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Autore: BlueAngelxx    06/11/2013    3 recensioni
"Fu così che, la solitudine o chi per lei, in uno strano gioco di coincidenze fece incontrare Dean e Cas. Due gatti talmente diversi da essere quasi uguali."
Ebbene si, con la rivincita del Fluff è venuto fuori questo. E' colpa di una gif di Tumbrl, che mi ha dato l'idea
(Ringrazio in anticipo chiunque sia il suo proprietario)
Beh questa è la mia versione degli Aristogatti in Supernatural =)
(ho visto anche quelli di recente, facendo la babysitter) xD
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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La macchina era tornata a casa nel primo pomeriggio, dopo una mattinata passata vedere i negozi e le stradine della vecchia Dallas. Dopo essere risalito in macchina però Cas si era acciambellato e non aveva più prestato attenzione ad Hellen che, nonostante tutto, continuava ad ascoltare le sue canzone soft rock che le piacevano tanto.


Mi dispiace, ma oggi non sono dell’umore adatto, pensò prima di aprire un occhio, facendo spuntare una macchietta azzurra in mezzo a tutto il pelo nero. Si metteva a dormire come una conchiglia quando non voleva parlare e non voleva essere disturbato. Continuava a ripensare alla faccia da schiaffi di quel gatto randagio e al pelo ispido. Non aveva mai visto un altro gatto con gli occhi verdi, gialli, blu, color nocciola, ma verdi proprio no.

 

Sarà legale che qualcuno se ne vada in giro con quel colore di occhi? si fece la domande per poi ritrovarsi a sospirare e richiudere gli occhi e stringere la coda. Si mise una zampa sulla faccia e decise che per il momento non era il caso di pensarci.

 

Arrivarono a casa ancora prima che Castiel potesse rendersene conto, Hellen scese dalla macchina e il suo maggiordomo si avvicinò con voce melliflua. Cas lo guardò sospetto, pensava che quell’uomo volesse solamente l’eredità di Hellen e, per giunta sapeva che lui odiava tutti quanti i suoi amici nella tenuta!

 

-Chi non muore si rivede eh? Ciao Cas- conosceva benissimo quella voce. 

-Balth!- miagolò scendendo dal sedile della macchina per poi trotterellare allegro vicino al cane lupo che adesso sedeva poco lontano da lui. Le orecchie nere leggermente ruotate all’esterno e la bocca aperta in quello che voleva sembrare un sorriso.
-Non ti sforzare, rischi di essere spaventoso-

L’altro cambio espressione, abbassando leggermente le orecchie, che adesso sembravano le lancette di un orologio alle nove e quarto.

-Sei sempre il solito Cas, dovevano chiamarti Lucifero-

-Si sono cattivo…Tanto poi il topolino lo facevamo fare a Gabe no?-
Gabriel, il topolino della tenuta che si divertiva a rubare una quantità mostruosa di Il cagnone in tutta riposta si limitò a muovere la coda mentre Cas alzava gli occhi al cielo, si comportava proprio da cane a volte.

 

-Piuttosto, dove sei stato?-

-Mah ho girato il mondo-

-In cerca di fortuna?-

-Mica sono il Gatto con gli stivali..quello sei tu, io sono più uno spirito libero come Balto- disse alzando il muso con noncuranza e finta sufficienza. Il micio non rispose, facendo finta di dargliela vinta, a volte con Balthazar era l’unico modo possibile per andare avanti. Sapeva bene che era molto più da Balth girare il mondo per seguire qualche folle cagnetta. 

-Com’è Parigi?-[1]

-Come scusa?

-No niente, lascia perdere.

 

 

Lanciò un’occhiataccia al maggiordomo. A volte lo aveva immaginato come un pinguino, un brutto pinguino pelato. -Madame, sembra che sia tornato un altro figliol prodigo- 

Bath in quel preciso momento non seppe bene come fece a non addentargli un polpaccio,

-Brutto odioso schifoso essere viscido.

-Hai finito? Penso tu abbia finito tutti gli aggettivi con questo significato.- terminò la frase trattenendo a stento una risata,

-Lo so, dovrei ignorarlo ma ancora con questi paragoni con gli angeli? Sei banale-

Cas lo guardò con gli occhi azzurri profondi di un azzurro cielo, in effetti Balth non aveva tutti i torti. Hellen aveva sempre avuto la mania di chiamare tutti i suoi animali come angeli, anche se non aveva mai sentito di un angelo di nome Anna. La mitologia è strana, aveva convenuto quando aveva fatto la conoscenza della giovane puledra qualche mese prima.

