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Autore: ZivaDDavid    04/11/2013    3 recensioni
ambientata nella bellissima Washington, all'interno della struttura di Investigazione navale.
...Kate è morta da 24 ore e tutta la squadra lavora giorno e notte per trovare il suo assassino...
Ma arriva qualcuno a sconvolgere non solo le loro ricerche ma anche vite...
buona lettura!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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  • Mi servirebbe un passaggio fino all’aeroporto. Può darmelo, Agente DiNozzo? Nessun taxista mi vuole fare salire in queste condizioni. – rispose con occhi supplicanti Ziva.
  • E io invece dovrei portarti fino all’aeroporto sentendomi poi in colpa se muori sull’aereo per un collasso dovuto alla tua negligenza? O al Mossad vi insegnano anche a non morire? –
  • Anche.- sorrise Ziva che aveva capito di averlo convinto. E salì in macchina.
  • Non dovresti partire, ti ripeto. – commentò dopo pochi minuti Tony.
  • Tu non andrai al funerale dell’agente Todd? – chiese Ziva
  • Si certo. Era come una sorel… - e si fermò. Capì cosa Ziva intendesse con quella domanda. Poteva anche essere un terrorista ma era pur sempre il suo fratellastro.
Per tutto il resto del tragitto non parlarono, fino alla destinazione. Ziva scese dall’auto ma si affacciò dal finestrino e disse a Tony : - Grazie mille, Agente DiNozzo. –
  • Prego, Mossad. Buon viaggio.-
Nessuno dei due guardò l’altro mentre si allontanavano. Entrambi avevano perso troppo e troppi! Tony aveva appena perso Kate e non voleva affezionarsi ad un’altra donna, e la stessa cosa Ziva che aveva comunque perso un fratello. Quindi entrambi decisero di ignorare quella scossa, quella scintilla che era scattata in loro dopo un semplice contatto. O almeno ci provarono.
 
La squadra partì puntuale per il New Orleans dove li attendeva Kate. Il funerale fu molto veloce. Abby pianse sulla spalla di Tim per tutto il tempo, mentre Ducky e Tony guardavano fissi avanti a loro guardando nel vuoto. Sicuramente ricordando qualche vicenda vissuta con Kate. Lei gli ripeteva sempre che sarebbe arrivata una donna nella vita di Tony che l’avrebbe rimesso in riga, e lui puntualmente le rispondeva che non si sarebbe fatto mettere nel sacco da nessuna.
Sai Kate, forse l’ho incontrata. Si, la donna di cui mi hai sempre parlato, quella che mi avrebbe rimesto a posto la testa, e fatto ordine nel mio cuore. Avevi ragione, come sempre d’altronde. Mi mancherai, pensava Tony passando a poggiare un fiore sulla bara.
Perdonami. Perdonami per non averti protetta come dovevo. Non succederà a nessun’altro mai della mia squadra, diceva Gibbs sconsolato che non riuscì a trattenere un gemito di dolore.  Ma in quel momento non era solo perché Jenny gli strinse la mano.
 
