Fumetti/Cartoni europei > Martin Mystère
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Autore: Notteinfinita    30/10/2013    4 recensioni
L'ennesima missione attende Martin Mystére e la sua squadra...ma saranno capaci di affrontarne le conseguenze?
*****
Dal primo capitolo:
«Nelle ultime settimane si sono verificati diversi casi di manufatti stregati o maledetti.» spiegò la donna «Inizialmente si era pensato ad una casualità ma poi ci siamo resi conto che le coincidenze erano troppe.»
«E avete scoperto che la causa è di una super-razza di alieni che ha deciso di controllarci tramite questi manufatti!» concluse Martin che, rianimatosi, era saltato sulla scrivania di M.o.m guadagnandosi uno sguardo omicida dalla donna.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le ore si susseguivano lente. Martin, Java e Billi alternavano momenti in cui passeggiavano avanti e indietro per la stanza ad altri in cui rimanevano fermi davanti alla vetrata ad osservare, dentro la cella, Diana che dormiva un sonno agitato.

«Ragazzi, forse è il caso che torniate alla Torrington.» propose ad un tratto Billi «Potrebbe volerci tutta la notte per avere dei risultati dall'analisi della scatola.»

«Io da qui non mi muovo!» affermò Martin, con una voce seria che nessuno gli aveva mai sentito.

«Anche Java vuole rimanere.»

«Ho capito.» rispose Billi, quindi, premuti alcuni comandi sulla sua navicella, fece apparire due poltrone reclinabili per i suoi amici.

«Allora aspetteremo insieme.» propose il piccolo alieno. «Mando a chiedere qualcosa per la cena?»

«Java vuole Cheesburger!» esclamò il cavernicolo, a cui l'appetito non faceva difetto neanche nelle situazioni peggiori.

Martin, invece, si limitò a scuotere il capo e ad accoccolarsi sulla poltrona con sguardo pensieroso. Non poteva fare a meno di pensare a quante ne aveva passate insieme a Diana, anche prima di lavorare per il Centro, come quando si era preso la varicella per esserla andata a trovare quando era malata. Allora avevano solo nove o dieci anni e li avevano fatti rimanere a dormire insieme per tutto il tempo. Nonostante l'insopportabile prurito era stata davvero una bella vacanza.

A quel pensiero gli occhi gli si fecero lucidi e lo sguardo gli andò alla figura rannicchiata nel letto.

Dopo tutto quello che avevano passato non ci stava a perderla così.

Gli sembrava di impazzire a dover stare lì in attesa senza poter fare nulla.

Prima che i suoi amici potessero accorgersene, si asciugò gli occhi e si sistemò meglio sulla poltrona, fingendo di dormire.

Dopo aver cenato, parlando del più e del meno per distrarsi, anche Billi e Java si sistemarono per dormire.

Nonostante la tensione, alla fine, la stanchezza ebbe la meglio e i tre cedettero al sonno.

Nel corso della notte, Diana si svegliò. Con passo malfermo si avvicinò al vetro e osservò le tre figure immerse nel sonno. Un sorriso le nacque spontaneo sulle labbra nel vederli, sembravano tre bimbi, ma si tramutò presto in una smorfia di sofferenza mentre alcune lacrime iniziavano a rigarle le guance.

“Non voglio finire così la mia vita!” pensò. “Avevo così tanti progetti, così tanti sogni e adesso non potrò più fare nulla”.

Girate le spalle al vetro, si lasciò scivolare a terra scossa dai singhiozzi.

Sapeva che tutti al Centro si stavano impegnando per salvarla ma non riusciva ad essere positiva, non riusciva a non temere che la sua vita fosse sul punto di finire.

Stringendosi le ginocchia al petto, iniziò a ripensare a tutte le missioni che aveva affrontato con Martin, a tutte le volte in cui l'aveva salvata per un pelo, a tutti i bei momenti passati con lui, a quando aveva conosciuto Billi e M.o.m e a quando Java era entrato a far parte della loro squadra.

Cullata da questi pensieri, mentre le forze le venivano meno, Diana ripiombò nel sonno.

Erano passate diverse ore da quando i ragazzi si erano addormentati, stiracchiandosi Martin aprì gli occhi.

