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Autore: saitou catcher    06/11/2013    2 recensioni
Enjolras si sta preparando per un importantissimo esame universitario, che si terrà di lì a sette giorni. In questo momento di estremo stress, per il giovane capo degli amici dell'ABC, i momenti di romanticismo tra lui e il suo compagno Javert vengono ridotti al minimo... o almeno così si potrebbe pensare...
Dedicata a Makochan, un piccolo sbrocco sulla Enjavert che spero vi piacerà. Mi raccomando, recensite!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se c'era una cosa che Javert detestava, era quando la sveglia suonava prima del previsto.

Non era tanto il fatto di alzarsi presto, a cui era abituato, quanto il concetto di sgarrare, anche solo di un minuto, dalla rigidissima tabella di marcia che regolava le sue giornate.

Perciò, quando quella mattina, destato dal suono della sveglia, si accorse che l'orologio sul comodino segnava le 6,00 anziché le 6,30, il suo umore si fece quantomai nero.

Si alzò di scatto dal letto e si diresse verso la cucina a passo marziale, per poi fermarsi di botto quando vide il suo compagno, Enjolras, in piedi davanti ai fornelli con una tazza di the in mano.

-L'hai messa tu la sveglia alle sei?- chiese con una voce che ricordava molto il ringhio di un cane rabbioso.

Enjolras si voltò verso di lui ed inarcò un sopracciglio. -Buongiorno anche a te- rispose, per poi prendere un lungo sorso.

-Rispondi- ringhiò di nuovo Javert, mentre nei suoi occhi passava un lampo minaccioso.

-Certo che l'ho messa io alle sei, perché non avrei dovuto?

-Perché ieri sera io l'avevo messa alle sei e mezza. E adesso che è suonata è inutile che riprovi ad addormentarmi, perché tanto so che non ci riuscirò, e farò tutto con mezz'ora di anticipo.

-E allora?

-E allora, cambiare i programmi da un giorno all'altro, mi procura fastidio fisico- sibilò Javert, prendendo la macchinetta del caffé e dirigendosi verso il lavello.

-E comunque, perché ti sei alzato così presto?

-Perché così sarò pronto e vestito quando 'Ferre e Courf passeranno a prendermi.

Javert smise di ripulire la macchinetta e si voltò lentamente per guardarlo negli occhi. -Cos'è questa storia?

-Oggi andiamo tutti insieme a vedere una conferenza che, secondo Combeferre, potrebbe essere utile per l'argomento che sto trattando nella mia tesina. Non ci vediamo a pranzo, e nemmeno a cena, e se quando finiamo è troppo tardi, rimango a dormire da loro.

Javert lo fissò per qualche istante, cercando di nascondere la delusione e l'iritazione. Da qualche tempo, aveva l'impressione che Enjolras non ci fosse mai, come se fosse diventato un fantasma infestante, di quelli che si vedono qualche volta in giro, ma non sei mai sicuro che ci sono. E poi, tutto quel parlare di esami, stava cominciando seriamente ad indisporlo.

-Beh? Cos'è quella faccia?- domandò Enjolras.

-Questa casa non è un albergo- sibilò in risposta Javert -Non puoi entrare ed uscire quando ti pare.

-Ti ricordo che fino a prova contraria, sono maggiorenne e legalmente responsabile delle mie azioni.

-Benissimo. Vai dove ti pare, allora- sbottò l'Ispettore, dandogli le spalle per prendere il caffé.

Enjolras lo fissò, stupito e preoccupato. -Javert? Non ti sarai mica arrabbiato?

-Esci- si limitò a ringhiare l'altro, apparentemente intento ad aprire il barattolo del caffé.

 

-La prima parte della conferenza è stata sicuramente interessante- commentò Combeferre tra un morso e l'altro del suo panino. -Spero che la seconda sia allo stesso livello.

-Dici? Io mi sono addormentato a metà- replicò Courfeyrac, arrivando in quel momento al tavolino del bar, con in mano un kebab ed una pizza alla mozzarella. -Enjolras, poiché questo posto è gestito da barbari, il menù vegetariano non è previsto, indi percui dovrai accontentarti di una pizza alla mozzarella- annunciò, sedendosi e mettendogli sotto il naso la fetta di pizza.

Ma Enjolras non lo stava ascoltando. A dire la verità, non aveva seguito nemmeno la conferenza. Dal'inizio della mattinata aveva in testa l'espressione delusa ed irritata di Javert nel momento in cui gli aveva annunciato che avrebbe passato la giornata fuori. In quel momento si era reso conto che, da un mese a quella parte, lui in casa non c'era praticamente stato, e la cosa sicuramente non doveva fare piacere al suo Ispettore. D'accordo,lui aveva gli esami, ma diamine! Avrebbe potuto dedicargli un po' più di tempo, sopratuto considerando che era un mese che Javert sopportava la sua ansia ed i suoi sbalzi d'umore, senza mai lamentarsi.

