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Autore: Aries Pevensie    09/11/2013    1 recensioni
Non credo nelle coincidenze, preferisco l'inevitabilità. Ogni evento è inevitabile. Se non lo fosse, non accadrebbe.
Dal prologo:
"Un sentimento a lui sconosciuto cominciò a fargli bruciare lo stomaco, mentre sentiva come una stretta al cuore e il respiro gli divenne doloroso. Era certo di poter resistere a quell’emozione, ma presto dovette ricredersi. Sapeva che doverla vedere tutte le mattine a scuola non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, corrodendolo dall’interno. Sarebbe esploso, prima o poi. E allora si sarebbe messo una mano sul cuore e avrebbe chiesto il perdono di Janis. Ma come?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inevitabile

Verità parziali



 
Se c’era una cosa che Zayn detestava, quella era mentire ai suoi amici, fare come se nulla fosse, sotto lo sguardo severo di chi, come Liam, sapeva la verità e non aspettava altro che lui la rivelasse almeno agli altri. Aveva provato molte volte a convincere Zayn a confessare tutto a Janis, ma alla fine era arrivato a contrattare e gli aveva concesso altro tempo, a patto che mettesse Niall, Louis e Harry al corrente di tutto, dell’incidente, di Janis, di come se l’era cavata con la giustizia e di come riusciva a non morire guardando la ragazza.
Nonostante detestasse passare per un bugiardo, non era ancora riuscito a trovare il momento giusto per mettere i suoi quattro amici seduti su un divano e aprirsi con loro, confessare, liberarsi di quell’invisibile peso che aveva sullo stomaco, ma che fingeva fosse l’emozione nel vedere Janis. All’ennesimo tentativo di prendere la parola, malamente interrotto da Harry, che non poteva non stilare un rapporto dettagliato sull’ultima ragazza che si era fatto alla festa di Louis, Liam tossì forte e guardò Zayn di sottecchi, grattandosi la nuca e borbottando un confuso “datti una mossa” in direzione dell’amico.
“Harry, puoi aspettare un secondo? Devo dire una cosa importante e ti assicuro che se non lo faccio ora, non lo farò più per le prossime settimane” disse il moro, puntando lo sguardo sul tappeto di casa Horan, dove quel giorno avrebbero dovuto studiare matematica per il test. Harry annuì lentamente, aggrottando le sopracciglia: Zayn non aveva mai usato un tono così spento, privo di qualsiasi emozione, ma soprattutto non aveva mai avuto una cera simile, sembrava davvero teso.
Niall si sistemò sul suo posto, scompigliandosi i capelli e passandosi la lingua sugli incisivi, come faceva sempre quando qualcosa lo preoccupava; Liam sospirò profondamente, rilassando finalmente le spalle e chiudendo gli occhi, mentre Louis ammutoliva. Potevano avvertire tutti il tormento del loro amico, quella insolita emozione che gli faceva tremare le mani e che gli faceva coprire la pelle di brividi. Non era così preoccupato nemmeno quando Anita Curry gli aveva detto di avere un ritardo di quattro settimane, perché quella volta aveva risposto con un freddo “sono affari tuoi” e aveva girato i tacchi. Ma quel ragazzo, quello con gli occhi sempre luminosi e le labbra sempre incurvate in un sorriso di scherno, aveva lasciato spazio ad un sosia, decisamente più riflessivo e riservato.
“Ti ascoltiamo” lo incoraggiò Louis, cominciando a strofinarsi le mani, in ansia per quello che sembrava opprimere anche il suo amico.
