Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: anqis    09/11/2013    3 recensioni
È venerdì, ci sono quattro amici imbottigliati in una vecchia auto. Al volante c’è Louis, con una patente stropicciata nel portafoglio della tasca dei jeans e una notizia importante da annunciare. Seduto accanto a lui, Niall ride, beve perché non tocca a lui guidare e parla di come si farà trovare nell’armadio di Leslie dopo la doccia – «Nialler, davvero esilarante, ma ti vorrei ricordare che lei è mia sorella» «Lo so amico, mi copro gli occhi, promesso». Zayn dorme dietro, il cappuccio calcato sulla testa e tanti mh che Bethan proprio non sopporta. Liam canticchia pensando a come si divertiranno questo weekend tutti e cinque insieme. Perché c’è anche Harry in viaggio su un’altra auto. Si è addormentato – senza permesso – sulla spalla minuta di una nervosa Ethel che non dice nulla, perché va bene così. C’è Leslie che continua a lamentarsi perché sono costrette a convivere sotto lo stesso tetto per novantasei ore con quegli idioti. Non si accorge di Bethan che arrossisce, sbanda e sbaglia strada ogni volta che nomina Louis e la sua pessima abitudine di dormire solo in boxer. «A volte se ne dimentica e si presenta così a colazion- Bethan, ti avevo detto di girare a destra!»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '96 hours.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


96 hours.

Venerdì.

«Io odio mia madre.»
«È la decima volta che lo ripeti» le fa notare Bethan stringendo le dita attorno al volante. «Sei sicura che sia l’indirizzo giusto?» domanda poi guardandosi attorno, il piccolo maggiolino di sua madre parcheggiato sul marciapiede di fronte ad una delle tante villette che caratterizzano le vie di Holmes Chapel. 
Leslie annuisce sbuffando, il naso all’insù e una ruga in mezzo alla fronte difficile da cancellare. «Perché dobbiamo dargli un passaggio?» si lamenta con un sospiro.
Bethan scuote la testa: «Perché i ragazzi sono cinque e nell’auto di Louis ci stanno solo in quattro più il borsone delle schifezze.»
«C’è sempre il bagagliaio» fa notare la castana.
«Pieno di valigie.»
Sbuffa ancora e Ethel si sta stancando. Si è svegliata alle sei di mattina perché la notte precedente si è scordata di abbassare le tapparelle: si era persa ad osservare le poche stelle in quell’inchiostro di cielo. Vorrebbe dormire e l’avrebbe già fatto se solo l’idea di un viaggio in auto di due ore con Harry Styles seduto al suo fianco smettesse di sovraccaricarle i nervi. Si domanda perché proprio lui tra tutti i cinque e non Liam o Zayn, semplicemente qualcun altro. E soprattutto perché l’agita così tanto questo pensiero quando da sempre non si è mai lasciata toccare dalla presenza di anche solo uno di loro. È da stupidi e lei non lo è.
«Beh, pensa positivo, Les: almeno non sei nella stessa auto di Niall» dice Bethan strappandole uno sbuffo, ma insieme anche un sorriso. Che scompare subito perché la porta della villetta si apre e spunta la figura alta di Harry, un grosso borsone sotto braccio. Ethel si abbassa sul sedile maledicendo il fatto che non conosca la strada per la baita e la patente che non ha: a quest’ora sarebbe seduta su uno dei sedili anteriori. 
«Non in auto, ma tra due ore condivideremo la stessa aria e gli stessi pasti per quarantotto ore» Leslie sbatte la fronte ripetutamente contro il finestrino e questo porta Harry a fermarsi a qualche metro di distanza. Alza le sopracciglia, ma poi si stringe nelle spalle ed apre lo sportello.
«Ehi.»
«Ciao, Harry!» Bethan è l’unica a salutarlo.
Il ragazzo abbozza un sorriso pigro di chi deve essersi appena svegliato. Lancia il borsone alle sue spalle nel bagagliaio e poi si libera del giaccone a vento: si sta bene, al caldo nel piccolo abitacolo che profuma di pino, sigaretta e femmina. Sfiora con un gomito Ethel ed allora le sorride come per scusarsi. La bionda fa spallucce. 
L’auto parte, mentre Harry si calca bene il berretto di lana grigio sui capelli cespugliosi, più sconvolti del solito, dovuto forse ad una doccia: c’è un forte profumo di shampoo, ora. Si sistema le cuffie nelle orecchie e ha già le palpebre abbassate. Lo imiterà anche Ethel, soltanto a mezz’ora da destinazione, trascorrendo il tempo a spiarlo di sottecchi mentre Beth canticchia sottovoce e Les le indica dove svoltare. Poi però non regge e si addormenta anche lei. Un po’ più vicino.


