Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Just_For_Fun    10/11/2013    1 recensioni
Dal primo capitolo...
Alla fine della lezione uscì di corsa dall'aula. Cosa ci faceva ancora là dentro? Aveva voglia di scappare. Di correre via e di non guardarsi mai indietro. Cosa lo tratteneva lì? La razionalità probabilmente. Ma per una volta decise di non ascoltare il suo cervello. Per una volta, forse la prima volta in tutta la sua vita, decise di seguire il suo cuore ed uscì dall'edificio scolastico. Respirò a fondo l'aria primaverile. Se non fosse stato per il calendario, non avrebbe mai detto che la Primavera era arrivata. Gli era sempre piaciuta quella stagione. Lo faceva sentire libero e lui amava sentirsi così. C'erano delle volte in cui si sedeva sulle panchine del parco e chiudeva gli occhi. In quei momenti immaginava la sua vita come l'aveva sempre desiderata. Era in quei momenti che sentiva di non essere soltanto vivo ma di star vivendo per davvero la sua vita. Una vita fittizia però. Corse verso la sua macchina. Mentre la pioggia lo colpiva si sentì come ripulito di tutto. Delle preoccupazioni, delle paure, da tutto. Era una sensazione piacevole che terminò non appena entrò nel veicolo...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You Are Free

Era passata una settimana da quello strano incontro con Beth e più passava il tempo, più Matt credeva di essere pazzo. La vedeva ovunque, la sentiva parlare ma non poteva risponderle altrimenti lo avrebbero scambiato per uno psicopatico. Si aspettava qualche consiglio da parte della ragazza ma tutto ciò che lei faceva era rimproverarlo per ciò che diceva o faceva. Pensava che Dio gli avesse mandato Beth per punizione a tutte le sue lamentele e pregava ogni sera chiedendogli di riprendersela. 

"Stai dritto con la schiena, ti viene la gobba." Matt si spaventò non appena sentì la sua voce. Era nello spogliatoio maschile, si stava cambiando insieme ai suoi compagni di squadra per l'allenamento. Avrebbe tanto voluto chiederle di andarsene ma non poteva. 
"Stavo pensando che oggi, dopo l'allenamento, potremmo andare su quella collina, ti va?" Matt la guardò con fare ovvio. 
"Oh giusto, non puoi parlare. Ti ricordo che se tu mi dessi il permesso, potrei leggerti i pensieri..." Il ragazzo venne distratto dall'entrata del coach. Quando notò l'espressione di Beth, meravigliata probabilmente dalla bellezza di quell'uomo, si portò una mano sulla fronte e scosse il capo sorridendo. 
"Be' io adesso vado. Ci vediamo in macchina tua alla fine dell'allenamento." Scomparì nel nulla.
Gli sembrava ancora strano che Beth esistesse davvero, che fosse un'Angelo, il suo Angelo. Non riuscì a pensare ad altro per tutto il tempo. Non aveva mai creduto in niente ma adesso doveva rivalutare tutto ciò che pensava perché Beth era lì, la poteva vedere e sentire ma era morta. Era una sorta di miracolo. Gli aveva detto che c'erano molti angeli in giro che aiutavano le persone in difficoltà, anche nella sua scuola, ma lui non poteva vederli. Poteva vedere solo lei. E in più era bellissima. Una tortura averla così vicina e non poterla toccare. Beth, più che un'Angelo, sembrava una bambina e la vita era il suo gioco preferito. Tutto per lei era un gioco. Amava sperimentare cose nuove, mettersi alla prova, proprio come lui. Erano come fatti l'una per l'altro e non riusciva a spiegarselo. Aveva anche cominciato a chiedersi se essere libero era ciò che voleva davvero. Finire come Beth non era nei suoi piani. Però passare il tempo con lei, anche se fastidiosa e logorroica, era piacevole, molto più piacevole che passarlo con Amber. Da quando Beth era entrata a far parte della sua vita, Amber era diventata più paranoica. Ma Matt faceva finta che non esistesse e la chiamava solo quando aveva bisogno di fare sesso. Matt non capiva perché Beth fosse lì. Sì, gli aveva detto che lo avrebbe aiutato, ma in quel momento non stava facendo niente per lui. Era solo una delle tante persone che gli dicevano come comportarsi, cosa dire, cosa pensare. Alla fine dell'allenamento era distrutto. Voleva parlare con Beth, essere sincero, chiederle ogni cosa che gli passava per la testa. La trovò in macchina, con una lima per unghie in una mano, la picchiettava sul palmo dell'altra. Sembrava infastidita. 

