Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Infinity19    23/04/2008    11 recensioni
“Sta tramando qualcosa, ne sono sicuro!” Affermò risoluto Harry, mentre pranzava in Sala Grande insieme ai suoi compagni di Grifondoro. “Ormai ne ho la prova!” Continuò, mentre i suoi occhi guardavano sospettosi verso la tavolata Serpeverde. “Guarda Neville, l’ha fatto ancora!” “Ma di chi stai parlando, Harry?” Chiese l’ingenuo Grifone. “Come di chi? Ma di Malfoy! Cavoli, ma non hai visto? Mi stava fissando!” Rispose con una chiara nota di eccitazione nella voce. “Non ho più dubbi: Malfoy, mi sta spiando!” Esclamò gongolante con negli occhi una luce che non gli si vedeva da un po’ di tempo. Neville sorrise di cuore nel rivedere il suo amico rianimarsi dopo settimane di completa apatia. Settimane dove per l’appunto un certo biondino, stranamente, aveva cominciato a comportarsi in modo anomalo, evitando del tutto ogni tipo di confronto sia verbale, insulti e offese, sia fisico, litigi e duelli, con Potter. Harry, con l’aiuto di Neville e di un inconsapevole Blaise, andrà alla ricerca del mistero che nasconde Draco Malfoy, ma ciò che scoprirà sarà qualcosa di davvero inaspettato…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL BOCCINO DI CIOCCOLATA DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi sono proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa non è una storia scritta al fine di lucro, né intende infrangere la legge sui diritti di autore o di copyright.

Dedocato a tutti gli appassionati della saga di Harry Potter che, come me, amano alla follia la coppia Harry-Draco...


IL BOCCINO DI CIOCCOLATA


“Sta tramando qualcosa, ne sono sicuro!” Affermò risoluto Harry, mentre pranzava in Sala Grande insieme ai suoi compagni di Grifondoro.
“Ormai ne ho la prova!” Continuò, mentre i suoi occhi guardavano sospettosi verso la tavolata Serpeverde. “Guarda Neville, l’ha fatto ancora!”
“Ma di chi stai parlando, Harry?” Chiese l’ingenuo Grifone.
“Come di chi? Ma di Malfoy! Cavoli, ma non hai visto? Mi stava fissando!” Rispose con una chiara nota di eccitazione nella voce.
“Non ho più dubbi: Malfoy, mi sta spiando!” Esclamò gongolante con negli occhi una luce che non gli si vedeva da un po’ di tempo.
Neville sorrise di cuore nel rivedere il suo amico rianimarsi dopo settimane di completa apatia.
Settimane dove per l’appunto un certo biondino, stranamente, aveva cominciato a comportarsi in modo anomalo, evitando del tutto ogni tipo di confronto sia verbale, insulti e offese, sia fisico, litigi e duelli, con Potter.
Harry all’inizio aveva risposto a quell’ indifferenza con uguale moneta convinto però che la bionda Serpe stesse macchinando qualche subdolo piano, ma passato un mese e visto che nulla era cambiato, aveva cominciato ad agitarsi e ad innervosirsi.
Non riuscendo a sopportare oltre quella situazione e soprattutto non riuscendo a darsene una ragione aveva cominciato a punzecchiarlo e a provocarlo in ogni modo pensabile, ma Malfoy niente, non reagiva, abbassava lo sguardo, arrossiva e scappava via!
Ed era quel suo arrossire che stava facendo letteralmente perdere la testa al Golden Boy di Grifondoro, che proprio non capiva cosa diamine era successo o che avesse mai fatto di così grave, da far infuriare così tanto la sua nemesi.     
Perché quel rossore e quella freddezza non potevano essere altro che indice di un profondo odio.
Ed Harry, strano a dirsi, ma ci stava davvero male, non ne comprendeva il motivo, ma sentiva forte la mancanza di Malfoy… cioè non di Malfoy in quanto Malfoy, ma di Malfoy in quanto possibilità di divertirsi con una bella scazzottata, ora che il problema Voldemort era stato risolto definitivamente.
Già, perché alla fine del sesto anno, la guerra era terminata e lui aveva vinto liberando il mondo magico dalla minaccia del Signore Oscuro e dei suoi Mangiamorte.
In molti lo avevano sostenuto ed aiutato e persino la Casa di Serpeverde, guidata proprio da Malfoy, si era schierata dalla sua parte combattendo per la Luce.
Che fosse questo il motivo? Che la bionda Serpe si fosse pentito della sua scelta, decidendo che forse era meglio se avesse vinto il male? Non voleva crederci, no proprio non poteva…
“Harry, ma perché mai Malfoy dovrebbe spiarti?” Domandò dubbioso Paciock. “Non può essere semplicemente che Draco stesse guardando da questa parte e che i vostri sguardi si siano incrociati fortuitamente?”
Il giovane Potter sentì un moto di rabbia agitarsi nel petto.
La cosa assurda di tutta quella storia era che, mentre con lui Malfoy aveva innalzato uno spesso muro di silenzio e chiusura, con Neville il Serpeverde sembrava aver messo le basi per una discreta amicizia, che permetteva ad entrambi di salutarsi gioviali per i corridoi, scambiarsi pacche sulle spalle, di chiamarsi per nome e sorridersi complici prima di un compito. E guarda caso tutte quelle maledettissime effusioni d’affetto avvenivano sempre e solo quando lui era presente. Il solo vederli insieme lo mandava letteralmente in bestia e gli faceva desiderare forte di prenderli a pugni. Sì esatto, in quei momenti, anche se poi se ne vergognava immensamente, la tentazione era di colpire anche Neville… soprattutto Neville.
“Non so perché Malfoy dovrebbe spiarmi, ma è così. So che è così, ho le prove.” Cercò di convincere l’altro ma di fronte al suo sguardo perplesso aggiunse: “Ok, non sono vere e proprie prove, ma come te lo spieghi che ovunque vada trovo sempre i suoi occhi a fissarmi? E non farmi quella faccia stupita, questo è vero. Forse non vorrà più parlarmi, ma i suoi occhi mi seguono dappertutto e io voglio scoprire il perché e tu mi aiuterai, vero?” Supplicò a mani giunte.
“Certo che ti aiuterò, però se vuoi che ottenga informazioni da Draco, sappi che la nostra amicizia non arriva a quei livelli per cui ci facciamo confidenze sul piano personale. Se davvero stesse architettando qualcosa nei tuoi confronti io sarei l’ultima persona a cui lo andrebbe a dire.” Precisò Neville.
“Oh, ma non preoccuparti, ho un piano ma te lo spiegherò più tardi quando saremo soli.” Disse sorridendo, mentre si alzavano per lasciare la Sala Grande e raggiungere le aule per le lezioni pomeridiane.
Prima di oltrepassare il portone della Sala, Harry rivolse un ultimo sguardo verso la tavolata Serpeverde e, come si aspettava, trovò due occhi color tempesta che lo stavano osservando. Uscendo il suo sorriso aumentò perché, si disse, presto sarebbe tornato tutto come prima e la notte finalmente avrebbe di nuovo dormito sereno senza più incubi, in cui un certo biondino gli sorrideva malevolo, gli voltava le spalle e correva via da lui senza mai farsi raggiungere.  

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

“No, no, no e poi no!!!” Gridò Neville attirando l’attenzione dei pochi Grifoni che erano presenti nella Sala Comune.
“Shh! Non gridare, che se ci sente Hermione non ci farà fare più nulla!” Cercò di calmarlo Harry.
“Beh, se non lo farà lei, lo farò io. Ti rendi conto di quello che mi hai chiesto?” Chiese imbarazzato il Grifoncino.
“Beh” sbuffò il moretto “ti ho chiesto solo un capello e che tu lo intrattenga per un’ ora intera. Non vedo che c’è da imbarazzarsi tanto.” Ghignò malizioso.
