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Autore: zainsmoon    12/11/2013    3 recensioni
"Non chiamarmi bambola." Ringhiai.
“Aggressiva la ragazza.” Disse sollevandomi il mento con due dita.
Assottigliai gli occhi, per poi allontanarmi da lui infastidita. Girai i tacchi e mi avviai verso Abbie, che mi guardava confusa. Prima di entrare nell’aula di filosofia però, sentii chiaramente Liam urlare.
“Bel culo Hemmings!”
Prima o poi gli avrei spaccato la faccia, poco ma sicuro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa?” Strillò Abbie dall’altra parte della cornetta. L’avevo chiamata appena mi ero data una calmata e avevo smesso di prendere a pugni il cuscino che si trovava sul divano.

Allontanai il telefono di qualche centimetro, le sue urla mi stavano trapanando i timpani. Era da dieci minuti che andava avanti così.

“Si, hai capito bene Abbie. Mi ha baciata. Ba-cia-ta.” Sillabai lentamente, come se stessi parlando con un bambino di quattro anni. La sentii trattenere un urletto nervoso.

“Non so che dirti Liz. Solo che secondo me gli piaci.” Mi confessò tranquillamente, a voce inspiegabilmente più bassa.

“Non so che fare Ab. Secondo te?” Mi mordicchiai il labbro inferiore nervosamente.

“Ti è piaciuto?” Mi chiese di punto in bianco.

“Cosa...?” Chiesi incredula. Riusciva sempre a stupirmi.

“Il bacio. Ti è piaciuto si o no?” Chiarì, attendendo pazientemente una mia risposta.

“Non saprei…” Ammisi, ancora più nervosa. Sapevo solo che una scarica di adrenalina aveva scosso tutto il mio corpo, appena aveva posato le labbra sulle mie. E non riuscivo a capire se fosse stata una cosa positiva o negativa.

“Ho capito Liz, sei confusa. Fai così, riposati, magari fatti una doccia. Insomma stacca un attimo la spina da tutta questa situazione, non arrovellarti il cervello con le tue solite miriadi di ipotesi e rilassati, altrimenti è peggio.” Mi consigliò con voce dolce.

“Okay, grazie mille Ab. Ci vediamo a domani.” La salutai assecondando i suoi consigli. Schiacciai il tasto rosso del telefono e lo poggiai sul tavolo.

Respirai lentamente, chiudendo gli occhi. Possibile che un suo stupido bacio mi aveva procurato tutto questo? Ah già, forse perché era il mio primo bacio. E lo avevo dato proprio a lui. Decisi di andare a farmi una doccia, proprio come mi aveva detto Abbie. Salii le scale e aprii la porta del bagno, chiudendomi successivamente a chiave. Anche se ero da sola, preferivo comunque avere una specie di protezione e d’intimità, in quella stanza. Mi spogliai velocemente, rimanendo in intimo. Mi guardai allo specchio: avevo i capelli tutti spettinati, le labbra screpolate e secche a furia di morderle ogni due secondi a causa della tensione accumulata, e le unghie delle dita tutte mangiucchiate. E tutto questo per colpa di Liam. Inevitabilmente grugnii, ancora in collera con lui. Domani gli avrei assolutamente chiesto spiegazioni.
 
 Aprii il rubinetto della vasca e la riempii quasi fino all’orlo d’acqua. Ci versai dentro praticamente tutto il flacone di bagnoschiuma e mi immersi. Presi lo shampoo e me lo misi un po’ sulla mano, iniziando a massaggiare lentamente la cute, socchiudendo gli occhi. Dopo qualche minuto mi risciacquai, e presi un asciugamano per fasciarmi il corpo bagnato. Presi il phon e scossi i capelli con le mani, facendoli asciugare. I miei capelli al naturale erano mossi, ma a volte ci passavo la piastra per renderli più lisci. Decisi di lasciarli naturali, e passai un po’ di crema alla vaniglia su gambe e braccia. Me l’aveva regalata mia madre il Natale scorso e mi era piaciuta talmente tanto che la ricompravo sempre. Tornai al piano di sotto e presi il telefono, poggiandolo sul comodino di camera mia. Mi misi il pigiama e mi accocolai nel letto, sotto alle coperte di flanella. Nonostante fosse metà ottobre, faceva già freddo, qui a Wolverhampton. Accesi il computer e andai un po’ su Tumblr. Era il mio sito preferito, pubblicavo foto che mi piacevano e scrivevo tutto ciò che mi passava per la testa. Insomma, lì ero me stessa. Reboleggai qualche post e poi ascoltai un po’ di musica. Riuscii finalmente a rilassarmi del tutto, e sentii i miei occhi chiudersi lentamente.