Ancora intontito, si chiese dove fosse per poi ricordare quello che era successo il giorno prima. Immediatamente lo sguardo saettò in direzione della cella, lì, accoccolata a terra, giaceva Diana.

Col cuore in gola per la preoccupazione, Martin si fiondò sulla porta della cella ricordandosi solo all'ultimo che la sua amica era stata posta in isolamento.

Cercando di mantenere la calma, si avvicinò al pannello di controllo e, quando vide i parametri vitali stabili, sospirò pesantemente; non si era reso conto di aver trattenuto il fiato.

Controllata l'ora, si accorse che era quasi l'alba.

Avvicinatosi ai suoi due amici, li chiamò.

«Che c'è Martin?» chiese Billi, assonnato.

«Java vuole dormire.» si lamentò l'altro.

«È quasi mattina, io e Java dobbiamo tornare alla Torrington per fare in modo che nessuno si accorga dell'assenza di Diana.» spiegò Martin.

«Lei come sta?» domandò il piccolo alieno.

«I parametri sono entro i limiti ma si è addormentata seduta per terra, non possiamo fare nulla?»

«Lascia fare a me!» rispose Billi.

Avvicinatosi al pannello di controllo, l'alieno azionò un campo di forza che, sollevata Diana, la riadagiò sul letto.

Martin rimase qualche secondo a fissare la ragazza, quindi rivolse un sorriso triste all'amico.

«Java pronto.» disse l'uomo, raggiungendo i due.

«Andiamo!» esclamò Martin, entrando nel portale che, nel frattempo, Billi aveva aperto.

Giunti alla Torrington, Martin disse a Java di andare a prendere i bagagli di entrambi e di aspettarlo alla macchina, quindi si diresse verso il dormitorio femminile. Cautamente s'intrufolò nella stanza della sua amica. Come aveva immaginato, la ragazza aveva già preparato le valigie per il week-end. Presi i bagagli e controllato che tutto facesse supporre che la ragazza fosse partita, uscì nel cortile.

Vedendo alcuni alunni già in giro per il campus, Martin decise di rendere più credibile la sceneggiata. Quando gli fu vicino, iniziò a sbuffare come se fosse arrabbiato.

«Diana me la paga, non doveva farmi portare i suoi bagagli!» borbottò a voce abbastanza alta da essere certo che i suoi compagni lo avessero sentito, quindi li salutò e si diresse verso la macchina, sapendo che, grazie alla sua scenetta, tutti avrebbero saputo che Martin e Diana erano partiti presto per godersi il week-end.

Giunto in la macchina, caricò i bagagli quindi si mise al volante.

«Ed ora, facciamo partire la seconda parte del piano.» affermò.

Un'ora dopo la loro partenza dalla Torrington, Martin e Java giunsero in un deposito del Centro. Lì Martin nascose la macchina quindi chiamò Billi affinché gli aprisse un portale.

Appena tornati nella cella, Martin si diresse verso il vetro:Diana dormiva ancora.

«Novità?» chiese a Billi.

«Nessuna.» rispose tristemente l'esserino.

«Può mangiare?» domandò ancora.

«Certo, anzi le farebbe bene.»

«Perfetto, allora dimmi come farle arrivare il cibo dentro la cella e procurami un maxi schermo e un lettore dvd.»

Billi guardò perplesso Martin ma decise che forse era meglio non chiedere spiegazioni, in fondo lui era quello che conosceva Diana da più tempo.

«Nessun problema.» affermò, quindi, pilotando la sua navicella verso l'uscita.

Proprio in quel momento, entrò M.o.m.

«Allora?» chiesero in coro Martin, Billi e Java.

«Abbiamo scoperto un doppio fondo nella scatola, al suo interno era inciso un messaggio. Non conosciamo la lingua ma stiamo tentando di tradurla.» spiegò. «Voi, invece non dovreste tornare alla Torrington? Potrebbero nascere delle voci non vedendovi partire né trovandovi in accademia.»

«Non si preoccupi, ho già provveduto a far in modo che ci vedessero partire e a far credere che Diana sia partita con noi.» la tranquillizzò Martin. «Adesso avrei solo bisogno del cellulare di Diana per inviare alcuni messaggi alle sue compagne.»

«Billi, gli effetti personali di Diana sono nel mio ufficio. Vai a prenderli.» ordinò M.o.m.

