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Autore: Dark Tranquillity    17/04/2008    1 recensioni
"...Il Dio del Tuono è morto, e nulla sembra potersi opporre al potere di Shao Kahn. Chi si ergerà fra la Terra e la distruzione totale, nell'ora più buia?"
POV fic - Sub-Zero / Kitana / Kung Lao / Kintaro / Frost. Accenni di romance, alcuni personaggi OOC.
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kitana, Sub-Zero, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Delight And Angers.mp3 - In Flames

Everyday takes figuring out how to live,
Sometimes it feels like a mistake,
Sometimes it's a winner's parade,
Delight and angers,
I guess that's the way it's supposed to be...





Kung Lao
Edenia
Luogo Sconosciuto
17 Dicembre 2011


Poteva quasi sentire il rumore del collo di Jax che si spezzava sotto alle grosse mandibole della creatura lucertoloide, quando percepì una vibrazione sopra il suo capo, come di qualcosa che sfrecciava a grande velocità. Un bagliore metallico, poi il sangue zampillante e le urla di Sonya e Jax. E vide la creatura riversa a terra, con un pugnale ricurvo - simile al kukri nepalese - conficcato in profondità nel collo.

«Dannazione, Jax! Stavi per lasciarci la pelle!»

Sonya si era avvicinata al Maggiore, furente: non l'avrebbe mai ammesso, ma Kung Lao sapeva che era arrabbiata per lo spavento. I suoi uomini delle Forze Speciali, Jax in primis, le erano molto cari.

«Ehi, Generale, mi dispiace! Bel tiro Kung, comunque...» il grosso afroamericano si chinò a togliere il kukri dal collo della creatura «... Ma da dove arriva questo pugnale? Non mi pare di avertelo visto addosso.»
Kung Lao annuì «Non è mio, Jax. L'ha tirato qualcun altro. Non siamo soli, qui.» si voltò e scrutò fra le fronde della boscaglia, guardingo; aveva una spiacevole - ed inspiegabile - sensazione di deja-vu, perchè quel kukri gli sembrava familiare.

Sonya gli si era portata al fianco, ed osservava fra le fronde a sua volta, a braccia conserte.

«Non so con chi abbiamo a che fare, ma chiunque sia ha salvato Jax da morte certa.» sussurro' la donna, mantenendo lo sguardo sulle fronde.
«O forse ha semplicemente sbagliato il tiro.» le rispose Kung Lao «Meglio non abbassare la guardia. Cercherò di stanare il proprietario di quel pugnale. Lo costringerò ad uscire dalla boscaglia, tu e Jax state pronti a prenderlo.»
«Va bene, Kung. Sta' attento.» la mano le era andata nuovamente alla fondina della Desert Eagle.

Chiuse gli occhi, entrando in quello stato di meditazione che gli permetteva di sgomberare la mente da tutto quello che era irrilevante per il suo obiettivo, una pratica imparata dopo numerosi anni di duro addestramento Shaolin.
Respira. Focalizza. Percepisci l'ambiente e divieni parte di esso. Gli insegnamenti dei vecchi monaci erano indelebili nella sua mente.
Quando riaprì gli occhi, Kung Lao era cosciente di tutto ciò che gli stava attorno. Percepiva i battiti del cuore di Jax e Sonya, poteva enumerare quanti dei variopinti pesci stavano passando in quell'esatto momento nel fondale del grande fiume, conosceva esattamente le traiettorie che gli aggraziati uccelli edeniani avrebbero preso. E percepì una imperfezione nella boscaglia, qualcosa di estraneo rispetto ai secolari alberi. Lo vide appollaiato in cima ad un albero ad una decina di metri di distanza, ed era ben mimetizzato con quelle vesti verdi. Mosse con tranquillità i primi passi in sua direzione, sentendolo irrigidirsi. Paura? Ansia? No, si sentiva sufficientemente nascosto. Kung Lao lo sentì rimanere immobile anche quando arrivò sotto al suo albero. Si fermò, senza alzare lo sguardo. Poi compì un agile balzo verso lo sconosciuto, calcolando le distanze per arrivargli ad almeno mezzo metro, così da poterlo afferrare in volo. Un'azione impensabile per un comune essere umano, ma lui era stato addestrato dai monaci Shaolin che rendevano possibile l'impossibile.
Sentì un'esclamazione di stupore quando gli fu sotto e gli afferrò la parte anteriore delle vesti con le mani, puntando un piede sullo stomaco e proiettandolo all'indietro per farlo volare giù dall'albero. Kung Lao gli era dietro nella caduta, compiendo una piroetta ad un metro da terra che gli permise di atterrare in piedi. In quell'istante si trovò stupidamente a pensare che il petto dello sconosciuto, quando l'afferrò per le vesti, era stranamente morbido e decisamente piacevole al tatto.
Jax stava arrivando di corsa e stava per avventarsi sullo sconosciuto.
Kung Lao si girò per vedere, finalmente, chi aveva preso: la caduta doveva avergli come minimo spezzato il fiato e con il poderoso Jax alle sue spalle non avrebbe avuto vie di fuga... Invece vide che lo sconosciuto era in piedi, pronto. O, per meglio dire, pronta.

