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Autore: GiadaAtm    05/11/2013    0 recensioni
Ogni corpo arriva prima o poi ad un punto di saturazione. Questo punto coincide con la rottura... La rottura della maschera,degli schemi precostituiti, dei preconcetti bigotti e incoerenti.
Mi chiamo Giada e questa è la mia prima Fan fiction. Questa storia ha come finalità la cosiddetta "Frantumazione dell'io". Cercherò di analizzare l'inconscio di una ragazza che si allontana da un ambiente ristretto per poter perseguire i suoi ideali ma in questo contesto alcuni avvenimenti la porteranno a costruirsi una maschera di cinismo e totale insofferenza... Tutto cambierà quando Ismene,la protagonista, incontrerà Harry...
Ps. Non so se riuscirò nel mio tentativo di "psicoanalisi" quindi scusatemi anticipatamente :)
*Interrotta*
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Harry rimase spiazzato da quegli avvenimenti così crudi e violenti. Si chiese come fosse possibile ridurre  una ragazza così pura e indifesa in quello stato? Forse cominciava a capire la causa della sua chiusura quasi ermetica nei rapporti interpersonali: Aveva paura di essere violata un’altra volta.
Chiuse il diario, era troppo stanco per leggere altre pagine perché quelle parole lo stavano tormentando. Ciò che lo turbò maggiormente fu  quell’istinto incontrollabile di proteggerla. Lui non aveva mai provato nulla del genere soprattutto da quando la sua vita era diventata un reality show. Forse erano i suoi occhi azzurri così profondi e misteriosi da perdercisi dentro. Forse la curiosità accecante di scoprire perché avesse in mano un tirapugni e perché le sue dita fossero piene di sangue. Quella ragazza aveva bisogno di aiuto.
Tuttavia Harry sapeva bene che lui avrebbe sicuramente peggiorato la sua vita: Non era riuscito ad aiutare se stesso, come avrebbe fatto ad aiutare una ragazza così strana e difficile? Tralasciando il fatto che la sua presenza nella vita di quella ragazza non sarebbe stata assidua a causa dei suoi impegni lavorativi.
Con queste domande si addormentò… Solo come sempre tra l’odore asettico delle lenzuola dell’hotel.

Ismene si svegliò svogliatamente. La settimana era ricominciata e con essa la sua routine da studentessa universitaria.
Quando uscì di casa rischiò di cadere a causa dell’asfalto gelido e scivoloso. Faceva molto freddo quella mattina ma questo la aiutò a destarsi dal sonno.
Nel cammino si ricordò improvvisamente di non aver  visto il suo diario da parecchi giorno: ne aveva assolutamente bisogno. Doveva descrivere le tonalità di quel verde cangiante per ricordarsene.
Quel ragazzo strano, Harry- aveva fatto diverse ricerche in quei giorni- aveva completamente scardinato le sue sicurezze. Lei non aveva mai sentito l’esigenza di qualcuno accanto ma da quando l’aveva incontrato non aveva fatto altro che immaginare quegli occhi verdi nei suoi, le sue mani che le sfioravano ogni singola frazione del suo corpo, le sue labbra premute sulle sue in completa simbiosi fisica.
Scosse la testa perché sapeva che quelle emozioni non l’avrebbero portata da nessuna parte se non alla distruzione di entrambi.
La sua vita era un accavallarsi di casini e non avrebbe travolto anche Harry: era ancora più fragile di lei.
Per Ismene Harry non rappresentava il cantante degli One Direction ma costituiva qualcosa di più… Quasi metafisico.
Nonostante tutti i suoi dubbi credeva che quel ragazzo poteva distoglierla dalla confusione che inghiottiva la sua testa: quella notte lei non aveva sentito nessun peso sullo stomaco, non aveva sensi di colpa o preoccupazioni. Forse era quella la vita di cui tutti parlavano?! I brividi lungo la schiena al contatto con la sua pelle, lo stomaco in subbuglio solo nel sentire la sua voce… La voglia irrefrenabile di sentirsi sua.
Ma lei non era normale, non doveva essere felice perché lei non se lo meritava: la sua vita doveva essere intrisa di sofferenza   per redimere la sua anima.
Entrò in aula e si mise ne posti in fondo perché quel giorno non aveva proprio voglia di seguire nonostante gli esami imminenti.
Subito si perse tra nozioni di diritto e macroconcetti di giustizia. Harry si era dissolto con essi.

