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Autore: sweetlove    09/11/2013    6 recensioni
Trunks, Marron, il loro amore e una famiglia che cresce... tutto racchiuso in attimi.
Da 'Cielo e mare':
[...in quel momento, era pura acqua di mare, liquida e cristallina, dove si rispecchiava un cielo sereno. E un sole immenso, i loro bambini, la loro opera più bella.]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marron, Trunks | Coppie: Marron/Trunks
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un solo cielo sopra lo stesso mare'
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Moments of life
 
 
Cielo e mare
 
 
 
Ancora una volta occhi negli occhi. Cielo che si riflette sul mare. Perché proprio come cielo e mare erano: se uno era scuro lo era anche l'altro. Non poteva essere altrimenti, visto che erano una cosa sola, una sola anima. E anche se bisticciavano, anche se le porte sbattute in faccia erano ormai parecchie, anche se la vita li aveva messi alla prova più di una volta... Si amavano. Con tutto il cuore, con tutto lo spirito, con ogni cellula del loro corpo. 
E nessuno poteva negare che quel sentimento, ormai, nonostante fosse nato per sbaglio come la loro creatura, era più grande dello stesso cielo che li sovrastava, o dell'oceano che si stagliava immenso, a pochi passi da li.


Trunks l'aveva attesa sorridendo, nonostante dentro avesse un turbine di emozioni da farlo restare rigido come una scopa. Poche le parole che aveva detto, un paio le battute del suo amico di sempre che l'avevano reso capace di ridere.
"Cosa c'è?" Il moro gli aveva dato una gomitata, sotto gli occhi della turchina, seduta già al suo posto "Hai forse paura che la tua bella biondina ti pianti in asso?".
"Non sei divertente, Goten..." Aveva risposto, cercando di essere meno acido possibile.
Il chiacchiericcio eccitato che si era diffuso tra quella gente, la stessa di sempre, lo rendeva ancora più nervoso. Ma lo sapeva, sapeva di non aver motivo di esserlo. Sapeva che presto il suo più grande amore sarebbe apparso, che sarebbero stati ancora più uniti d'ora in avanti, dopo quell'ennesimo ma non meno importante passo.
Quante volte le aveva chiesto di sposarla? Aveva perso il conto... Tanti i problemi che avevano impedito quel matrimonio, ma era ormai arrivato il momento di pronunciare quel "sí" e formare la loro, preziosissima famiglia. O meglio, di ufficializzare il tutto, visto che erano una famiglia da ormai parecchio tempo, grazie all'angelica creatura bionda che sedeva accanto a sua nonna tra i primi posti e all'altrettanto amabile neonato, in braccio all'altra nonna, che aveva già pianto un paio di volte nonostante la cerimonia non fosse ancora iniziata.
Trunks era autonomo e indipendente dalla nascita, ma la mamma è sempre la mamma e per lei vedere il primogenito prender moglie doveva essere devastante a livello emotivo, sebbene la turchina fosse sempre stata restia alla commozione facile, proprio per non sembrare come l'amica mora, che alle nozze del figlio maggiore aveva singhiozzato come se fosse stata al sul funerale.
"Stanno arrivando..." Bra si era alzata in piedi, vedendo in lontananza la cognata, tenuta a braccetto da suo padre e sentendo gli occhi farsi lucidi.
Ma Trunks, che non aveva smesso di fissare l'ingresso nemmeno un istante, se n'era già accorto.


