Prologo
Rose Weasley amava la solitudine.
Probabilmente, se le avessero chiesto di stilare una lista
delle cose che
preferiva, avrebbe collocato questa al primo posto. Immediatamente
seguita
dalla cioccolata, naturalmente.
In quel momento, una alquanto stordita Rose se ne stava
seduta a gambe
incrociate sul pavimento del dormitorio femminile di Corvonero, sola, a
mangiare Cioccorane: quello era decisamente uno dei migliori pomeriggi
della
sua vita.
Le sue compagne di stanza erano andate via quella mattina,
intenzionate a godersi il primo sabato dell'anno a Hogsmeade:
come
se non l'avessero già visitata milioni di volte! Beh, poco
male... se loro
fossero rimaste al castello adesso lei non avrebbe potuto starsene
lì, a
ingozzarsi come se non ci fosse un domani.
Forse dovresti cercare di assumere una forma umana, Weasley!
Non poteva fare a meno di pensare alla
possibilità di darsi una sistemata ogni
volta in cui i suoi occhi incontravano la liscia superficie dello
specchio che
le stava davanti, poichè la visione che le rimandava era
tutt'altra che quella
di una sedicenne graziosa e raffinata: i suoi capelli erano
più crespi che mai,
i suoi occhi, circondati da profonde occhiaie, sembravano quelli di una
drogata
e, a giudicare dalla sua espressione, pareva che un bolide l'avesse
appena
colpita in testa con una potenza inaudita, per di più
indossava ancora il
pigiama, quello rosa tutto pizzi e merletti che sua nonna le aveva
regalato per
il suo quindicesimo compleanno; una visione non proprio paradisiaca
insomma, ma
lei non se ne faceva un problema eccessivo... dopotutto, chi avrebbe
potuto
vederla? Inoltre, vestirsi, pettinarsi e fare tutte quelle cose di cui
solitamente si occupava ogni giorno, non sarebbe forse stato contrario
allo spirito della
giornata?
Non c'era una vera ragione per lo stato in cui si era ridotta Rose.
Certo,
chiunque altro avrebbe scommesso che c'entrasse una delusione amorosa o
un
litigio tra amiche, ma chi la conosceva bene sapeva che la ragazza non
aveva nulla che non andasse, anzi probabilmente era più
felice della *Felicità
stessa.
Infatti, nella complicata mente di Rose Weasley, quello non era altro
che un
momento di profonda pace e armonia, di riconciliazione fra corpo e
spirito, di
relax totale, di...
<< Oh, ehm... Scusami, io pensavo di trovare Al, sai...
lui... >>
Rose non rispose, inorridita. Se ne restò lì,
ferma, a fissare il ragazzo alto
e dall'espressione leggermente attonita che aveva appena interrotto il
suo "attimo
contemplativo", domandandosi perchè mai, tra tutte le
ragazze esistenti
sulla terra, Scorpius Malfoy avesse sorpreso proprio lei a ingozzarsi
di
cioccolata sul pavimento del dormitorio.
<< Non... non preoccuparti! >>
Balbettò, balzando in piedi e
spargendo confezioni di Cioccorane ovunque. << A-Al
è... andato via poco
fa, lo trovi in Biblioteca! >> Esclamò,
desiderando profondamente di
possedere una vanga per potersi sotterrare.
<< Grazie mille, credo che andrò a cercarlo
allora. >> Fece
Scorpius, incontrando per la prima volta, da che era entrato nella
stanza, gli occhi
chiari di lei.
Rose distolse lo sguardo, gettando un'occhiata allo specchio e
constatando di
trovarsi in condizioni decisamente pietose, non si sarebbe stupita se
Scorpius
fosse scappato via urlando.
<< Vuoi una Cioccorana? >>
Domandò stupidamente, visto che il
ragazzo non sembrava intenzionato ad andarsene.
Forse è convinto di trovarsi in compagnia di uno
zombie...
<< Oh, sarebbe fantastico, grazie! >> Rose
lo osservò stranita, pur
sapendo di non essere nelle condizioni di giudicare proprio nessuno.
Fantastico? Una Cioccorana? Certo che per essere strambo
è strambo!
Non potè fare a meno di stupirsi,
poichè da uno come Scorpius Malfoy ci
si poteva aspettare di tutto tranne che fosse un "tipo strano". Rose
non aveva mai avuto la fortuna di parlargli, nonostante fosse il
migliore amico
di suo cugino e appartenesse alla sua stessa Casa, ma da ciò
che aveva potuto
capire di lui aveva sempre pensato che fosse uno di quei ragazzi sicuri
di sè e
un po' arroganti, convinti di avere tutto il mondo ai propri piedi:
eppure
Scorpius non l'aveva derisa per le condizioni in cui l'aveva scovata,
come
avrebbe fatto qualunque altro al suo posto, anzi sembrava imbarazzato
quasi
quanto lei.
