari e cosi per pagare le spese dell'università ha
iniziato ad insegnare. Mi ha sempre ripetuto che per fare qualcosa bene ci
vuole impegno, determinazione e forza di volontà. La mia famiglia non era
d'accordo su questa mia passione (allora ancora ci parlavamo) ma non mi è mai
importato. Amo le sue lezioni, amo cantare: l'unica cosa con cui mi posso
esprimere e con cui posso sentirmi libera, per andare in un posto dove non
importa la tua famiglia, nè cosa fai per vivere, dove nessuno sa niente di te e
puoi riniziare una nuova vita. Dove non importerebbe a nessuno se hai una casa
o un posto che ti appartiene perchè infondo cantando sono le persone che ti appartengono"
Senza
rendersene conto iniziò ancora una volta a cantare e la melodia e le parole
erano così struggenti che anche la dolce Cassie si unì a lei.
Zingara
Qui nessuno
sa niente di me
Zingara
E' la strada
la madre mia
Zingara,
Zingara
Non si sa
come amo né chi
Zingara,
Zingara
La mia mano
sa tutto di me
La
prima strofa. Si accorse che anche la rossa stava cantando con lei e si
sorprese nel sentire quanto fosse melodiosa la sua voce e stonò quando ripensò
con una punta di gelosia che non c'era niente che non andasse in lei. Come se
le avesse letto nel pensiero la ragazza le sussurrò "Aspetta di sentire la
mia storia..."
Mia madre
amò tanto
Come se
fosse il suo paese
Amò i
briganti di montagna
Sui monti
dell'Andalusia
Sui monti
dell'Andalusia
Io non ho
più padre né madre
Ed è Parigi
il mio paese
Ma sopra un
mare immaginario
Viaggio e me
ne vado via
Sui monti
dell'Andalusia
"Per
me è la stessa cosa" sorrise amaramente la biondina "Io non ho più
padre né madre ma, al contrario della protagonista della canzone il mio paese è
ovunque".
Zingara
A nessuno io
parlo di me
Zingara
Quale vita è
la vita mia
Zingara,
Zingara
Chi lo sa
dove andrò e con chi
Zingara,
Zingara
La mia mano
sa tutto di me
Piedi nudi,
lontana infanzia
Sopra i
monti laggiù in Provenza
Per gli
zingari il mondo è grande
Il mondo è
grande
E continuo
ad andare avanti
Fino ai
limiti più distanti
Con gli
zingari in capo al mondo
In capo al
mondo
Anche
lei sarebbe riuscita ad andare in capo al mondo con la sua musica e forse un
giorno sarebbe riuscita a riappacificarsi con la sua famiglia...
Improvvisamente la ragazza accanto a lei
smise di cantare e le fece finire la canzone da sola… La guardava felice e al
contempo triste. In quel momento la biondina seppe che finché non le avesse
raccontato qualcosa di sé non sarebbe mai riuscita a capire Cassie.
E c'è
In Andalusia
Un fiume che
Mi tocca il
cuore
E c'è
In Andalusia
Un cielo che
È l'aria mia
Zingara
Qui nessuno
sa niente di me
Zingara
E' la strada
la madre mia
Zingara,
Zingara
Non si sa
come amo né chi
Zingara,
Zingara
La mia mano
sa tutto di me
La mia mano
sa tutto di me
La
canzone finiva e cosi anche il loro incontro. Cassie raccolse la borsa da terra
e guardò negli occhi Silvia. Lei ricambiò la sguardo e le disse tagliente
"Non mi racconti la tua storia?! Come hai detto tu, no? Non si fa niente
per niente ed ora voglio la tua storia" aveva usato un tono deciso, quello
di chi non ammette repliche."Io mantengo sempre le promesse. E ti prometto
che te la racconterò" anche lei aveva usato lo stesso tono della De Alisia
"Ora scusami ma devo andare". Sorrise felice come una bambina e
continuò "E non fare quella faccia che ti vengono le rughe!". Se gli
sguardi potessero uccidere quello di Silvia probabilmente avrebbe ucciso la
povera Cassie che intanto correndo più del vento se l'era data cortesemente a
gambe levate...
