8° Capitolo:
Collision
Hinata non fece nemmeno in tempo a toccare terra che Naruto e Sasuke si erano
precipitati fuori dallo spogliatoio seguiti da altri due ragazzi semi-nudi.
Naruto, arrivato leggermente prima stava per prendere la Hyuga fra le braccia
ma l'amico lo scansò velocemente:«tu non la puoi toccare, lo sai» disse
quasi in un sussurro.
Era accaduto tutto in una frazione di secondi che Sakura si chiese se davvero
potesse essersi svolto ogni cosa così velocemente. Si guardò intorno, stranita,
c'era la giovane Hyuga svenuta tra le braccia di Sasuke Uchiha, Uzumaki con un
espressione ferita in volto e gli altri due affascinanti ragazzi. Una scena
particolare che iniziava a destare l'attenzione di altri studenti curiosi.
«Mentre salutava Sakura-chan è svenuta» spiegò concisa Ino al suo fianco
sostenendo lo sguardo del ragazzo semi-nudo con i capelli castani e gli occhi
dorati.
Sakura sentì su di sè per la prima volta davvero lo sguardo di Sasuke Uchiha
esaminarla, cercò inutilmente di non distogliere lo sguardo: quelle due braci
nere bruciavano la pelle, era come se potessero vederti dentro e scoprire ogni
più piccolo segreto.
Distolse lo sguardo fissando sul muro.
«Bisogna portarla in infermeria, ci pensiamo noi» disse il ragazzo con gli
occhiali da sole.
«Siete mezzi svestiti» fece notare Sasuke.
«Sta iniziando a esserci troppa gente Uchiha. Ci pensiamo noi».
«Capito Inuzuka, andate a vestirvi».
I ragazzi sparirono all'interno dello spogliatoio facendosi largo nella piccola
folla di studenti che si era creata attorno alla giovane Hyuga.
«Allontanatevi!» ruggì protettivo Naruto agli studenti:«è solo un calo di
pressione!»
"Calo di pressione?" si chiese stupita Sakura, non sapeva perchè ma
la cosa gli sembrava strana: non c'era nessuno dei fattori che contribuiva a un
calo di pressione, nè caldo nè altro. Si, certo, Hyuga-san era molto pallida,
ma quasi sicuramente quello era il colore della sua carnagione (non ve n'era
nessun'altro che le si abbinasse in modo così perfetto, che le donasse quella
bellezza perfetta, quella bellezza fragile, effimera, incantevole).
«Eccoci» disse il ragazzo con ribelli capelli castani, ritornando fra la folla
con il suo compagno:«la portiamo noi in infermeria, bisognerà avvertire
qualcuno».
«Ci pensiamo noi, Inuzuka» assicurò l'Uchiha porgendo il corpo leggero di
Hinata nelle braccia del ragazzo.
Il ragazzo dagli occhiali scuri si fece largo tra la folla aprendo la strada
all'amico e in breve furono lontani.
Uzumaki e Uchiha fissarono per un attimo le loro schiene allontanarsi per poi
gettarsi uno sguardo d'intesa.
«Non me ne frega, io vado» bofonchiò Naruto dopo un attimo seguendo i due
ragazzi.
Sakura vide passare un'ombra di sconforto negli occhi di Sasuke Uchiha mentre
l'amico si allontanava e pensò che, se fosse stato un ragazzo più -molto
più- espansivo, avrebbe addirittura sospirato rumorosamente.
Accidenti! Da quando in qua si permetteva tali confidenze con una persona che
conosceva appena? Cioè... Cioè... Che diavolo era tutto quell'interesse e
quell'affinità con il bel moro? Non aveva intenzione di lasciarlo ad Ino-chan finché
non si fosse stancata? Cioè... Insomma... Pensare a cosa spesse pensando lui, a
cosa potrebbe fare lui, intuirlo, cercare di immedesimarsi in lui, di essere
lui, era davvero da folli, no?
"Oh Kami-sama! Oh Kami! Sto farneticando da sola!"
