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Autore: Ausel    31/10/2013    3 recensioni
Ma ancora non vi ho detto qual era la tortura tremenda che tormentava il povero Harry, così amante del cioccolato, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Molto, ma molto peggiore che vedere mucchi di Cioccorane nelle vetrine dei negozi o guardare gli altri bambini sgranocchiarsi le loro belle fette proprio davanti a lui. Insomma, era la più terribile tortura che si possa immaginare.
Si trattava di questo: nella sua stessa città, addirittura in vista della casa in cui abitava Harry, c’era... pensate un po’... un’ENORME FABBRICA DI CIOCCOLATO! Provate a immaginare una cosa del genere!
E non si trattava nemmeno di un’enorme fabbrica di cioccolato qualsiasi. Era la più grande e la più famosa fabbrica di cioccolato del mondo magico! Era la FABBRICA SILENTE, di proprietà del signor Albus Percival Wulfric Brian Silente, il più grande inventore e fabbricante di dolciumi e cioccolatini che sia mai esistito.

[Testo scritto interamente da Roald Dahl e tratto dal libro "La fabbrica di cioccolato]
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Buon compleanno!» dissero in coro i quattro vecchi fratelli quando, il mattino dopo sul presto, Harry entrò nella loro stanza.

Harry rispose con un sorrisetto nervoso e si sedette sul bordo del loro grande letto. Teneva stretto in entrambe le mani il suo unico regalo di compleanno.

Sull’involucro della Cioccorana c’era scritto:

 

 CIOCCOCREMORANA DELIZIA SILENTE

AL TRIPLOSUPERGUSTO

 

I quattro fratelli, due da capo e due da piedi del letto, si tirarono su a sedere e si accomodarono i cuscini dietro le spalle: fissavano con sguardo ansioso la Cioccorana che Harry teneva in mano.

Anche il signore e la signora Weasley, Percy e Ginny entrarono e si posero trepidanti ai piedi del letto per osservare Harry.

Un gran silenzio scese nella stanza. Tutti aspettavano che Harry cominciasse a scartare il suo regalo. Harry osservò bene la Cioccorana. La carezzò a lungo avanti e dietro con amore e nella stanza silenziosa si sentirono dei leggeri crepitii levarsi dalla carta argentata dell’involucro.

Poi la signora Weasley disse dolcemente: «Tesoro, non te la devi prendere troppo se sotto quella carta non troverai quello che speri. Non puoi certo aspettarti di essere così fortunato».

«Tua madre ha proprio ragione» aggiunse il signor Weasley.
Harry rimase in silenzio.

«Dopo tutto» intervenne Charlie, «nell’intero vasto mondo ci sono rimasti solo tre biglietti da trovare».

«Quel che devi tenere bene a mente» disse Fred, «É che, qualsiasi cosa accada, avrai sempre una bella Cioccorana da sgranocchiare».

«É la Cioccocremorana Delizia Silente al Triplosupergusto» esclamò George, «É il più buono di tutti! Vedrai che ti piacerà!»

«Si» bisbigliò Harry. «Lo so».

«Lascia perdere i Biglietti d’oro e goditi la cioccolata!» gli consigliò Bill. «Dammi retta».

«Dammi retta».
Si rendevano tutti conto che era ridicolo aspettarsi che questa modesta Cioccorana contenesse un bigliettino magico e stavano quindi cercando, nel modo più gentile che potevano, di preparare il povero Harry alla grande delusione che lo aspettava. Però c’era anche un’altra cosa di cui tutti gli adulti si rendevano conto: per quanto minima, c’era sempre la possibilità di un colpo di fortuna.

Doveva esserci almeno una possibilità.
Quella Cioccorana aveva le stesse probabilità di qualunque altra di contenere uno dei Biglietti d’oro.

E questo era il motivo per cui pure i genitori e i fratelli di Harry erano emozionati e tesi quanto il ragazzo, anche se davano a vedere di essere molto calmi.

«É meglio che ti sbrighi ad aprirla, o farai tardi a scuola» disse infine Bill.

«Tanto vale che ti togli il pensiero» aggiunse George.

«Ti prego, Harry, sbrigati ad aprirla» disse Fred, «sennò finisce che m’innervosisco».

Lentamente, molto lentamente, le dita di Harry cominciarono a lacerare un angolino dell’involucro di carta stagnola.
I quattro nel letto si sporsero tutti in avanti, allungando i colli. 

Poi, d’improvviso, come se non ce la facesse più a sopportare la tensione, Harry strappò l’involucro fino a metà... e in grembo gli cadde... una Cioccorana di cremoso cioccolato marrone chiaro.
Del Biglietto d’oro nessuna traccia.

«Be’, ecco fatto!» esclamò allegramente Bill. «É esattamente quello che ci aspettavamo, no?»

Harry alzò lo sguardo: quattro volti l’osservavano con benevolenza dal letto. Regalò loro un sorriso, un sorrisetto mesto poi strinse le spalle, raccolse la Cioccorana e la porse a sua madre dicendo: «Mamma, prendine un pezzetto. Ce la dividiamo. Voglio che tutti ne assaggino un po’».

«Ma neanche per sogno!» disse la madre. E tutti gli altri esclamarono in coro: «No, no! Non ne vogliamo! É tutta per te!».

«Per favore!» implorò Harry, voltandosi per offrirne a Bill.
Ma né lui né gli altri ne vollero assaggiare un pezzetto.
«É ora di andare a scuola, piccolo mio» disse infine la mamma, mettendogli un braccio attorno alle esili spalle. «Su, su, o finirai col fare tardi!»


   
 
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