“Avete presente quando qualche settimana fa vi ho detto di avere un impegno?” domandò retorico.
“Era un venerdì pomeriggio” puntualizzò Niall, ricevendo una gomitata nel costato da Louis e uno sguardo truce da parte di Liam, mentre Zayn lo guardava con la testa ancora reclinata e annuiva lentamente.
“Non era vero che dovevo andare a casa di una ragazza…” ricominciò, ma fu subito interrotto da Harry.
“Quindi non ti sei scopato Susan? Ma avevi detto che aveva un fisico da sballo!” lo accusò il riccio, trattenendo un sorriso di scherno per il buco nell’acqua del suo migliore amico.
“Haz…” lo rimproverò Louis, distogliendo per un attimo lo sguardo dal viso contratto di Zayn e fulminando l’altro. Possibile che non capisse la fatica che stava facendo e l’importanza di quel momento? Certe volte Harry era davvero così superficiale.
“Sì, beh, no. Non me la sono fatta”, sospirò, “Ero ad un funerale” concluse il moro, senza troppi giri di parole, perché aveva notato che con i suoi amici era impossibile intavolare un discorso che ammorbidisse quell’enorme blocco di marmo che doveva sputare.
Niall aprì la bocca, stupito e al tempo stesso confuso: Zayn ad un funerale? Non sapeva che fosse morto qualcuno che conosceva e nemmeno un suo parente, al funerale del quale, tra parentesi, Zayn non si sarebbe presentato.
Quando Liam si accorse che Zayn non riusciva a proseguire, bloccato da chissà quale pensiero o sentimento o qualunque cosa potesse provocare una reazione simile, si schiarì la gola e cercò un contatto visivo con il suo amico, che tuttavia glielo negò e proseguì con apparente scioltezza.
“Avete presente Janis, sì? E quello che è successo a sua madre e a suo fratello?”, alzò la testa e fissò i suoi amici, muti e sbalorditi, mentre annuivano all’unisono, “Sono stato io”
“Che cosa…sei stato tu a fare cosa?” balbettò Louis, aggrottando le sopracciglia e rizzando la schiena, mentre uno strano presentimento gli annodava lo stomaco e gli faceva sudare la schiena.
“A provocare l’incidente. Ero ubriaco fradicio e avevo fumato, ma questo non mi ha fermato dal mettermi al volante…non mi sono accorto che ero contromano. Non ho avuto i riflessi per evitarla e…sapete tutti com’è finita”, la voce gli si incrinò e lui mascherò il tremolio con un breve colpo di tosse, abbassando di nuovo lo sguardo, consapevole di quale sarebbe potuta essere la reazione dei suoi amici. Non spiegò loro come e perché si sentisse così tremendamente attratto da Janis, non disse loro dei suoi sentimenti in continuo divenire, delle loro serate passate a ridere e guardare film, della voglia di baciarla che si impossessava di lui tutte le volte che erano insieme e non parlavano per qualche minuto, guardandosi e coccolandosi. Non glielo aveva detto perché in fondo nemmeno lui sapeva che cosa regolasse il tutto, quale strano meccanismo della mente o del cuore gli impedisse di dire a lei tutta la verità, di aprirsi e vedere cosa succedeva. Forse era la paura di perderla, forse era il terrore di farla soffrire, forse era semplicemente autodifesa. Oppure era solo amore.
Il silenzio che seguì quella confessione era denso di significato, di domande, di risposte non date, di parole di conforto o semplicemente di gesti trattenuti. Zayn sapeva cosa stava chiedendo ai suoi amici, sapeva che enorme fardello stava smollando sulle loro spalle, ma era anche certo che non li avrebbe lasciati da soli, così come loro non avrebbero lasciato solo lui.
 