Strinse con forza i palmi delle mani, fino a sentire le unghie curate
graffiarle la pelle, solo allora si sentì davvero calma, davvero, stranamente,
padrona di se stessa.
"Il dolore forgia i forti" le era stato detto da bambina, e
fin'ora quella massima, detta da un allora diciassettenne calmo e sorridente,
era sempre stata veritiera.
«Avverto io i professori, scusatemi con il sensei se non sono ancora arrivato»
disse Sasuke Uchiha allontanandosi.
Sakura annuì nonostante non sapesse se la frase fosse davvero diretta a lei.
Sperò con tutto il cuore che lo fosse.
Hinata si guardò attorno: contorni indefiniti, spazio indefinito.
Una visione, una visione da contatto, ecco cos'era tutto quello che era attorno
a lei.
Provò a guardarsi intorno più accuratamente sentendo il corpo intorpidito, da
quando era in quel limbo? Non provò nemmeno a dare una risposta a quel quesito
sciocco: aveva imparato che il tempo di una visione, del mondo parallelo oltre
le barriere del tempo, non corrispondeva mai al tempo reale.
La visione più scioccante poteva dilatarsi ai suoi occhi, durando ore nella sua
mente mentre al contrario l'attraversava in una frazione di secondo, a volte poteva
cadere in catalessi per due ore (una volta vi era rimasta per 28 ore) per una
banale visione di pochi secondi che, fra strascichi di entrata e di uscita,
impiegava di più a mostrarsi ai suoi occhi.
Non era una questione d'importanza, non riguardava nemmeno il periodo che la
visione mostrava, riguardava piuttosto quanto l'evento fosse sicuro, quanto potesse
essere cambiato. Le cose certe oltrepassavano le barriere del tempo molto più
velocemente, gli avvenimenti incerti, i cui protagonisti non erano sicuri delle
loro azioni oppure erano troppo imprevedibili, al contrario ci mettevano più
tempo a mostrarsi.
Ecco perchè la visione dell'imminente combattimento era stata velocissima e
definitissima: le intenzioni del loro nemico erano solidissime e niente
l'avrebbe mai distratto. Al contrario non aveva mai avuto una visione su Naruto
perchè era una persona imprevedibile, perchè sfuggiva a ogni legge, perchè era
davvero 'il vampiro più imprevedibile che si fosse mai visto'.
O almeno era questa la scusa più plausibile che potesse darsi.
No, non doveva farsi prendere dallo sconforto e distrarre in perfino nella sua
visione! Doveva sfruttare a pieno il suo dono! Si calmò e concentrò.
La vampira poté notare che galleggiava nell'aria, in un ambiente di un bianco accecante
e innaturale. L'aria era rarefatta, pesante, come quella di uno spazio chiuso,
e i movimenti le riuscivano difficili.
Doveva essere una visione che non la riguardava e fin troppo lontana e insicura
nel tempo.
Si, doveva riguardare quella ragazza che profumava di ciliegia, si diede un
occhiata attorno più accurata alla ricerca dell'inconfondibile chioma rosa e ne
incontrò una altrettanto inconfondibile: quella nera di Sasuke Uchiha.
Provò ad avvicinarsi ma la figura rimaneva distante una decina di metri da lei,
non si sprecò a chiamare il ragazzo, non l'avrebbe sentita. Si dedicò invece ad
osservarlo minuziosamente: era più grande, i suoi tratti erano di poco più
maturi, ipoteticamente questa non era una visione che riguardava l'immediato
futuro, indossava una tradizionale armatura da samurai nera e argentata un po'
slacciata e logorata, priva del proprio kabuto, come se avesse combattuto per
ore intere (e magari aveva davvero combattuto per giorni interi, ne era
capace), sangue scuro gli imbrattava la veste, la katana, che reggeva saldamente
a due mani, e la carnagione pallida stranamente illesa nei punti in cui
l'armatura e la veste avevano ceduto.
