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Autore: __aris__    10/11/2013    2 recensioni
Mentre è sulla barca con Raul, Christine si accorge di trovarsi nel posto sbagliato e di stringere il braccio dell'uomo sbagliato. Torna alla Dimora ma trova solo la distruzione lasciata dalla folla, nessuna traccia del Fantasma! Da quella sera Parigi e la Francia non sanno più niente di lei
Otto anni dopo un misterioso milionario sostiene di voler ricostruire l'Opéra Populaire e di volerla riportare all'antico splendore, non ponendo limiti di spesa. Ha tuttavia una condizione: Christine Daaè dovrà essere la prima donna della nuova Opéra. Mentre Mr Y entusiasmerà Parigi, il Fantasma dell'Opéra cercherà la sua vendetta senza sapere che molte cose sono cambiate rispetto al passato, anche lui.
-- qualcosa di più "tradizionale" rispetto alle precedenti ff. I commenti sono sempre graditi! Spero vi piaccia!
----STORIA IN REVISIONE------
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO: caro Lettore ancora una volta devo chiederti coraggio e pazienza nel leggere questo capitolo. Mi dispiace per le fan di Raoul (so che sono poche ma molto accanite) perché troveranno il personaggio cambiato ma sarebbe stato irrealistico pretendere che dopo la notte della Catastrofe e dopo essere abbandonato in quel modo da Christine rimanesse lo stesso bravo, puro ed immacolato ragazzo di prima. In oltre come ho già spiegato in dieci anni le persone cambiano moltissimo, per questo non ho inserito l’avviso OOC.
Ti avviso anche che si tratta di un capitolo un po’ forte dove sono descritte scene di violenza. Ci tengo, in oltre, a precisare che non condivido o giustifico minimamente certi comportamenti ma, purtroppo, la cronaca nera dimostra che esiste chi non è del mio stesso avviso.
Caro Lettore se vorrai lasciarmi un commento mi farà piacere, anche se si dovesse trattare di una critica costruttiva! Buona lettura.
 
