City Guys
Capitolo 38°
La porta si chiuse con un
silenzioso tonfo, e il giro di chiave accolse il penetrante silenzio che seguì
appena.
Sakura si sedette sul letto mentre Sasuke chiudeva a chiave la
stanza. Non era molto sicura di ciò che stava per fare: da un lato era convinta
che fosse giusto, perchè Sasuke le piaceva, e anche tanto, e stavano bene
insieme... ma dall'altro, c'era ancora qualcosa che non la convinceva...
Il
ragazzo le si avvicinò di soppiatto e, circondandola con le sue forti braccia,
la baciò forse con troppa foga.
Sakura si lasciò spingere con la schiena
contro il materasso, avvolta da quelle inebrianti sensazioni che le infondeva
quando passava le labbra umide sul suo collo, le accarezzava la schiena inarcata
e le mordicchiava delicatamente la pelle.
Chiuse gli occhi; nella penombra
della stanza era inutile tenerli aperti, l'avrebbe solo distratta da ciò su cui
doveva invece concentrarsi. Sasuke intrufolò le mani sotto la sua camicetta, al
che lei, divertita, per salvare il prezioso indumento, se la sbottonò, lasciando
al ragazzo l'onore dell'ultimo bottone di cui si occupò ben
volentieri.
Liberatala dalla camicetta, passò a esplorare attentamente la sua
pelle vellutata. Sakura adorava quella sensazione, era avvolgente e formicolante
come un attraente solletico.
Si sentì meno a suo agio quando Sasuke le infilò
una mano sotto la gonna, fin dentro gli slip.
«S-sasuke» lo fermò, sigillando
le gambe e staccandosi da lui; il ragazzo fu parecchio contraddetto.
«Che
c'è?» domandò con un tono evidentemente seccato. «Io...»
Non sapeva cosa
dire. Era strano esprimersi in una situazione del genere...
«Non penso che tu
lo stia facendo perchè lo vuoi davvero»
L'aveva detto. Sparare tutto senza
lasciar tempo di pensare funzionava. Funzionava... a cosa?!
Sasuke la guardò
malissimo. Sembrava deluso, arrabbiato, ferito.
«Che cosa vuoi dire?!» Si era
fermato: ora era sopra di lei, e la guardava fissa negli occhi semioscurati
dalla penombra. Il suo tono era spaventoso, ma non poteva biasimarlo: ecco cosa
succedava, a non pensare...
«N-non sto dicendo che non mi ami, Sasuke...
solo... penso che tu lo stia facendo per i tuoi amici»
I muscoli di Sasuke
vennero scossi da una piccola scarica elettrica proveniente dal centro del
cuore. Detta così era terribile, ma la sua coscienza sporca gli suggeriva di
evitare di negare del tutto.
«Sakura...» sussurrò, addolcendo il tono. Si
spostò, andando a posarsi di fianco alla ragazza, mantenendo una mano sul suo
fianco sottile. L'accarezzò, dolcemente, come aveva fatto lei la notte del loro
primo bacio.
«Capitare in questa città è la cosa più bella che potesse
capitarmi. Qui ho trovato delle persone straordinarie... a volte un po'
insopportabili, ma tutto sommato simpatiche... Solo qui ci sono quelle persone
che ci tengono davvero a me, che non conoscono l'ipocrisia e che farebbero di
tutto per sostenermi. Però... la persona più speciale della mia vita sei tu,
Sakura»
La giovane sorrise, imbarazzata. Faceva terribilmente piacere
ricevere quel genere di complimenti.
«Ti faccio notare che ti sei arrampicato
sugli specchi...» «Ma tu devi sempre puntualizzare?»
Sakura gli salì addosso,
scherzosa, circondandogli la vita con le gambe. Sasuke lottò per bloccarla, e
lei, nonostante avesse una posizione più avvantaggiata, dopo un po' cedette e si
lasciò intrappolare i polsi.