«Non ti facevo così... Focoso, Kung Lao.» la voce di Jade era volutamente sensuale.

Le gote del monaco guerriero si tinsero improvvisamente di rosso nel riconoscere una delle più belle creature su cui avesse mai posato gli occhi. Jade era un'edeniana alta e dalla carnagione bronzea, dal fisico mozzafiato ed i capelli castano scuro, lunghi oltre il fondoschiena e lievemente ondulati. Come tutte le edeniane, vestiva poco e lasciava scoperto molto, come voleva il costume edeniano secondo cui la bellezza doveva venire esaltata in ogni sua forma... e le donne edeniane erano tutte bellissime. Jade era una delle consiglieri della Regina di Edenia, il suo araldo nonchè la migliore amica della figlia della Regina, la Principessa Kitana.
Kung Lao la conobbe in circostanze avverse, quando - durante la guerra scatenatasi nel Grande Torneo - trovò Jade in fin di vita dopo un assalto da parte di Baraka, un feroce e sanguinario capotribù Tarkata. Le arti curative Shaolin con cui la medico' le salvarono la vita. Si separarono poco dopo, entrambi risucchiati dalla tempesta che si scatenò alla fine del Grande Torneo, in cui morì il Dio del Tuono e Shao Kahn fu respinto ad Outworld. Jade gli promise che si sarebbe sdebitata, ed il pensiero turbò non poco le notti di Kung Lao, negli anni successivi.

«Ehi, ma è una donna!» esclamò Jax, dietro a Jade.
«Sì...» Kung Lao era ancora confuso dall'incontro e faticava a staccare gli occhi dalle grandi iridi nocciola di Jade che lo fissavano.
«Una nativa di Edenia, visto come è... Vestita.» Sonya gli si affiancò, con la grossa pistola in mano e lo sguardo piuttosto truce.
Kung Lao si schiarì la voce, con un lieve moto di imbarazzo «Allora... Sonya, Jax, lei non ci è nemica... Si chiama Jade, ed è molto vicina alla Regina di Edenia. Un colpo di fortuna, davvero.»

Osservando nuovamente Jade, la vide sorridere. Porse la mano ad un Jax piuttosto estasiato, e lui le rese il kukri che gli aveva salvato la vita.

«Credo impazzirei anche se fosse una nemica, eh Kung?» Jax era un vero buontempone, anche se Sonya non era dello stesso avviso.
«Che direbbe tua moglie se ti vedesse ora, Maggiore?»
«Fortuna che non mi vede!» Jax scoppiò in una gran risata, mentre Sonya continuava a fargli la predica. Kung Lao scosse il capo, lasciandoli ai loro discorsi: dopotutto ognuno spezzava la tensione a modo suo. Tornò su Jade, sospirando.
«Mi dispiace averti assalita, ma siamo in una brutta situazione e...»

Jade alzò una mano portando l'indice all'altezza delle labbra carnose, chiedendo il silenzio, cosa a cui lui obbedì repentinamente.