"Lo so che ho fatto tardi ma l'allenamento è durato di più." Sorrise appena. Sapeva che odiava i ritardi e lui puntualmente ritardava. 
"Senti Beth, possiamo parlare senza che tu diventi una specie di mostro?" Beth si voltò verso di lui e alzò un sopracciglio. 

"So cosa pensi di me, che sia un'incapace ma fare  il mio lavoro non è facile. Cerco di creare un rapporto prima di sconvolgere la vita delle persone, un rapporto non troppo forte perché me ne andrò prima o poi ma neanche troppo leggero perché ho bisogno che vi fidiate di me. Ti fidi di me?" Sembrava esasperata. Era come se non ne potesse più di aiutare gli altri e di non fare ricevere un qualcosa in cambio. Matt sapeva di essere il suo ultimo caso, e che se fosse riuscito a cambiare lei sarebbe stata libera. Voleva renderla felice. Voleva aiutare qualcuno che tenesse a lui e non volesse niente in cambio. Beth metteva il benessere dei suoi protetti al primo posto perché sapeva come si sentivano: volevano essere amati. Matt lo aveva capito e voleva restituirle il favore. 

"Parlo con un fantasma da una settimana e non sono ancora andato da un neurologo per capire se ho dei problemi. Direi che mi fido anche troppo di te." Un sorriso luminoso comparve sul volto di Beth. 

"Bene. Adesso metti in moto e andiamo. Oggi inizia il nostro lavoro insieme..." Matt mise in moto e guidò fino alla collina. Scesero dalla macchina e un'improvvisa ondata di tristezza assalì Matt. 
"Devi smetterla di pensare che non vali niente come persona. Inizia a credere in te stesso." Non capì le sue parole. 

"Io credo in me stesso." Beth lo guardò con fare ovvio. 

"Quando dico 'inizia a credere in te stesso' non intendo dire 'fai il megalomane egocentrico come sempre'. Sei un ragazzo intelligente...e anche affascinante, te lo concedo. Tu puoi farcela..." C'era una strana luce nei suoi occhi, una luce che gli fece credere di potercela fare sul serio. 

"Nessuno crede in me." Beth sorrise appena. 

"Io credo in te. Conosco le tue potenzialità e posso fare in modo che tutte le vedano. Ma sarebbe più bello e gratificante se lo facessi da solo, non credi?" Annuì appena e sorrise. Si mise a guardare il panorama e iniziò a pensare a come fare. 

"Vorrei che i primi a notare che non sono un'idiota, siano i miei." Disse convinto. Non capiva a cosa serivsse quel lavoro di autostima ma si fidava di Beth. 

"Ok, lo sento quando sei dubbioso. Vuoi essere libero di fare quello che ti pare, no? Allora inizia a dimostrare ai tuoi di essere una persona responsabile. Arriva in anticipo a casa, se tua madre o tuo padre ti chiedono di fare una cosa falla senza lamentarti. Gli dimostrarai di non essere più un bambino ma un ragazzo maturo. Poi c'è un punto dolente, anzi due." Matt corrucciò la fronte. Era leggermente spaventato da ciò che Beth avrebbe potuto dirgli. 
"La scuola." Matt roteò gli occhi al cielo e sbuffò rumorosamente. "Se vai bene a scuola automaticamente ti lasceranno più spazio." 

"Lo farò solo per te, sappilo questo. Il secondo punto dolente?" Beth boccheggiò prima di riuscire a parlare. 

"Amber. Lei non ti fa bene. So che è una bella ragazza ma è... Matt, detto tra di noi, è la ragazza più stupida che abbia mai visto in tutta la mia vita." Matt la guardò con fare divertito. "Hai capito cosa volevo dire." Lo rimproverò nervosa.
"Io voglio il tuo bene e quella ragazza...è un incubo."

"Lo so. Ma è la mia ragazza e non voglio lasciarla. È l'unica cosa certa della mia vita in questo momento." Beth iniziò a picchiettare il piede per terra e a mordersi il labbro.

"Oh e va bene, te lo dico: c'è una ragazza. Una che non hai ancora conosciuto. Lei ti renderà felice." Matt si ravvivò improvvisamente. 

"Chi è? Com'è? Ha le tette grandi?" Sembrava quasi eccitato all'idea di una ragazza che non fosse Amber. 

"Non so chi sia ne come sia fatta. Mi hanno solo detto che incontrerai l'amore della tua vita...prima o poi. Dipende tutto da cosa succederà con me." Scrollò le spalle e fece una faccia dispiaciuta. Poi si rese conto che le aveva chiesto del seno della ragazza e si rese conto di star parlando con un uomo preistorico, un po' come tutti gli altri.

