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Autore: Small Wolf    10/11/2013    1 recensioni
II secolo, Impero Romano d'occidente. Naruto da figlio di un re diviene un semplice schiavo di Roma. Fra combattimenti, amori proibiti, battaglie e sangue inizia la fine della stabilità dell'impero...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'armatura è davvero pesante. Non la ricorda così fredda e dura. Il ferro spesso, sullo strato di lana che copre il busto, scende fino alla vita da cui partono una tunica che scende fino a metà delle cosce muscolose. Le spalle sono enfatizzate da dei fronzoli di cuoio, gli stessi che poi scendono sulla tunica, appena sotto le ginocchia.
Dal sotto il casco d'acciaio, che forma una specie di T sul viso, riesce a vedere la distesa di uomini schierati davanti a loro a soli 500 metri di distanza. E' un esercito enorme almeno il doppio del loro, completo grazie alla tribù di Killer Bee. 
Fra di loro c'è solo il terriccio che unisce la spiaggia ai campi che salgono verso le porte della città, attraversando i numerosi villaggetti deserti dei contadini.
In testa ai Romani c'è Asuma, il suo ex padrone, colui che lo aveva comprato alla piazza degli schiavi e portato a combattere nel colosseo, sperando che avrebbe fornito un pò di divertimento ai suoi sudditi, affianco a quello, il padre di Hinata col carro della famiglia e proprio vicino un Neji furioso.
La zona degli Uchiha è riconoscibile grazie ai capelli nerissimi e gli occhi del medesimo colore che caratterizzano tutti i soldati , compresi il capo clan, Fugaku, Sasuke e perfino Itachi che nonostante la malattia appare forte sotto l'armatura del suo paese.
E infine. nelle retrovie, si possono scorgere gli scagnozzi di Orochimaru che aspettano solo di combattere.
-Sono tanti...-sussurra Sakura, seduta sul cavallo di Naruto, in testa ai reggimenti della sua città, affiancato a destra da Killer Bee e a sinistra da Shikamaru.
-Non preoccuparti Sakura, gli arceri sono pronti in caso d'attacco.-mormora Naruto, girando la testa dalla per rassicurare col suo sorriso gli occhi un pò impauriti dell'aHaruno.Un leggero venticello smuove i capelli crespi e lunghi dei soldati da sotto i caschi, facendoli ondeggiare in direzione del mare come se fossero delle dita e volessero afferrare le corde invisibili che li legano ai loro affetti lontani. E invece, come i loro possessori, sono bloccati lì, sulla terra umida e dura di un paese straniero, costretti a imbrattarsi del sangue di altri, a sopravvivere all'orrido fruscio delle spade e alle grida di dolore.
Un corno suona, annunciando l'avanzata del carro di Asuma che è affiancato da due cavalieri, verso l'esercito nemico. Naruto fa lo stesso, dando un piccolo colpo di tacco sul fianco del suo cavallo bianco.
-Arrendetevi e consegnateci la giovane Hyuga e Roma vi eviterà una fine lenta-dice il re, mosso evidentemente dall'obbligo del consiglio. Quest uomo dagli occhi tondi e scuri e lo sguardo paterno non sembra affatto propenso alla guerra e allo sterminio, ai sentimenti d'odio che invece si leggono nelle iridi dei suoi sottoposti.
-Naruto serra la mascella e assottiglia gli occhi dietro alle feritoie dell'elmo che lasciano trasparire appena il riflesso azzurro.
-Mai! non ci arrenderemo senza combattere!
Asuma abbassa lo sguardo e scuote il capo come se volesse intimargli l'ultima volta di accettare le condizioni e far si che ognuno torni a casa con le proprie gambe ma lo sguardo di quello che un tempo era un semplice ragazzino impaurito e prigioniero è adesso quello di un giovane uomo pronto a tutto pur di difendere chi ama.
Il capitano fa dietrofront, rassegnato.
-ASpettate!-sclama SAkura, scendendo da l cavallo mentre cerca di non tremare davanti all'enorme esercito che ha di fronte.
Gli arceri dei nemici d mettono in posizione ma Fugaku alza una mano e li blocca. Sakura si gira indietro, verso Naruto e Shikamaru che gli da sicurezza con un piccolo accenno del capo e la forza per fare i primi passi lontano da loro.
Dai slodati si leva un mormorio di stupore e qualche apprezzamento poco elegante quando lei si scopre il capo, rivelando i lisci capelli rosa e i grandi occhi chiari.
-Ma è una donna!-esclama Asuma sempre più perplesso dall'avanzare lento di lei in loro direzione.
