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Autore: anqis    31/10/2013    4 recensioni
È venerdì, ci sono quattro amici imbottigliati in una vecchia auto. Al volante c’è Louis, con una patente stropicciata nel portafoglio della tasca dei jeans e una notizia importante da annunciare. Seduto accanto a lui, Niall ride, beve perché non tocca a lui guidare e parla di come si farà trovare nell’armadio di Leslie dopo la doccia – «Nialler, davvero esilarante, ma ti vorrei ricordare che lei è mia sorella» «Lo so amico, mi copro gli occhi, promesso». Zayn dorme dietro, il cappuccio calcato sulla testa e tanti mh che Bethan proprio non sopporta. Liam canticchia pensando a come si divertiranno questo weekend tutti e cinque insieme. Perché c’è anche Harry in viaggio su un’altra auto. Si è addormentato – senza permesso – sulla spalla minuta di una nervosa Ethel che non dice nulla, perché va bene così. C’è Leslie che continua a lamentarsi perché sono costrette a convivere sotto lo stesso tetto per novantasei ore con quegli idioti. Non si accorge di Bethan che arrossisce, sbanda e sbaglia strada ogni volta che nomina Louis e la sua pessima abitudine di dormire solo in boxer. «A volte se ne dimentica e si presenta così a colazion- Bethan, ti avevo detto di girare a destra!»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '96 hours.'
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96 hours.


Giovedì.

