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Autore: MetalheadLikeYou    07/11/2013    0 recensioni
Lui mi srinse a se, quasi a farmi male e non mi importava, non mi importava nemmeno di tutti gli altri presenti.
Till mi fece alzare e ci spostammo in una stanzetta, dove ci chiudemmo a chiave, continuando da dove eravamo rimasti.
Lui mi sbattè, con poca delicatezza, sul divetto continuando a baciarmi e io senza farmi troppi problemi gli levai la maglia nera, lui fece lo stesso con la mia, scendendo sul mio collo mentre con le mani palpava il mio seno.
Una parte di me, quella ancora un minimo lucida mi disse di fermarmi, ma quando le mani del cantante si fecero più audaci, facendomi venire altri brividi, quel pensiero fu spazzato via.
Scese ancora giù, lasciando il posto alla sua bocca, che inizia una lenta ma bellissima tortura, le sue mani scesero piano verso il mio basso ventre.
***
Prima ff sul mio gruppo preferito, pls siate clementi e magari lasciate anche qualche commento.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2


Ridemmo per ancora qualche minuto finchè uno della sicurezza non venne ad avvisare che i Pullman erano pronti e che loro sarebbero dovuti uscire uno alla volta.
<< Mi ha fatto piacere conosc...>> 
<< Aspetta>> mi zittì lui, fermandomi, << Che ne dici di venire con noi?>>
<< Cosa?>> chiesi, fissandolo stralunata.
<< Si, noi tra due giorni andiamo a Udine, perchè non vieni con noi?>>
<< Ma io...ecco ora non...>>
<< Come torni a casa ora?>> cambiò domanda, lo fissai curiosa.
<< Ho la macchina>> risposi.
Lui mi fissò poi si mise a parlare con uno della sicurezza, poi tornò da me con una specie di sorrisetto come se avesse vinto una guerra.
<< Andiamo>>
<< Dove? Cosa? Asp...>> lo presi per un braccio cercando di fermarlo, stava succedendo tutto troppo in fretta e io non stavo più capendo nulla, << Till vuoi fermarti?>>
<< Si che c'è?>> chiese come se non sapesse nulla.
<< Come cosa c'è? Primo dove stiamo andando? Poi che sta succedendo qui?>>
<< Nulla, alla tua macchina, dovrai accompagnarmi in Hotel>>
<< Ok, ok, COSA? Tu sei pazzo, tu sei fuori, completamente ma cos...>>
<< Grazie>> mi zittì lui, ghignando divertito, avrei voluto ucciderlo.
Diedi le chiavi della macchina ad uno della sicurezza che me la portò al parcheggio interno, io nel frattempo mi misi seduta su un muretto, cercando di capire e accettare tutto questo, mi risultava difficile da credere, ma ad uno ad uno tutti i pullman uscirono e rimanemmo io e lui.
<< Io devo accompagnare lui in hotel...buoni tutti avrò lui in macchina mia...potrei rapirlo....mmm >> dissi ragionando ad alta voce e per mia fortuna in italiano, lui seduto al mio affianco mi fissò curioso, gli spiegai che mi sembrava tutto uno scherzo saltando però il pensierino di rapirlo e portarmelo a casa e darmi alla pazza gioia con lui.
Insomma lui era LUI.
Finalmente salimmo nella mia macchinona, che per mia fortuna aveva più o meno i vetri oscurati.
<< Sai dove si trova l'Excelsior?>>
<< Emh no...>> risposi sbiancando, io non avevo la minima idea di ciò e iniziai a ridere, nervosa.
<< Come no?>>
<< Non conosco tutti gli hotel di Roma>>
<< Sono fottuto>> rispose, cercando di chiamare qualcuno, ma nessuno gli rispose, lo vidi sbuffare appena, girarsi verso di me con un'espressione seria sul volto, << Dovrai ospitarmi>>
Lo fissai ad occhi sbarrati, lui sorrise urlandomi poi un "stai attenta", sterzai e mi fermai.
<< Cosa hai detto?>> mi girai a fissarlo, ridendo, nervosa, credendo che fosse tutto uno scherzo.
<< Non puoi abbandonare il povero Till in mezzo ad una strada, non posso dormire sotto un ponte, dovrai ospitarmi>>
<< O-ok>>
<< In verità ho fatto tutto ciò per rimanere con te e convincerti a venire>>
<< Oh mio dio, aiuto>> 
Ricominciai a guidare, cercando di trovare una spiegazione a tutta quella situazione troppo surreale per essere vera, ogni tanto lanciavo uno sguardo al tedesco al mio fianco, che sorrideva evidentemente divertito.
Posai una mano sul cambio, lui fece lo stesso, poggiando la sua mano sulla mia, sussultai a quel contatto e lo fissai appena, lui teneva lo sguardo basso.
<< Va tutto bene?>> chiesi.
<< Oh si benissimo>> rispose, sorrisendo poi mi lasciò la mano.
<< Ok, Till puoi prendermi il telefono li sopra>> dissi indicando il cruscotto, lui me lo porse e io con tutta la tranquillità chiamai a casa.
<< Pronto..>>
