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Autore: Ginger01    06/11/2013    2 recensioni
[Dal Prologo]
Mi chiamo Victorie Weasley.
Sono per un quarto veela e, nonostante il mio aspetto, non ho mai avuto un ragazzo.
Durante la mia vita ho ricevuto milioni di lettere d'amore, dichiarazioni e fiori, ma io pensavo sempre e comunque ad una sola persona dagli strambi capelli blu e occhi color nocciola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Eccomi qui con  il nuovo capitolo!
Nuovo e ultimo capitolo di questa storia...
Mi dispiace tantissimo porre la parola fine alla storia di Vic e Teddy, ma ogni cosa a un inizio e una fine, e qui siamo giunti alla fine.
Mi è piaciuto davvero molto scrivere questa fanfiction ed è la mia prima long e ne sono veramente felice. 
Ci vediamo alla fine! 
Gryfferine

P.S. Vi avverto, scrivere questo capitolo mi ha fatto commuovere... 




»Capitolo 18«
 

                                                            Image and video hosting by TinyPic
 




La porta al piano di sotto sbattè violentemente facendomi sussultare. Sbadigliai, scollandomi dalla guancia il foglio di pergamena che stavo scribacchiando.
– Ma che Morgana... – borbottai, scollandomi il foglio scribacchiato dalla guancia. Mi stiracchiai, quindi uscii nel corridoio. Feci appena in tempo a vedere una chioma ramata infilarsi nella stanza accanto alla mia che la porta di quest'ultima sbatté nuovamente.
Mi grattai la testa, gli occhi ancora insonnoliti. “Ci risiamo” pensai, dirigendomi verso la camera della mia sorellina.
Bussai – Minns, mi apri? Tutto bene? – domandai con discrezione.
Sentii una qualche maledizione, quindi dei passi e, in pochi minuti, la mia sorellina mi aprì la porta, ancora fasciata dalla sciarpa di Corvonero della scuola.
– Che vuoi, Vic? – domandò, tirando su con il naso.
– Vedere come sta la mia sorellina. – dissi, sorridendole. Lei alzò un sopracciglio – Da quando ti interessi a me? Sono anni che non parliamo. – borbottò, tornando nella camera. La seguii, facendo attenzione alle cose per terra. Negli ultimi tempi avevo avuto modo di conoscere più a fondo la mia sorellina Corva, prima Weasley non Corvonero, e avevo scoperto che era più simile a me di quanto pensassi. Tutti quegli anni a considerarla la perfettina della famiglia erano stati davvero sprecati ed avevo intenzione di recuperarli. Così mi sedetti sul suo letto dal quale, posto sotto la grande finestra, si poteva vedere il mare che batteva la spiaggia.
– Allora, chi è questa volta? Patrick? Liam? Ma non stavi con quel tipo..Aspetta, aveva un nome strano...Damon? – ci avevo azzeccato, perché la mia sorellina si irrigidì di colpo. Cominciò a intrecciarsi i capelli, lo faceva sempre quando era nervosa – L'ho lasciato. – disse di colpo, lasciandomi interdetta.
– Ma non ne eri innamorata? –
Alzò il busto e il mento, per un attimo rividi nostra madre, eccetto per i capelli rossi e gli occhi turchesi, cosi diversi da quelli color ghiaccio miei e di Fleur – Pensavo, ma a quanto pare non lo ero. E' un altro idiota, ormai ci sono abituata. – alzò le spalle, buttandosi quindi sul letto di schiena.
– Anche a te facevano cosi, Vic? – domandò, guardandomi.
Posai una mano sul suo ginocchio, cercando di infonderle sicurezza – No, Minns, perché io non li davo retta, avevo già trovato l' amore, tu lo devi ancora trovare. –
Sbuffò – E come lo trovo? –
Risi, buttandomi sul letto accanto a lei – Arriverà, e non potrai mai sapere chi sarà, capito, corvetta= – le dissi, ridendo.
Mi guardò – Sicura? –
Mi avvicinai a lei, dandole un buffetto sul naso – Si, te lo assicuro. Ah senti una cosa: non provare a portare un Serpeverde magari figlio di Mangiamorte in questa casa, eh! – dissi, scherzando.
Lei rise – Tranquilla, non accadrà. – mi abbracciò.
Il suo cellulare babbano vibrò – E ora, chi è? – domandai, dandole una gomitata.
Prese il telefono e guardò il messaggio – Rosie, chiede se voglio andare con lei e Lily a Camden Town... – disse, sorridendo e iniziando a rispondere.
– Ci vediamo dopo, sorellona! – esclamò, prima di alzarsi di scatto, afferrare il suo skate blu elettrico e correre fuori dalla porta.