***
 
*He's got a Rolling Stones tee, but he only knows one song. They think they're from the sixty's, but they were born in 1991*

La voce delicata di Nina Nesbitt mi risvegliò dolcemente. Presi il cellulare e mi stropicciai gli occhi, leggendo successivamente il nome che compariva a grandi lettere sul display. Mamma. Premetti sul verde e risposi con la voce ancora impastata dal sonno.

“Ciao mamma.” La salutai pigramente.

“Ciao tesoro. Hai cenato? I compiti?” Ecco che iniziava con la raffica di domande.

“Si, i compiti li ho fatti a scuola e tra poco ordino una pizza.” Dissi a bassa voce.

“Va bene, io e papà torniamo tra cinque giorni.” Mi confessò mia madre.

“Cosa?” Quasi urlai.

“Il processo sta diventando sempre più complicato tesoro, non riusciamo a far concludere il caso. Promettiamo di essere lì prima di Halloween.” Mi disse dolcemente mia madre.

“Va bene mamma, ora ti saluto. Buonanotte.” La salutai, sorridendo lievemente.

Riattaccai e sospirai. Con i miei avevo sempre avuto un buonissimo rapporto, non discutevamo quasi mai, ed ero felice di avere dei genitori come loro. Mi consigliavano in ogni mia decisione, mi sostenevano. Per questo mi scocciava il fatto che rimanessero di più fuori casa. Erano a Berlino, cercavano di difendere il loro imputato in tutti i modi. Erano bravi nel loro lavoro, ed erano famosi per questo.
Mi vibrò il cellulare. Sarà mia madre che mi diceva di non comprare troppe porcherie mentre erano fuori. Aspettai che mi si illuminasse il display con il suo nome, ma il numero risultava stranamente sconosciuto. Aprii l’icona dei messaggi e successivamente il contenuto.

“Piaciuto il pomeriggio? Liam. xx”

Spalancai la bocca, stupefatta. Come diavolo faceva ad avere il mio numero? Digitai in fretta una risposta, sbagliando anche varie volte a digitare per il
nervoso.

“Sei solo una testa di cazzo. Come hai il mio numero?”

Dopo pochi secondi sentii di nuovo il telefono vibrarmi.

“Ho delle mie conoscenze. xx”

M’innervosii ancora di più a quella risposta sfacciata. Scometto diecimila dollari che stesse sghignazzando davanti al suo telefono, sapendo di starmi facendo innervosire sempre di più.

“Ti odio.”

Gli risposi semplicemente. Non sapevo come descrivere il mio disprezzo per lui, così scrissi le prime due parole che mi vennero in mente.

“Da come ansimavi oggi pomeriggio facevi capire tutto il contrario. x”

Faceva pure il sarcasmo il signorino ora. Non gli risposi, troppo infuriata per farlo.
Chiamai invece la pizzeria vicino casa e ordinai una margherita con patatine. Dopo una decina di minuti suonò al campanello il fattorino, con un cartone in mano. Pagai e salutandolo rientrai in casa. Mi sistemai sul divano e accesi la televisione, iniziando letteralmente a divorare la mia amata cena. Feci zapping tra un canale e l’altro, e mi soffermai su un programma di cucina, il presentatore mi faceva sempre crepare dalle risate.
Sentii nuovamente il cellulare vibrare, e, sbuffando sonoramente, aprii il contenuto del messaggio.

“Dov’è che abiti?”

Inarcai le sopracciglia, sempre più sorpresa. La sfacciataggine di questo ragazzo non aveva limiti.

“Ti frega?”

Risposi abbastanza rudemente al suo messaggio. Dopo qualche secondo s’illuminò nuovamente lo schermo.

“Se rivuoi la tua giacca mi devi dare il tuo indirizzo. x”

Oh merda. La giacca. Per la fretta me l’ero dimenticata a casa sua. Serrai la mascella, imprecando ad alta voce.

“Via Lash Street 14.”

Digitai velocemente, in attesa di una sua risposta.

“Sto arrivando. x”

Lessi il messaggio con un groppo alla gola. Possibile che mi stessi agitando così tanto?
Finii la mia pizza e spensi la televisione. Risistemai un po’ la sala e attesi impazientemente che arrivasse.
Sobbalzai quando sentii il campanello trillare. Corsi letteralmente alla porta, spalancandola.
 
