Ok, mi
dispiace, ma dovrete sorbirvi un’altra mia orribile one-shot.
Non so cosa
mi
stia succedendo, ma ultimamente scrivo sempre cose più
depresse, mah…
Comunque,
come
avrete capito dal titolo, questa è tutt’altro che
una storia allegra e
spensierata.
Se sentite
un
dolore dentro, se avete ormai abituato il cuscino ad accogliere le
vostre
lacrime, beh… siete nel posto giusto, allora.
Questa
è la prima
one-shot per cui ho sentito davvero il bisogno di scrivere.
Ho messo
nelle
cuffiette la base di I’m With You al piano, e ho incominciato
a scrivere.
Ho cercato
di basare la storia sulle
frasi musicali della canzone, quindi leggete lentamente e ascoltate
obbligatoriamente la musica.
Ci vediamo!
Cruel Heart.
Avril
Lavigne – I’m With You
(Piano Cover – Rob Hughes)
Ascolto
i fruscii delle
foglie, che mi fanno silenziosamente compagnia.
Li
assaporo, piano, cercando
di ricordarmi il loro suono.
Guardo
le stelle, con la
speranza che mi possano guidare.
Ma,
anche se non rispondono,
so che continueranno a vegliare sul mio cammino.
Almeno
loro sono qui,
facendomi notare la loro presenza quasi come se disturbassero.
Amplio
il mio sguardo,
osservando il cielo buio.
Buio,
come la mia anima.
Quella
stessa anima
distrutta, che mi ha portata qui, adesso.
Quella
stessa anima in cui
non sto più riconoscendo me stessa.
Non
so cosa fare, ma spero di
potermi rialzare, un giorno.
Passo
dopo passo, lacrima
dopo lacrima, il mio dolore aumenta.
Sento
il mio cuore lacerato,
ma non posso farci niente.
Sono
sospesa su questo ponte,
in un disperato stato di oblio che mi circonda.
E
che odio con tutta me
stessa.
Perché
mi impedisce di andare
avanti.
Perché
mi impedisce di vedere
il mondo con occhi nuovi.
Perché
mi impedisce di continuare
a vivere.
Aiuto,
ecco che cosa voglio.
Voglio
solo che qualcuno mi
consoli, e che mi dica che, ogni volta di cui avrò bisogno,
lui sarà sempre lì,
con me.
Non
riesco a fare altro, se
non piangere e sfogarmi.
So
che dovrei fare qualcosa
per migliorare la situazione, ma…
La
verità è che non riesco a
fare altro.
Voglio
solo continuare a piangere
e disperarmi dal dolore.
Perché
è nei momenti più bui,
che ci accorgiamo delle verità che ignoriamo nei momenti
normali.
Sono
vicina al punto di non
ritorno, lo sento.
Sto
per rompermi in mille
pezzi.
Spero
che tutto questo dolore
porti a qualcosa nella mia vita.
Ma,
per adesso, rimetto
insieme i pezzi del mio cuore e continuo a camminare.
Grido,
grido e grido ancora.
Mi
dispero, urlo, piango… ma
so che non servirà a niente.
Possibile
che nessuno mi
senta?
Perché
il mio urlo disperato
non arriva alle orecchie di una qualsiasi anima?
So
che sto cadendo a pezzi,
lo so.
So
che dovrei smetterla, ma
voglio solo continuare a rompere ogni cosa.
Perché
tutto scorre in modo
così normale?
Sono
io, che sto diventando
pazza?
O
è il mondo là fuori che,
semplicemente, non riesce a vedermi?
A
trovarmi?
A
capire che anche io esisto,
maledizione?!
Sospiro,
cercando di
ricordare i tempi in cui tutto era più semplice,
più facile, più immediato.
Ma
scopro che questo fa
ancora più male, e dà l’inizio ad una
nuova ondata di lacrime.
Voglio
ritornare ad essere
quell’Avril.
Non
voglio più vestire i
panni di questo mostro in cui non mi riconosco.
Perché
non riesco a farlo?
Perché
è così difficile?
Perché
sento che, pian piano,
mi sto spegnendo?
Mi
sento così… sola.
Come
se qualcuno avesse
imbottigliato tutta la tristezza e l’avesse iniettata dentro
di me.
Come
se tutto intorno a me
corresse, mentre io rimango indietro, ad aspettare.
Ad
aspettare che qualcuno mi
noti.
Ad
aspettare che qualcuno mi
prenda per mano e mi porti via con sé.
Ad
aspettare di essere di
nuovo felice.