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Autore: simplythem    02/11/2013    1 recensioni
Harry sapeva perché pensava così, cos'era che lo aveva spinto a considerare le donne intoccabili, frammenti angelici.
Era un passato che voleva dimenticare ma che faceva breccia nella sua mente ogni volta che si vedeva gli occhi, ogni volta che Anne lo guardava triste e malinconica.
"Harry cominciò a piangere forte soffocando la testa contro il suo petto, aspirando il suo profumo. Emanava calore e conforto quel petto, sentiva la mano di Louis accarezzargli i capelli.
Liberò la sua mente attraverso le lacrime, stringeva la sua felpa tra i pugni. Il tessuto morbido lo confortava mentre singhiozzava. Voleva solo essere amato, amato veramente.
Avrebbe voluto aiutare sua madre quando ce n'era bisogno, lo voleva fare tutt'ora.
Voleva scacciare i fantasmi del passato dalla sua mente."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trailer: 
https://www.youtube.com/watch?v=WGjS0zIN20w


Capitolo ventotto

 

Sollevò lentamente le palpebre mentre stendeva le gambe, togliendole da quelle di Louis, e rilassava le membra appena doloranti. Mosse delicatamente le dita, intrecciate ancora con quelle del ragazzo, e sentì il suo respiro sul petto. Gli passò una mano tra i capelli, gli occhi blu si aprirono pigramente e smosse la testa.

-Mi fai il solletico con i capelli- disse Harry mentre gli scorrevano sul petto.

-Uhm, scusa- borbottò Louis con la voce impastata, prima di manifestrarsi in uno sbadiglio.

L'ora lampeggiava sulla sveglia digitale, mezzogiorno. Non male, pensò Harry.

Si alzarono con calma, stirando i muscoli. Il ricciolo si rivestì e si guardò i capelli scompigliati allo specchio, ridendo. Vide le braccia di Louis avvolgerlo da dietro e rimase fermo in quella presa, incantato dal suo profumo. Le immagini ancora della sera prima e di quanto si fosse sentito vivo, e soprattutto, amato. Sorrise sciogliendosi e scese al piano di sotto per uscire e tornare a casa, chiamò sua madre prima di scendere a prendere la metropolitana.

-Mamma?-

-Harry, tutto bene?- gli chiese Anne allegra.

-Hai da fare?-

-No, perché?-

Il ricciolo scese una fermata prima della sua -Ti aspetto davanti al ristorante in cui ti ho promesso di portarti, ti voglio meravigliosa-

Percepì il sorriso della madre dall'altra parte prima di riattaccare e appoggiarsi con la schiena al muro accanto all'insegna, osservando i passanti. La domenica mattina portava con sé relax ma nonostante questo le persone londinesi continuavano a camminare frettolose da una parte all'altra della città.

Si piegò leggermente per stirarsi i jeans, appallati la notte a terra. Quando rialzò la testa vide Anne venirgli incontro sorridente, con i capelli scuri e sciolti sulle spalle e gli occhi chiari esaltati dal leggero trucco. L'aspettò porgendole il braccio come un cavaliere e notò che indossava un vestito di tessuto leggero e azzurro chiaro, con le scarpe della stessa tonalità più scura.

-Mi dispiace che non sono vestito ugualmente elegante- le disse entrando nel ristorante.

-Sei bellissimo anche così- gli rispose guardandolo -Anche con questi ciuffi spettinati-

Scoppiarono a ridere sedendosi, le guardò il braccio dove aveva il bracciale che le aveva regalato l'anno prima. Ordinarono e rimasero in silenzio, che sua madre spezzò -Stai bene?-

-Sì- rispose con sincerità.

-Lo vedo, hai degli occhi..- si portò la mano davanti alla bocca -Non ricordo quando è stata l'ultima volta che te li ho visti così luminosi-

-Mamma- disse dolcemente -Ti si sbaverà il trucco- la guardò -Ho trovato qualcuno che mi ama veramente, per quello che sono-

La donna quasi scoppiò in lacrime davanti alla felcità del figlio, così pura. Aveva passato quegli anni a dargli tutto l'amore possibile, cercando di soddisfare ogni suo bisogno e desiderio. Notava il dolore che lo attanagliava, oscurandogli la mente da quello che la vita poteva offrirgli.

Lo amava come non aveva mai amato nessuno e lui la proteggeva come un tesoro, trattandola come una pietra preziosa. E sapeva anche che lui non avrebbe mai fatto del male ad una donna, utilizzandola come un oggetto. Non ne aveva mai toccata una, anche se sapeva del cambiamento che stava attraversando.

Pranzarono parlando, conoscendosi. Mettendo sul tavolo le ultime esperienze di entrambi e condividendo gli insegnamenti.

-Dimmi un po'- gli disse Anne dopo che Harry ebbe pagato il conto -Louis quest'anno ha la maturità?-

-Sì- rispose assorto.