C'era anche da dire che, nonostante non avessero mai avuto alcun tipo
di
contatto, entrambi erano perfettamente a conoscenza dell'esistenza
dell'altro,
e non solo a causa dell'amico che avevano in comune.
Sia lui che lei avevano il massimo dei voti in tutte le materie.
Sia lui che lei non amavano che la gente conoscesse il loro cognome.
Sia lui che lei ritenevano che l'altro fosse irrimediabilmente
interessante.
Nè lui nè lei lo avrebbero mai ammesso.
E fu così che in un tiepido pomeriggio di aprile Scorpius
Malfoy si meravigliò
del brivido che gli corse lungo la schiena quando le sue dita
sfiorarono quelle
piccole e fragili della mano delicata che gli porgeva una Cioccorana.
La
Cioccorana più buona che avesse mai gustato.
*Felicità: in maiuscolo poichè
si intende la personificazione della
felicità.
Summer night
<<
Ora tocca a Rosie! >>
Oh,
no.
Rose
Weasley non era decisamente il tipo di ragazza che, durante
un’afosa serata
estiva, avrebbe proposto con entusiasmo di giocare a “Obbligo
o Verità”, come
Dominique aveva fatto poco prima.
Il
problema fondamentale era che, quando
sua cugina faceva determinate proposte, non c’era via di
scampo.
Una volta Fred si era rifiutato di partecipare al “Torneo di
Quidditch in
Weasley” che Dominique si era messa in testa di organizzare:
all’epoca il
cugino aveva solamente nove anni, e come molti bambini della sua
età si
trascinava sempre dietro una copertina di colore azzurro. Copertina che
venne
irrimediabilmente ridotta in brandelli.
Da
quel giorno, era stato chiaro a tutti che se Dominique Weasley voleva
qualcosa,
l’avrebbe ottenuta.
Ragion
per cui, in quel momento, Rose si trovava seduta a gambe incrociate sul
pavimento della vecchia stanza di sua zia Ginny, -
sperando che
quest’ultimo la inghiottisse - , circondata dai suoi
innumerevoli cugini.
<<
Ok, Rosie. Obbligo o verità? >>
Un’altra cosa chiara a tutti era che per
Dominique esisteva solo la verità. Se qualcuno avesse osato
preferire
l’obbligo… beh, diciamo solo che sarebbe finito
dritto al San Mungo per
avvelenamento.
Quindi,
arrendendosi al suo destino, Rose alzò lo sguardo dal libro
che teneva in
grembo e, con lo stesso entusiasmo di un condannato a morte,
proclamò: <<
verità.>>
<<
Oh, che bello! Scelgono tutti la verità! >>
Esclamò Lily, saltellando sul
posto.
<<
Chissà perché… >>
Sibilò suo fratello Albus.
<<
Taci, Albus. Ora, cosa potremmo chiedere a Rosie? >>
Dominique si voltò
verso gli altri, che si riunirono attorno a lei e iniziarono a
sussurrare
concitati.
Che
sciocchezza…
Passarono
cinque minuti e i suoi cugini se ne stavano ancora lì,
riuniti, a confabulare
su quale fosse la stupidaggine migliore da chiederle. In quanto a
quest’ultima, aveva ripreso a leggere il suo libro,
estremamente infastidita
dai mormorii che provenivano dalla fugace riunione organizzativa
convocata da
Dominique.
<<
Il consiglio ha concluso di accettare la proposta avanzata da Lily
Potter. Lily,
a te l’onore.>> Proferì la cugina
con solennità, mentre la più piccola di
casa Potter alzava le braccia in alto in segno di vittoria e si
preparava a
porre la fatidica domanda.
<<
Ebbene, qual è stata la peggiore figura che tu abbia mai
fatto? >>
Concluse, alzandosi in piedi e squadrando Rose con aria inquisitoria.
Le guance
rosee di lei si infiammarono e le venne spontaneo seppellire
ulteriormente il
viso tra le pagine del libro a cui si stava dedicando.
Non
poteva rivelare ai suoi cugini quell’episodio,
e non era nemmeno in
grado di inventarsi qualcos’altro: non era una brava
bugiarda, finiva sempre
per farsi scoprire e raccontare tutta la verità, persino con
dovizia di
particolari. E Dominique, questo, lo sapeva benissimo.