I negozi babbani mi avevano sempre affascinati, ma non ero mai entrata in un negozio per bambini babbani.
– Cosa ne dice di questo,signorina? – domandò una donna dai capelli neri a Juliette che, girovagando per gli scaffali, aveva già tra le mani un po' di tutine.
Fissai Claire che, con lo stesso sguardo, stava osservando la scena. Mi lanciò un' occhiata – Andiamocene velocemente. – sussurrò in modo tale che la potessi sentire solo io. Ridacchiai e mi avvicinai a Juliette, dandole un pizzicotto sul gomito – Julie, scusa, posso rubarti un attimo? – le dissi, sorridendo alla commessa. Lei cercò di sorridere e tornò dalla sua collega.
– Che c'è, Vic? – domandò la mia migliore amica che però trovava più interessante una tutina a forma di panda che me.
– Julie non vorrei essere cattiva ma siamo qui da due ore e mezza e io e Claire vorremmo andarcene... – borbottai, osservandola.
Lei annuì – Si, anche io voglio andarmene, quelle due commesse stanno facendo commenti poco piacevoli . – mi confessò, ammiccando alle due babbane. Stavano chaiccherando tra di loro e riuscii a sentire parole come “incinta” “Giovane” “Poco di buono”. Li lanciai un'occhiataccia che volevo accompagnare da uno stupeficium, ma sapevo che poi Juliette mi avrebbe picchiato.

E avevo più paura di lei che del Ministero. Strinsi i pugni e la mia amica sorrise – Effettivamente – cominciò – Quel negozio a Carnaby mi sembrava più fornito, non credi Vic? – mi domandò, sbattendo le lunghe ciglia nere.
Ridacchiai – Si, assolutamente. Claire? Che ne pensi? – la nostra amica ci aveva raggiunte e aveva intenzione di reggere il gioco – Si, mi sembrava anche più carino e il personale era più... gentile. – aggiunse, lanciando una frecciatina alle due commesse che ci fissavano sbigottite.
Mi stampai un sorriso falsissimo sul viso – Allora noi andiamo, grazie di tutto! – esclamai, prima di uscire dal negozio, trascinandomi dietro Juliette e Claire.
Sospirai non appena lasciammo l'edificio e ci dirigemmo a grandi passi lontani da quell'antro del pettegolezzo.
– Merlino, sono odiosi i babbani quando fanno cosi. – borbottai, dirigendomi a grandi passi verso la metro.
Juliette sorrise debolmente – Non solo i babbani fanno commenti, tranquilla... Non ti dico a Diagon Alley cosa ho sentito... – disse, stringendo i pugni. Le presi le mani – Ehi, fregatene, ok? Hai vent'anni per tutti i nargilli! E Mike lavora già, va tutto bene. – la rassicurai, sorridendole.
Alzò un sopracciglio – Si, lo so, ma è dura sentirsi chiamare p... –
– Ok! Dai che sta passando la metro! – esclamò Claire cambiando discorso e cercando di distrarre la nostra amica. – Andiamo, sbrighiamoci, ho voglia di una di quelle ciambelle colorate... –
– Le donuts? – provò Juliette.
– Si esatto, quelle ricoperte di glassa colorata. Sono buonissime. – aggiunse la bionda, fissando il soffitto con aria sognante.
– Ehi, la voglio anche io! – esclamai intromettendomi.
Juliette rise – Va bene, va bene, allora passiamo da Starbucks, che ne dite? – propose, osservandoci.
Mi scambiai un'occhiata con Claire – Starbucks? E che cos'è? Una squadra di Quidditch? –