Ismene ed Andrea camminavano per la strada ormai vuota. Era strano come Torino si trasformasse passata la mezzanotte. L’asfalto bagnato rifletteva la luce flebile dei lampioni e il fiume scorreva così forte da poterlo sentire imbattersi contro le rocce.
La ragazza aveva appena finito la sua giornata lavorativa- non era abituata a lavorare ma data la sua indipendenza era obbligata a dividersi lo stipendio in retta e affitto-  e Andrea come sempre l’aveva aspettata.
Aveva paura che potessero farle del male perché conosceva bene quei vicoli e non voleva assolutamente perdere anche Lei. Soprattutto da quando quei vicoli avevano risucchiato Carlo: Andrea aveva paura che Ismene potesse trovarsi da sola nelle mani di quei fottuti fascisti.
Si ritrovarono al solito posto nell’angolo più buio dei Murazzi. Andrea prese l’erba nascosta nella giacca verde militare e con il resto che gli serviva rullò una canna. Era ormai una sorta di consuetudine quella di ritrovarsi il venerdì in quel posto pieno di ricordi che facevano ancora male ad entrambi. Una consuetudine che era rimasta anche dopo la morte di Carlo come se questo potesse riportarli in una dimensione parallela per ritrovarsi con l’amico deceduto.
La droga cominciò a scorrere nel sangue e tutto si fece più leggero.. Ovattato.
Andre ispirò la canna e dopo averla passata all’amica cominciò a pensare “ Ti ricordi quella volta quando siamo entrati nella centrale elettrica… Eri così felice di poter entrare nel posto dove i Subsonica avevano girato il video”. Ismene si voltò verso Andrea e gli sorrise “Come dimenticarlo… Quando il guardiano ci sorprese e cominciò a gridare in dialetto piemontese… Carlo si spaventò così tanto che quando scavalcò la ringhiera cadde a terra”. Il ragazzo scoppiò a ridere ma era una risata fredda e isterica. “Carlo e la sua mania per il Parkour da principianti”.
Ismene rabbrividì perché sembrava quasi come se Andrea parlasse di una persona reale,esistente, come se fosse lì con loro a ridere come dei giovani ragazzi di appena 21 anni.  Ma Carlo non c’era. Carlo non poteva sentirli. Non poteva vederli. Non poteva dirgli che era con loro . Non poteva dire che era vivo. Carlo era morto.
Calò il silenzio tra i due ragazzi. Carlo mancava ai due ragazzi come l’aria. Come la nicotina ad un fumatore accanito. Come la dose quotidiana ad un drogato. Erano in piena crisi d’astinenza. Una crisi d’astinenza che durava ormai cinque mesi. La notte entrambi si addormentavano con il cuscino impregnato di lacrime, il senso di colpa sullo stomaco che li opprimeva come un macigno, la paura di non potercela fare.
Ogni giorno alle 20.30 in punto si recavano al cimitero. Ogni giorno leggevano “Il sentiero dei nidi di ragno”* seduti ai piedi della lapide del ragazzo.
Non avevano mai trasgredito quell’orario perché credevano che in quel lasso di tempo l’anima del ragazzo ripercorresse i sentiri stretti del cimitero per posare un live bacio sulla fronte degli amici. Quel maledetto orario in cui Carlo è stato brutalmente ucciso di botte.


Harry ritornò nella propria stanza con un forte mal di testa. Aveva bevuto troppo anche quella sera. Andava così ormai da troppo tempo ma si era ripromesso di smettere perché adesso la sua vita avrebbe potuto avere un senso: aiutare quella ragazza e donargli tutto il suo amore.
Aprì il diario e nonostante quel dolore lancinante alle tempie cominciò a leggere un’altra pagina.

“ 20 Dicembre 2012

Nonostante i contatti con la mia famiglia si siano completamente incrinati e distrutti la mia vita comincia ad assumere un aspetto quasi normale e consuetudinario.
Ho dato gli esami di dicembre: Due 30 e un 28. Forse per non dare la soddisfazione ai miei di considerarmi una fallita, i risultati dei miei esami sono cresciuti esponenzialmente.
Il lavoro procede come sempre. Non è assolutamente faticoso forse perché conosco quel centro sociale come le miei tasche o semplicemente perché il mio “datore di lavoro” è un cazzone, come me del resto.
Oggi però è successo qualcosa di particolarmente rilevante. Ho conosciuto un ragazzo. Carlo: cristalli azzurri incastonati nelle orbite oculari. Capelli biondi come il grano e un sorriso che illumina anche il cielo scuro e tetro di Torino.
E’ un vecchio amico di Andrea,l’unico che non l’ha abbandonato dopo la sua breve detenzione. Si è trasferito da poco per continuare la sua specialistica in Storia e filosofia.
Quando parlo con lui il tempo non sembra mai abbastanza. E’ capace di proiettarti in un mondo subalterno in così poco tempo tanto che non riesci ad avere la percezione della realtà contingente. “