<<
Allora, Rose? >> Il suo sguardo si era assottigliato,
aveva capito che la
cugina nascondeva qualcosa, e non aveva intenzione di lasciar correre.
Sapeva essere estremamente coercitiva quando voleva. Una volta aveva
obbligato un suo ex-ragazzo, - particolarmente insensibile, per
carità! -, a dichiararle amore eterno davanti all'intera
Sala Comune di Corvonero. Inutile dire che il tizio in questione fu
oggetto di scherno per il resto dell'anno scolastico.
<<
E dai, lasciala stare! >> Borbottò Hugo,
ottenendo man forte da Albus,
che afferrò la cugina per un braccio e la costrinse a
tornare seduta; ma lei
non era intenzionata ad arrendersi, infatti continuò a
lanciare occhiate
sospettose in direzione di Rose, tentando di ribellarsi dalla stretta
del
cugino.
<<
Lasciami andare, Albus! Lasciami andare, immediatamente!
>> Ma prima che
il ragazzo potesse dire o fare qualunque cosa, la sua amorevole parente
gli
aveva già conficcato i denti nel braccio, facendolo urlare
di dolore.
<<
Dom, ma sei impazzita? >> Esclamarono
all’unisono Fred e Roxanne, mentre
un ormai adulto e “responsabile” James si rotolava
sul pavimento in preda alle
risate.
E
fu l’inferno.
In
conclusione, tutti si dimenticarono di Rose, che nel frattempo se ne
era
rimasta seduta nella stessa esatta posizione di prima a osservare, con
cipiglio
scettico, i suoi cugini azzuffarsi: Lily tirava i capelli di Albus,
tentando di
aiutare Dominique nella sua lotta furiosa, Fred e Roxanne cercavano di
separarli, James lanciava schiantesimi a caso, cercando di creare
ancora più
scompiglio, Hugo aiutava Albus, imitando Lily, e Molly e Lucy
guardavano la
scena disgustate, minacciando di andare a chiamare i genitori.
<<
BASTA! >> Tutti si immobilizzarono, voltandosi stupiti
verso la
proprietaria della voce. Rose Weasley si era alzata in piedi, il fiato
corto,
le braccia sui fianchi e il vecchio libro abbandonato per terra; il suo
piede
destro picchiettava sul pavimento, mentre con sguardo severo scrutava i
suoi
cugini, uno a uno.
<<
Dominique, molla Albus, Hugo lascia Dominique, Lily smettila di tirare
i
capelli a tuo fratello e voi tutti, per una buona volta…
TACETE! >>
Ordinò, con un tono che non ammetteva repliche e
un’espressione terribilmente
simile a quella di sua madre. Con un colpo di bacchetta, quella di
James finì
nelle sue mani e il cugino le rivolse uno sguardo offeso.
<<
Sei maggiorenne da un giorno e tre ore, Rosie. Non esagerare!
>> Finse di
rimproverarla lui, in una perfetta imitazione di Hermione Granger in
Weasley.
<< Silencio! >>
Il ciarlare di James si arrestò di colpo, mentre il resto
della famiglia si
ricomponeva, senza stupirsi più di tanto di ciò
che stava accadendo.
Ordinaria
amministrazione familiare.
James
Sirius Potter, tuttavia, non era abituato a restare zitto per
più di cinque
secondi e ben presto iniziò a reclamare la propria
bacchetta, che Rose stava
facendo penzolare fuori dalla finestra. In pochi erano a conoscenza
della sua vena sadica, ma i suoi cugini sapevano perfettamente che, se
fatta arrabbiare, Rose Weasley poteva diventare molto cattiva.
Albus sosteneva da sempre che la sua timidezza non fosse altro che una
maschera e che, un giorno o l'altro, li avrebbe massacrati tutti. Nel
sonno. In risposta a ciò, Rose l'aveva schiantato.
<<
Prometti che d’ora in poi userai le corde vocali solo per
fare discorsi che
abbiano un senso compiuto e tutti i verbi al posto giusto?
>> Il cugino
si portò una mano sul petto, annuendo solennemente.
<<
Bene. >> Proferì Rose, provvedendo a
restituirgli voce e bacchetta. Sapeva essere anche magnanima,
ovviamente.
<<
Grazie, mia regina! >>
<<
James… cosa ho detto? >>
<<
Che posso fare solo discorsi di senso compiuto…
>>
<<
Appunto. E' impossibile, dunque taci. >>
Nel
frattempo Dominique e Albus si erano riappacificati, scambiandosi
figurine
delle Cioccorane, e il resto dei cugini aveva iniziato una partita a
Sparaschiocco, che, come sempre, vinse Roxanne.
