Ciao a
tutti!
Scusate
l’imperdonabile ritardo, ma purtroppo non ho avuto molto tempo per dedicarmi
alla fic.
Spero ne sia
valsa la pena.
Buona
lettura^^
Capitolo
5
Le ultime
settimane di scuola furono un inferno: tra lezioni, compiti da svolgere, studio
e approfondimenti per gli esami e il chiodo fisso di nome Voldemort, il tempo
libero ormai era quasi inesistente. Se prima erano rari i momenti da trascorrere
insieme, adesso erano quasi del tutto inesistenti. Negli ultimi giorni il
contatto fisico in assoluto era il tocco furtivo, spaventato ma nello stesso
tempo pieno di desiderio delle loro mani durante i pasti e la loro comunicazione
adesso era limitata alla lettura oculare, la cosa che più adesso conoscevano
l’uno dell’altro era il colore dell’iride nelle sue sfumature più
bizzarre.
Il giorno del
primo esame arrivò prima del previsto e con esso tutti gli altri, fortunatamente
tutto andò per il verso giusto.
Quello era stato
un anno pesante sia per Harry che per Ginny. Finalmente si erano ritrovati dopo
anni di speranza, di desiderio, di attesa…ma qualcos’altro li aveva scossi, così
come per il resto del quartetto e per l’intera Hogwarts. Negli ultimi mesi molte
cose orribili erano accadute: il tradimento di Piton e la perdita di Silente,
Preside per la scuola, Amico per il quartetto, Guida e Figura paterna per
Harry.
Harry si sentiva lacerare dentro, non
riusciva a capacitarsi di aver perso proprio Lui, ormai era diventato il suo
unico punto di riferimento in tutto…e poi non sapeva come sconfiggere Voldemort
senza di Lui. Come poteva mantenere la promessa fatta a Silente sul punto di
morte? Come poteva trovare gli Horcrux e salvare l’umanità intera senza il Suo
aiuto? Tutto ciò ormai tormentava Harry da giorni...
Erano le prime
ore del pomeriggio e Harry era seduto ai piedi di un albero presso il lago
cercando di riflettere sull’accaduto, consumando le ultime lacrime che gli
restavano, finché non arrivò Ginny. Si asciugò in fretta gli occhi tentando di
non darlo a vedere, si mise in piedi e le rivolse un mezzo sorriso quasi
impercettibile. Lei lo abbracciò e stettero un paio di minuti senza dire niente,
quel silenzio diceva già troppo. Poi Harry allontanò con delicatezza Ginny da sé
e le fece cenno di sedersi. Una volta sedutisi, Harry guardò negli occhi
Ginny.
“Ginny…”fece una pausa, non sapeva come
dirglielo, era più forte di lui, non voleva farlo ma
doveva.
Fece un sospiro
cercando di raccogliere tutto l’ossigeno possibile con una gran quantità di
coraggio e continuò: “Ginny per me sei la
cosa più importante della mia vita, sei la cosa più bella che mi sia capitata e
di meglio non potevo chiedere. Con te, anche se per poco, ho trascorso i momenti
più belli della mia vita, ma ho dovuto prendere una decisione, anche se troppo
amara… ho dovuto prenderla con il cuore a pezzi. È la cosa più giusta, non vorrei ma non è
questo il momento di fare l’egoista…”
“Ma..”tentò di interromperlo
lei.
“No! Per favore non mi interrompere non sono
sicuro di ritrovare il coraggio per continuare…io ho un compito molto importante
e pericoloso, sono l’unico che può sconfiggere Voldemort e poi ho un conto in
sospeso con lui: lo devo fare per mia madre, per mio padre, per Silente, per
Sirius, per i miei amici…per Te! Vorrei tanto che tutto ciò sia un fottuto
incubo dal quale svegliarmi, ma è tutto vero e io non posso mettere la tua vita
in pericolo. Ho già perso troppe persone importanti per me, non posso perdere
anche te, non lo sopporterei, non riesco nemmeno a pensarlo. Io devo risolvere
questa situazione ma devo pensarti al sicuro…ti prego non piangere, non rendermi
tutto più difficile. Lo so è terribile, ma mi devi aiutare, dammi la forza
di…di…di lasciarti… ”
“Ma Harry, non puoi chiedermi questo…io non
voglio perderti proprio adesso che ti ho trovato…io non capisco perché non puoi
sconfiggere Voldemort e stare insieme a me allo stesso tempo!!! Io voglio
esserti accanto, non me ne faccio niente di una lurida e insignificante vita
senza di te. Io non credo di avere un senso in questo mondo senza averti
accanto: da quando sto con te mi sento realizzata, mi sento completa, non mi
importa se un sudicio, rivoltante bastardo dal nome spaventoso è un egocentrico
che vuole distruggere l’umanità intera per risolvere i suoi complessi di
abbandono dalla sua famiglia! Mi importa soltanto averti accanto nel bene o nel
male…mi importa soltanto stare con
te, perché non lo vuoi capire???”
“No, sei tu non vuoi capire me!” Harry
scattò in piedi, non riusciva a trovare le parole per convincere Ginny e
soprattutto se stesso: “Tu credi che
preferirei vivere una vita intera senza di te? Credimi, anche se mi rimanessero
pochi giorni, poche ore, sarei felice perché saprei che sei al sicuro. Io non
posso sopportare l’idea di vederti…di sapere che potresti non esserci
più.”