La portò verso di sè, fino a che le punte dei
nasi non si sfiorarono. «Dimmi che mi vuoi mollare»
«Non ti voglio mollare,
cretino» ribattè lei, in tono scherzosamente polemico. «Allora...» come termine
della frase Sasuke ribaltò le posizioni e si accostò al suo orecchio, ad una
distanza talmente ravvicinata che poteva sentire il battito del cuore della
ragazza sotto di lui. «...dimmi perchè non vuoi che ti tocchi»
Dal tono
scherzoso che aveva era passato ad uno decisamente più serio. Il sorriso di
Sakura svanì, mentre rifletteva su quale accidenti di motivo poteva esserci
perchè non si sentiva a suo agio.
Seguì una lunga pausa. Alla fine, la
giovane deglutì e parlò. «Sasuke... fai piano, ti prego»
Sasuke era
pietrificato. «Non ho nessuna intenzione di farti male, Sakura. Se non vuoi, non
me la prendo. Non mi va di farlo se non vuoi»
Rimase ancora più deluso quando
notò quanto tempo Sakura ci stava impiegando per pensarci. Insomma, ormai
stavano insieme da due mesi e ancora non l'aveva mai nemmeno vista nuda... non
che avesse avuto molte fidanzate prima di lei, ma aveva sentito che una
situazione così era piuttosto inaccettabile.
Pensò di essere davvero scomodo,
così le si levò di dosso e si sedette sul ciglio del letto, dandole le
spalle.
Sakura la prese come un segno di delusione, cosa che in realtà era.
Si rizzò e l'abbracciò, anche se lui non ne voleva sapere di
ricambiare.
«Sasuke, che c'è?» domandò dolcemente, ma il tono di risposta non
lo era altrettanto: «Non ti fidi di me. Come vuoi continuare il nostro rapporto
se non ti fidi?»
«N-non è che non mi fido, Sasuke...» si scostò
dall'abbraccio, senza che Sasuke glielo impedisse. Raccolse le ginocchia al
petto e osservò la schiena del più bel ragazzo del mondo. «Sarebbe la prima
volta. E' normale che abbia paura» disse, seccata, pensando di dover essere
anche lei altrettanto delusa.
Sasuke voltò appena il viso «Pensi che per me
non lo sia?»
«Sì, ma a quel che ne so sono io che devo massacrarmi le prime
volte, sai?!» era sempre più seccata: da ciò che aveva sentito dire dalle sue
compagne più "esperte", prima di essere piacevole ed eccitante era davvero
doloroso.
E finalmente il ragazzo si voltò. Poggiò una mano sul letto, per
tenersi mentre si avvicinava di qualche centimetro a lei. «Vuoi rimanere vergine
a vita perchè hai paura di farti male?»
Il cuore di Sakura mancò un battito.
Ora che glielo faceva notare, aveva tremendamente ragione.
Non voleva
assolutamente fare la monaca. Lei amava Sasuke, e lui era il ragazzo perfetto
con cui cominciare, anche se sarebbe stato doloroso. Pazienza, mica faceva male
in eterno.
Ora che ci pensava, facendo la sostenuta aveva ferito il suo
ragazzo facendogli credere che non l'amasse... e comunque se lo faceva non era
solo per lui, era per entrambi
Doveva provare... doveva farsi coraggio e
pensare che dopo la tempesta veniva sempre il bel tempo.
«Se lo usi male di
castro, ok?» tirata fuori tutta la sua determinazione, afferrà Sasuke per il
collo della maglia e lo portò con poca delicatezza su di sè.
«E poi come ti
diverti con un fidanzato castrato?» «Uhm... hai ragione... però ora smettila di
fare il trattenuto...» protestò lei, tentando di levargli la maglietta. «Devo
fare tutto io?» «Mi hai fatto penare mezz'ora... ora tocca a te»
«Ok...
questa me la meritavo...» sospirò Sakura, al che l'Uchiha per consolarla diede
un intenso bacio che si prolungò per diverso tempo, finchè entrambi
rimasero senza aria nei polmoni e finchè entrambi furono impegnati in
altro.