«Non scusarti, Kung Lao, non ha importanza. Cosa vi porta ad Edenia? Sono tempi bui anche per noi, la Regina mi ha ordinato di pattugliare i confini. Abbiamo ricevuto notizie di estranei indesiderati, un giorno fa. Poco lontano da qui c'è una delle molte zone sensibili ai salti dimensionali...»
«Che intendi?»
«Una zona dove è probabile arrivare quando si passa per un portale. Solitamente un portale conduce ad un altro portale, ma se è danneggiato è possibile arrivare in una di queste zone.»
«E' esattamente quello che è successo a noi. Abbiamo varcato il portale dell'Isola di Tsung, ma dev'essere danneggiato... Un tempo conduceva ad Outworld, Jade.» Si fece silenzioso, poi riflettè su un particolare sfuggitogli... "Estranei indesiderati?" «Jade, riguardo gli estranei che stai cercando: sei riuscita a vederli? Cosa ne sai al riguardo? E' molto importante.»
«No, non ho avuto fortuna. Ho trovato voi invece, e sembra che sia arrivata giusto in tempo... In questa stagione Bosco Addash è popolato dai Voivòd, le creature che vi hanno attaccato. Ora, Kung Lao... Devo chiedervi cosa vi porta ad Edenia.»
«Ascolta, Jade, è importantissimo che tu ci conduca dalla Regina. Dobbiamo sapere di questi estranei, assolutamente... Non ho tempo di spiegarti il motivo per cui siamo qui, ti chiedo solo di fidarti di me, e di portarci dalla Regina il prima possibile.» rispose Kung Lao, rinfrancato dal fatto che forse non tutto era perduto. Probabilmente gli "estranei" erano Kano ed i suoi, che avevano avuto i loro stessi problemi con il portale dell'Isola.
«Ma certo... Mi spiegherai strada facendo.»

S'incamminarono, e Kung Lao le racconto' delle loro burrascose vicissitudini.

«A proposito, come mai non ci hai attaccato? Dalla tua posizione non potevi averci riconosciuto.»
La vide sorridere «Non ero sicura delle vostre intenzioni, e foste anche stati quelli che cercavo, non era comunque mia intenzione uccidervi. Sai una cosa? Sei... Particolare senza quel tuo cappello tagliente. Stai meglio senza, effettivamente.»
Kung Lao tossicchiò «Beh, grazie. Tu invece sembri sempre la stessa, Jade.»
«Il popolo di Edenia non sente il peso degli anni come il popolo della Terra.»


Edenia
Palazzo Reale
Qualche ora più tardi


La marcia fino alla capitale di Edenia fortunatamente durò meno del previsto.
Un crescente senso di inquietudine tormentava Kung Lao, alimentato dai dubbi che erano sorti durante la marcia verso la capitale. A rigor di logica, Kano e i suoi avrebbero dovuto cercare un portale per Outworld. E dovevano farlo in un luogo a loro potenzialmente ostile. Però avevano molte ore di vantaggio e la crudeltà necessaria per eliminare chiunque sbarrasse loro la strada, inoltre se avessero tenuto un basso profilo sarebbe stato molto difficile prenderli. Ma forse la guardia Edeniana li avevano già catturati. Forse il Kamidogu era già al sicuro nelle mani amiche della Regina.

"Tanti, troppi 'forse'."

Si disse, seguendo Jade per la magnifica città che rifletteva la luce del grande sole, accentuando quella tonalità perlata di cui sembravano essere composta. Fontane e splendidi giardini non si contavano, l'aria era fresca e genuina, gli Edeniani - un popolo vivace e curioso, molto aperto e di aspetto magnifico - li salutavano cordialmente come se lui ed i suoi compagni fossero dei vecchi amici tornati a far visita mentre attraversavano le ampie e ridenti piazze, guidati da Jade verso il Palazzo Reale. 
Kung Lao era già stato nella capitale e rispetto ad un tempo vi era un insolita presenza di soldati edeniani, con le loro uniformi eleganti e mascherati, che pattugliavano il perimetro della città. Evidentemente doveva essere giunta voce anche in Edenia che Shao Kahn aveva ricominciato a tramare per la conquista totale, dopotutto Edenia era sempre stato il primo obiettivo del terribile Imperatore e nonostante non ci fosse mai stata una guerra aperta con Outworld nessuno poteva scordare le vittime delle malefiche macchinazioni di Kahn, il quale si servì di raggiro, assassinio, cercò persino di controllare la mente della Regina per destabilizzare Edenia e farla diventare una colonia di Outworld.

«Siamo arrivati.» disse Jade, mentre Kung Lao ammirava le forme del grande Palazzo Reale, costruito in marmo bianco.

Era come lo ricordava, nè più nè meno: un enorme giardino su cui sorgeva il sentiero che l'attraversava, per arrivare sino all'entrata della grande costruzione bianca. Percepì una fitta di dolore, nel ricordare come l'ultima volta che vide il Palazzo fu per portare il corpo del suo migliore amico, caduto per mano dello stesso Shao Kahn durante il drammatico epilogo del Grande Torneo: Liu Kang si era sacrificato immolandosi in un attacco suicida contro l'Imperatore, per permettere al Dio del Tuono di raccogliere abbastanza potere onde distruggere definitivamente Shao Kahn. Tutti sapevano com'era finita.