Entrò e sorridendomi mi porse la giacca. L’afferrai senza tante cerimonie e la buttai sul divano. Incrociai le braccia, aspettando che se ne andasse.

“Che cosa vuoi ancora?” Chiesi istericamente. Dio se m’irritava quel ragazzo. In ogni cosa che faceva.

“Non mi ringrazi?” Mi chiese a sua volta con un sorrisetto furbo.

“No.” Non so con quale coraggio risposi così, in modo secco. E’ che mi aveva fatta esaurire, e mi aveva fatto venire mal di testa a forza di pensarlo tutto il giorno.

“No?” Mi domandò retorico.

Mi spinse al muro d’ingresso e mi baciò con foga il collo. Per la sorpresa m’irrigidii. Saltai quando sentii una sua mano accarezzarmi la spina dorsale e arrivare al mio sedere. Lo sentii stringere leggermente la presa su di esso. Ansimai più forte a quel contatto e sentii la sua bocca curvarsi in un sorriso. Spalancai gli occhi quando sentii le sue labbra leccare la parte sensibile di pelle che andava dall’attaccatura dell’orecchio alla base del collo. Succhiò avidamente, stringendo leggermente la pelle tra i denti.
Mi stava facendo un succhiotto. Sarebbe sicuramente rimasto un segno. Mi stava marchiando.

“Liam…” Mormorai in disappunto. Non volevo cedere, non con lui. Ma era impossibile. Ci sapeva fare, eccome se ci sapeva fare.

“Shh.” Sussurrò al mio orecchio, mordendomi successivamente il lobo.
Mise una mano sul mio fianco, accarezzandolo leggermente. Spostò le labbra sulla guancia, e baciò tutto il profilo della mascella. Posò poi lievemente le labbra sulle mie, in modo dolce, tranquillo. Istintivamente allacciai una mano sul suo collo, e con l’altra accarezzai i suoi capelli setosi. Fece le fusa come un gattino a quel contatto. Gli piacevano le mie carezze.
Diminuì del tutto le distanze fra di noi, schiacciandosi su di me. La sua altezza mi sovrastava, ero decisamente troppo bassa rispetto a lui. Accarezzò con la lingua il mio labbro inferiore, spingendolo con i denti verso di lui subito dopo. Voleva intensificare il bacio, ma io non ero d’accordo. Serrai ancora di più le labbra, intenzionata a non assecondarlo. Sobbalzai quando sfregò con un dito nel mio interno coscia. Dischiusi le labbra per la sorpresa e l’eccitazione e sentii la sua lingua far largo nella mia bocca. Dannazione, ci era riuscito. Aveva i suoi trucchetti, che infame.
Sbarrai gli occhi quando mosse sensualmente il bacino contro il mio, facendomi percepire la sua erezione nei jeans aderenti. Gemetti involontariamente, e sentii nuovamente il suo bacino muoversi contro il mio a quella mia reazione.
Sentirlo ansimare era decisamente troppo eccitante, lo avrei messo come suoneria se avessi potuto.
No, ma che diavolo mi stava venendo in mente? Stavo dando di matto.
Mi risvegliai dal mio mondo e con decisione lo spinsi via. Non dovevo cedere con lui. I suoi occhi erano più liquidi, pieni di desiderio. E miei altrettanto, ne ero sicura. Respiravamo entrambi in modo irregolare, vedevo il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente.
Si avvicinò alla porta d’ingresso a abbassò la maniglia. D’istinto mi avvicinai anch’io, e vidi le sue labbra curvarsi in un sorriso.
Mi lasciò un bacio a fior di labbra e aprì la porta.

“Buonanotte Liz.” Mi salutò, per poi entrare nella sua BMW nera e mettere in moto.

Chiusi la porta alle mie spalle e sospirai.
Di male in peggio.


Eeeee buonasera genteeeee aw *stappa le bottiglie di champagne* sono ancora qui con voi uhuhu (?) no okay hahaha
beh, questo è il quarto capitolo, aww mi emoziono :')
no emh, apparte questo lol, ditemi se vi piace, recensite se volete, consigliatela alle vostre amiche o ai vostri amici, insomma fate girareeee uhuh AHAHAH no sto sclerando, è tardi e ho sonno cwc
Comunque sia, recensite sul serio se vi va, un bacio. 
Valentina. xx
  
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