Quando arrivano, ad attendere Les c’è una brutta sorpresa. 
«Ho tenuto libera la stanza accanto alla mia» le sorride malizioso Niall, appoggiato allo stipite della porta già in tuta grigia e calze natalizie. «Non devi ringraziarmi, dolcezza.»
La ragazza lascia cadere il borsone e la testa sulla spalla di Beth, che alza gli occhi al cielo e si domanda, insieme alle altre due ragazze, da dove sia spuntato. È irlandese, si dicono tutte e tre in mente. Fortunatamente per il biondo però sopraggiunge il fratello maggiore, che prima gli tira una ciabatta, e le tranquillizza informando loro che i due dormiranno insieme – “Lo controllerò ventiquattro ore sue ventiquattro, fidatevi” “Ma sei hai il sonno pesante, Lou” - e che la loro stanza è abbastanza grande per tutte e tre.
«Nel caso Niall attaccasse, ci saranno Beth e la musona a difenderti» strizza un occhio.
«Sempre che Louis non si unisca a me» interviene il biondo, un maledetto ghigno divertito e malefico a storpiargli la faccia, in forte contrasto con le guance rosse e gli occhi così azzurri e puri.
Louis ride buttando la testa all’indietro: «Attenta Bethan, mi raccomando» scherza, ma la ragazza non può proprio fare a meno di arrossire come un peperone e allora sì che Leslie se ne accorge e «No, ti prego no» sibila sgranando gli occhioni azzurri.
Ethel sospira. È un attimo che si trovano spinte nella loro stanza seguiti dagli sguardi confusi dei due ragazzi. Si siede sul parquet già caldo ed incrocia le gambe.
«Beth, dimmi che è la stanchezza del viaggio e tu non sei davvero arrossita alla solita battuta scema di quell’idiota di mio fratello.»
Gli occhi azzurri di Leslie cercano quelli scuri dell’amica, ma quest'ultima non sembra dell’intenzione di sollevare lo sguardo dal pavimento. La castana si porta le mani tra i capelli, imprecazioni che si spengono sulle labbra per la sorpresa. Ethel ridacchia, non se lo aspettava una sfuriata silenziosa, non è da Leslie. Significa che è davvero sconvolta.
«Les» tenta di dire Beth, ma l'altra la blocca sul nascere con una mano alzata.
«Devo – devo solo» si siede per terra vicino ad Ethel. «Devo solo elaborare la cosa. Mi ci vuole tempo» inspira alla fine affondando il viso nell’incavo tra le ginocchia raccolte. Trascorrono minuti nei quali il tempo sembra essersi fermato così come il respiro di Beth. Poi però la sua migliore amica solleva lo sguardo e «Da quando?» le domanda.
«Uhm, qualche mese» tentenna. «Non lo so.»
«Da quando.»
«Da settembre.»
Si copre gli occhi, quasi sperasse di svegliarsi dallo strano sogno in cui è finita. «Dannazione, Beth, potevi dirmelo. Quattro mesi non sono pochi. E tutte le volte che ti ho invitato a casa mia come se niente fosse.. e non me ne sono mai accorta. Che razza di migliore amica sono? Ethel lo sapeva?»
«No.»
«Sì» dicono insieme.
Leslie spalanca gli occhi: «Perché a lei glielo hai letto?!»
Beth gesticola come fa sempre quando è agitata o nervosa. «Io non gliel’ho detto, ti giuro..»
«Infatti» Ethel capisce di dover intervenire. «L’ho capito da sola.»
«Ancora peggio! E perché tu non me lo hai detto?»
«Non spettava a me. E poi.. così è più divertente.»
La castana la fulmina con gli occhi, ma poi lascia perdere e torna a rivolgersi a Bethan. Lo dice con cautela, scandendo piano le sillabe: «Perché?»
Allora anche lei si siede e raggiunge le altre due. Si stringe una ciocca di capelli ramati tra le dita esili e si sistema gli occhiali dalla montatura spessa sul naso piccolo. «Non lo so.»
«Non mi basta, Beth.»
«È che mi fa sentire speciale, forse. Non sono mai stata il tipo di ragazza appariscente, non sono esuberante come te» si rivolge a lei, che scrolla le spalle senza negare nulla che non sia vero. «O particolare come Ethel» la bionda alza le sopracciglia, ma non si esprime. Lei passa inosservata, sempre. «E con lui è come se improvvisamente si spegnessero le luci e venissi illuminata da un occhio di bue.»
Leslie è sorpresa dalla confessione della sua amica, dalle guance di un rosa vivo e dagli occhi scuri quasi lucidi e sognanti mentre parla. Non riesce a trattenersi e si sdraia a terra, accanto alla sua gamba. E guardandola dal basso, fa una smorfia: «Lui lo sa?»
«No.»
Ethel le ha raggiunte, silenziosa, ma presente. Beth raccoglie la sua mano tra le sue e Leslie mormora più seria che mai: «Giuro che se ti fa soffrire, gli scambio il dentifricio con la colla super resistente.»