Il viso, oh kami, il viso di Sasuke aveva perso l'imperturbabilità che lo
caratterizzava: solo un’altra volta Hinata gli aveva visto un espressione
simile di dolore e sofferenza e anche quella volta era stata in una visione (l'unica
visione che davvero la continuava a tormentare).
Sasuke era nero in un mare bianco, in una valle bianca, Sasuke era così... sbagliato.
Si, sbagliato fu l'unico aggettivo che riuscì a trovare Hinata. Troppo nero per
resistere a quel bianco, troppo sbagliato, troppo peccatore.
Peccatore?
Oh kami! Sasuke aveva tante colpe (tutti i vampiri ne hanno), aveva ucciso
gente diversa, di età diverse, di nazionalità diverse, umani e non, lei stessa
ne era stata testimone, tuttavia l'unico vero peccato di un vampiro è il
peccato contro il proprio sangue, quello che porta alla follia.
Quella che per definirla con un occidentalismo è la colpa di Caino.
Oh kami-sama! Quella visione si poneva dopo l'uccisione di Itachi? Sasuke ci
sarebbe davvero riuscito? Meglio non farsi domande. Sempre meglio.
Dalla katana lucida e insanguinata continuava a colare sangue nero.
Goccia, dopo goccia, implacabile.
Il bianco iniziava a corrompersi, a diventare nero.
L'aria, già rarefatta, lo diventava di più.
Se Hinata non fosse stata in grado di vivere benissimo senza usare i polmoni e
quella non fosse stata una visione avrebbe iniziato a tossire incapace di
respirare.
Diventava tutto nero, un oblio senza tempo e senza pace.
«Sasuke-kun!» urlò Hinata spaventata, vedendo il moro inghiottito dal
buio:«Sasuke-kun!! Sasuke-kun!!»
«Sasuke-kun!» un'altra voce, un altro viso, un vento nuovo che sapeva di
ciliegia e primavera.
Sakura Haruno diversa, più adulta, più bella, era comparsa dal nulla portando
con sè petali di fiori e il loro invitante profumo, portando con sè una ventata
d'aria fresca.
I capelli rosei lunghi e liberi di ondeggiare al vento, gli occhi verdi
brillanti come due fari nell'oscurità, le labbra rosse piegate in un sorriso
materno, il corpo non più da adolescente coperto da un semplice vestito bianco
privo di bretelline.
I petali di ciliegio le volteggiavano attorno diffondendosi ovunque, portando
con loro una tenue luce rosa. Il paesaggio si andava così schiarendo e Sasuke
ritornava visibile.
L'Haruno tolse la katana dalle mani del vampiro, che sembrò immensamente
sollevato dal gesto, come se non avesse aspettato altro, e poggiò le mani sul
suo viso pulendolo da alcuni schizzi di sangue.
Hinata boccheggiò, osservò con attenzione i tratti del viso dell'Uchiha
rilassarsi.
«Andrà tutto bene...»
Una sicurezza? Una preghiera? Una bugia? Un'illusione? Che significavano le
parole dell'Haruno? Non lo avrebbe mai saputo, non le era concesso vedere
oltre, capì mentre le sue palpebre iniziavano a chiudersi.
Sasuke percorse i corridoi dell'antico White College alla massima velocità
permessagli in un luogo tanto popolato (non avrebbe mai voluto doversi fermare
a cancellare i ricordi di qualche studente per essergli piombato davanti).
L'aula professori era situata al primo piano nell'ala sud dell'edificio,
all'opposto delle palestre. Sasuke non vi ci si era mai recato prima, ma vi era
passato davanti con Naruto durante le loro numerose passeggiate.
La porta della stanza era in pesante e massiccio legno di mogano, vi bussò e,
senza aspettare risposta, entrò.
Nella grande stanza era presente solo la professoressa Miratashi priva degli
antipaticissimi occhiali da vista, ma con i capelli violacei costretti nel solito
chignon.
«Non si aspetta di sentirsi dire 'prego', Sasuke?» chiese sarcastica la donna.