“La fai facile tu, eroe del mondo magico. Io non sono coraggioso come te.” Disse tutto rosso in viso. “Secondo te che dovrei fare? Andare da Zabini, strappargli un capello, portartelo, poi tornare da lui e chiedergli di… di… che cosa potrei chiedergli di fare?” Chiese agitato e cominciando ad iperventilare il povero Paciock.
“Ehi, Nevy, calmati! Se per te è troppo difficile troverò un altro modo, non preoccuparti!” Provò a tranquillizzarlo con un sorriso il giovane Potter, anche se nei suoi occhi traspariva un po’ di delusione.
E Neville di fronte a quello sguardo triste non resistette.
“Ma-magari” balbettò “potrei chiedergli se do-domani gli va di anticipare la rice-cerca che ci ha dato la McGranitt per la settimana pro-prossima e nel frattempo pro-provare a prendergli un capello se è possi-ssibile.”
“Oh Neville, davvero lo faresti?” Chiese Harry felice abbracciandolo di slancio. “Grazie, grazie, grazie!”
Neville sospirò e rafforzò la stretta di quell’ abbraccio ripetendosi che sì, per vedere la gioia sul volto del suo migliore amico avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche vincere la sua immane timidezza e parlare con il ragazzo che da sempre gli faceva battere forte il cuore.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Caspita non ricordava che la pozione Polisucco fosse così amara, pensò disgustato il Grifondoro.
Harry si guardò nello specchio del bagno delle ragazze del secondo piano e, invece di vedervi riflesso il suo volto, vi trovò quello di Blaise Zabini.
“Perfetto! Neville è un grande!” Esclamò con un mega sorriso sulle labbra.
Una volta trasfigurato lo stemma di Grifondoro in quello di Serpeverde, cambiati i colori della sua cravatta da rosso-oro a verde-argento e datasi una sistemata cercando di sembrare il più ordinato possibile, il moretto controllò l’orologio e vide che aveva sprecato solo pochi minuti, dopodichè presa la mappa dei Malandrini si accertò di dove fosse Malfoy. A quanto sembrava stava salendo dal quarto al quinto piano.
Eccitato come non mai Harry uscì di corsa dal bagno e seguì il biondino controllandone gli spostamenti sulla mappa constatando che in realtà si stava dirigendo al settimo piano.
Ma certo come aveva fatto a non pensarci prima: la Stanza delle Necessità!
Probabilmente era proprio lì che la bionda Serpe si nascondeva per tramare ed attuare il piano che, oramai ne era certo, stava organizzando.
Cercando di non perdere tempo, aumentò la velocità e non si accorse della persona che sbucava dietro l’angolo, finendoci rovinosamente addosso e facendola malamente cadere a terra.
“Maledetto imbecille, guarda dove cazzo metti i piedi!” Disse una voce strascicata che il cuore di Harry riconobbe subito. Il moretto alzò il viso e aprì gli occhi ritrovandosi immerso in un mare di argento fuso che erano gli occhi di Draco Malfoy. Non si era mai trovato a così poca distanza dal suo viso, né mai aveva sentito così forte il suo profumo o soffermatosi a riflettere su quanto belli ed espressivi erano i suoi occhi, delicati i suoi lineamenti e carnose ed invitanti le sue labbra. Veniva quasi voglia di bac…
Harry arrossì furiosamente nel preciso istante in cui si rese conto di cosa aveva pensato.
“Oh, ma Blaise, sei tu?” Disse Draco quando mise a fuoco la persona che lo teneva bloccato a terra.
L’altro non rispose, semplicemente rimase inebetito a guardarlo con uno strano rossore sulle guance.
“Ehi, tutto bene?” Chiese dolce il ragazzo alzando una mano per accarezzargli il volto.
Harry a quel tocco gentile chiuse d’istinto gli occhi inebriandosi di una strana ma dolce sensazione che mai prima aveva sentito nel cuore, cuore che batteva all’impazzata ma che sembrò fermarsi quando, riaperti gli occhi, trovò Malfoy che gli sorrideva.
Oh Dio ma che gli stava capitando? Si chiese sempre più turbato il Grifondoro mentre forte sentiva il desiderio di annullare quella poca distanza tra la sua bocca e quella del Serpeverde.
“No, mi sa proprio che tu non stia bene. Vuoi che ti accompagni in infermeria, Blaise?” Fece preoccupato il biondino.
Blaise? Ah già, Harry se ne era dimenticato. In quel momento lui aveva le sembianze di Blaise Zabini per un motivo ben preciso e non aveva tempo da perdere, visto che gli rimanevano meno di cinquanta minuti prima di tornare se stesso.
“No grazie, va tutto bene! Ero solo soprappensiero, scusa se ti ho fatto cadere!” Disse mentre imbarazzato si rimetteva in piedi e gli tendeva una mano per rialzarsi, mano che la Serpe afferrò prontamente. Per qualche secondo i due rimasero con le mani unite, Draco con un sopracciglio alzato, sempre più preoccupato per lo strano atteggiamento dell’ amico ed Harry con il cuore che sembrava scoppiargli nel petto.
“Sei sicuro? A me non sembra proprio.”
Il moretto si riscosse e lasciò subito, ma con un po’ di disappunto, quella mano: stava così bene intrecciata alla sua...
“No, davvero! Non preoccuparti. Piuttosto tu dov’è che andavi tanto di fretta?”
Draco avvampò:“Beh, lo sai, no? Te l’ho già spiegato: non posso dirtelo, perché sono sicuro che tenterai di fermarmi e io non voglio, ormai ho deciso!” Affermò sicuro il giovane Malfoy.
“Ma di che parli? Sarà mica qualcosa di pericoloso?” Chiese confuso il falso Blaise.
Draco lo guardò con sguardo incerto, indeciso se fidarsi o meno.
“Avanti, a me puoi dirlo. Siamo o no amici?” Quell’ultima parola aveva il sapore amaro della bugia, eppure mai come in quel momento Harry avrebbe tanto desiderato che fosse vera.  
“Ok!” rispose dopo un attimo di titubanza, “Però mi giuri che non farai nulla per fermarmi?”
“D’accordo te lo prometto, ma sappi che se riterrò che le tue azioni potranno avere gravi conseguenze sulla vita di altri, cioè sul buon nome della nostra Casa” si corresse subito, per non insospettire la Serpe, “farò di tutto per impedirti di andare avanti. A te sta bene, Malfoy?”
“Figurati, allora se è per questo non ci sono problemi, perché l’unico che potrebbe finirci male in tutta questa storia sono unicamente io.” Sorrise ancora, ma questa volta l’espressione che si celava dietro quel sorriso era tanta tristezza.
Il moretto stava per replicare ma Draco lo fermò: “Ora vedrai.”
Fece comparire la porta della Stanza delle Necessità ma prima di entrare si bloccò: “Mi prometti anche che qualsiasi cosa vedrai non mi prenderai in giro? Ti assicuro che per come mi sento adesso, non potrei proprio sopportarlo.” Domandò imbarazzato e con lo sguardo basso.
Harry lo trovò dolcissimo e si chiese chi fosse quel ragazzo tanto fragile e insicuro che aveva davanti, così lontano dal pomposo e arrogante Malfoy che aveva creduto di conoscere fino ad allora. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo e proteggerlo da qualsiasi cosa lo preoccupava ed intristiva, ma si limitò a sorridergli come mai aveva fatto.
“Sì, fidati di me, qualsiasi cosa tu stia facendo, non mi burlerò di te. Te lo prometto.”
Draco sospirò e aprì la porta, lasciando che fosse Blaise il primo ad entrare.
Harry, che era un po’ teso per il tentennamento e l’agitazione che traspariva dal volto di Malfoy, rimase letteralmente scioccato da quello che vide.
