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Autore: percysword    04/11/2013    2 recensioni
Un enorme quadro ritraeva il viso di una bellissima ragazza, i capelli scuri le ricadevano dolcemente sulla spalla e circondavano la pelle chiara. Il naso era semplicemente perfetto, circondato da un poco di rossore, e gli occhi erano neri come la pece.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è stato un piccolo errore… Pensando di non aver finito il capitolo 16, l'ho continuato… Quindi questo è il 16bis lol

 

a Chiara e Eleonora

 

Capitolo 16 (bis)

La ciotola dei cereali era ancora piena sul tavolo mentre Harry rifletteva su ciò che aveva sentito. Amelia era troppo strana e sebbene inizialmente pensava di credere alle sue parole, riflettendoci al meglio che poté a quell'ora di notte, fu sicuro che la ragazza stava mentendo ma non c'era niente che potesse fare per dimostrarlo. Si arrese all'idea che non avrebbe mai scoperto che cosa nascondeva, così si gusto la sua tazza di cereali e se ne tornò a letto quando l'orologio scoccò le tre. Si coricò, ma non cadde subito nel sonno perché i pensieri che lo avvolgevano erano fin troppi, la curiosità era sempre stato il suo punto debole ma l'unico che ne era a conoscenza era Louis.

 

-Hai visto?- chiese il bambino all'amico.

-Cosa?-

-Stamattina un camion è arrivato ed hanno scaricato delle scatole, non avevo idea di dove le potessero portare ma adesso eccole lì… Mi domando cosa contengano…-

Harry si voltò e vide un ammasso di scatole nell'angolo in fondo alla sala e poco dopo un signore le prese e le portò una alla volta verso la dispensa.

-Magari contengono biscotti…- all'udire quelle parole, al riccio si illuminarono gli occhi diventando più accesi del solito, mentre quelli di Louis erano brillanti e vispi, come se stesse per dire qualcosa che avrebbe fatto scattare qualcosa nell'amico. E così successe.

-Ti sfido.-

Harry si risvegliò dallo stato di trance in cui si trovava e rivolse uno sguardo interrogativo a Lou.

-Vediamo chi indovina cosa c'è dentro le scatole. Ecco le regole: abbiamo tempo fino a pranzo per pensarci ossia due ore, chi indovina prende il dessert dell'altro per una settimana, naturalmente nessuno deve sbirciare e… Buona fortuna- strizzò l'occhio all'amico e se ne andò, lasciando Harry da solo con i suoi pensieri.

 

-Davvero?-

-Si, è stato proprio lui!-

-Non posso crederci! È stato Simon…- 

Le due donne uscirono dalla stanza e Harry si strinse ancora di più nelle sue spalle, nascondendosi dietro il muro vicino alla porta di accesso nella dispensa.

"Quelle donne" pensò "non fanno altro che spettegolare"

Appena girarono l'angolo, il bambino si guardò intorno e non notando nessuno entrò di soppiatto nella stanza illuminata dal sole che entrava dalla finestra sulla destra. Le scatole erano poco lontano dai suoi piedi, iniziò ad avvicinarsi cercando di non fare rumore. Passo dopo passo era sempre più vicino al vincere la sfida con Louis, ormai era vicino.

-Spero che questa settimana ci siano i brownies!-

Harry si voltò di scatto e vide gli occhi azzurri dell'amico brillare sullo stipite della porta.

 

-Sai perché ti ho lanciato questa sfida?-

-Non ne ho idea…-

-Perché sapevo che avrei vinto. Sei troppo curioso… Cerca di controllarti! E per stavolta non prenderò i tuoi dessert.-

 

Harry camminava tranquillo per una piccola strada assolata, le mani in tasca, il volto rivolto verso l'alto, scaldato dal calore del sole si incamminava verso una destinazione ignota. Il ghiaino sotto i suoi piedi scricchiolava di passo in passo creando una dolce armonia che riempiva l'aria e rilassando i suoi muscoli che quella mattina sembravano più tesi del solito, ma non sapeva perché. In lontananza di vedeva una piccola casetta bianca con un solo piano, curioso decise di andare a vedere di chi fosse quell'abitazione nel mezzo a tutto quel verde in cui l'unica fonte di ombra era un salice piangente sotto cui erano state poste due sedie bianche, una di fronte all'altra.

La facciata si presentava con al centro una porticina blu e due finestre rosse. Non vi era campanello, numero civico, buca per le lettere, ma la porta era accostata così la aprì un poco e chiese "È permesso?", ma nessuno rispose, così cautamente entrò e si diede un'occhiata intorno, chiudendo la porta dietro di sé. L'ingresso era vuoto e le pareti bianche lasciavano tutto ancora più scoperto, le uniche cose che davano un po' di colore erano le due porte che si presentavano sul piccolo corridoio: una blu e l'altra rossa. Dopo averle aperte Harry si accorse che erano completamente spoglie, nessun quadro ad abbellire le pareti, nessun tavolo, nessun divano, nessuna tv, nessuna sedia… Vuota. Completamente. 