-Enjolras? Se fra tre secondi non ti prendi la pizza, giuro che me la mangio. Uno, due...- canticchiò Courfeyrac.

-Io vado- esclamò Enjolras alzandosi di scatto.

-Cosa?- ribatté Courfeyrac, sbigottito. -Ma guarda che io scherzavo, Enj!

-Non è per quello. Io vado- replicò Enjolras, infilandosi velocemente il giacchetto.

-Ma dove...?- cominciò a chiedere Combeferre, ma Enjolras l'aveva già superato per dirigersi verso la macchina. In due secondi, era già entrato e aveva messo in moto.

Courfeyrac lo seguì con lo sguardo, e nel momento in cui Enjolras fu sparito, fissò la fetta di pizza che aveva in mano. -Secondo te, questo vuol dire che posso mangiarla?- chiese.

-Tu- sibilò Combeferre- sei veramente un uomo privo di qualunque senso etico.

 

Poiché Javert era una personalità coerente, per tutta la giornata mantenne lo stesso umore della mattinata, irascibile ed intrattabile. Non ci fu suo sottoposto, quel giorno, che riuscisse a scampare ad una letale lavata di capo, meritata o meno che fosse. Quando, quel pomeriggio si diresse verso casa in macchina, le imprecazioni nei confronti degli altri autisti si sprecarono.

Nel tentativo di aprire la porta, poco ci mancò che spaccasse la chiave. Entrò, borbottanto maledizioni tra sé e sé, e si chiuse con violenza la porta alle spalle.

-Non c'è bisogno di essere così violenti.

La voce che rieccheggiò improvvisamente nel salotto buio lo fece sussultare. Javert allungò una mano ed accese la luce, illuminando la snella di figura di Enjolras in piedi di fonte a lui.

-Che diavolo ci fai qui?- domandò, con una voce che gli era venuta più dura di quel che avrebbe voluto.

Enjolras esitò un attimo, poi gli si avvicinò, piantando i suoi limpidi occhi azzurri dell'Ispettore, di una sfumatura appena più scura dei suoi.

-Stamattina, quando ho detto che sarei uscito, ci sei rimasto male. Non dire di no, ti ho visto. E quindi, ho pensato... -Enjolras si morse il labbro inferiore -Ho pensato che è più o meno un mese che io do di matto per via dell'esame, e tu mi sopporti. Hai ragione ad essere arrabbiato. Io non ci sono mai. E quando ci sono, sono intrattabile.

-Il succo di tutto questo discorso qual'è?- ribatté Javert, che non sapeva se sentirsi intenerito o ancora arrabbiato.

-Il succo di tutto questo è... -mentre parlava, Enjolras si era fatto più vicino, e Javert istintivamente indietreggiò. -Che vorrei recuperare un po' di tempo perso.

-Cosa intenderesti con... -Javert fece un altro passo indietro, ma nel momento in cui si rese conto di aver fatto il gioco di Enjolras, era già troppo tardi: le sue gambe urtarono il bracciolo del divano, e lui perse l'equilibrio, finendo disteso sulla schiena.

-Cosa intendo?- Enjolras si chinò su di lui, poggiandogli le mani sul petto. -Non credo sia così poco evidente, Ispettore.

Si chinò per baciarlo, quando sentì le mani del compagno afferargli i fianchi.

-Non credo proprio- sussurrò Javert, prima di rotolargli sopra e ribaltare le posizioni. Enjolras si trovò prigioniero sotto di lui, mentre le labbra dell'Ispettore esploravano il suo collo, accanendosi quasi con violenza sulla pelle esposta.

-Ehi, fai piano- mormorò Enjolras, più per forma che per altro.

Javert si staccò da lui e lo fissò con uno sguardo acceso dalla scintilla che il biondo, ormai, conosceva bene. -Non credo proprio- ripeté, per impadronirsi questa volta delle sue labbra, in un modo che non teneva molto in considerazione la necessità di Enjolras di respirare.

-Com'è andata la conferenza?- chiese Javert mentre scivolavano dal bracciolo al divano.

-Non l'ho seguita- rispose Enjolras, e quelle furono le ultime parole che pronunciarono, mentre ai baci si susseguivano i baci

Comunicazione di servizio: poiché sono una zappa in matematica, facendo un paio di calcoli (coivolgendo anche Catcher, che ne avrebbe fatto volentieri a meno) ho scoperto che, per ragioni di trama, i capitoli dovranno essere otto, e non sette. Se la cosa vi dà fastidio, fatevela piacere.
Passando al capitolo: allora, questa volta il gesto dolce lo fa Enjolras! Non sono teneri? La risposta a questa domanda è sì, sì, mille volte sì (e la peste colga chi dice il contrario XD)
Ora, sicome vi ho annoiato troppo, me ne vado. Ci vediamo al prossimo capitolo! XD
Un bacio a tutti,
Saitou
A proposito: non è che potreste suggerirmi qualche canzone per questi due?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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