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Autore: Himeelly    06/11/2013    0 recensioni
< ... Scrissi di getto, dando “voce” ai miei pensieri ma non finii quella lettera, mi adormentai prima, sdraiata all’interno della torre con la mano ancora appoggiata sul quaderno. ...>
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'the story of my life'
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Mi sveglia con ancora tutta la tristezza addosso, questa volta avevo perso Isabelle per sempre e non me lo sarei mai perdonata. Aprii gli occhi e notai che mi trovavo a casa di Minnie, e che lei stava ancora dormendo al mio fianco sul divano. Guardai l’orologio e notai che erano le 7 era meglio che tornavo a scuola prima che mi beccassero. Presi la mia borsa, dove il pomeriggio prima avevo fatto entrate tutti gli acquisti. Adoravo l’incantesimo di estensione che mia cugina gli aveva applicato. Mi smaterializzai a Hogsmeade e entrai nel castello sperando di non essere beccata. Riuscii a tornare al dormitorio senza essere beccata, mi feci una veloce doccia, non curandomi di fare piano per non svegliare le mie compagne di dormitorio. Mi misi velocemente la divisa e così come ero entrata uscii; dovevo parlare con Isabelle. Dovevamo assolutamente chiarire. Arrivai davanti alla sala comune dei corvonero e mi appoggiai al muro aspettando che lei uscisse. Sarei anche potuta entrare costringendo qualche primino a dirmi la parola d’ordine, ma non mi sembrava il caso. Dopo quelle che mi erano sembrate ore finalmente uscì Isabelle. Aveva i capelli legati alla bene e meglio, ma era lo stesso stupenda ai miei occhi. “Isabelle” la chiamai, li si girò e vidi i suoi bellissimi occhi azzurri gonfi e arrossati, segno che aveva pianto, probabilmente per tutta la botte, lo stomaco mi si strinse in una morsa dolorosa a vederla in quello stato. “Che cosa vuoi Potter? Non sono stata abbastanza chiara? Vai a farti fottere e scordati che io esista” la sua risposta mi uccise ancora di più, era arrabbiata e lo capivo, ma mi sentivo persa senza di lei al mio fianco. Non riuscii a dirle nulla, aprii e richiusi la bocca un paio di volte, nel vano tentativo di emettere qualche suono. Mi girai e me ne ritornai da dove ero venuta, nei sotterranei, non avevo la forza di andare in sala grande, con lo sguardo di tutti puntato addosso, e non avevo nemmeno la forza per mangiare. 
La cosa andò avanti così per un mese, ogni mattina tentavo di parlarle e lei mi mandava a fare in culo. Non mangiavo più nulla, a lezione ci andavo quando mi ricordavo e quando vi andavo ero uno zombie, ero presente fisicamente ma non mentalmente. Gli unici momenti in cui la mia mente tornava nel mondo reale, e non si perdeva in pensieri disperati, erano gli allenamenti, in quei momenti mi scordavo di tutto e tutti e pensavo solamente ad allenarmi. Naturalmente a inizio anno avevamo fatto in modo io e Isabelle che i nostri allenamenti coincidessero almeno una volta a settimana, risultato che ora saltavo gli allenamenti del giorno in cui dovevamo dividere il campo con le cheerleader dei corvonero. Quello era uno dei giorni in cui ci allenavamo da soli, il che era decisamente ottimo. Uscii dallo spogliatoio e vidi sul campo due figure, strabuzzai gli occhi, era assurdo, ero arrivata mezz’ora prima e oggi non dovevamo dividere il campo con nessuno. Mi avvicinai e vidi la preside e una testa bionda che conoscevo fin troppo bene. Mi venne voglia di fermarmi, fare dietro front e scappare, ma non lo feci, camminai a testa alta, l’orgoglio una volta ogni tanto mi stava tornando utile. “Potter, lei e la signorina StJames sarete cocapitano della squadra della nostra scuola.” Iniziò a dire la preside, strabuzzai gli occhi ancora di più, non capivo cosa stesse succedendo, insomma eravamo sempre state una squadra per casata come il quidditch, feci per parlare e lamentarmi della discriminazione verso il nostro sport, ma la preside ricominciò a parlare prima ancora che io potessi emettere alcun suono. “La nostra scuola parteciperà ai campionati internazionali di quidditch, e naturalmente ogni scuola avrà la sua squadra di cheerleader.” Guardai la preside come se fosse impazzita, si doveva assolutamente trattare di uno scherzo, o di un incubo. “Mi fido del vostro giudizio per mettere su la squadra, non c’è bisogno dei provini, le sceglierete dalle squadre già presenti” disse la donna per poi andarsene lasciandoci sole. Me ne rimasi lì sconvolta e in silenzi, in circostanze normali avrei fatto i salti di gioia alla notizia di dovermi allenare con la mia biondina. Ma lei non era più la mia biondina, ora era semplicemente Isabelle, la ragazza a cui avevo spezzato il cuore. “Bene Potter, ci toccherà collaborare. Spero che almeno in questo caso tu non mi tradisca” disse lei, e il mio cuore si fermò, a quelle parole non fui più capace di trattenermi non me ne fregava più nulla dell’orgoglio, mi importava solo di lei. Due lacrime mi rigarono le guancie. “Isabelle, ti prego, questa volta ascoltami!” le dissi cercando di guardarla negli occhi, ma il suo sguardo era troppo difficile da sostenere per me, perché sapevo fin troppo bene che era stata colpa mia. “Non so più come dirtelo o come fartelo capire, mi dispiace di averti tradita, mi sono sentita morire dentro come mi sono resa conto di cosa avevo fatto. Io ti amo, credo di averti amata dalla prima volta che ti ho vista. Ma poi siamo finite in casate diverse, e abbiamo iniziato a litigare, a dire la verità non ho mai capito perché avessi deciso di prenderti in giro così tanto, probabilmente cercavo solamente la tua attenzione e quello mi sembrava l’unico modo plausibile, non ho mai creduto di poterti essere amica. E avevo ragione, io ti amo troppo per essere tua amica, ma ora preferirei essere tua amica che non averti per niente, stare senza di te mi sta uccidendo giorno per giorno sempre di più. Ti prego perdonami.” Avevo veramente esternato i miei sentimenti, non era mai accaduto, io di solito scrivevo quello che provavo. Mi accorsi di star piangendo solo quando le lacrime mi sfiorarono le labbra. Vidi isabelle avvicinarsi a me, chiusi gli occhi, convinta che avesse intenzione di menarmi, ma così non fu, anzi sentii le sue labbra posarsi sulle mie, rimasi sconvolta per circa un secondo, ma poi mi scordai di tutto quanto e la strinsi a me. “In realtà ti avevo già perdonato ma volevo farti penare un pochino” disse quest’ultima quando ci staccammo. Risi, risi di gusto per la prima volta dopo un intero mese. Riunii le nostre labbra e rimanemmo così per un bel po’ finché non sentimmo qualcuno tossire per richiamare l’attenzione. “Liiiiiiiiiiiiils fammi entrare in squadraaaaa” urlò la persona che aveva richiesto la nostra attenzione, mi voltai e vidi che era Lucy mia cugina, più piccola di me di un paio d’anni, normalmente l’avrei cacciata in malo modo, ma mi limitai a sorriderle, ero troppo felice per rispondere male. Riavevo la mia biondina, e quella era l’unica cosa che importava.

1119 words

Esm's Corner
Dai che tutto si è risolto alla fine :3 
XoXo
   
 
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