Sì
guardo intorno sconsolata. Quella pazza non le aveva neanche detto il luogo e
l'ora in cui incontrarsi!! Notò però il piccolo foglietto che la pazza
sopracitata aveva accartocciato accanto al frappè lasciato a metà e sopraffatta
dalla voglia di sapere cosa c'era scritto lo apri delicatamente e lo lesse. Era
scritto in una bellissima ed elegante calligrafia in blu
"Cara Silvietta! Allora hai visto che avevo ragione?! Tu muori dalla curiosità di sapere la mia storia! Peccato
che non sarà oggi... Pensavi che questa pazza esaurita
non ti desse il luogo e l'ora in cui incontrarci? Vabbè,
certo che lo pensavi. Prima però ti devo dare alcuni consigli: te li
avevo promessi no?
Lesson Number 1!
Uno sguardo vale mille parole. Le parole possono ingannare, ma il
nostro atteggiamento, i nostri gesti e le nostre
espressioni facciali non possono mentire. Tutto questo viene
considerato lo specchio dei nostri sentimenti. La prima impressione che si
riceve da un’altra persona è dovuta, per oltre il
cinquanta per cento, all’effetto provocato dal suo portamento. Non ha
importanza se si è più o meno consapevoli del
significato dei segnali inviati dal corpo -l’impressione ricevuta è più che
sufficiente per il nostro intuito. Serve capire e interpretare questi indizi. Sia in noi stessi che negli altri.
Come ti comporti quando quando parli con gli
altri? Gesticoli? Guardi negli occhi il tuo interlocutore? I nostri gesti
rivelano se stiamo ascoltando e siamo interessati, o se la nostra mente é
altrove – nonostante le nostre parole (come mi succede
sempre durante le lezioni a scuola). Il fatto di non saper sostenere lo sguardo
altrui rivela insicurezza o perfino arroganza. Ma bisogna fare
attenzione – uno sguardo troppo intenso, può sembrare una provocazione. E’ poi
importante anche la posizione delle mani. Se mantieni
le braccia conserte, crei un muro che ti separa dagli altri. Se congiungi le
mani dietro la schiena o le metti in tasca puoi dare
l’impressione di voler nascondere qualcosa. E se ti tocchi il collo o il viso
mentre parli, comunichi immediatamente insicurezza – come se non fossi del tutto certa di ciò che vai dicendo in quel preciso
momento. Lo stesso vale per la persona con cui parli. Per tutti conta sempre la
prima impressione e non è necessario che sia una buona impressione
ma che sia L'Impressione. A volte devi dire quello che gli altri vogliono
sentirsi dire e comportarti in base a chi ti trovi
davanti basandoti sul suo carattere, su quello che fa, dice o pensa. Non
credere che sia falsità questa… Non ti accorgi che,
ormai, per molti è un abitudine: guardati intorno! Credi che il cameriere che
ci ha servito fosse veramente felice come mostrava?
Pensaci bene. Non è quello il suo lavoro? Sorrideva davvero? Che
cosa ne possiamo sapere noi? Non può essere considerata come falsità. Infondo
rifletti (perfino per un cameriere) è il
suo lavoro mentire…
Ahh! Quasi dimenticavo! Mi piacciono i Post Scriptum..!
PS: 16:00
Cafè Leon (So che anche tu mi hai mentito o meglio, so che mi hai nascosto
parte della verità quindi... un ultimo avvertimento per il nostro prossimo
incontro! Muoviti di meno mentre parli, non sei brava a mentire)"
Che matta! E' davvero lunatica... Chi la capisce è bravo.