"Sei dimagrita..."
Diciotto aveva corrucciato lo sguardo, notando che, dall'ultima volta che l'aveva provato, la settimana prima, l'abito non le tirava più sul ventre, ma avanzava almeno un centimetro di stoffa.
"E ora?" Lo sguardo ansioso della figlia la indusse a uscire dalla stanza, prima che a Marron venisse una crisi di nervi.
"Aspetta qui, non ti muovere!" Le aveva detto, chiudendo la porta alle spalle. Quella tradizione prevedeva che lo sposo e la sposa non si vedessero il giorno delle nozze, fino all'altare, e sebbene fosse restia a mantenere certe usanze non voleva, almeno quel giorno, discutere con gli altri. 
Aveva fatto cenno alla consuocera, già in ghingheri e pronta ad accompagnare il figlio al suo posto sotto l'arco nuziale, ed era subito stata raggiunta. Due parole, un altro cenno all'esperta della situazione e tutto si era risolto in dieci minuti, grazie alle mani d'oro di Chichi, che poteva essere, a detta di Diciotto, una palla al piede ma, doveva ammetterlo, in qualità di sarta non aveva rivali.
Ed eccola lí, Marron, pronta per incontrare il suo amore e per coronare quella bella quanto travagliata storia. 
Non aveva voluto un abito bianco. Non le era mai piaciuto quel colore e anche se fosse stata vergine non si sarebbe fatta convincere. Aveva scelto un elegante avorio, poco sfarzoso, e aveva raccolto i capelli in uno chignon. Allo specchio si vedeva come distante anni luce da ciò che era davvero, la ragazza acqua e sapone poco avvezza allo shopping e mai alla ricerca di abiti e scarpe all'ultima moda. Non che detestasse curarsi, anzi, per lui spesso faceva un salto al negozio di intimo o dal parrucchiere, ma di abiti nella sua vita ne aveva indossati ben pochi. Eppure non era a disagio. Si sentiva proprio... Una sposa. Una bellissima sposa...
E se non gli fosse piaciuta?
E se ci avesse ripensato?
"Posso far entrare tuo padre?" La voce di sua madre la distolse da quegli assurdi pensieri. Ma come aveva fatto anche solo a immaginare di non piacere a quello che si era rivelato l'uomo più importante della sua esistenza?
"Sí... Però digli di non piangere!" 
"Troppo tardi... Io vado. Ti accompagnerà lui all'altare..."
"Lo so, spero non in lacrime. È ancora presto..."
Crillin era entrato nella stanza trattenendo i lucciconi, come richiesto dalla figlia e anche per mantenere un minimo d'immagine. 
Era fuori casa da cinque anni ormai e si era rassegnato, anche se, diamine, un matrimonio era sempre un momento unico e di distacco. D'altronde, era l'unica figlia che aveva...
"Sei bellissima, tesoro!" Le aveva detto, cercando di non pensare che tanta bellezza, quella notte come in futuro e negli anni già trascorsi, se la sarebbe goduta un'uomo. Ma in fondo aveva accettato anche questo. Due bambini erano nati da quell'amore, splendidi e sani, e di questo era entusiasta. Perché l'aveva capito... Sua figlia e Trunks erano la coppia, al momento, più innamorata del mondo e meritavano tanta gioia.
"Grazie papà..."
"Sei pronta?"
Marron aveva annuito e si era lasciata guidare dal suo papà, che fingeva di essere forte e tutto d'un pezzo ma che in realtà, lo sapeva, si sarebbe messo a singhiozzare come un moccioso.


Trunks aveva provato una sensazione, anzi, un turbinio di sensazioni uniche. Come se l'avesse vista per la prima volta, pur sapendo di amarla come nient'altro al mondo.
Aveva sentito gli occhi lucidi ma si era sforzato di non piangere, non piangere da tanta bellezza e tanto amore.
Era lí, la sua sposa, e suo suocero gliel'aveva affidata per poter, finalmente, andare al suo posto e piangere, mentre loro due si scambiavano le promesse e diventavano, finalmente, marito e moglie. 
Uno sguardo era bastato, ancor prima di dirsi "sí" davanti a quell'ufficiale, per ricordarsi a vicenda l'amore che avevano nel cuore.
E, finalmente, quella sillaba tanto banale quanto importante.
Trunks guardó sua moglie per la prima volta. Perché, in fondo, era sua moglie da pochi secondi. Voleva imprimersi nella mente quel momento tanto atteso, ricordarlo fino all'ultimo istante della sua vita, fino all'ultimo respiro. Ricordare lei, bella come mai l'aveva vista, viva, raggiante e dagli occhi azzurri come il mare. Perché, in quel momento, era pura acqua di mare, liquida e cristallina, dove si rispecchiava un cielo sereno. E un sole immenso, i loro bambini, la loro opera più bella.
Come per Trunks, anche per Marron, da quel momento, sparí tutto ció che li circondava. 
Si fece infilare la fede al dito, anche se con un piccolo momento di malinconia quando le sfiló il compagno dei suoi ultimi anni, l'anello di fidanzamento, arrivato la notte di Natale quando ancora aspettava Hope. A lei l'avrebbe regalato, un giorno, quando avrebbe capito realmente il significato di quel piccolo oggetto. E poi, a sua volta, infiló l'anello a quello che era appena diventato suo marito.
L'ufficiale sorrise, disse loro che erano ormai uniti in matrimonio e subito si levarono gli applausi. Ma a loro, di quella frase, non importava granché, poiché erano altrove da un pezzo, persi nei loro sguardi più intensi e amorevoli.
Non c'era più rumore.
Non c'erano più le lacrime dei genitori.
Non c'era l'ufficiale.
Solo Trunks e Marron e la loro nuova vita, nella loro casa, dove sarebbero andati quella sera stessa come fosse stata una luna di miele. Perché di lasciare i bambini per giorni lei non ne aveva voluto sapere.
E poi, tanto atteso, il primo bacio di quella nuova esistenza. Forse, dopo il primo, anni prima, il più bello.
"Ti amo..." 
Un sussurro, appena percettibile.
"Anche io! Troppo..."
Le nivee braccia che gli si stringevano al collo.
E poi la festa ebbe inizio.