«Sembri triste, Kung Lao: lo leggo nel tuo volto. Pensi a Liu Kang, non è vero?» sussurro' Jade, dopo essersi portata silenziosamente al suo fianco.
Kung Lao ruotò il capo per osservarla «Gia'. Spesso mi chiedo perchè lui. Potevo essere io, poteva essere qualcun altro...»
«Sii felice, Kung Lao, perchè dolersi della sua morte significherebbe denigrare il suo sacrificio.»
Kung Lao sospirò, scuotendo appena il capo, mentre oramai i cancelli del Palazzo erano vicini «Ha sacrificato la sua vita... Ma per quale ragione? Shao Kahn vive ancora, e trama ancora...» era un pensiero a cui Kung Lao non aveva mai dato voce con nessuno, perchè covava un sentimento di rabbia nel riconoscere che Shao Kahn, dopotutto, aveva vinto e si era portato via il suo migliore amico.
«Se non avesse compiuto quel gesto saremmo tutti morti ora, Kung Lao, e Shao Kahn dominerebbe su tutto ciò che ha vita.»
«Forse ha solo ritardato il destino che ci attende, Jade. Rimaniamo solo noi... Solo noi, contro il mastodontico potere che viene da Outworld. Dalla morte di Liu Kang e Lord Raiden abbiamo goduto di qualche anno di pace... Eppure, come pensare che Shao Kahn si sarebbe accontentato di rimanere sul suo trono nero? La sua sete di potere è troppo grande, ed infatti...»
«...E infatti rimane ancora confinato in Outworld. Perchè disperi così, Kung Lao?»
«Perchè sento lo scatenarsi della tempesta in lontananza, Jade, e questa volta non so se saremo abbastanza forti da resistergli. Non sono disperato, sono semplicemente realista.»
«Allora attendi pure l'arrivo di Kahn seduto comodamente a terra. Quanto a me, preferisco combattere.» replico' piccata, accelerare il passo per oltrepassare le guardie e sparendo oltre la grande soglia del palazzo. Sembrava essersi offesa, e Kung Lao sospirando si promise di riparlarle.

Si voltò, vedendo Sonya e Jax silenziosi, impegnati ad osservare i dettagli del luogo.

«Ci siamo. La Regina ci attende, Jade è... Andata ad annunciarci.» disse loro, attendendo che l'affiancassero.
«Bene. Ma dobbiamo fare in fretta... Più tempo perdiamo qui, e più Kano si allontana.» gli rispose Sonya.
«La Regina potrebbe darci molte delle risposte che cerchiamo per fare luce sulla situazione, Sonya... E' molto antica e saggia.»
«Uhm... Dici che è una vecchiaccia? Peccato, mi stavo abituando alle bellezze locali...» gli borbottò Jax di rimando.
«Non credo rimarrai deluso, Jax.» rispose, piuttosto divertito.

Nessuno sbarrò loro la strada nonostante il Palazzo fosse pesantemente sorvegliato dalla guardia e Kung Lao guidò i compagni verso la sala del trono, dove li attendeva Sindel, la Regina di Edenia. Kung Lao la trovò proprio come la ricordava, dalle forme perfette e quel volto senza età che trasmetteva una bellezza spettrale, mistica; la carnagione era pallida, quasi marmorea e le sue pupille erano velate di bianco, mentre una cascata di fulvi capelli le ricadeva oltre le spalle, bianchi salvo una grossa ciocca al centro di un nero perlaceo. Emanava carisma e saggezza, la sua vicinanza donava conforto e pochi riuscivano a sostenere il suo sguardo senza provare l'impulso di amarla - come si amerebbe una madre o un'amica di vecchia data. Com'era nei costumi edeniani, la Regina portava poche vesti a nascondere le sue nudità, eppure non scatenava il desiderio nell'osservarla, era più come contemplare una squisita statua - scolpita come se fosse vera, ma pur sempre fatta di marmo.
Jade era in piedi a fianco della Regina, Kung Lao le diede un'occhiata di sfuggita prima di posare un ginocchio a terra, seguito a ruota da Sonya e Jax. 