Il moro ghignò con fare superiore:«Cerco Kurenai-sensei».
«Per Hinata?» chiese la sensei:«Mi spiace, non è a scuola».
«Kakashi?» domandò Sasuke guardandosi attorno, fra le numerose scrivanie in
mogano.
«Sempre arrogante Uchiha-chan?» fece sardonica la Miratashi senza rispondere.
«Sempre divertente Anko?» rispose a tono il ragazzo.
«No, Kakashi non è disponibile» disse la donna scoprendo dei canini pronunciati
e bianchi:«Al momento della vecchia guardia sono disponibile solo io».
«Tsk... Hinata, ha avuto una visione violenta da contatto con un'umana»
comunicò l'Uchiha arrendendosi.
«'Un umana'? Può essere solo una coincidenza?»
Sasuke fece spallucce:«è Haruno»
«Il fiorellino della Yamanaka? Strano... dev'essere provata dalla visione del
combattimento».
La sensei si alzò dalla scrivania e inforcò gli occhiali:«Kurenai-chan mi deve
un favore!» gioì contenta prima di varcare la porta della sala professori e
indossare la seria maschera imperturbabile da insegnante di matematica.
«Ino-chan? Che dici, andiamo a trovare Hyuga-san?» domandò d'un tratto
Sakura:«allora andiamo a vedere come sta?»
Erano in classe, appena entrate, fra non molto sarebbe suonata la campanella
dell'intervallo. Ino si guardò attorno: nè Naruto nè Sasuke-kun erano tornati,
e non c'era nessuno d'interessante.
«D'accordo» acconsentì.
«Bene! Andiamo!» disse l'Haruno felice prendendola per mano e iniziando a
camminare veloce.
Il tratto che andava dalla loro classe all'infermeria lo trascorsero in
silenzio, ognuna immersa nei propri pensieri, nei propri dubbi.
L'infermeria era una stanza candida, piena di tende, Sakura la ricordò uguale a
come l'aveva lasciata l'ultima volta che vi era venuta. Metteva pace, era
tranquilla e silenziosa, come d'altra parte chiedeva (ed esigeva) l'infermiera
addetta, Ran Kotobuki.
«Permesso?» chiesero in coro le due ragazze entrando nella stanza.
«Ssssh!» gli rispose il ragazzo dai capelli castani spuntando da dietro una tenda:«c'è
qualcuno che sta riposando!!».
Sakura arrossì di botto e abbassò lo sguardo, colpita dal tono protettivo del
ragazzo. Ino invece prese coraggio proprio grazie al rimprovero:«Siamo venute a
trovare Hinata-chan, vero Saku-chan?»
La rosa annui, alzando lo sguardo verde prato a esplorare la stanza: Hinata
Hyuga era distesa fra le coperte bianche del secondo letto dell'infermeria, al
riparo dietro le tende semi-trasparenti mentre un debole raggio di sole le
illuminava il volto pallido e sofferente. Era bellissima.
«Capisco, fate silenzio, sta ancora sognando» disse il ragazzo tornando
a sedere su una sedia accanto al letto.
Sakura alzò un sopraciglio stupita dal termine usato dal giovane, al contrario
Ino che, come sempre, aveva ribattuto uno scherzoso "Sicuro mon
capitaine" a cui il ragazzo aveva risposto con un sorriso ilare.
«Vi conoscete?» domandò sottovoce Sakura all'amica:«Con lui, questo qui».
«Inuzuka-kun? Diciamo che, per un certo periodo, ci siamo frequentati» spiegò
civettuola la Yamanaka.
Sakura annuì per far comprendere di aver capito e si acquattò contro il muro
accanto a Naruto, mentre l'amica, presa una sedia, si era seduta vicino
all'Inuzuka.
Il biondino aveva davvero un brutta cera, sembrava teso, dagli occhi cerulei
traspariva un furioso senso di impotenza che appena Sakura si avvicinò cercò di
dissimulare con un sorriso allegro.