Cos’aveva detto il Persiano solo poche ore prima? Sorridere, non parlare, mostrare calme e non togliere la maschera. Ma adesso erano tutti consigli inutili! In quel momento Christine Daaé era una vera statua di sale: gli occhi sgranati, immobile nel gesto di camminare reggendo ancora l’inutile mascherina. Aspettò qualche istante, sperando che altri ospiti decidessero di uscire in terrazzo ma non accadde. Non sentiva altro oltre il cuore martellarle in petto il terrore dilaniante che le impediva perfino di respirare.
Coraggio sono io Raoul! Il tuo amico d’infanzia! Ricordi i tea in soffitta e le scatole di cioccolatini? E tutte le storie che ci raccontava tuo padre Dolce Lotte?” continuò il ragazzo con tono che non suonava completamente rassicurante.
Non so di cosa stiate parlando monsieur …” sussurrò in un inutile tentativo di convincere il Visconte a lasciarla andare.
Il ragazzo sorrise divertito da tanta ingenuità “Non sei affatto cambiata Dolce Lotte! Sei sempre la bambina di quei giorni …
Vi ripeto che non so di cosa stiate parlando! Io mi chiamo Rosebud e non conosco nessuna Lotte! Adesso vi prego, se siete un gentiluomo, di lasciarmi andare!” ripeté esasperata sull’orlo del pianto.
Sposta la maschera dal volto … oppure sei diventata anche tu come … Lui” la risposta che il nobile ricevette fu un sonoro schiaffo; non ne aveva mai ricevuti eppure la cosa non lo turbò minimamente. “Sapevo che questo avrebbe funzionato!” commentò asetticamente massaggiando la guancia ed osservando il viso della ragazza finalmente scoperto.
co … come mi hai riconosciuta?
Se Meg si mette ad urlare “Christine!” in quel modo non poteva riferirsi che a te.” rispose calmo. Raoul liberando il braccio della cantante e poi si frappose tra lei e l’ingrasso. “Allora dolce Lotte come stai? È molto che non ci vediamo!” l’altra non disse nulla ed il giovane continuò a parlare “Come non vuoi salutare il tuo vecchio amico? Il tuo fidanzato? Oh me ne ero scordato … tu mi hai preferito quel mostruoso assassino!” nemmeno tutta l’educazione ricevuta in una delle più nobili famiglie di Francia impedì alla bocca di piegarsi per rancore e disgusto.
Christine abbassò lo sguardo vergognosa: aveva sempre saputo che Raol era la persona che, dopo il suo Angelo, aveva sofferto di più per la sua stupidità ma non aveva mai immaginato quanto quel dolore gli avesse corroso lo spirito. In una sola notte aveva ucciso le due persone che aveva più care al mondo! “Raoul … mi dispiace … io non volevo che finisse in quel modo … credimi …”
E come doveva finire? Hai aspettato che rischiassi la vita per te per scegliere una vita di tenebra ad una di luce ed agiatezza! Io ti avrei dato tutto: una casa  sicura, una famiglia, un nome rispettabile, perfino un titolo nobiliare … ma tu … tu hai preferito una fuga nell’oscurità con un assassino privo di qualunque umanità!
Silenzio ed altro silenzio ancora, per interminabili minuti fu l’unica risposta di cui fu capace.
Avati Christine! Dimmi! Che fine avevano fatto tutte le tue paure? Fosti tu a dire che con Lui non saresti mai stata libera! Ed allora perché sei tornata nel suo covo appena hai potuto?”
Mi spiace Raoul … ho capito tutti troppo tardi ... Ho capito tardi che in fondo in lui c’era del buono … troppo tardi che avrei potuto vivere solo con lui … Non volevo farti soffrire tanto …” Gli occhi di Christine erano pieni di lacrime che avrebbero voluto uscire copiosamente ma rimanevano ferme solo per la consapevolezza di quale reazione avrebbe potuto avere il Persiano se l’avesse vista con il trucco sfatto.
Ed allora cosa volevi? Tutto quello che è successo quella notte aveva lo scopo di liberarti! Avevamo un piano ben congegnato, ma avevamo tralasciato un dettaglio: tu non volevi essere salvata! Vero Christine?
Non è vero! Io volevo essere libera! ma … non avevo capito nulla … ero così giovane … così ingenua e spaventata …
Hai ragione, nulla mette più terrore di una vita agiata! Io ti avrei dato luce e libertà, un’esistenza spensierata e genuina. Capisco che oscurità e morte siano più rassicuranti!” Christine tremò fin nell’anima per il disprezzo che quel sarcasmo accentuava soltanto. “Ma cambiamo argomento, smettiamo di rivangare il passato! Dov’è il tuo Angelo?
Senza nemmeno pensarci, per opporsi a tanto rancore, il soprano alzò una mano e   schiaffeggiò Raoul con maggior veemenza.
 
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All’interno del salone gli ospiti continuavano a ballare, conversare e bere Champagne ignari di cosa stesse accadendo a pochi metri di distanza. Il salone era talmente pieno di ospiti che nemmeno Madame Giry si era accorta della scomparsa della figliastra; in effetti distinguere la sua corona in mezzo a tutti quei copricapi elaborati si era rivelata da subito troppo complicato anche per i suoi occhi di lince.
Mademoiselle ballate splendidamente!” Meg e Maximilien aveva ballato assieme le ultime due danze e tutto lasciava intendere che avrebbero fatto lo stesso con il prossimo valzer.
Anche voi monsieou Morrel siete un ottimo ballerino!” disse Meg con un leggero sorriso.
Io sono il figlio di un armatore che ha studiato direzione d’orchestra e composizione, non so molto di danza. Ma farò finta che non abbiate detto così solo per cortesia!” rispose il marinaio facendole l’occhiolino.
Dopo qualche altro giro di pista Meg notò che Christine ed il Principe Azzurro non erano più vicino a loro, come all’inizio della polka, ed iniziò a guardarsi in attorno preoccupata appena si accorse che non era tornata al divanetto accanto a sua madre.
Qualcosa non va mademoiselle?
Christine! Non la vedo più!
Si sarà seduta di nuovo vicino a vostra madre. Mademoiselle Rosebud ha una voce celestiale ma temo che non sia adatta agli eventi mondani!”
Questo è vero ma sono comunque preoccupata! Lei …
Prima che la ballerina trovasse una scusa qualunque il musicista l’anticipò “Che ne dite se facessimo altri sue giri della sala cercandola con discrezione? Se non la troveremo qui andremo prima nella stanza accanto poi sul terrazzo, e se non la troveremo nemmeno lì ci faremo aiutare da monsieur Khan!
Meg pensò che quella del compagno era una buona idea, almeno migliore del suo piano di correre da sua madre, per cui accettò la proposta con un cenno affermativo, anche se poco allettata dall’idea di chiedere un favore al Pesiano, ed i due iniziarono a spostarsi tra le varie coppie di ballerini alla ricerca di Cerere e del Principe Azzurro.
 