«Che ore sono?»
Sumitsuki entrò nella camera degli
ospiti mentre Kankuro si occupò di chiudere la porta. La ragazza si gettò sul
letto, affogando il viso nel cuscino. Lui la raggiunse,
stiracchiandosi.
«Boh... chi se ne frega... e fatti più in là, non c'entro»
brontolò lui ridacchiando. Aveva spento la luce, e nella camera filtravano
appena le luci provenienti dai lampioni in strada.
«Come chi se ne frega?
Insomma, è Capodanno ed è tutto silenzioso... una tristezza!» protestò,
accostandosi di più al muro per permettere al fidanzato di stare
comodo.
«Possibile che non sei mai contenta? Saranno le quattro, che ne so?
E' tardi anche se è Capodanno!» «Uff... sempre a contraddirmi stai?»
Sum
diede un pugnetto alla spalla del giovane che, data la corta distanza, per
difendersi le piazzò un gomito dritto contro un seno, facendole un male
atroce.
«Ahiaaaaa cretinoooooo!!!» ululò lei, rizzandosi a sedere e tenendosi
la parte dolorante con una mano. Kankuro, spaventato, si rizzò anche lui e si
agitò «Che t'ho fatto? Che t'ho fatto?!»
«Mi hai schiacciato una tetta,
coglione...» «Che finezza, eh?» «Ha parlato!!»
I due risero, complici del
fatto di sentirsi entrambi perdutamente rozzi. Rimasero qualche secondo in
silenzio.
Kankuro si sentiva troppo bene insieme a lei. Non era mai stato un
tipo che riscuoteva tanto successo tra le ragazze, sia perchè non era
esattamente un ragazzo gentile e disponibile, sia perchè non era nemmeno un
Adone. Lei, però, la sentiva come fosse l'altra metà di sè stesso. Come se i
loro pensieri fossero in sincronia, come se sapessero sempre cosa l'altro si
aspettava, come se fossero insieme una persona sola che ha desiderato sdoppiarsi
per non soffrire la solitudine.
I caratteri risonanti facevano sì che insieme
ridessero sempre. Erano entrambi spiritosi e di ottima risata, con un umorismo
pungente anche se poco erudito: e questo andava benissimo ad una coppia come
loro.
Avevano tanta sincronia, eppure, in tre mesi che stavano insieme, lui
non l'aveva mai toccata...
«Se ti fa tanto male, posso massaggiartelo io» gli
sfuggì di proporre, dopo aver passato con rammarico l'ultimo
pensiero.
Sumitsuki, nella penombra, gli lanciò un'occhiata stupita. Kankuro
era sempre stato parecchio malizioso, ma mai così serio.
«Vuoi... davvero..?»
chiese, come sollevata, riferendosi però non al fatto che volesse placarle il
dolore.
Annuì così impercettibilmente che Sum lo intravide appena. Si
risdraiarono, e la giovane gli lasciò carta bianca.
Aveva uno splendido seno;
nella sua altezza non troppo accentuata e nei suoi fiancotti forse troppo
pronunciati, aveva un seno florido e non eccessivamente grande. La mano di
Kankuro si fece largo sotto la maglietta della fidanzata, accarezzando la pelle
con delicatezza e provocandole un leggero brivido lungo la schiena.
Arrivò al
reggiseno e passò sotto anche a questo. Accarezzò la coppa del seno morbido come
fosse qualcosa di prezioso ed inestimabile.
Sum emise un tenero risolino.
«Non hai mai toccato un seno?»
«No... figurati... a chi avrei dovuto
toccarlo?!» osservò lui, un po' irritato. Ciò che non sapeva era che anche Sum
era nella sua stessa situazione.
