a Lost Dreamers b
Okay,
ammetto di non sapere cosa cavolo è venuto fuori in questo capitolo! È un po’…
boh, drammatico? Sconclusionato? Non
so, mi sono lasciata prendere dal mio lato romantico-depresso, anche perché Ino e Kiba me li vedo molto povere anime dal cuore spezzato…
suppongo che questo fosse l’unico modo per farli entrare in contatto, per farli
avvicinare… due sognatori dal cuore spezzato, chissà cosa verrà fuori da questo
incontro… voluto dal destino? Spero di non aver scritto nulla di troppo
orripilante, perciò spero nelle vostre recensioni (che mi hanno convinta a
continuare la ficcy, e adesso scommetto che vi sarete
pentiti di avermela fatta continuare XD)e accetto anche insulti, tranquilli ^^,
in questo capitolo me li merito proprio! Giustificatemi perché sono in delusione amorosa, va bene? Un bacione
Sakurina
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Chapter
1: "Dreamers"
"Only The Good Guys Receive
What They Came Her For
And All Of You Dreamers
Will Live With A Broken Heart"
Aqua, "Good Guys"
Kiba si era sempre chiesto la ragione per la quale
quell'ingombrante divanetto si trovasse dove si trovava, ovvero nel bel mezzo
della sua stanza. L'idea iniziale era stata quella di adibirlo a letto per Akamaru, ma il cagnolino non ne aveva mai voluto sapere: da
piccolo dormiva ai piedi del suo padrone, mentre ora che le sue proporzioni
erano "considerevoli" si era appropriato del tappeto a lato del
letto.
Ma finalmente, quella sera il mistero del divano fu
svelato: dopo anni a prenderlo a calci e a considerarlo solamente un vecchio
cimelio di guerra, Kiba capì che serviva perché lui, povera anima in pena,
trovasse un po' di riposo nella sua camera quando, per amor della
cavalleria, il suo letto era stato dato in prestito alla bella Ino Yamanaka, caduta in un sonno
che pareva una catalessi a causa della sua sbronza triste.
Dopo aver adagiato l'amica sul suo morbido e confortevole
letto, l'Inuzuka si ritrovò faccia a faccia col
fedele amico Akamaru, che uscì tranquillamente dalla
porta, abituato all'andirivieni di ragazze nella camera del padrone.
-"Akamaru, ma cos'hai
capito!!!"- cercò di protestare sottovoce Kiba, imbarazzato.
Ma il suo amico a quattro zampe lo ignorò, chiudendo
diligentemente la porta con la bocca e uscendo in cortile per non disturbare il
"lavoro" del compagno.
Sbuffando, Kiba si buttò a peso morto sul divano, che al
contrario del suo letto risultò essere terribilmente duro e scomodo. Forse in
quel momento gli venne un po' il rimorso per non aver lasciato Ino nelle mani del pescatore, ma presto quei pensieri
svanirono, cancellati dalla stanchezza e dal sonno.
La situazione più interessante avvenne due ore più tardi,
quando, allo scoccare delle 8, Hana Inuzuka entrò come ogni mattina nella camera del
fratellino, per buttare giù dal letto quel pigrone.
La ragazza si stupì non poco di trovare Akamaru a dormire fuori in giardino e così accelerò il
passo, fiondandosi nella camera di Kiba con un po' d'ansia.
Sbarrò gli occhi incredula quando vide il fratello dormire
pesantemente sul divano, mai utilizzato in 16 anni della sua vita, e una bella
bionda nel suo letto.
Hana
guardò e riguardò la scena per almeno cinque volte, dopodiché fece dietrofront
richiudendo silenziosamente la porta alle sue spalle.
-"Chi è quella, Akamaru...?"-
chiese la sorella, fissando il cagnolone davanti a
sé, sconvolta.
Il cane si limitò a guaire, scodinzolando felice, e quel
gesto fu interpretato da Hana come qualcosa di abbastanza
erroneo.