Silvia sorrise raggiante e ridacchiò. Presto o tardi avrebbe saputo tutto e non
ci sarebbero state più incomprensioni... In compenso avrebbe anche dovuto raccontare
il resto della sua storia a quella folle di Cassie. Si alzò e si mise il
giubbotto quando... "AHHHHHHHHHHHHH! Tsugumiiii! Mi sono completamente dimenticata di
lei!".
(Sentite io gliel’ho detto che con quella
scrittura non si capisce niente ma, a lei piaceva! E, per inciso, è la persona
più testarda che io conosca!) E’ adatta a Cassie! (Si ma, i lettori, ammesso che tu abbia dei lettori, non
capiscono niente!) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia! (Woof woof!) Brava cucciola!
Vuoi un biscotto? (Anche due! Anche
tutta la scatola!) Pozzo senza fondo! (Non è vero!) si
che è vero piccoletta! (non sono piccoletta!!) si, è
vero… tu sei grande solo quando ti fa comodo! (ho
preso da te Charlie…) ma sentila, hai sei anni! (si
ma, tu mi adori! Mi hai messo per prima in questa fan
fic!) beh, hai ragione… ti adoro mostriciattola!
La colonna sonora di questo chappy è, comunque, “Zingara” del famoso musical “Notre Dame de Paris”
ed ora…..
SPAZIETTO RECENSIONI (Perché qualcuno ti
recensisce!????) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia!
Laicachan: Laica!!
Ma io ti adoro!!! Te l’ho già detto che ti adoro!??
Davvero ti piace??!
Sono cosi contenta che ti piaccia la mia
storia!!! (ma che fai ti dai le risposte, peraltro sbagliate,da sola??) Beh,
come puoi vedere tengo per il prossimo chappy l’identità di Cassie (Che poi non
era cosi odiosa come sembrava…) Rebeccaa! Non mi dire
che stai con quella pazza di Cassie! Povera Silvia!
Himi87: Thank you Himie e grazie mille!
Cassie è… è… (te lo dico io chi è!) No, non glielo
dire! (ma come avevi detto che glielo dicevi?) Si,
però… Ci ho ripensato, va bene? (lo sai che sei
svitata tale e quale a quella schizzata di Cassie) certo che lo so! Sono stata
io a crearla, ricordi?(mi sembrava!)
Dreamer21: STENDETE I TAPPETI! SUONATE LE
TROMBE! INCHINATEVI!
DREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENS…
(è completamente andata!! Se devi dire qualcosa fai in modo che si capisca!)
Ringrazio immensamente chi ha messo la fan
fic fra i preferiti ovvero baby_dark,
Dreamer21, laicachan, miettajessica, Millennia Angel e mistica88 (sai che
mi piace moltissimo il tuo nick mistica?! ) ehi, lo stavo per dire io!!! (mi piace anche quello di
millennia angel) ricopiona! (antipatica!)
frega-battute! (no, tu frega-battute!) REBEECCAAA! (Dimmi.) A cuccia! (Woof Woof!)
Un grazie gigantesco
anche a chi legge soltanto!
Adesso anticipazioni! (nel
prossimo chappy conosceremo la storia di Cassie!) ma va?! Che anticipazione è
questa?! Vabbè ci penso io!
"Una famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro
la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se
non fosse successo niente non avrei conosciuto Apollo
e ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi
persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi
d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di parlare per un attimo e
Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi dagli occhi verde-bottiglia
della ragazza ma poi si ravvedette. Lei semplicemente non piangeva. Mai. E
questo è quanto.
"Possibile che..."
(Ma come lasci solo questo
pezzettino…? Come puoi essere cosi sadica!!) Io non sono
cattiva… è che mi disegnano cosi! (Si vabbè… Il
prossimo chappy invitiamo anche Vale a commentare questa schifezza?!) Non è una
schifezza! O meglio è… una schifezza ma, smetti di
ricordarmelo cucciola pestifera! Va beneeee, la prossima volta invitamo anche
Titta, contenta?
Baci
Charlie o Piccola Ferr!
E (Rebecca o Martina!)