<< Lo sapevo che eri a casa>> io vivevo con lei.
<< Voglio sapere tutto ecco perchè sono qui>>
<< Ecco, Fra...abbiamo visite>> 
Lei mi attaccò in faccia.
<< Che succede?>> 
<< La mia migliore amica mi ha appena attaccato in faccia>>
<< Arrabbiata per qualcosa?>> domandò lui stiracchiandosi appena.
<< No, fa sempre così>>
<< Parlami di te>> mi disse, più che una richiesta mi sembrava un ordine, sorrisi.
<< Non c'è molto da dire>>
<< Tu parla lo stesso>> rispose.
<< Ok un momento, seriamente, è una candid camera, un sogno o cosa?>> 
Lui si mise a ridere divertito, mi fermai al semaforo rosso e lui non perse l'occasione per darmi un bel pizzico su un braccio.
<< Ahia>>
<< Non stai sognando>>
<< Tu sei strano...>> mi zittii da sola, notando poi che in verità era un tipo piuttosto timido.
<< Devo mantenere questa maschera>> rispose visibilmente a disagio.
<< Capisco, che ti devo dire? Mi chiamo Eleonora, ho 30 anni, vivo con la mia migliore amica che conosco da quando avevo 11 anni...>>
<< Che musica ti piace?>>
Ripartii con la macchina, ridendo per la domanda, << Mah amo i Megadeth, i Maiden...odio i Rammstein>> dissi ironica.
<< Si quel gruppo di tedeschi, stupidi...mah che ridicoli>> continuò lui, ridendo insieme a me.
<< Già. Amo leggere e fare fotografie>>
<< Sei fidanzata>> continuò lui tutto tranquillo.
<< No>>
<< Non sei fidanzata?>> chiese sorpreso, sorridendo sornione.
<< No anzi...mi piacerebbe esserlo ma per ora no mi tengo la mia libertà, perchè?>>
<< Giusto, credevo che una bella donna come te avesse una schiera di uomini>>
Calò un silenzio piuttosto imbarazzante.
<< Tu invece, oltre ad essere il pazzo cantante dei Rammstein, come sei?>> domandai spezzando di nuovo quel silenzio.
<< Sono un 50enne e come hai detto tu sono pazzo>> sviò lui, era vero ciò che si diceva, non amava parlare di se stesso.
<< Non sono la sola a dirlo eh>> risposi ridendo.
Percorsi gli ultimi 200 metri di strada e entrai nel garage del palazzo.
<< Siamo arrivati>> 
Lui scese dalla macchina, aspettandomi con pazienza, lo raggiunsi abbastanza stanca ma con il cuore che mi usciva dal petto.
<< Poi?>>
<< Amo scrivere...sono abbastanza timido, solo con determinate persone mi apro..>>
<< Quindi sono fortunata>> dissi io "saltellando" allegra.
<< Si abbastanza>> 
Anche se odiavo quel coso, prendemmo l'ascensore, eravamo abbastanza stanchi e arrivammo al secondo piano della palazzina, presi le chiavi ed aprii trovandomi davanti una Francesca sorridente.
<< Ciao io sono Francesca e lui è Andrea>> vidi il ragazzo della mia amica e lo salutai.
<< Till, anche se già sapete il mio nome>> rispose lui, visibilmente intimidito.
<< Ele ma ecco...dorme qui?>> mi chiese lei in Italiano.
<< Si>>
Lei mi fissò annunciandomi che loro sarebbero andati a dormire, perchè avevano cenato da degli amici ed erano piuttosto stanchi così dopo avergli dato la buona notte li vidi sparire nella loro stanza.
<< Till tu dormirai nella mia stanza...>> dissi iniziando ad organizzare la notte. 
<< E tu?>> 
<< Ah bho dormirò qui>> indicai il divano, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< Ma...ok tu dormirai con me>> mi disse così a bruciapelo, senza tatto ne niente, lo fissai abbastanza allucinata.
<< Non...>>
<< E' casa tua, sta tranquilla, non farò nulla>>
<< Non sto dicendo ques..>> lui non mi diede tempo di finire la frase.
<< Andiamo>> disse caricandomi in spalla come se fossi un sacco di patate, entrò nella stanza e chiuse la porta, mi mise sul letto ridendo appena.
<< Cosa ridi?>>
<< Sei quasi alta come me!>> rispose ridendo.
Risi anche io, poi mi misi seduta a gambe conserte sul letto, lui si mise seduto.
Io mi alzai e andai a cambiarmi in bagno, il mio "pigiama" erano un paio di pantaloni corti e larghi e una magliettona nera, tornai in stanza trovandolo senza maglia ne pantaloni.
<< Non ti dispiace se dormo così vero?>> 
<< No che non mi dispiace, ma se continui così ti violento>> lo fissai, si era decisamente figo, risposi in italiano, sentendo poi una debole risata dall'altra stanza.
<< Francesca ride nel sonno, comunque...no..va tutto bene>> lui mi sorrise mettendosi poi seduto.
Mi misi a letto anche io, palrammo ancora un po poi evidentemente stanchi morti tutti e due ci addormentammo.






Grazie a chi sta leggendo.
Grazie....grazie....grazie, scusate per gli eventuali errori.
Alla prossima.
:)
  
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