La chunin raggiunse di corsa il
salotto, dove la madre sorseggiava una tazza di tè mentre leggeva beatamente il
giornale.
-"Mamma, mamma!!!"- urlò Hana,
inginocchiandosi davanti a Tsume, con ghigno
malizioso.
-"Che succede? Dov'è quello scansafatiche di tuo
fratello?"- chiese la donna, scettica.
-"Sta dormendo in camera sua..."- sogghignò la
ragazza.
-"Beh? Che aspetti a svegliarlo, l'illuminazione
divina? Oppure è una di quelle mattine da padella e mestolo? Certo, quel
disgraziato sarà tornato alle 6 di mattina come tutti i sabati
sera...!!!"- sbottò la madre, afferrando padella e mestolo di ferro per
svegliare il figlio.
-"Ma no mamma, cos'hai capito... diciamo che Kiba non
è solo..."- sghignazzò la sorella.
-"E chi c'è? Sveglio anche Akamaru
col mestolo, tranquilla!"- commentò Tsume,
dirigendosi come una furia verso la camera.
-"Aspetta mamma!!!"- urlò Hana,
ma non fece in tempo a richiamarla che la madre si era già fiondata nella
stanza di Kiba.
La chunin aspettò la madre per
qualche minuto fuori dalla porta, dopodiché vide la donna fare dietrofront come
lei poco prima e richiudere la porta.
Le due si guardarono perplesse per qualche minuto, senza
saper cosa dire.
-"Non so cosa sia successo là dentro ma... almeno
sono sicura che non è gay!!!"- sospirò la madre, che non si era mai
accorta del viavai notturno di ragazze in casa sua.
-"Beh, che non fosse gay lo sapevo di già... insomma,
è sempre stato un po' innamorato di Hinata! Ma che
gli piacessero le belle biondine... questa non la sapevo proprio!"-
sogghignò la sorella.
-"Hinata? No, Hinata non va bene per Kiba... caratteri troppo diversi! Ci
vuole qualcuno che lo tenga sotto a questo scapestrato, sennò chi lo
calma?!"- sorrise la madre, tornando in salotto con la figlia.
Kiba si riprese verso le 4 di quel pomeriggio, quando,
preda di un incubo, si voltò di scatto cadendo dallo stretto divano.
-"Ahi ahi... cazzo che male..."- sibilò l'Inuzuka, massaggiandosi la testa dolorante, rimanendo
sdraiato su quel pavimento che era quasi più comodo del divano.
-"Tutto bene?"- chiese una voce flebile e un po'
roca dall'alto.
Quando il ragazzo riaprì gli occhi, vide che Ino si era svegliata e lo osservava perplessa dall'alto del
suo letto. I lunghi capelli biondi della kunoichi
cadevano giù fino a sfiorargli delicatamente il viso, e i suoi occhi azzurri lo
scrutavano intensamente, sebbene fossero ancora velati di malinconia.
Kiba percepì una vampata infiammargli il viso, perciò
decise di alzarsi di scatto, allontanandosi da Ino e
grattandosi il capo, imbarazzato. Che figura oscena che aveva appena fatto...
cadere dal divano!!!
Dopo qualche minuto di silenzio, l'Inuzuka
si voltò verso l'amica, che stava seduta insolitamente timida e silenziosa sul
suo letto. Quella davvero non era la Ino Yamanaka che conosceva lui, non era la ragazza rumorosa ed
egocentrica del Team 10. Evidentemente, era confusa e disorientata e non
ricordava assolutamente nulla della sera precedente. Probabilmente, non sapeva
nemmeno dove si trovasse.
-"Sei a casa mia..."- le spiegò Kiba,
avvicinandosi a lei, cercando di dissimulare il suo imbarazzo.
-"Ah, capisco... e io cosa ci faccio qui... cioè, nel
senso, noi non..."- cercò di chiedergli la biondina, abbastanza a disagio.
