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Autore: Nickie JR H    12/11/2013    0 recensioni
Quello stesso pomeriggio non so come, ma trovai la forza per rivivere ancora per una volta e raccontare ai ragazzi gli ultimi mesi e quella volta raccontai tutto. Ero cambiata da quando avevo perso quelle due persone troppo importanti per me. Ero cambiata, mi ero chiusa in me stessa, ero diventata aggressiva per la troppa rabbia che avevo dentro ma allo stesso tempo ero una ragazza distrutta da una perdita che lasciò un vuoto dentro, finchè non incontrai quei ragazzi che mi insegnarono di nuovo a vivere e che, piano piano senza fare rumore entrarono nella mia vita regalandomene un'altra piena di emozioni. E poi c'eralui, Harry. Quel ragazzo per cui persi letteralmente la testa e che mi diede la forza per andare avanti...finchè arrivò quella mattina in cui dovettero tornare a Londra, così come erano arrivati li vidi andare via.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci stavamo avviando verso l’uscita a cerimonia finita, eravamo tutti abbastanza stanchi e personalmente, nonostante la bellissima giornata passata con Harry, non vedevo che quel giorno finisse, quando sentii il direttore chiamarmi. “Se hai una mattina libera in questi giorni mi farebbe molto piacere vederti per scambiare quattro chiacchiere.” Mi disse tutto d’un fiato. Esitai un po’ prima di rispondere, ma alla fine acconsentii e ci mettemmo d’accordo per incontrarci la mattina dopo, lì in accademia nel suo ufficio. Era il 2 Aprile. Mi accompagnò Harry all’appuntamento con il direttore Collins dopo essersi fermato a dormire da me. Eravamo d’accordo che mi sarebbe venuto a prendere alle 11 a.m. e poi saremmo andati a pranzare da lui insieme agli altri quattro. Non avrei mai immaginato succedesse quello che successe quella mattina. Non avrei mai pensato di sentir pronunciare quelle parole al direttore. Mi aveva offerto un posto all’interno di quell’accademia. Era a conoscenza dei progetti miei e di mio padre, così aveva pensato di potessi apprezzare il suo gesto. E così fu. Ma non ero sicura di voler continuare con la musica. Sarebbero durati cinque anni gli studi al conservatorio, poi avrei potuto girare il momento come voleva papà, ma senza di lui e allora non sapevo se avesse più senso. Avevo ricominciato a suonare da due mesi ormai, grazie all’aiuto dei ragazzi che mi aiutarono moltissimo, ma non era ancora tornata a suonare come una volta. Suonavo molto meno, trovavo sempre qualcos’altro da fare pur di non avvicinarmi troppo a quello strumento che avevo tanto amato e su cui avevo sempre fatto i sogni più belli ed impossibili forse. Non gli diedi subito una risposta definitiva, ci dovevo pensare, avrei dovuto trasferirmi a Londra, lasciare casa mia in America, le mie abitudini, la mia famiglia… Sarei stata nella stessa città di Harry e questa volta per più di qualche mese o una semplice settimana. Avremmo potuto viverci le nostre vite insieme, senza pensare al giorno in cui ci saremmo dovuti saluta di nuovo. Ne avrei parlato con mia madre una volta tornata a casa, non volevo farmi rovinare quella giornata da niente, volevo solo godermi quel pranzo e il pomeriggio con i ragazzi. Come al solito, non essendo brava a nascondere le mie emozioni, Harry si accorse subito che c’era qualcosa che non andava. Glie ne parlai per tutto il pomeriggio, cercando di valutare insieme a lui i pro e i contro che quella mia decisione, che fosse negativa o positiva per il direttore Collins, avrebbe portato. A parlare con lui mi ricordai perché amassi così tanto la musica. Ritrovai quell’amore che credevo di aver perduto insieme alla morte di papà. Mi fece capire quanto fosse importante anche per lui continuare ad inseguire un proprio sogno non importa quanto fosse dura o quanto facesse male. Devo tutto a quel ragazzo. Mi face star meglio in un solo pomeriggio. Mi era mancato anche questo di lui, la sua capacità di risolvere qualsiasi problema semplicemente a affrontandolo, parlandone. Gli chiesi però di non dire niente ai ragazzi, volevo poter decidere senza essere troppo influenzata da persone esterne. Ruppi il silenzio che era calato tra di noi dopo tre ore che parlavamo senza prendere mai fiato con il rumore di un “ho bisogno di te”. Mi abbracciò e mi fece sentire ancora una volta al sicuro e amata, fino a che non ci addormentammo entrambi lì, sul suo letto. Quella sera a casa loro ci sarebbe stata una cena con tutti i genitori di tutti i ragazzi una cosa che facevano ogni mese dato che non tornavano a casa molto spesso per via dei vari college, avevano invitato anche me, mia madre e i mie fratelli. Per la prima volta avrei conosciuto i genitori di Harry. Ero agitata, emozionata, nervosa. Avevo paura di non piacere. Con Harry che non mi mollò neanche un secondo con lo sguardo, la serata andò bene. Era da tanto che non passavo del tempo così. Ridemmo, scherzammo, ci venne dato il tempo di conoscerci meglio gli uni con gli altri. Sto bene con loro, sono delle persone davvero meravigliose. Ci riaccompagnò a casa la madre di Harry in macchina, con la quale mia mamma si mise d’accordo su un possibile giro in centro per il giorno dopo. Sorrisi all’idea di mia mamma in giro per Londra a fare a shopping con la madre di Harry. Quella mattina decisi di parlare con mia madre riguardo a quello che mi aveva detto il direttore Collins la mattina precedente. Passai quasi tutta la notte in bianco pensandoci continuamente. Mi ripetei una ad una le sue parole nella mia testa più di una volta per cercare anche solo un difetto in quella proposta. Era da sempre il mio sogno, quello che avrei voluto fare nella vita e mi stavano dando l’opportunità per realizzarlo.
  
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