"Tu mi stai dicendo di lasciare una scopata sicura per una che non si sa quando verrà?" Sembrò quasi stupito da quella richiesta assurda. "Oh...ho capito. Ti sei innamorata di me e non vuoi vedermi con Amber. Lo capisco, davvero, sono perfetto ma tu sei morta..." Beth scoppiò a ridere. Non poteva credere che Matt avesse davvero detto una cosa del genere. 

"Matt, non per sminuire la tua teoria, ma gli Angeli non provano sentimenti..." Matt non poteva credere che Beth non provasse sentimenti, per lui era inconcepibile. 

"Come fai a vivere senza sentimenti?" Chiese quasi arrabbiato. 

"Io non vivo... Ma non è importante adesso. Voglio che tu ti concentri, pensa a ciò che vuoi intensamente. Ora chiudi gli occhi e continua a pensarlo." Sentì la voce di Beth allontanarsi e, preoccupato, li riaprì subito. Si ritrovò sulla stessa collina, di notte. Il cielo stellato illuminava quella notte buia. Si voltò alla ricerca di Beth che vide avvicinarsi a lui con un lungo vestito bianco. Il suo primo pensiero fu: è già ora di lasciarla andare? 
"Onestamente avrei scelto qualcos'altro" Disse sorridendo mentre si avvicinava a lui. 

"Di notte è più facile andare via..." Si sedette per terra e iniziò a guardare il cielo.

"Tu non vuoi andare via. Hai pensato ad una notte stellata non ad una buia. Vuoi essere fermato." 

"Cos'è, adesso fai anche la psicologa?" Beth rise appena.

"No, semplicemente è quello che volevo anche io. Vuoi essere libero? Lo sei per una giornata. Niente genitori, scuola, Amber..." Disse l'ultima parola con un certo ribrezzo. 

"Davvero?" Chiese entusiasto. "E cosa facciamo? Dove andiamo? Posso rubare anche io una moto?" Beth lo guardò con fare serio. 

"Sarai da solo per un giorno. Io non ci sarò... E non puoi rubare una moto, è illegale." Matt sembrò confuso. Come faceva senza di lei?

"Non voglio farlo senza di te..." Beth sospirò e si sedette vicino a lui. 

"È una prova. Voglio che tu capisca esattamente cosa voglia dire andare via di casa nel cuore della notte, senza soldi ne un posto dove andare." Matt la guardò con fare arrabbiato. 

"Ti sei infilata nella mia testa di nuovo!" Beth abbassò il capo mortificata. 

"Pensavo di averti convinto che quell'idea è folle. Ma visto che non ci sono riuscita stanotte dormi in macchina e domani sera potrai tornare a casa." Si alzò ma Matt non voleva stare da solo così provò a fermarla e per un secondo giurò di averla toccata. Beth si voltò scioccata e si toccò la mano che Matt aveva sfiorato. Lo aveva sentito. 
"Come...come hai fatto?" Chiese ancora meravigliata.

"Io...non lo so. Volevo fermarti e-e-e-" Beth lo fermò. 

"Rifallo." Gli porse il braccio. In tutto quel tempo nessuno era mai riuscito a sfiorarla o a toccarla, neanche per sbaglio. 

"Beth non so se-" Lo interruppe di nuovo.  

"Fallo!" Gli ordinò con disperazione. Matt allungò la mano e provò a toccarla. Beth sorrise quando vide che Matt poteva toccarla, il suo periodo da Angelo stava terminando. 
"Sai questo cosa vuol dire?" Matt scosse il capo e iniziò a guardare le loro mani. La pelle di Beth era morbida come quella di un bambino. 
"Che sto tornando umana." Matt sorrise felice. 

"Resterai qui con me anche dopo?" Beth spalancò la bocca per dire qualcosa e divenne improvvisamente seria. 

"Quando...quando il mio lavoro con te sarà finito mi chiameranno di sopra e mi faranno una domanda: le ali o la vita? Sceglierò la vita e...questo comporta la rimozione della memoria." Matt tolse la mano da quella di Beth. 

"Oh...ehm...capisco. Be' allora ci vediamo domani." Disse severo. Beth decise di lasciarlo solo e andò via. Matt non poteva credere che Beth sarebbe andata via per sempe. Pensava che una volta che avesse scelto la vita sarebbe tornata da lui. Aveva bisogno di lei. Come faceva a sopportare le giornate a scuola senza di lei che faceva facce buffe ai professori. O quando gli toglieva l'udito ogni volta che i suoi genitori gli urlavano contro. Aveva bisogno di lei per andare avanti. Pensare che lei non ci sarebbe stata per sempre lo faceva stare male. L'unica consolazione che aveva era che avrebbe conosciuto una ragazza che gli avrebbe cambiato la vita, prima o poi. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Just_For_Fun