-Quella è la dama di compagnia di quella scellerata di mia figlia! Merita la morte quanto lei!-grida Hiashi con il dito teso verso il viso impaurito della ragazza.
-Calmatevi Hyuga-fa l'imperatore-voglio vedere a cosa puntano con questa sceneggiata.
Sakura continua a camminare finche non si trova davanti all'imperatore per mostrargli l'innocua la boccetta di vetro che ha fra le mani. Poi, senza attendere nessun commento, sfila davanti agli uomini armati fino ai denti che la guardano bramosi, fino ad arrivare davanti agli alti cavalli della famiglia Uchiha. Ai lati del grnade destriero nero, dove vi è seduto Fugaku, i sono Sasuke e Itachi.
Quando la vede, il minore dei tre ha uin sussulto lievemente più marcato di quando aveva capito che il misterioso essere incappucciato fosse lei. L'aveva capito dal modo con cui teneva bassa la testa e da quel giocherellare nervosamente con le unghie, come un antistress.
-Che cosa ci fai qui, donna?-mormora Fagaku con tono sospetto e stranito.
-Lei fa un breve inchino per poi mostrare la boccetta a Itachi.
-Questa è la cura che sarebbe destinata al nostro re. Il nostro medico di corte, la signorina Tsunade e io, abbiamo scoperto che la malattia di vostro signor Itachi è comune a quella del nostro imperatore che ha deciso di rendere l'antidoto a voi...
A quelle parole il chiacchericcio s'interrompe e nonostante le due enormi platee schierate l'unico rumore è il fischio del vento e il nitrire isolato di qualche cavallo.
Il capitano degli Uchiha prende poi la lettera che ella gli porge e, srotolata la pergamena, incomincia a leggere le parole scure che Minato ha scritto indirizzata alla sua famiglia.
Naruto distoglie lo sguardo con dolore mentre ripensa alle frasi che suo padre gli aveva letto prima che partisse e alle numerose raccomandazioni di consegnare la lettera al capo clan. Gli fa male sapere che con quelle poche righe su cui si esprime il grande gesto su padre stia donando la vita un ultima volta per il popolo.
Gli occhi scuri del grande imperatore si accendono di una luce nuova, colma di speranza e di ringraziamento. Non ne capisce il motivo ma qualcosa dentro di lui gli  dice che tutto ciò che c'è scritto sulla pergamena giallastra è vero, che il pugno è stato quello di Minato in persona, quello di un re e di un padre come lui. Alza il viso al castello e sussurra nella mente un grazie. Passa poi il foglio a Itachi perla prima volta in vita sua realmente sbalordito.
-Ne dovrete prendere poche gocce al giorno finchè i sintomi non si saranno attutiti... allora basterà solo molto riposo, pasti nutrienti e del vino caldo.
Itachi si volta verso il padre che annuisce con vigore per poi scendere dal cavallo e prendere le mani di Sakura fra le sue per stringerle forte.
-Ho sbagliato tutto con voi... di una cosa sola mi rammarico in vita mia ed è il fatto  di non aver permesso ai miei figli di crescere con voi. Sareste stata un'ideale compagna d'avventure e con il vostro coraggio avete meritato le mie scuse.
A Sakura salgono le lacrime agli occhi prima di inginocchiarsi e baciare le mani del capostipite. 
Sasuke dal canto suo è praticamente impietrito di fronte alla lettera e al comportamento decisamente fuori dalla norma di suo padre e a stento riesce a rimanere composto come suo fratello, anch'esso sbalordito come non mai.
FUgaku si porta col cavallo in mezzo ai due eserciti, seguito dai figli, e rivloge la schiena al castello per guardare l'imperatore e Orochimar negli occhi.
-Io, Fugaku Uchiha, decido di rompere in questo giorno maledetto dagli dei il patto formulato con roma e schiero il mio esercito dalla parte di questo popolo cui re Minato Namikaze dona la vita e restituisce speranza alla mia famiglia. Se Roma ha in programma di attaccare il castello dovrà vedersela anche con i miei uomini. 
Come da copione tutti gli Uchiha iniziano a elogiare il nome del loro comandante e uno dopo l'altro si affiancano ai battaglioni di Naruto e Killer Bee sotto lo sguardo stupito di entrambe le fazioni. Chiudono la fila Itachi e Sasuke, dietro il quale è seduta una Sakura rossa in volto e piena di emozione, e Fugaku che tende la mano a Naruto.
Quando le loro dita si interecciano in una stretta d'intesa e i guanti di pelle scricchiolano al contatto gli uni con gli altri parte il suono di un corno che indica il patto ormai suggellato.