Si era immaginato mille scenari su quello che poteva esserci oltre quella porta, tra calderoni straboccanti di venefiche pozioni a tavoli ricoperti di libri e pergamene intrise di magia oscura, tutto aveva ipotizzato tranne… una cucina babbana!
E sì, perché quella che aveva davanti era senz’ ombra di dubbi una cucina super accessoriata babbana, con tre, dei cinque fornelli, occupati a far bollire quella che dall’odore inconfondibile sembrava… cioccolata? E anche il lungo tavolo che era poco distante dal lato cottura era ricoperto da barrette di cioccolata di ogni genere, da quella bianca a quella fondente, al latte, alla nocciola, alla gianduia, e poi c’erano le torte, i biscotti, crostate, i soufflè, le crepes, i bigné e tanti altri tipi di dolce tutti ripieni al cioccolato.
“Ma cosa..?” Harry, troppo sbigottito non riuscì a concludere la sua domanda.
“Beh, sei rimasto senza parole? Sono dolci, sai? E sono anche molto buoni!” Ghignò la bionda Serpe mentre si godeva divertito la faccia sconvolta del suo moro amico.
“Modestamente tutto ciò che è opera di un Malfoy non si può che definire non meno che eccellente.” Continuò saccente facendo intendere fiero che tutto quel ben di Dio l’aveva cucinata lui.
“Cioè vuoi dire che tutta questa roba è opera tua?” Domandò veramente confuso il Grifondoro.
“Aha, aha, esattamente!” Rispose tronfio Draco.
“Cioè TU hai cucinato?” Harry sottolineò quel tu come se fosse una cosa impossibile.
“Ti ho detto di sì!” Cominciò ad irritarsi il biondino.  
“Cioè tu Draco-che-Merlino-me-ne-scampi-se-farò-mai-un-lavoro-da-elfo-domestico-Malfoy, ti sei sporcato le tue belle manine per fare una torta?” Chiese il falso Blaise scoppiando in una fragorosa risata.
“Sì, imbecille e ora smettila di ridere!” Ordinò il Serpeverde con voce strozzata e gli occhi lucidi.
Ma Harry non si avvide di nulla e continuò a prenderlo in giro con piccole innocenti battutine il cui intento non era affatto offendere, ma piuttosto erano il risultato dello stupore e della meraviglia nell’ aver scoperto un aspetto del biondino che non avrebbe mai immaginato. Purtroppo però esagerò un tantino quando insensibile chiese:“Non è che sono avvelenate?”
A quest’ ultima affermazione Draco non resistette oltre e cominciò a piangere, gridandogli con tutta l’amarezza che aveva in gola: “Vaffanculo Blaise! Lo sapevo che non dovevo farti entrare! Sei solo un grandissimo stronzo! E adesso vattene!”
Harry smise all’istante di ridere, rimanendo pietrificato di fronte a quelle lacrime.
Il suo Draco stava piangendo ed era tutta colpa sua.
Di slancio e senza neanche pensarci un secondo si avvicinò al biondino e lo strinse forte a sé chiedendo mortificato di essere perdonato.
Draco all’inizio provò ad allontanarlo, ma più ci provava e più l’altro intensificava la stretta ed alla fine non poté che cedere e ricambiare indifeso quell’ abbraccio, dando sfogo ad un pianto che portava dentro da troppo tempo.
“È che io lo amo così tanto!” Riuscì a dire tra i singulti nascondendo il volto nelle pieghe del suo mantello.
Il cuore si Harry si fermò. Il suo Draco era innamorato!
Oddio, non sapeva da quando quell’ aggettivo possessivo avesse assunto un significato tanto reale, eppure era così, il cuore glielo gridava, mentre sanguinante, per il dolore più intenso e straziante che avesse mai provato in vita sua, lo supplicava, lo scongiurava di non sciogliere ma più quell’ abbraccio, perché probabilmente quella sarebbe stata la prima ma anche l’unica volta che avrebbe potuto stringere a sé il suo Draco, che suo non era perché innamorato di un altro…
“Ci ho provato sai a far finta di niente, ad ignorare questo assurdo sentimento, ma non ci riesco!” Gridò disperato il biondino rialzando il viso e mostrando nella profondità dei suoi occhi la medesima sofferenza che provava il moretto.
“Io… io, non so che fare!” Confessò mentre nuove lacrime scendevano copiose a bagnargli le guance. “Io… io…”
“Shh!” Gli sussurrò dolcemente Blaise, mentre delicatamente gli carezzava il volto con tocco gentile e provava ad asciugargli le lacrime portandole via con tanti piccoli baci sul viso arrossato.
“Non piangere, Draco. Ti prego non farlo!” Gli chiese quasi supplice mentre posava un ultimo bacio sulla sua fronte. “Mi fa troppo male vederti soffrire. Piuttosto perché non ci sediamo e con calma mi spieghi cosa centrano questa stanza piena di dolci ed il tuo pianto con il fatto che sei… si insomma che sei…”
“Innamorato, Blaise?” Sorrise finalmente Malfoy. “Per Merlino, non riesci neanche a pronunciare la parola? Guarda che capita a tutti, anche a noi Serpeverde senza cuore e, dai sospiri che fai la notte mentre pensi che tutti gli altri stiano dormendo, mi sa proprio che anche tu ne sappia qualcosa.” Ghignò più sereno la giovane Serpe. “Comunque hai ragione, le lacrime non giovano alla mia infinita bellezza!” Constatò altezzoso. “Non è che per caso hai uno specchio, devo essere proprio un disastro!” E la Stanza, come ascoltando il suo desiderio, fece apparire uno specchio.
Draco vi si stava dirigendo quando una mano lo fermò.
“Non serve che ti preoccupi tanto del tuo aspetto. Ti assicuro che da quando ci conosciamo non ti ho mai visto più bello e vero di adesso.” Rivelò tutto rosso il falso Blaise ma con occhi sinceri.
“Sai Blaise, neanche io avevo mai immaginato che tu potessi essere così dolce e comprensivo. Di solito sei così serio e sostenuto e poco restio a lasciarti andare a slanci d’affetto come un abbraccio o una carezza. Credo proprio che se avessi conosciuto prima questo aspetto del tuo carattere, forse adesso sarei potuto essere innamorato di te!” Disse scoccandogli un leggero bacio sulla guancia.
“Peccato però che tu sia arrivato troppo tardi.” Continuò mentre si voltava per prendere un vassoio di bigné, due piattini per dolci e altrettanti cucchiaini, senza notare lo sguardo triste e affranto di Blaise, che con le dita sfiorava quella piccola porzione di pelle che era stata benedetta da un suo bacio.
“Blaise, ti va di assaggiare i bigné? Sono davvero ottimi e non perché li ho fatti io.” Domandò imbarazzato il biondino, quando si furono entrambi accomodati su di un divano posto dinanzi una grande finestra che dava sul parco della scuola.
Il moretto accettò e con cautela, quasi sospettando che fossero realmente avvelenati, fece un piccolo assaggio restando poi del tutto meravigliato per quanto quel dolce fosse delizioso e gustoso.
Senza neanche rendersene conto, mangiò più della metà del vassoio sotto lo sguardo sorpreso ma compiaciuto della bionda Serpe.
“Dio Malfoy, non ho mai mangiato un dolce così buono in tutta la mia vita! La copertura di cioccolata mista alla panna è di un sapore sublime, non è che potrei avere anche un po’ di crostata, dei biscotti e qualche pezzetto di cioccolata fondente?” Chiese mentre si leccava le dita ricoperte di crema, in un modo che Malfoy trovò indecente e molto eccitante. “Mmm… adoro la cioccolata fondente!”
