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Autore: dracodraconis    20/04/2008    8 recensioni
mi sono decisa a scrivere qualcosa di breve e leggero, per riprendermi dalla stesura della mia opera prima (l'ottavo anno); siamo alla fine del sesto anno, ma questa fanfiction non tiene conto del sesto libro... harry ha appena scoperto che il biondo Serpeverde non gli è poi così antipatico... ma... dite che ce la faranno a capirsi, prima o poi? forse sì, se qualcuno decide di dargli una mano!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Pensavate che fossi fuggita, vero?
No, ho solo avuto un periodo molto caotico, in cui sono stata poco a casa ed ancora meno davanti al computer.
Non so se il peggio è passato, ma oggi ho avuto una mezza giornata tranquilla da dedicare alle mie due creature… Purtroppo, l’aggiornamento de “L’ottavo anno” tarderà ancora qualche giorno (lo so che hanno appena spiccato il volo i gufi con le vostre minacce di morte), perché le mie manie di perfezionismo stanno straziando il nuovo capitolo che non mi viene come vorrei.
Perdonatemi ed abbiate ancora un poco di paziena…
Per quanto invece riguarda questa fanfiction… Ta-dan!
Grazie per avermi fatto sapere che “Galeotto fu lo scherzo” vi ha stuzzicato: lucylu, samek, kyon, kiboo, kumiko shirogane (che mi ha scritto praticamente un poema!), e91y, marimalfoy e Kalira: mi sa che l’indice di gradimento è stato abbastanza alzato da Draco in boxer, vero?
Anche voi che mi avete messo tra i preferiti avete la mia imperitura gratitudine; per citare chi già non è stato nominato: alii, animablu, bluesnaky, fio91, illyria93, marisasca, martinina, natsume, pink rose, rioki, terrinda.
Buona lettura…







Strategia Serpeverde n°1: CONOSCI IL TUO AVVERSARIO.
Bisogna sapere ogni cosa della vittima da colpire: punti di forza, debolezze, abitudini.
Mi ci sono volute ventiquattro ore di tempo per imparare l’Incantesimo di Disillusione; ventiquattro stronze ore in cui né Blaise né io abbiamo dormito per esercitarci… In realtà, dove io mi esercitavo e lui sotto ricatto mi assisteva perché quell’incanto l’ha appreso prima di me, per poter spiare la Mezzosangue Zannuta quando si ferma a studiare da sola in Biblioteca. Ma questa è la mia vendetta, non il suo piano di conquista della Grifondoro: piano per cui, in cambio del suo appoggio, mi sono offerto di aiutarlo. Come se ne avesse bisogno! Si vede che a lei piace lontano un miglio.
Ingenuità altrui a parte, da domani mattina inizierò a pedinare Potter per scoprire quanto più posso su di lui. Per controbilanciare, per il resto del tempo sarò civile e disinteressato: così sarà disorientato; o nel migliore dei casi, abbasserà la guardia credendo che io abbia rinunciato ai miei turpi propositi.
Illuso.

Passarono i giorni, e Harry sempre più spesso si sorprendeva a guardarsi sospettoso oltre la spalla: aveva la netta sensazione di essere seguito… E si era fatto anche una mezza idea di chi potesse avere tanta acredine da pedinarlo.
Si ritrovò a pensare che se Voldemort fosse stato tanto assiduo come Malfoy, lui sarebbe già stato morto da un pezzo.
Ma il problema principale era: perché non riusciva a vedere Malfoy? Che avesse anche lui un Mantello dell’Invisibilità?
Inoltre, era preoccupante che Malfoy fosse quasi cortese durante tutte le lezioni che avevano in comune, che lo ignorasse quando si incrociavano nei corridoi, che lo snobbasse in Biblioteca.
Eppure, Harry sentiva quegli occhi grigi sulla nuca persino nei momenti più assurdi, come sotto la doccia o quando si girava su un fianco per addormentarsi.
In effetti, per mesi aveva desiderato che quello sguardo si posasse su di lui, di averlo su di sé quando la sera chiudeva gli occhi, ma… E se fossero stati i suoi ormoni che proiettavano l’odore di Draco Malfoy intorno a lui? Se fosse stata tutta un’allucinazione?
Certo che se pensava che Malfoy si trovasse in stanza con lui, improvvisamente sentiva molto più caldo…