-E così quindi? Voi rompete un patto ufficiale per schierarvi dalla parte opposta ai vostri alleati?!-esclama Asuma sempre più furioso e sollecitato dai Hiashi e Orochimaru.
-Il mio popolo tiene molto all'onore e questa gente con il suo re ne ha dimostrato tanto. Quindi per noi Uchiha è un fatto d'onore.
L'occhio attento di Shikamaru non si lascia sfuggire un viscido sorriso da parte di Orochimaru, stretto nella sua armatura dal colorito violaceo con i capelli lunghi e liscissimi che gli dondolano sulla schiena. Dietro all'elmo nasconde un colorito pallido e i due occhi dalle pupille leggermente allungate ricordano molto quelli di una serpe pronta a guizzare fuori dal suo silenzio per colpire.
L'esercito romano, nonostante la sua incredibile forza rimane umanamente attonito di fronte a quegli alleati così tenibili come sono gli uchiha e lo sterminato numero di uomini della città e del regno accorsi da ogni parte della regione per dare manforte al loro re e difendere il loro territorio e l'amore racchiuso oltre le mura della città.
Naruto fa un passo avanti col cavallo e sguaina la spada in un gesto un pò teatrale, seguito immediatamente da Killer Bee, Shikamaru e infine anche Fugaku Itachi e Sasuke. I soldati con un sol colo sollevano le loro armi al cielo da cui trapela qualche raggio di sole che illumina i loro occhi e le lame creando una specie di luccichio che è visibile fin dal castello di Minato e che testimonia la loro scintilla di vita.
Asuma assottiglia gli occhi e solleva un angolo delle labbra spesse, quasi fosse soddisfatto di quello che giudica un teatro e, voltando il cavallo indietro, alza la mano guantata e, sotto lo sguardo stupito dei suoi soldati, si crea un varco fra di loro per passare. 
-Aspettate cosa state facendo mio signore?!-esclama Hiashi.
-Questi uomini hanno il diritto di vivere in pace. In fondo non abbiamo alcun bisogno di questi territori tanto meno di funerali da celebrare. Per me la questione si chiude qui Hiasi. Non intendo portare i miei uomini a morte certa per un vostro capriccio.
-Questo è inammissibile sire! Perdonatemi ma quella disgraziata di mia figlia merita la morte e inoltre abbiamo un patto con questi uomini.-esclama il padre di Hinata con le vene in rilievo sulle tempie e il viso visibilmente rosso di rabbia.
Asuma scuote il viso barbuto e con un accenno di mano cerca di metterlo a tacere.
-I vostri affari familiari non riguardano la città di Roma. SE vi foste imposto con più furore su quello schiavo adesso non avreste l'onore rovinato. Inoltre prestare servizio all'esercito sarebbe stato compito vostro al di fuori di ciò che è successo.
Naruto sorride da sotto l'elmo e sollevando il capo emette un lieve sospiro di sollievo.
-Adesso tornate con me a Roma e dimenticate questa vostra figlia spudorata. Pensate piuttosto a trovare una consorte a vostro nipote e a mandare avanti la vostra gens.
A metà percorso impenna il cavallo che si solleva sulle zampe posteriori, come se volesse salutare, prima di disperdersi dietro alla massa di uomini che sconvolti e lievemente sollevati lo seguono.
Hiashi stringe i denti, pien di rabbia e di odio quando sente una mano poggiarsi sulla sua spalla: quella di orochimaru che sorridendo pare promettergli il suo sostegno.
Orochimaru gira la testa verso Kabuto, alcuni metri distante che, presa velocemente la mira, scaglia una freccia con immane precisione conficcandone le punta nella schiena dell'ignaro imperatore, scatenando il panico fra gli uomini di entrambe le fazioni.
-Oh no!-grida Sakura mentre nasconde il viso dietro il mantello di Sasuke e le grida dei soldati si spargo assieme al nitrire dei cavalli.
-Tradimentoooo!!!!!!! Tradimentooo!!!!!!-la voce di un uomo dai lunghi capelli bianchi e cespugliosi, il console Jiraya da il via al trambusto più totale mentre i barbari sorridono e Hiashi, colto da un momento di smarrimento scoppia a ridere di una risata sadica che si aggrega a quelle del nipote e di Orochimaru.
-Perso uomini, all'attaccoooooo!!!!!!! distruggiamoli!-la spada di Orochimaru si punta verso l'altro esercito che, vedendoli arrivare in massa verso di loro, non possono fare che andargli incontro per contrattaccare.
-Itachi, portala via!-esclama Sasuke, affidando Sakura alle braccia di suo fratello.
-No, no Sasuke, no!!!!-gli grida mentre Itachi la trascina verso di se.