È sera ormai, sono tutti premuti sui due divani in salotto, tranne Niall che seduto sul tappeto sta vanamente cercando di infilarsi tra i piedi di Leslie, la quale risponde a pedate. Bethan sta lavando gli ultimi bicchieri e le posate, mentre Zayn sta cercando di schiacciare i diversi cartoni di pizza nel sacco della spazzatura fuori. La televisione è accesa, ma nessuno sembra interessato al programma natalizio mandato in onda. 
«Ehi.»
Le viene quasi di istinto alzare il viso, ma si costringe a tornare alla parole del libro sotto mano. Probabilmente non si sta neanche parlando con lei. Ma una mano si poggia sul suo braccio ed allora capisce che Harry le ha appena rivolto la parola. Aggrotta le sopracciglia scure -  non le piace essere interrotta nel bel mezzo di una scena avvincente -  e sostiene lo sguardo di Harry che le si è seduto accanto. «Mh?»
«Ciao.»
«Perché sussurri?»
Lo ha preso in contropiede, pensa vedendolo aggrottare a sua volta la fronte. Poi però piega le guance in un sorriso timido e divertito. Cosa c’è di divertente in tutto questo? «È l’atmosfera» spiega accennando al buio sfocato dalle decorazioni natalizie, dalle luci che hanno appeso nel pomeriggio e l’unica lampada accesa accanto a lei. «Ma volevo scusarmi per questa mattina.»
«Di cosa?» Ethel finge di non capire.
Harry si gratta una guancia posando gli occhi altrove. Quando parla però torna a guardarla, ancora più intensamente di prima. Saranno le luci. «Per essermi addormentato sulla tua spalla durante il tragitto.»
Ricorda la sensazione dei riccioli del ragazzo accarezzarle la pelle del collo, il profumo dello shampoo alle more sembra ancora disperdersi nell’aria. Si sente accaldata e non può fare a meno di ringraziare il buio che la nasconde agli occhi del ragazzo, così vicini e verdi. «Non fa niente» risponde forse troppo meccanicamente. «Nessun problema» tenta ancora.
«Sì?» domanda lui.
Uhm, «Sì.»
«Va bene» e come se nulla fosse, con nonchalance poggia di nuovo la testa sulla sua spalla. «Grazie» sussurra. Adesso Ethel neanche si ricorda il titolo del libro che stringe tra le mani. 