“Niente più?” Fece ironica la Serpe mentre si alzava per prendere ciò che l’amico gli aveva chiesto con sguardo adorante. “Sei sicuro di sentirti bene? A te non piacciono i dolci benché meno la cioccolata fondente, tu la odi! E poi è la seconda volta che mi chiami Malfoy!” Esclamò sospettoso il Serpeverde.
“Mmm???” Chiese un più che confuso moretto che dallo sguardo perso sembrava essersi smarrito in un’altra dimensione. “Ti ho già detto che ti adoro, cioè…” si corresse subito rosso in viso “che adoro questa cioccolata? Comunque mi hai chiesto qualcosa Draco?” Cercò di sviare.
Il biondo scosse il capo e sorrise:“Niente, lascia perdere. Mi sa proprio che il tuo abbuffarsi sia la compensazione per l’astinenza da sesso! Ti capisco, sai? Io sto nella tua identica situazione.” Asserì serafico mentre si stendeva sul divano e poggiava il capo sulle gambe di Harry.
Potter all’inizio si irrigidì, primo perché non sapeva dove mettere le mani e secondo perché temeva che una certa parte anatomica del suo corpo si risvegliasse all’improvviso e che l’altro se ne accorgesse. Quando poi vide il biondino chiudere gli occhi con un’ espressione angosciata e afflitta fece un gran respiro e provò a rilassarsi, ripromettendosi con tutte le sue forze di fare qualsiasi cosa fosse necessaria pur di rendere felice il suo Draco…
Anche se il prezzo da pagare erano il suo cuore e la sua anima.
Senza accorgersene poggiò una mano sul suo petto all’altezza del cuore e l’altra tra i suoi soffici e morbidi capelli biondi ed incominciò ad accarezzarli con dolci carezze, mentre in silenzio ascoltava il suo racconto.
“Non so dirti esattamente quando sia cominciata, probabilmente dalla prima volta che ci siamo incontrati o forse da sempre, so solo che tra la guerra e la mia educazione non ho mai dato occasione al mio cuore di esprimersi, di raccontarmi i suoi più reconditi desideri o di indicarmi la strada per raggiungere questo amore che portavo rinchiuso dentro di me.
Sono stato così ottuso da convincermi di odiarlo, che tutto ciò che realmente desideravo era la sua sofferenza, compiacendomi per ogni punizione assegnatagli a causa mia o per ogni umiliazione che subiva con Piton a Pozioni, senza rendermi conto che in realtà ogni mia azione subdola commessa nei suoi confronti era una banale richiesta di attenzioni.
Eppure avrei dovuto capirlo nel momento in cui, contrariamente a quanto i miei genitori mi avevano obbligato a credere, ho scelto di schierarmi con Silente e combattere per la Luce.
Mi dicevo che la mia era stata una scelta di pura convenienza, dato che ero sicuro che Voldemort non avrebbe mai potuto vincere contro il mio Ha… le forze del Bene, ma non era così.
Merlino, Blaise! Non era così! Io l’ho fatto per lui, solo per lui! E l’ho capito solo sul campo di battaglia, quando ho creduto di perderlo.
La rivelazione è stata così improvvisa e scioccante che per mesi non ho saputo come reagire. Ho cercato in tutti i modi di togliermelo dalla testa, di comportarmi in maniera differente nei suoi confronti, ma mi basta incrociare per un attimo i suoi magnifici occhi che le già deboli barriere, che a stento riesco ad alzare intorno al mio cuore, si sciolgono come neve al sole.   
E poi non faccio che sognarlo ogni notte! Ciò che non avviene nella vita reale si realizza nei miei sogni dove lui ricambia finalmente il mio amore.
Il dolore più atroce è però il risveglio, quando l’illusione lascia il posto ad una realtà dove per lui non sono nient’ altro che una delle tante comparse della sua vita di eroe.”
Man mano che il racconto incalzava il cuore di Draco batteva sempre più forte ed Harry lo sentiva chiaramente sotto il palmo della sua mano. E quel battito echeggiava nel petto del Grifondoro dove il suo muscolo palpitante Amore pulsava allo stesso ritmo, perché ogni parola del biondino sembrava avesse gettato in lui un piccolo seme che adesso sbocciava come tenue speranza.
“Lui… lui è un Grifondoro!” Confessò timidamente portandosi le mani a nascondersi il volto in fiamme, non vedendo l’espressione di pura gioia ed esultanza comparsi sul viso di Blaise.
“Non sei arrabbiato, Blaise?” Chiese dopo qualche minuto, in cui si era aspettato la reazione oltraggiata del compagno che però non era arrivata.
“No, non lo sono.” Rispose con occhi schietti e sinceri e una tenerezza che riscaldò il cuore del biondino, che invece aveva temuto un giudizio negativo da parte dell’ unica persona che amava come un fratello.
“Vuoi dirmi chi è Draco?” Harry domandò con voce tesa e nervosa.
Il biondino lo guardò intensamente per qualche secondo e poi ghignando rispose:“No! A meno che non mi dici prima tu di chi sei innamorato!”
Il Grifondoro divenne tutto rosso e cominciò a balbettare. “Beh, io… io non… no, insomma…”
Harry era nel panico più totale: che avrebbe dovuto dire –Sono innamorato di te, Draco!-
Finalmente, il moretto si rese conto, lo aveva ammesso a se stesso.
Era innamorato pazzamente di Draco Malfoy!
Ma non voleva dirglielo con le sembianze di Blaise Zabini e soprattutto voleva avere prima la conferma di essere proprio lui il Grifondoro che la Serpe amava, perché era convinto che un suo rifiuto, il saperlo tra le braccia di un altro, lo avrebbe reso pazzo per il dolore.
Draco, vedendo lo stato di pura angoscia in cui sembrava essere caduto l’amico, si mise seduto e lo abbracciò di nuovo, posando gentilmente il capo nell’incavo del suo collo.
“Shh, Blaise! Non ti agitare, se non sei pronto per parlarne, non ti preoccupare. Sappi solo che qualsiasi cosa io ci sono.” Il moretto, riscaldato dal tepore del corpo della persona di cui aveva appena scoperto essere innamorato, si rilassò abbandonandosi affamato e disperato nell’ abbraccio dell’ Amore.
“Comunque non ti dico ancora chi è lui perché tanto lo scoprirai domani.”
“Domani? Perché che accade domani?” Chiese confuso il falso Serpeverde.
“Domani è San Valentino, Blaise! E io ho deciso di dichiararmi. Sono settimane che ci penso. Non resisto più ad osservarlo solo da lontano. Devo dirglielo o credo che impazzirò.”
- Non resisto più ad osservarlo solo da lontano.- Che aveva detto Draco? Allora amava lui gridò di felicità dentro sé il Grifondoro. Non c’erano dubbi, erano settimane che ovunque andasse sentiva gli occhi del biondino seguirlo ad ogni passo. Draco, il suo Draco era innamorato di lui!
“È da quasi un mese che mi rinchiudo in questa stanza, perché ho pensato che se gli avessi preparato un dolce con le mie mani, forse per lui, che mi crede un altezzoso, arrogante e superbo presuntuoso, il mio dono avrebbe assunto un valore più autentico.” Rivelò il biondino con negli occhi tanta speranza.
“Quindi vuoi dirmi che tutti questi dolci sono per lui?”
“Aha, aha!” Confermò la Serpe. “Non sapevo quale dolce gli sarebbe piaciuto di più, ne quale fosse il suo gusto preferito di cioccolata, quindi mentre mi adoperavo per scoprirlo, ho provato a realizzare tutti i dolci alla cioccolata possibili, per poi scegliere quello giusto da regalargli domani.”
“E quale hai scelto?” Domandò con aspettativa Harry.
“Giuri, non come prima però, che se te lo faccio vedere non mi prenderai in giro se troverai la mia idea ridicola?” Pretese deciso il biondino.
