Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: blejan    10/11/2013    4 recensioni
Momenti di vita ordinaria di esistenze straordinarie: la Interdimensional Magical Energy Security and Control Organization di tutti i giorni, tra ordinaria amministrazione e non.
Raccolta per la challenge “Slice of Life” di areon.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I.M.E.S.C.O.: Chocolate Box'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt: 8 - ANELLO
Titolo: Activating Skydoor
Autore: blejan
Fandom: Originale
Personaggi: Cyril, Riven, Wyatt, Alaros
Genere: Fantasy, Avventura, Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash
Lunghezza: 1.824 parole





Activating Skydoor

Il respiro scivolò nell’aria in un sussurro tremulo.
Cyril strinse la presa sulle impugnature, il corpo si bloccò in un fremito, pronto.
Ruotò il bacino verso sinistra di novanta gradi, divaricando e flettendo le ginocchia nei larghi pantaloni grigio ardesia, abbassandosi. Spostando il peso sulla gamba destra, sollevò la sinistra, portandola indietro. Mentre appoggiava il piede nudo in diagonale allineò le spalle e con movimento fluido stese le braccia come esili ali; i ventagli nelle mani si aprirono con uno scatto metallico e secco, spandendo vibrazioni tutt’attorno.
Richiamò i gomiti un istante per poi ridistendere le articolazioni, usando gli arti superiori come pendoli che lo guidarono in una capriola in avanti, da cui una volta rialzatosi, a gambe solidamente divaricate, attaccò frontalmente col braccio sinistro teso di fronte a sé, il destro ripiegato sopra la testa in posizione di guardia.
Scattò indietro, girando verso sinistra in tre piroette consecutive, la seta cinerina che avvolgeva le pagine d’acciaio affilato dei ventagli vorticava sferzano l’aria.
Un colpo secco in orizzontale, il cui schioppo non ebbe tempo di esaurirsi, venne seguito da un altro fendente rapido come un battito di ciglia, che rimbombò sonoramente al termine dell’ultima piroetta, quando il ragazzo si bloccò, immobile e micidiale, le armi seriche scintillanti come mezzelune sospese tra le mani.

Scosse i capelli di rame, arruffandoli in ciocche spennellate sul collo e sulla fronte come petali stropicciati. Inspirò, issando le mani sopra la testa, chiudendo i ventagli, stiracchiando la schiena mentre si sollevava sulle punte dei piedi e distendeva le braccia verso l’alto.
Qualche istante in apnea e lasciò fuoriuscire con lentezza l’aria, abbassando le spalle, permettendo ai muscoli di rilassarsi.
Una cintura di cuoio color testa di moro, alta quattro dita e spessa uno, gli avvolgeva la vita stretta scolpita da addominali ben visibili a causa della canotta inumidita dal sudore; i ventagli scivolarono obbedienti e silenziosi nei foderi, posizionati sulla schiena al livello delle vertebre lombari, guidati dalle mani sottili e guizzanti.
A gambe unite piegò le ginocchia in avanti, poggiandole sul parquet di legno chiaro della sala degli allenamenti. Caricando il peso sui pugni a terra mentre si sedeva, incrociò le tibie di fronte a sé, lasciando sfuggire un sospiro profondo e un po’ rauco, sollevando la testa verso l’alto, le palpebre scurite da un’ombra di stanchezza accarezzate dalla luce dei lampadari.

