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Autore: jackfrost87    09/11/2013    1 recensioni
E poi di nuovo te, che scivoli nei miei pensieri come se nulla fosse. La fonte alta, gli zigomi pronunciati, quegli occhi che paiono far trasparire ogni sentimento color azzurro cielo estivo, che pare non avere nemmeno un fondo da farti venire il capogiro. Quelle cicatrici esili sul tuo viso, parallele, che segnano in modo così caratteristico la tua espressione perennemente corrucciata o stirata in un sorriso. Ma anche tu, come me, indossi una maschera...eppure tu mi additi da sempre che siamo diversi e al contempo simili. Mi dispiace dirti che ti sbagli. Siamo profondamente diversi, ciò che ci unisce son fondamentalmente due elementi:
- frequentiamo la stessa scuola
- abbiamo entrambi perso dei cari.
La tua maschera è più subdola della mia, perchè io anche se la indosso è come una seconda pelle. Semplicemente dissimulo il menefreghismo che spesso manifesto e nonostante questo, la gente mi si appiccica addosso. Che sia dovuto al mio aspetto? Bha, non ha importanza. So solo che da quando ti sei messo in testa che avendo rifiutato l'amore di Haruno Sakura, io sia così disperato da non poter amare nessuna ragazza. Primo, non son affari che ti riguardano DOBE.Da quando ti interessa di me?
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Incest, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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shy4 rivelazioni

Sono trascorsi dei mesi da quando è accaduto quel salvataggio e nonostante tenti in tutti i modi di non pensarci. Continua a tornarmi alla mente. Quel giorno credevo che sarei dovuto andare a scuola, invece non so per quale motivo ho deciso di fare una passeggiata di prima mattina. Da sempre vivo da solo o meglio in compagnia di un tutore: Iruka. Una persona molto dolce e paziente con chiunque, infatti fa l'insegnante alle elementari. Quella mattina non riuscivo a stare fermo in casa, quindi ho deciso di uscire di casa alle cinque volendo fare qualche passo per schiarirmi le idee. Erano quasi due mesi che il nuovo studente Sasuke Uchiha era arrivato nella scuola, ma non avevo ancora capito niente  di lui. Con presunzione credevo fosse un montato la cui unica aspirazione fosse di rubarmi la ragazza, fare il cascamorto con le altre assusmendo tipici atteggiamenti del bello impossibile e inarrivabile. Ma come si suol dire: beata ignoranza. Camminavo con calma, tutto era così silenzioso, stranamente dolce e anche insolito. Solo io, nel mio intimo, mi sentivo straziato da una inquietudine che man mano che mi allontanavo da casa i miei piedi quasi incosapevolmente mi stavano portando nella parte di estrema periferia di Osaka. Una zona non tanto ben vista anzi semmai anche poco raccomandabile. Frequentata per lo più da tossici, prostitute e da ladruncoli. Io solitamente non ci metto piede, ma non so per quale motivo io son andato a finire in quella zona malfamata. Sta di fatto che più mi avvicinavo più il senso di disagio e di oppressione: al petto, ai polmoni mi attanagliava l'anima maggiormente. Invece di provare sollievo, l'idea di uscire mi stava dando  la sensazione di stare sempre peggio. Non so cosa avrei dato per capire cosa mi stesse succedendo, ma invece l'unica cosa che riuscivo a fare era quella di proseguire nel cammino. Man mano che mi addentravo nel quartiere, suoni sinistri popolavano i vicoli, maggiormente la percezione che mi stessi inoltrando in qualcosa di buio e sudicio, si stava prendendo possesso dei miei poveri nervi logorati. Mai prima di quella volta, mi son mai sentito tanto angosciato senza saperne il motivo. Non son mai stato una persona che esterna facilmente i propri tormenti, tendo spesso e volentieri a mascherare il tutto dietro ad un qualche sorriso. Oppure faccio il pagliaccio in modo che la gente mi possa notare, dato che non spicco come qualcuno di mia conoscenza, Sasuke, TEME, quindi  tendenzialmente mi ignorano. Non sono bello, non sono intelligente e quindi non spicco di qualità degne di nota. Non sono bravo a scuola, son di quelli che fanno fatica e semmai son più abbonato a stare in presidenza da quella vecchia strega di nonna Tsunade piuttosto che tra le grazie del nostro insegnante svogliato Kakashi Hatake, che pare avere anche lui una cotta per il nuovo studente modello: Sauske Uchiha.  A me non rimane altro che il ruolo del giullare goffo, che fa ridere la gente  e che ne combina di ogni per farsi notare. Mi devo spaccare la schiena per inventarmi nuove bravate e finire in presidenza, anche se ogni volta Iruka è deluso da me, ma non se la prende e mi perdona. Non me lo merito ma lui davvero sa cosa significhi perdere i genitori, vivere senza qualcuno che ti prenda per mano e ti dia sicurezza. Anche Iruka, come me, ha perso i genitori quando era bambino. Solo che nel suo caso è stato anche peggio. Li ha conosciuti, io almeno non li ho mai visti. Però anche per me è stata dura, quindi ... dove ero rimasto? Ah si, stavo dicendo che non sapevo minimamente dove fossi e perchè i mei piedi mi stessero portando in quella zona, ma soprattutto la ragione del mio stato d'animo così alterato.  Non avendo idea di cosa stessi facendo, ad un certo punto ho svoltato in uno dei tanti labirinti di vicoli sino a che spinto dal suono di voci mi son ritrovato in uno spiazzo e son rimasto senza parole alla scena che mi si presentava dinnanzi ai miei occhi increduli.