Il conto dei brindisi era ormai stato perso. Tanta gioia, quella sera, in quella villa in riva al mare che avevano scelto per sposarsi e festeggiare. Tanta emozione, tanta allegria. Tanto amore, e con lui tanti annunci, come quello di Pan, che aveva finalmente trovato un ragazzo dalle intenzioni serie, e poi... quello di Goten, che aveva letteralmente urlato ai quattro venti che presto, anche prima della fine dell'anno, ci sarebbe stato un altro matrimonio: il suo, con Bra. Aveva evitato di dire anche il vero motivo per evitare di rovinare la festa nuziale del migliore amico, al quale aveva appena fatto da testimone. Ma Trunks lo sapeva e aveva riso sotto i baffi, mentre si portava alla bocca la coppa di champagne e guardava torvo sua sorella, che a sua volta stava per consumare l'ennesimo bicchiere alcolico, non troppo indicato per una donna in stato interessante.
Marron sorrise, tornando a sedersi al tavolo con i tre e tenendo fra le braccia il suo bambino, ormai sazio e prossimo al sonno.
"La festa è stata proprio bella..." Disse, notando le risate di amici e parenti, anche loro a pancia piena e soddisfatti. 
"Eh sí. Si sta facendo tardi..."
"Non dirmi che sei stanco, Trunks!" Lo guardó con la sua solita aria di sfida.
"Per cosa?"
Le fece l'occhiolino e la bació ancora.
"Beh, sarebbe il colmo. Hai insistito perché lasciassimo Hope e Junior dai tuoi, stanotte…"
"E anche domani…"
"Ecco, quello è ancora in forse!"
Trunks sospirò, fingendosi affranto ma pregustando già la loro prima notte in quella che sarebbe stata la loro casa.
"Ti farò cambiare idea…"
Marron centellinò altro champagne, lanciandogli uno sguardo carico di curiosità e desiderio.
"Ma è scritto da qualche parte che gli sposi debbano attendere la fine della festa per andarsene?"
Il Brief fece spallucce.
"Non credo… anzi…" Non le diede il tempo di dire altro. Prese il piccolo dalle sue braccia e lo passò a sua sorella.
"Ma… Trunks! Me l'hai quasi lanciato!" Protestò la turchina, sconvolta e disturbata nel suo momento di trance.
"Allenati, Bra! Hai solo otto mesi di tempo. E con uno come Goten potresti davvero trovarti ad afferrare un bambino al volo!"
Il moro lo guardò curioso.
"Che intendi dire?!"
"Te lo spiego domani. Se qualcuno te lo chiede, noi siamo a casa 'nostra'…"
Trunks strizzò l'occhio ai testimoni, che si guardarono e capirono al volo. Ma non ebbero nemmeno il tempo di chiedere cosa avrebbero dovuto fare col bambino che già i novelli sposi si erano dileguati.


Aveva sentito l'alcol risalirle al cervello non appena si erano alzati in volo, fuori dalla villa, sulla spiaggia.
Marron si era stretta a lui, nonostante sapesse volare già da un pezzo. Semplicemente perché le andava, desiderava stargli accanto il più possibile, anche se avevano ancora una vita intera davanti. Ma l'esistenza stessa aveva loro insegnato che bisognava godere di ogni minimo respiro, ogni minimo attimo, ogni singola emozione. Perché tutto può finire da un momento all'altro.
Ma entrambi speravano che, per loro, ci fosse solo un futuro felice e sereno.
"Sei felice?"
Trunks volava velocemente verso la loro dimora, tenendola saldamente per la vita e sorridendo come mai nella sua vita.
"Io tanto… tu?"
Marron gli rispose nell'orecchio, provocandogli un brivido intenso e dannatamente piacevole.
"Non ti rispondo nemmeno…" 
La baciò dolcemente mentre già, poco distante, il cupolone giallo della Capsule Corporation dominava la Città Dell'Ovest.