<<
Ehi, Rose! Guarda, ho trovato zio Ron! >>
Esclamò Albus, sventolandole
una figurina sotto il naso. Rose la afferrò, lanciandole uno
sguardo distratto
e sorprendendo quella buffa imitazione di Ron Weasley a grattarsi il
naso.
Sorrise ad Al e se la infilò in tasca, quella di suo padre
era giusto la
figurina che le mancava per finire la collezione.
Rose adorava Ron,
era stato lui che le aveva insegnato a volare e che le aveva comprato
la sua prima
scopa; ricordava ancora quella volta in cui l’uomo aveva
portato a casa la sua
cagnolina, Penny, con grande disappunto della moglie. Ma lui se ne era
infischiato del parere di Hermione e si era fatto carico di un mese di
musi da
parte della sua dolce consorte solo per fare felice Rose.
Con
un sorriso dolce accarezzò la figurina che teneva in tasca,
sentendosi
sopraffare dalla stanchezza.
<<
Credo che andrò a dormire… Buonanotte!
>> Rose fece per abbandonare la
stanza, quando la voce di sua cugina segnò la sua condanna.
<<
Buonanotte Rosie. Non ti fidi proprio di me, eh? >>
Dominique la
osservava, affranta, o almeno, la guardava con quella che lei
considerava una
buona imitazione di un’espressione affranta, ma che, lo
sapeva benissimo,
avrebbe comunque fatto crollare Rose.
<<
Dom… Io… >> Non poteva reggere lo
sguardo triste della cugina, insomma
lei voleva solamente che fosse sincera con loro, e Rose
l’aveva delusa. Non
potè fare a meno di sentirsi in colpa. Era nella sua natura:
bastava poco
affinchè i sensi di colpa la assalissero, e Dominique sapeva
sfruttare
benissimo questa sua debolezza.
<<
E va bene! >> Cedette infine, tornando a sedersi per
terra e preparandosi
a essere sommersa da una miriade di prese in giro: James non sarebbe
più
riuscito a guardarla in faccia senza scoppiare a ridere!
Era la fine. La sua fine.
<<
Fammi capire bene: Scorpius Malfoy ti ha beccato in uno dei tuoi
“attimi
contemplativi”, circondata da Cioccorane, con il pigiama
della nonna e i
capelli sparati, spaparanzata sul pavimento del dormitorio?
>> In quanto
a delicatezza Dominique non si faceva battere da nessuno…
<<
Non è vero! >> Esclamò James, prima
di scoppiare in una sonora risata,
tenendosi la pancia e senza nemmeno provare a contenersi.
<<
E tu gli hai offerto una Cioccorana? >> Lily la guardava
con gli occhi
sgranati, aveva una cotta per Malfoy sin dal suo primo anno a Hogwarts.
<<
Ma sei seria? Scorpius non mi ha mai detto niente! >>
Albus aveva l’aria
corrucciata e sembrava che gli sfuggisse qualcosa. Che poi,
perché Malfoy
avrebbe dovuto riferirgli di aver beccato sua cugina a ingozzarsi di
dolci?
Beh, forse Al si aspettava che glielo dicesse per prenderla un
po’ in giro.
<<
E quando è successo? >> Domandò
Dominique, che sembrava sperare in una
continuazione, probabilmente dimenticando che quello non era uno dei
suoi
romanzi rosa preferiti.
<<
A maggio. Poi ho fatto in modo di evitarlo, e finora mi è
andata bene. >>
Mormorò Rose con aria afflitta, mentre Roxanne le
accarezzava la schiena,
comprensiva.
<<
Appunto. Finora. >> Bofonchiò Albus,
guardandosi i piedi. Rose spostò la
sua attenzione su di lui, fulminea.
<<
Cosa intendi, Albus Severus? >>
<<
Insomma, Rosie… Scorpius è il mio migliore amico,
lo sai no? Cioè, avresti
anche dovuto immaginarlo che… che…
>> Balbettò, mentre la cugina gli si
avvicinava minacciosa.
<<
Che? >> Sibilò, guardandolo dritto negli occhi.
<<
Che io lo avrei invitato al mio compleanno, la settimana prossima.
>>
Non poteva essere vero... semplicemente, non poteva! Quello che i suoi
cugini non sapevano era che quello da lei narrato non era stato
effettivamente l'ultimo
incontro tra lei e Scorpius Malfoy.