La vita di Potter è di una noia mortale. Tutto Sparaschiocco, la sua civetta ed innocue scorribande notturne a reperire cibo da quel traditore di Dobby, scadentissimo elfo domestico. E poi, il dormitorio dei Grifondoro è soffocante: Potter si è fatto tre docce in una notte per avere un po’ di frescura! E per non perdermi particolari importanti ho dovuto presenziarle tutte e tre!
E devo dire che…
TOC TOC.
-Chi cazzo è?-
-Complimenti, Draco-, esordì Pansy, entrando nella parte maschile del dormitorio Serpeverde del sesto anno ed avvicinandosi al letto del ragazzo. –Un linguaggio forbito degno di un re-.
Lanciò uno sguardo a quello che il biondo stava cercando di occultare sdraiandocisi sopra.
-Non mi dirai che sei ancora dietro al Diario di Guerra?! E poi come ti è venuto in mente di battezzare così quel povero quadernucolo?-
-Taci, Pansy. Tu non puoi capire: devo vendicarmi-, replicò Malfoy tetro.
-Bravo, vendicati-, concesse lei. –Ma perché di Potter? Potrei capire se tu te la prendessi con Finnigan, Weasley, Thomas… Al limite, con quel Canon. Non Potter!-
-Lui mi ha umiliato-, sentenziò lapidario Draco.
-Umiliato?!? Ma se quando sono salita da te stava salvandoti! Era sulla sua stramaledetta scopa che tentava di portarti a terra!-
-Smettila! Lui la pagherà e basta!-
Draco stava urlando.
-Come vuoi, come vuoi-, ribatté laconicamente Pansy, alzando le mani in segno di resa, abbandonando ogni proposito di farlo ragionare. –Ma credo che tu stia sbagliando tutto-.
-Pensi dunque che invece di una strisciante vendetta dovrei sfidarlo a duello?-
La moretta stava scuotendo il capo, avviandosi verso l’uscita: conosceva bene il suo amico e sapeva che non c’era verso di fargli intendere una cosa che lui si rifiutava di vedere.
-Non è questo tipo di rapporto che vorresti fra voi due-, bisbigliò Pansy chiudendosi la porta alle spalle e guardando Blaise che la aspettava in Sala Comune per discutere della situazione.
-Non ho capito quello che hai detto, Pansy-, disse Draco, distrattamente, di nuovo chino sul quaderno; poi, girò la testa notando che la stanza era vuota.
-Donne-, commentò con fare superiore, rimettendosi a scrivere.
Allora. Dicevamo... Ah, sì: Potter sotto la doccia…
In capo ad una settimana, Draco era convinto di conoscere tutte le abitudini di Potter, anche quelle che uscivano dall’apparente schema del moro. Sapeva, per esempio, che lo Sfregiato dormiva con la bacchetta sotto il cuscino e che faceva orrendi incubi la notte; che spesso, nel caos che regnava la sera nella Sala Comune dei Grifondoro, Potty si isolava guardando il camino, anche se spento, sospirando; aveva imparato le stupide canzoni babbane che Potter cantava mentre si insaponava i capelli. Sapeva che Harry di tanto in tanto entrava in aule deserte e chinando la testa su un banco piangeva amaramente. Che amava le Cioccorane ma per qualche strano motivo scansava le Gelatine Tuttigusti+1, soprattutto quelle gialle; che era in linea di massima gentile con tutti ma si infiammava facilmente ed allora aveva un caratterino niente male. Che aveva una voglia color caffellatte sotto la scapola sinistra.
In realtà, Draco lo aveva spiato più del necessario, perché si era ritrovato a voler condividere ancora un poco i rituali quotidiani di Harry…
“Harry?! Merda… Devo assolutamente passare alla seconda parte del piano!”, si disse, tentando di ignorare scomode, ovvie verità.

