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Autore: Cocomero_    12/11/2013    1 recensioni
12 settembre 2014, il loro primo sguardo;
12 settembre 2013, il loro primo bacio;
12 settembre 2014, la loro prima volta;
12 settembre 2015, la loro prima e per fortuna ultima litigata;
12 settembre 2016, il primo pranzo a casa della madre di lei;
12 settembre 2017, la prima proposta;
"You’ve never loved yourself, half as much as I love you, you’ll never treat yourself right darlin’, but I want you to, if I let you know, I’m here for you, maybe you’ll love yourself, like I love you"...Niall rimette a posto la cornice, si infila le scarpe e esce da casa di lei diretto allo studio di registrazione dove lo aspettano i ragazzi.
12 settembre 2017, il suo primo si.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'm praying, that your heart will just turn around
 

 12 Novembre 2014, Niall ci mise un po’ a mettere a fuoco i numeretti della radiosveglia, dopo aver dovuto sbattere le palpebre tre volte riuscì a leggere chiaramente le stanghette verdi luminose: 1:27. Si sentiva la gola secchissima, non sarebbe riuscito a resistere fino al suono della sveglia, con molta fatica riuscì a scansare le coperte e a tirarsi seduto sul letto, i piedi nudi a contatto con il pavimento freddo gli fecero salire un brivido lungo le gambe e la schiena e le braccia si riempirono di pelle d’oca; per un secondo prese in considerazione l’idea di ributtarsi giù, poi spinto dalla sete si alzò in piedi e si diresse in bagno, raggiungere la cucina sarebbe stato troppo faticoso quindi teneva sempre un bicchiere nel mobiletto accanto al lavandino; aprì l’acqua, la fece scorrere due secondi, riempì il bicchiere e bevve velocemente. Buttandosi a peso morto nel letto appuntò mentalmente di evitare le patatine dopo cena davanti al computer.
 
La sveglia trovò un Niall rannicchiato e infreddolito sopra alle coperte, il ragazzo allungò una mano, la spense e ancora congelato si alzò; prima di scendere decise di provare a disgelarsi sotto alla doccia, entrò in bagno, si spogliò e lanciò il pigiama dritto nel cesto dei panni sporchi: “Canestro!!!”. L’acqua calda sbloccò i muscoli del ragazzo ma non aiutò per niente il suo rincoglionimento post-sveglia, però per pietà nei confronti del suo benessere psico-fisico evitò i due minuti di acqua gelida.
 
Come al solito la doccia era durata troppo e adesso aveva solo dieci minuti per vestirsi e uscire, si asciugò i capelli con il phon, si infilò i jeans grigi, mise le scarpe, lanciò per le scale la felpa nera e lo zaino e afferrò al volo la maglietta bordeaux; stava ancora tentando di far spuntare la testa dal colletto quando iniziarono le urla della madre dal piano di sotto evidentemente non contentissima del modo di sbrigarsi del figlio. Niall si precipitò per le scale, afferrò al volo dalle mani della mamma lo zaino e la felpa lanciandole un bacio, prese dall’attaccapanni la giacca e uscì tirandosi dietro la porta. Due secondi dopo stava armeggiando con le chiavi di casa per rientrare, si fiondò in cucina dove trovò la madre che rideva con in una mano il cellulare e nell’altra le chiavi della macchina.
 
Arrivato all’università Niall trovò posto accanto alla macchina di Louis, la giornata era grigia e fredda e un vento gelido faceva muovere i rami spogli degli alberi, mettendosi il cappuccio della giacca a vento e coprendosi la bocca con il colletto attraversò il parcheggio dirigendosi verso il bar dove sapeva che avrebbe trovato gli altri. Spinse la porta e subito le orecchie furono invase dal chiacchiericcio mattutino di un centinaio di ragazzi in fila per il caffè, strizzò gli occhi per cercare gli amici in quel mare di cappotti grigi, finalmente visualizzò il ciuffo giallo di Zayn che svettava sopra la massa di teste intorno al bancone. Niall si avvicinò ad un tavolino libero, posò lo zaino e ormai abituatosi al calduccio della stanza si tolse la giacca; quando l’amico riuscì a scastrarsi con una tazza di cappuccino in mano gli fece cenno alzando un braccio e aspettò che il moro si sedesse accanto a lui.
 