“Sì!” Confermò Potter. “Non potrei mai ridere di qualcosa fatta col cuore.” Sussurrò mentre gli accarezzava il viso e i suoi occhi risplendevano di un sentimento che Draco non riuscì ad identificare ma che lo fece tremare per la sua intensità.
Malfoy si alzò dunque e si diresse ad una piccola dispensa, tornando poco dopo con un elegante pacco verde. Con cautela e timore lo porse a Blaise che, impacciato e con un mega sorriso sul volto, emozionato quasi quel regalo fosse per lui constatò stupito Draco, lo aprì sciogliendo con delicatezza ed una lentezza esasperante il nastro argentato.
Harry rimase come folgorato di fronte al dono meraviglioso che stringeva tremante tra le sue mani.
All’interno vi era un Boccino di cioccolata che però al posto della sfera centrale aveva un cuore grande come il palmo di una mano.
Quasi gli vennero le lacrime agli occhi per la felicità: se non era chiaro così, che altre prove ancora doveva cercare per convincersi che era proprio lui il Grifondoro destinatario dell’Amore di Draco?
“Ti piace?” Chiese insicuro Draco, dato che dalla strana espressione del suo amico proprio non riusciva a decifrarne i pensieri.
“Il significato sembra abbastanza chiaro, non credi? Beh, vorrei solo che capisse che ormai lui ha vinto il Boccino del mio cuore e che…” Draco fece un lungo sospiro con il volto in fiamme. “che sarà suo per sempre.” Disse con voce sempre più fievole fino a sfiorare il sussurro alla fine.
Harry non rispose, sembrava che alcuna parola potesse esprimere appieno la gioia che sentiva nel cuore. Senza riflettere, dimentico che l’altro lo credeva una persona diversa, lentamente si accostò al suo viso e con tutta la dolcezza, la tenerezza e la gratitudine che provava di fronte al miracolo che era Draco Malfoy, lo baciò.
Fu un tocco leggero, un semplice sfiorarsi di labbra che durò il tempo di un sospiro ma che fece battere i cuori di entrambi all’ unisono.
“Blaise, io…” esternò un più che confuso Draco. “Ma cosa…?”
“Non lo so, Draco! Non chiedermi nulla, non ho idea del perché l’abbia fatto. L’ho fatto e basta. È che davvero non sapevo come esprimere la mia gioia per te.”
“Gioia? Ma per cosa?”
“Draco, chiunque riceverà questo dono domani sarà la persona più fortunata dell’intero universo. Nessuno mai potrà rifiutarti se ti offri a lui con tanta innocenza e col cuore tra le mani. Non temere mai di agire col cuore perché il tuo è così ricco e pieno d’Amore, che mi chiedo come abbia fatto tutti questi anni ad essere così cieco e non accorgermene prima. Sei così bello e dolce Draco, che domani il tuo Grifondoro preferirà mangiare te, ringraziando tutti gli dei del cielo per la fortuna di poterti anche solo sfiorare con un bacio.”   
“Non scherzi, vero Blaise? Speriamo solo che anche lui la pensi come te. Me la sto facendo letteralmente sotto dalla paura.” Confessò imbarazzato.
“Te l’ho detto, non temere! Fidati di me. Piuttosto fammi di nuovo quel bel sorriso che mi piace tanto e raccontami di cosa è fatto il Boccino, che se hai utilizzato il tipo di cioccolata che immagino, ti conviene nasconderlo perché va a finire che al tuo bel Gifondoro non rimarranno che le briciole.” Ghignò nel vedere la faccia imbronciata e gli occhi minacciosi di Draco.
“Provaci, Zabini e poi ti assicuro che domani saranno le tue le briciole che riceverà una certa persona. Comunque il cuore è cioccolata fondente al 70% e le ali sono sempre di cioccolata fondente ma con l’aroma di arancia.”
“Hmm!!!” Gongolò il falso Blaise, guarda caso proprio i due tipi di cioccolata preferiti di un certo Harry Potter! Aveva ancora bisogno di conferme?
“Sai, è stato davvero facile scoprire i suoi gusti.” Continuò Draco mentre richiudeva e rimetteva a posto la scatola verde-argento. “Neville è davvero una persona unica e speciale! Naturalmente non volevo che capisse quali erano le mie vere intenzioni, se no addio sorpresa. Così mi sono inventato una piccola storiella e lui, senza minimamente sospettare cosa stavo realizzando sotto i suoi occhi tanto gentili ed ingenui, mi ha svelato ogni suo più recondito capriccio in quanto a dolci e cioccolata. Forse sono stato un po’ sleale con lui, ma credo che quando domani vedrà cosa ho preparato, ne sarà felice. Tu che ne pensi, Blaise?” Chiese il biondino voltandosi verso il moro.
Blaise era pallido come un lenzuolo, i suoi occhi erano vacui e privi di espressione e il suo corpo tremava come una foglia.
“Oddio, Blaise! Ma che succede? Non ti senti bene?” Gridò apprensivo la Serpe mentre gli si avvicinava e allungava le braccia per sostenerlo.
“No, non toccarmi!” Urlò sconvolto il moretto mentre nella sua testa si ripeteva un unico nome: ‘Neville… Neville… Neville… Neville… Neville…’
“Questa stanza, tu…” sussurrò straziato “ogni parola… il Boccino a forma di cuore… le tue lacrime…” cominciò a singhiozzare “io… io non avevo capito, pensavo…” Harry cominciò a piangere ferito “tutto questo… ogni stramaledetta cosa solo… solo per Neville…” iniziò a ridere isterico “Merlino, che idiota che sono! Come ho fatto a credere… ad illudermi che…”
La consapevolezza, la certezza assoluta che l’oggetto del suo amore non era lui, gli aveva spezzato il cuore in frantumi.
“Draco, tu mi odi…” e io invece ti amo! Ma non lo disse, non ne aveva la forza, soprattutto non aveva più senso. Vide lo sguardo confuso e incredulo di Malfoy e senza aspettare oltre, né repliche né conferme, scappò via.
Non sentì mai le grida di Draco che, colto alla sprovvista per quello che era appena accaduto avanti ai suoi occhi non riuscendo a parlare subito, urlava adesso disperato: “No, è te che amo!!! Solo te!!!”

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Harry, mentre correva nel parco della scuola senza una meta precisa, si accorse d’esser tornato di nuovo se stesso, anche se proprio non ricordava quando la trasformazione era scomparsa.
Aveva pianto per ore, aveva scalciato e urlato il suo dolore nel silenzio della Foresta Proibita, chiedendosi com’era possibile trovare e perdere l’Amore tutto nello stesso giorno, nel giro di una sola benedetta e al contempo maledettissima ora.
Come aveva fatto a non capirlo prima? A non chiedersi il perché della sua agitazione e del suo entusiasmo ogni qualvolta incontrava Malfoy in un corridoio o per caso incrociava il suo sguardo, dell’adrenalina che forte gli scorreva nel sangue e gli dava la carica per dare il meglio di sé quando se lo ritrovava accanto sulla scopa o lo fronteggiava in un duello, o dell’infinito orgoglio e sollievo nello scoprirlo alleato di battaglia e non nemico? Come aveva potuto convincersi in quegli ultimi mesi che
a mancargli erano i loro scontri e non semplicemente lui e la sua ironia? I suoi magnifici occhi argentati e la sua soffice chioma bionda?
Perché aveva negato a se stesso di temere che Draco lo escludesse dalla sua vita o non avesse più bisogno di lui e poi aveva fatto l’inimmaginabile per ottenere almeno un dei suoi ghigni sprezzanti?
Perché? Perché si era illuso che i suoi sguardi fossero rivolti verso lui, senza capire che le attenzioni che la bionda Serpe gli aveva precluso, erano ora destinate unicamente a Neville?
Ci aveva riflettuto bene e ogni dannatissima volta che aveva sentito i suoi occhi fissarlo, il suo compagno di Casa era affianco a lui. Perché si era illuso?