Strategia Serpeverde n° 2: SPIAZZA IL TUO AVVERSARIO.
Sii incongruente: nelle azioni, nei toni, nelle espressioni del viso. Salutalo per qualche giorno con calore ed affetto (e con il ghigno utilizzato per affascinare folle e platee); poi, quando il nemico si sarà ripreso dalla novità ed avrà smesso di guardarti con aria dubbiosa, quando addirittura avrà iniziato per primo a darti il buongiorno, solo allora lo guarderai come se fosse un Vermicolo ricoperto dei suoi stessi escrementi. Dopo qualche giorno ancora avvicinalo e proponiti di aiutarlo nei compiti della materia in cui va peggio, permettendogli di rimediare a qualche votaccio: sii totalmente affidabile e poi dagli buca la sera prima del compito, quando dovevate ripassare insieme la parte più difficile del programma: a notte fonda, fagli recapitare via gufo un biglietto dove scrivi che non puoi presentarti all’appuntamento per problemi improrogabili. Dai la colpa al gufo per il ritardo. Continua con questi improvvisi cambi di comportamento finché non noterai che l’avversario appare come sotto Confundus, che ha perso l’appetito e nel migliore dei casi ha un’espressione sul viso come se stesse insorgendogli la gastrite. A quel punto, sii totalmente affabile con i suoi amici ed ignoralo per qualche giorno, poi invitalo ai Tre Manici di Scopa. Bevete qualcosa insieme, dagli (oh, Merlino, sforzati!) alcune pacche sulle spalle. Quando si sarà spinto a confidarti qualche sua debolezza o qualche ferita insanabile, inarca con forza un sopracciglio e poi scoppia a ridere. Afferragli saldamente il polso quando starà scappando ferito e chiedi scusa. Se proprio vuoi distruggerlo, attendi una settimana e spargi volantini riguardo alla confessione.
Si rivela talvolta una manovra complicata, perché il rischio di essere internato al San Mungo per gravi disturbi della personalità è alto. È inoltre necessaria una buona dose di sensibilità per dosare i due atteggiamenti, l’amichevole ed il sadico. Essendo Draco Malfoy posso farcela. Posso fare anche di meglio.

Se Harry pensava di essere arrivato ai paradossi della sua vita nell’ultima settimana, rimase intimamente stroncato quando entrando in Biblioteca il sabato mattina vide Malfoy che si offriva di aiutare Neville con Pozioni.
-Ciao, Harry!-, lo salutò il biondo, convincendo il moro di non essersi ancora alzato dal letto e star sognando. –Allora, ci vediamo domani, Paciock: stesso posto, stessa ora!-
Anche Neville non era molto sicuro di quello che era successo e balbettava ringraziamenti insensati.

Sono un genio! Ho fatto in modo che il nemico sapesse dove mi troverò domani mattina: sono sicuro che verrà di persona a controllare… Ed io sarò a-do-ra-bi-le con quella mezza sega di Paciock!
Oh, Potty, ti rovinerò!

