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Autore: Reik93    06/11/2013    2 recensioni
Un'idea un pò usurata, ma spero possa piacere.
21 lettere, 21 flashfic o drabble, 21 momenti ZoRobin.
[...]
#11: Materasso [“Kenshi-san, stai ancora parlando del materasso?”]
#12: Neve [Un semplice istante destinato a non ripetersi, come la neve che, quando si scioglie, non lascia tracce]
#13: Osservazione [“Testa quadra! Come osi portare altre donne sulla nave?”]
#14: Passato [Su quella base, l’inesistenza di un ‘prima’, avevano costruito un equilibrio perfetto]
#15: Quadrifoglio [“Io non credo nella fortuna…”, la sua voce diviene flebile quanto un sussurro, “…e le altre cose me le sto andando a riprendere”]
#16: Rabbia [O forse è solo la presenza della compagna e della sua espressione compiaciuta a renderlo tanto suscettibile]
#17: Sentimenti [Ti piomba addosso come una palla di cannone, lasciandoti tramortito da quella novità quasi inattesa]
#18: Tentazione [Robin sospira e punta uno sguardo arrendevole sul soffitto, chiedendosi dove sia finita la sua determinazione, considerata la facilità con cui i suoi 'no' si trasformano in 'si']
#19: Uhm [Uhm. È il rabbioso borbottio che Robin sente avvicinarsi, dietro alla porta]
#20: Valentino [Se a Sanji toccava cucinare, a lei spettava tutto il resto]
#21: Zero [“È inutile che continui a guardarla. Crescerà”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Zoro\Robin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rabbia


"Dovresti smetterla di bere".
La pacatezza con cui pronuncia quelle parole rende il suo consiglio molto semplice da ignorare per le orecchie di Zoro, che, infatti, allunga il bicchiere oltre il bancone, nel tacito ordine di riempirglielo, sogghignando. "Tu invece dovresti iniziare".
Gli occhi di Robin lo rimproverano più chiaramente di quanto facciano le sue labbra, arcuate in un broncio delizioso.
"Forse hai ragione".
Le dita, che fino a poco prima accarezzavano ruvide pagine, corrono da uno dei cicchetti abbandonati sopra al tavolo e lo avvicinano al bordo, lasciando sulla superficie di legno grezzo un'umida traccia del suo passaggio. Al sussulto dello spadaccino, tuttavia, la mano si ritrae, con somma soddisfazione della sua proprietaria, tornando ai più consoni piaceri di un buon libro.
Quello che molti possono scambiare per un gutturale verso stimolato dall’alcool, è, in realtà, sintomo di uno stato d'animo che l'ebbrezza ridonda, ma non provoca. Almeno in Zoro.
Lo sa bene Robin, il cui sorriso cela ben altro che il crescente interesse verso la lettura.
Lo sa bene lui, che serra la mandibola con disgusto, mentre il liquore appena trangugiato gli annebbia la vista. O forse è solo la presenza della compagna e della sua espressione compiaciuta a renderlo tanto suscettibile.
Nel dubbio sbatte alcune monete sul bancone, solitamente dolce richiamo per il garzone di turno, speranzoso di sfruttare la poca lucidità degli avventori a proprio vantaggio, divenuto terribile durante la serata proprio a causa dello spadaccino.
"Allora?!" sbraita, rivolto ad un angolo buio del locale da cui, poco dopo, spunta un ragazzetto tremante con un bottiglia in mano.
"Ecco a lei, signore...".
Il tono è più rispettoso di quanto ci si aspetterebbe da un inserviente di un posto simile, ma Zoro lo degna comunque di un'occhiata fugace ed indifferente, preferendo concentrarsi sul proprio boccale. E l'altro ringrazia: ha assistito in cosa consistano le attenzioni di quel cliente e ritiene saggio non esserne oggetto.
Arretra, quindi, di qualche passo, trasalendo quando la sua schiena urta una mensola provocando il tintinnio delle bottiglie e il suo sguardo corre supplichevole alla donna seduta al tavolo, che accenna ad un sorriso comprensivo.
“Credo sia meglio andare” sentenzia, riponendo il libro nella borsa, seguita da uno Zoro visibilmente scocciato. Sta per ribattere qualcosa di velenoso, ma basta un'impercettibile flessione delle sopracciglia di Robin a farlo desistere, così si alza, restando qualche secondo immobile per accertarsi che ad oscillare sia solo lui e non il pavimento, e si avvia verso la porta.
Robin, tuttavia, rimane seduta, le mani giunte sul ginocchio, la lingua premuta contro palato, gli occhi trapuntati di disapprovazione.
“Che c’è?” borbotta, consapevole di essere la causa di quel dissenso.
Lei scuote il capo e i capelli le scivolano sul viso, coprendo il suo riso rassegnato. “Non credi di aver esagerato?”.
In tutta risposta Zoro agita le spalle e grugnisce, stringendo un’elsa per soffocare l’impazienza, mentre la vede lanciare un paio di berry al garzone come segno di scuse per il disagio provocato dal pessimo carattere del compagno.
Solo quando i due sono abbastanza lontani, il giovane esce dal torpore e raccoglie il compenso, scrutando poi la situazione in cui versa la locanda.
Alcuni tavoli sono ribaltati, sedie senza gambe giacciono a terra assieme a cocci di vetro e ai corpi inermi di alcuni uomini.
Sospira affranto.
È sicuramente meglio non sobillare la volubile tolleranza di certi clienti, ma nessuno poteva immaginare quanto fragile fosse quella del tizio appena uscito, nemmeno il padrone, steso ai suoi piedi, reo, come gli altri, di aver azzardato offrire un bicchiere di troppo ad una sconosciuta
.






Angolo Autrice
Salve! Alla fine, con non poche ritrosie, sono riuscita a postare il capitolo, uff! Non è che mi convinca molto, ma ultimamente fatico a farmi venire idee decenti...-.-'' Sorry!
La prossima sarà la S di Speranza...quella che ripongo nella mia ispirazione perduta....>.<


besos

Reik93
  
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