-"Chi?! Noi?! No no no, tranquilla, non abbiamo fatto niente!!! Solo che non
eri presentab... cioè... eri un po'... fuori di te...
e non stavi tanto bene, quindi non potevo di certo portarti a casa tua in quello
stato, ecco!"- spiegò l'Inuzuka, ridacchiando
divertito per smorzare la tensione.
-"Ah capisco..."- rispose Ino,
abbassando lo sguardo depressa.
Cadde un altro pesante silenzio, mentre gli occhi tristi
della Yamanaka si fissarono sul pavimento vuoto.
Kiba sospirò, capendo che forse l'amica aveva bisogno di
restare un po' da sola. Si diresse verso la porta con sguardo serio, ma prima
di uscire si voltò verso quella malinconica ninfa che fissava il vuoto seduta
seminuda sul suo letto. Se fosse stato in sé, non ci avrebbe pensato su due
secondi prima di saltarle addosso; ma quell'insolita aria di tristezza che
l'avvolgeva era come un'invalicabile barriera per lui e probabilmente dormire
su quel divano l'aveva provato più di qualsiasi missione che avesse mai
compiuto.
-"Ino... nel mio armadio
c'è qualche vestito pulito, puoi prendere quello che vuoi... i tuoi vestiti,
beh... erano bagnati perché eri caduta in acqua e... se te li lasciavo addosso
poi... però tranquilla, non ho visto niente, era buio e io..."- cercò di
dirle l'Inuzuka,
sempre più imbarazzato.
-"Perché l'hai fatto, Kiba?"- chiese
improvvisamente la ragazza, fissando l'amico profondamente confusa.
-"Ehm... te l'ho detto, perché eri bagnata
fradicia..."- ripeté lui, perplesso.
-"No, non quello... perché mi hai portata qui?
Avresti dovuto lasciarmi lì..."- asserì Ino, con
sguardo serio.
-"Ma... stavi collassando... stavi male... eri
ubriaca..."- spiegò dubbioso il chunin,
grattandosi il capo.
-"Appunto... IO stavo collassando... IO stavo male...
IO ero ubriaca... tu non dovevi prenderti questo peso a causa mia... avresti
dovuto mollarmi là... me lo meritavo..."- commentò con tono risentito la
biondina.
Kiba aggrottò le sopracciglia, fulminando l'amica con lo
sguardo.
-"Vado in cucina a fare qualcosa da mangiare... tu
vestiti e vieni di là quando ti sarai ripresa e avrai meno cazzate da
dire."- asserì secco il ragazzo, senza peli sulla lingua.
La Yamanaka rimase sbalordita
dalle parole dell'amico, che se ne andò sbattendo la porta: forse aveva detto qualche
stupidaggine di troppo. Ma soprattutto... si era lamentata senza nemmeno
ringraziarlo.
Ino
entrò timidamente nel salotto degli Inuzuka,
guardandosi attorno curiosamente: non era mai stata a casa di Kiba. In realtà,
non ricordava nemmeno di averci mai parlato. Erano conoscenti, sapevano chi
erano ma... non si erano mai parlati, almeno mai seriamente.
E ora si trovava a casa sua, con addosso una sua adorabile
felpa rossa con sopra disegnato un cagnolino bianco che bastava a coprirla
tanto da renderla, a suo avviso, decente.
Intrufolò la testolina bionda in cucina, sorridendo
dolcemente a Kiba, che si voltò verso di lei distogliendo lo sguardo dai
fornelli, sorridente. Il suo sorriso svanì quando vide la felpa che indossava
la ragazza.
-"Ehm... me l'ha regalata mia nonna, giuro!"-
sbottò imbarazzato il ragazzo, arrossendo ancora di più notando che Ino aveva indosso solo quella.
-"Beh, è carina!"- sorrise lei, avvicinandosi
all'amico.
-"Tienila pure se vuoi, tanto sai che me ne faccio
io..."- sorrise l'Inuzuka, assaggiando uno
spaghetto.