-Blaise-, esordì Pansy. –Draco sta ancora scrivendo le sue assurde teorie su quel diario?-
-Pansy, per l’amor del cielo, parla piano! Se si accorge che lo abbiamo letto, ci sevizia! Comunque, sì, è ancora chino su quelle pagine. Da questa mattina appena è rientrato dalla Biblioteca…-
-Hai provato a farglielo ammettere?-, chiese lei cripticamente abbassando il tono della voce.
-Ci ho provato-, confermò mestamente il ragazzo. –Senza nessun risultato evidente che non fosse quello di farmi tirare dietro qualche libro…-
-Mi spiace, Blay-, lo stava consolando lei, accarezzandogli una guancia. –Ma vedrai che ce la faremo!-
-No, non credo. Sembra piuttosto ottuso a riguardo…-
-BLAAAIIIIIIISE-.
-Oh, eccolo che mi chiama: vorrà espormi il suo nuovo piano…-
-Vai, allora! E mi raccomando: mostrati entusiasta!-
-Come no…-, mormorò il ragazzo avviandosi dalla Sala Comune Serpeverde verso il dormitorio maschile.

È oramai lunedì sera ed il mio trionfo si avvicina. Come volevasi dimostrare, ieri Potter è venuto a controllare cosa stessi facendo al suo amico imbranato! Ovviamente, ci ha spiato da dietro una colonna, sperando che non mi accorgessi di lui… Povero sprovveduto! Altrettanto ovviamente, io sono stato un perfetto insegnante, tanto che questa mattina Paciock ha ricevuto addirittura un elogio (sia pure contro voglia) del professor Piton!

Altri cinque giorni erano trascorsi, e Harry ormai stava malissimo.
La settimana precedente l’aveva passata come sotto persecuzione, sentendosi una cavia da laboratorio.
Si era sforzato di mantenere la calma e non aveva raccontato a nessuno dei suoi dubbi, perché aveva un passato da probabile psicolabile… Ma era sicuro che Malfoy lo stesse pedinando.
Ora però, le cose stavano addirittura peggio.
Draco Malfoy era palesemente impazzito.
Lo aveva salutato con un sorriso che da solo era bastato a far andare in tilt il testosterone di Harry, poi lo aveva ignorato; due giorni dopo gli aveva fatto un complimento sul suo modo di volare con la scopa. Successivamente, gli aveva passato il compito di Trasfigurazione e aveva insultato la famiglia Potter quasi contemporaneamente.
Escludendo il fatto che l’aveva già visto per due volte studiare insieme a Neville, a parte il fatto che aveva raccolto i libri che Luna aveva fatto cadere mentre si avvicinava a salutare Neville… Malfoy era arrivato a dare il buongiorno a Ron!
Nel dormitorio Grifondoro la notizia si era sparsa a macchia d’olio… E quasi tutti parevano averla presa bene!
Persino il rosso, solitamente pronto alla lite, aveva fatto un discorso molto posato, mentre Hermione annuiva convinta al suo fianco…
-Harry, amico mio, sai benissimo che per quanto mi riguarda Malfoy è un bastardo che dovrebbe affogare nella melma… Ma se ci lascia in pace e possiamo concludere l’anno in tranquillità, non è solo tanto di guadagnato?-
-Ron, devo farti notare che sei stato tu a legarlo nudo ad un pinnacolo qualche tempo fa?-, ribattè secco il moro.
Le orecchie di Ron ebbero la decenza di tingersi di rosso ed il ragazzo ammutolì.
Harry avrebbe voluto infierire, anche perché oramai le sue notti erano un invivibile susseguirsi di sogni erotici vietati ai minori e la mancanza di sonno lo rendeva di pessimo umore. Inoltre, doveva assolutamente recuperare un pessimo voto preso a Pozioni e sapeva che sarebbe stata ardua. Neville gli aveva fatto venire un travaso di bile vantandosi di come aveva preparato la Pozione Refrigerante… L’aveva provata insieme a Draco…
Persino quel coglione di Neville poteva godere della compagnia e delle ripetizioni del biondo mozzafiato…
No, non era geloso.
E no, non sarebbe mai andato a chiedere un favore al Serpeverde. A meno che non fosse quello di potersi infilare nei suoi pantaloni.
E quello glielo avrebbe chiesto solo quando fosse stato pronto a dare l’addio al mondo, perché a quel punto Malfoy lo avrebbe ucciso.