La risposta ora sembrava così ovvia che ancora non riusciva a capacitarsi di tanta cecità.
Era innamorato…
Come diamine aveva fatto ad ignorare per tutti quegli anni la voce del suo cuore che, nei suoi sogni, gli gridava ogni volta il suo sconfinato Amore per Draco?
E ora che aveva sentito, che aveva finalmente compreso, era troppo tardi perché il suo Draco amava un altro, era innamorato di Neville.
E sarebbe stato il suo amico il giorno seguente a ricevere il Boccino di cioccolata, simbolo del cuore di Draco, a lui si sarebbero spalancate le porte del Paradiso mentre ad Harry toccava annegare tra le atrocità ed il dolore di un Amore non corrisposto.
Cosa avrebbe fatto nel momento in cui l’impacciato Grifondoro si sarebbe presentato a lui con un sorriso radioso e tra le mani un pacchetto verde col nastro argentato?
Avrebbe sorriso augurandogli di esser felice, rilegando nel profondo del proprio cuore l’amarezza e la gelosia? O piuttosto gli avrebbe strappato dalle mani quel dono prezioso, rivendicandone il possesso e ribadendogli di non essere degno di accostarsi ad una creatura bellissima e perfetta come il suo Draco?
Se ne vergognava a morte ma davvero invidiava con tutto se stesso l’inconsapevole Neville, che presto avrebbe provato quella felicità che il suo cuore agognava, ma che non avrebbe mai conosciuto.
Era su questo che stava ragionando nel buio e nel silenzio della sua stanza, quando qualcuno entrò nel dormitorio e si accostò alle tende del suo letto, chiedendo il permesso di aprirle per potergli parlare.
Contrariamente a quello che gli suggeriva la ragione, e cioè di liberarsi di ogni suo problema con una bella e veloce maledizione senza perdono, Potter permise a Neville di accomodarsi sul suo letto.
“Tutto bene, Harry?” Chiese apprensivo il ragazzo. “Non sei sceso a cena, è forse successo qualcosa con Draco?”
Il Golden boy di Grifondoro si accertò di avere la bacchetta il più lontano possibile da sé, non voleva essere tentato a seguire determinati impulsi che avevano come unica conseguenza un Neville steso a terra privo di vita.
“Sì figurati! Tutto ok! Ero solo un po’ stanco, tutto qui” Mentì.
“E con Draco invece? Hai scoperto se sta veramente complottando qualcosa contro di te o contro qualcun altro della scuola?” Domandò curioso Paciock.
Harry fece un profondo respiro. Con tutto che gli voleva un bene dell’anima e prova ne era che ancora respirava, se Neville non avesse immediatamente smesso di chiamare il suo, e sottolineava suo, Draco per nome, lo avrebbe picchiato a sangue.
“Pft! Niente di ché. Questa volta ammetto il mio errore, Malfoy non sta combinando nulla di cui preoccuparsi!” Tranne prepararsi per dichiararti il suo Amore nel modo più romantico e dolce possibile. Pensò sconfortato il giovane Potter.
“Te lo dicevo, io! Draco è davvero un ragazzo magnifico, dolce e premuroso. Ora che è finita la guerra non ha più ragione di indossare la maschera di presunzione e superbia che i suoi genitori avevano fabbricato per lui. E se tu provassi a conoscerlo un po’ meglio scopriresti che in realtà è davvero una persona molto bella sia dentro che fuori.” Descrisse con una calda luce negli occhi.
“E forse chissà potresti addirittura innamorartene.” Sorrise timido il Grifoncino.  
Harry si sentì morire e soprattutto avvertì un fastidioso prurito dietro le palpebre, segnale più che esplicito che l’indomani mattina avrebbe trovato il suo cuscino bagnato di lacrime.
“Scusami Nevy, ma sono davvero stanco. Ti dispiace se mi metto a dormire” Chiese cercando di chiudere al più presto quella conversazione straziante.
“Oh no certo! Scusami tu se ti ho disturbato! Ti lascio riposare immediatamente.” Disse mentre si alzava. “Buonanotte Harry e dormi sereno che domani ho la strana sensazione che ci attenda un magico San Valentino.” Sorrise ancora. Stava per richiudere le tende quando una mano di Harry lo bloccò. “Un ultima cosa, Neville. Qual è il tuo gusto di cioccolata preferita?”
“Merlino! Sai che anche Draco mi ha fatto la stessa domanda? Mi ha raccontato che stava conducendo una ricerca per Babbanologia, anche se la cosa mi è sembrata un po’ strana, dato che non mi sembra frequenti quel corso. Comunque io vado matto per la cioccolata fondente e non disprezzo quella al gusto di…” “Arancia, lo immaginavo. Sono degli ottimi gusti, Nevy! E sì, sono sicuro anch’io che domani sarà davvero un fantastico San Valentino” Ma non per me, si disse ormai senza più alcuna speranza il giovane Potter. “Ora scusa ma davvero non resisto oltre a stare con gli occhi aperti. ‘Notte!” Concluse sbrigativo chiudendo subito le tende, desiderando solo la solitudine e il silenzio per poter piangere ancora.
Neville rimase perplesso per qualche secondo davanti a quelle tende chiuse, pensando che sì gli piaceva anche la cioccolata al gusto di arancia ma preferiva di gran lungo quella al sapore di cocco.
Stremato e senza più forza per le troppe lacrime versate, Harry dopo un po’ si addormentò.
Sognò di volare spensierato sulla sua scopa con accanto a sé il suo Draco, mentre accaniti si sfidavano per rincorrere il Boccino. Avevano allungato entrambi il braccio per afferrarlo ed ora ridevano felici mentre guardavano le loro mani unite e strette intorno ad un Boccino a forma di cuore.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Quel 14 Febbraio sembrava che una strana euforia avesse contagiato tutti gli abitante della scuola di magia e nell’aria risuonavano da ogni dove voci eccitate e allegre risate.
Solo una persona sembrava immune a tanta frenesia, mentre camminava guardando con distaccato disinteresse ogni coppia che si scambiava gioiosa i regali.
“Harry? Ma cos’hai? È da quando ti sei svegliato che non dici una parola.” Chiese apprensivo Neville.
Il moretto non rispose, semplicemente si limitò ad osservare distratto, attraverso una delle tante finestre del lungo corridoio che portava alla Sala Grande, il riverbero del sole che illuminava la superficie del parco imbiancato di neve.
Non avrebbe seguito le lezioni quel giorno, decise. C’erano due ore di Pozioni e una di Incantesimi con i Serpeverde e davvero non se la sentiva di incontrare un certo biondino dagli occhi d’argento. Harry era più che convinto che non avrebbe retto a vederlo, non dopo il sogno fatto quella notte e l’amarezza al risveglio nello scoprire che non si sarebbe mai realizzato.
Infondo al cuore sentiva che il suo Amore era a senso unico e che il destino non aveva pianificato alcun disegno che prevedeva il suo futuro insieme a Draco, perché non era a lui che il biondino aveva destinato il suo cuore, né lui sarebbe stato colui che quel giorno avrebbe ricevuto in dono il Boccino di cioccolata, simbolo concreto del sentimento puro e sincero che il Serpeverde provava.
Né naturalmente avrebbe fatto colazione, sia perché, nonostante la sera prima non avesse cenato, non aveva affatto fame, anzi a dir la verità aveva la nausea, sia soprattutto perché temeva l’arrivo dei gufi, uno in particolare che avrebbe consegnato ad un sorpreso e meravigliato Neville, un raffinato ed elegante pacco verde col nastro argentato.
“Nev…” Stava per comunicare al compagno che non lo avrebbe seguito in Sala Grande, ma le parole gli morirono in gola quando vide il sopraggiungere di due Serpeverde dal lato opposto del corridoio, che sembravano dirigersi proprio verso di loro.