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Usando un impeto mai sentito prima Raoul prese entrambe le mani di Christine e le portò sopra le spalle facendo cadere in terra la mascherina “Mi fai male Raoul! Lasciami! Ti prego mi fai male!
Dimmi dov’è! Se ci sei tu tutta agghindata a festa deve esserci anche lui! Dov’è?!” intimò stringendo la presa.
È morto … ucciso dalla folla!
Non mentire! Anche tu eri data per morta eppure sei davanti a me, viva ed in ottima salute!” Raoul poteva sentire l’ira, la frustrazione e tutto ciò che aveva accumulato negli ultimi dieci anni crescere e dargli nuova forza, ma non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a controllarsi.
Quando sono arrivata alla Dimora c’erano solo macerie! Lui. È. Morto.
Bugiarda!” urlò il Visconte schiaffeggiando la ragazza che cadde a terra con il volto rivolto al pavimento del terrazzo. L’uomo si avvicinò e fece per inginocchiarsi sul corpo scosso dal pianto
Dimmi dov…” Iniziò a dire quando l’estremità di un bastone apparve improvvisamente vicino alla gola del francese costringendolo ad arrestarsi.
 
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Li avete visti monsieur?” chiese Meg preoccupata dopo aver perlustrato tutto il salone per almeno due volte.
No; ma mademoiselle Rosebud potrebbe aver avuto bisogno di riprendere fiato probabilmente la troveremo nell’altra stanza ad aspettare che il suo Principe le porti una coppa di Champagne!” detto questo il giovane Morrel prese il braccio della ballerina per condurla nella sala attigua dove incontrarono Andrè e Firmin che li costrinsero ad assistere allo spettacolo inscenato da una danzatrice turca che lasciava tutti a bocca aperta per la sua flessuosità.
 
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Chi siete?” chiese il ragazzo senza nemmeno seguire la linea dell’oggetto per vedere a chi appartenesse.
È una festa così bella Visconte, perché la vorreste rovinare?” rispose una voce maschile non familiare.
Gli occhi del ragazzo percorsero il bastone, per poi salire lungo un braccio destro e trovarono un volto coperto nella sua metà superiore da una maschera chiara. In effetti sarebbe stato strano presentarsi ad un ballo in maschera con il volto scoperto! “Come fate a sapere chi sono?
Siete davvero disinformato sulla vostra fama! Tutti a Parigi vi conoscono!
Il nobile si raddrizzò con eleganza, ma il bastone rimase sempre puntato alla sua gola “Sembra che io non conosca voi, monsieur …
La maschera rise “Perdonatemi ma non credo che questa sia la serata più adatta per le presentazioni. Perché non le rimandiamo a domani?” il giovane acconsentì. “Potrei sapere cosa vi ha fatto questa ragazza per meritare una tale ira Visconte?
Temo che sarò scortese e non vi risponderò, se non vi dispiace.
No affatto, fate pure!” disse rimanendo affabile, ma le parole che seguirono sembrarono uscite dalla bocca di un qualche imperatore tanto erano autoritarie “Ciò a cui non ammetto obiezioni è la mia richiesta di scusarvi con la signorina ed allontanarvi immediatamente.
Il ragazzo fece una leggera riverenza allo sconosciuto, pronunciò delle scuse tanto eleganti quanto poco convinte e rientrò nella sala da ballo, dove nessuno sembrava essersi accorto di nulla. Camminò tagliando a metà la sala, senza preoccuparsi degli ospiti danzanti a cui tagliava il passo.
Decise che doveva lasciare quel ballo il prima possibile ma che prima avrebbe bevuto dello Champagne o del Cognac per schiarirsi le idee: l’energia che lo aveva pervaso pochi minuti prima non aveva ancora lasciato il suo corpo e gli aveva fatto scoprire lati di sé che non immaginava di avere. Un cameriere in livrea gli passò accanto e Raoul ne approfittò per prendere un bicchiere di Champagne. Tra un sorso e l’altro notò che Philipe non sembrava essere nella stanza: probabilmente si era appartato con la baronessa de Poligny; meglio così, almeno non avrebbe dovuto rendere conto a lui ed al suo sarcasmo!
 
