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Autore: Ayumi Yoshida    01/11/2013    2 recensioni
La guerra è finita, l’esercito alleato ha vinto. Tutto dovrebbe andare per il meglio, tornare alla normalità, ma qualcosa non è andato come avevamo creduto dovesse andare: un compagno potente è tornato a prendersi la sua ricompensa.
“Tra qualche mese morirò. Come avrei potuto dirtelo?”
Fanfiction prima classificata al "NaruHina Contest [V Edizione: 'La nostra leggenda']" di Mokochan, ValeHina e Yume_no_Namida e nella sezione "Rating arancione" e vincitrice dei premi "Miglior Hinata", "Miglior Naruto", "Miglior NaruHina" e "Best rating orange" *___*
Nell'ultimo aggiornamento ci sono gli ultimi tre capitoli! :)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Hey there Delilah
I've got so much left to say

 

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

 

 

6 – Non lasciarlo morire

 

Hinata annodò la cintura del suo kimono dietro la schiena con non poca difficoltà, dato che non riusciva a capire bene dove fosse la metà. Suo padre aveva insistito che all’adunata di tutti i capoclan ordinata dall’Hokage per discutere la questione di Naruto lei indossasse un abito che avesse il segno degli Hyuga ben visibile dietro la schiena.

Aveva già incontrato l’Hokage in veste ufficiale alcune volte, ma sarebbe stata la prima volta davanti agli altri capoclan come primo rappresentante della famiglia Hyuga. Si sentiva ansiosa, molto più degli ultimi tempi. Con un sospiro, si rese conto di non sapere neanche se Naruto sarebbe stato presente. Era dal giorno precedente che non lo vedeva: il ragazzo era passato a trovarla, ma la sua presenza era stata sfuggente come al solito. Più la sua morte si avvicinava, più lui sembrava allontanarsi dal mondo reale, sorrideva raramente, era più silenzioso del solito, spesso non si riusciva a capire cosa gli passasse per la testa. Faceva quasi paura.

Ormai mancava soltanto un mese. Hinata si pentì per l’ennesima volta di non riuscire a passare più tempo con lui, perché era certa che Naruto avesse un disperato bisogno di compagnia, di chiacchiere, di svago, ma tutti gli avvenimenti si stavano accavallando in una spirale senza fine. Gli impegni con il clan, il fatto di non vivere sotto lo stesso tetto, l’avvicinarsi della fine, la paura di restare da sola la tormentavano, convincendola quasi di non poter guardare più negli occhi Naruto. Poi, però, ogni volta che lo rivedeva, il suo viso spento, le sue braccia che la avvolgevano la convincevano del contrario. Molte volte aveva finto di analizzare i documenti del clan alla presenza di Naruto, ma in realtà avevano fatto tutt’altro, ben consapevoli che era uno dei pochi momenti in cui potevano restare davvero da soli. Spesso si ritrovava a pensare che, se lei non fosse stata la primogenita degli Hyuga e se Naruto non fosse stato la forza portante della volpe, avrebbero vissuto in una casa piccola, in modo umile, ma sarebbero stati sicuramente felici. Tuttavia, essere capoclan rappresentava la più grande delle responsabilità, quella di proteggere gli altri, e lei non vi sarebbe mai venuta meno, nemmeno nei confronti di Naruto.

Avrebbe fatto qualunque cosa per salvarlo.

 

“Salve, Hinata-san. Naruto ti manda i suoi saluti.”

Il quarto Hokage le sorrise, accennandole con la mano di occupare il suo cuscino, e la kunoichi si chinò verso di lui per ringraziarlo, poi prese posto. L’uomo le si sedette accanto. Molti dei posti degli altri capoclan erano ancora vuoti, anche l’Hokage mancava. Approfittando di quella inaspettata intimità, Hinata sussurrò senza voltarsi verso Minato: “Come sta Naruto-kun?”

Non ci fu bisogno di guardarlo per accertarsi che l’uomo aveva stretto tristemente le labbra.

“Purtroppo, come al solito. Non mangia quasi per niente, è sempre con la testa da un'altra parte… Non vuole vedere nessuno. Esce soltanto per venire a trovare te e Sasuke Uchiha.”

La kunoichi abbassò lo sguardo, angosciata. Avrebbe voluto essere con Naruto, stringergli la mano, spronarlo a lottare come soltanto lui avrebbe saputo fare, ma i suoi occhi si fermarono di scatto sulla sua mano vuota facendole scappare un singhiozzo. Non voleva restare sola per nulla al mondo, voleva salvare Naruto a tutti i costi.

“Hokage-sama, esiste un modo per poter parlare con la volpe a nove code? La prego, mi risponda sinceramente!”

Incapace di trattenere la disperazione, Hinata si voltò per guardarlo negli occhi. L’uomo ricambiò il suo sguardo sorpreso, con gli occhi neri spalancati e senza parole.