-Non fare storie, noiosa, muovetevi ad andarvene, presto!
-Sasuke!
-Sta con mio fratello, qui sei di intrancio!
L'uchiha maggiore con un tocco d'esitazione da una pacca sulla spalla a suo fratello, come una raccomandazione e, assicuratosi l'ultimo sguardo d'intesa prende a correre verso le mura lontane, rendendosi conto di non  poter essere realmente utile nel suo stato.
-No, no Sasuke, no!!!!-la voce straziata della ragazza non fa certamente cambiare direzione a Itachi che anzi sprona maggiormente il cavallo e la stringe contro il suo petto, per non farle vedere il brutalissimo scontro fra gli eserciti e le grida che ne derivano. I lamenti degli uomini e l'odore del sangue iniziano a diventare insopportabili nella confusione generale di nitrire di cavalli e polvere che alzano i loro zoccoli.
Naruto si ritrova in un attimo perso in una confusione in cui a malapena riconosce i suoi compagni, la polvere gli offusca la vista mentre le grida degli uomini e i fiotti di sangue lo raggiungono da ogni direzione.
Distrattamente, colpisce alcuni avversari, e duella con alcuni di loro finchè qualcosa non lo urta dietro la schiena, facendolo cadere da cavallo proprio affianco al corpo straziato di uno dei suoi.
-Nooooo!!!!!!!!-il suo grido non è nulla a confronto degli ordini strillati e le urla imprecanti per il dolore che lo sovrastano ma almeno gli da la forza di rispondere senza tregua e con una rabbia mai vista a tutti coloro che provano a colpirlo. Agita la spada con la tecnica di un gladiatore e la forza di un principe, di un uomo temprato dalla lotta., dal sangue e dai rimorsi che lo hanno reso giorno per giorno più deciso a concludere il dolore che è stato costretto a vedere in anni di combattimento.
Intanto che combatte ricorda tutti gli occhi che ha visto spegnersi nella sua vita di guerre: quelli grandi e verdi di sua madre, quelli dei suoi compagni nella prima guerra che lo ha condotto come schiavo a Roma, quelli dei gladiatori e di Gaara, quelli dei condannati a morte per aver difeso la loro libertà, quelli dei soldati romani e adesso questi, gli stessi che sta chiudendo lui stesso. Legge nelle loro iridi la furia e la paura di vedersi strappare la vita con un sol colpo da un perfetto estraneo che, se incontrato all'osteria qualche anno prima sarebbe potuto diventare un amico. E più affonda la spada nel petto dei nemici, più gli spruzzi di sangue e di fango gli imbrattano l'armatura che adesso è solo un pesante pezzo di metallo e non appare più tanto fiera, si rende conto di quanto la guerra distrugga, elimini e annulli ogni possibile sentimento che abbia a che fare con l'umanità e con l'amore. In momenti come quello riesce a cogliere il vero aspetto dell'umo ovvero l'animalesco e l'istinto naturale di difesa che va oltre ogni controllo consono al buon senso.
-Basta, basta, basta!-strilla con le lacrime agli occhi e i capelli liberi dal casco rotolato da qualche parte nella terra, calpestato dai centinaia di stivali di cuoio che si sovrappongono, si rincorrono o indietreggiano per poi affondare nel terriccio, inerti. 
Sente l'adrenalina sostituire pian piano il dolore e la paura iniziale per diventare una vera e propria arma di distruzione.
In un secondo i suoi occhi guizzano su Shikamaru che dall'altro del suo cavallo si concede pochi secondi un occhiata scandalizzata, l'unica che lo riporta alla realtà d'uomo, di essere umano che non è lì solo per salvare se stesso ma anche i suoi uomini e per questo lo fa gettare di fronte a un compagno caduto per proteggerlo con la propria spada da quella furiosa di Hiashi stesso.
-Tu!-esclama il capo Hyuga mentre sostiene a stento la lama avversaria con la propria-E' tua la colpa, pezzente! Ti ucciderò assieme a quella scellerata e darò alle fiamme questo posto!
-Non farai nulla di tutto questo-ribatte Naruto, allontanando con un colpo d'arma il nemico-Questa è la mia terra! Loro il mio popolo e lei, lei è la mia donna! Io sono un re! E li proteggerò tutti!-Aggiunge mentre a colpi di spada lo fa indietreggiare fino a una parete di roccia dove lo blocca con lo scudo.
-Hai finito, Hiashi, adesso il padrone sono io.
I due si guardano negli occhi e in quel momento per la prima volta nella sua vita il cuore del fiero console romano ha n sussulto davanti allo sguardo di qualcuno. Legge, nei suoi occhi azzurri, contornati dalle gocce di sudore, la caparbietà di un grande e giovane re. 
