Ecco il settimo capitolo =w= Avevo già accennato al cambio di narratori e questo capitolo è narrato da Blaze, uno dei miei personaggi preferiti. Questo è un capitolo di intramezzo, come si può capire, e spero che vi piaccia. A breve metterò le immagini dei personaggi sulla mia pagina facebook, quindi stay tuned :D
PS: le recensioni sono sempre gradit. Detto questo, buona lettura.
Capitolo 7: Incidente nel parco.
Blaze pov
Guardai le due ragazze
allontanarsi,
ritenendomi fortunato che Alex non avesse fatto idiozie.
Mi sistemai il colletto
della camicia,
pensando che Adrienne era stata molto cauta. Mi aveva afferrato per il
colletto
e sbattuto al muro quando nessuno poteva impedirglielo. Non era una
stupida,
sapeva che quella sera c'era un importante banchetto e io dovevo essere
lì a
lavorare, e non a vedere un film.
Per fortuna mi aveva
lasciato andare
quando le avevo risposto che Syraph, l'angelo caduto che aveva adottato
tutti e
tre e per cui lavoravo, non ci sarebbe andata e quindi mi aveva dato la
serata
libera. Non era raro che evitasse eventi di questo genere, quindi mi
aveva
creduto.
Non sapeva, in
realtà, che i suoi
sospetti erano fondati. Spesso, Syraph sfruttava il mio talento nel
suscitare
immediata fiducia nella gente per raccogliere informazioni. Solo Alex
sapeva di
questa abilità, mentre Adrienne pensava solo che ci sapessi
fare con le persone
come lei ci sapeva fare con le ragazze. Proprio per questo ci aveva
mandato al
cinema, anche se non ne avevo compreso subito il motivo. Dopo aver
visto le due
avvicinarsi, avevo capito.
Arrivati vicino al parco
dissi ad Alex
di avviarsi, perchè volevo perdere tempo prima di tornare a
casa e annuendo,
obbedì. Si fidava ciecamente di me, soprattutto dopo che
eravamo sopravvissuti
per strada per due anni.
Appena sparì
dalla mia vista sospirai,
pensando che Syraph aveva mandato Adrienne da dei suoi lontani parenti
angelici, dato che la somiglianza tra lei e Syriene era tale che la
giovane
sarebbe facilmente passata per un angelo caduto... se ne avesse avuto
il
carattere.
Nessuno sopravviveva a lungo
nelle
alte sfere demoniache se era gentile.
Per sopravviverci serviva
determinazione, scaltrezza, spietatezza e forza. Anche per me, astuto
di
natura, all'inizio era stato difficile sopravvivere come maggiordomo di
Syraph.
Molti tentavano di convincermi a tradirla in tutti i modi, offrendomi
denaro,
protezione, o ricattandomi. Ma non avevo mai pensato di tradirla,
sapendo che
tutte le loro promesse sarebbero state inutili: al minimo cenno di
tradimento,
ci avrebbe ucciso. Non essendo demoni puri, ma solo mezzosangue,
eravamo pedine
sacrificabili.
Mentre stavo camminando mi
scontrai
con qualcuno e alzai lo sguardo: davanti a me c'era un angelo dai
capelli
biondo scuro, occhi lilla e grandi ali brune. Sembrava seccato e non
era solo:
"idiota, guarda dove vai!"
Annuii, e risposi
velocemente
"si, scusa. È tutta colpa mia" speravo di cavarmela solo con
una
brutta occhiata e, al massimo, uno spintone ma uno di loro disse: "Ehi
Sirion, che ne dici di dare una lezione a questo mezzosangue? Sempre
che non
gli piaccia" risero ed io li guardai. Loro erano cinque ed io ero uno
solo. Certo, sia Syraph che Alex mi avevano preparato a scontrarmi
contro più
persone, ma contro i demoni era diverso. Per onore, loro non avrebbero
mai
osato usare su un mezzosangue la loro arma, ma si vedeva che loro non
avevano
buone intenzioni. Certo, se avessi avuto la possibilità di
evocare un arma, non
avrei avuto paura, ma solo i purosangue potevano farlo. Non ero neanche
robusto
come Alex. Potevo solo correre via.
L'angelo con cui mi ero
scontrato
annuì, e cercò di prendermi per il colletto della
camicia. Feci dei passi
indietro per evitarlo e iniziare a scappare, ma qualcuno mi prese per
le
spalle. Guardando dietro di me vidi un angelo che somigliava ad un
grosso
armadio a due ante. Deglutii, capendo che non avevo molta scelta..
Quello grosso mi afferrò per le braccia, tenendomi fermo per
gli
altri, in modo da farmi pestare. Appena vidi il pugno arrivare chiusi
gli occhi
e mi morsi il labbro inferiore, sperando che finissero in fretta.
"È strano che ti
lasci picchiare,
Blaze" disse Syraph, mentre mi guardava occuparmi dei danni con i suoi
occhi rosso sangue. Le sue ali da angelo dello stesso colore della pece
contrastavano
con i suoi capelli. Sembrava ancora un angelo, se si ignoravano gli
occhi e le
ali.
Sbuffai, e dissi: "Ne erano
sei.
Ed uno era il doppio di me. Era più alto anche di Alex" mi
leccai il
labbro, sentendo il sapore ferreo del sangue. Mi avevano pure spaccato
il
labbro.
"Almeno non sapevano evocare
le
loro armi. Sei stato fortunato" Alzai gli occhi al cielo.
"Fortunato. Certo. Comunque,
uno
di quelli che mi ha picchiato si chiamava Sirion"
"Tu non puoi picchiarlo"
sorrisi quando disse quel tu, ed annuii: "Già... io
non posso. Ma suppongo che qualcuno non sarà contento
quando lo scoprirà."