“Hinata-san, tu…”

“Non voglio che Naruto-kun muoia!” esclamò la kunoichi senza riuscire a trattenere le lacrime. Qualche capoclan si voltò verso di lei, stupito, ma immediatamente le lacrime furono asciugate e restò soltanto uno sguardo combattivo e pronto a tutto che Minato non aveva mai visto sul suo viso.

“Io… Io ho sigillato un poco del mio chakra assieme al chakra della volpe dentro Naruto prima di morire, ed in questo modo ho potuto incontrarlo, ed insieme ho incontrato anche lei…” spiegò con cautela, timoroso del fatto che le sue parole potessero scatenare reazioni non desiderabili. “C’è  bisogno di un chakra adatto, e della capacità di manovrare il sigillo che tiene bloccata la volpe dentro Naruto…”

“Lei ne è capace, non vero?”

“Sì, ma-“

Minato si interruppe, certo che Hinata avesse qualcosa da dirgli, ma la conversazione morì in quel momento. Forse aveva sbagliato a rivelarle tutte quelle informazioni. Le lanciò uno sguardo di sottecchi, attento a non farsi scoprire, ma la kunoichi ormai non faceva più caso a lui, persa tra i suoi pensieri. I suoi occhi, però, non avevano mutato espressione.

“Vi prego di prendere posto, abbiamo indugiato fin troppo!” esclamò improvvisamente l’Hokage entrando nella stanza, e tutti si sedettero interrompendo il vociare. “Qualcuno ha qualcosa da dire prima di cominciare?”

Un capoclan che Hinata non conosceva alzò la mano per chiedere il permesso di parlare e si alzò in piedi.

“Perché è presente anche il quarto Hokage?” chiese rivolto a nessuno in particolare. “Essendo il padre di Naruto Uzumaki, potrebbe non operare nell’interesse del villaggio, ma in quello di suo figlio.”

Minato sorrise amaramente, colpevole.

“Ha ragione. Però sono l’unico ad essere a conoscenza di ogni singolo dettaglio sulla volpe a nove code. Prometto di operare come se Naruto non fosse mio figlio.”

Sconvolta da quelle parole, Hinata sentì le gambe cominciare a formicolarle, desiderose di andare il più lontano possibile da quei capoclan disinteressati a Naruto. Come potevano anche soltanto pensare quelle cose dopo che Naruto li aveva salvati due volte dal nemico? Erano spregevoli. Nessuno di loro pensava alla vita di Naruto, troppo concentrati sulla propria. Non avrebbero fatto nulla per salvarlo. Ma non era importante, lei avrebbe fatto qualunque cosa per non lasciarlo morire. Il quarto Hokage sapeva manovrare perfettamente i sigilli, lei era una Hyuga e aveva un ottimo controllo del chakra: poteva dare la vita per lui. Soddisfatta, riuscì finalmente a respirare normalmente. Poteva sopportare quel concentrato di ipocrisia senza fare una piega, poteva sorridere: Naruto non sarebbe più morto. Doveva soltanto formulare un piano.

 

“Naruto-kun!”

Hinata gli corse incontro con un sorriso e si fermò di scatto davanti a lui, prendendogli una mano con fare imbarazzato: Minato li stava guardando. Senza pensarci, Naruto la strinse a sé. Gli mancavano soltanto poche settimane di vita, doveva approfittare di ogni momento. Affondò la testa nella sua spalla senza dire nulla, ascoltando il corpo di Hinata muoversi al ritmo del suo stesso respiro.

“Com’è andato l’incontro?” le sussurrò, desideroso di sapere qualcosa di più sul suo destino. La kunoichi replicò senza sembrare preoccupata: “Come al solito. Ci stiamo tutti impegnando al massimo.”

Naruto annuì con un verso indefinito. Poteva continuare a mentire senza sentirsi a disagio, perché ce la stava mettendo davvero tutta per salvarlo.

“Puoi restare a dormire qui, stanotte?”

“Mi piacerebbe molto. Però devo prima fare rapporto a mio padre.”

“Vuoi che ti accompagni?”

“Non preoccuparti. Sarò veloce, così posso preparare anche la cena. Cosa preferisci?”

“Ramen.”

“Ramen.” ripeté Hinata con un sorriso, a conferma. Sollevò il viso verso quello di Naruto e lo baciò velocemente su una guancia, facendo per andarsene, ma lui non aprì le braccia e posò le labbra sulle sue senza dare segno di volerla lasciare andare. Dopo un poco la liberò dall’abbraccio e le sorrise come non faceva da mesi, facendole sobbalzare il cuore nel petto.

“Torna presto, sto morendo di fame!”

“Sì!”

 

“Hokage-sama, la prego, soltanto lei può aiutarmi!”