«Sei proprio scemo sai?» «Eh?» domandò lui,
colto alla sprovvista da quel tono così naturale.
Sumitsuki gli posò un bacio
sul naso. «Pensi di essere l'unico a non aver mai visto il corpo di una persona
dell'altro sesso, così come mamma l'ha fatto?»
Kankuro ne parve davvero
stupito: «Ma che, davvero?! Cioè, io d'accordo, ma tu non hai mai avuto un
ragazzo prima di me?» «Cioè sì, uno sì... ma una cosa estiva... ci siamo visti
in tutto sei o sette volte...» spiegò infastidita, come se il ricordo le
provocasse disgusto. Ora c'era solo il suo Kanky, tutti gli altri erano da
pattumiera.
«...però non mi sono mai fatta toccare... Sono molto riservata,
quando si tratta del mio corpo»
Era incredibile come si fossero ritrovati a
parlare di quelle cose. Il giovane Sabaku non sapeva nemmeno come fosse fatto
l'apparato genitale femminile (durante le lezioni di biologia aveva di meglio da
fare, come giocare alla nintendo ds) ed ora si ritrovava a parlare con una
ragazza proprio di quegli argomenti delicati.
«Se ti può consolare, non mi
sono mai fatto una sega in tutta la mia vita» disse lui, con la stessa
naturalezza assunta dalla ragazza, a cui ora toccò stupefarsi «Come?! Cioè, ma
ti pare che mi devo consolare di non averla data a nessuno?.. e poi scusa, ma
alla nostra età per i ragazzi è abbastanza naturale...»
L'aveva colpita per
due volte nella stessa frase. Due in uno! Pochi erano capaci di lasciare Kankuro
così di stucco.
Boccheggiò qualcosa, per poi riprendere dignità «Allora,
cioè, insomma: detto tra noi, so a malapena cosa deve fare un cazzo in un buco,
pensa poi che schifo se devo mettermelo in mano...» «KANKY!! Un po' di
delicatezza, stai parlando ad una ragazza, non al primo tamarro che arriva!!»
brontolò lei, dandogli uno schiaffo sulla spalla. La mano del ragazzo, che era
passato ad accarezzarle il sottile strato di muscoli del ventre, si ritrasse,
mentre lui ridacchiava «Dai, scherzavo...»
Tentò di abbracciarla, ma lei,
facendo l'offesa, si mise in ginocchio e fece per oltrepassarlo per andarsene,
ma lui la bloccò al momento giusto per le caviglie, bloccandola proprio mentre
lo stava scavalcando.
«Scemo!! Lasciami!!» «Non ci penso neanche» e,
affaticato dall'agitazione della ragazza, riuscì a portarle il viso contro il
suo e a baciarla. Durò a lungo, e alla fine Sum si era finalmente convinta a
perdonarlo.
«Se mi baci così, penso che potrei perdonarti anche un
tradimento...» notando l'improvvisa smorfia di apprezzamento sul viso di
Kankuro, si affrettò ad aggiungere «...dopo averti castrato, ovvio!»
«Ok, ok,
colpito e affondato...»
Sumitsuki, degna dell'imprevedibilità a causa della
quale era famosa, si distese completamente sul ragazzo, sistemandosi comodamente
con il suo dolce peso contro. Kankuro finse di star morendo schiacciato con
qualche mugolio e tossicchiamento, ma smise non appena notò un accenno di
andarsene nello sguardo della fidanzata. Per nulla al mondo avrebbe voluto
cacciarla via.
«Sei comoda?» «Se ti peso, dimmelo» si preoccupò lei ,
divaricando le gambe per far scendere il peso lungo i lati. Kankuro, allargando
le mani per farle spazio, protestò «Ma ti pare che non sto comodo?»