«Subito!» rispose l'alieno volando fuori dalla stanza.

«M.o.m, questo è per lei.» disse Martin, porgendo alla donna una tazza di caffè nero e un contenitore di cartone con il logo di una caffetteria.

La donna non poté fare a meno di sorridere a quella inaspettata cortesia.

«Le proporrei di rimanere a colazione con noi...» aggiunse Martin esitante.

«Ti ringrazio agente Mistére ma ho del lavoro da svolgere.» rispose la donna, prendendo un sorso di caffè e uscendo dalla stanza.

Trascorsi una decina di minuti, tornò Billi, seguito da due uomini con un maxi-schermo.

«Ecco la borsa di Diana.» disse, porgendo l'oggetto a Martin.

Dopo averla presa, Martin ne tirò fuori il cellulare e iniziò a digitare un messaggio.

“Jenni, scusami se non ti ho salutato ma quell'esaltato di Martin ha deciso di partire all'alba. Baci. Diana.”

Inviato il primo messaggio ne inviò, modificandoli, alcuni altri, quindi ripose il cellulare. Nel farlo si accorse delle caramelle mou che erano dentro la borsa, Diana ne era ghiotta, lui lo sapeva bene.

Senza che nessuno lo notasse, ne prese una e la mise in tasca.

«Martin, dove dobbiamo mettere lo schermo?» chiese Billi.

«Proprio davanti la cella.»

Quando lo schermo fu pronto, Martin spostò le poltrone davanti allo schermo, lasciando libero lo spazio al centro.

«Billi, devo fare entrare questo nella cella e poi ci vorrebbe una poltrona anche per Diana.» spiegò il ragazzo.

L'alieno fece apparire una poltrona e un piccolo sportello nella cella. Martin vi depositò il sacchetto che venne trasportato all'interno.

Il ragazzo bussò sul vetro per svegliare l'amica.

La ragazza si mosse, mugolando, quindi aprì gli occhi.

Con un sorriso triste si avvicinò al vetro.

«Buongiorno!» le disse Martin facendole segno in direzione del sacchetto.

Incuriosita, Diana lo aprì, tirando fuori un cappuccino doppio e una confezione di éclair al caramello. Vedendoli non poté fare a meno di sorridere. Se ne era innamorata dopo aver visto il film “Semplicemente irresistibile” e, ancora adesso, erano i suoi dolci preferiti.

Avrebbe voluto ringraziare l'amico ma dovette accontentarsi di sorridergli mentre gli occhi le si inumidivano.

«Siamo in vacanza, ci voleva una colazione speciale!» esclamò Martin, tentando di sembrare più felice di quanto non fosse realmente. «E per rendere più buona la colazione, cosa c'è di meglio di un buon film?» aggiunse, inserendo un dvd nel lettore.

Appena partì la sigla, Diana si rese conto che si trattava proprio di Semplicemente irresistibile. Le fu impossibile non provare un tuffo al cuore, quel matto si era ricordato di quanto le piacesse.

I quattro seguirono il film gustando la colazione.

Quando fu finito, Martin si avvicinò a Diana.

«E adesso cosa preferisci guardare?» le chiese, tirando fuori da una busta altri due dvd.

Guardandoli, Diana si rese conto che si trattava di Orgoglio e pregiudizio e di Via col vento.

Sapeva perfettamente che Martin odiava quei film sdolcinati quindi se li aveva presi era solo per fare un piacere a lei.

Commossa, la ragazza sorrise al suo amico e Martin, vedendo la dolcezza di quel sorriso, si ripromise di essere più gentile con lei in futuro.

Sapendo che Via col vento era decisamente più lungo, Diana optò per Orgoglio e pregiudizio, nella speranza che la fine del film coincidesse con la sua liberazione.

Purtroppo, le sue speranze furono disattese e fu solo dopo il pranzo e dopo la fine di entrambi i film che M.o.m fece il suo ingresso nella stanza.

«Abbiamo decifrato le iscrizioni.» annunciò.

«E quindi?» chiese Martin, sulle spine.

«Il bracciale è maledetto ma esiste un rito per liberare Diana dalla maledizione.» disse con voce greve «Il rito della Condivisione della vita.»

  
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