Era l’ennesima volta che Hinata ripeteva quelle parole, ma l’espressione di Minato non era mai diventata condiscendente. La kunoichi chinò ancora di più la testa, quasi facendole sfiorare il tavolo, e l’uomo replicò: “Te l’ho già detto, non potrei mai. Metterei in pericolo la tua vita. Non posso fare questo a Naruto, mi sembrerebbe di tradirlo.”

“Lei ha giurato di operare come se Naruto-kun non fosse suo figlio!” esclamò Hinata sollevando leggermente la testa per guardarlo negli occhi, combattiva “La mia proposta salverebbe sia lui che il villaggio! E’ ciò che tutti desiderano!”

“Ma potrebbe non salvare te. Potrebbe non funzionare.”

“Funzionerà, ne sono certa. Lei è il migliore nell’arte dei sigilli!”

Minato sorrise stancamente.

“Un complimento non mi farà cambiare idea. Avevo già pensato all’eventualità di riformulare il sigillo, ma in queste condizioni posso fare ben poco. Forse non riuscirei neppure a fare ciò che mi hai chiesto.”

“Almeno proviamoci.”

“So che sei una Hyuga, ti ho vista combattere, hai un ottimo controllo del chakra, ma potrebbe non bastare. Io potrei non esserne in grado.”

“Se non vuole aiutarmi, allora mi insegni la tecnica del sigillo!”

La kunoichi lo guardò, l’espressione grave, ma umile, e Minato scosse la testa, sconfortato.

“Se Naruto lo sapesse, mi direbbe di non fare quello che mi stai chiedendo.”

“Non glielo dica, la prego.”

“Credi che Naruto sarebbe soddisfatto di sapere che potresti morire al suo posto?”

Hinata non rispose. Spostando lo sguardo si disse mentalmente di no, Naruto avrebbe sofferto quanto lei se lui fosse morto, ma lei non lo avrebbe lasciato accadere. Non avrebbe fatto morire Naruto. Piuttosto avrebbe dato la sua vita.

“Sono pronta a morire per Naruto-kun, anche a farmi odiare da lui per questo motivo.” mormorò abbassando lo sguardo, poi chinò di nuovo la testa. “La prego con tutto il cuore, mi aiuti!”

Sembrava davvero convinta di quello che aveva detto, non avrebbe fatto marcia indietro, Minato glielo lesse negli occhi. Riusciva a capirla perfettamente, perché lui stesso aveva dato la vita per suo figlio, aveva sigillato in lui la volpe accettando il rischio di essere detestato a morte per le sue azioni, ma era stato felice fino all’ultimo, perché sapeva di avergli permesso di vivere. Lui e Hinata erano molto più simili di quanto avesse mai potuto immaginare, anche Hinata aveva dovuto decidere se essere donna o ninja, e aveva fatto la sua stessa scelta perché prima era stata una donna, perché aveva amato. Naruto avrebbe sofferto ancora, ma ormai era un uomo e forse questa volta sarebbe riuscito a comprendere il motivo di quel sacrificio, a vivere più serenamente.
“Farò quello che posso.” acconsentì Minato con un rapido cenno del capo. Hinata scoppiò in lacrime in silenzio, piena di riconoscenza.
“Grazie, grazie di cuore!” mormorò cercando di asciugarsi le lacrime, ma i suoi occhi non volevano saperne di smettere di piangere. Avrebbe voluto stringergli le mani.

 

If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

 

 

 

 

 

 

 

Note dopo la lettura:
Cominciano le difficoltà per Hinata, che deve conciliare, come le ha gentilmente (?) ricordato il capoclan unnamed, il suo interesse e “la ragion di Stato.” Il momento X si avvicina e tutti si stanno un po’ lasciando andare, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto comunque, anche se è deprimentissimo. XD Ringrazio di cuore coloro che stanno continuando a seguire questa storia, nonostante gli aggiornamenti lentissimi, in particolare ClaudiaUzumaki (non posso farti spoiler, I'm sorry :D) e Athalfuns per le recensioni allo scorso capitolo. Per rispondere agli appunti di quest’ultimo (che ringrazio molto per la sua sincerità ^^), su Minato, purtroppo, non posso dire nulla, altrimenti dovrei rivelare particolari della storia che non si sono ancora visti (continua a leggere e vedrai che succede ;D), per quanto riguarda Kurama, il suo ruolo “cattivo” è funzionale alla storia per una serie di motivazioni, per il fatto di essere l’unica a poter uccidere Naruto “dall’interno” dopo che la guerra ha cercato di ucciderlo dall’esterno, ma, soprattutto, perché è la figura che meglio rispecchia, a mio parere, quello del dio presente nel mito scelto per il contest a cui dovevo ispirarmi. Mi fa piacere che, nonostante ciò, tu abbia intenzione di continuare a seguire questa storia. ^^

Ringrazio di cuore chiunque deciderà di lasciarmi un parere: ho lavorato molto su questa fic e per me è davvero importante.

 

Al prossimo capitolo!

 


   
 
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