Era un caldo pomeriggio di fine
maggio e l'estate sembrava essere già nell'aria.
Rose Weasley, decisa a non perdersi nemmeno uno di quei meravigliosi
raggi di sole, se ne stava seduta con la schiena appoggiata ad una
vecchia quercia e l'enorme libro di Trasfigurazione sulle ginocchia.
Gli esami si avvicinavano e lei non voleva rischiare di rimanere
indietro con il ripasso. Infatti, contrariamente a quanto si potesse
pensare, pur se molto brava a scuola, Rose non era esattamente
un tipo "organizzato". Più di una volta, si era ritrovata a
ripassare disperatamente insieme ai suoi cugini a pochi giorni dagli
esami, sperando che il tempo bastasse. La sua mente brillante
però era spesso riuscita a colmare i buchi lasciati da una
preparazione non ottimale.
<< Rose? >>
Merda.
Ultimamente Rose Weasley aveva dedicato ogni briciola di energia nello
svolgimento di un compito, un obiettivo di primaria importanza: evitare
Scorpius Malfoy. E ora, il ragazzo in questione, se ne stava
lì, a fissarla. Ah, e presumibilmente era anche il
proprietario della voce che l'aveva disturbata poco prima.
Ottimo, davvero ottimo.
<< Ehm, ciao. >> Fu tutto ciò
che la sua mente geniale riuscì ad elaborare in quel
momento, mentre immagini del loro precedente, imbarazzante, incontro le
scorrevano davanti agli occhi.
<< Mi chiedevo se... sai, non sono bravo in
Trasfigurazione e... insomma, potresti aiutarmi con tutta la questione
della Trasfigurazione umana? >> Sembrava davvero
imbarazzato per uno che aveva solo bisogno di un paio di ripetizioni.
<< Oh, certo. Nessun problema! >>
Acconsentì Rose, rivolgendogli un sorriso timido.
Così Scorpius si sedette accanto a lei sul manto erboso e la
ragazza si stupì di quanto il suo corpo fosse estremamente
consapevole della sua presenza, ad appena pochi centimetri da lei.
<< Okay. Direi che potremmo iniziare dalla teoria:
cercherò di facilitartela un po' rispetto al libro. In
effetti, non è molto chiaro. >>
Esordì poi Rose in tono determinato: si trovava nel suo
elemento e l'imbarazzo fu presto dimenticato. Si lanciò in
una lunga e meticolosa spiegazione, in cui si impegnò ad
essere più chiara possibile, quando ad un certo punto
Scorpius, con espressione smarrita, la interruppe.
<< Non credo di aver capito l'ultimo concetto: il
movimento del polso va eseguito subito prima di pronunciare la formula
o immediatamente dopo? >>
<< Oh... ehm... credo di essermi persa. Controllo.
>> Rossa in viso, Rose si chinò sullo spesso
volume, alla ricerca della pagina incriminata. Che incapace! Aveva
già dimenticato una cosa così fondamentale e lui
aveva pure chiesto il suo aiuto. Si era trovato proprio un'ottima
insegnante, non c'era che dire.
<< Ecco qui, allora... >> Iniziò
freneticamente a snocciolare un'altra serie di precise informazioni, ma
Scorpius non la seguiva più, perchè, si rese
improvvisamente conto Rose, aveva allungato una mano e stava
giocherellando con una delle sue ciocche rosso fiamma.
Una qualsiasi altra ragazza gli avrebbe sorriso, o comunque lo avrebbe
incoraggiato a continuare quel piccolo flirt. Ma non Rose. Tutto
ciò che seppe fare fu alzarsi di botto e andarsene,
abbandonando addirittura il suo adorato libro sull'erba.
Non avrebbe mai più avuto il coraggio di guardare in faccia
Scorpius Malfoy. Mai più.
Aireen's
corner
Salve
meravigliosi! Ebbene sì, "Cioccorane" è tornata
in una nuova e straordinaria versione che, finalmente, verrà
portata a termine! Dopo aver tentato di ricominciare da dove avevo
lasciato, ho capito che non potevo sperare di riprendere la storia in
quel modo: dovevo rielaborarla e, sì, anche cambiarla,
ritoccando un pochettino persino i personaggi, per adattarli al meglio
le mie esigenze. Spero dunque di essere in grado di regalarvi una
storia scritta un pochino meglio e anche un tantinello più
matura.
Vi supplico, se avete letto questo primo capitolo e vi è
piaciuto, di lasciarmi una piccola, minuscola recensione. Leggere i
vostri pareri mi incoraggia sempre molto.
Baci e alla prossima ^^.