Zabini stringeva in una mano una piccola piantina di mughetto, fiore introvabile in quel periodo dell’ anno e che se non ricordava male era il preferito di Neville.
L’altra mano invece era poggiata sulla spalla di Malfoy in un modo così intimo e naturale che fece ribollire il sangue di Harry per la gelosia.
Draco quel mattino era bellissimo, i capelli gli ricadevano armoniosi ad incorniciargli il viso tinto di un tenue rossore, gli occhi risplendevano di una luce calda e avvolgente e il suo delicato e tenero sorriso, così diverso dall’abituale ghigno, sembrava donare a chi lo vedeva un senso di pace e serenità.
Un sorriso stupendo che gli parve il biondino aumentò a dismisura quando guardò nella loro direzione, cioè più che nella loro, sembrava… nella sua?
E adesso perché il suo cuore traditore batteva così forte illudendolo che Draco stesse guardando lui e non Neville? Non poteva essere, si stava sicuramente sbagliando, eppure più la Serpe si avvicinava e più era ovvio che i suoi occhi erano puntati proprio sui suoi e non su quelli del compagno.
Probabilmente era il suo inconscio che non accettava l’evidenza e travisava la realtà, mostrando ai suoi occhi quello che il suo cuore desiderava accadesse piuttosto che quello che avveniva realmente.
Harry indurì il volto: già doveva essere proprio così e prima che l’altro si fosse avvicinato oltre doveva andar via. Si sentiva un codardo, ma il solo pensare a quello che in breve sarebbe accaduto in quel corridoio tra Draco e Neville, gli faceva davvero troppo male e gli lacerava l’ anima.
Non li voleva vedere insieme guardarsi negli occhi come se nient’altro esistesse intorno a loro, non voleva ascoltare le loro voci intrise di dolcezza mentre si confessavano il profondo sentimento che provavano l’un l’altro, non voleva sentire in fondo al cuore che non c’erano più speranze per lui quando Neville avrebbe avuto tra le mani il Boccino di cioccolata, voleva solo scappare il più lontano possibile per piangere sui cocci di un Amore che non sarebbe mai nato.
Senza pensarci oltre salutò sbrigativamente il compagno e corse via senza mai voltarsi indietro. Se lo avesse fatto avrebbe visto però che Draco si era fermato, ghiacciato sul posto nel vederlo andare via, senza più neanche l’ ombra di un sorriso sul volto deluso e gli occhi colmi di tristezza.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Harry si era rifugiato sugli spalti del campo di Quiddich, un posto tranquillo dove spesso si fermava a riflettere quando voleva restare un po’ solo.
Si era seduto raccogliendosi le ginocchia al petto e poggiandovi poi sopra la testa, ed era rimasto immobile a guardare per ore il cielo azzurro, perdendosi esausto in mille pensieri.
Infine stanco si era addormentato, ma per quanto splendesse il sole, era pur sempre una gelida giornata di Febbraio, per cui il moretto, che era privo di mantello, cominciò a tremare.
Aveva freddo e nell’incoscienza del sonno cercava di riscaldarsi stringendosi maggiormente tra le braccia. All’improvviso però, registrò che un tenue e avvolgente calore lo aveva circondato.
Non capì come, ma quel tepore gli attraversò le membra giungendo fino al cuore riscaldandoglielo con dolci carezze che in realtà, il suo subconscio gli sussurrava, qualcuno stava facendo ai suoi capelli.
Ed era come se tutto il suo corpo fosse stato avvolto in un unico, intenso e tenero abbraccio, che aveva l’inconfondibile profumo… del suo Draco!
Si convinse allora che doveva essere per forza un altro bel sogno e, mentre si abbandonava senza incertezze tra le onde tranquille del mare del suo Amore, scivolando in un sonno sereno e profondo, sperò di non doversi mai più svegliare.

Quando dopo una mezz’oretta lentamente riaprì gli occhi, Harry scoprì di trovarsi avvolto in un mantello che prima non c’era. Che qualche suo compagno lo avesse visto dormire e lo avesse coperto per proteggerlo dalle basse temperature invernali?
Confuso se lo passò tra le mani alla ricerca dello stemma convinto di trovarvi un leone ruggente, ma con grande stupore scoprì a fissarlo un serpente argentato dalla lingua biforcuta.  
‘Un mantello Serpeverde?’ Constatò sgomenta la sua mente sconvolta. Non poteva essere.
Il Grifondoro fece un profondo respiro per cercare di calmarsi ma ottenne il risultato opposto.
Quel mantello era impregnato del profumo di…
“Draco?” Quasi si strozzò quando vide il biondino seduto accanto a lui che lo guardava con un sopracciglio alzato e uno strano ghigno divertito sul volto.
Allora non era stato solo un sogno…
“Potter, come mi hai chiamato?” Chiese serio la Serpe mentre un leggero rossore gli imporporava le guance.
“Col tuo nome, no?” Rispose titubante ed imbarazzato il moretto che internamente si stava maledicendo, ricordandosi di non avere più le sembianze di Blaise, ma quelle di Harry Potter, colui che l’altro considerava un nemico e non un amico. A conti fatti, non aveva alcun diritto per chiamarlo per nome anche se, nel cantuccio più segreto del suo cuore, avrebbe pensato all’infinito a lui come Draco e mai più solo Malfoy.
“Ma non succederà più se non vuoi.” Dichiarò poco convinto Potter.
“Figurati. Non c’è problema.” Fece con voce incolore la Serpe, anche se il suo viso aveva assunto una gradazione di colore vicina al bordeaux. “Allora anch’io posso fare lo stesso? Ha…Harry?” Sussurrò timido il biondino che aveva abbassato lo sguardo per l’imbarazzo.
Il cuore di Harry aveva cominciato ad agitarsi furioso nel petto.
Merlino, il suo nome non gli era mai sembrato così bello e mai in vita sua aveva sentito così prepotente il bisogno di baciare quelle labbra che lo avevano pronunciato.
“Sì!” rispose piano mentre incosciamente si avvicinava sempre più alla Serpe.
I due ragazzi si ritrovarono inspiegabilmente intrecciati a guardarsi negli occhi, Draco perso completamente nei meravigliosi smeraldi del Grifondoro e Harry immerso nel mare argenteo del biondo Serpeverde.
Ma il filo invisibile che sembrava li stesse portando sempre più vicini l’uno all’altro si spezzò non appena Draco timoroso chiese: “Perché sei corso via stamattina? Eravamo, cioè voglio dire” si corresse distogliendo lo sguardo, “Neville era davvero preoccupato per te.”
Il giovane Potter chiuse gli occhi e sospirò tornando sconsolato nella sua posizione iniziale.
Doveva essere davvero un imbecille, si disse, perché si era ancora una volta dimenticato di Neville e soprattutto che Draco non era suo, ma del suo compagno di Casa.
Forse era meglio se Draco tornava ad essere di nuovo Malfoy, chissà, magari avrebbe fatto meno male e poi se l’altro avesse continuato a pensare che lui lo odiava, probabilmente avrebbe continuato ad ignorarlo come aveva fatto sin dall’inizio dell’ anno e sinceramente dal dolore che sentiva, preferiva di gran lunga quello alla possibilità di rimanergli accanto, come in quel momento, e soffrire ancora di più per la consapevolezza che tra loro non c’era alcuna speranza.
“Sai, oggi ha ricevuto un regalo di san Valentino da una persona che proprio non si aspettava, ed ora si è fidanzato.” Sorrise Draco con le gote arrossate, mentre il volto di Harry diveniva sempre più scuro. “Dovevi vederlo, era così emozionato. Ti ha cercato per tutta la scuola per dirtelo, ma tu non c’eri e mi ha pregato, nel caso ti trovassi, di non raccontarti niente, perché voleva essere lui a farlo.”