Zayn è ancora fuori, quando Louis raggiunge Bethan in cucina. La stringe da dietro fregandosene delle mani sporche di pomodoro e schiuma, facendola irrigidire ma insieme ridacchiare. Ubbidisce quando lei gli ordina di liberarla e si siede sul tavolo, le gambe che fendono l’aria.
«An
«Dimmi, Boo» sorride, solo lui la chiama così e soltanto lei ha il permesso di usare quel nomignolo affibbiatogli da sua madre quando aveva all’incirca sei anni. 
«AGennaiopartoperLondra» spara Louis a tutta raffica.
Bethan si ferma con un bicchiere in aria. Si volta lentamente per incrociare lo sguardo birichino di Louis, la luce divertita negli occhi azzurri di quando la sta mettendo nel sacco. Tutto ciò che vede però in quegli occhi è serietà e un po’ di malinconia. «Come, scusa?» domanda calma, ma la voce trema già come il bicchiere tra le sue mani.
Louis sospira senza deviare lo sguardo, perché è coraggioso. Leslie e lei hanno sempre scommesso quando erano piccole che Louis sarebbe sicuramente finito in Grifondoro se fosse stato un mago – per quel che ne sapevano loro. «A Gennaio parto per Londra» ripete piano sollevando un angolo della bocca. «Mi hanno accettato all’università.»
Bethan vorrebbe sorridere, gridare, ridere e abbracciarlo. Sorride sì, ma con le lacrime agli occhi, ride per non piangere e lo abbraccia di slancio perché improvvisamente lo sente già lontano miglia e miglia. Louis le stringe la vita e le bacia la fronte, «Scusa» le sussurra e continua fino a quando la porta del retro della cucina si apre e Zayn compare sullo stipite.
«Mh» mormora, come al solito - Bethan lo trova irritante. «Mi sono perso qualcosa?» domanda chiudendosi la porta alle spalle, il berretto di lana tempestato da fiocchi di neve. 
Louis sorride e risponde: «No.»
Perché non è stato Zayn a perdere qualcosa.



 
- angolo autore.

Buonasera a tutte!
Sì, sto prendendo l'abitudine di pubblicare tardi, forse perchè è l'unico momento in cui posso e il computer della mia amica è più o meno libero e a mia portata di mano. Non posso intrattenermi molto però, quindi.. spero davvero che vi sia piaciuto questo capitolo quanto a me è piaciuto scriverlo. Mi dispiace di aver parlato poco dei personaggi di Leslie e Bethan. Di Leslie vi dico semplicemente che ho già scritto una one shot su Neslie (Niall/Leslie - che nome figo ahah!) e che lei è una Tomlinson DOC quindi, Niall avrà molto lavoro da fare. Bethan è invece la dolcezza in persona, la mamma della situazione diciamo, e stronza come sono, le ho fatto perdere Louis AHAHA ma non preoccupatevi: non date assolutamente per scontato lei e Louis e.. uh uh. Io amo questo Niall, così inopportuno, schietto e irlandese. Louis è un adorabile fratello maggiore, dolce e- prima impressione: secondo voi ricambia Beth? Liam è quasi un personaggio di contorno, ma sarà più presente con l'andare avanti. Poi c'è Zayn che mh, tenetelo d'occhio, mi raccomando. Infine Harry e Ethel che sto zitta, penso parli il capitolo da sè - aksjdhdsjaka. 

Grazie di cuore a chi ha aggiunto questa mini-long tra le seguite/ricordate/preferite e quelle meraviglie che mi hanno fatto sapere il loro parere, sia via recensione che su facebook (potete trovarmi come Anqi Efp). Aspetto di sapere cosa pensiate su questo, sperando di non aver deluso nessuna aspettativa!

Anqi.

ps. se volete dare un'occhiata, ho pubblicato recentemente una one shot su di Louis di una serie in corso.
Che se non fosse per te della serie della serie Ora con te.

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: anqis