A Tel Aviv Ziva invece riuscì a organizzare una cerimonia privata e molto intima per suo fratello. Non andò quasi nessuno, se non amici d’infanzia di Ari e suoi. Con lei restò tutto il tempo la sua vicina di casa, anche lei amica d’infanzia Deena che non riuscì a proferire parola, sembrando pure più sconvolta di Ziva.
Alla fine della cerimonia, Ziva si avvicinò al corpo del fratello e piangendo silenziosamente gli sussurrò : - Scusami Ari.
Uscendo da quella sala lei e Deena si diressero verso casa, ma Ziva aveva bisogno di andare a trovare sua sorella Tali. Così lasciata Deena a casa, andò alla tomba di Tali.
- Tali, come può essere successo? Ho ucciso mio fratello… nostro fratello. Se tu ci fossi stata mi avresti fermata. Se tu ci fossi stata io non sarei mai diventata così. Un’assassina.
Fece per alzarsi quando una mano si posò sulla sua spalla e lei senza pensarci due volte afferrò la mano la rigirò sul corpo inerme dell’”assalitore” e gli puntò la pistola contro. Subito dopo si accorse che era suo padre e forse fu proprio questo il motivo per cui non abbassò la pistola. Si sentiva minacciata da lui. Da lui che non era un padre, non da quando si era arruolata nel Mossad. Dal quel momento fu sempre e solo un superiore o Direttore.
  • Ziva abbassa la pistola. – e Ziva ricevendolo come un ordine lo eseguì.
Per evitare di uccidere pue suo padre preferì tornare alla sua macchina.
  • Ziva fermati. –
  • Perché dovrei?-
  • Devo parlarti. –
  • E di cosa Direttore? Una nuova missione? Ho già inoltrato la richiesta di permesso per una settimana.-
  • Non per lavoro. Ma come padre e figlia.
  • Noi non siamo più padre e figlia da molto tempo.-
  • Ziva non permetterti di darmi le spalle ancora una volta. Vieni qua. Tu sai che compiti ho io, che responsabilità ho nel Mossad. Tuo fratello era una mina vagante. Ma meglio che le cose siano andate così…diciamo in “famiglia”. – Ziva guardava su padre con così tanto rancore che l si gonfiarono le vene sul collo.
  • Se fossi stata io e non Ari? Sarebbe stata la stessa cosa. E non dirmi di no!- disse d’un fiato per evitare che la interrompesse. – A te sta più a cuore il tuo lavoro e il Mossad. Ma la cosa non dovrebbe stupirmi, dato che mi hai sempre insegnato questo.
  • Ziva non è vero io ci tengo a te, alla nostra famiglia…-
  • Quale famiglia? Cosa ne è rimasto? NIENTE!
Dopo un paio di minuti di silenzio Eli le disse : - Ho parlato con il Direttore Shepard. Sarai l’agente di collegamento tra NCIS E Mossad per un paio di mesi. Così avrai tempo per riprenderti e tornare ad essere la Ziva che conoscevo. La migliore agente che il Mossad abbia mai avuto. – E con questo si congedò.
Ziva tornò a casa, si fece una bella doccia fredda e si mise a letto. Fece sogni sofferenti, si muoveva e sbraitava. Si alzò di colpo nel cuore della notte e l’unica cosa che riuscì a dire fu : Tony !
Si stava sognando proprio lui! Assurdo.. l’aveva conosciuto si e no 48 ore prima. Riusciva a ripensare solo a quel tocco nell’ascensore. Non le era mai successo con un uomo di provare un brivido simile, con dei vestiti addosso e senza essere a più di cinque cm di distanza. Anzi non aveva mai provato un brivido simile con nessuno neanche a letto. E Ziva di uomini ne aveva avuti tanti. Sia per lavoro, che per piacere suo. Non aveva mai realmente amato nessuno. Non poteva. Non doveva. Era un’agente del Mossad.
La mattina dopo nella posta trovò 2 biglietti : uno quello del volo, un altro di suo padre che le augurava buon viaggio di riposo.
Ziva preparò le valigie e senza pensarci due volte mise tutto lì, soprattutto le cose a lei più care. Sapeva che non sarebbe tornata molto presto. Aveva bisogno di scappare da là.
 
 
Nel frattempo all’Ncis, tornati dal funerale di Kate quei quattro giorni passarono molto lentamente. C’era stato solo un caso di abuso di droga tra i marinai ma niente che Gibbs non riuscisse a far confessare in pochi minuti. Tutti e tre guardavano quella scrivania vuota e milioni di curricula che si ammassavano sulla scrivania di Gibbs per prendere il posto dell’agente Todd.
 
Ziva arrivò a Washington in piena notte e si diresse subito all’Hilton, l’hotel dove era stata la settimana prima. Si sarebbe presentata alle 8 in ufficio per fare bella figura con Gibbs. Inoltre avrebbe voluto parlargli prima di iniziare a lavorare per chiarire un po’ le cose. Sistemò tutti i bagagli a terra, senza disfarli, dato che il giorno dopo avrebbe trovato un appartamento e si riposò un paio di ore.
 