Rimase immobile, sentendo un tocco familiare scostargli un ciuffo dai riflessi di bronzo dalla fronte, accarezzandola, disegnandovi con lentezza un cerchio, in un movimento rilassante e dolce.
Aprì pigramente i grandi occhi d’ambra, mentre Riven ripercorreva il tragitto, sorridendogli mentre si abbassava, sedendosi dietro di lui, divaricando le gambe in modo da avvolgerlo con la sua presenza, i gomiti in equilibrio sulle ginocchia, le braccia che sfioravano timidamente le sue spalle.
Tra le mani reggeva un tessen sottile di un satinato e cupo grigio piombo.
Nell’anello delle sue braccia, Cyril gli intercettò lo sguardo, facendo sprofondare le chiare iridi in quelle di sangue dell’altro, per poi tornare a fissare rapito il ventaglio.
Lo prese con delicatezza, catturato dalle sottili incisioni sulle guardie: delicate volute ageminate si rincorrevano sulla lunghezza, i cui solchi precisi occhieggiavano di riflessi rossastri, attorcigliandosi attorno al rivetto, alla base del quale, attraverso un foro, passava uno spesso anello.
Percepì il respiro di Riven incespicare, concentrato su di lui, i palmi delle mani che scivolavano in una carezza lungo i fianchi, incoraggiandolo ad esaminarlo.
Aprendolo con gesto energico ed aggraziato, Cyril rimirò le pagine rigide, essenziali e triangolari, affilate come katane, occhieggiare di sfumature purpuree scure in fitti intrecci sanguigni damascati, un turbinio di riflessi infuocati danzanti nel metallo del colore del granito.
Riven osservò stregato gli occhi del suo ragazzo, scintillanti e stupefatti, accarezzare l’arma con reverenza e sbigottimento, in un silenzio di assoluta ed esterrefatta ammirazione.
Si schiarì la voce, rispondendo all’ interrogativo ancora inespresso che vedeva galleggiare nella sua espressione.
- Grafene e titanio temprati nel… -
La voce di Cyril lo interruppe, concentrato.
- Nel tuo sangue. - terminò la frase, le sopracciglia aggrottate, voltandosi verso di lui. Sentiva la sua energia permeare il metallo in una vibrazione a malapena percettibile, eppure vivida e persistente, che si diramava sotto la pelle in un sottile brivido bollente.
Le screziature rosse parevano scorrere vivaci attraverso il metallo mentre lo appoggiava aperto sul palmo della mano. Alzandolo con una spinta leggera lo sospese in aria a pochi centimetri dalla pelle, il tempo necessario per voltare la mano e farlo atterrare sul dorso, lanciandolo nuovamente in alto, imprimendogli una rotazione che lo fece volteggiare, tornandogli in mano esattamente in verticale, dove la mano sinistra lo accolse, pronta all’attacco.
Sulla superficie interna dell’anello riconobbe di sfuggita i caratteri della lingua dei demoni bisbigliargli parole che non era in grado di decifrare.
Improvvisamente trovò una ragione a tutte le volte che aveva visto il moro vagolare con un colorito più pallido del solito, da sei mesi a quella parte.
Immaginare la quantità di liquido vitale utilizzato per un’operazione simile, il tempo e la cura da adottare, gli fecero attorcigliare il cuore, lasciandolo stritolato e dolorante di riconoscenza.
Inutile dirlo: assolutamente perfetto.
Tornando in piedi per andare a recuperare ed indossare la tuta, Cyril porse la mano per aiutarlo ad alzarsi, investendo Riven con uno sorriso tanto luminoso da fargli dimenticare di respirare, per una manciata di secondi distorti all’infinito.