 

 

Entrarono dentro casa sospirando mentre Hellen continuava a dargli gomitate accidentali cercando di allontanarlo. -A volte mi chiedo perché ancora continuo a tenerti a lavorare per me Zac!-

Zaccaria, che fosse proprio lui che aveva dato origine alla malsana ossessione di Hellen per gli angeli? Cas avrebbe dato molto per saperlo, solo che non ne aveva mai avuto modo. 

-Andiamo.- Disse muovendo la punta della coda e dirigendosi dentro casa. Si sentì il rumore di un ringhio sommesso e Cas avrebbe scommesso anche una parte della sua coda che era stato il cagnone dietro di lui.

-BALTH! Sei un pastore tedesco non un chihuahua- lo richiamò all’ordine girando la testa.

-Scusa, hai ragione.- trattene una risata a stento, mentre Zaccaria saltava sorpreso e spaventato allo stesso tempo

 

 

♥♦♣♠︎︎︎︎

 

Era passata una settimana dall’incontro di Dean e Cas e quest’ultimo, anche se con scarsi tentativi, aveva cercato di ritrovare quel misterioso randagio rosso dagli occhi verdi. Adesso Cas, in posizione di sfinge guardava fuori dalla finestra, ascoltando il rumore della pioggia che batteva sulle finestre, muovendo le orecchie come un deltaplano quando un lampo o un tuono squarciavano il cielo

 

Dove sei finito Dean? Si chiese mentre sospirava, ignaro del fatto che un piccolo topolino si stesse avvicinando con quella che sembrava una caramella mou in mano.

-CAS!- lo richiamò per l’ennesima volta mentre mangiava in un sol boccone la caramella per poi arrampicarsi  sulla poltrona che dava sul davanzale della finestra. -Si può sapere che hai? Sei apatico da una settimana-

L’altro non rispose, tornando a rivolgere lo sguardo al panorama fuori dalla finestra. 

-Lascialo perde Gabe, lo sai che quando è in queste condizioni bisogna lasciarlo perdere, c’è anche il rischio che ti prendi un morso.
Il gatto alzò lo sguardo al cielo per poi sospirare di nuovo

A volte mi chiedo per chi mi abbiano scambiato ‘sti due. A sentirli sembro una via di mezzo tra i Siamesi di Lilly e il Vagabondo e Lucifero[2].

 

-Per me si è innamorato- la voce del topolino era inconfondibile.

-Ma ti pare? Cas? Innamorato?-

-Suvvia Balth lo vedi che è molto più grave del solito!-

 

COSA? Saltò all’affermazione di Gabriel gonfiando la coda e tenendo a malapena un soffio di disappunto.
-ALLORA!- miagolò, anche se con troppa enfasi, provocando una risatina tra i due, che lo guardavano con un’espressione di finta innocenza. -CHIARIAMO DUE COSE! PRIMO, cioè primo…- abbassò la voce dopo essersi reso conto dell’epressione violacea che si era appena disegnata sul viso del topolino, ormai sul muso del cane, e sul viso di quest’ultimo.

-..primo, non sono innamorato. Secondo, voglio solo sapere che fine ha fatto quel dannatissimo gatto rosso!-

 

-Si si, come no- la voce di Balthe lasciava intravedere un programma oltre gli ingranaggi del suo cervello canino.  -Aspetta… Quale gatto rosso?- 

Oh oh… 

Si era reso troppo tardi di quello che aveva appena detto.

-Ne…ne…nessuno.- cercò di chiudere il discorso pi velocemente, mentre Balth alzava un sopracciglio nella sua solita espressione da pastore tedesco. 

-Sentite è solo un gatto che ho conosciuto quando sono uscito con Hellen l’ultima volta.- 

-Una settimana fa!- pronunciarono entrambi all’unisono, per poi guardarsi con un’occhiata loquace, trattenendo una risatina senza tuttavia riprendere il discorso. Cas, sollevato dal fatto che nessuno dei due volesse continuare quella scomoda conversazione si stiracchiò pigramente mentre lanciava un’occhiata a Gabe che. intanto, aveva ripreso a mangiare un’altra caramella e ignorava temporaneamente gli altri due come se fosse preso in un religioso silenzio per mangiare il suo dolce pasto.