Bra e Goten si erano lasciati andare quando la musica aveva rallentato ed erano iniziati i lenti. E non erano gli unici.
Al tavolo erano rimasti gli avi, per così dire. Bulma e Vegeta non ballavano, e nemmeno Crillin e Diciotto. Non che ai due terrestri non sarebbe piaciuto, ma un certo Principe dei sayan e un'algida ciborg non erano certo i compagni di lento ideali, a causa della loro natura scontrosa e, in fondo, a causa della dannata timidezza dovuta al loro orgoglio.
"E così presto vi toccherà organizzare un altro matrimonio…" Crillin sorrideva beota fissando i due giovani, imitato da Bulma.
"Eh già. E anche in fretta. Chissà perché, poi… Bra è ancora giovanissima!"
"Marron e Trunks invece ci hanno fatto penare per farci assistere a queste nozze!" L'ometto sospirò, ancora emozionato per quel bellissimo e commuovente evento. Probabilmente ci avrebbe pianto sù ancora a lungo.
"Ne è valsa la pena… poverini, ne hanno passate tante. Però…" La turchina guardò verso l'angolo della sala dove avevano sistemato i bambini, ormai addormentati "…ci ritroviamo due piccole pesti, nonostante tutto!"
Guardò suo marito, che si fingeva disinteressato.
Bulma sapeva quanto Vegeta tenesse ai suoi nipoti, nonostante l'apparente freddezza. L'aveva visto più di una volta nascondere un sorriso, di quelli spontanei, che solo i bambini sanno donare.
Hope, poi… aveva la capacità di far sciogliere entrambi i glaciali nonni con la sua spontanea purezza.
"Un momento ma…" Crillin si grattò la nuca, voltando il capo da un lato all'altro.
"Cosa c'è?" Diciotto lo fissò incuriosita.
"Dove sono Marron e Trunks?"
Le due donne si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Stanno festeggiando, brutto imbecille! Non mi dire che non ti eri accorto della loro assenza?!" La bionda troppe volte rimaneva spiazzata e sinceramente divertita dal modo di essere così semplice di suo marito.
"C-cosa? Se ne sono andati?!"
Bulma fece spallucce.
"Anche io l'avrei fatto. Qui le danze andranno avanti per molto… loro staranno già ballando a casa!"
Con un occhiolino e uno sguardo complice con la consuocera, la donna ebbe il potere di far sprofondare l'ometto, come al solito, nell'imbarazzo più totale.
"Siete sempre inopportune!"
Un ringhio di Vegeta fece scoppiare una risata fragorosa.
Sì, erano inopportune ma viva la sincerità.