Da una parte ci stavano dieci elementi, di cui spiccava la chioma rossa come fuoco, di un ragazzo pelle ossa che mi dava le spalle, vestito di nero come un becchino. Anche se non lo potevo vedere in volto, tutto di lui faceva presagire niente di buono soprattutto perchè tra le mani aveva un ragazzo quasi esangue con labbra spaccate, chioma lunga nera pece arruffata e occhi pesti. Aveva un viso molto familiare ma poi la copia originale è apparsa dinnanzi a me. Il viso ovale perfetto, carnagione quasi cadaverica, espressione da: " sono stronzo e te lo sbatto in faccia", occhi a mandorla perfetti dall'iride color onice incandescente, con capigliatura a culo di anatra corvina. Impossibile che fosse lui, impossibile anche che non lo fosse, dato che era improbabile che fosse un sosia. Ho pensato seriamente di avere avuto delle allucinazioni. Stava lì ritto, vestito con la divisa della scuola alle sei di mattina dinnanzi ad un branco di studentelli sbarbati da strapazzo, con il rosso che stava facendo fuori uno che gli assomigliava molto. All'epoca non sapevo fosse suo fratello Itachi, ma poco mi importava dato che ero completamente fuori di cocomero alla vista di Sasuke in quel contesto. Non riuscivo sinceramente a capire, ma dato che era ancora incolume ho capito che era lì per colpa di quello pestato. E che quindi in qualche modo fosse da solo. Che bastardi, in dieci contro due, o meglio contro uno. Sasuke poi non ha nemmeno una grande corporatura rispetto a me è quasi la metà, anche se ammetto che possiede comunque una fibra forte. Ma non basta contro dieci energumeni capitanati da quell'elemento poco raccomandabile. Per qualche secondo son rimasto fermo a guardare ma poi ti sei voltato verso di me, i tuoi occhi ho avuto come la sensazione che ti stessero per esplodere dalle orbite. Non sapevo cosa fare così ti ho salutato. Ora me ne rendo conto che è stata una cosa imperdonabile da parte mia, ma tanto si erano accorti tutti che ero lì. Quindi ti ho chiesto come mai ci facessi lì, tentando di volerti dare una mano senza dare troppo nell'occhio, ma son stato frainteso o meglio scoperto e quel rossino ha lasciato la presa dal bavero della maglietta indossata da tuo fratello. Non ho fatto nemmeno in tempo a udire il tonfo del corpo gonfio di botte di Itachi che ho avvertito l'alito acidulo di Gaara addosso. Solo quello però. Perchè per il resto ho visto qualcosa che non pensavo e non dovevo probabilmente assistere. Accaduto in una frazione di secondo, tu, Sasuke Uchiha, la persona che più odio a questo mondo: hai messo una mano sulla spalla di Gaara e con prepotenza lo hai fatto voltare come una trottola verso di te.
Con una forza sovra umana, l'hai spinto giù con uno spintone montandoci sopra e cominciando a scagliarti contro di lui a suon di cazzotti sulla faccia. Il tuo sguardo si è levato verso gli altri dieci ed è bastato quello per lasciarli tremanti in disparte. Il tuo sguardo intimava che nessuno si mettesse tra te e il rosso.