Tony arrivò in ufficio piuttosto puntuale quel giorno, essendo solo le 9.15. Voleva finire le scartoffie e poi scendere giù nella palestra a scaricarsi un po’, ne aveva bisogno.  Uscito dall’ascensore però si arrestò. Vide dei capelli spuntare dalla postazione di Kate. O quello era stato un brutto sogno, tutto, oppure era arrivata una nuova sostituta.
Corse alla scrivania di Kate e si ritrovò là seduta Ziva. Non ci poteva credere. Ziva era tornata in America ed era là, proprio davanti a lui.
Ziva era sicura che non avrebbe visto Tony per primo; pensava che Gibbs fosse tipo da arrivare per primo ed andarsene per ultimo. Sentì lo stomaco ribollirsi dentro quando lo vide. Era solo loro due. Occhi negli occhi.
  • Mossad in una settimana con quelle ferite hai fatto 30 ore di volo. Non dovevi. – disse Tony per smorzare la tensione
  • Volevi che restassi lì? Non ti fa piacere vedermi? –
  • Mi stupisce. Non mi aspettavo che ci rivedessimo così presto.-
  • Come no? Non lo sapevi? –
  • Ma cosa? – chiese perplesso Tony
  • Che sono stata assegnata qua, nella vostra squadra come agente di collegamen… A quanto pare non ne sapevi niente. -
  • No. Ma Gibbs lo sa?-
  • Penso di si… credo che il Direttore gliel’abbia detto.-
  • Ah la Shepard ha deciso tutto? –
  • Si in accordo col Direttore del Mossad – non lo chiamava neanche padre.
  • Mi sa che Gibbs non lo sa allora… che bel guaio!-
Ziva non aveva bisogno di chiedere perché fosse un guaio. Immaginava già la reazione di Gibbs.
 
Il momento tanto atteso arrivò e Gibbs entrò nell’ufficio ritrovandosi davanti Ziva.
  • Ciao agente David- sorrise Gibbs che no si aspettava neanche lui di rivederla così presto. Ma pensò che mancassero dei documenti al Mossad per quanto successo con Ari. D’altronde lei ne era la prima diretta interessata ed era normale che finisse lei tutto.
  • Ciao Gibbs. Ti dovrei parlare. –  Gibbs la guardò seriamente e poi le indicò l’ascensore. Ma Ziva non capì. Voleva che se ne andasse o dovevano parlare là?!
  • Non vuoi parlare? Cosa le serve agente un invito?- e capì che lì voleva parlare.
  • Allora mi dica David.-
  • Innanzi tutto Ziva. Poi volevo comunicarti,dato che forse non lo sai, a quanto pare, che sarò una tua agente da oggi. Non voglio che pensiate che voglia prendere il posto dell’agente Todd ma mi è stato dato questo incarico e ne sono felice. Ho davvero bisogno di stare un po’ lontana da Mossad-  e Ziva iniziò a raccontare tutto a Gibbs. Chissà perché si fidava ciecamente di lui.
  • Aspetti qui Ziva. Ora torno- e uscito dall’ascensore si diresse all’ufficio della Shepard.
Entrò senza bussare ovviamente trovando Jenny che parlava al telefono con chissà quale senatore.
  • Ho un’agente nuovo in squadra… Quando avresti voluto comunicarmelo? E poi lo sai che la squadra è la mia e io me li scel….
  • Lo so, la squadra  la tua e tu scegli i tuoi elementi. Ma non c’è bisogno. Mi è arrivata una richiesta e l’ho accettata e penso che al momento sia quella migliore per te e la tua squadra.
  • Ma non hai detto che la squadra è mia e gli elementi me li scelgo io?- ribattè Gibbs
  • Si la squadra è tua ma l’agenzia mia… Per ora quel vuoto sarà colmato per qualche mese dall’agente Ziva David. E’ una delle migliori agenti che abbia mai conosciuto. Ora voglio che la conosca anche tu.
 
Gibbs decise di dare davvero una possibilità a questa Ziva David. Era un avvenimento piuttosto raro. Gibbs che si fida di una persona che non conosce. Ora dovrà meritarsi la mia fiducia però, pensò.
Si diresse all’ascensore e chiarì subito le cose con Ziva :
  • Allora agente Ziva David, sarai nella mia squadra, ti sto dando fiducia. Guadagnatela!  Nella mia squadra ci sono delle regole e pretendo che vengano rispettate. Quello che dico io è legge. Tutto chiaro?
  • Assolutamente si…-
E tornarono in ufficio dove Ziva venne presentata a tutta l’agenzia. E così cominciava un nuovo capitolo dell’NCIS. 
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Scusate per la lunghezza ( e forse anche noia) di quest capitolo!!! Era una conclusione... Tutti gli altri capitoli che scriverò saranno come fossero puntate del telefilm. Quindi dai prossimi capitoli SUPERTIVA per tutti!! Spero vi sia piaciuto il capitolo! Ho cercatodi renderlo più verosimile possibile:)
Vostra Zivadavi
  
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