-Naruto dietro di te!!!!-la voce di Killer Bee, che si distrae un millesimo di secondo dai colpi precisissimi di Orochimaru e gli da appena la possibilità di voltarsi indietro per vedere l'agile corpo di Sasuke pararsi con lo scudo fra la spada di Kabuto e la sua schiena.
-Sasuke!
-Cerca di parlare di meno e concentrati sul combattimento!
Naruto sorride appena mentre Sasuke allontana a colpi di spada Kabuto per tornare a concentrarsi su Hiashi che ferisce a una gamba in modo da non farlo più muovere.
-Maledetto!-grida l'uomo fra di denti.
-Non ti uccido solo perchè Hinata non mi perdonerebbe mai ma mi auguro di trovarti negli inferi un giorno.
Hiashi sputa a terra, ferito nell'orgoglio e, mentre Nartuto corre a dare man forte a Sasuke grida il suo nome con tutto il fiato che ha in gola, come se con la voce potesse uscire anche la rabbia che ha nei confronti di quel ragazzino che l'ha fatta in barba a un intero regno.
La lotta contro Kabuto si fa furente, l'argenteo riesce a controllarli entrambi mantenendo un perfetto equilibrio nonostante i colpi precisi di entrambi. Ha una velocità e un agilità incredibili, degni quasi di un gladiatore.
-Perchè lo stai facendo?-gli domanda Naruto con voce ansante mentre si abbassa per evitare la decapitazione.
-Non lo faccio per te, neppure per questo posto solo che non mi piacciono i debiti...
-Mio padre lo fa per il regno-ribatte naruto leggermente infastidito per la parola "debito".
Il discorso si conclude quando dal petto di Kabuto spunta una lama insanguinata.
I due alzano gli occhi, incontrando quelli colmi di lacrime di Kiba. Nessuno domanda perchè abbia quello sguardo soddisfatto mentre gli lacera il petto con la spada eppure sembra il riscatto da un vecchio screzio.
LA battaglia procede mentre i corpi dei soldati di entrambe le fazioni cadono sempre di più a terra. I tintinnii delle spade e il cozzare degli scudi uniti a quelle grida diventano quasi normali all'orecchio di chi vi è in mezzo come se il tutto non fosse più così disumano.
Ad un tratto da lontano, Naruto sente un grido disumano e, girandosi, vede Killer Bee con una spada dall'impugnatura di serpenti aggrovigliati ficcata nel petto e cascare a terra sulle ginocchia, in un ultimo mugolio di dolore.
-Nooooooo!!!!!!!!!!! Killer Beeeeeeeee!!!!!!!!!!-i suoi occhi si fanno pieni di lacrime mentre l'uomo si gira e gli dona un ultimo sguardo per poi cadere definitivamente fra il fango imbrattato di rosso.
Naruto sposta lo sguardo dal corpo inerte del capo tribù agli occhi allungati di Orochimaru che si lecca le labbra sporche di sangue con un ghigno.
-Bastardoooo!!!!!!!-si mette a strillare mentre gli corre in contro con la spada tratta, pronto a colpire per fargli male, per fargli vivere sulla sua pelle biancastra tutto il dolore che sta provando lui. C'era voluto poco per affezionarsi a Killer Bee, davvero poco e inoltre era stato proprio lui che lo aveva salvato ed aiutato a scappare da Roma. Era stata la sua ancora e il suo appoggio e adesso è caduto sotto le armi di quel viscido uomo che sghignazza malvagiamente mentre respinge ogni suo colpo con facilità.
Lo lascia stancare per bene finchè il biondo non incomincia ad ansimare per lo sforzo.
-E tu saresti un re?-sghignazza-Sei più debole di un soldato di ultima linea... non vali neanche la metà di me! Ahahaha
-Zittooooo!!!!!!-ribatte colpendolo nuovamente a ripetizione-Sta zitto! Non parlare! Non emettere suono sporco bastardo!!
Orochimaru, stanco del giochino che orma non lo intrattiene più, con un colpo gli fece volare la spada in aria che si conficcò nella terra pochi metri più in la.
Il biondo si volta un attimo a guardare la sua arma lontana per poi ritornare con gli occhi sbarrati sul viso sadico del moro.
Orochimaru alza la spada mentre Naruto striscia indietro, verso le gambe deglii altri combattenti li attorno. 
Oroschimaru solleva la spada al cielo, dove la lama brilla alla luce del sole, poi con un grido la fa scendere dritta verso di lui proprio nel momento in cui tutto si fa buio...
  
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