Sakura si massaggiò per l’ennesima volta la testa: un atroce mal di testa sembrava non voler smettere, anzi, aumentava sempre di più.

Oramai erano tre notti che non riusciva a chiudere occhio; ogni volta che ci riusciva, quelle immagini le apparivano nella mente a ripetizione, come un vecchio disco rotto.

Il risultato oltre all’emicrania erano due profonde occhiaie che la facevano assomigliare ad uno zombi. Aveva anche perso l’appetito ed era sicura di essere dimagrita anche di qualche chilo. Non c’era da meravigliarsi visto le brodaglie che le appioppavano come cena o pranzo: un carcerato stava sicuramente meglio! E poi quella stanza così bianca, fredda e spoglia, avrebbe fatto venir la voglia a chiunque di rimettersi il prima possibile…

Ma ultimamente la sua attenzione non era rivolta tanto al cibo o all’arredamento, quanto a quell’incubo.

Era certa che significasse qualcosa, che in qualche modo una parte del suo cervello cercava di farle capire qualcosa. E man mano che ritornava il sogno, apparivano sempre nuovi particolari, però ancora non sufficienti a completare il puzzle. Però se da una parte voleva rivedere quel sogno, sapeva che non avrebbe certo resistito un’altra notte senza sonno.

Sbuffò buttandosi sul letto con quel materasso talmente duro che neanche tutta l’abilità di Mastrota sarebbe stata capace di venderlo a qualcuno…

Chiuse gli occhi alla disperata ricerca di un bagliore di calma che non sembrava apparire.

Qualcuno però bussò alla porta provocando una smorfia da parte della rosa.

- E' permesso? -una voce roca e sconosciuta alla ragazza risuonò per la stanza.

Un giovane ragazzo, sui venticinque anni, con lunghi cappelli biondi e un ciuffo altrettanto lungo che gli copriva l'occhio sinistro entrò nella stanza seguito da un altro giovane, della stessa età, con corti capelli rossi e sguardo vacuo.

- E' lei la signorina Haruno Sakura? -domandò il biondo ricevendo un cenno della testa da parte di lei.

Li guardò perplessa non capendo in alcun modo il motivo della loro visita. Il primo ragazzo sembrò capirlo e avanzò verso di lei tendendo la mano destra.

- Piacere il mio nome è Deidara Kawamoto, mentre il ragazzo dietro di me -indicò l'altro che fece un cenno di saluto col capo- è Sasori no Akasuna e siamo della polizia.

La ragazza spalancò gli cocchi incredula. La polizia? Cominciò a fissare prima l'uno poi l'altro leggermente spaventata...

- Deidara che delicatezza... -lo riprese il rossino con voce atona rivolgendosi poi all'Haruno- Lo scusi ma non sa proprio come parlare con le persone.

Si sedette accanto alla giovane- Siamo qua perchè siamo venuti a conoscenza del suo incidente.

Sakura si sentì improvvisamente meglio.

- Il ragazzo che è venuto a parlarci, un certo Uchiha Sasuke, ci ha raccontato il fatto accaduto, precisando che della macchina che l'ha investita non ce n'era traccia, giusto?

Annuì lentamente.

- Bene... Lei che ci sa dire? Si ricorda qualcosa? -domandò estrendo un taccuino ed un registratore portatile e appoggiando quest'ultimo sul comodino accanto alla rosa.

- Bhè... -cominciò un po' imbarazzata- Dell'incidente non ricordo molto, però...

I due poliziotti si avvicinarono in ascolto.

- Sono alcuni giorni che mi perseguita un sogno...

Deidara alzò un sopracciglio- Un sogno?

- Si... dell'incidente... Ed ogni volta appaiono sempre più particolari.

Cominciava a sentirsi meglio... Era come se si stesse vuotando di un enorme peso che la bloccava, si sentì più libera e leggera.

- E cosa vede? -domandò il biondo incuriosito.

- Una macchina nera e all'interno una persona con lunghi capelli che mi guarda sorridendo soddisfatta. Ma il voltò non riesco a vederlo, sento solo una risata che mi paralizza al suolo evitando così di scansarmi e scappare.

- E lei pensa che questo sogno rappresenti la realtà, giusto? -chiese Sasori appuntando ogni singola parola nel blocknotes.

- Si, ne sono sicura...

- Pensa che ci sia qualcuno che le voleva fare del male?

Le passò nella mente fulminea l'immagine di Karin e Fugaku. Non ci aveva mai pensato in realtà ad un eventuale piano per sbarazzarsi di lei. Ma i suoi sospetti ricadevano in maggioranza sulla rossa, l’unica -pensò- che aveva il coraggio e la malignità di fare una cosa del genere, visto i precedenti.

In fondo le aveva rubato per più di una volta Sasuke e questo era un valido motivo per toglierla di mezzo una buona volta. Ne era capace, non era una che si faceva scrupoli... E questo lo aveva capito a sue spese.

Ma decise però di non parlarne con quei due e si limitò a scuotere la testa. Non poteva certo andare in giro ad accusare la gente senza uno straccio di prove.

Già... ma come trovarle, queste fantomatiche prove? Di sicuro Karin non avrebbe mai ammesso di aver cercato di ucciderla...

Si stropicciò gli occhi cercando di trovare una via d'uscita quando qualcun'altro bussò alla porta facendo voltare tutti i presenti.

La signora Haruno fece capolino sorridendo e salutando timidamente i due poliziotti.

- Per ora abbiamo finito, signorina Sakura. -Sasori si alzò- Ma se per caso le venissero in mente altri particolari, anche i più minimi, non si trattenga dal chiamarci.

Le porse un biglietto dove erano segnati alcuni numeri di cellulare, dopodichè assieme a Deidara -dopo aver salutato entrambe le donne- si congedò richiudendosi la porta alle spalle.

Non ho scusanti lo so, ma ho avuto giorni davvero infernali e il tempo di mettermi al computer e scrivere il capitolo si è ridotto a zero.

In più la mia ispiration per scriverlo è andata a farsi una crociare abbandonandomi al buio totale!!!! Scusatemi ancora!!!!!

Bhè… Non sono nasce sicura che questo cappy sia decente… Però in compenso ho fatto entrare altri personaggi… Penso che ci saranno tutti gli Akatsuki in versione poliziotti… XD…

Spero comunque che il cappy vi sia piaciuto sebbene non sia molto lungo.

Aspetto vostri commenti! Baci8 a tutti da Ferula_91!!!!