Chiudendo con cura la grande porta di quercia, sfregiata da borchie di metallo brunito, si infilarono nel corridoio alla luce grigiastra dei fuochi fatui, che correvano in orizzontale lungo le pareti, spandendo argentate marmoreggiature splendenti su di loro.
- Ripetimi di nuovo perché proprio la Russia. - brontolò Riven, sollevando lo sguardo dal pavimento in acciaio, percorrendo il sentiero centrale di lastricato mandorlato.
Cyril sfilò il ventaglio nel fodero di destra, porgendoglielo, per sostituirlo con il tessen scuro.
Sapeva che era preoccupato, glielo leggeva nel respiro nervoso, nelle spalle curve, nelle ombre torbide degli occhi di porpora.
Gli trattenne le dita quando le strinse attorno al manico, percependo la tensione scaricarsi attraverso i nervi in una scossa feroce.
Il suo turbamento lo investì, artigliandogli i polmoni come una tenaglia di ghiaccio, spezzandogli il fiato.
- Perché so di riuscire a mantenere la situazione sotto controllo. - gli rispose, senza interrompere il contatto sia visivo che fisico.
In fondo nemmeno a lui andava propriamente a genio l’idea di starsene da solo tre settimane ad occuparsi delle turbolenze energetiche che stavano sconvolgendo i delicati equilibri del cuore della Siberia, ma del resto quella era la prima missione disponibile e non potevano certo mandare una matricola in mezzo alla neve, con una temperatura massima di meno venti gradi.
- La mia preoccupazione al momento - iniziò, lasciando che Riven infilasse il ventaglio nella tasca interna della giacca mentre entravano nell’ascensore al fondo del corridoio, diretti alla postazione dei portali al piano di sotto - è quella di non distruggerlo. - considerò, sfiorando inconsciamente con il gomito sinistro il tessen, le sopracciglia aggrottate di apprensione.
- Mi sono applicato a renderlo sufficientemente resistente. - snocciolò il demone, spostandosi alle sue spalle - Inoltre sei l’unico a poter usare la mia energia, quindi non ho motivo di preoccuparmi. -
Poggiando la schiena alla barra di sostegno che avvolgeva il perimetro dell’abitacolo, rivestito di pratico acciaio scuro satinato, acchiappò le cinghie sul fianco destro della cintura di Cyril, che barcollò leggermente, indietreggiandogli addosso, osservandolo interrogativo.
Riven estrasse con cura entrambi i ventagli, scambiandoli nelle fodere intarsiate, con un sorriso criptico scarabocchiato in viso.
Intercettò la confusa e sorpresa realizzazione negli occhi di sole del ragazzo, ghignando.
- Tranquillo. - gli sussurrò staccandosi dalla parete, posando le labbra sulle sue in un fugace soffio, tenue e meditabondo.
- Solo io so che sei mancino. -

Le porte si aprirono sibilando, in una mirabile sciorinata di contumelie che si depose su di loro, seguite da colui che le aveva pronunciate, visibilmente alterato, gli occhi del colore della corteccia scurita dalla pioggia strabordanti di rabbia.
- Ehilà Wyatt. - salutò Riven, seguendo Cyril nel corridoio, mentre il ragazzo prendeva il loro posto con un sorriso sbuffante.
- Che hai combinato stavolta? - chiese il giovane coi ventagli, seguendo con lo sguardo la chioma simile alla livrea di un passero, bruna chiara screziata di ciocche biondo-dorate.
- Lasciamo perdere, stasera preferisco permanere a crogiolare nel mio incipiente ostruzionismo, Cyril. - sobbollì l’interessato, scornato.
- Devi averla combinata grossa a quanto pare. - constatò Riven, ridendo dello sguardo sperso e bisognoso di specificazioni dell’altro.
Scrollando le spalle, sintetizzò - Hai una divisa da cameriere e tutti e tre qui sappiamo bene che significa. Orpheus dev’essere incazzato nero per averti sbattuto di sopra con le matricole stasera.-
Cyril, al suo fianco, inclinò la testa di lato, osservando la scarsa rassegnazione con cui Wyatt pareva voler affrontare la serata.
- Posso dire tuttavia - iniziò, poggiando il dito sul bottone del piano terra - di aver vinto la guerra, pur perdendo una battaglia. -
Gli occhi di miele si insospettirono vedendo un trionfale e crudele sorriso sbocciare sul suo viso.
- Ora occupo indiscutibilmente ed indeterminatamente il vertice della catena alimentare nel mio distretto. - pronunciò sibillino, salutandoli con un occhiolino pochi istanti prima che l’ascensore mettesse una rassicurante distanza fisica tra di loro.
‘Catena alimentare?’
Rabbrividirono con prepotenza, cullati da crude immagini trasudanti perfidia e malvagità.