Due minuti dopo entrarono dalla porta Louis e Eleanor, mano nella mano, come tutte le mattine; nello stesso momento in cui arrivarono al tavolo, una voce alle spalle di Niall diede a tutti loro il buon giorno, si voltò, era Perrie; dopo aver poggiato la tazza si girò anche Zayn, provocando un sorriso della ragazza che gli porse un fazzoletto per pulirsi la schiuma bianca dai baffi. Si stavano aggiornando sui loro orari giornalieri quando entrò Sophia seguita da Liam, la ragazza li guardò, fece loro un saluto con la mano e si diresse verso un tavolino occupato dalle sue amiche, tavolino in cui per fortuna mancava Duna, non sarebbe riuscito a sopportare la sua vista di prima mattina, non dopo quello che gli aveva fatto…
 
Niall si stava dirigendo verso l’aula della prima lezione quando intravide una massa di capelli ricci e rossi camminare pochi metri davanti a lui; si incantò ad osservare il volto della ragazza, le labbra rosse e perfettamente disegnate erano incurvate in un enorme sorriso e aperte lasciavano intravedere due file di denti bianchissimi ma non perfettamente dritti; il naso era spinto un po’ verso il basso dall’ampiezza del sorriso; gli occhi sembravano brillare e la risata cristallina causava la formazione di piccolissime rughette intorno alla loro estremità. Niall sentì improvvisamente l’irrefrenabile desiderio di cacciare a pedate nel sedere il tizio che le camminava accanto e che si stava godendo il suo spettacolo a pochi centimetri di distanza, alto muscoloso e moro camminava accanto a Livia provocandone le risate, continuava a guardarla con occhi felici e a poggiarle il braccio sulla spalla, arrivati all’angolo dovettero dividersi e lei stampò velocemente un bacio sulla guancia di lui.
 
Giornata rovinata, scoprire in questo modo che la roscia era fidanzata non rientrava nei progetti di Niall, le prime due ore di lezione furono seguite dal biondo a salti, non riusciva a seguire il filo del discorso e continuava a pensare alla scenetta vista poco prima chiedendosi cosa mai potesse cambiare a lui la situazione sentimentale di Livia,  neanche la conosceva!
 
Dopo due ore che gli sembrarono le più lunghe della sua vita il prof finalmente smise di parlare, Niall si alzò velocemente, fu raggiunto da Zayn e Liam e si diresse alle macchinette per tentare di evitare la fila che si sarebbe formata di li a qualche minuto; Liam camminava avanti, non appena girò l’angolo rimase quasi pietrificato e fece per tornare indietro lanciando occhiate strane a Zayn, prima che potessero fermarlo però il biondo aveva già sorpassato l’ultimo ostacolo che gli impediva la vista di Duna allegramente, felicemente e senza dubbio passionalmente avvinghiata a un grosso scimmione alto almeno due metri che le stava letteralmente mangiando la faccia.
 
Lo aveva scoperto tre settimane prima nel più squallido dei modi, lei aveva sbagliato a mandare un messaggio e visto che loro non lo avevano mai fatto nel camerino di nessun negozio Niall aveva automaticamente capito che i complimenti poco principeschi del messaggio non erano riferiti a lui. L’unica cosa che gli aveva dato veramente fastidio non era stato il fatto di liberarsi di quella piattola di donna, ma che mentre lui si faceva mille problemi nel lasciarla lei scopava allegramente con un altro, e pensare che aveva anche creduto a quello che aveva detto a Sophia…innamorata persa un ‘par de palle!!!!
 
Niall si girò e guardando le espressioni preoccupate dei due amici che si erano fermati all’angolo, sorrise; si avvicinò alla macchinette, infilò le monetine, selezionò il caffè macchiato, aspettò il bip e prese il bicchiere caldo, si voltò, si avvicinò verso la coppia avvinghiata e, prima che gli amici potessero fermarlo, picchiettò sul braccio pompato del ragazzo.
 
Lo scimmione finalmente si staccò da Duna guardandosi intorno per capire da dove potesse provenire quell’interruzione, guardò verso Niall che era almeno 15 centimetri più basso di lui e batté le palpebre allibito quando il ragazzo gli porse la mano: “Sono tre settimane che volevo incontrarti, piacere, io sono il cornuto…o forse non eri neanche te…”. Niall dopo la stretta di mano non capita dall’animale, afferrò da terra lo zaino, si voltò e sotto gli sguardi allibiti degli amici si allontanò canticchiando lungo il corridoio.
 
Erano tutti seduti intorno al tavolo a mensa e Zayn e Liam continuavano a mimare la scenetta eroica di Niall e la reazione dello scimmione appena aveva capito il senso della presentazione; Louis rideva come un matto e rischiò per parecchie volte di cadere dalla sedia a furia di piegarsi aventi e indietro tenendosi la pancia, Harry continuava a complimentarsi con l’amico affermando che mai nessun ragazzo, in tutta la sua carriera di creatore di corna, si era venuto a presentare così formalmente, Sophia continuava a scusarsi da parte dell’ “amica” nonostante fosse perfettamente consapevole che lei non ne aveva la minima intenzione e che quello che aveva fatto era stato decisamente voluto.
 