Harry avrebbe voluto scappare lontano, ma forse non esisteva un luogo su tutta la faccia della Terra dove quel dolore lancinante, che sentiva al petto, non lo avrebbe raggiunto. E poi perché il destino gli voleva così male da permettere a Draco, proprio al suo amato Draco, di dirgli tutte quelle parole che erano come una lama sottile che gli stavano lacerando il cuore e l’anima?
Voleva andare lontano, lontano dal suo Amore…
“Non credi che sia davvero meraviglioso ricevere un dono d’ Amore dall’ ultima persona che mai avresti immaginato, scoprendo che non ti odia affatto, come hai creduto per anni, ma che in realtà è segretamente innamorata di te da sempre?” Continuò con il volto in fiamme mentre impacciato sembrava stesse stringendo qualcosa in una delle tasche del suo pantalone.
Sì che lo era, Harry avrebbe voluto gridare fino a perdere la voce, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. Ora doveva davvero lasciare immediatamente quegli spalti, prima che amare lacrime avessero abbandonato i suoi occhi.
“Senti, non capisco perché mi stai raccontando tutte queste cose, né sinceramente comprendo perché dopo tanti mesi di completa indifferenza tu oggi mi stia rivolgendo la parola e, a dirti la verità, neanche mi interessa.” Mentì mentre si rialzava, facendo cadere a terra quel caldo mantello che lo aveva riscaldato fino ad allora.   
“Mi dispiace aver fatto impensierire Neville, ma oggi volevo restare un po’ da solo, senza persone indesiderate intorno, Malfoy!” Disse, facendo intendere al biondino che anche lui ricadeva tra quelle persone.
Draco a quelle parole cattive alzò lo sguardo e lo guardò con occhi pieni di angoscia e tormento.
“Siamo tornati al Malfoy, Harry?” Chiese amareggiato.
“Che vuoi che ti dica. Meglio che le cose rimangano così come sono sempre state, non credi? Dopo tutto questo tempo non avrebbe alcun senso cambiare. In fondo è giusto così. Io per te rimarrò sempre Potter e tu per me sempre…sempre Malfoy.” Sussurrò con voce incrinata per poi voltarsi e allontanarsi.
Draco era sbiancato, incredulo che ancora una volta un maledetto fraintendimento, solo quello poteva essere, facesse ripetere per l’ ennesima volta quell’ assurda storia che li voleva divisi.
Stava per raggiungerlo ma poi si bloccò quando vide che dopo pochi passi il moretto si era fermato.
Gli dava ancora la schiena e notò che le sue spalle sussultavano leggermente, sembrava stesse piangendo. Con passo leggero allora, senza che l’altro se ne accorgesse, gli si avvicinò, però senza osare toccarlo, e col cuore gravido di contrastanti emozioni ascoltò le sue fievoli parole.
“Senti, volevo solo ringraziarti per il mantello e poi…” Harry fece un profondo respiro per impedire alle lacrime di soffocargli la voce, “che sono davvero contento per te e Neville” altro respiro inutile, dato che Draco, anche se non lo vedeva in faccia, aveva ormai capito che stava piangendo, “lo so che sei tu la persona che gli ha fatto il regalo…” sorrise amaramente tra i singulti che proprio non riusciva più a trattenere, “e guarda, anche se non mi crederai, voglio solo che tu sia felice.” Sospirò per poi prendere la rincorsa e fuggire via, ma due esili braccia glielo impedirono.
Draco lo aveva stretto forte a sé e ora piangeva con la fronte poggiata tra le sue spalle.  
“E allora non te ne andare Harry! Non come ieri!” Sussurrò tra le pieghe del suo maglione.
Harry si irrigidì. “Cosa?”
“È te che amo Harry… non Neville… solo te!” Quasi gridò tra i singulti intensificando la stretta.
“Ieri, credevo fossi Blaise, anche se ti comportavi in maniera così strana, così affettuoso e tenero, con un modo di fare così diverso del mio amico, ma esattamente come immaginavo fossi tu Harry. E poi quel bacio e i tuoi abbracci e io… io non capivo perché ma mi sentivo irragionevolmente attratto dall’ animo sensibile del mio amico mentre nel mio cuore pensavo solo a te. Ma poi hai frainteso le mie parole: in realtà volevo stuzzicare Blaise, perché ero convinto che fosse innamorato di Neville e avevo ragione, visto che oggi gli si è dichiarato. Eri sconvolto e mi hai detto che ti odio e nel frattempo ti sei trasformato davanti ai miei occhi e io per lo shock e la sorpresa non ho reagito, almeno non subito. Quando finalmente ho realizzato, dando senso e una spiegazione a quella sensazione di pace e conforto con cui il mio cuore era stato cullato in quella magica e fantastica ora per la tua sola presenza, tu non c’eri più. Eri fuggito via da me e quando ti ho visto stamattina farlo di nuovo, ho temuto…” sussurrò tra le lacrime “di averti perso ancor prima di aver avuto la possibilità di confessarti il mio amore.”
Harry per tutto quel tempo era rimasto immobile a guardare quelle bianche e delicate mani che tremanti posavano sul suo petto e ad ascoltare emozionato, quasi come in un sogno, le parole del suo Draco, che adesso taceva. Col cuore che batteva a mille, il Grifondoro prese tra le sue mani quelle del biondino e le portò alle labbra depositandovi piccoli baci, accorgendosi con piacere, che a quel gesto la sua dolce Serpe aveva smesso di piangere.
Lentamente si voltò e rimase incantato a rimirare quanto bello e meraviglioso fosse il suo Draco anche con i capelli in disordine e il viso imporporato per il pianto. E quasi si commosse, quando constatò quanto vero e sincero era quel sentimento che gli si leggeva negli occhi arrossati.
“Anche io ti amo, Draco!” Sussurrò con un sorriso che illuminò lo sguardo del suo amato.
Col cuore pieno di una gioia, infinitamente più grande della pena che entrambi avevano provato fino a qualche minuto prima, Harry e Draco si baciarono dolcemente, esprimendo in quel primo, intenso e passionale bacio, nel contatto tra le loro lingue e le loro anime, tutto lo sconfinato Amore che provavano l’uno per l’altro.
Dopo un po’ si ritrovarono di nuovo seduti sugli spalti ad abbracciarsi e a coccolarsi, avvolti entrambi dal caldo mantello di Draco.
“Non credevo si potesse essere così felici. E pensare che stavo per rovinare tutto con le mie paranoie.” Mormorò il moretto mentre intervallava con soffici carezze o lievi baci sul volto del Serpeverde, che in cambio faceva le fusa come un gattino.
“Già, e io con le mie. Meno male che ieri un mio carissimo amico mi ha dato il coraggio di dichiararti finalmente il mio amore e di… o cavolo, me ne ero quasi dimenticato!” Esclamò Draco per poi sciogliersi dall’abbraccio di Harry e prendere qualcosa dalle tasche del suo pantalone, che dopo un semplice “Engorgio”, il moro si accorse essere un pacchetto verde col nastro argentato.
Con il viso rossissimo, ma non quanto quello del Grifondoro, il biondino sussurrò: “Harry, questo è il mio dono di San Valentino per te.”
Harry, nonostante già sapesse cosa si celasse dietro quel pacchetto, rimase ancora una volta estasiato nel prendere tra le mani il Boccino di cioccolata a forma di cuore, simbolo del loro Amore.
Mentre guardava emozionato e col cuore pieno di gratitudine quel magnifico regalo, sentì il tocco gentile della mano del suo Draco che gli stringeva la sua, un soffice bacio sulla guancia e un dolcissimo: “Ti amo!” sussurrato all’orecchio.
“Ti amo!” sospirò a sua volta prima di voltarsi e baciare quel meraviglioso dono che era Draco Malfoy.
  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Infinity19