La sala portali, un hangar grande quanto un campo da rugby, era il fulcro della struttura sotterranea, con un ingresso ed una postazione su ognuno dei lati dell’enorme pianta quadrata.
La voce di Alaros li accolse da dietro quella più vicina a loro, innalzandosi da un anello di monitor grondanti informazioni e calcoli per il trasporto che lo rendevano appena visibile attraverso le file e file di comandi, codici e grafici in movimento trapuntati sulle superfici semitrasparenti.
- Il bagaglio del turista, zale zale le - canticchiava assorto, spippolando sulle tastiere, controllando a velocità inumana le informazioni che scorrevano a fiumi tutt’attorno a lui, gli occhi di smeraldo concentrati - l’ho lasciato sulla pista, zale zale le. -
Cyril si affiancò alla sua sinistra, in attesa.
- Skydoor operativa- annuciò l’elfo, sollevando gli occhi, attraversati da scaglie di magia pura e brillante in azione, di fronte a loro.
Ad una ventina di metri, il portale si aprì nell’area identificata da uno dei quattro cerchi dorati disegnati sul pavimento, che palpitò tre volte di luce bianca.
All’interno del perimetro circolare l’aria si distorse, condensandosi in un punto luminoso e dorato; allungandosi in orizzontale ed arricciandosi in volute e sbuffi come fosse ghiaccio secco, sparse nell’aria scintille baluginanti che iniziarono a vorticare come impazzite nello spazio circostante.
Con movimento lento e graduale, la linea si curvò ed aprì in un gigantesco occhio intarsiato di luce di un paio di metri di diametro, l’iride infiorata di simboli e circonvoluzioni in continuo mutamento che sfolgoravano d’oro e blu notte, rincorrendosi e lampeggiando.

- Vacci piano, piccolo puma. - lo salutò Alaros, la treccia spessa vorticante, mentre si voltava sulla sedia.
Le iridi paglierine sorrisero al gemello, oltre la barricata di monitor.
Riven occhieggiò le mani del ragazzo dai capelli di rame contrarsi e rilassarsi in un impalpabile sfarfallio d’ansia.
Con un bel respiro, Cyril prese la rincorsa.



NdA :Salve creature, eccomi risorta! Non potevo cercare un’arma convenzionale e dunque nulla di più adatto del Tessenjutsu per Cyril ^^.
Per capire più o meno com’è fatto, questa immagine si avvicina parecchio alla forma del tessen di Cyril.
Nonostante il ventaglio sia per noi occidentali un simbolo prettamente femminile, in oriente la concezione è diametralmente opposta, identificando questo oggetto come maschile: andate a dare un’occhiata alla spiegazione storica del ventaglio da combattimento, il Tessen.
Per chi non avesse un’idea molto chiara delle forme di questa disciplina, vi invito ad andare a visionare questo(dove oltre ai trick più semplici, al fondo la sequenza “Crouching Dragon Fangs Wings” della ragazza coi ventagli neri è quella che ho fatto eseguire a Cyril all’inizio del capitolo, mentre il “Back Hand Flip” lo esegue per testare il nuovo ventaglio).
Ordunque, questo capitolo è un punto di collegamento per due aspetti:
• Per chi avesse letto anche l’altra mia raccolta (al momento arenata ad un solo capitolo T_T)…ebbene sì, è proprio Wyatt di Crack! XD;
• Non vi siete del tutto rincretiniti se avete pensato di aver avuto un deja-vu del tipo “Ma Cyril in Russia non ci era già andato?”: sta partendo per la missione dalla quale tornerà in Reaching Riven, quindi non angustiatevi, avevate ragione, è proprio un flashback.
Non avete neppure sbagliato ad aver riconosciuto Zalele, ovviamente storpiata da Alaros^^.
Spero di avervi incuriosito almeno un po’ e di essere riuscita a sorprendervi scegliendo un’arma così particolare, quanti di voi avrebbero indovinato che Cyril avrebbe mai potuto combattere con dei ventagli?
See ya!

blejan

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: blejan