È tardo pomeriggio, c’è silenzio nella camera da letto che dà sul cortile del retro. Leslie, stravaccata sulle lenzuola, scorre la bacheca di Twitter con una smorfia di noia e repulsione dipinta sul volto. Bethan sta leggendo un libro, al suo solito; Ethel ascolta la musica seduta sulla panca davanti alla grande finestra. 
Da un punto di vista esterno non sembrerebbero neanche conoscersi, figurarsi amiche. Ma con occhio attento, si può notare che il silenzio che aleggia nell’aria non sa di imbarazzo o differenza, ma solo di silenzio: quello tranquillo, delle biblioteca le mattine o della camera di Bethan la notte prima di un esame importante. In cui ti perdi e riesci quasi a percepire l’eco dei tuoi pensieri rimbombare contro le pareti delle stanze. E che sfortunatamente durano poco.
Leslie ha sollevato gli occhi al cielo, le labbra strette in una smorfia. Ethel sa che ora comincerà a lamentarsi delle degenerate di twitter – nonostante lei sia una tra quelle, ma questo non glielo dice. Si sfila una cuffia nello stesso momento in cui Bethan ha finito il capitolo e ripone il segnalibro che Leslie le ha confezionato alle elementari con la stoffa di jeans. 
«Io-»
Esplode la confusione al piano inferiore. Ci sono passi, grida, risate e Leslie chiude di scatto la bocca, offesa. Abbassa le palpebre e inspira profondamente aspettando che torni il silenzio, perché è questo ciò di cui ha bisogno il suo prossimo sproloquio da premio Nobel. Qualcuno però non sembra dello stesso parere. Una risata in particolare riecheggia tra le mura della casa. Leslie si è già liberata del laptop, è in piedi con una mano sulla maniglia. Non si accorge delle guance rosse di Bethan, che quella risata l’ha riconosciuta per prima. Ethel alza un sopracciglio, ma non dice nulla. 
«Louis Tomlinson!» grida la castana.
E il fratello è proprio sulla porta di camera sua, le scarpe di calcio che lasciano terriccio lungo il corridoio. Spalanca gli occhi azzurri, che entrambi hanno ereditato dalla madre, le sopracciglia sottili che si inarcano al limite del possibile. «Leslie Tomlinson» ribatte. «E con lei la musona e – ciao Bethan!»
Quest’ultima saluta con una mano, la musona arriccia il naso senza degnarlo di uno sguardo. Leslie sbuffa sonoramente e «È possibile che ogni volta che torni dagli allenamenti devi fare tutto questo casino? Stavo cercando di studiare, io.»
A quelle parole il fratello maggiore scoppia a ridere. «Studiare, tu?»
«Esatto» risponde lei, un sorriso furbo e divertito, segno distintivo dei Tomlinson  «Studiavo un piano per eliminarti definitivamente e appropriami anche della tua camera da letto.»
«Non ti sono bastati la mia copertina di plaid preferita, la collezione di carte di Pòkemon, due e tre mie felpe preferite e la maglietta del concerto dei Killers?» domanda sconcertato il fratello. 
«Quelli erano solo degli assaggi» replica Leslie, ma sta già sorridendo e forse si è già dimenticata dell’importante discorso sulle disagiate di twitter che stava per intavolare. Accetta la mano di Louis che le scompiglia i capelli castani come i suoi, forse di una sfumatura più scuri, quando però dei passi sopraggiungono fino a loro. 
«Ehi, dolcezza!»
Niall Horan, occhiali da sole a fine Dicembre a nascondergli le occhiaie del dopo-sbornia e maglietta dei Bulls sopra una a maniche corte bianche, sorride amichevole. Louis vorrebbe mettersi una mano in faccia perché ora sarà impossibile non litigare con sua sorella: Leslie prova una sorta di antipatia – no, è odio –  nei confronti dell’irlandese, da quando in prima liceo ha espresso a gran voce nel bel mezzo del corridoio un certo apprezzamento sulle sue mutandine con i panda – che il pomeriggio prima avevano visto in cortile mentre sua madre stendeva il bucato e loro tentavano di non sporcare i panni puliti con il pallone incrostato di terra. Spera solo che si sfoghi unicamente sul suo amico, in modo che possa sgattaiolare via prima.
«Nialler, smettila di provarci con la mia sorellina» dice tirando una gomitata al biondo che ride e – se le cerca – appoggia un braccio intorno alla spalla della sorella. Leslie si irrigidisce.
«Provarci? Come se ce ne fosse bisogno: lo sappiamo tutti, io, tu, lei, Bethan – ciao, bella! – e la musona che siamo tremendamente attratti l’uno dall’altra. Giusto, Les?»
Ethel sorride sotto i baffi: le piace Niall Horan, è forse troppo chiassoso, ma insieme così inopportuno e idiota – ma davvero, davvero idiota – in senso positivo che è impossibile non trovarlo divertente. E Leslie è semplicemente adorabile quando c’è lui attorno.
«Niall Horan. Togli questo lurido, spocchioso e sudaticcio braccio dalla mia spalla o sarò costretta ad amputartelo seduta istante» adorabile, ecco. 
Soprattutto quando lo prende per l’orecchio, come sta facendo ora per esempio – “ahi ahi ahi, Les, mi fai male!” – e lo zittisce nonostante lui sia in netto vantaggio fisico. Cominciano a discutere ovviamente, Niall le domanda il perché di tale astio nei suoi confronti e Leslie semplicemente aumenta la stretta delle dita attorno al lobo ormai rosso del ragazzo. Louis si è già dileguato. Ethel allora si alza, silenziosa, ed esce dalla stanza: ha sete. Bethan la imita, forse per un motivo diverso.
In salotto ci sono gli altre tre amici di Louis: quello con la carnagione dorata che Ethel un po’ invidia di cui non ricorda mai il nome, quello che la saluta sempre con un sorriso mite ed educato; e Harry, l'unico che le rimane in mente, perché ha i capelli strani e beh, Harry Potter. Fa un cenno con il capo quando attraversa il salotto, ma nessuno sembra davvero notarla. Bethan invece la salutano e lei ricambia, la voce bassa e delicata. 
«Dovresti degnarli di un ciao qualche volta» le dice quest’ultima quando la raggiunge in cucina.
«Lo faccio.»
«Non è salutare quel cenno della testa: sembra un saluto militare.»
«Sempre saluto è.»
Bethan ridacchia. Ha già messo l’acqua sul fuoco ed ora si sta allungando sulla credenza per tirare fuori le tazze. «Mi tagli il limone?» chiede e lei ubbidisce. Il rumore dei biscotti che cadono sui piattini fa pensare Ethel: chissà perché è sempre Bethan a fare il the in una casa che non è neanche sua?
Poi Louis entra, i capelli umidi di una doccia veloce e un asciugamano poggiato sul collo abbronzato. «Il the!» esclama felice, guarda subito Bethan e «Se non ci fossi tu in questa casa non saprei che fare!» l’abbraccia da dietro con lo stesso affetto che nutre per la sorella inferiore. La differenza è che Bethan non è sua sorella e ha le guance rosse scarlatte.
«Mh» Zayn è comparso sullo stipite e li guarda con un cipiglio indecifrabile. «Avete bisogno di aiuto?» domanda rivolgendosi però ad Ethel che scrolla le spalle.
Bethan tossisce e solo allora Louis la libera non prima di averle schioccato un bacio tra i capelli ramati. «No, Zayn, sei utile quanto un cactus nel bel mezzo di un deserto.»
Il moro aggrotta le sopracciglia folte: «Mh, quindi sarei l’unica fonte di acqua nel raggio di chilometri e chilometri?»
«Esat- no, aspetta.»
«Louis, sei così-»
«Louis!»
È Leslie che con le guance paonazze sta gesticolando, una mano stretta al colletto della maglietta di Niall al suo seguito. 
«Esattamente ciò che volevo dire» sorride Zayn.
«Cos’è questa storia che trascorrerete il week-end nella casa in montagna?!» strepita.
«Mh» mormora il Zayn, Liam gli si affianca da dietro aggrappandosi a lui per la spalla. Arriva anche Harry, dopo un po’, e si appoggia allo stipite della porta, un sorriso pigro dipinto sul viso rilassato. Ha i capelli ancora più disordinati oggi – pensa Ethel – probabilmente a causa del vento. Quando si accorge che si è raccolto le prime ciocche in un codino, sorride pensierosa e accidentalmente si taglia con il coltello. Si morde il labbro inferiore e lo sciacqua subito sotto il getto freddo del lavandino. Nessuno si è accorto di nulla.
«Ne ho parlato ieri con la mamma e mi ha detto che è d’accordo» spiega Louis.
«Ieri» marca Leslie. «Io gliel’ho chiesto una settimana prima!»
Il fratello maggiore fa spallucce. «Non capisco quale sia il problema.»
«Perché non si sono fermati a me i nostri genitori?» si lamenta la più piccola con le mani tra i capelli e Louis vorrebbe ribattere che lui è nato per prima, ma non ha neanche il tempo di aprire bocca che la sorellina logorroica lo zittisce. «Il problema è che non possiamo entrambi, io con le mie amiche e tu con i tuoi, trascorrere l’intero week-end insieme!»
«E perché?»
«Convivere quarantotto ore sotto lo stesso tetto con..» Leslie libera Niall dalla sua stretta spingendolo in avanti. «Stai scherzando, spero.»
«Ma se mi adori.»
«Sarà interessante» dicono insieme. 
Harry scoppia a ridere buttando indietro la testa mentre Bethan arrossisce all’idea di dormire a pochi metri da Louis – ne è passato di tempo dai pigiama party e prima non aveva problemi a saltare nel letto dell’altro, ma ora è.. diverso. Zayn sbuffa, ma sta sorridendo e Liam sta già esponendo all’amico alcune idee divertenti da fare – “I marshmallow intorno ad un falò, Zaynie, capisci?” – tutto convinto. Ethel non dice nulla, così come Leslie che sta sgranando gli occhi e sembra sul punto di esplodere e distruggere tutto ciò che la circonda. 
«Io vi odio» sibila alla fine. «Convincerò la mamma a lasciarmi la casa» e scompare in salotto. Allora Niall batte il cinque a Louis che «Se ti becco nella sua camera, giuro che-».
«Tranquillo, mate. C’è sempre il bagno.»
I ragazzi si dileguano per una partita alla Play e Bethan è già alle costole di Leslie per consolarla. Solo quando sopraggiunge il silenzio, che Ethel si ricorda dell’acqua che scorre. Osserva il dito sottile e pallido: la ferita non si è rimarginata, ma il sangue  non c’è più.
«Ethel.»
È Harry.
«Stai più attenta» le dice accennando alla mano che ha lasciato cadere lungo il fianco e che non si è neanche premurata di nascondere: e perché dovrebbe? La bionda lo guarda negli occhi, Harry abbozza un sorriso ed afferra il vassoio con i biscotti. Se ne va, mentre «Riccioli» mormora Ethel, confusa. Se n’è accorto.