Infine con grande stupore di chiunque, riportavi lo sguardo omicida sul rosso, ridotto oramai peggio del tuo fraello Itachi come condizioni, sibilando queste parole:
- " Non devi, minimamente sfiorare quel DOBE, se qualcuno deve fracassargli la testa son IO. Hai capito stronzetto?"- e dopdichè non hai dato modo nemmeno che lui potesse controbattere, ma come poteva dato che stava messo malissimo con labbra spaccate e sanguinolente, colpendolo ulteriormente al viso. Poi è accaduto qualcosa di strano. Hai mollato come se quel ragazzo scottasse, di colpo. La tua espressione diventava del tutto vuota, sino a ricolmarsi della solita espressione conosciuta. A pochi passi di distanza tu e quel ragazzo, stesi a terra. Io tremante e con gli occhi rossi che mi bruciavano, ma senza piangere. Tuo fratello che rideva come un matto, seppur tossiva si è rimesso in piedi e mi ha guardato con occhi ed espressioni strane. Indecifrabili, ma anche indagatori, sornioni e folli. Non saprei dirti, ma la sensazione non è durata a lungo perchè ancora non cosciente ti sei avvicinato a me. Alzandoti in piedi mi hai abbracciato, dicendomi:
- " Dobe, sei un idiota...che cazzo ci fai qua? Vattene a casa. Riposati e dimenticati di tutto questo...stai bene vero?"- ed io non ho avuto modo di risponderti, perchè mi son aggrappato a te. Tutta la paura provata, tutto quello strazio che non so da dove provenisse l'ho riversato su di te. Con lacrime copiose che da decenni tenevo dentro e che tu in qualche modo hai smosso. TEME tu mi hai salvato da quella persona che voleva farmi del male, ma non solo. Tu non lo sai ma mi hai salvato da una eternità di finzioni, di maschere indossate. Un dolore che pensavo di non possedere, ma che giorno dopo giorno mi stava lacerando l'anima.
Tu ora mi odi, lo so. Lo percepisco da ogni sguardo, da ogni gesto. Non pensi che io sia tanto normale, è vero sono un idiota. Sono un pagliaccio ma sono molto più simile a te di quanto tu sia disposto ad ammettere. Per questo ti sto accanto, perchè un giorno trascorso a litigare o a fare pugni con te è meglio che rimanere da solo in mezzo a persone che considero solo io amiche. Ma a loro forse sto appena simpatico, ma solo se faccio lo scemo. Non importa quanto mi sforzi per loro rimango il solito giullare, tanto che quando assumo diversi comportamenti e magari poi sono un po' infantile osano dirmi: " sei il solito testa quadra." Ti assicuro che è ogni volta una batosta, ma fingo oramai che non mi importi. Infatti non reagisco. Avevo perso la speranza di trovare qualcuno che potesse darmi filo da torcere che mi notasse nonostante il mio essere stupido, inutile e insulso. Tu litigando con me, non lo sai, ma ammetti che io esisto. Sei l'unica persona che mi tratta da umano. Tu con quello sguardo strafottente mi vedi per ciò che sono. Un idiota rompiscatole, però per te sono questo. Tu mi capisci e vedi ciò che indosso. Una maschera e so che lo sai, lo noto da come ti poni. Nonostante tu sia uno stronzo, però mi tratti da pari rivale.
Queste cose son per me fondamentali tanto che ho smesso anche di considerare allettante Sakura. Anche se l'amo, alla fine mi sto rendendo conto che l'amicizia con un ragazzo è qualcosa di prezioso e quindi mi dispiace informarti che tu sei per me come un fratello che non ho mai avuto. Mi vergogno spesso di questi sentimenti ed è per questo motivo che quando mi rivolgi il tuo sguardo freddo, ma le parole che pronunci son di invito a condividere qualcosa di esclusivo: solo io e te. Io arrossisco, io mi emoziono. Spesso vorrei prenderti  sottobraccio e trascinarti via. Un fratello, ora so cosa significa averlo. Tu non lo sei sia chiaro, ho ben presente che possediamo dei cognomi diversi e anche fisicamente, come caratterialmente siamo diversi. Ma come spiegarti, io sento con te un legame. Un legame che non voglio che si spezzi mai e se ti capitasse qualcosa o ti facessi inghiottire da quelle tenebre che hai mostrato di possedere. Io mi batterei per te, al fine che tu possa vivere una vita normale. Perchè ho la sansazione che tu possieda qualcosa di strano, non di tuo, ma di ereditario come fardello di famiglia. Ho questa sensazione che tu assolva dei compiti che qualcuno ti ha imposto. Non so cos'è e so anche che tu non me ne parlerai mai, ma forse col tempo si.
La mia speranza è che tu mi permetta di starti accanto ancora un po' in modo che anche se sono una tortura, possa proseguire il viaggio chiamato vita insieme a te, perchè è dannatamente divertente ed io non ho intenzione di starti lontano...mio caro fratello di svenutra. Parola di DOBE, è una promessa io non ti lascerò mai tanto facilmente, mi dispiace per te!

  
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