È pronto, lo so che è pronto: quel Grifondoro è così confuso che cascherà nella mia trappola! La mossa decisiva è per domani. Potter, se tu mi odi come ti odio io, la mia vendetta sarà ancora più grande!
-Ammettilo che il nostro amico è scemo. Devono essere stati i fumi delle pozioni di bellezza scadute della madre quando era piccino…-, si lamentò Blaise chiedendo il Diario di Guerra con un sospiro rassegnato.
Ma Pansy non era pronta ad arrendersi.
-Taci, uomo di poca fede! Ti dico che bisogna solo fargli capire che ha dato il nome sbagliato a questo sentimento!-
-Quindi non è scemo ma solo analfabeta?-, domandò Blaise speranzoso.
-Qualcosa del genere… E poi, ho visto come lo guarda Potter: più che odiarlo vorrebbe farselo! Dobbiamo solo instradare quei due nella giusta direzione-
-Quella del San Mungo?-
-Stupido…-, disse lei ridendo. Poi, si fece seria. –Ora, anche noi dovremo predisporre un piano…-

Harry stava facendo colazione da solo al tavolo dei Grifondoro, perché si era svegliato tardi: per fortuna, quella mattina non aveva lezione: avrebbe passeggiato un po’ per rilassarsi e poi avrebbe studiato all’ombra di qualche albero del Parco.
Si era mantenuto lontano da Ron e Hermione, perché… Ehm, perché… Andiamo, ma a chi voleva darla a bere? Voleva stare da solo perché sperava che così Draco lo avrebbe avvicinato di nuovo!
Stava perdendo la dignità per davvero.
Era tutto nato da quel primo sorriso per i corridoi, giorni fa o attimi prima, non avrebbe saputo dirlo. La smania di toccare il Serpeverde faceva rantolare Harry oramai anche in pieno giorno, in un inestinguibile rincorrersi di figure di merda con i suoi compagni e di fughe precipitose in bagno… Harry si chiedeva se tutti gli adolescenti gay girassero quasi ventiquattro ore su ventiquattro con un’erezione nei boxer.
-Perso in pensieri profondi, Potter?-, gli mormorò una voce strascicata all’orecchio: ogni volta che una “p” veniva pronunciata, un piccolo soffio solleticava il collo di Harry… Addio tranquillità mentale. Benvenuta erezione odierna.
“Tu non sei qui, io non sono qui, nessuno è qui, questo è il niente…”, iniziò a recitare nella propria testa il moro.
-Potter, battere la testa sul tavolo non migliorerà la tua intelligenza-, considerò Draco laconico mettendosi a sedere a cavalcioni della panca; era stato fortunato: la Sala Grande era praticamente deserta e nessuno sarebbe intervenuto a interrompere quell’incontro. Certo, ora che si trovava da solo e così vicino a Harry, non poté fare a meno di osservarlo con attenzione, soprattutto perché l’altro era impegnato a sfondarsi la fronte contro il tavolo e non prestava attenzione al Serpeverde. A Draco erano tornate in mente quelle notti in incognito nel dormitorio del sesto anno Grifondoro ed al ricordo di Harry Potter sotto la doccia uno strano calore gli si era diffuso nelle viscere… Accidenti se era affascinante! Quei riccioli scuri che gli davano un’aria ribelle e selvatica e quegli occhi verdi che sapevano infiammarsi all’improvviso…
-Potter, ti senti bene?-
“Tu non sei…”, riattaccò Harry nella sua testa.
Draco lo scosse gentilmente per una spalla: si stava iniziando a preoccupare sul serio. Cioè, se Harry Potter doveva impazzire, doveva farlo per mano sua, di Draco Malfoy.
Harry girò lo sguardo e se lo vide lì accanto, con la bocca lievemente imbronciata e dischiusa…
Ave, o madre delle erezioni!
“Silente e la Cooman che fanno sesso insieme… Draco… Draco legato nudo al mio letto, che si contorce e geme e mi supplica di non fermarmi mentre io… Piton! Piton e la Umbridge che si accoppiano nella palude!! Bleargh! Sì! Piton e la Umbridge… ”
Lo scappellotto che gli arrivò sulla nuca lo riscosse dai suoi pensieri.
-Quando avrai finito di fare lo sclerato, avrò il piacere di informarti che mi offro volontario per darti ripetizioni di Pozioni. Un po’ di ripasso non può che farmi bene e so per certo che tu devi riparare un voto pessimo. In fin dei conti, se ho portato Paciock a dei livelli accettabili, perché non dovrei riuscirci con te? Ti aspetto questa sera dopo cena all’imbocco dei sotterranei-, lanciò fuori tutto di un fiato Draco. Si era preparato un discorso più ad effetto e maggiormente distaccato… Ma una qualche emozione era strisciata sotto la sua pelle rendendo tutto caotico e soffuso… Il giubilo per l’imminente vendetta doveva averlo emozionato. Sì, di sicuro era stato il giubilo… Per cui, poteva togliere la mano dai capelli di Potty dove l’aveva lasciata dopo lo scappellotto. E precipitarsi con immensa dignità Malfoy fuori dalla Sala Grande.