Mentre il sole stava calando velocemente, Zayn camminava rapido lungo il marciapiede, le mani affondate nelle tasche dei jeans e lo sguardo basso, concentrato ad immaginarsi come sarebbe potuto essere rivedere Janis, dopo essersi alleggerito del peso che si portava addosso. Tuttavia era ben consapevole che dirlo ai suoi amici non bastava a vivere in pace. Doveva dirlo a lei, doveva rivelarle tutta la verità.
Non quella sera, però, perché dovevano guardare X-Men e non poteva lasciarsi scappare nemmeno un secondo di quel paio di ore che avrebbero passato accoccolati sul divano di casa Ryan, mangiando gelato al cioccolato e popcorn salati. Sorrise pensando alla prima volta che aveva sfiorato la pelle della ragazza: fu un gesto quasi casuale, uno sfioramento appena accennato, ma che era bastato a farla rabbrividire e stringere a lui istintivamente.
Suonò al campanello e fece un passo indietro, reclinando il capo e tirando su con il naso; aspettò solo qualche istante e subito la ragazza aprì la porta, accogliendolo con un caldo sorriso. Si spostò di lato e lo fece passare, per poi chiudersi la porta alle spalle e saltare in braccio al ragazzo, che ridacchiò e le cinse i fianchi con le braccia per non farla cadere, mentre lei nascondeva il viso nell’incavo del suo collo. Tenerla fra le braccia era la cosa più bella che Zayn avesse mai fatto, i loro corpi si incastravano alla perfezione e sembravano non doversi separare mai, ma lui le lasciò un bacio tra i capelli e la mise giù, per guardarla negli occhi e nutrirsi di quegli occhi così limpidi e vivi. Si fissarono per un po’, poi lei si mordicchiò il labbro inferiore e lui sorrise apertamente, accarezzandole una guancia lentamente. Avrebbe voluto dirle tante cose, stringerla ancora fra le sue braccia, scaldarla e lasciarsi scaldare il cuore, invece si schiarì la voce e abbassò lo sguardo, tormentato dal desiderio e dai rimorsi.
Nel più completo silenzio, Janis guidò Zayn fino in salotto e si passò una mano tra i capelli, lasciati sciolti come piaceva a lui.
“Dammi la giacca, che l’appendo” mormorò, improvvisamente in imbarazzo. Era insolito che si sentisse così, perché per quanto lei non avesse esperienze amorose, non aveva mai provato disagio con Zayn, si era sempre considerata al sicuro, al posto giusto, voluta bene. In quel momento, però, aveva lo stomaco tutto aggrovigliato, le guance rosse, il battito accelerato e i muscoli tesi, in attesa di un contatto con il ragazzo.
Quando tornò nel salotto, trovò Zayn ancora in piedi al centro del tappeto, le mani nelle tasche e la testa reclinata e ne rimase talmente affascinata che trattenne il respiro per non farsi scoprire, così da poterlo osservare ancora per un po’, studiare il suo profilo dolce, il naso appuntito, i capelli scuri, gli occhi chiusi e la barba ispida. Si morse l’interno della guancia, quando lui si voltò a guardarla e le sorrise apertamente.
“Il film sta per iniziare” disse con voce calda, facendola rabbrividire ma al tempo stesso sciogliere. Annuì leggermente e andò a sedersi sul divano, strinse le ginocchia al petto e vi appoggiò il mento, seguendo con gli occhi Zayn che prendeva posto vicino a lei, come tutte le volte. Quella sera, però, lo sentiva più vicino del solito, il calore che emanava era più intenso e le penetrava più a fondo nelle viscere e non sapeva perché, ma si sentiva come una calamita di polo positivo: attratta dal polo negativo fino ad attaccarcisi. Così drizzò la schiena e aspettò qualche istante, prima di appoggiare la tempia alla spalla di Zayn, che le passò un braccio intorno alle spalle e soffiò un sorriso; era sempre bellissimo averla lì, fra le braccia, sentire il suo profumo, regolarsi con il suo respiro, poterla accarezzare e coccolare. Non si era nemmeno accorto che la stava fissando, fino a quando lei non si voltò e lo sorprese, inarcò le sopracciglia e arrossì teneramente, mentre lui avvertiva un tuffo al cuore e tratteneva il respiro.
