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Autore: ithinkiloveyou    05/11/2013    6 recensioni
*Dal primo capitolo*
Ci stavamo scrutando come due animali appartenenti a specie non ancora scoperte: strani, rari ma bellissimi; ci guardammo ancora pochi secondi prima di alzarci in contemporanea e correre dalla parte opposta.
Mi voltai una sola volta, anche lui lo fece: i nostri occhi di incontrarono e si dissero cose che solo degli occhi stanchi e tristi possono dirsi.
Il mio nome è Penelope.
E oggi è morto il mio migliore amico.
--> questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia.
Un saluto -ithinkiloveyou-
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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CONFIDENCES
.


 
Lo guardai stordita per un lasso di tempo interminabile, prima di chiudere la tenda ed andare a prendere molte coperte da appoggiare per terra ed alcune da utilizzare per coprirci, accompagnate da un mezza dozzina di cuscini che erano abbandonati per la casa.
Lo invitai a sdraiarsi con me su quel giaciglio, addobbato alla buona.
Mandai un rapido messaggio a mia madre per avvisarla che avrei dormito da un'amica e, infine, preparato tutto, mi concentrai su Zayn.
Il ragazzo scrutava, assorto nei suoi pensieri, il legno del soffitto, che in quel momento doveva essere davvero importante.
Ne approfittai per osservarlo meglio: le labbra carnose erano in una posa alquanto buffa, che mi ricordava quella di un personaggio di un cartone animato imbronciato; la barba ispida cresceva intorno alla bocca e lungo la mascella fino ad arrivare alle orecchie.
Gli occhi, adesso che lo osservavo meglio, non erano semplicemente marroni, ma erano color caramello con delle striature verdi: questi erano contornati da delle lunghe ciglia, che mentre chiudeva gli occhi, toccavano le gote.
Spostai lo sguardo verso i suoi arti superiori soffermandomi a guardare i suoi numerosi tatuaggi di ogni grandezza e specie, mi spostai poi ad osservare il suo busto coperto da una maglietta nera che però lasciava intuire che sotto di esse si trovava un bel fisico. 
Infine, mi voltai anch'io a guardare ciò che stava osservando con tanta attenzione il mio vicino.
"Era una brava donna, una buona lavoratrice e un'ottima madre" iniziò lui.
"Era un bravo ragazzo, un buon studente e un ottimo amico"
"Sapeva cucinare alla perfezione e amava ricamare"
"Era davvero bravo a giocare a basket e amava scrivere"
"La miglior cosa che sapeva fare era cantare"
"Anche lui"
"Ti manca?"
"Mi sembra scontata come domanda...a te ti manca?" 

Mi mostrò uno di quei sorrisi stanchi, tirati, che in verità non dovrebbero neanche essere sorrisi,
poi continuò.

"Mi manca." disse "Ogni tanto ho paura di dimenticare il suo profumo,il suo viso o le sue parole e allora prendo una nostra foto e il suo cuscino e mi addormento così.
Dovrei fare l'uomo, ma proprio non ci riesco."
"Io dormo con le sue felpe"
"A me non entrano i suoi cardigan"

Mi sfuggì una risata che riempì quell'unica stanza dell'abitazione.
Anche lui rise alla sua battuta, che ruppe definitivamente il ghiaccio.
Parlai con lui fino a tarda sera, prima di addormentarmi accanto al suo corpo caldo.

Svegliarmi alle sei e mezza e incontrare i suoi occhi, fu uno dei migliori risvegli dalla morte di Daniel.
Velocemente ci alzammo e riponemmo il tutto in un angolo per poi lasciare il nostro rifugio e dirigermi ognuno alla propria casa.
Appena entrai mi gettai sotto la doccia e mi preparai per andare a scuola; un caffè preso velocemente mi svegliò completamente e mi diede la forza per affrontare una nuova giornata di reclusione.

                          * * * 

La prima ora era di filosofia, materia che mi interessava molto e in cui mi impegnavo.
La professoressa, donna sulla cinquantina e con aria austera, era già in classe che compilava il registro ed altri moduli burocratici.
Appena entrai mi sorrise e io ricambiai: alcuni professori non erano così male e spesso, nel momento del bisogno, ti aiutavano. 
Entrati tutti nella classe, la professoressa iniziò a parlare
"Ragazzi, silenzio! Su! Ascoltate! 
La scorsa lezione abbiamo par...Parker! Vada a sputare quella gomma da masticare!" Alzò gli occhi al cielo e aspettò con ansia che l'allieva buttasse quel cibo maledetto, poi continuò
"Stavo dicendo...ah si, la scorsa volta abbiamo parlato dell'essere o non essere, il famoso enigma di Shakespeare.  Oggi vorrei affrontare un tema differente: l'amore.
Cos'è per voi l'amore?"

Calò un silenzio di tomba: nessuno osava rispondere a questa domanda che da anni, secoli, millenni affollava le menti di tutti noi umani.

"Mio nonno e mia nonna, che nonostante tutto stanno insieme da più di cinquant'anni." si sentì dire dal fondo della classe
"Apprezzò il tuo coraggio e il tuo impegno, Meredith, ma possiamo fare di più." rispose la professoressa
" Beh...Platone  parla di un amore che, attratto anche dalla bellezza fisica e corporale, mira ad ingentilire l'anima e ad elevarla, a tal punto da farla diventare di natura divina e cioè della stessa natura del mondo delle idee.  Quindi per Platone l'amore aveva una dimensione più che altro spirituale..."
"Marcel! Per favore, ho chiesto cos'è per VOI l'amore, non per Platone. 
So cosa ne pensa Platone, sono o non sono una professoressa di filosofia?  Ora vi chiedo di pensare con la vostra testa."
"Daniel" dissi io.
"Perché?" chiese l'insegnante 
"Perché era tutto semplice con lui"
"Ne eri innamorata?"
"No"
"E allora perché per te è amore?"
"Perché...l'amore non si prova solo per colui che sarà od è il nostro ragazzo, ma anche per le persone che ci sono state e ci staranno vicine.
L'amore è un sentimento che effettivamente non si può descrivere, né si può additare a qualcuno ed ad altri no"
"Mmmh..va bene, Penelope.
Qualcun'altro?"

L'ora passò velocemente e la sua fine fu segnata dalla solita campanella. 
Mentre uscii dalla classe per dirigermi nel laboratorio di chimica, la professoressa mi fermò 
"Penelope, vieni un attimo"
"Si, professoressa"
"Va tutto bene?"
"Si, perché?"
"Beh...ultimante non ti sembra di pensare troppo a Daniel?"

Certo, ne parlo spesso...okay, sempre, ma non per questo non sto bene.

"Beh...credo che sia perché mi manca e così tengo vivo il suo ricordo."
"Dovresti parlarne con qualcuno, sai?"
"Sta dicendo che dovrai farmi strizzare il cervello da uno strizza cervelli?"
"Sto dicendo che potresti parlare come una persona comune con uno psicologo."
"Le persone comuni non parlano con uno psicologo."
"Senti, questo è il biglietto da visita della psicologa della scuola, pensaci su, ok?" mi disse passandomi un cartoncino giallognolo 
"Ok" le sorrisi falsamente  ed uscii dalla classe.

Io non avevo bisogno di nessuno. 


Oibò 
Eccomi qui col sesto capitolo :) 
Vi giuro che da ora in poi si parlerà meno di Daniel e più di Penelope e Zayn <3 
Spero continuiate a seguirmi
Con affetto 
-ithinkiloveyou-
<3 



  
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