«Come mai qui, Sakura-chan?» chiese a un tono di voce insolitamente basso,
sicuramente per non disturbare i sogni della piccola hakata ninjo.
«Per vedere come stava Hinata-san» spiegò la rosa senza guadarlo in viso:«è
svenuta mentre mi stringeva la mano e perciò mi sono un po' preoccupata».
Naruto la guardò stranito, non aveva nemmeno sentito Ino spiegare che Hinata
era svenuta dopo aver toccato lei: era troppo spaventato e in ansia. Sorrise,
un sorriso di circostanza, tanto per rincuorare quella povera ragazza che
nell'ultimo periodo ne stava vedendo di tutti i colori:«Non ti devi
preoccupare, capita ad Hina-chan, non sei tu, cioè non è colpa tua!»
Sakura sorrise a quel buffo tentativo di essere consolata:«Grazie Naruto-kun».
«Accidenti ma quanto ci mette Sas'ke?» sbuffò senza preavviso il biondino
incrociando le braccia al petto e mettendo un leggero broncio che suscitò in
Sakura un attacco di riso.
«Ehi! Che ci provi da ridere? Ho una faccia divertente?» chiese avvicinando il
viso imbronciato a quello di Sakura.
L'effetto fu solo quello di acuire l'attacco di riso della ragazza.
«No, ecco... è solo...» provò a spiegare fra una risata e l'altra la ragazza.
«Che succede?»
Tono piatto e incolore, Sakura riconobbe istantaneamente la voce di Sasuke
Uchiha. Si affrettò a prendere le distanze da Naruto, non avrebbe mai voluto
che l'Uchiha equivocasse la situazione e riprese contegno cancellando il
sorriso dalle su labbra.
Dietro il ragazzo vi era la sensei Miratashi che la squadrava attenta.
Stranamente si sentiva colpevole.
Colpevole di cosa poi? Di aver riso? Con Naruto Uzumaki?
"Oh kami! Salvatemi!!"
«Niente aspettavamo te, Sas'ke!» trillò il biondino senza ottenere risposta se
non uno sguardo di fuoco.
Uno sguardo che comunicava tante cose in un linguaggio che ancora Sakura non
aveva codificato.
«Mi sa che qua siamo un po' troppi» disse la professoressa posizionandosi
davanti al letto di Hinata:«qualcuno se ne deve andare».
Gli sguardi dei quattro ragazzi presenti nella stanza si posarono sulla donna leggermente
rabbiosi, ma la Miratashi, come al solito, se li lasciò scivolare addosso,
abituata a sguardi ben peggiori.
«Io e Kiba dobbiamo rimanere qui con Hinata» annunciò il ragazzo con gli
occhiali da sole che fino a quel momento era stato fermo e silenzioso come un
pezzo della tappezzeria e passato completamente inosservato.
«Io resto» dichiarò anche Naruto.
Di nuovo Sakura ebbe l'impressione di veder passare un'ombra di rassegnazione
negli occhi di Sasuke Uchiha, ma forse, quasi sicuramente, si stava immaginando
tutto.
«Voi altri uscite, forza Yamanaka e Haruno. Hyuga-san non ha bisogno di essere asfissiata,
uscite!» si lasciò andare a un ghigno ironico e concluse:«anche tu, Uchiha,
esci».
Il moro non disse una parola nonostante il tono usato dalla sensei si mostrasse
palesemente provocatorio.
«Porgete i nostri saluti a Hinata-san» si raccomandò Sakura prima di uscire.
Naruto fece un cenno di assenso alla sua richiesta e finalmente uscirono
trovandosi in mezzo al via vai degli studenti nell'intervallo.
Eh già, era già ora di pranzo...
Sakura avrebbe voluto che Sasuke rimanesse con loro, scendesse in mensa con
loro due ma quando si volto per chiederglielo, dopo aver preso coraggio, lui
era già sparito.
Rassegnata seguì Ino portarla in cortile.
Sasuke trovò riparo dalla folla nell'aula d'astronomia più vicina.