Sorprendendo persino se stesso, Draco aveva realmente aiutato Harry Potter in Pozioni. Certo, lo aveva sbeffeggiato e preso in giro, ma lo aveva realmente aiutato. E non gli aveva dato buca la sera prima del compito… Aveva giustificato la cosa dicendosi che più fiducia fosse riuscito a guadagnarsi da parte del moro, maggior danno avrebbe fatto la sua vendetta.
Più in alto arrivi, maggiore sarà la tua caduta.
Questa era l’unica frase tracciata sul Diario di Guerra in quei giorni: si riferiva ad uno dei modi di dire della sua famiglia, coniato secoli prima, dopo che un suo antenato palesemente ubriaco per i festeggiamenti era precipitato dal proprio cavallo alato dopo aver sconfitto una Chimera… Lucius Malfoy aveva dato il nome di quel parente al proprio Crup (*) preferito: Bellerofonte.
Tradizioni di famiglia a parte, perché stava andando ad incontrare Harry Potter di nuovo? Beh, perché lo stupido Grifondoro si era offerto di dargli una mano con Difesa contro le Arti Oscure e Draco aveva accettato di slancio, prima di rendersi conto che così sarebbe stato in debito di qualcosa con la persona che voleva rovinare… Fece spallucce, incurante: lui era Draco Malfoy: la sua coscienza non aveva diritto di parola.
Più che altro, poteva per favore smettere di lustrarsi ed andare a quel benedetto appuntamento?
Aveva detto “appuntamento”?
-Fanculo!-, urlò Draco ad un attonito ed ignaro pubblico mentre usciva dalla Sala Comune Serpeverde.