«Amici miei, vi prego, alzatevi. Kung Lao, è un piacere ed un onore averti nuovamente alla corte di Edenia. Non conosco i tuoi compagni, ma sento che il loro cuore e i loro intenti sono nobili come i tuoi, amico mio.» 
Kung Lao si rialzò, dando un'altra occhiata a Jade che era rimasta silenziosa, poi rispose «L'onore è mio, nobile Sindel. Loro sono Sonya Blade e Jackson Briggs, sono amici e fidati compagni di battaglia.»
«Maestà.»

Udì Sonya salutare in modo marziale, seguita da Jax mentre sul viso di Sindel si dipingeva un pallido sorriso dando così una muta approvazione della loro presenza nel suo regno, per poi volgersi verso Jade, che rimaneva silenziosa e fosca. L'aveva colpita così duramente la sua risposta di prima? Continuava a fissarlo così intensamente che quasi si sentiva trafiggere l'anima stessa: capiva poco le donne, ancora meno le edeniane.

«Bambina mia, vuoi accompagnare Sonya Blade e Jackson Briggs a visitare il Palazzo? Conduci loro alle cucine poi, sento che il nostro poderoso amico Briggs è molto affamato.»
«Mia Regina, ma non c'è tempo per questo...»
«Ti prego, Jade.»
«Sì...»

Kung Lao sentì nuovamente lo sguardo di Jade addosso mentre usciva con gli altri due, decisamente poco amichevole... Sospirando tornò su Sindel, chiedendosi come mai avesse voluto escludere i suoi amici e Jade dai loro discorsi. Forse non si fidava di Sonya e Jax?

«Ora possiamo parlare in pace, Kung Lao. Sentivo che avevi un peso nel cuore che turbava la tua mente. Ora dimmi: chi sono gli stranieri che inseguivi? Prima che tu lo chieda, ho già provveduto a mandare una grossa falange di soldati al Deserto di Edenia.»

Era evidente che Jade le aveva fatto un rapido rapporto sulla sua missione quando li aveva preceduti, o forse Sindel glielo aveva semplicemente letto nell'anima, così come aveva fatto centro sul suo turbamento riguardo a Jade tanto da indurla a lasciare la stanza onde poter parlare liberamente...

«Sono ladri, Regina.»
«Cos'hanno rubato?»
«Il Kamidogu, nobile Sindel. Il Kamidogu che era custodito dal Gran Maestro dei Lin Kuei, sulla Terra...»

Kung Lao si fece silenzioso nuovamente, attendendo una reazione da parte della Regina che pareva come immobilizzata in una sorta di trance dopo la sua ultima frase. Era sicuro che lei ne sapesse qualcosa, e qualsiasi cosa fosse aveva comunque un brutto presentimento.

Sindel riaprì gli occhi, emanando un profondo sospiro «Questo è... Alquanto grave, amico mio. Dovete partire subito per il Deserto di Edenia, immediatamente. I ladri vanno fermati ad ogni costo, e temo che una sola falange di soldati non sia sufficiente per fermare chi ha violato il Tempio dei Demoni della Foresta.»
Demoni della Foresta. Kung Lao ripensò al significato che il termine 'Lin Kuei' aveva nel linguaggio comune «...Un'ultima cosa, prima che io vada... Riesci a percepire Sub-Zero, mia Regina? Oltrepassammo il portale assieme, ma lui non era con noi al nostro arrivo.»
«No. Non è nel mio regno, non lo percepisco... Innalzerò una preghiera al sommo Fujin per lui. Ora va', amico mio, perchè il tempo ci è nemico.»
«Grazie, nobile Sindel.»

Si inchinò e corse fuori, provando un vago senso di irrequietezza. L'inevitabilità del suo fallimento era quasi logica vista la situazione: i ladri avevano troppo vantaggio, e l'unica speranza alla quale poteva aggrapparsi era che i guardiani del portale fossero riusciti a fermarli.
Jade, Sonya e Jax lo attendevano negli ampi giardini fuori dal Palazzo Reale, e Kung Lao non potè fare a meno di indugiare con lo sguardo su Jade, sperando intimamente che il livore le fosse passato.

«Dobbiamo...»
«Partire subito, sì. Sono già stata informata, Kung Lao, vi guiderò io al Deserto.» Jade l'aveva interrotto piuttosto bruscamente «E faremo più in fretta se cavalcheremo fino ad esso: il portale è situato in una zona piuttosto impervia. Seguitemi!»
«Peccato per quella succulenta carne che non ho fatto in tempo a mangiare...» lamentò Jax massaggiandosi lo stomaco.