Niall continuava a sorridere insieme agli amici anche se in fondo un po’ ci stava male, comunque il cornuto era lui!! Stava fissando il vuoto pensieroso quando la porta della mensa si spalancò lasciando entrare Eleanor; la ragazza gli sorrise, lui richiamò l’attenzione di Louis e alzò un braccio in segno di saluto, braccio che rimase in aria quando gli occhi azzurri incontrarono quelli verdi della ragazza roscia entrata subito dopo Eleanor; si fissarono per quelli che a Niall sembrarono i tre secondi più lunghi di tutta la sua vita, sarebbe potuta esplodere la terra e non se ne sarebbe accorto, Livia distolse lo sguardo, sorrise a Eleanor, la salutò e si diresse velocemente a un tavolo in fondo alla sala dove era seduto il ragazzo moro della mattina, gli posò un braccio sulla spalla e si sedette accanto a lui cominciando a parlargli.
 
L’aveva vista, lei lo aveva guardato, cioè più o meno, Niall era consapevole che erano stati si e no tre secondi, non sapeva neanche se stesse guardando lui o in generale il tavolo, una sensazione alla bocca dello stomaco lo stava facendo camminare su un tappeto di nuvole bianche: “Oh merda!!! Nuvole bianche? Ma che mi sono bevuto?” La consapevolezza dei suoi pensieri e la realizzazione del fatto che era la seconda vota che la vedeva con quel tizio, fecero tornare Niall alla realtà, realtà che stava facendo entrare a mensa in quel momento Duna seguita dallo scimmione, lui con un’espressione decisamente poco felice e lei appesa al suo braccio che gli si strusciava addosso tentando di richiamare la sua attenzione, “Se fossi più vicino potrei sentire le fusa” il pensiero del biondo fu seguito da una domanda agli amici: “Ma era così anche con me?” si girarono tutti guardandolo strano e non appena capirono di chi stesse parlando Harry rispose per tutti: “Si, però solo quando riusciva a prenderti!!” la risata generale che seguì le parole del riccio fece girare disturbate le persone dei tre tavoli accanto al loro.
 
Erano ormai le sei quando Niall si fermò sotto casa di Harry per farlo scendere, il riccio si voltò e propose: “Cena da me sta sera? Troviamo parcheggio, chiamiamo gli altri e mentre li aspettiamo ti batto a Fifa…” Niall se lo guardò strafottente: “Ci sto, ma si possono fare solo tre cose sulle quattro che hai detto!!!”. Iniziarono a girare per trovare parcheggio, mentre Niall guidava Harry avvisava gli altri, per ultimo sentirono Louis che fu incaricato di portare la pizza per tutti.
 
Erano arrivati alla diciannovesima sconfitta di Harry quando gli altri iniziarono ad arrivare, Zayn arrivò per primo portando le birre, Liam con Sophia al seguito arrivarono subito dopo seguiti a ruota da Josh, Louis arrivò di corsa facendo le scale per aprire la porta dell’ascensore a Eleanor che era salita con il cartone della pizza;  la teglia ancora bollente era poggiata sul tavolo del salone mentre Harry imperterrito continuava a perdere contro chiunque avesse la pazienza di impegnarsi un minimo, suonarono alla porta, e quando Niall andò ad aprire Perrie entrò sventolando una bottiglia di vino e venne acclamata dalla folla urlante; dietro alla ragazza bionda fece il suo ingresso e si presentò la cugina, Andrea, non potevano essere più diverse, una bionda, l’altra mora, una magrissima quasi invisibile l’altra formosa al punto giusto, una con gli occhi azzurro ghiaccio, l’altra blu elettrico, solo il modo di vestire era simile, comunque non le avresti mai dette parenti.
 
Andrea si presentò a tutti, aperta, sorridente e gentile aveva stretto ogni mano potentemente senza staccare gli occhi dal volto di chi le stava davanti, Niall notò la faccia positivamente sorpresa che aveva fatto Harry al momento della presentazione e neanche gli era sfuggito il modo con cui lui le aveva riempito e porto il piatto, erano finiti “casualmente” seduti vicini e il biondo non aveva dubbi sul fatto che probabilmente Andrea, quella sera, non sarebbe tornata a casa con Perrie. Il biondo si avvicinò a Liam e gli sussurrò in un orecchio : “Dieci euro che sta sera Harry si fa Andrea…” “Non ho dieci euro da regalarti!!!” fu la risposta del ragazzo.
 