-Come la sta prendendo?-

-Come solo Tomlinson può fare: giocosamente-

Tornarono a casa insieme e il ragazzo continuò a comportarsi come un cavalliere per tutto il tempo, mentre si godeva quelle ore insieme. Quando chiusero la porta vide il viso della donna oscurarsi e lo prese tra le mani, baciandola sulla fronte e chiedendole cosa non andasse. Anne frugò nella borsa tirando fuori quella che sembrava una lettera, imbustata. Gliela porse e c'era scritto solo "ad Harry", senza mittente, senza cognome del ragazzo. La madre sospirò tirandone fuori una seconda, destinata a lei.

-Ho riconosciuto subito la calligrafia- disse seria -Tuo padre-

Harry si bloccò lasciandole il viso, il cuore gli perse un battito.

-Non l'ho visto- continuò lei guardandolo negli occhi -Ha solo lasciato queste sul porticato- indicò una rosa rossa sangue in un vaso -Insieme a quella, con un biglietto che ci pregava di leggerle da soli-

Il ragazzo s'irrigidì deglutendo, un secondo dopo gli squillò il cellulare. Rispose distratto, era Louis che gli chiedeva se poteva andare da lui. Anne lo baciò su una guancia, lasciandogli una scia di affetto.

Si infilò la lettera in tasca distrattamente mentre usciva ancora di casa, rimuginando su quello che poteva esserci scritto e il perché di quell'atto. Non si accorse quasi di Liam in metro e lo andò a salutare, scambiandosi un cenno con le mani. Stava andando da Zayn, così scese prima di Harry che corse subito dopo da Louis. Si attaccò al campanello e cercò di calmare la mente mentre tra le dita stritolava la carta impregnata di inchiostro, quasi macchiandosi i polpastrelli di nero.

Quando entrò vide anche Coreen nel corridoio e tre valigie semi aperte, si fermò sulla porta. Louis lo chiamò dalla cucina -Harry, scusa la confusione-

-Che succede?- chiese scansando dei panni a terra.

-Vieni- rispose porgendogli una tazza di cioccolata calda -Andiamo in salotto-

Si sedettero su un divano, le gambe del ragazzo che tremavano ancora.

Cominciò a parlare Louis guardando Coreen -Lei viene a vivere qua-

Harry sgranò gli occhi ma non parlò, lasciandolo continuare -Dato che io tra un mese faccio diciotto anni e divento a tutti gli effetti indipendente, mi prendo a carico Coreen-

La ragazza distolse lo sguardo. Harry rimase a bocca aperta.

-Sai com'è la situazione da lei- proseguì ancora -E...scommetto che neanche a te va di sapere che lei vive in quella maniera, essendo suo cugino la cosa mi preme di più-

-Capisco...- disse un soffio.

-Ti crea qualche problema?- chiese la ragazza bevendo.

-No, assolutamente- rispose Harry -Anzi, approvo davvero l'idea-

Louis gli sorrise. Bevvero in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri. Bloccò le gambe dal palletico solo allora, spiegando le dita lungo la tazza e facendosi cullare dal tepore della bevanda mentre la ragazza faceva su e giù sulle scale a portare le sue cose, avrebbe dormito nella stanza accanto a quella di Louis. Era meglio così, almeno lei avrebbe iniziato a vivere più seneramente.

-Sono le sei e mezzo, comincio ad andare- disse Harry alzandosi, Louis lo bloccò nel corridoio sfruttando l'assenza di sua cugina. Lo guardò negli occhi -Va tutto bene?-

Il ricciolo scosse la testa ma disse -Non c'entra niente questo- allungò un braccio.

-Cosa c'è?-

-Louis- rispose con la voce rotta -Ho bisogno di stare da solo stanotte-

-Non ci porterà via la privacy, comunque- disse l'altro capendo quanto male potesse fargli parlare di quell'argomento, si alzò sulle punte poggiando la fronte contro la sua. Respirarono all'insuono prima di unire le labbra, quelle di Harry che cercavano disperatamente la bocca di Louis come un'ancora di salvataggio.

-Ho bisogno che ti fidi di me- disse riaprendo gli occhi smeraldo.

-L'ho fatto dalla prima volta che ti ho visto-

Si scostarono e Harry assaporò quelle parole durante il ritorno, mentre schiacciava i pugni in tasca passando nel parco. Guardò l'albero, dove era appoggiato Niall. Gli corse incontro, il suo migliore amico alzò lo sguardo azzurro. Non si dissero nulla, ma si abbracciarono. Come fratelli.

-Facciamoci una partita alla play- disse il ricciolo.

 

Dopo cena baciò sua madre prima di entrare in camera sua, mentre i minuti scorrevano lenti e pesanti sulle loro spalle. Spense il cellulare mettendolo sulla scrivania e si abbandonò sul materasso, nella morbidezza del pigiama. Socchiuse le tende e abbassò la luce, prima di posare la schiena al muro e sospirare profondamente, con le mani tremolanti aprì la busta bianca.

