Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
Segui la storia  |       
Autore: Ranyadel    08/11/2013    2 recensioni
Julia è la classica ragazza che crede di avere tutto dalla vita: amici, soldi, feste, divertimento. Niente amore, per lei, ma le va bene così. Ama la sua vita e non vorrebbe cambiarla per nessuna ragione al mondo.
Ma davvero la magia chiede il permesso prima di agire?
Così, Julia si ritrova nei panni di Giulietta, senza sapere come tornare indietro.
E se in quella vita così lontana dalla sua incontrasse il suo "Romeo"?
Se riuscisse a cambiare la storia?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Julia sentì bussare alla porta. “Era ora.” Disse Assunta, andando ad aprire. L’aveva tenuta d’occhio tutto il tempo, impedendole di fare di testa sua. Nella camera entrò Andrea, che la salutò con un cenno della testa prima di osservare l’espressione di Assunta e inchinarsi lievemente. La donna sembrò soddisfatta e li lasciò da soli. “Come stai?” chiese Andrea subito. “Da cani. Avevi ragione. Sto dimenticando troppe cose.” Andrea la guardò allarmato. “ Non dovresti aver già dimenticato. Sta succedendo troppo in fretta.”
“In che senso?”
“Nel senso che se va avanti così nel giro di un mese potresti aver dimenticato tutto quanto.” Spiegò grave Andrea. Julia impallidì. “Oddio…” disse mentre le lacrime facevano capolino dalle lunghe ciglia. Andrea la abbracciò delicatamente, quasi avesse paura di essere respinto. Julia, invece, si aggrappò a lui come se fosse la sua unica ancora. “Ehi, non fare così. Troveremo un modo per sistemare tutto. Te lo prometto.” Disse dolcemente lui.
Dopo qualche minuto, Julia si calmò. “Cavolo, ti ho conciato da buttare… mi dispiace.” Disse sfiorando la casacca bagnata di lacrime di Andrea. Lui sorrise e fece spallucce. “Adesso stai meglio. È questo che conta.”  Sussurrò con un sorriso rassicurante. Julia lo imitò.
“Hai scritto il diario?”
“Sì… e già facevo fatica. È una cosa orribile.” Sussurrò Julia, mentre una nuova lacrima minacciava di scendere. Andrea evitò questa possibilità passandole il pollice sulla guancia in un gesto dolce. Julia tirò su col naso e fece un sorriso tirato. “Grazie. Di tutto.” Disse solo. Andrea le lasciò un bacio completamente casto all’angolo della bocca. Julia si sentì avvampare. “Ora andiamo. Ci staranno aspettando.” Disse Andrea prendendole una mano e aiutandola ad alzarsi.
* * *
Il ricevimento? Una noia mortale. Julia arrivò quasi a pregare di farsi tagliare le vene pur di non assistere a quello strazio. Qualcuno a caso, poi, senza fare nomi ma Andrea, non le aveva detto che si trattava di un ballo in maschera. “Andrea, o mi porti fuori da qui con una qualsiasi scusa, o me ne vado io. E non sarà piacevole.” Lo minacciò abbassandosi la maschera che con le sue piume le solleticava il viso e la faceva starnutire. Andrea ridacchiò. “Ok. Hai sofferto abbastanza.” Acconsentì poi, prendendole una mano e accompagnandola lontano dalla folla. Julia si ritrovò a ringraziare tutte le divinità esistenti, esistite e inventate che le venivano in mente per aver posto fine a quella tortura. Mentre finalmente intravide l’uscita della sala, però, una melodia miracolosamente più allegra delle altre portò la folla ad aumentare la velocità dei passi. No. Non in quel momento. Perché tutto accade quando meno serve? La mano di Julia perse la presa su quella di Andrea e la ragazza venne avvolta da una marea di persone che Julia giudicò subito finte e perciò rivoltanti. Sentì una sensazione familiare attanagliarle il cuore. “No, non di nuovo.” Si disse disperata.
 
Flashback- 4 anni prima
 
Julia era con sua madre al supermercato dietro casa. Curiosava nel reparto “Schifezze ammazza fegato”, come le chiamava suo padre. Ad un certo punto, vide un suo compagno di classe entrare, accompagnato da due suoi amici. Non ci aveva mai parlato, appartenevano a due mondi differenti. Lei quello delle pazze in senso buono, lui a quello degli strafighi irraggiungibili. “Mamma, posso andare in macchina?” chiese con occhi dolci, mentre una sensazione di disagio la attraversava. “Perché dovresti?”
“Non lo so, non mi va di stare qui.”
“Si tratta di lui?”
“Quello?”
“Sì, quello in mezzo.”
“Penso di si.”
“Ti ha fatto qualcosa?”
“Lui? Ma se nemmeno ci parlo… mi sento a disagio, tutto qui.” Sua madre continuava a guardare nella direzione del suo compagno di classe. “Perché continui a guardarlo? Dopo si accorgerà di me, e ancora verrò considerata infantile a stare con i miei. Non voglio essere giudicata da lui. Smettila, smettila, smettila.” Pensò frenetica Julia. “Mi dai le chiavi dell’auto, per favore?” chiese irrequieta. “Non ha senso. Se davvero non ti ha fatto niente non vedo perché tu debba averne paura.” “Mamma, mi dai ‘ste chiavi?!?”
“No, Julia. Che problemi hai?”
“Non lo so! Dammi le chiavi!”
“Adesso mi dici che hai.”
“Perché non mi capisci? Non voglio stare qui! Non voglio, non voglio, hai capito?!?” adesso Julia era in completa crisi isterica. “Ti capisco, invece, ma non so perché fai così!”
“Alla faccia del capirmi!”
“Questo è un problema che hai tu, nella tua testa, ok? Devi risolverlo.”
“Ci penserò quando sarò in macchina!”
“No, adesso tu rimani qui e affronti le tue paure.”
“E se non volessi?!?”
“Lo fai, punto.”
La discussione ebbe un risvolto davvero negativo. Julia, quando finalmente riuscì a chiudersi in macchina, scoppiò a piangere.
Qualche giorno dopo diede un nome alla sua paura.
Non si sarebbe mai immaginata che la sua timidezza sarebbe diventata antropofobia.
 
Fine flashback
 
Julia si sentì attraversare da una fitta di paura, mentre il suo cuore pompava a mille. Il respiro era affannato. Mentre si sentiva sempre più in trappola, una mano la afferrò per un braccio e la tirò fuori dal vortice. “Oddio, Andrea, grazie, grazie…” disse solo chiudendo gli occhi. “Andrea?” chiese una voce sconosciuta di fronte a lei. Julia alzò lo sguardo e sgranò gli occhi. Da sotto la maschera, semplice, alla Zorro, si stagliavano straordinari occhi celesti, con una corta zazzera bionda dorata. “Chi sei?”
“Mi chiamo Romeo. Devi essere Giulietta, vero?”
Julia annuì.
“Romeo? Davvero? Ditemi che mi prendete in giro.” Si disse a metà fra il torvo e l’incredulo.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo / Vai alla pagina dell'autore: Ranyadel