“Ma come pretendi che io posso stare dentro
la mia stanza e aspettare che un maledetto gufo porti la notizia che
tu…?”Ginny non riusciva a pronunciare quelle parole “Preferirei morire
all’istante!!!”terminò.
Harry si piegò
sulle ginocchia ai piedi di Ginny e alzandole il viso nascosto le asciugò le
lacrime dicendole:
“Ginny, ascoltami. Io non posso averti
accanto in questa battaglia, è una cosa che devo fare da solo. L’unica cosa che
mi darebbe la forza di andare avanti, l’unica cosa che mi darebbe la voglia di
lottare per rimanere vivo è sapere che quando tornerò a casa ti troverò sana e
salva e allora sì che sarei il ragazzo più felice del mondo, ma per il momento
con immenso dolore devo lasciarti…”
Ginny non riuscì
nemmeno a replicare, sapeva che qualsiasi cosa avesse detto o fatto Harry non
avrebbe ceduto.
Impotenti,
rimasero seduti ai piedi di quell’albero per un bel po’. Harry la strinse fra le
sue braccia, le si avvicinò per baciarla e le sussurrò. “Ginny, Ti Amo!!!”non occorreva
aggiungere nient’altro. Le cose dette erano già fin troppe, così si concedettero
quel bacio intriso di nostalgia e paura. Poi si presero per mano, accompagnati
dalla spietata consapevolezza che quello, molto probabilmente, era il loro
Addio. Non avevano più paura di niente e di nessuno, volevano godersi
quegl’ultimi minuti alla luce del sole, non importava più se li avessero
scoperti, ormai la questione Ron era diventata
insignificante.
Una volta
varcato il portone della scuola, i due stringendo sempre di più le loro mani si
avvicinarono a Ron e Hermione. Ovviamente gli occhi del rosso erano spalancati,
come d’altronde la bocca, increduli di quello che vedevano. Non riusciva ad
accettare il significato di quel gesto…sempre con la faccia di uno che avesse
visto Lupin in bikini, riuscì ad emettere solo una parola di due
lettere:
“Ma…”
Harry stanco di
quella situazione assurda sbottò:
“Per favore non
cominciare, non ti ci mettere pure tu! Io e Ginny stiamo insieme perché abbiamo
bisogno l’uno dell’altra. Ma non ti preoccupare, questo è l’ultimo giorno
insieme!”esclamò
tristemente Harry, sentendo addosso tutta la pesantezza di quelle parole. Ancora
non si era reso conto di quanto fosse agghiacciante quella situazione e quanto
doloroso era pensare di non rivederla più.
Rivolse uno
sguardo alla sua Ginny e notò gli occhi pieni di lacrime, segno di felicità per
quello che aveva fatto e, al contempo, pieni di tristezza…
“L’u...l’u...l’ultimo giorno? Perché, da
quanto va avanti questa storia?” Ron non riusciva ad assumere nessuna
espressione se non quella da troll ubriaco che non si riconosce più allo
specchio.
“Ron, direi che non è il momento giusto per
fare le tragedie, ci ha già pensato Sofocle. Andiamo nei dormitori, dobbiamo
finire di preparare i bagagli, fra un’ora il treno parte!” venne in aiuto
Hermione, cercando di far assaporare gli ultimi istanti ai due senza le paranoie
di un logorroico Ron.
“Ah tu già lo sapevi, avete tramato tutto
alle mie spalle, sono davvero inorridito..”pronunciò quelle due parole
mentre veniva trascinato da Hermione verso il dormitorio lasciando un Harry e
una Ginny incapaci di separarsi.
Si guardarono
per l’ultima volta.
Qualche istante
dopo seguirono Ron e Hermione per finire anche loro i
bagagli.
Il viaggio sul
treno fu più lungo degli altri, la tensione che c’era all’interno di quella
cabina era talmente palpabile che si poteva afferrare con le mani. C’era un Ron
con il muso lungo fino alla Mongolia perché si sentiva tradito dai suo migliori
amici e da sua sorella, una Hermione che non sapeva cosa dire, sarebbe stata
inutile o forse disastrosa qualsiasi parola, mentre una Ginny e un Harry non
erano capaci di affrontare la realtà e non riuscivano a realizzare e ad
accettare quello che stava accadendo.
Quando furono
arrivati a destinazione, i quattro si salutarono con un’allegria simile a quella
suscitata dalla festa del cinquecentesimo complemorte di Nick–Quasi–Senza-Testa.
Con molta nostalgia gli amici si salutarono, dopo la lunga discussione avuta tra
i tre, in quanto Harry aveva deciso che non voleva nemmeno Ron e Hermione nel
suo incerto viaggio verso la sconfitta di Voldemort.
To Be
Continued…
Ringrazio tanto: Rivoltella J, rosy823, Ceci Weasley, Ginny Lily Potter, Jerada, ninny, Ashley Snape, potterina_88_, redRon, per i commenti lasciati allo
scorso capitolo^^
Alla prossima.
Baci^^