-"Mmh. Grazie Kiba-kun."- sorrise Ino,
ghignando con la ritrovata malizia e con occhi brillanti.
Kiba rimase un po' perplesso, non aspettandosi una ripresa
così rapida. Sembrava che la Ino depressa e triste
fosse solo un lontano ricordo, fortunatamente.
-"Figurati, per una vecchia felpa con un cagnolino
bianco..."- rispose lui, grattandosi il naso, imbarazzato.
-"Non è solo per la felpa."- sorrise la Yamanaka, prendendo i piatti e dirigendosi verso il salotto
per apparecchiare.
L'Inuzuka si morse il labbro
inferiore, studiando bene la figura snella della biondina (e soprattutto quella
delle sue gambe) mentre si allontanava, ghignando compiaciuto.
-"Scusami Kiba, non riesco a trovare le posate! Dove
sono?"- chiese Ino, mentre l'amico portava in
tavola la colazione/pranzo/merenda.
-"Mmh, sì, sono lagg... ma tranquilla, le prendo io!!! Ah ah ah!!!"- ridacchiò nervosamente il ragazzo, dirigendosi
come un fulmine verso il comodino in fondo.
La Yamanaka inarcò un
sopracciglio, sbalordita dallo strano atteggiamento dell'amico.
Lo scatto di Kiba era dovuto al fatto che il chunin avesse scorto un bigliettino lasciatogli dalla madre
in bellavista sul comodino, dove stava scritto a grandi lettere:
Bravo figliolo mio, non sbagli un
colpo!
Mi raccomando non lasciarti sfuggire
quel gran pezzo di ragazza!
Non sapevo ti piacessero le biondine,
marpione!
Sempre più uguale a tuo padre!
Un bacio, la tua mammina
Kiba inarcò un sopracciglio, fra lo schifato e il
rassegnato. Perché doveva avere una madre così fuori di testa?
-"Che c'è scritto?"- chiese Ino,
appoggiando inaspettatamente la testa sulla spalla del ragazzo.
L'Inuzuka tirò un urlo per lo
spavento, scattando in avanti e imboscandosi il biglietto in tasca.
-"Ma va, niente, niente! Andiamo a mangiare che sennò
si fredda tutto!!!"- ridacchiò nervosamente il ragazzo, trascinando la Yamanaka a tavola.
-"E' un po' strano, non trovi?"- chiese Ino, sorridendo maliziosa.
-"Che cosa?"- chiese Kiba, fissandola perplesso
dall'altro capo della tavola.
-"Questa situazione... sembra quasi che io e
te..."- insinuò la biondina, con espressione sorniona.
L'Inuzuka ghignò debolmente,
alzandosi e cominciando a sparecchiare.
-"Ti piacerebbe, eh Yamanaka?"-
commentò divertito, dirigendosi verso il lavandino.
-"A me non dispiacerebbe di certo!"- scherzò
lei, allegramente.
-"Se per questo nemmeno a me, cara!"- stette al
gioco lui.
-"Non fare il marpione, Inuzuka!"-
lo riprese Ino, scherzosamente seria.
-"Dai, basta con questa storia del marpione! Davvero do
questa impressione?!"- sbottò il ragazzo, perplesso.
-"Beh, sì, in realtà sì... hai una faccia e un
atteggiamento da latin lover provetto!"- scoppiò a ridere la biondina,
divertita a più non posso.
Kiba sorrise appena, contento di vederla nuovamente
felice. Ma presto il suo sorriso svanì per lasciar posto ad un'espressione un
po' malinconica: per quanto Ino potesse essersi
ripresa, non riusciva a dimenticare le sue lacrime e lo stato di devasto totale
in cui l'aveva vista il giorno prima.
Il ragazzo cominciò a lavare i piatti, sempre con
espressione pensierosa, mentre sentiva la risata di Ino
affievolirsi, trasformandosi nello stesso pesante silenzio di quella mattina.