«Beh...
in fondo hai solo sessantacinque chili addosso...» «Sì, ma sono sessantacinque
chili distribuiti per un metro e sessanta»
«Un metro e sessantadue, prego»
sbottò, incrociando le mani sopra il petto del ragazzo e posandoci il mento
sopra. Kankuro si divertiva un mondo a prenderla in giro per la sua altezza,
anche se lei era (più o meno) entro la media femminile della sua età, mentre lui
era parecchio sopra quella maschile. Sommando il tutto, si distavano circa venti
centimetri.
Il viso di Sum si distese in un affettuoso sorriso, mentre
osservava intensamente il fidanzato. Kankuro non l'aveva mai vista con
un'espressione così amorevole, e, anche se ne fu un po' intimorito, pensò di
poter sfoggiare il suo lato romantico e prese a giocare con i suoi
capelli.
«Disfameli pure, tanto già ci metto due ore per districarli, la
mattina» ironizzò lei, scuotendo la testa per rinvigorirli. Il ragazzo, pensando
scherzosamente di aiutarla, le arruffò tutta la capigliatura con entrambe le
mani.
«Aaah scemo!!» brontolò lei, mettendosi in ginocchio e tentando di
salvare il salvabile. Kankuro l'afferrò poco delicatamente per la vita e la
portò di forza di fianco a lui, per poi abbracciarla sensualmente. «Sei più sexy
con i capelli arruffati, sai?»
Sum si lasciò scappare un risolino «Ma se
sembro una battona... mi mancano i tacchi a spillo»
«Quelli non ti farebbero
male... rischieresti di arrivarmi addirittura al naso»
La giovane evitò di
arrabbiarsi per l'ennesima constatazione sulla sua statura per non rovinare il
momento. Si limitò a sbuffare e, dato che si trovava in linea, diede un morso al
suo orecchio.
«Ahia!! Mi hai quasi staccato il padiglione!!» «Eeeh,
padiglione... che paroloni» lo prese in giro lei, impedendo che questo si
muovesse. Lui obbedì volentieri, rimanendo fermamente abbracciato a lei.
In
quel calore che si stavano donando a vicenda e nella pace della notte fonda,
Sumitsuki venne colta da un dolce torpore da cui si lasciò cullare, poco prima
che sentì alcune parole sussurrate giungerle all'orecchio:
«Posso dirti che
mi si sta indurendo..?»
Il torpore svanì alla stessa rapidità di un fulmine
che dalle nuvole sferza fino al suolo. S'irrigidì istintivamente, risvegliando
le sensazioni che fino a poco prima erano sovrane del suo corpo.
La felicità,
l'esaltazione, quella voglia di stare a stretto contatto con lui e i brividi che
la percorrevano quando la toccava, potevano tradursi come eccitazione?
«Certo
che puoi dirmelo... però... cosa vuoi che ci faccia?» rispose, un po' titubante
ed improvvisamente in imbarazzo. La risposta era dannatamente semplice, ma
sentiva l'irrefrenabile bisogno di allungare il periodo di attesa.
Potè
sentire le guance di Kankuro infiammarsi. «Beh... ti va di... farlo?»
La
stessa emozione che provò le ore prima del loro primo appuntamento,
quadruplicata. Era come se insieme al sangue le stesse scorrendo nelle vene
anche un'overdose di adrenalina, che sentiva ribollire come acqua
frizzante.
«Ma sì, dai..!! Proviamoci...»
Temari aveva notato la foga con cui Shikamaru l'aveva
trascinata in camera da letto, e sinceramente ne era tanto spaventata quanto
eccitata.
Eccitata perchè, beh, era strano da spiegare persino a sè stessa.
Ormoni, pensò.
Spaventata perchè... Lei era vergine sia di corpo che (prima
di conoscere Shikamaru) di mente. Già ha dovuto superare il collasso dello
scherzo di Kankuro che li fece mettere insieme, poi dovette persino superare
quel primo stadio che era il periodo appena consecutivo al primo bacio. Anche
questo strano da spiegare, ma stavolta gettò la colpa all'adolescenza. Oppure al
fatto che non fosse una ragazza normale, chissà, magari era un'aliena o un
baccello con dei gravi problemi neurologici.