Mentre era intento a cercare di capire perché una casa così carina fosse inabitata, sentì un rumore, come un bussare, provenire dall'ingresso ma non ci fece troppo caso, pensando di esserselo immaginato. Poco dopo però sentì di nuovo quel rumore, più forte del precedente che lo spaventò, così prese coraggio e decise di andare ad aprire, ma quello che si trovò di fronte era del tutto inaspettato.

 

Louis fu tutto ciò che uscì dalle sue labbra, l'unico suono che riuscì ad emettere ritrovandosi davanti quegli occhi blu tanto conosciuti e a quel volto che sebbene dimostrasse una ventina d'anni, sembrava ancora avere la giovinezza di quando era bambino. Quell'accenno di baffi e di barba erano l'unica cosa che rendeva serio il volto del ragazzo, perché il suo sorriso sghembo era sempre lo stesso.

-Hey Harry, ne è passato di tempo…- rispose l'amico

-Ma cosa…? Questo è un sogno vero?-

-Non lo so… Hai mai visto una casa con finestre e porte blu e rosse nel mezzo al nulla? Fai un po' tu…-

Il riccio lo osservò interrogativo. Di certo quel sarcasmo era di Louis, ma quello doveva per forza essere un sogno, anche se sembrava piuttosto reale. Ma quale sogno non lo è?

-Un gatto ti ha mangiato la lingua? Allora?- chiese Louis impaziente

-No, è solo che… Sembra tutto così reale… -

-Cosa ti fa pensare che non lo sia?-

-La tua presenza in forma adulta. - rispose Harry con sicurezza -Ti ho sempre sognato da bambino, non sono mai riuscito ad immaginarti come adulto, ed è questo che mi da fastidio… Insomma come posso immaginarti così?-

-Magari stai usando ciò che chiamiamo fantasia…-

-Io uso la fantasia!-

Louis scoppiò a ridere.

-Forse un po'. Ma tua sorella è sempre stata più brava di te e continua ad esserlo.-

-Cosa ne sai tu di mia sorella?-

-Conosco più cose di quanto tu pensi…- rispose vago Louis, spostando lo sguardo verso la finestra, lasciando che il volto fosse illuminato dal sole.

-Ho una domanda da farti.-

-Spara.-

-Dove sei stato per tutto questo tempo?- chiese Harry. La sua voce si stava per spezzare e lo sentiva, sapeva che sarebbe scoppiato a piangere, come faceva sempre.

-Ovunque e in nessun posto. Sono stato vicino e lontano, ma con il cuore e la mente sono sempre stato con te.-

-Ah davvero? Lasciarci da soli è stata una buona idea? Farci soffrire?-

-È stata dura anche per me, cosa credi?- rispose con tono arrabbiato, e spostando lo sguardo sul riccio -Ma era la cosa giusta da fare e non me ne pento.-

-Tu eri la nostra famiglia e ci hai abbandonato.- Dagli occhi di Harry iniziarono a scendere alcune lacrime, fino a che le ginocchia gli cedettero e si trovò sul pavimento col volto tra le mani.

Louis si avvicinò e lo abbracciò. Ad Harry sembrò così reale che sussultò alzò lo sguardo e osservò gli occhi dell'amico, diventati rossi per il pianto.

-Mi dispiace Harry- gli sussurrò.

 

Harry si alzò di scatto dal letto, sudato e con il volto bagnato dalle lacrime. 

Quello che aveva appena sognato era vero? No, non poteva esserlo, le persone non possono apparire nei sogni e parlarti così. Che stronzata colossale. Di una cosa era certo: niente più cereali prima di dormire.

Si alzò dal letto e raggiunse il bagno per darsi una sciacquata al viso, sperando che questo lo riportasse alla realtà e gli rinfrescasse le idee. 

Abbassò lo sguardo sul lavandino, aprì il rubinetto e bagnò il volto, alzò lo sguardo verso lo specchio e fu in quel momento che per poco non ebbe un attacco di cuore. Sciacquò nuovamente il viso, ma quando guardo nuovamente nello specchio lui era ancora lì e gli sorrideva.

-Ti sono mancato?-

 

 

 

 

SAAAAALVE! 
questo capitolo era a metà da tipo un casino, quindi mi sono decisa a finirlo.

non ho niente da dire a parte il fatto che:
1. non so usare l'editor di efp
2. sono scema perché ho fatto confusione con i capitoli
3. sono scema e basta

mh.

 

quindi me ne vado.

 

ed è così che chiara vi dice ciao.

(cit.)

Chiara

@acciologan on twittah

 

 

   
 
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