 
- angolo autore.

Buonasera a tutte, è un po' tardi lo so. Non è mia abitudine pubblicare a quest'ora, ma è da tempo che non lo faccio ed ora colgo l'occasione che sono dalla mia migliore amica. Buon Halloween a tutte, spero siate sveglie e annoiate da riuscire a sorbirvi anche questa cosa. Allora, "96 hours" è una mini-long da circa quattro capitoli + epilogo. I quattro capitoli corrispondono ai giorni della settimana che i nostri protagonisti trascorreranno nella baita in montagna, novantasei ore di convivenza e tanto fluff, vi avverto già in partenza! E' di primo impatto sicuramente una trama banale piena di clichè, e forse è proprio questo - la mia sincera beta l'ha descritta come una "fanfiction da sedicenne", ma infondo è proprio ciò che sono, no? ahah - ma piacevole da leggere - o almeno spero - dolce e divertente, quindi provate a darle almeno una possibilità!
Non ho molto da dire, se non che adoro Ethel e il Harry di questa storia è il più simile al "reale" Harry per me; ma non meno Bethan e Leslie e preparatevi perchè non tutto è ciò che può sembrare, okay?
Scappo dalla mia migliore amica che le fa male la schiena e spero davvero di poter leggere qualche vostro parere, ci tengo molto come sapete! (Non aspettatevi aggiornamenti settimanali, salto da un computer all'altro ewe)

Anqi.
   
 
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