Un rumore improvviso mi fece alzare di scatto la testa, rischiando di far cadere la pila di fogli posta accanto a me. Mi stiracchiai prima che una voce mi cogliesse alle spalle – Ehi, Weasley, di nuovo a dormire? – mi girai di scatto per ritrovarmi di fronte due occhi smeraldini.
– Diovig. La smetti di fare così? – borbottai, sbadigliando.
– Cosi come? – domandò lui, ammiccando. Posai gli occhi sulla mano che teneva sulla mia spalla e poi li ripuntai suoi suoi. Lui ridacchiò e si allontanò, passandosi una mano tra i capelli castani.
Alexander Diovig, mezzo russo da parte di padre, era diventato il mio flagello. Avevo da poco cominciato il tirocinio alla redazione della Gazzetta e, dietro la mia scrivania, c'era la postazione del Signori Diovig, quattro anni più grande di me, ex Tassorosso. Il che la diceva lunga.
Alzai gli occhi al cielo quando se ne uscì con la usa solita frase – Per essere una Weasley sai davvero come conquistare gli uomini. – e me ne tornai sul mio articolo sui Cannoni di Chudley.
Lanciai uno sguardo all'orologio e sobbalzai: dovevo staccare.
Impilai i fogli dei miei appunti, li infilai in una cartellina colorata che misi di fretta nella borsa e mi alzai.
– Weasley, già vai? – chiese Alexander sconsolato. Rabbrvidii – Si, Diovig, vado a prendere il mio ragazzo a lavoro. – sibilai come una Serpe. Girai i tacchi e mi diressi verso l'ascensore, lanciando un saluto a zia Ginny, capo redattrice.
Premetti il piano sulla tastiera d'Ottonne e subito l'ascensore partì. In poco tempo mi ritrovai al piano dell'Ufficio Auror.
– Victoire! Cerchi Teddy, vero? - una ragazza dai ricci capelli biondi e guance fitte di lentiggini mi accolse – Annabelle! – salutai la mia ex compagna di squadra, coetanea di Teddy – Si, cercavo lui. E' già andato via? – domandai, inarcando un sopracciglio: non era da lui andarsene in anticipo.
– Si, è da poco uscito con il signor Potter. – mi disse, scrutandomi con i suoi grandi occhi blu.
– Mi ha detto di farti trovare a Grimmuld Place... – aggiunse, alzando le spalle.
Mi illuminai – Ok, grazie. Buon lavoro, Annabelle, mi ha fatto piacere rivederti! – esclamai, salutandola e dirigendomi nuovamente verso l'ascensore.

POV Teddy

Un brivido mi percorse la schiena e mi strinsi ancora di più nella giacca. Soffiai, producendo una nuvoletta di vapore caldo e alzai lo sguardo verso le nuvole che stavano rilasciando piccoli fiocchi.
– Nevica... – sussurrai, raccogliendone uno che si posò sul guanto, sciogliendosi. – A te piaceva tanto la neve, eh, nonna? – sussurrai, sorridendo dolcemente e guardando la lapide di marmo bianco davanti a me “ Taddheus Tonks - Andromeda Tonks nata Black”. Sfoderai la bacchetta e, con un movimento leggero, creai una coroncina di Stelle di Natale rosse amaranto, i suoi fiori preferiti.
– Buon Natale, nonna, anche se un po' in anticipo. – sussurrai, – Augurami buona fortuna. – aggiunsi, sorridendo, prima che la voce del mio padrino mi facesse girare – Andiamo, Teddy? – mi chiese, scrutandomi oltre le lenti tonde.
Deglutii – Non credo di farcela, Harry. – dissi con un fil di voce. Per poco non scoppiò a ridere – Oh andiamo! La ami? – mi domandò.
– Certo che si! – esclamai.
Sorrise – E allora pensa solo a quello e vedrai che le parole usciranno da sole. Con me ha funzionato. – aggiunse. Alzai un sopracciglio – Ah si? – chiesi.
Lui ridacchiò – Ti fidi di me? –
– No. – risposi sorridendo.
Harry mi sorrise di rimando – Bravo perché neanch'io lo farei. – mi porse il braccio per smaterializzarci – Tuo padre sarebbe fiero di te. – sussurrò, prima che la smaterializzazione ci travolgesse, strappandoci dal terreno gelato.