-"Ino... va meglio
adesso?"- chiese Kiba, con tono estremamente serio, continuando a darle le
spalle.
-"Scusami Kiba per ieri sera... o stamattina che
fosse... ecco io..."- s'interruppe lei, in evidente difficoltà
-"Scusami, non so proprio cosa mi fosse preso!"- ridacchiò poi,
cercando di smorzare la tensione e probabilmente di evitare l'argomento.
L'Inuzuka sospirò, voltandosi
verso di lei e fissandola con espressione scettica e particolarmente sexy, così
tanto che Ino non poté fare a meno di arrossire.
-"Senti un po' Ino Yamanaka... io e te non ci conosciamo molto, solo di vista
e a dire il vero... non è che me ne freghi poi molto di quello che la gente
dice sul tuo conto, quindi direi che caratterialmente non ti conosco affatto...
se devo essere sincero, mi sei sempre sembrata un po' insulsa, proprio come
Sakura..."- cominciò a spiegare con voce leggermente roca.
Ino
non poté nascondere un certo disagio nell'udire le parole dell'Inuzuka. Insomma, quel ragazzo era davvero incoerente:
prima faceva il simpatico, poi sputava giudizi schietti e senza il minimo
riguardo. La ragazza non capiva se odiasse quel lato del suo carattere oppure
se ne fosse affascinata.
-"Beh, scommetto che dopo ieri sera ti sembrerò anche
una cretina..."- commentò la biondina, amaramente.
-"No, in realtà non è per niente così, anzi... sono
io il primo ad ubriacarmi di tanto in tanto per dimenticare i vari dispiaceri
della vita, quindi so che dietro a quel gesto non c'è una motivazione
stupida... diciamo che magari mi ha fatto riflettere e mi ha permesso di
rivalutarti."- spiegò senza troppi giri di parole il ragazzo, sedendosi di
fronte alla kunoichi, che lo fissava nervosamente.
-"Io non ho bevuto per dimenticare i dispiaceri della
vita, volevo solo divertirmi un po'."- commentò Ino,
acida.
-"Sono balle, Yamanaka...
tu non sei quel tipo di persona, l'ho capito..."- ribatté lui, con
espressione di sfida.
-"Ah sì? Beh, non sapevo fossi un così bravo
psicologo, Inuzuka... e comunque non vali niente come
tale, indi per cui ti conviene cambiare mestiere. Non hai capito proprio niente
di me. Io non ho nessun dispiacere da dimenticare."- ghignò Ino, malignamente.
-"Ah no? E allora perché ieri mi imploravi tra le
lacrime di non partire per Suna?"- la provocò
Kiba, lasciandosi guidare dal suo lato cattivello.
Ino
sbarrò gli occhi, profondamente ferita dall'insinuazione sparata così a
bruciapelo dal ragazzo. Si guardò attorno confusa, cercando di dissimulare la
sofferenza, dopodiché si alzò senza dire nulla, allontanandosi dal tavolo e
dandogli le spalle.
-"Dove sono i miei vestiti?"- chiese poi, con
tono insofferente.
-"Ino, scusami, non volevo
offenderti..."- sospirò Kiba, grattandosi il capo distrattamente e
maledicendosi per aver parlato a sproposito come sempre.
-"I miei vestiti, Kiba."- ripeté lei,
perentoria.
-"In bagno."- rispose lui con uno sbuffo
scocciato.
Dopo circa mezzora, Ino uscì
silenziosamente fuori dal bagno con addosso i suoi vestiti, dirigendosi verso
la porta d'uscita dove già l'attendeva il ragazzo.
-"Grazie di tutto, Kiba, e scusa il disturbo."-
lo salutò velocemente e senza nemmeno guardarlo negli occhi.
La Yamanaka aprì la porta, ma
spingendola con forza con la mano l'Inuzuka la
richiuse, impedendole l'uscita.