Mentre gli ultimi pezzi di pizza si stavano sfreddando nel cartone e le birre si stavano scaldando sul tavolo i ragazzi avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno seduti chi sulle sedie chi sul divano, Niall con la bottiglia in mano guardava gli amici captando pezzi di discorsi a destra e a sinistra: Harry, seduto accanto ad Andrea e a Josh descriveva minuziosamente la casa al mare proponendo una gita lì appena fosse arrivata la primavera e lanciando alla ragazza quelli che Niall chiamava “sguardi da rimorchio di Harry”, sempre i soliti, occhioni verdi aperti al massimo che fissano quelli della preda per più tempo del necessario e sorriso a trentadue denti che permette l’apparizione delle fossette sulla guance accanto agli angoli della bocca; La ragazza non sembrava accorgersene o comunque non lo dava a vedere continuando a ridere con loro senza dare segni di cedimento.
 
Zayn era sul divano seduto accanto a Perrie che giocava alla play contro un gasatissimo Liam che incurante del casino che stava facendo descriveva come un telecronista tutte le mosse dei suoi giocatori, l’avversaria invece chiacchierava tranquillamente con il ragazzo accanto. Louis probabilmente era in bagno mentre Eleanor e Sophia parlavano dell’università, Niall diventò estremamente interessato al discorso delle due ragazze quando sentì il nome Livia, era di un anno più piccola di loro, aveva un nonno spagnolo e per questo aveva deciso di seguire il corso di lingua con Eleanor, era simpatica e ci si studiava insieme tranquillamente. “Ripetizioni, devo chiederle ripetizioni di qualcosa, ma cosa che è più piccola?” Niall si riscosse dai pensieri dandosi dello stupido e alzandosi per avvicinarsi ad Harry e sfotterlo un po’.
 
Era quasi ora di levare le tende, Andrea prese il cartone delle pizze dal tavolo e si avviò verso la cucina seguita da Harry con in mano quattro bottiglie di birra vuote racimolate per la stanza. La consapevolezza di stare per vincere la non scommessa con Liam pervase Niall. Dopo neanche un quarto d’ora, Andrea rispuntò dalla porta non seguita da Harry e con un sorrisetto malizioso sulle labbra, nessuno, eccetto Niall, si era accorto della loro assenza o forse non volevano farla notare, il riccio arrivò dopo dieci minuti con una faccia sconvolta che Niall non riuscì a decifrare.
 
Stavano tutti sulla porta con le giacche addosso pronti per salutare Harry, giro veloce di ciao e poi metà in ascensore e l’altra metà a piedi per le scale, era rimasto solo Niall sul pianerottolo che, visto che Andrea era scesa con gli altri, si girò per chiedere spiegazioni all’amico. Era sconvolto, erano in cucina e lui le si era avvicinato da dietro facendo finta di dover poggiare le bottiglie, insomma tattica di tipo C, lei si era girata, avevano cominciato a baciarsi, lei era finita seduta sul tavolo, aveva cominciato a toccargli la zip dei pantaloni sfregando sulla stoffa  e quando si era accorta che l’erezione non entrava più nei pantaloni stretti, si era staccata dal bacio, lo aveva guardato negli occhi ridendo e gli aveva detto: “Troppo facile” per poi alzarsi e andarsene, lasciandolo lì in condizioni impresentabili.
 
“Primo due di picche per il casanova Harry!” pensò Niall tirando il freno a mano parcheggiato sotto casa. Scese dalla macchina, la chiuse, cercò le chiavi del portone, entrò in ascensore, guardò l’ora 23:43, “Domani devo anche andare presto all’università, merda!”

 

SPAZIO CUPCAKE
Ahahahahahahahah, me ne stavo molto tranquillamente sdraiata sul letto dopo una lunghissima e stressantissima giornata all'università composta da quasi 8 ore di lezione e da 3 ore di trasporti pubblici con la seria intenzione di infilarmi il pigiama e di salutare tutti, niente tempo perso appresso al cellulare nuovo, nessuna voglia di alzarmi per prendere il computer, non riusciva a convincermi neanche la prospettiva di Facebook, Twitter, Wehearit o di una puntata di Grey's Anatomy o PPL, visto che il peluche sotto alla testa era tanto comodo e ho un torcicollo tremendo; poi la mia sorellona mi ha chiesto che giorno è domani, e io ho realizzato che è il 13, quindi che oggi è il 12...
Adesso gli addominali protestano e il collo pure, ma la faccia che ha fatto mia sorella vedendo il salto che ho fatto non ha prezzo!!!
OscarLady, si piccola mia, me ne ero completamente dimenticata...
Baci, xmela
  
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