 

Lasciamo perdere, sarebbe una guerra persa con questi due.

 

Fece per scendere dal davanzale della finestra quando sentì il rumore di una macchina d’epoca parcheggiarsi sotto la sua finestra

Chi può essere a quest’ora? si chiese, ottenendo la risposta qualche secondo dopo. La portiera aperta della macchina aveva rivelato una musica jazz provenire dall’abitacolo. Oh no! fu il suo primo pensiero.
-E’ chi penso che sia?- Balthazar, con gli occhi sbarrati quardava Cas, che aveva il pelo dritto come uno spolverino per pulire. Annui, con gli occhi azzurri sbarrati.

-Si. E’ FRANK..L’avvocato!-

 

Non avevano niente contro Frank, però era un tipo particolare. Balth affermava che fosse completamente folle, Gabe diceva che era semplicemente schizofrenico. Cas, invece, aveva solo paura di quell’uomo. Beh, dopo aver preso qualche pestata e uno o due calci involontari, chiunque avrebbe avuto un certo timore di quell’uomo. Avrebbero cercato di mettersi comunque in posizione di sicurezza, giusto per evitare piccoli incidenti accidentali.

 

La voce puntuale del maggiordomo raggiunse le sue orecchie, provocandogli una risata, ogni volta che ci pensava non poteva fare a meno di immaginarlo come un pinguino paffuto e pelato con il frack che camminava in giro barcollando

-Mr Deveraux! Posso fare qualcosa per lei??-

-Oh Zac!- lo salutò amichevolmente, come era solito fare, mentre cercava di convincerlo a salire le scale nonostante ci fosse l’ascensore. 

-Mamma mia sei un vecchio mammalucco! Non sei più agile come quando avevi ottant’anni eh!! Sei solo un vecchio barbagianni! Gli ascensori sono per i vecchi![3]-

-Ma..Mr Devereaux!-

-Potrei offendermi se continui a chiamarmi in questo modo! Non sono mica mio padre!.

-Ma…-

-Basta con tutti questi ma!!

 

Cas fu costretto a trattenere un’altra risata felina, mentre riconosceva la voce di Hellen che si dirigeva a salutare il suo avvocato, nonché vecchio amico. 

-Frank!- disse correndogli incontro per abbracciarlo, -ho una sopresa per te!-

-Ma…Hellen! Cos’è questa musica? [4]

-È Frank Sinatra…-

-Oh ma Certo! La sera di quando ci conoscemmo! Ma certo che lo ricordo!

 

Dopo una serie di vecchi convenevoli e ricordi, nel quale Balthazar aveva strabuzzato gli occhi e ogni tanto ne chiudeva uno come segno di disappunto, i due vecchi amici avevano iniziato un lento mentre  Gabe e Balth muovevano la testa e cercava di trattenere dei latrati  e degli squittii di dolore

-Ma cos’è questo schifo!-

-Taci!- gli rispose Cas mentre si spostava dal davanzale al pianoforte a coda, muovendo la punta della cosa a tempo con la canzone di Sinatra che riecheggiava nell’aria grazie al grammofono che Hellen aveva precedentemente acceso.
Adesso Cas sedeva sul pianoforte a coda, beatondosi della musica con gli occhietti chiusi, aprendoli ogni tanto per monitorare la posizione di Frank ed Hellen nella stanza  e per controllare le smorfie di quei due miscredenti.

 

Non capite niente di musica. Questo disco è una poesia!

 

Non riuscì a capire tuttavia perché i suoi pensieri corsero a Dean, e prima che riuscisse a rendersene conto era seduto con la coda arrotolata, immaginando il gatto rosso che saltava da una scala antincendio all’altra.

 

 

Che ve ne pare? =D
Ho deciso di continuare, in questi giorni ho avuto molte idee, grazie anche al tatuaggio che ho fatto giusto oggi ^^ <3 Spero che le mie 4 zampette di micio mi portino fortuna con questa fanfic :P  Hellen mi ha fatto morire, Cas è adorabile <3
Balth e Gabe invece si sono scritti da soli xD Li ho adorati *-*

 

 

Note.
1) Parigi è la città originale degli Aristogatti <3

2) Lucifero, un nome un programma, nonché micio di Cenerentola *-* “Perchè lui è cattivoo!” (semcit) xD

3-4) Citazioni rimodificate degli Aristogatti =D 

 

Mi raccomando :P Ditemi che ne pensate eh!

   
 
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