“Va tutto bene?” chiese lei, la voce ridotta ad un sussurro imbarazzato, anche se nessuno dei due era capace di interrompere il contatto visivo per primo. Zayn annuì e si avvicinò un po’ al viso di Janis, che non si mosse di un centimetro, incuriosita e paralizzata al tempo stesso. Fu un attimo e le loro labbra si trovarono, lei non oppose la minima resistenza e, anzi, si avvicinò ulteriormente a Zayn, che la prese in braccio senza interrompere il bacio e se la strinse al petto, dentro cui era scoppiata la terza guerra mondiale. Janis sorrise sulle labbra del ragazzo e gli accarezzò una guancia, come a verificare che stesse succedendo davvero e che non fosse solo una sua immaginazione. Arrossì ancora di più quando lui schiuse leggermente la bocca e accarezzò la sua con la lingua, impazientemente cauto per non rovinare tutto con la fretta e non spaventarla e lei lo lasciò fare, gli permise di approfondire quel momento che stava aspettando da tantissimo tempo. Appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e l’altra andò direttamente a scompigliargli i capelli corvini, mentre lui prendeva ad accarezzarle la schiena con gesti ampi e lenti e la faceva aderire completamente al suo petto, permettendole di mettersi a cavallo delle sue gambe.
Il cuore di Janis correva più veloce di qualsiasi felino esistente sulla terra, il suo corpo scottava e i suoi polmoni chiedevano sempre più ossigeno, ma le sue labbra non potevano lasciare quelle di Zayn oppure, lo sapeva, si sarebbe svuotata di tutto quello che aveva in quel momento: calore, vita, gioia, amore, Zayn.
Continuarono a baciarsi per minuti e minuti e si separarono solo quando Zayn sentì la colonna sonora dei titoli di coda e a quel punto ridacchiò e si allontanò si un centimetro da lei, giocò con la punta del suo naso e le lasciò un altro bacio veloce a fior di labbra. Aprì gli occhi e notò che Janis li teneva ancora chiusi, le ciglia lunghe nascondevano quelle iridi verdastre e di cui lui aveva un bisogno vitale.
“Non sai da quanto volevo farlo…” sussurrò, la voce più roca e affannata di prima, ma il cuore stracolmo di felicità. Fu allora che Janis lo guardò e si mordicchiò il labbro inferiore, arrossandolo ancora di più di quanto non fosse già per colpa del bacio.
“E tu non sai da quanto io aspettavo che tu lo facessi” rispose, allontanandosi definitivamente da lui, che tuttavia non sembrava intenzionato a lasciarla fuggire così e le passò una mano sulla nuca e le andò incontro, appoggiando di nuovo le labbra sul quelle sottili della ragazza e tornando così a provare quel vortice di emozioni che, era sicuro, lo avrebbe inghiottito.
“Non ti farò del male, Jan…” le promise, scostandosi di pochi millimetri da lei, che rabbrividì e ripristinò il contatto con quell’unica ancora di salvezza che aveva: Zayn.
Ora che Zayn aveva finalmente realizzato il suo sogno più frequente, poteva dirsi davvero felice, ma un’ombra calò sul suo cuore, oscurando anche quell’ultimo spiraglio di luce che si era intravisto quel giorno: aveva cominciato a ragionare con la vita, ad amare Janis con tutto il cuore, a raccontare la verità.
Solo parte della verità.

 


Aries' corner

Oh che fatica scrivere questo capitolo!! Non avevo ispirazione, ma soprattutto non avevo tempo! Il ritmo universitario mi sta massacrando! O sono in treno o sono a lezione o sono sui libri! Mamma mia!! Però sono carichissima e non vedo l'ora di iniziare il tirocinio!! :D
Ma la mia carriera universitaria non è l'importante! L'importante è questa dolce coppia Janis-Zayn, che finalmente si può chiamare coppia!! *^* Sono felice, devo confessarlo, perché non ne potevo più di scrivere di due ragazzi che si vogliono bene, ma che non sono fidanzati! Era ora che succedesse!! :D

Alla prossima!!
AP aka Mariuga 

PS: devo ringraziare Mich, che mi ha praticamente riavvicinata alla scrittura e ha creato due carinissime immagini Zanis che vi lascio qui sotto!! Grazie Poop! :3




 
 
   
 
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