Kung Lao seguì Jade per le vie cittadine, mentre correvano sfrecciando oltre le verdeggianti piazze percorse all'andata. Jade era estremamente veloce, e Kung Lao s'impegnava a tenerle il passo... Temeva tuttavia che avrebbero seminato presto Sonya e Jax.

«Jade! Rallenta! Jax e Sonya... Rimarranno indietro!» le urlò, affiancandosi a lei in quella corsa dove i dettagli dell'ambiente circostante volavano via.
«Non m'importa...! Decido io il ritmo di marcia, se rimarranno indietro sono affari loro! Se vuoi farmi rallentare... Prima devi prendermi!»

A che gioco voleva giocare? Fu costretto ad accelerare ulteriormente il passo senza avere il tempo di darsi una risposta in quanto l'edeniana era già ad almeno dieci passi più avanti di lui, ed era richiesta tutta la sua concentrazione per sfrecciare fra gli alberi, saltare via agilmente cose e persone, portando addirittura la corsa in cima ad una fila di tetti di alcune abitazioni. Fu lì che Kung Lao decise di farla finita, azzerando le distanze con un aggraziato balzo in avanti e prendendo Jade per un braccio, facendola voltare bruscamente, senza accorgersi che era a fine corsa sui tetti e la spinta data dal salto fece cadere entrambi di sotto. D'istinto, Kung Lao portò Jade a sè, ruotando in aria per far impattare la sua schiena sul terreno - fortunatamente solo qualche metro più sotto - e facendole da scudo con il suo corpo.
Il colpo gli portò via il fiato, eppure avere Jade sopra di lui, cinta per la vita, con il petto schiacciato sul suo, i capelli corvini che gli accarezzavano il volto...

«Che cosa... Che cosa credevi di fare?» le lasciò la vita ma lei non accennò a muoversi, rimanendogli sopra.
«Promettimi che non lo rifarai più, Kung Lao.»
«Fare che cosa?»
«Darti per vinto... Disperare. Sapevi della mia velocità, eppure non hai esitato ad inseguirmi.»
«E' stata solo una corsa, non puoi paragonarla a...»
«E' lo stesso! Hai combattuto, Kung Lao, hai combattuto e sei riuscito a vincere. Questo è l'uomo che mi ha salvato la vita. Ad Edenia esiste un detto, Kung Lao... 'Chi ti salva la vita ti strappa anche un pezzo di anima'.»

Era piuttosto confuso, quando sentì il vociare di Jax dietro l'angolo dell'abitazione dalla quale erano caduti. Jade si era già rialzata.

«Ma dove cazzo siete?! Ah, eccovi... Sono qui, Sonya.»

Il Maggiore spuntò assieme al Generale, piuttosto furente. Kung Lao non poteva darle torto, effettivamente...

«Vi pare il momento per rincorrervi come dei bambocci?» Sonya era minacciosa e Kung Lao sapeva che non era il caso di prenderla alla leggera.
«Colpa mia, Sonya. Non accadrà più, lo prometto. Ora seguitemi... Le scuderie sono qui vicino.» Jade si era già avviata, seguita da Jax. Sonya rimase per qualche attimo su di lui. Era la seconda volta che riceveva uno sguardo killer da una donna, quel giorno, e Kung Lao ne aveva abbastanza.
«Mi dispiace Sonya, non è il momento per mettersi a discutere.»
«Va bene, abbiamo perso fin troppo tempo. Andiamo.»