Aveva bisogno di riflettere.
Riflettere lontano dal cianciare di Naruto, dallo sguardo preoccupato e ansioso
di Hinata, da quella insopportabile fragranza di ciliegio.
Quella ragazzina, Sakura Haruno gli pareva si chiamasse, stava iniziando a
diventare un'incognita troppo grande. Per essere un umana era parecchio strana:
coltivava un'amicizia con quella folle di Ino Yamanaka, pareva essere entrata
in sintonia perfetta con Naruto e aveva provocato una visione ad Hinata. In
più, come se non bastasse, la sua fragranza, appena percettibile fino a prima
dell’incidente negli spogliatoi,
diventava ogni giorno sempre più ingombrante.
Certo, era il bocciolo della Yamanaka, il suo fiorellino, e risentiva della
vicinanza della vampira (ed, era pronto a scommetterci, anche dell'uso su di sè
dei poteri della bionda) ma aveva la sensazione che ci fosse qualcosa che gli
sfuggiva.
Non ci voleva un problema pure a scuola.
Se non sbagliava anche Hinata aveva notato quella ragazza e aveva provato a
dirgli qualcosa ma lui non l'aveva ascoltata.
Eppure glielo aveva promesso... glielo aveva promesso fra la neve
dell'Hokkaido, che lui non sarebbe mai stato sordo e invece non era stato
migliore di quei Caretaker bigotti. Aveva sottovalutato una sua intuizione e
adesso lei aveva avuto una visione da contatto, le peggiori fra le visioni.
Appena sveglia avrebbe dovuto cibarsi e questo nell'ultimo periodo diventava
sempre più difficile.
Hinata era delicata, fin troppo: non riusciva ad andare a caccia da più di tre
anni e, se fino ad allora il consumo di sangue umano era stato molto limitato
perchè la sua dieta privilegiava quello animale, ora l'unico sangue che
riusciva a calmare la sua sete era quello umano, di cui per altro aveva nausea.
Hinata era troppo delicata.
Delicata ma non debole per Sasuke.
Non poteva farsi sfuggire la situazione di mano, non poteva, c'era troppo in
ballo.
Haruno Sakura? Avrebbe controllato personalmente che non fosse un problema,
dato che la Yamanaka non sembrava più in grado di controllare i suoi fiori.
Naruto era tornato alla fine dell'intervallo dicendo che Hinata non si era ancora
svegliata ma che stava bene, però, Sakura lo notò bene, non sembrava convinto
nemmeno lui di quello che diceva. Il suo intuito femminile le diceva che fra
quei due c'era del tenero, ma si guardò bene dal dirlo ad alta voce, conosceva
troppo poco quei ragazzi per fare una simile ipotesi.
Le lezioni pomeridiane si erano svolte nella calma più assoluta, una calma che
a Sakura ricordò tanto 'la calma che precede la tempesta', da un momento
all'altro si aspettava succedesse qualcosa di strano.
Niente, le lezioni si erano susseguite tranquille e anche dopo il suono della
campanella e lo svolgimento dei suoi compiti di rappresentante non era successo
nulla.
Ino era andata via, aveva detto di avere un impegno e di non poterla aspettare,
quindi ora si trovava da sola per i tetri corridoi della scuola all'imbrunire.
Represse un moto di paura, la sua fantasia le faceva strani scherzi.
«Anche tu ancora qui Haruno?»
Sakura cacciò un urlo spaventata.
Per poi accorgersi di aver urlato contro Sasuke Uchiha.
E desiderare di sparire.
«Gomenasai! Uchiha-kun, gomenasai! Non ti avevo sentito e mi sono spaventata!»
iniziò a scusarsi imbarazzata:«è che ultimamente ho spesso degli incubi,
succedono tante cose strane, vedo cose che non ci sono, e poi non dormo bene, e
poi ho... e poi ecco io...»
«Basta così Haruno» le disse il ragazzo mettendole una mano sulla sua bocca:«è
colpa mia che ti ho spaventata, mi dispiace».