“ 9 Gennaio 2013
Sangue. Vedo il Sangue scendere lungo la mia guancia. Vedo il labbro spaccato e gonfio. Gli occhi persi nel vuoto dalla paura e grondanti di lacrime. Ogni singola parte del mio corpo mi procura delle fitte lancinanti di dolore. Non avrei dovuto tornare a casa sola.  Non avrei dovuto oppormi. Dovevo scappare ma il mio istinto partigiano mi ha ridotto in niente. Stavo camminando quando vedo un gruppo di ragazzi: fascisti. Era ovvio che lo erano!! Capelli rasati,anfibi neri,giacca di pelle… e il loro sguardo. Buio,cattivo e pieno di arroganza. Quando mi hanno visto ho percepito il ghigno malvagio comparire sui loro volti. Mi avevano riconosciuta. Ho allungato il passo ma niente…Mi avevano accerchiata. Ero sola. Incazzata nera e sentivo il fato oscuro abbattersi contro di me. Mi hanno spinta contro il muro facendomi aderire completamente alla parete gelida. Un pugno nello stomaco mi ha violentemente colpito una costola. Adesso ero a terra con un forte dolore alla testa. Mi sembrava surreale. Dal basso vedevo uno di quei ragazzi allontanarsi e inizialmente avevo pensato che fosse tutto finito. Una mazza. Quel ragazzo aveva una mazza e si stava avvicinando a me molto velocemente. Cominciai a strisciare con una mano poggiata sullo stomaco. Un dolore si stava impossessando delle miei gambe per poi diffondersi in ogni parte del colpo. Mi aveva appena colpito con la mazza. Continuai a strisciare ma mi dovetti fermare perché davanti a me c’era un altro ragazzo che con un ghigno divertito mi alzò contro la mia volontà. Avrei preferito strisciare anziché toccare le sue sporche braccia.
Rosso. Vedevo delle gocce rosse cadere pesantemente a terra, subito dopo sentì il gusto metallico del sangue inibire le mie papille gustative. Mi accasciai a terra dalla paura, dal dolore, dall’umiliazione. In quel momento ripensai a mia madre e al mio inutile e rischioso stoicismo. Mi dissero “Hai ancora voglia di fare la Comunista?” Non risposi. Un altro calcio.” Avanti la tua risposte potrebbe cambiare la tua misera sorte”. Potevo rispondere negando di esserlo. Potevo dirgli che mi stavano scambiando con qualcun altro. Potevo rinnegare me stessa per la mia incolumità. Ma come sempre l’istinto prevalse sulla ragione(sempre se fosse razionale rinnegare se stessi) “ Potete continuare a riempirmi di violenza ma io non mi ridurrò come voi sporchi fascisti. Siete in grado solo di incutere timore e nient’altro. Avete paura. E’ questa la verità. Avete paura di rimanere schiacciati dal sistema e  per questo vi nascondete dietro i potenti. Abbassate la testa senza deliberare le vostre idee… le vostre aspettative. Siete degli infami servi dello Stato. Potete continuare in 5 contro 1 ma rimarrete sempre dei pupazzi inerti nelle mani dei potenti burattinai. Mi fate schifo.”
Avevo sbagliato in quella situazione perché adesso mi ritrovavo plasmata a terra con il volto schiacciato sull’asfalto e due ginocchia sulle spalle. Stavo soffocando ed ero pronta a morire.
La mia vista si faceva sempre più flebile e sottile, il peso sulla mia schiena era svanito, quando sentì delle grida e subito dopo qualcuno prendermi nelle proprie braccia. Conoscevo quell’odore di vaniglia e tabacco: Carlo. Lo strinsi a me perché sentivo il freddo penetrare nelle mie ossa e il suo corpo emetteva un calore paragonabile al sole d’agosto. Riuscì solo a dire “ Per favore non dire nulla ad Andrea” e mi addormentai tra le sue forti braccia”

*Il sentiero dei nidi di ragno è un libro di Italo Calvino che tratta la Resistenza Partigiana contro il regime fascista.


Ciaooooooooo Ragazze e Ragazzi. Innanzitutto vorrei Ringraziare   Sara_Scrive   per il bannere... E' stata molto disponibile e brava !!!
Vorrei ringraziare anche   xprincestyles   per aver inserito la storia nella sezione "storie da ricordare".
 Passiamo al capito. Scusatemi se non ho ancora parlato degli altri ragazzi, non ho ancora fatto incontrare i due protagonisti e non ho ancora analizzato la personalità di Harry ma questi capitoli sono "di introduzione" perchè altrimenti non si capirebbero i comportamenti di Ismeni.. Scusatemiiii ma presto vedremo gli One direction rimproverati e messi con la faccia al muro ma per adesso bastaa.
Lasciate una recensione se vi va oppure un messaggio privato se non vi è piaciuto qualcosa. Io sono sempre aperta alle critiche :)
Un bacio grande grande da Giada Atm.
Ps. Vi consiglio di ascoltare Oblivion dei Bastille
  
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