Harry guardava Draco impegnato a scrivere un tema sull’uso dell’Incantesimo Scudo contro le fatture più pericolose: era indeciso sul chiedergli se lui le Arti Oscure le volesse combattere o praticare; così, giusto per sapere se in futuro si sarebbero trovati dalla stessa parte o su fronti avversari. Ma quella domanda non ne voleva sapere di uscire dalla sua bocca, perché dirla ad alta voce avrebbe significato ammettere che oltre che al corpo del biondo si stava iniziando ad interessare a Draco anche come persona, e Harry non era pronto ad affrontare un discorso simile, infatti stava procrastinando inesorabilmente il momento del chiarimento interiore: si diceva che non avrebbe avuto senso sovrapporre quel problemi di attrazione fisica che diventava forse emotiva (ma ad un livello ben leggero, si capisce!) agli svariati problemi che già aveva.
Nel frattempo, Draco, concentratissimo, si era dimenticato della presenza del Grifondoro: stava mangiucchiando una penna d’aquila di zucchero, che sciogliendosi gli bagnava le labbra rendendole lucide ed attraenti.
D’un tratto, realizzata la scena, gli ormoni di Harry arrivarono al gran galoppo al cervello, soppiantando i poveri neuroni confusi e provati, cozzando tra di loro con un rumore che stordì il moro, che produsse un singulto strozzato mentre osservava quelle labbra e immaginava di… Che…
-Ehi, ti andrebbe di andare a bere qualcosa domani sera? Conosco un modo per sgusciare fuori dal castello…-, chiese Harry di getto, trasportato dal momento e dai suoi sogni ad occhi aperti. Era totalmente perso in un mondo parallelo dove Draco lo accarezzava…
-Sì-, rispose semplicemente il biondo alzando gli occhi dal libro.
Le fantasie di Harry subirono un’impennata che gli impedì di vedere altro che Draco sorridente. Quello di cui non si accorse fu che non era per niente un buon sorriso.
-Allora, alle dieci di questa sera al dolmen accanto al Platano Picchiatore-, precisò con un tono trasognato, raccogliendo i propri libri nonostante la lezione fosse solo a metà: infatti era estremamente desideroso di allontanarsi da lì: non credeva che fosse opportuno saltare sul tavolo per infilare la lingua in bocca al Principe delle Serpi.
Non ancora almeno.
In più, era molto probabile che il tessuto leggero dei pantaloni lasciasse capire in che condizioni pietose erano le sue zone basse…
Salutò il più dignitosamente possibile l’altro ragazzo improvvisando una scusa e se ne andò.
Draco lo guardò andare via, mentre i suddetti leggeri pantaloni si attaccavano al fondoschiena di Harry Potter: per un attimo, il suo sorriso si trasformò in qualcosa di caldo, concupiscente e vagamente affettuoso. Poi, però, il consueto ghigno riprese il sopravvento e Draco tirò fuori dalla borsa un quadernuccio avvolto in stoffa rossa.
Fin troppo facile. Non mi sono neanche dovuto impegnare: e dire che alla fine è stato lui a chiedermi di uscire… Trema, deficiente! Incasserai la più grande bastonata della tua vita! Altro che Oscuro Signore… Sei mio, Harry!
Mio…
Ehi, cosa mi metto per questa sera?







(*)
“Crup: proviene dal sud-est dell’Inghilterra. Assomiglia abbastanza ad un Jack Russell Terrier, tranne che per la coda: quella del Crup è biforcata. È quasi sicuramente un cane creato dai Maghi: è molto fedele a questi ultimi e feroce contro i Babbani. È considerato un animale-spazzino, dal momento che mangia qualsiasi cosa: dagli gnomi ai copertoni. Si può ottenere una licenza per possedere un Crup dal Dipartimento per la Regolazione ed il Controllo delle Creature Magiche dopo che il Mago abbia sostenuto una prova in cui dimostri di saper controllare il Crup in zone abitate da Babbani. I proprietari dei Crup sono obbligati dalla legge a rimuovere la loro coda con un Incantesimo Separante indolore quando l’animale è tra le sei e le otto settimane di vita per evitare che i Babbani la notino.”
Ora che ho spiegato cosa è un Crup, lasciate che vi dica anche che Lucius Malfoy non ha mai rimosso le code dei suoi Crup, perché la ritiene una pratica barbara ed inoltre ci tiene che le sue bestie siano ben distinguibili da quelle babbane. Inoltre, detiene i suoi Crup illegalmente, non avendo mai voluto insegnare loro a non attaccare i Babbani, pratica che anzi incoraggia. Infine, i Crup di Lucius Malfoy non mangiano gnomi né tanto meno copertoni: loro si cibano di fatine e patè di foie gras.
Lucius Malfoy mi prega di dirvi che smentisce assolutamente ognuna di queste affermazioni, che lui considera diffamanti e denigratorie oltre che non vere e non verificabili.
  
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