Ino
sollevò di scatto lo sguardo, sconcertata, incontrando gli occhi severi e
intransigenti di Kiba.
-"Che c'è?!"- sbottò lei, un po' in ansia.
-"Ino... se scappi da qui
non vuol dire che scapperai dalla verità. Non volevo offenderti dicendo quelle
cose."- asserì Kiba, serio.
-"Beh, ci sei riuscito però. Ora lasciami andare."-
sbottò Ino, fulminandolo con sguardo provocatorio.
-"Ino... è assurdo
distruggersi così per colpa sua. Accetta che lui stia con Temari
e finiscila."- la rimproverò, con ghigno indefinito.
-"Lasciami uscire Kiba... questi non sono affari
tuoi!!!"- protestò lei, perdendo il suo autocontrollo.
-"Finiscila tu di fare la bambina, Ino... scommetto che vali molto di più di questo. Non devi
ridurti così per colpa di quell'idiota."- insistette il ragazzo, sempre
più convinto.
-"Piantala... piantala, piantala Kiba!!! Lasciami
andare!!! Che cosa vuoi da me?! Mi hai salvata e te ne ringrazio, ma..."-
crollò la Yamanaka, esausta.
-"No, non ti ho salvata. Però vorrei tanto farlo, Ino..."- sospirò lui, dispiaciuto.
-"Perché?! Qual è il motivo?!"- chiese lei,
fortemente confusa.
-"...perché tu... sei proprio come me. Siamo uguali, Ino. Non so come ho fatto, ma l’ho capito subito. Siamo due
sognatori, viviamo nella speranza d'incontrare l'amore perfetto, ma non
riusciamo a far altro che collezionare una delusione dietro l'altra... io ero
nella tua stessa situazione, Ino, e ne sono uscito
distrutto, ma ne sono uscito... non voglio che tu debba patire quello che ho
patito io... quindi smettila di torturarti per un amore impossibile, perché non
è colpa tua se anche questa è andata male... non ti meriti questo..."- sospirò
Kiba, demoralizzato e malinconico, con occhi lucidi.
All'udire quelle parole, Ino
scoppiò a piangere, sebbene si fosse trattenuta con forza per tutto quel tempo.
Si appoggiò alla porta, singhiozzando disperata, mentre un forte dolore le
opprimeva il petto: il dolore del suo cuore, spezzato per l'ennesima volta.
-"...l'amore... l'amore quello vero... non esiste...
vero Kiba?"- domandò singhiozzando la ragazza.
-"L'amore quello vero è un concetto molto relativo, Ino... esiste solo per chi lo trova, è eterno finché non
finisce, è vero solo finché non ci si stanca... l'amore è una cosa per quelli
che si sanno accontentare, per i bravi ragazzi... non per quelli come noi, che
vivono di sogni, che non accettano compromessi, e che sono condannati a vivere
col cuore spezzato..."- asserì Kiba, con voce tremante e terribilmente
triste.
-"...perché non esiste nulla che possa...
accontentare i nostri sogni?"- singhiozzò la Yamanaka,
fissandolo depressa.
-"Già..."- rispose lui, quasi con un sussurro.
Ino
si lasciò scappare un gemito sofferto, aprendo inaspettatamente la porta e
scappando via di corsa.
Nello stato emotivamente sconvolto in cui si trovava, Kiba
non riuscì a reagire, non trovò la forza per correrle dietro. Vide soltanto la
figura snella e minuta di Ino Yamanaka
allontanarsi di corsa da lui, dopo che i loro cuori erano stati tremendamente
ed inaspettatamente vicini.
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Waaah chi si sarebbe aspettata tante
recensioni per una KibaIno? XD me contentissima!!! Grazie
a tutti quelli che hanno commentato:
Uchihagirl,
CrazyLara, Mimi18, lilithkyubi,
InoYamanaka89, Talpina Pensierosa, Nunichan, nicichan, binky e CrazyRikku92!
Grazie
mille, vi adoro! Bacione Sakurina