"Caro Harry,

prendimi per codardo ma non ho avuto il coraggio di dirti in faccia queste cose e venirti a salutare prima di partire.

Prima di tutto: ti chiedo scusa, anche se so che se te lo chiedessi in letto di morte tu non mi scuseresti mai, e non lo farei neanche io. Ti ho distrutto l'infazia e la vita ad Anne, mi sono permesso di toccarla mentre tu facevi di tutto per difenderla...come può fare un bambino di sei anni.

Ti sei mai chiesto in questi otto anni dove sono stato? Appena uscito di casa sono andato di mia volontà in riformatorio, per pulirmi l'anima dalla pozza nera che ho creato. L'ho lacerata, come ho lacerato il cuore di Anne. Io...non mi perdonerò mai per questo. Sono così codardo da non buttarmi giù da un ponte, così risolverei diversi problemi e non ci penseresti neanche più tu.

Sono felice, davvero, che tu abbia imparato un valore morale incredibile. Ho visto come proteggevi quella ragazza, Harry, come la portavi dietro di te e il timore che avevi di toccarla.

Hai trovato un amico fantastico e scommetto che ne hai altri magnifici, che ti stanno aiutando e che stai aiutando tu. Sei un ragazzo forte e lo dimostri ogni giorno, quando devi affrontare ricordi orribili del mostro -che sono io- che li ha creati.

Quel ragazzo castano che ho visto a Brighton è...non so, non trovo parola per descriverlo. Dai suoi occhi ho capito quant'è dolce, protettivo e soprattutto quanto ti ami. E so che tu lo ricambi, amandolo ancora di più.

Hai un cuore enorme e una testa aperta, pronta a nuove cose.

Mi rammanico di averti lasciato il colore degli occhi, perché so che questa cosa ti fa soffrire enormemente...ogni volta che ti guardi, ti ricordano me, vero?

Ho vissuto poco a Londra ma so che attraverso i tuoi occhi continuerò a viverci; magari, vivendo come avrei dovuto fare.

Me ne sto andando, Harry. Sto partendo per un altro Pease: vado in America, ragazzo.

Ora sono un uomo, secondo la legge, civile. Ma la mia memoria sa cos'ho fatto e ciò mi porta ad un auotodistruzione interna. Non mi farò un'altra vita: non merito di essere amato.

Ti chiedo solo un favore: vivi.

Vivi per te, per il tuo ragazzo, per i tuoi amici, per Anne. Vivi per me.

Combatti.

Respira.

Lavati il sangue dalle ferite e continua a testa alta.

Ho fiducia in te, so che ami tua madre.

Des"

 

 

E più in basso, scolorito dalle lacrime di Harry c'era scritto piccolo piccolo Tuo padre.

Accartocciò il foglio arrabbiato e distrutto, scosso dai singhiozzi che si riversavano dalla sua bocca involontariamente. Strinse i pugni e pianse, liberandosi dal dolore.

Era partito e finalmente lui era libero dal fantasma del suo passato.

Tirò su la testa quando sentì battere al vetro e aprì senza pensarci, Louis scese sul suo letto abbracciandolo e facendolo sfogare.

-Mi fido di te- gli sussurrò -E tu di me-

Harry annuì.

-Sappiamo entrambi quando necessitiamo l'uno dell'altro- continuò guardandolo e asciugandogli le lacrime -Permettimi di proteggerti, di amarti e di renderti felice-

-Sì-

-Permettimi di starti accanto-

-E io di stare accanto a te-

Lo strinse baciandolo, offrendogli l'unica cosa che poteva permettersi in quel momento.

-Ti amo Harry e ti amerò per sempre-

-Ti amo Louis, per sempre-

Gli occhi blu del ragazzo si soffermarono sulla lettera stropicciata, dove si intravedeva solo la data e quello confermò i suoi sospetti.

Lo avrebbe amato davvero, proteggendolo.

Facendo delle sue braccia la sua casa, il suo nascondiglio.

E Harry lo avrebbe ricambiato amandolo, gli bastava solo quello.

Perché, come lui, non si sentiva parte di una famiglia completa.

L'avrebbero costruita insieme, unendo i loro cuori e i loro corpi, in qualcosa di meravigliosamente infinito.

Non potevano chiedere di meglio, perché, finalmente

si erano trovati.

Lost and insecure,
you found me,
you found me.



 

 

24.11.

Caro Harry....






 

*lalla' space*

Ciao a tutti, siamo arrivati alla conclusione di questa fan fiction.
Ringrazio ci ha recensito, chi l'ha seguita dall'inizio e chi comunque ha continuata a leggerla cominciando così per caso.

Ho scritto ventotto capitoli e credo sia completa, con questo ho chiarito diverse cose.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia interessato.

Grazie davvero.
Per me è importante leggere che vi piace come scrivo e che leggete volentieri.

Detto questo, vi do appuntamento alla mia prossima fan fiction.

-Lasciate una recensione per favore.


 

 

 

 

  
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