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L’uomo misterioso si avvinò a Christine che aveva assistito alla scena senza dire nemmeno una parola, stupita quanto Raoul della sua presenza. “Datemi la mano! Vi aiuto ad alzarvi!” incitò in modo amichevole e la ragazza eseguì senza troppi indugi.
Chi siete?” chiese lisciandosi il vestito.
Provate ad indovinare mademoiselle!
Christine osservò la figura da capo a piedi e per poi risalire fino alla maschera: gli abiti di foggia decisamente barocca parevano tessuti d’oro; le fibbie sulle scarpe ed i bottoni della giacca raffiguravano delle stelle con molti raggi al cui centro era incastonata una pietra preziosa; il bastone nella mano destra, molto più lungo di un normale bastone da passeggio, era laccato d’oro ed assomigliava molto ad uno scettro; il volto era parzialmente nascosto dalla maschera era contorniato da una parrucca di riccioli biondi ed una corona di raggi dorati. “Il Re Sole?
L’uomo assunse un’espressione riflessiva per qualche istante “Non era proprio ciò a cui avevo pensato scegliendo il costume, ma capisco l’inganno!
Quindi chi siete?
Per ora chiamatemi Luis, visto che vi ricorso il Re Sole. Voi chi sareste?
Cerere.
Ma dov’è il vostro copricapo di spighe mia dea?
Christine si accorse solo in quel momento che la testa non le pesava più come prima, segno evidente che il diadema non era più al suo posto; istintivamente tastò il capo e poi iniziò a guardarsi in giro spaventata: il solo pensiero di cosa il Persiano le avrebbe detto se lo avesse saputo la fece rabbrividire di puro terrore.
Vi sarà scivolato. Permettete che vi aiuti a cercarlo.” Luis iniziò a perlustrare il terrazzo con portamento elegante “State tranquilla lo troveremo in pochi minuti. Com’è fatto?
È una tiara di diamanti; ma non è mia … mi è stata prestata per questa sera e …
Non serve dire altro: ho capito perfettamente. Ma come ho detto non c’è nulla da temere …” l’uomo fece una pausa per prendere qualcosa dal pavimento “Ecco la vostra tiara!” si rigirò l’oggetto tra le mani un paio di volte “Davvero splendida! Ne vidi una molto simile sul capo della principessa Romanov qualche tempo fa e ne rimasi abbagliato, ma questa la fa sembrare un accessorio per le bambole! Strabiliante!” si riavvicinò alla ragazza “Un inchino mia dea, se non vi dispiace!” lei rise ed ubbidì permettendo a Luis di risistemarle la coroncina. “Venite: cerchiamo un posto dove possiate riprendervi un po’ ed incipriarvi il naso.” Suggerì offrendo il braccio prima di condurla per la porta finestra da cui era arrivato prima.
 
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Maximilien e Meg riuscirono ad allontanarsi da Firmin e dalla ballerina con molta difficoltà. “Mademoiselle Giry cosa ne dite di cercare Mademoiselle Rosebud un’altra volta nel salone; se era uscita potrebbe essere rientrata.
Va bene.” Ed i due giovani tornarono a perlustrare la sala da ballo, senza dare nell’occhio fino a quando la ballerina non vide la casacca celeste del principe dirigersi verso lo scalone che portava all’uscita. Meg iniziò a rincorrerlo con passo precipitoso ma Morrel le fece segno di calmarsi e l’accompagnò nella stessa direzione del Principe.
Monsieour fermatevi un momento per favore!” chiese il musicista appena furono tutti in un posto più appartato. L’uomo si voltò e Meg rimase a bocca aperta appena lo riconobbe.
Cosa posso fare per voi signor?” chiese il nobile avvicinandosi.
Mi chiedevo se sapreste indicarmi dov’è la ragazza con cui avete ballato prima.
Christine? Sul terrazzo, credo avesse bisogno d’aria fresca. Buona serata.” disse con una riverenza prima di congedarsi.
Abbiamo trovato la vostra amica mademoiselle, vi sentite meglio?” annunciò raggiante Maximilien a Meg che non aveva ascoltato una sola lettera ed era corsa immediatamente sul terrazzo per trovare solo la mascherina dell’amica.
   
 
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