La seguì, accodandosi a Jax e Jade che erano prossimi alle scuderie della capitale.
Ci vollero un paio d'ore scarse per arrivare al Deserto di Edenia, a cavallo degli Scythe, grossi uccelli simili a struzzi dalle gambe lunghe e resistenti, il becco ricurvo come un'aquila e le penne dal colore variopinto. Erano delle cavalcature perfette per le sabbie del luogo, in quanto le grosse zampe palmate non sprofondavano sul manto dorato del deserto. Nonostante non sembrassero particolarmente minacciosi avevano un carattere molto orgoglioso e non tolleravano nessun tipo di sopruso da parte del padrone.
Kung Lao seguiva Jade che apriva la fila, seguito da Sonya ed un Jax estremamente divertito di essere a cavallo di un grosso pollastro, come lo definiva lui. La guerriera edeniana li stava conducendo verso una formazione rocciosa che spuntava dalle sabbie, proprio al centro del deserto. La roccia era nera e nel complesso vederla spuntare all'orizzonte - in mezzo al nulla - la faceva sembrare decisamente innaturale agli occhi di Kung Lao.
Poi comparvero i cadaveri.
I soldati della falange edeniana giacevano a ritmo di due, tre - talvolta persino quattro - a terra mentre si avvicinavano sempre più alla formazione rocciosa. Avevano orride ferite e squarci sui quali stavano facendo libagioni mosche ed altri parassiti, alcuni presentavano addirittura delle bruciature, solchi neri attraverso la carne viva... Chiunque fossero i macellai, dovevano aver combattuto furiosamente fino al portale. Kung Lao pregò che fossero ancora in tempo.
Seguirono semplicemente la scia di cadaveri, che si interrompeva bruscamente davanti ad un grande portale ad arco scavato nella pietra che dava accesso al picco roccioso. Scendendo dallo Scythe, Kung Lao notò delle scale nell'oscurità di quel portale, che probabilmente scendevano. Si chiese cosa stesse provando Jade nel vedere la sua gente massacrata in quel modo. Probabilmente conosceva ognuno di quei soldati...

«Entriamo, e speriamo che i guardiani siano ancora in vita.» annunciò freddamente.

Kung Lao annuì, apprestandosi ad entrare ma fu oltrepassato da Sonya che si getto' a capofitto verso l'ingresso.

«E' Kano! Quelle bruciature... Sono inconfondibili!»
«Aspetta, Sonya!»
«Non c'è niente da fare quand'è così, Kung! Forza, seguiamola!» Jax si mise a correre.

Non poteva fare altro che seguirli, anche se l'istinto gli suggeriva di tentare un approccio più meditato. L'aria dentro alla grande grotta era umida e fredda, in netto contrasto con il clima esterno. Seguì Jax giù per una grande scalinata che scendeva in profondità, sbucando in una grande sala che doveva fungere evidentemente da anticamera per i guardiani del portale, come testimoniavano le rastrelliere piene di armi e le grandi baliste puntate sul fondo della sala, dove si apriva una grande crepa sulla roccia dalla quale proveniva una luminescenza rossastra.
Sonya era già a metà sala, correndo a perdifiato verso la fenditura.

«Vedo del movimento!»

Kung Lao vide effettivamente una sagoma arrancare oltre la fenditura: era ingobbita e sembrava sorreggersi con la mano ai bordi della grande crepa che dava al portale. Aumentò le falcate fino a diventare veloce come il vento, oltrepassando Sonya, diretto verso la figura... Non poteva sfuggirgli. Non doveva sfuggirgli. Sentì Jade al suo fianco, veloce ed aggraziata come un felino. Compirono assieme un balzo per ricoprire l'ultimo tratto che mancava per oltrepassare la fenditura ed immergersi in quella luce rossa...
...Troppo tardi. La donna che li osservava era giovane ed avvenente, dai capelli rossi, e nonostante avesse una brutta ferita alla gamba coperta da un pantalone scarlatto aderente, sul volto aveva un'espressione beffarda. Era sul portale, che emanava una disturbante luce rossa.

«...Adios!»

E sparì, dissolvendosi in quella vorticosa nebbia scarlatta.
Fallimento.
Non riusciva a pensare ad altro Kung Lao, mentre osservava con sguardo assente il portale. Seguirli? Pura follia, perchè sicuramente i ladri del Kamidogu avevano qualcuno ad accoglierli al di là del portale, e seguirli sarebbe stato un inutile suicidio. E quella ragazza dai capelli rossi... Chi era? Non l'aveva mai vista prima, nemmeno nel covo del Drago Nero ad Hong Kong, da dove tutto cominciò.
Era così stufo di avere così tante domande e nessuna risposta... E di certo le urla isteriche di Sonya non l'aiutavano a concentrarsi: voleva seguire Kano e i suoi oltre il portale, tanto che Jax doveva tenerla ferma. Anteponeva la sua vendetta personale alla loro missione, eppure come biasimarla? Kano le aveva distrutto la vita.

«Ce n'è uno ancora vivo.»