Shikamaru si lasciò cadere sul
letto di peso, provocando un lamentoso scricchiolio delle molle. Si portò un po'
più al centro per lasciare spazio anche alla biondina, poi la invitò dando un
colpetto sul materasso.
«S-Shika io non...» borbottò lei, pensando di dover
lasciar perdere le programmazioni e di concedersi qualche improvvisazioni, che a
volte esprimevano decisamente di più.
«Tranquilla, non voglio toccarti» disse
lui, a voce appena percettibile. «Ah!» rispose Temari, secca e dalla tonalità di
voce fattasi più acuta.
Shika alzò appena la testa. «Come sarebbe a dire
"ah"?»
«No, niente» Temari fece da parte i pensieri contradditori che
l'avevano portata a pronunciare quell'esclamazione e si sistemò di fianco al
brunetto, circondandolo con le braccia all'altezza del busto.
Lui infilò le
mani sotto la nuca e chiuse gli occhi.
Stava per essere portato via da un
soffice torpore quando Temari lo destò d'assalto: «Perchè avevi così fretta di
venire di qua?»
«Perchè sto morendo di sonno, seccatura» rispose, con un tono
che non ammetteva proteste. Lei, però, parve non captarlo: «Ma come fai ad avere
sonno dopo una serata scalmanata come questa?!»
«Senti seccatura, non ho mai
dormito meno di dieci ore a notte, ora chiudi gli occhi e dormi» concluse,
sperando che non gli facesse domande sulla sua presunta ghirizzazione.
L'aria
era ferma come i loro muscoli rilassati. Temari sorrideva, chissà per quale
motivo, forse perchè era felice.
Non era mai stata una ragazza che sapeva
bene cosa volesse. Shikamaru era, in un certo senso, la risposta a parecchie di
quelle certezze, se non tutte.
Lei che si mostrava sempre così decisa e
risoluta, si lasciava spesso trasportare dalle parole di quel pigrone che le
aveva conquistato cuore e mente fin dai primi giorni dell'anno
scolastico.
Mentre pensava a quanto fosse indispensabile per lei, sentì
l'oggetto dei suoi affettuosi pensieri russare.
Lei, però, non poteva certo
dormire in quelle condizioni...
«Shika?» sussurrò. Niente.
«Shika...»
bisbigliò a voce più alta. Ancora niente.
«Shika!» chiamò, dandogli un
leggero colpetto. Idem.
«SHIKA!!» sbottò, mollandogli uno schiaffo sulla
guancia.
Shikamaru si alzò di botto, mugolando «Ahio, cretina!! Che
c'è?!»
«Abbassa l'ascella, se no domani mi troverai morta asfissiata»
puntualizzò, seria e leggermente sarcastica.
Non rispose, non era il caso. Si
risistemò sdraiato e utilizzò il braccio che avrebbe potuto uccidere la sua
ragazza per circondarle la vita.
«Così va bene?» domandò, mostrandosi
seccato.
Temari attese qualche secondo: poco dopo lui si rese conto che stava
annusando, poichè la bionda si alzò e si recò alla finestra che aprì. Una lieve
brezza penetrò dalle fessure delle serrande abbassate.
«Sì, ora va bene»
accordò, ritornando tra le braccia del ragazzo. Shikamaru sbuffò per nascondere
il risolino che riuscì a strappargli.
«Se domani mi trovi morto assiderato, è
colpa tua» osservò, ricevendo come risposta un pizzicotto sul ventre.
«Ok, ho
capito, mi adeguo... buonanotte, seccatura» il tono amorevole che accompagnò
l'augurio finale venne captato dalla giovane che pensò di smontarlo: «Sono le
quattro di mattina, Shika: semmai, buon giorno»
Lui sbuffò di nuovo, pensando
che sarebbe stato da stupido aspettarsi altro. Chiuse gli occhi e ritornò a
farsi cullare dal torpore, pregando perchè anche Temari facesse lo
stesso.