Il contatto con la mano fredda dell'Uchiha non fece che peggiorare l'imbarazzo
della ragazza.
«Adesso io lascio la mia mano, tu smettila di farneticare, sta tranquilla» le
disse.
Sakura annuì, in meno di due minuti aveva fatto le peggiori figuracce della sua
vita e aveva rivelato i tarli che le rodevano l'anima e non aveva riferito
nemmeno a Ino-chan.
«Ti va di fare un pezzo di strada assieme?» le chiese il ragazzo.
Sakura annuì, era un sogno che si realizzava ma per tutto il tragitto la
tensione le calò addosso come un macigno. Perse minuti preziosi aspettando il momento
giusto per parlare e prima ancora di accorgersene era arrivata davanti a casa
sua, guidata dai suoi piedi.
«So-sono arrivata... arigatou Uchiha-kun» balbettò.
«Nessun problema Sakura» le rispose il ragazzo facendola arrossire fino alla
punta dei capelli.
Insomma l'aveva chiamata per nome!!
Sakura non potè vedere il sorriso obliquo che inclinò le labbra pallide del
ragazzo.
E Sasuke non capì di aver fatto il primo determinante passo verso la
realizzazione del suo futuro
****** Spazio dell'autrice******
Dovevo pubblicare giorno 17, per il mio compleanno...
Non so come scusarmi per il ritardo,
spero che una cosa del genere non capiti mai più,
non me ne darei pace.
Note esplicative:
- Kabuto, è l'elmo delle armature da samurai, ^^ lo so vi ho fatto spaventare, non avrei voluto usarlo ma, dato che è un termine specifico dell’armatura da samurai non ho avuto scelta;
- Mon capitaine è un espressione francese che significa mio capitano.
Molte di voi hanno ipotizzato l’identità dell’albino…
posso semplicemente dire che qualcuno ha visto giusto,
naturalmente scordatevi di saper chi sia questo qualcuno!^^
Si, sono sadica… ^^
Partiamo con ordine:
Finalmente Sasuke fa la sua mossa!
Alleluia, era ora vero?
Dal prossimo capitolo più momenti SasuSaku!
ma chiedere a un Uchiha di essere chiaro è come chiedere al mondo di andare al rovescio…
Sconvolti dal fatto che anche prof siamo vampiri?
L’idea era fin dall’inizio, ma solo ora ho avuto la possibilità di rivelarla.
Hinata sembra non poter avere pace…
gli affibbio sempre qualche patema d’animo:
adesso la visione che potrebbe scuotere un bel po’ le acque,
come riuscirà a dirlo a Sasuke? A dirgli di Itachi?
E Naruto, poverino, mi sto torturando pure lui!
Nemmeno la può toccare Hinata,
un tipo come lui non è per niente adatto a rimanere solo a guardare…
La guerra comunque incombe,
mancano pochi giorni alla luna piena!
E al compleanno di Shika e Ino!
Un grosso bacio alla ‘more, ovvero fire91,
che mi ha sopportato e spronato,
mi ha aiutato e senza la quale sarei persa!
Baci, questo capitolo non sarebbe mai arrivato senza di te!!!
Arigatou!
E un bacio a tutti coloro che hanno letto, commentato e inserito la storia tra i preferiti,
può sembrare banale ma per me è un grande onore.