POV esterno

Teddy Remus Lupin passeggiava furiosamente per il salottino di Grimmuld Place, davanti ad un Harry Potter, suo padrino, del tutto tranquillo, intento a sorseggiare un bicchierino di Whiskey incendiario e a leggere l'ultimo articolo della Gazzetta del Profeta riguardante l'ultima partita di Quidditch dei Paddlemore, vinta ovviamente da questi ultimi.
– La smetti di essere così nervoso? – disse Harry al ragazzo, anche se ormai uomo, senza distogliere gli occhi dal giornale.
Teddy si fermò in mezzo alla stanza – E se... – cominciò a farfugliare.
– No. – lo troncò il padrino. Gli lanciò un'occhiata veloce e non potè fare a meno di pensare che ventiquattro anni prima, seduto a quel tavolo, aveva visto per la prima volta il volto del suo figlioccio, nella foto portata da Remus. Gli occhi gli cominciarono a pungere e scosse la testa, sorridendo.
Si sentì il rumore della porta d'ingresso aprirsi, pochi passi e un tonfo seguito da un – Morgana! – che provocò le risate dei due e l'aumento dei battiti del più giovane.
Comparve la testa bionda di Victoire che, sorridendo vivace salutò – Salve! – disse – Ehm, il portaombrelli – troll è ehm caduto... – aggiunse, arrossendo, rivolgendosi al Salvatore del Mondo Magico. Harry si alzò, ridacchiando, e si diresse in corridoio – Nessun problema, nipotina... – disse, scompigliandole i capelli.
– Grazie zio! – rispose lei, illuminandosi.
Lui scoccò un'occhiata complice a Teddy il quale arrossì. Vicky li osservò cercando di capire quello scambio, quindi alzò le spalle e si avvicinò al suo ragazzo, si allungò e gli diede un piccolo bacio a fior di labbra.
– Scusa il ritardo – disse – ma al Ministero c'era un sacco di lavoro da sbrigare.. – sbuffò, togliendosi sciarpa e giacca. – Sono passata all'Ufficio e Annabelle mi ha detto che te n'eri andato e che dovevo farmi trovare qui. Tutto bene? – domandò.
Teddy stava sorridendo come un ebete, osservando la ragazza. Scosse la testa – Si scusami, mi sono distratto. – Le si avvicinò, prendendole le mani e la fece alzare.
– Vieni con me. – le disse, rassicurandola.
La condusse su per le vecchie scale fino ad una vecchia soffitta. Il soffitto era stato dipinto di blu e vi erano state rappresentate tutte le stelle. Victoire si guardò attorno, sorpresa – Teds, è bellissimo. – esclamò, sorridendo.
– Pochi conoscono questo posto, in vita solo io ed Harry...E ora tu. – rispose, sorridendole dolcemente. Vicky annuì e continuò a guardarsi attorno, riconoscendo molte costellazioni.
Teddy la osservò a lungo, poi si avvicinò, deciso a parlare.
– Sai, le ultime persone ad aver messo piede qui furono i miei genitori... – sussurrò. Victoire spostò lo sguardo su di lui, mordendosi un labbro.
– Anche per mia madre era la prima volta qui su. Mio padre le voleva dire una cosa importante. – Vicky assunse un'espressione preoccupata e Teds le strinse le mani, rassicurandola.
– E anche io sono qui per chiederti, come fece lui, una cosa importante... – fissò gli occhi in quelli color ghiaccio di Victoire, un colore cosi freddo, eppure esprimevano cosi tante emozioni e calore che lo fecero commuovere. In pochi secondi si ritrovò in ginocchio, infilando una mano in tasca, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di lei che ora luccicavano.
– Victoire Apolline Weasley... – Teddy tirò fuori una scatolina blu notte che aprì, rivelando un semplice anellino argenteo con un diamante luminoso incastonato – Vuoi sposarmi? – chiese, la voce rotta dall'emozione, un sorriso dolce che esprimeva tutto il suo amore sul viso.
Lei si portò una mano alla bocca, commossa.
– Si, si, si! – esclamò, gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte.
– Si, lo voglio. – sussurrò, fissandolo in quegli occhi nocciola che aveva sempre amato e che sempre avrebbe amato. 

 


~Angolo Autrice
Non posso credere di averla finita davvero.
E invece eccoci qui. 
Che ve ne pare della proposta di Teds? :3 E di Dominique? alla fine non era proprio la signorina perfettina che Vic credeva.. Ma approfindiremo in seguito :3
Questa non è l'ultimo Angolo Autrice, ci sarà anche l'epilogo <3 
Per cui ci saluteremo davvero all'epilogo!
Un bacione; ringrazio tutti quelli che ci sono stati fin dall'inzio, quelli che hanno sempre recensito e quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite.
Gryfferine 
P.S. Cambierò nome dell account in "Minns" per vari motivi anche legati al personaggio di Dominique/Minnie <3 




 

  
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