La voce di Jade lo riportò alla realtà. Uno dei guardiani era posato con la schiena sulla parete dell'anticamera. La testa era china ed il rantolio sempre più pesante indicava che era prossimo alla morte. Jade era chinata su di lui: Kung Lao rimase impressionato di come rimanesse fredda e dura dinnanzi all'orribile spettacolo della sua gente massacrata.

«Dicci che cosa hai visto, amico mio...» l'edeniana le sussurrava con gentilezza mentre lui rimaneva ad un paio di passi di distanza, in ascolto. Era orribile: non poteva nemmeno morire in pace, doveva rievocare la scena finale dove lui veniva sconfitto ed ucciso. Forse desiderava solamente ricordare il volto della moglie, dei figli... Lo stomaco di Kung Lao si contrasse per la rabbia: Shao Kahn aveva molto di cui rispondere.
«...Quattro... Una... Donna... Tre uomini... L'occhio rosso... L'occhio ross...» l'uomo scivolò di fianco, privo di vita. All'altezza della vita c'era un profondo buco che lo trapassava parte a parte, le carni erano nere, cauterizzate.
Occhio rosso? Kano portava una placca metallica su un lato del volto, e l'occhio era sostituito da una lente rossa. Questo confermava la teoria di Sonya.
«Jade, dobbiamo tornare dalla Regina subito.»

Risposte, risposte, risposte. Doveva sapere tutto il possibile sul Kamidogu. Sul perchè Kahn lo voleva. Era dall'inizio della vicenda che era preda degli eventi ed era stato costretto a gettarvisi a capofitto, perchè non c'era tempo per soffermarsi a riflettere o chiedere a chi sapeva. Ora avevano perso il Kamidogu, almeno avrebbe avuto qualche risposta.
Jade era ancora inginocchiata davanti al cadavere, lo osservava placidamente.

«Raduna gli altri fuori, vi seguirò fra un attimo.»

Kung Lao fece come richiesto.


Edenia
Palazzo Reale
Qualche ora più tardi


«Mia Signora, sono fermamente convinta che avremmo dovuto inseguire i membri del Drago Nero attraverso quel portale!»
«Avreste solo gettato via la vostra vita, Generale. Ne abbiamo bisogno ora più che mai, invece.»
«Con tutto il rispetto, mia Signora, ma questo e' un errore grande come una casa. Avremmo eliminato ogni minaccia al di là del portale, ammazzato Kano e riportato a casa il Kamidogu! Uno di loro era ferito, erano stremati per aver dovuto combattere fino a quella caverna... Non condivido affatto questa strategia d'attesa, perchè la miglior difesa è l'attacco, come si dice a casa mia, sulla Terra.»
«Ci sono poteri ad Outworld che non si possono combattere con le vostre armi, Generale. Il tuo cuore è gonfio di rabbia perchè eri vicina a catturare la tua nemesi, e l'ira ti offusca i pensieri...»
«Al diavolo, mi sembra di parlare con un fottuto maestro Jedi. Vieni Jax, accompagna il Generale a prendere una boccata d'aria!»

Kung Lao si mise una mano sul volto. Sonya non si era trattenuta dall'esprimere tutta la sua rabbia davanti a Sindel, al loro ritorno. La Regina non sembrava minimamente turbata dall'atteggiamento irato del Generale e dal suo linguaggio colorito, anzi, il suo sorriso benevolo rimase disegnato sul volto. Di certo il fatto che le avesse letto cosi' facilmente nell'animo, l'aveva fatta doppiamente arrabbiare. Non aveva importanza, Sonya era una sanguigna e di scaldava facilmente, come altrettanto era rapida a calmarsi e scusarsi.

«Mi dispiace, nobile Sindel... Per lei la questione è personale.»
«Non occorrono scuse, Kung Lao. Aveva solo bisogno di sfogarsi, sono felice che l'abbia fatto.»
«Grazie, Regina. Ora che il Kamidogu è perso... Ho bisogno di sapere. Abbiamo» osservò Jade al fianco del trono «bisogno di sapere. Che cos'è? Quale utilizzo ne farà l'Imperatore di Outworld?»
«Allora mettiti comodo, amico mio, perchè è una storia molto lunga.»

La Regina incrociò le mani e le mise in grembo, sospirando sommessamente. Era giunto il momento, finalmente, e Kung Lao non attendeva altro.

«Sappi, innanzitutto, che il Kamidogu non è uno solo. Ne esistono tre.»
 
† † † †

 
Cit. "Because that's just ridiculous; no one beats Sub-Zero."
   
 
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