Tutto era stato sistemato a dovere.
Doveva ammetterlo: sua sorella e il suo ragazzo avevano avuto davvero un ruolo fondamentale nella riuscita di quella che si stava rivelando la miglior luna di miele che avessero potuto vivere.
Alla fine… cosa serve a due sposi oltre ai loro corpi? Forse un letto, ma poteva anche non essere indispensabile. Nonostante tutto loro l'avevano inaugurato ancor prima della toilette.
I due avevano fatto il loro ingresso nella loro dimora, un ingresso classico, tipico da novelli sposi. L'aveva portata dentro in braccio, ma quasi barcollando, visto che le bollicine dello champagne e del vino avevano raggiunto il cervello di entrambi, facendogli scambiare effusioni ma anche scoppiare in qualche risatina alcolica.
Poi, quando nella penombra avevano raggiunto la camera da letto, avevano smesso di ridere. Si erano guardati un istante prima di gettarsi sul materasso e ripartire da lì, in due, senza bambini da svegliare né coinquilini da cui nascondersi. Esistevano solo loro, i loro sospiri, i gemiti, le carezze e i baci.
E dopo due ore erano ancora lì, ancora ansanti ma felici come mai erano stati in quegli anni di convivenza.
Trunks carezzò i capelli biondi e ormai sciolti di sua moglie, che si era accoccolata al suo petto con aria esausta.
"Chi era stanco, Marron?" Chiese, sorridendo e sentendo ancora la testa leggera e vagante.
"Ok… ti avevo sottovalutato…" La voce soave col quale gli rispose gli fece emettere una risatina carica d'orgoglio.
"Mai sottovalutare Trunks Brief. Non per i prossimi vent'anni, almeno…"
"Ah, perché a neanche cinquantacinque anni diventerai impotente?! Potevi dirmelo ieri… ci avrei riflettuto qualche ora, almeno…"
La bionda scoppiò a ridere, immaginandosi lei e Trunks, vent'anni dopo, e non riuscendo a far materializzare quel pensiero. Chissà come sarebbero stati.
"Se te l'avessi detto non mi avresti sposato, no?"
Le baciò la fronte e la strinse più forte, tirando il lenzuolo per coprir meglio entrambi.
"Razza di imbroglione!"
"Vipera!"
"Stronzo!"
Marron alzò lo sguardo ma non riuscì a mantenerlo corrucciato a lungo. Era stata la giornata più bella della sua vita e anche quella nottata si stava rivelando interessante.
Si baciarono ancora, scambiandosi un sorriso, e chiusero gli occhi.
Tuttavia, nonostante la stanchezza, nessuno dei due riuscì a prendere sonno.
Avevano ancora tanta emozione in corpo, tanta voglia di stare insieme, da soli finalmente, dopo anni e davvero poco tempo da dedicarsi esclusivamente a vicenda.
Marron sospirò, muovendosi appena sotto quella leggera stoffa di lino. Era inizio estate ma di notte faceva ancora fresco.
"Che c'è?" Le chiese lui, facendo scorrere la mano sulla sua schiena.
"Non lo so…"
"Pensi a qualcosa?"
Sospirò ancora. Non lo sapeva. Forse per l'alcol, forse per le emozioni accumulate, aveva la testa piena.
"Non in particolare… perché non dormi? Tu pensi a qualcosa?" Alzò gli occhi per guardarlo e vide che, nonostante avesse gli occhi che brillavano, aveva lo sguardo serio.
"Un po' a tutto…"
"Ovvero?" 
Trunks la accarezzò di nuovo, facendola rabbrividire a quel contatto delicato e lento. Non rispose subito, semplicemente con un movimento fluido si girò sul fianco per averla di fronte e la baciò con dolcezza, venendo subito ricambiato.
Marron gli portò le mani sul viso, meravigliandosi ancora una volta nel poter stare così, in libertà, nudi in un letto e senza dover controllare gli orologi, chiudere le porte a chiave e aver paura di essere interrotti. Sarebbe durato poco, ma intanto voleva godersi ogni secondo di quella notte.
"Amore… non rispondi?" Gli chiese, staccandosi e facendo un respiro profondo mentre lo guardava negli occhi. Incredibile come, dopo anni, quello sguardo la facesse vacillare come una ragazzina innamorata alle prime armi.
"No… non ce n'è bisogno…" 
Trunks si mosse ancora, portandosi su di lei e riprendendo a baciarla con calma e delicatezza.
"E perché no?" Riuscì a chiedergli, tra un bacio e l'altro, ma con poca convinzione.
"Perché che ti amo ormai lo sanno anche i sassi… non mi piace ripetermi…"
"E se ti chiedessi di ripetermelo?" La bionda gli regalò un altro dei suoi sguardi carichi di sfida e amore.
"Allora te lo direi all'infinito…"
Il lilla le tappò definitivamente la bocca, tornando ad amarla come se fosse l'ultima volta.
Ancora un'ora e sarebbe sorto il sole. Tanto valeva approfittare di quell'ultima fetta di notte.



Nota dell'autrice


Ebbene, eccomi qui, a completare anche questa raccolta. E, spero, nel migliore dei modi, ma dalle vostre richieste pare di sì. Avete (abbiamo) spasimato per vedere questi due sposarsi… tutti contenti?
Che dire. Vorrei abbracciarvi uno ad uno per aver seguito questi capitoli, per averli recensiti, preferiti, ricordati.
Per tutto insomma.
Che fine farò? Chissà… di certo le mie dita non smetteranno di scrivere ;-)
GRAZIE a tutti!


Sweetlove

 

 

   
 
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