Purtroppo, nessuno ascoltò questa sua preghiera.
«Shika, non che
non sia d'accordo, cioè, insomma, però...» «Taglia, ti scongiuro» supplicò,
esasperato.
«Volevo dire: perchè hai detto che non mi avresti
toccata?»
Temari fece di nuovo uso dell'improvvisazione per incespicarsi
nelle sue stesse parole. Shikamaru, infatti, ne venne preso di sorpresa e
dovette attendere che la risposta a lungo sofferta si facesse avanti.
«Primo:
sono troppo stanco oggi. Secondo: non mi sembravi pronta»
La ragazza si rizzò
in ginocchio e puntò i gomiti sui fianchi «Che vuoi dire, che sono una bimbetta
insicura che deve frequentare una scuola per imparare a tenere una forchetta in
mano?!»
Se fosse stato in piedi, avrebbe cercato un muro contro cui sbattere
la testa. Ma, dato che aveva già la testa contro un cuscino, pensò solo a quanto
fosse stato cretino ad esprimersi in quel modo sofferto.
«Beh, negalo» Forse
era l'ultima frase che avrebbe dovuto dire, come minimo per sensibilità nei
confronti della giovane. Questa, però, ormai abituata ad essere sottovalutata.
mugugnò un qualcosa che poteva tradursi come un insulto e si accasciò con la
testa sulla sua pancia tesa.
«Comoda, seccatura?» sdrammatizzò, ironico,
dandole un colpetto sulla testa (che in termini romantici poteva anche essere
una carezza). «Certo, comodi i tuoi muscoli duri come l'acciaio»
Recependo
solo dopo un po' di avergli fatto un complimento, Temari si risistemò
accoccolata sul suo fianco, evitando di ribattere a quanto detto dato che non
poteva solo che peggiorarsi.
Shikamaru, invece, evitò di puntualizzare quella
vittoria e la cinse col braccio.
Adorava quella zucca di rapa, anche se
faceva la dura quando in fondo era una ragazza fragile ed insicura. Aspettò
qualche minuto, per assicurarsi che stesse dormendo, poi le diede un piccolo
bacio sulla fronte.
NDA: Ok, lo so che
non aggiorno da più di un mese, perdonatemi!!!! Ma ho avuto parecchi problemi di
vari generi: in primis, quello esistenziale che mi ha portata a partorire
l'ipotesi che io scriva solo quando sono depressa. Ora che ho incontrato l'uomo
della mia vita da un mese, mi è capitato di essere depressa oggi perchè è tutto
il fine settimana che non lo sento (quel fesso si è fatto mettere in punizione
-.-') e così eccomi qui a sfornare il faticoso capitolo in cui due delle
coppie più esplicite della storia ci danno dentro, chi più chi meno xD... Ok ora
la smetto di annoiarvi e vi informo che con il prossimo chiudo ufficialmente le
feste: si ritorna a scuola (e a noi sta finendo... cavoli se sono lenta xD)
ed interverrà un bel problemino inaspettato... Guai in vista gente, belli
grossi... Cosa sconvolgerà per voi la mia mente malefica?!? Muahmuah, aspettate
e vedrete *,..,*
P.s. Sabato prossimo dico al mio uomo di non farsi
sentire per due giorni, così sarò di nuovo depressa e scriverò il capitolo!! Non
abbandono le mie fic, lo prometto sulla mia Bibbia, "Pancreas" di Giobbe Covatta
*mette mano sul libro*
Perdono se non rispondo alle recensioni, ma essendo
domenica sera devo ancora studiare -.-'
Lo giuro, tornerò presto, promesso!!
^__^
Un bazo enorme a tutti, in particolare a chi si ricorda ancora di
questa fic abbandonata dal Destino *-*!
Vostra 4evah,
Niraw^^