AliDiPiume: si devo essere davvero morbosa… oppure peggio, ma voglio
concludere in fretta questa prima parte della storia (si, ce n’è una seconda^^)
quindi non lo sarò ancora per molto! Pazienza! Ci vuole pazienza! Comunque il
rapporto di Sakura con i vampiri si fa sempre più stretto!! Ti devo comunque
ringraziare per avermi consigliato ‘Nodo di Sangue’, l’ho letto tutto d’un
fiato (non sono nemmeno andata a dormire pur di finirlo!) ho anche già letto
‘Il Circo dei Dannati’ e spero di poter continuare a leggere presto i prossimi
volumi della serie! Sono proprio il massimo! E Jean-Claude mi affascina un
casino, cioè il vampiri sono pur sempre vampiri!!!^^
arwen5786: Hai visto perché Hina-chan è svenuta? Un’altra visione^^
Poverina, ormai sta lì solo per questo… Però, dai alla fine, è grazie a Hinata
se Sasuke si è interessato alla nostra Sakura! Le cose iniziano a farsi
finalmente più interessanti! E che dire? Grazie per i tuoi complimenti, non
possono che farmi un macello di piacere! E complimenti anche per la fic a quattro
mani con bambi88, è davvero stupenda! Uno splendido lavoro davvero! Rivolgi
questi complimenti anche a bambi88, perché non credo troverò mai il tempo di
farvi una recensione come si deve…
lale16: ancora e ancora domande, un punto però si è chiarito, Sasuke e
Sakura sono legati indissolubilmente e, prometto, molte delle domande senza
risposta presto, prestissimo, verranno chiarite!
Toru85: Che contentezza! I tuoi commenti ai capitoli sono sempre positivi!
Sempre sempre! Che bello, credo proprio che questo sia il sogno di qualunque
autore! Grazie! Ne sono felicissima! Cosa lega Sakura a Naruto e Sasuke? Bè non
ci sei andata molto lontana ma di più non ti posso dire, spero che di non
averti deluso con questo capitolo!
Talpina Pensierosa: Ti ho fatta aspettare un po’ per questo capitolo, eh?
Mi spiace che Hina-chan non sia comparsa più di tanto, anche tu ne sei una fan come
me, vero? Che e dici di questo capitolo? Anche questo è di tuo gradimento vero?
Spero di sì! Anche perchè sei la più puntuale fra tutti coloro che
recensiscono!^^
fire91: sai ‘more che la tua recensione occupa più di una pagina di word a
carattere Times New Roman e a grandezza 12? Certe volte mi spaventi… Scherzo
naturalmente, sono felicissima di una recensione così accurata e precisa! Mi
spiace, ma in questo capitolo né Shika né Tema-chan sono comparsi, anche se
avrei voluto… ma spero che il piccolo incontro tra Sasuke e Sakura sia stato di
tuo gradimento, anche se non è stato che una goccia nell’oceano, per lo meno
adesso sappiamo che se a Sakura manca l’iniziativa per istaurare un rapporto
con l’Uchiha (anche per paura di fare uno sgarbo a Ino), lui sembra
intenzionato ad approfondire la conoscenza con la ragazza! Che poi i motivi non
siano propriamente romantici… bè accontentiamoci, l’Uchiha non è un tipo che si
apre facilmente… In fondo gli unici veri rapporti che sembra dimostrare (in
questa fic intendo) sono quelli con Hinata e Naruto… A proposito di Hinata e Naruto!
Che dire, ci hai preso in pieno, né Kiba (soprattutto Kiba!), né Sasuke, né Shino
sono favorevoli a una possibile relazione tra questi due ragazzi. La storia è
piuttosto complicata, ma come vedi dipende anche da impedimenti di forza
maggiore… Sembrerebbe davvero uno di quegli amori dannati… mi piacciono nel
ruolo degli amanti separati da forze maggiori^^ Ci sono fatti per questi ruoli!
Naruto il cavaliere pronto a tutto e Hinata la principessa in difficoltà, si
sono proprio appropriati! Per Sakura non c’è pericolo, Hinata ha occhi, come
sempre, solo per Naru-chan e Sasuke non ha proprio occhi per nessuna… (Sembra
equivoco dirlo così, ma è la verità!) E Sakura, per oggi non ha avuto né incubi,
né brividi, né strani eccessi di fame… l’ho lasciata troppo tranquilla mi sa…
ovvio che scherzo, ma presto tutto ciò che si agita dentro di lei troverà uno
sbocco, una risposta. Sperando di aver in qualche modo risposto alla tua
magnifica recensione in modo per lo meno passabile, 1000 baci!
Hebe:
Fanky